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martedì 27 febbraio 2024

★ RECENSIONE ★ IL RITORNO di Diana Gabaldon (Outlander #3)



Abbiamo lasciato, nell'Amuleto d'ambra, Claire Randall impegnata a raccontare a sua figlia Brianna la verità sull'incredibile avventura da lei vissuta fra il 1945 e il 1946, quando scomparve misteriosamente; grazie al magico cerchio di pietre di Craigh na Dun, Claire era stata catapultata nella Scozia del Settecento, dove si era innamorata follemente del nobile giacobita James Fraser. 
In questo terzo volume seguiamo Jamie e Claire da Lallybroch a Culloden, intenti a provare a cambiare la storia affinché gli Highlander non soccombano davanti agli inglesi.



IL RITORNO
di Diana Gabaldon



Ed. Tea
trad. V.Galassi
394 pp
Finalmente Claire e Jamie possono fare ritorno dalla Francia (assieme al giovanissimo e devoto Fergus) alla Scozia, e casa significa Lallybroch. 
Lontani dagli intrighi di Parigi, la coppia ritrova un po' di conforto e serenità nell'idilliaca vita da Laird, ma la pacchia termina presto: Jamie, infatti, non solo deve obbedire a Prince Charles e unirsi alla battaglia contro gli inglesi, ma deve anche andare da suo nonno Simon Fraser (con cui non ha praticamente mai avuto relazioni di alcun genere) per riferirgli l'ordine da parte del re di "prestare" gli uomini del proprio clan per la guerra.

Simon Fraser, detto Lord Lovat e anche The Old Fox, è tutto fuorché un nonnino pacioccone e simpatico: è un individuo volgare, cafone e sgradevole e Claire, che accompagna il marito per incontrarlo e parlargli, avrà modo di rendersene conto da subito.

Mentre Jamie cerca di addestrare gli uomini a sua disposizione per l'imminente Rivolta, Claire continua a fornirgli tutte le (poche) informazioni che conosce sul destino della Scozia in questa fase storica.

La loro speranza è quella di poter agire sul futuro, modificando le sorti della battaglia così come Claire le conosce (che poi è come si sono in effetti già verificate, viste dalla prospettiva futura) e risparmiare un sacco di morti agli scozzesi.

Ma saranno davvero in grado di cambiare le carte in tavola o tutto ciò che avverrà è già stato deciso ed è immodificabile?

Il lettore accompagna passo passo Jamie e la sua Sassenach in questa avventura pericolosa che li vede attraversare paludi e affrontare gli acerrimi nemici; a Prestonpans, Jamie e l'esercito giacobita intraprendono la loro prima battaglia contro di essi e riescono ad uscirne vincitori.
Ma la fortuna non sarà sempre dalla loro parte...

Rivedremo vecchie conoscenze, come Colum MacKenzie, suo fratello Dougal e il viscido duca di Sandringham, che riesce a far prigioniera Claire in casa propria con l'obiettivo di poter attirare Jamie e consegnarlo agli inglesi.

Ma soprattutto non mancherà l'odiatissimo Jack "Black" Randall, sempre malvagio e perfido; eppure, sarà proprio lui a rivolgersi a Claire per chiedergli aiuto: suo fratello minore Alex è in fin di vita e la donna lo aiuterà ad andare incontro alla morte alleviandone le sofferenze fisiche.

Questo terzo volume è appassionante come i precedenti anche se ho riscontrato un ritmo meno incalzante; ci si sofferma molto sulla lotta giacobita e sulle scarse possibilità di vittoria degli scozzesi; mentre si avvicina la famosa e catastrofica battaglia di Culloden, sale la tensione e hanno luogo avvenimenti importanti, che incidono molto sui due protagonisti e sul loro amore.

Teniamo presente che questo è il resoconto che Claire fa a Brianna e Roger Wakefield nel 1968, per cui Claire è adesso nel presente ma non ha mai smesso di pensare al passato, anzi i suoi ricordi sono costantemente abitati dai "fantasmi" delle tante persone conosciute due secoli prima, primo tra tutti, il suo amato Highlander dai capelli rosso fuoco.
E a proposito di lui, ciò che le preme sapere è: fermo restando che la battaglia di Culloden fu una terribile disfatta, chi sopravvisse? E se ci fosse proprio James Alexander Malcolm MacKenzie Fraser tra i pochi fortunati che riuscirono a non morire?

Le ultime pagine sono movimentate e dinamiche perché rivediamo un'altra persona che Claire ha incontrato nel Settecento in Scozia e che... è viva nel 1968, il che significa che è anch'essa una viaggiatrice.

Mi verrebbe voglia di iniziare subito il successivo e non posso che consigliare la saga a chi ama il romance mescolato ai fatti storici con l'elemento fantasy del viaggio nel tempo; la penna della Gabaldon è ipnotica, per me, riesce a trasportarmi in un periodo storico affascinante, descrivendolo benissimo e in modo vivido, tanto da sentirmi immersa totalmente in quel contesto.
L'amore tra Claire e Jamie è sempre coinvolgente, forte, sincero, ardente e votato anche al sacrificio pur di salvare l'altro quando è in pericolo.


"Lascia che io te lo dica nel sonno quanto ti amo. Perché non c'è molto che io possa dirti mentre siamo svegli, se non le stesse, povere parole, ripetute ancora e ancora. Mentre dormi tra le mie braccia, invece, posso dirti cose che suonerebbero sciocche nella veglia, e i tuoi sogni sapranno che sono vere. Dormi, mo duinne".


Recensioni    

martedì 12 settembre 2023

🗿 RECENSIONE 🗿 KÁRI di Monica B.

 

Anche per il quarto e potente guerriero, che con la propria forza è uscito vincitore dal torneo indetto per decretare i quattro eroi degni di compiere un'importantissima missione sulla Terra, è giunto il momento di combattere e mostrare a tutti coraggio e determinazione.
Ad affiancarlo c'è una donna dallo spirito combattivo, pronta per amore a superare paure e fragilità, non soltanto le proprie ma anche quelle del gigante che le è accanto.



KÁRI
di Monica B.


313 pp
Seth
(Signore del Caos egizio), Lugh (Dio della Luce celtico) e Nergal (Dio degli Inferi babilonese) hanno portato a termine con successo la loro parte nella missione di salvare la Terra dai feroci e letali attacchi sferrati dai Distruttori e dalle loro viscide e pericolose creature; tutti e tre hanno trovato non solo la capacità, in loro stessi, di dimostrare la potenza della propria natura divina, di riscattarsi da un passato umiliante e poco onorevole, ma anche l'amore di una donna che li ha aiutati nell'adempiere la Profezia e ha donato loro un'insperata felicità.

Adesso è il turno di Kári che, a differenza dei predecessori, non è un dio, bensì un gigante norreno, la personificazione del vento. 

Egli è un omone dall' enorme stazza,  discendente del grande Fornjótr, da sempre temuto per la sua destrezza come guerriero, in battaglia, e apprezzato per la voce celestiale. 
Ma è tanto, troppo tempo che il suo Pantheon non lo vuole, la famiglia gli ha voltato le spalle (figli compresi) e che lui non ha più contatti con quest'ultima; è un rinnegato che ha preferito abbandonare - deluso, arrabbiato e amareggiato - la propria esistenza tra le divinità per scegliere di vivere tra gli umani come cantante di una rock band, conosciuta a livello mondiale.

Allora perché ha partecipato al torneo organizzato per scegliere i Quattro Divini Re in grado di salvare il mondo?
Kári sa che quella decisione è stata frutto unicamente dell'orgoglio, un vanto in più da apporre sul suo curriculum.

Ma in realtà a lui, del triste destino dei mortali, non interessa assolutamente nulla e non ha nessuna intenzione di rischiare la vita per gli altri.

A costringerlo a cambiare idea e a mettersi in gioco per un fine superiore e più nobile, è la pronipote Mijol, l'unica parente a non averlo abbandonato; è lei a spronarlo a non tirarsi indietro dalle responsabilità di cui si è fatto carico vincendo la gara.

Ad affiancarlo in questo arduo compito ci sarà un'umana e Mijol lo porta presso l'Università dove lavora una certa Cora Ivanova, un geofisico pluripremiato la cui vita gira attorno alla carriera.

Bella, con un alto quoziente intellettivo, da sempre oggetto di invidia feroce da parte di colleghi (maschi e femmine), Cora ha sviluppato una tempra d'acciaio, una corazza dura necessaria per sopravvivere in un mondo professionale dominato dagli uomini, la maggior parte di quali la guarda o con sarcasmo o con diffidenza, o pensa di poterla incantare, seducendola...
E purtroppo è ciò che le è accaduto agli inizi della carriera, quando - giovane e ingenua - ha ceduto alle lusinghe di un uomo più grande, che diceva di amarla ma che in realtà voleva solo servirsi di Cora, delle sue abilità e  competenze, per poi mollarla una volta ottenuto ciò che voleva.

Il dolore e la delusione per essere stata usata e abbandonata l'hanno indotta a chiudersi a riccio, a convincersi di dover stare lontana dai maschietti per evitare sofferenze; non solo, ma Cora ha scelto di condurre un'esistenza tutta incentrata sul lavoro, vestendo i panni di una donna rigida, che tiene gli altri a distanza, guardandoli da dietro le lenti di un paio di occhiali di cui, in realtà, non ha neppure bisogno.

Razionale, intelligente, dalla mente analitica, convinta che si possa credere solo a ciò che si vede e che è sperimentabile, quando davanti a lei compare un omone tutto tatuaggi, barba, altissimo e bello da far tremare le gambe, che le parla di mostri, faglie e crepe aperte senza ragione e di un pianeta Terra da salvare..., la dottoressa Ivanova non può che persuadersi di aver davanti un mitomane o, peggio, un matto da legare.

Cora ci prova in ogni modo ad allontanare il tipo gigantesco che blatera di mitologia norrena, Odino e profezie menzionanti renne e luoghi freddi.., ma l'uomo, che dice di chiamarsi Kári e di dominare il vento, non la molla un attimo, comincia a seguirla peggio di uno stalker professionista, continuando a ripeterle che la profezia è chiara: è lei la donna che dovrà aiutarlo a compiere quella odiosa ma necessaria missione.

Cora è allibita: negare tutto ciò che è paranormale è per lei una legge inviolabile, ma questo sconosciuto le sta dicendo che il mondo è da un po' sotto la minaccia di esseri sovrannaturali, intenzionati ad eliminare ogni traccia umana dalla Terra.
Già da qualche tempo, in effetti, si sente parlare di crepe aperte in altre parti del mondo, di aggressioni a danno degli esseri umani da parte di creature schifose, somiglianti a tenie, locuste..., insomma, o il mondo sta totalmente impazzendo o... c'è del vero nelle irrazionali parole del gigante norreno.

Cora, suo malgrado, accetta la presenza ingombrante (ed eccitante, ma guai ad ammetterlo davanti a lui) di Kári nella sua vita, lo porta addirittura a cena in famiglia, sopportando gli sguardi di disapprovazione della madre e stupendosi di come i nipoti adorino quel bell'uomo dall'altezza e dal fisico notevoli che, però, sembra celare molto altro...

C'è spesso un velo di struggente malinconia, negli occhi di Kári, unito a tracce di dolore, amarezza, per qualcosa che appartiene al passato e che non lo lascia in pace, anzi, lo tormenta, gli impedisce di essere sereno.

Kári pian piano si affeziona alla bella scienziata, apprezzandone il caratterino (è schietta, testarda, ma anche generosa, sensibile) e sentendosi incredibilmente attratto da lei, fisicamente oltre mentalmente; compiaciuto e sicuro della propria bellezza e del fascino che emana, il gigante vede come anche lei lo desideri... e infatti non passa molto che la passione li travolge, li fa bruciare di desiderio e fa sì che tra essi si instauri un legame che, col passare dei giorni, si fa sempre più saldo.

Cora è costretta ad ammettere che effettivamente l'umanità è in pericolo: lei stessa fa esperienza di cosa voglia dire essere attaccati dalle creature del Distruttore e si rende conto di come solo accanto al suo gigante si senta davvero al sicuro: egli è forte e ha un grande istinto di protezione verso Cora.

Forse tra loro non c'è solo sesso ma sta nascendo un sentimento?

Tante sono le situazioni avventurose che vedono Cora e Kári protagonisti, eppure qualcosa non va e sembra che non ci sia verso di sferrare il colpo finale al Distruttore.
Che sia invincibile o, comunque, non alla portata di Kári che, per quanto forte, non è un dio?
Ma allora perché la profezia sembra dare per scontato che il gigante possa uscirne vittorioso, quando invece la sfida è più tosta delle altre volte?

Kári non sa cosa fare e come uscire da questa situazione complicata: una parte di lui vorrebbe lasciar perdere la missione ma i sentimenti che comincia a provare per Cora gli impediscono di lasciare gli umani alla propria infausta sorte; certo, all'inizio si era prefissato l'obiettivo di "usare" Cora per adempiere la profezia e di impegnarsi il meno possibile, giusto quel po' per dimostrare che era ancora un gigante forte e degno delle divinità del Pantheon e di quei famigliari verso cui prova nostalgia e rancore insieme..., ma non sempre ciò che ci si era prefissi poi si verifica.
E soprattutto, non aveva messo in conto quel meraviglioso imprevisto che si chiama amore e che lo sta cambiando, rendendolo un uomo migliore, più altruista e più consapevole di sé.

Tra incomprensioni, litigi, rischi e aiuti divini dell'ultima ora, Kári e Cora sono intenzionati a fare la propria parte e a mettere in salvo la Terra. 
Ce la faranno?
E riusciranno a salvare anche il loro amore?


Kári è il quarto volume della serie The Crimson Thrones, e ricalca le caratteristiche e "lo schema" dei precedenti, per quanto concerne la trama, il tipo di protagonisti (maschile/femminile), la sfida da affrontare, gli ostacoli da superare, il passato ingombrante che tiene chiuso ciascuno nelle proprie paure, insicurezze, nella falsa convinzione di non essere degno di essere amato per ciò che è.
Piacevole e dettagliato lo stile, vivace il ritmo, narrazione ricca di momenti avventurosi ben descritti, un tratteggio convincente dei personaggi, scene romantiche e passionali, Kári è un romanzo che sicuramente può piacere a chi ama il genere paranormal romance e urban fantasy.


Pur appartenendo alla stessa serie, ogni libro può essere letto indipendentemente dagli altri.


1. SETH di Laura Fiamenghi
2. LUGH di Francesca Trentini
3. NERGAL di M.D. Ferres 
4. KÀRI di Monica B.

giovedì 7 settembre 2023

RECENSIONE ✨ ATLAS. LA STORIA DI PA' SALT di Lucinda Riley, Harry Whittaker ✨

 

Avventurosa, imprevedibile, non priva di pericoli e scoraggiamento ma, allo stesso tempo, piena di amore e di incontri importanti, di quelli capaci di deviare il corso di una vita: così è la storia di Atlas D'Aplièse, il Pa' Salt delle sette sorelle, pronte - adesso che sono tutte insieme, comprese la sorella perduta - a leggere il lungo e appassionante racconto dell'intera esistenza del loro enigmatico genitore.

E il lettore le segue in questo viaggio, che alterna il presente e il passato, e che pone la parola fine alla saga della compianta scrittrice irlandese.


ATLAS. LA STORIA DI PA' SALT
di Lucinda Riley, Harry Whittaker


Giunti Ed.
trad. L. Taiuti
816 pp
Ci siamo, il cerchio si sta chiudendo: le coordinate incise sulla sfera armillare sono state raggiunte da ciascuna sorella, che ha intrapreso un viaggio alla ricerca delle proprie origini, in Paesi più o meno lontani, là dove Maia, Alcyone, Taygete, Celaeno, Electra e Asterope sono state trovate da Pa' Salt, da lui adottate e portate ad Atlantis (in Svizzera); alle prime sei mancava la sorella perduta, e anch'ella finalmente è stata ritrovata, ma con il non piccolo particolare che Merry (Merope) è figlia naturale del loro genitore adottivo.
Ora che le sette donne D'Aplièse sono tutte insieme e unite, sanno di poter dire definitivamente addio al loro amato papà, ma per farlo devono affrontare la verità.

Chi è davvero Atlas D'Aplièse? È davvero questo il suo nome? Da dove viene? Con quale criterio egli ha scelto proprio quelle sei bambine da adottare? E Merry? Perché non l'ha cresciuta lui? Cosa o chi li ha divisi?

Le sette donne - in compagnia dei rispettivi partner, e Merry assieme ai figli - si trovano riunite a bordo del sontuoso e confortevole yacht di famiglia, in procinto di salpare per commemorare la morte di Pa’ Salt. 

Merry, però, arriva portando con sé il prezioso diario del padre e così, nelle lunghe ore di navigazione per raggiungere il Mar Egeo, le sorelle, col supporto discreto e amorevole dei loro cari e sotto gli sguardi apprensivi e premurosi di Georg, Marina e Claudia, possono leggere e scoprire la verità sul meraviglioso, buono ma anche misterioso uomo che le ha accolte e cresciute e che in fondo conoscevano appena.

Il diario viene distribuito e ogni sorella si immerge, curiosa e con il cuore palpitante, nella lettura, che trasporta loro e noi lettori nel lontano 1928, quando un bimbetto magrolino e silenzioso, di soli sette anni, viene trovato svenuto nel giardino, a Parigi, della famiglia Landowski, che lo salva e accoglie in casa propria, trattandolo come se fosse uno dei loro figli. 
Quel bimbo è, ovviamente, Pa' Salt/Atlas; gentile, intelligente e talentuoso ma... muto: qualcosa, in fondo ai suoi occhi, rivela che egli è spaventato e che non è intenzionato a dare spiegazioni sul proprio nome, le proprie origini, ed infatti, pur di non spiegare da che cosa (o dai chi?) sta fuggendo, nei primi tempo si chiude in un ostinato mutismo. 
Il piccolo cresce, diventa un giovane uomo bravissimo nel suonare il violino, tanto da riuscire ad entrare nel prestigioso Conservatorio di Parigi; si innamora, ricambiato, della dolce e bella Elle e la giovane coppia sogna un futuro felice insieme.
Ma Atlas sa che la sua felicità non sarà mai completa fino a quando il passato sarà alle sue calcagna; e questo passato ha un nome ben preciso: Kreeg Ezsu.

Questo cognome non è assolutamente nuovo ai lettori della saga, i quali sicuramente ricordano l'antipatico e arrogante Zed Ezsu, ossessionato dalla sorelle D'Aplièse, tanto da seguire alcune di loro e non certo con buone intenzioni.
Kreeg è suo padre e lui ed Atlas, da bambini, sono cresciuti insieme e sono stati come fratelli; ma qualcosa di drammatico è accaduto e ha distrutto per sempre la loro amicizia fraterna; a causa di alcune vicende e coincidenze, Kreeg si è convinto che Atlas abbia ucciso sua madre per rubarle un oggetto prezioso (un diamante di inestimabile valore), per poi fuggire via lontano per non essere preso.
Atlas, negli anni, cercherà di spiegare a Craig che mai si sarebbe sognato di uccidere sua madre, che tra l'altro amava come fosse propria (essendo lui orfano di ambo i genitori per ragioni e in circostanze che si intrecciano con grandi avvenimenti sociali, politici, storici accaduti in Russia negli anni '20-'30 del secolo scorso) e tanto meno ha rubato qualcosa che non gli apparteneva, ma Kreeg non sentirà ragioni e inseguirà in lungo e in largo il povero Atlas per ucciderlo.

Ovunque vada, Atlas sa di dover nascondere il proprio nome (che è Atlas Tanit, russo) per timore che il suo acerrimo nemico lo trovi e lo uccida.
E se c'è una cosa che accompagnerà Atlas per sempre è l'assoluta certezza di voler vivere, di non essere disposto a soccombere allo sterile e cieco odio di un uomo cocciuto e presuntuoso che non vuol sentir ragioni; del resto, la sua stessa esistenza - così densa di fatti, persone, imprevisti, conquiste e perdite - gli testimonia ogni giorno che egli deve restare in vita perché la sua grande generosità può portare del bene a tanta gente in difficoltà.

Come dicevo, Atlas ed Elle sono innamorati e felici, a un certo punto pronti a salpare per l'Australia e a sposarsi durante la traversata... ma qualcosa interviene e li separa irrimediabilmente: Atlas è costretto a proseguire da solo, disperato per essere stato lasciato inspiegabilmente dalla sua Elle, ma sul suo cammino incontra, di volta in volta, persone - adulti e bambini, uomini e donne - che riescono a dargli la spinta giusta per non abbattersi, per porsi degli obiettivi e per raggiungerli.

Per chi, come me, s'è gustato ogni fantastica tappa del viaggio che ha coinvolto le sette sorelle, sa che esse si sono recate ognuna in diverse parti del mondo e hanno scoperto informazioni fondamentali sulle proprie famiglie, senza però mai arrivare a capire, in modo chiaro, in che modo Pa' Salt le abbia scovate e abbia deciso di prendere proprio loro.

Ed è questo che scopriamo, leggendo questo corposo e appassionante romanzo; non nego che, durante l'ascolto *, mi son ritrovata spesse volte a sorridere quando apprendevo delle modalità in cui Atlas veniva a contatto con quei personaggi che riconoscevo quali nonni/genitori delle singole sorelle.

E così conosciamo da vicino i legami di amicizia e lealtà intercorsi tra Atlas e il maestro Landowski, scultore a cui è stata affidata la costruzione della statua del Cristo Redentore in Brasile, evento a sua volta collegato con la storia della famiglia di Maia.

Leggiamo del breve soggiorno di Atlas ed Elle in Norvegia e della bella ma sfortunata amicizia con Karine Rosenblum e il suo fidanzato Pip (Jen) Halvorsen (nonni di Ally).
Li vediamo varcare insieme la soglia della Arthur Morston Books (cui è associato il passato della famiglia di Star), vanno negli USA, dove Atlas soccorre Cecily Huntley-Morgan (>> Electra); seguiamo Atlas in Australia, dove conosce Kitty McBride ( >> CeCe) e in Spagna, dove il suo destino si incrocia con quello di una giovane brujas con doni speciali (Angelina, nipote della nonna di Tiggy), tra cui quello di "sentire" le persone, di mettersi in contatto con il loro interiore e di predire pochi ma importanti frammenti di futuro; sarà proprio l'enigmatica Angelina a svelare a uno stupito Atlas che egli avrà delle figlie, e l'uomo intuirà che, oltre a quelle che, nel corso degli anni, adotterà, ce n'è una (la prima!), che evidentemente è collegata alla sua amata e mai dimenticata Elle... Ma com'è possibile? Forse Elle era incinta quando lo lasciò? Oppure si riuniranno e avranno modo di costruire la famiglia che avevano sognato da ragazzi?

Tutte queste persone costituiscono degli incontri e delle amicizie vere e importanti e lo diventano ancor di più quando, per motivazioni specifiche, ciascuna si ritrova a chiedere al buon Atlas di prendere con sé una bambina appena nata, che appartiene a loro ma che non possono crescere per determinate ragioni.

Inizialmente, Atlas è restio ad adottare, anche perché è un uomo single in attesa di trovare e riabbracciare il suo amore perduto, Elle (l'uomo non smetterà mai di cercarla, di sperare che sia viva e che, magari, abbia con sé la loro presunta figlia); ma poi, sempre in seguito ad eventi apparentemente casuali ma che, in realtà, sembrano far parte di un disegno più grande, grazie all'aiuto di tre personaggi - che diventeranno parte integrante della sua vita - si convince ad adottare e così, dal 1974 in poi, Maia, Ally, Tiggy, Star, CeCe ed Electra, fanno il loro amabile ingresso nella sua vita, riempiendola di amore.

Le persone cui mi riferisco (che entrano nella vita di Atlas quando sono molto giovani, e sono da lui aiutate nel momento del bisogno) sono Georg Hoffman (l'avvocato), sua sorella Claudia e Marina; anche circa loro, come per le ragazze, apprendiamo in quali tristi circostanze hanno incontrato Atlas e di come abbiano maturato verso di lui amore, rispetto, fedeltà assoluta e riconoscenza.

Quando le sorelle, tra lacrime e commozione, scoprono ognuna la modalità in cui sono venute a contatto con l'adorato padre, potrebbe sembrare che le rivelazioni siano terminate, ma non è così: c'è ancora un'altra parte (finale) di diario, che l'avvocato avrebbe consegnato loro successivamente ma, su insistenza di Ally, si vede costretto ad anticipare i tempi.

Tra queste ultime pagine, leggeremo altri particolari, relativi ad Elle, Merry e al burrascoso rapporto con Kreeg, che sta giungere a una soluzione, anche perché gli eventi messi per iscritti da Atlas arrivano sino al 2008, quando ormai entrambi gli ex-amici sono molto anziani, al termine delle loro esistenze.
Anche Kreeg, ormai, ha poco da perdere e darà ad Atlas le risposte alle tante domande che si porta dietro da anni e anni, e che riguardano Elle e la figlia perduta.
C'è anche una parte che va ancora più indietro nel tempo,  raccontandoci dei genitori di Atlas.

I fans della Riley sanno bene come la scrittrice sia venuta a mancare prima di terminare il romanzo conclusivo della serie, che è stato poi terminato dal figlio Harry, che si è avvalso, ovviamente, delle bozze scritte dalla madre.
Ecco, detto con umiltà (non sono nessuno per giudicare il lavoro altrui): secondo me Harry ha fatto un buon lavoro e credo che sua madre sarebbe fiera del risultato finale.

Leggere l'ultimo capitolo della saga è stato un viaggio pieno di emozioni, di incontri, di sorprese; Pa' Salt emerge in tutta la sua complessità e bellezza, essendo un personaggio pieno di virtù: coraggioso, buono, altruista, intelligente, onesto, non perfetto, certo, ma una cosa è sicura: tutto ciò che ha fatto - sbagli compresi - l'ha fatto per amore, con la speranza e la fiducia che le sue sette sorelle (le Pleiadi) da lassù non hanno mai smesso di guidarlo, di proteggerlo, di aprirgli nuove strade proprio quando se ne chiudevano alcune.

La storia di Pa' Salt è quella di un bambino che, appena nato, ha già sulle spalle il peso del mondo perché non nasce in condizioni favorevoli, anzi, di lì a poco la vita gli toglierà tanto; è la storia di un ragazzino che, in più fortunate circostanze, avrebbe potuto diventare un virtuoso del violino ma il destino ha giocato sporco con lui più di una volta, continuando a strappargli persone importanti.
Eppure, egli non si è fatto buttare giù: pur con le lacrime nel cuore, ha resistito e ha reso la sua esistenza ricca, piena di azioni ammirevoli, di decisioni difficili ma sagge, che hanno fatto sì che tante persone gli volessero bene e lo tenessero in grande considerazione.
É la storia di un uomo innamorato che ha amato la propria donna fino all'ultimo dei propri giorni: un padre che ha dato tutto l'amore di cui era capace a bambine che, senza di lui, chissà che destino infelice avrebbero potuto avere.

Sono giunta alla fine con quel pizzico di malinconia che, solitamente, accompagna gli addii, e qui l'addio è doppio: da lettrice, devo salutare le Sette Sorelle e, soprattutto, farlo con la consapevolezza che non c'è più Lucinda e che questo è davvero il suo ultimo libro.

Una saga appassionante, ricca di personaggi indimenticabili, tratteggiati mirabilmente, resa coinvolgente da quel sapiente mix di fantasia e realtà, dalla bravura dell'autrice di descrivere doviziosamente i contesti storici di riferimento, dall'alternanza di passato e presente, narrati sempre con armonia, senza creare confusione nel lettore.

Sono otto libri, per lo più corposi, ma ne vale la pena, leggerli, ed è inevitabile affezionarsi ai personaggi e alle loro storie.


* ho ascoltato l'audiolibro su BookBeat


"Le Sette Sorelle":

1. Le Sette Sorelle. Maia
2. Ally nella tempesta
3. La ragazza nell'ombra
4. La ragazza delle perle
5. La ragazza della luna
6. La ragazza del sole
7. La sorella perduta






lunedì 10 luglio 2023

[[ Novità Romance ]] UN AFFASCINANTE MASCALZONE di Federica Leva



Buon lunedì, lettori!
Oggi, qui sul blog, vi presento un historical romance uscito su Amazon il 20 giugno, primo volume di una trilogia.

Se vi piacciono le storie d’amore nella Scozia del 1832, THE MACBRIDE SERIES vi farà vivere tre avvincenti storie d'amore fra le sfide, gli intrighi e le passioni di una famiglia nobiliare scozzese.


- THE MACBRIDE SERIES 1 -
UN AFFASCINANTE MASCALZONE
(Brigitte e Jamie)
di Federica Leva


Disponibile in ebook, 
in KU e in cartaceo (a breve)
Prezzo ebook: 2,99 €
Dopo la morte del padre, Lady Brigitte si ritrova senza casa e senza dote. Il solo che può aiutarla è suo cugino Cole, il nuovo e cinico conte di Blackthorn. 
Ma Brigitte non è una damigella in difficoltà: è bella, intelligente e coraggiosa, e non ha paura di sfidare le convenzioni sociali per inseguire i propri sogni. 
Il suo temperamento vivace attira l’attenzione di molti gentiluomini, tra cui l’infame Asheton, che decide di aggiudicarsela in una partita a carte con altri pretendenti.

Jamie MacBride, il fratello minore di Cole, è un comandante della marina che ha vissuto per anni in India, dove ha sognato di comprarsi una piantagione. 
Ora vuole ricominciare una nuova vita nelle colonie, ma ha bisogno di soldi da investire nel suo progetto. Il tavolo verde è un’ottima occasione per arricchirsi, perché nessuno sa giocare a carte e a dadi come lui. 
E nessuno sa barare con altrettanta scaltrezza. A lui non serve una moglie e nemmeno la vuole; ma, dopo aver rubato un bacio a Brigitte, decide che la posta in gioco è troppo allettante per lasciarsela sfuggire...

La partita tra Asheton e Jamie sarà decisiva per stabilire il destino di Brigitte. Ma lo sarà anche per l'amore?





Seguirà: "Il Barone e la fiamma" di Julia Lee


Blog di presentazione libri self ed editi da CE: http://iromanzisiraccontano.altervista.org/

Blog personale: L'Arcipelago dei Pensieri: http://federicaleva.altervista.org

venerdì 17 febbraio 2023

ANTEPRIMA GIUNTI - ATLAS. LA STORIA DI PA' SALT di Lucinda Riley, Harry Whittaker, dall'11 maggio in libreria

 

La bellissima saga LE SETTE SORELLE, dell'autrice di origini irlandesi, Lucinda Riley, sta per terminare con l'uscita dell'ottavo romanzo, dedicato all'enigmatica e sfuggente figura del benefattore e padre adottivo delle sorelle D'Aplièse, Pa' Salt. 

Prima di lasciarvi con la sinossi del libro, riepiloghiamo insieme il viaggio che ci ha portati dalla scoperta delle origini di Maia all'ultima sorella, Merry.

Nel primo libro (Le sette sorelle. Maia), conosciamo le sei sorelle D'Aplièse, i cui nomi prendono ispirazione dalle sette stelle della costellazione delle Pleiadi: Maia, Ally (Alcyone), Star (Asterope), CeCe (Celaeno), Tiggy (Taygete) ed Electra. Manca la settima e questo è evidente da subito, il che fa presagire che la sorella che manca all'appello (Merope) sia un mistero tutto da risolvere... ma per il quale bisognerà aspettare che le prime sei trovino ciascuna la propria strada, che conoscano le proprie origini e le famiglie nelle quali sono nate.

Tutto parte dalla improvvisa morte di Pa' Salt, che ovviamente lascia un immenso vuoto nelle vite delle figlie adottive, che l'amano moltissimo.
L'uomo ha lasciato ad ogni figlia una lettera di addio, nella quale dà loro gli indizi necessari per avviare la ricerca delle proprie origini: sugli anelli della sfera armillare presente in giardino ci sono una frase e delle coordinate geografiche utili a cercare il luogo in cui le ragazze sono nate, per poter – se vogliono - finalmente sapere chi sono e da dove vengono.

Megan Montaner
La prima a buttarsi nella scoperta del proprio passato e della famiglia di provenienza è quindi Maia, che vola in Brasile e lì, in compagnia di Floriano (uno scrittore) conoscerà la storia di Izabela, la sua bisnonna, vissuta nel 1927.
Sarà un viaggio fitto di sorprese e informazioni sconvolgenti che aiuteranno la donna - che soffre per scelte dolorose fatte in passato - a fare i conti con sé stessa, accettando ciò che non può essere cambiato e provando ad essere felice e serena.


rachelle lefevre
Ally è la seconda sorella (Ally nella tempesta), velista professionista che s'innamora dello skipper Theo..., ma il loro amore subisce un durissimo contraccolpo ed Ally si ritrova sola, con la triste consapevolezza di come il suo presente stia procedendo con una perdita dopo l'altra. Cosa fare per cercare di risollevarsi? 
La sfera armillare la conduce nella contea di Telemark, in Norvegia, ed Ally entrerà nel mondo di Anna Landvik, una giovinetta con un talento canoro immenso.


Phoebe Dynevor

Star è la terza delle sette figlie adottive, la più solitaria e silenziosa, sempre all’ombra (La ragazza nell'ombra) della sorella CeCe, con cui sin da piccola condivide un rapporto simbiotico, fin troppo stretto, che finora le ha impedito di emergere, "sbocciare".
Grazie agli indizi lasciati da Pa' Salt, Star conosce un libraio particolare e la sua meravigliosa libreria londinese; da lì, approda nella bucolica tenuta High Weald, appartenuta ai propri avi, e conosce la storia di una certa Flora MacNichol, una donna volitiva e coraggiosa, che ha avuto al suo fianco, come amica, niente meno che la scrittrice Beatrix Potter.


Nel quarto appuntamento della saga famigliare è CeCe (La ragazza delle perle) a ritrovarsi davanti
Emilia Clarke

alla scelta di mettersi o meno alla ricerca di se stessa e della propria famiglia d'origine; lo farà, of course, attraverso una fotografia in bianco e nero e il nome di una donna che viveva in Australia più di cento anni fa: Kitty McBride, la cui già avventurosa esistenza si era intrecciata con quella della sua serva aborigena, dando vita a nuove dinamiche. Ad attendere una stupita CeCe, insomma, c'è una splendida e affascinante Australia, ricca di sorprese.



hilal altınbilek

Ne La ragazza della luna, è la dolce e sensibile Tiggy a cercare notizie sul proprio passato e ad aiutarla c'è un anziano signore che conosce molti dettagli del passato di sua nonna: la famosa ballerina di flamenco Lucía Amaya Albaycín. Dall'incantevole e fredda Scozia il lettore viaggia insieme alla protagonista e giunge nell'assolata Spagna, venendo proiettato dal 2007 al 1912 (anno in cui nasce Lucìa) e poi negli anni Trenta/Quaranta.



Giovane, bella, ricca, inseguita dai paparazzi: Electra è la ragazza del sole, la top model di  
Diamond white

successo con grossi problemi di dipendenza da alcool e droga. È il passato stesso a bussare alla sua porta nella persona di Stella Jackson, un'anziana donna di colore che le somiglia molto, bella ed elegante a dispetto degli anni: ella le dice di aver conosciuto Pa' e di avere una storia da raccontarle, per aiutarla a riscoprire se stessa sotto una nuova luce...
Stella comincia a raccontare e, insieme ad Electra, il lettore viene catapultato nel 1939, a New York, dove conosce Cecily Huntley-Morgan, una giovane ragazza di buona famiglia che si trasferisce in Kenya e quel soggiorno, che doveva essere temporaneo, le cambierà la vita.

caitriona balfe

E infine c'è lei, Merope: trovarla non sarà facile, le sei sorelle si trasformeranno un po' in detective e un po' in quasi stalker, ma "chi la dura, la vince" e riusciranno a contattare la loro sorella perduta, la cui identità rivelata comincerà ad avvicinare tanto le sorelle quanto noi lettori alla verità circa Pa' Salt, che sarà il protagonista dell'ottavo e ultimo (sob!) romanzo della bella serie.
Merry McDougal ci conduce in un'Irlanda del passato, dilaniata da sanguinose guerre interne, portate avanti in nome della libertà.



Beh, non mi resta che aspettare maggio!

ATLAS. LA STORIA DI PA' SALT
di Lucinda Riley,  Harry Whittaker



Ed. Giunti
trad. L. Taiuti
864 pp
23 euro
USCITA 
11 MAGGIO 2023
Nizza, 2008. 
Dopo averla inseguita per tutto il mondo, le ragazze D’Aplièse hanno finalmente trovato la sorella perduta, e ora che sono finalmente insieme a bordo dello yacht di famiglia, sono pronte a salpare per commemorare la morte di Pa’ Salt. 

Merope, però, arriva portando con sé il prezioso diario del padre e così, nelle lunghe ore di navigazione per raggiungere il Mar Egeo, le sorelle, circondate dai loro cari, potranno finalmente scoprire la verità sull’uomo che le ha accolte e cresciute e che in fondo conoscevano appena. 

Parigi, 1928. La famiglia Landowski trova un bambino di sette anni svenuto nel proprio giardino. A un passo dalla morte, viene salvato e accolto come se fosse uno dei loro figli. Nonostante sia un ragazzo gentile, precoce e talentuoso, pur di non spiegare da che cosa sta fuggendo si chiude in un ostinato mutismo. 
Mentre diventa un giovane uomo, si innamora, prende lezioni al prestigioso Conservatorio di Parigi e sembra quasi poter dimenticare i terrori del suo passato, ma poi una nuova minaccia lo costringe a partire: non potrà mai essere al sicuro, non finché il suo migliore amico non avrà compiuto la sua vendetta.

domenica 20 novembre 2022

★☆ RECENSIONE ☆★ IL TEMPO DELL'ATTESA di Elizabeth Jane Howard ("I Cazalet" #2)

 

Nel secondo libro della saga famigliare "I Cazalet", Elizabeth J. Howard prosegue nel raccontarci la quotidianità dei membri di questa numerosa famiglia inglese che, a motivo dello scoppio del secondo conflitto mondiale, ha dovuto salutare gli anni spensierati fatti di gite, pic-nic e sontuosi pranzetti, per adeguarsi ad una nuova fase della vita, meno serena e accompagnata da difficoltà e preoccupazioni.



IL TEMPO DELL'ATTESA
di Elizabeth Jane Howard



Fazi Ed.
trad. M. Francescon
640 pp
Li abbiamo conosciuti, uno per uno, nel primo volume (Gli anni della leggerezza > RECENSIONE <): il Generale e sua moglie (la Duchessa), i loro quattro figli - Hugh, Edward, Rupert e Rachel, ciascuno con le proprie personalità, i propri stili di vita, i piccoli segreti - e le rispettive famiglie, con mogli, amanti, amiche speciali e prole al seguito.

La guerra è scoppiata, la preoccupazione per le conseguenze di ciò che ha cominciato a compiere Hitler in Europa si fa sentire ed è palpabile, concretizzandosi nell'urgenza di provvedere maschere antigas per tutti in casa, di pensare a dove collocare i bambini nel caso di bombardamenti (la campagna è la soluzione migliore? Di certo lo è rispetto a Londra, no? I più grandicelli...: non sarà il caso di ritirarli dai collegi? E poi i bimbi della casa per orfani di cui si occupa Rachel: anch'essi hanno bisogno di essere salvaguardati e sfamati!), di organizzare il lavoro nella fabbrica di legnami, tenendo conto che Edward e Rupert probabilmente saranno impegnati in prima linea nella guerra (cosa che, effettivamente, accade) e che il Generale - ormai ultra ottantenne - non è più in grado di mandare avanti l'attività, il che significa che dovrà occuparsene il buon Hugh.

Il lettore fa ritorno a Home Place, nel Sussex, per accomodarsi nuovamente accanto agli uomini, alle donne e ai ragazzini che vivono al sicuro tra quelle mura famigliari - amate dagli adulti e a volte mal sopportate dai più giovani - e segue le vicende di tutti, di tre di loro più da vicino.
La narrazione, infatti, si sofferma in particolare su tre giovanissime Cazalet: Louise, Clary e Polly e attraverso i loro occhi osserviamo non solo ciò che succede ad esse personalmente, ma anche le vicissitudini cui va incontro il resto della famiglia, non escluso il personale e l'insegnante privata.

La guerra ha portato timori, domande, un forte senso di smarrimento e precarietà, ha privato tutti di ogni leggerezza per catapultarli in una dimensione esistenziale contrassegnata dalla paura di qualcosa di più grande, di imprevedibile, che potrebbe sconvolgere le loro vite in modo irreversibile o anche solo portare cambiamenti scomodi, sgradevoli.

Il più affascinante dei fratelli Cazalet, Edwardcontinua ad avere il vizietto di volare di fiore in fiore, pur conservando l'amante fissa (Diana); non solo, ma la sua condotta a dir poco disdicevole (per usare un eufemismo) adottata con la figlia maggiore Louise, la ritroviamo anche qui...

Il caro e dolce Hugh si fa in quattro per i suoi, cercando di ottemperare ai propri obblighi imprenditoriali (praticamente da solo) e accettando, suo malgrado, di star molto tempo lontano da casa (a Londra) per lavoro, ma purtroppo, anche quando rimette piede in campagna, la serenità sembra sfuggirgli: sua moglie Sybil, tanto cara e amata, sta vivendo un gravissimo problema di salute; tutti sono preoccupati ma, al contempo, tutti fanno finta di niente (tipico dei Cazalet), continuano a comportarsi come sempre, fingendo allegria e ottimismo quando invece, da soli, versano lacrime di tormento e sofferenza.

"In questa famiglia non c'è verso di parlare delle cose brutte. Io invece credo che bisognerebbe parlarne proprio perché sono brutte."

"Il peggio stava accadendo, e loro si comportavano come niente fosse. Era così che faceva la sua famiglia quando le cose andavano male." 


La stessa Sybil è combattuta: sa che il male che le sta camminando nel corpo è molto grave... ma non sa come comportarsi con i famigliari. Deve dire esplicitamente che ha capito che la situazione è drammatica o deve, per amore degli stessi, mostrarsi serena, positiva, fingendosi ignara delle proprie reali condizioni?

Rupert, l'insegnante pittore - di cui abbiamo appresto i tentennamenti circa il prendere o meno in mano le redini della fabbrica, insieme al padre e ai fratelli -, adesso è di fronte a una prospettiva di gran lunga più pericolosa: la guerra e l'arruolamento in Marina, decisione obbligata che implica lasciare i ragazzi e la moglie, Zoë, che tra l'altro è incinta.
Chiaramente, l'uomo non potrà tirarsi indietro dai propri doveri e questo getterà incertezza e paura circa la sua sorte. Del resto, si sa: la guerra toglie tanto, e non solo in termini di serenità, pace, cibo, comodità... ma, nei casi peggiori, può togliere anche la vita.

Rivediamo anche Rachel, sempre molto impegnata dentro e fuori casa, con i famigliari e con gli orfanelli; anche a lei e al suo rapporto speciale con l'innamoratissima Sid viene dato spazio tra queste pagine.

Se la comprensiva e rassicurante Sybil deve vedersela con una salute che la sta tradendo e col cumulo di emozioni e stati d'animo negativi legati alla malattia, le cognate hanno altro di cui occuparsi.

Villy vive male la vita coniugale: sotterrata ogni velleità artistica legata al ballo, giunta all'età che ha, con un marito sempre via (prima per lavoro, poi per la guerra), tre figli ormai grandicelli e l'ultimo ancora molto piccolo, chiusa in quella grande casa assieme a suoceri, cognate e nipoti, ha l'impressione che le sue giornate siano di un noioso incalcolabile.
A offrirle brividi e fantasticherie su possibili relazioni extraconiugali che la facciano sentire ancora una donna desiderabile, interviene un direttore d'orchestra, oggetto di una alquanto patetica infatuazione. 

Zoë non riesce a darsi pace dopo gli errori commessi e riprendersi dalla morte del bambino che portava in grembo non è facile; i sensi di colpa verso un marito così premuroso e pieno di attenzioni come Rupert l'hanno sfinita e logorata dentro. E proprio quando sembra che le cose si siano sistemate al posto giusto, arriva questa maledetta guerra, che porta Rupe lontano da lei e da Neville e Clary.
E se la felicità dura quanto un battito d'ali, le brutte notizie non di rado viaggiano lungo una linea telefonica: una brutta notizia, riguardante proprio Rupert Cazalet e la sorte cui è andato incontro in guerra, sconvolge tutti, Clary per prima, in quanto è colei che risponde al telefono.

Clary è una dei tre personaggi principali di questo romanzo; è un'adolescente molto intelligente, sveglia, una grande osservatrice, critica e pungente, sincera e senza peli sulla lingua, insomma ha un bel caratterino! Ama scrivere e tiene un diario su cui riporta osservazioni, pensieri e fatti, e che le serve per esercitarsi nella scrittura. Polly (sua coetanea) è la sua migliore amica e le due si confidano apertamente, ci sono sempre l'una per l'altra; questo rapporto molto stretto è un punto di riferimento per ambedue, che sono in fase di crescita e hanno in testa tante domande, perplessità, insicurezze, desideri, paure, aspettative, speranze che però nessun adulto riesce a comprendere davvero, né tanto meno si premura di aiutarle a risolvere eventuali interrogativi.

In questo senso, l'unica figura adulta che viene in soccorso alle ragazze è Miss Milliment, l'insegnante, che col suo fare fermo, saggio ed empatico si assicura la fiducia delle due ragazze.

Clary è apparentemente un tipetto sicuro di sé, quasi un maschiaccio dai modi spicci e dal grande senso pratico, ma nasconde anch'ella fragilità e timori.
L'abbiamo lasciata imbronciata e scorbutica verso la "matrigna" Zoë, ma qualcosa interverrà a cambiare il loro legame e a renderlo più sereno; a dire il vero, tra le due a maturare maggiormente sarà proprio Clary.

Neville continua ad essere un ragazzetto tutto pepe, vivace, che ne pensa sempre una delle sue, pronto a rispondere male tanto alle "femminucce" quanto a quei rompiscatole degli adulti. 

Polly è come la ricordiamo: riflessiva, mite, comprensiva, sempre pronta a dire parole di incoraggiamento a tutti (in particolare alla sua affezionata Clary, nonostante questa a volte sia scontrosa, ma Polly capisce che soffre per il padre); una cosa non le sta bene, però, e su quella riesce ad essere meno accomodante: che le si dicano bugie e la si tratti come una bambina. Non lo è, non più, e certe situazioni delicate le comprende forse anche meglio degli adulti e da loro vuole rispetto e considerazione.

E poi c'è Louise, la diciassettenne alla ricerca del proprio posto nel mondo, che desidera diventare un'attrice e decide di dedicarsi a questo nonostante la famiglia non la sostenga con entusiasmo; di lei, seguiremo l'amicizia con Stella (una compagna di collegio acculturata, dalla lingua sciolta e veloce a commentare ed esprimere giudizi su tutto), il lavoro in una compagnia teatrale e il sorgere dei primi sentimenti amorosi.

"Il tempo dell'attesa" è un romanzo caratterizzato proprio da un tempo, da un periodo in cui ciascun personaggio vive un po' come sospeso, (basti pensare al titolo originale: "Marking time", "segnare il tempo"), aspettandosi che qualcosa di importante accada, nel bene o nel male, e dia un corso decisivo a tutte quelle esistenze che gravitano l'una accanto all'altra - in questa villa di famiglia, come fuori (per chi la lascia temporaneamente).

"Si limitavano a infilare un giorno dietro l'altro senza che accadesse mai niente".


La Howard continua a guidare lo sguardo del lettore in questo piccolo cosmo famigliare, invitandolo ad osservare bene le relazioni marito-moglie (c'è la coppia ormai lontana, non innamorata, che sta insieme per inerzia e per una questione di rispettabilità; c'è quella matura, legata da un amore e da una complicità solidi; c'è quella poco equilibrata, in cui uno dei due è più immaturo; e poi le bugie, i tradimenti, i segreti...), le relazioni genitori-figli (i primi che vedono i secondi sempre bambini da accudire, da rimproverare, a cui ordinare questo o quell'altro; i secondi, al contrario, si sentono ad ogni stagione più grandi, più indipendenti e vogliono essere rispettati come soggetti pensanti e con dei sentimenti, e non come degli sciocchini incapaci di affrontare discorsi seri), quelle tra fratelli e tra amici; è presente la malattia e le reazioni dell'ammalato e dei suoi cari alla stessa (i silenzi, le difficoltà comunicative e il tentare di nascondere delle verità per proteggere l'amato dal dolore); la perdita di una persona cara e l'ineluttabile prova di affrontare questa situazione; non manca l'argomento spinoso degli abusi in famiglia (su di esso l'autrice non si sofferma in maniera estesa, tanto meno 
morbosa); l'affermazione della propria identità, il bisogno/desiderio di individuare e mettere a frutto i propri talenti, di disegnare il proprio cammino in questo mondo già di per sé spaventosamente grande e imprevedibile, reso ancor più complicato dalla guerra in corso, che contribuisce - essa per prima - a mettere tutti in attesa, inducendoli a starsene buoni in una sorta di limbo, aspettando - chi in modo più statico, chi dandosi da fare in ciò che ama - che i tempi migliorino, che i rumori di guerra cessino e che si possa tornare a vivere, ad organizzarsi l'esistenza, a programmare il futuro, a innamorarsi e fidanzarsi, a crescere figli, a trovare un lavoro, a imbandire la tavola come prima.

Il cibo - merende, colazioni, pranzi e cene - occupa, anche in questo libro, il suo bel posto, ma in maniera differente in quanto esso è visibilmente razionato e la povera cuoca deve fare i salti mortali per accontentare i padroni, maneggiando la materia prima a disposizione con parsimonia e perizia.
Una cosa è certa: guerra o non guerra, se ci sono ospiti improvvisi, "si aggiunge un posto a tavola" senza troppi problemi, anche un letto per dormire non manca, e in effetti gli ospiti sono una concreta possibilità davanti alla quale la Duchessa non può tirarsi indietro.

C'è sempre qualche personaggio esterno ai Cazalet che passa per casa a creare qualche dinamica in più: dai vecchi amici di famiglia a Jessica (la sorella di Villy) con i figli, tra cui Angela - che ha lasciato il "nido" per vivere da sola, esperienza sì necessaria per crescere ma ovviamente non priva di problemi e difficoltà legate, in particolare, all'amore - e il giovane Christopher, già conosciuto in precedenza per le sue posizioni di pacifista e che vivrà un periodo delicato dal punto di vista emotivo, ma il soggiorno a Home Place costituirà per lui una buona terapia ricostituente. 

E anche questo secondo libro della serie è filato liscio; come col primo, non posso dire di averlo letto trattenendo il fiato e di corsa, perché è una lettura che si gusta pian piano ed è proprio il ritmo languido e lento a richiederlo; la scrittura è sempre accurata, minuziosa,  attenta ai dettagli, capace di tenere il lettore concentrato su ciascun personaggio di volta in volta, senza dimenticare gli altri e senza creargli confusione.
Ci si affeziona ai componenti di questa famiglia inglese: ci fanno sorridere, emozionare, intenerire, scuotere il capo e, pur dalla nostra prospettiva privilegiata di spettatori esterni, ci sentiamo un po' Cazalet anche noi.

Riconfermo il mio parere sulla saga: da leggere, in special modo se vi piace il genere.

domenica 16 ottobre 2022

❤ RECENSIONE ❤ LA SORELLA PERDUTA di Lucinda Riley (vol. #7)



Dopo aver percorso, insieme alle prime sei sorelle D'Aplièse (Maia, Ally, Star, CeCe, Tiggy ed Electra), l'incredibile viaggio di ciascuna alla scoperta delle proprie origini e famiglie biologiche, con il settimo volume della bella saga "Le Sette Sorelle", la compianta Lucinda Riley ci presenta la più misteriosa tra loro: la famosa "sorella perduta".
Il cammino per giungere a lei, scoprirne l'identità e appurare che non ci siano errori di identificazione, è lungo e molto avventuroso, porterà a sciogliere diversi nodi, a rispondere a tante domande e, giunti alla fine, si avrà la consapevolezza che, a fronte di alcuni misteri svelati, ne resta uno - il principale - da conoscere e risolvere: quello di Pa' Salt, il padre delle sette sorelle. 


8. Atlas: la storia di Pa' Salt (sul sito dell'autrice è riportato che il romanzo sarà pubblicato in tutto il mondo a maggio del 2023, e che Harry Whittaker, figlio di Lucinda, ne è il co-autore).


LA SORELLA PERDUTA
di Lucinda Riley



Ed. Giunti
trad. F. Zaniboni
G. Taddeo
864 pp
Mary-Kate McDougal ha ventidue anni, vive a Gibbston Valley (Nuova Zelanda) ed ha da poco perso suo padre, Jock.
La sua famiglia è proprietaria di The Vinery, un'azienda vinicola che sta rendendo bene e che negli ultimi tempi è passata (anche) nelle mani del fratello Jack (maggiore di dieci anni); adesso che il papà non c'è più, tocca al giovane e alla mamma Merry (nomignolo datole sin dall'infanzia, ma il suo vero nome è Mary) portare avanti l'attività, mentre Mary-Kate cerca di sfondare come cantante nel mondo della musica.
Ma la sua vita e ogni certezza stanno per subire un colpo non indifferente, che travolgerà come un fiume in piena non solo lei ma anche la madre e il fratello.

E sì, sono coinvolte le sorelle d'Aplièse.

Maia ed Ally hanno appena scoperto, grazie all'avvocato di Pa', Georg, che la sorella perduta vive in Nuova Zelanda, si chiama Mary, che il loro defunto padre non ha fatto in tempo ad adottarla, avendone perduto le tracce (?), e che come segno di riconoscimento questa figlia mancata e mancante (corrispondente a Merope) ha un anello speciale a sette punte (tante quante sono le sorelle delle Pleiadi), impreziosito da smeraldi e diamanti.

Le due sorelle sono entusiaste all'idea di essere vicine al ritrovamento dell'ultima sorella, tanto più che s'avvicina il giorno del primo anniversario della morte di Pa' ed esse hanno in programma una crociera da fare tutte insieme per commemorare il genitore deponendo una corona di fiori in Grecia.
Sarebbe davvero meraviglioso se la trovassero in tempo per questa importantissima occasione, così da essere finalmente tutte unite a ricordare il defunto padre adottivo.

Ma le cose si riveleranno meno semplici del previsto e richiederanno, da parte delle sorelle D'Aplièse, tutta la loro caparbietà e il loro impegno per cercare Merope.
Si scatena, quindi, una vera e propria "caccia alla sorella", che vedrà coinvolte tutte loro in diverse parti del mondo: CeCe e la compagna Chrissie volano in Nuova Zelanda a parlare con Mary-Kate, la quale sembra avere tutti i requisti per essere la sorella perduta, per età perché è stata adottata dai McDougal; inoltre possiede un anello che - stando alla descrizione - pare essere proprio quello indicato da Georg; purtroppo non ce l'ha in quel momento disponibile in quanto sua madre Merry l'ha portato con sé  in viaggio: dopo la morte del devoto e amato marito, la donna ((una bella 58enne in formissima e di origini irlandesi) si è presa un periodo di svago per allontanarsi un po' da casa e andare in giro per Stati Uniti, Canada ed Europa, magari cogliendo l'occasione di visitare famigliari e vecchi amici.

Le sorelle D'Aplièse capiscono che il perno di tutto è questa Merry: ha l'anello (fondamentale per capire se la figlia sia o no la loro sorella perduta) ed è l'unica a poter chiarire le origini biologiche della stessa Mary-Kate, informazioni indispensabili per identificarla come Merope o meno.

Insomma, questa Merry McDougal va rintracciata, ovunque sia e a qualunque costo!

Il lettore assiste, da questo momento, a una situazione che forse lo farà anche sorridere: le sei sorelle sono sparse ovunque nel mondo - Star in Inghilterra, Electra a Toronto, CeCe nell'isola di Norfolk (dove Merry è andata all'inizio del suo tour, a trovare una cara amica d'infanzia), Ally si reca in Provenza ad incontrare il figlio Jack per carpirgli informazioni utili, Tiggy potrebbe raggiungere Dublino, Maia resta ad Atlantis a coordinare le operazioni... - e si aggiornano costantemente per poter volare là dove si ferma Merry, così da avvicinarla e farle le domande che stanno loro più a cuore.

Ma Merry, in realtà, non le vuole incontrare, è terrorizzata all'idea (perché?) e ogni volta che capisce che una di queste strambe sorelle D'Aplièse - tutte con i nomi delle stelle della costellazioni delle Pleiadi, tutte adottate da questo fantomatico padre di cui non sanno né nome né professione né origini, chiamato solo Pa'Salt - le sta dando la caccia, la donna scappa via impaurita.

Cosa vogliono da lei queste sorelle sconosciute? E cosa vogliono da sua figlia Mary-Kate? È vero, la ragazza è stata adottata, ma in base a quale criterio esse pensano che sia la loro "sorella perduta"? 
In virtù dell'anello?? Ma quello è un regalo fatto a Merry stessa dal suo padrino Ambrose tanti anni prima, non ha nulla a che fare con Mary-Kate in maniera diretta!

Fatto sta e come sia sia, Maia&Sisters sono all'affannata ricerca di Merry, l'unica che può fugare ogni dubbio e il prima possibile, perché a breve ci sarà la crociera per commemorare Pa' e loro vorrebbero essere in sette e non solo in sei.

Ok, cari lettori, questa è la situazione di partenza: ogni risposta può darla solo Merry, ma Merry non vuole.
Perché? In realtà Merry fugge da qualcuno che per lei, da ormai più di trent'anni, è il suo incubo, la sua minaccia più terribile, colui per colpa del quale ha dovuto cambiare identità, Paese, continente addirittura, trovando rifugio in Nuova Zelanda e rifacendosi una vita in una zona sperduta, dove nessuno la conosce.
Dove nessuno sa chi sia lei davvero, quale sia il suo passato e da cosa e da chi sia scappata, piena di terrore.

Merry McDougal non è il suo vero nome; lei è Mary O'Reilly ed è nata e cresciuta nella contea rurale del West Cork, nel sud dell'Irlanda, da cui è andata via quando aveva ventuno anni per non tornarci più.
La spasmodica caccia che le stanno dando le sei donne e il suo tour per ritrovare un po' di serenità, diventano, suo malgrado, l'occasione propizia per ritornare a quel passato e a quelle origini che le appartengono, alle quali è legata nell'intimo e questo legame non è stato reciso neppure in trentasette anni di lontananza.

Merry torna a Dublino, dove ha studiato, e incontra Ambrose, il suo padrino, un uomo ormai anziano e provato che non ha mai smesso di pensarla, volerle bene e chiedersi che fine avesse fatto.
Perché Merry lasciò l'Irlanda in fretta e furia, come se avesse il diavolo alle calcagna e non vi ha fatto più ritorno neanche per una visita ai suoi cari? Cosa o chi l'hanno tenuta lontana?

È arrivato il momento di rispondere a ogni dubbio e interrogativo e, nel dare risposte e spiegazioni, altre domande sorgeranno per Merry, che si ritrova - ripercorrendo la propria storia personale e  famigliare - a scoprire particolari di sé e delle proprie radici che non conosceva... e che gettano una luce nuova e diversa sulla sua stessa identità: chi è davvero Mary O'Reilly/Merry McDougal?

Come sempre accade nei romanzi della Riley, la narrazione degli avvenimenti del presente (2008) viene interrotta per dare spazio alle vicende del passato; un passato chiaramente collegato a quello che è l'argomento principale: l'identità della sorella perduta.

In questo libro il passato è diviso in due filoni: il 1920 e gli anni Sessanta; l'ambientazione è però comune ed è il West Cork, Irlanda.

Il nostro viaggio nel 1920 ha luogo grazie alla lettura di un diario; a scriverlo è stata una giovane donna, Nuala, appartenente a una famiglia di convinti feniani *, che combattevano per la libertà dell'Irlanda dal giogo inglese.
La vita di Nuala è ricca di avventura e non priva di pericoli, in quanto non solo i membri della sua famiglia sono dei ribelli pronti a lottare con le unghie e con i denti per il loro amato Paese, sacrificando anche la loro stessa vita, ma pure lei è parte delle "Cumann na mBan" (pronuncia: cu-mann na mahn), il consiglio delle donne irlandesi,  una forza paramilitare che diede il suo rilevante contributo alla rivoluzione irlandese; erano donne che lavoravano per aiutare i propri uomini in questa guerra, preparando loro i pasti, lavando indumenti, portando messaggi di nascosto, facendo le spie e raccogliendo notizie importanti per colpire il nemico britannico.

Nuala è un bel personaggio: è una donna forte, saggia, sensibile ma anche tanto tenace, combattiva, disposta al sacrificio, devota al proprio marito, Finn, anch'egli ribelle e repubblicano convinto, fedelissimo alla causa irlandese.
La Riley racconta il periodo della rivoluzione irlandese in modo vivido, immersivo, permettendo al lettore di sentirsi uno spettatore coinvolto nelle vicende narrate, drammatiche e in cui viene versato inevitabilmente molto sangue, intrise di dolore, perdite, lutti, nonché divisioni in famiglia se qualcuno cominciava a pensarla diversamente e si tirava indietro dal far parte dei ribelli.

L'altro filone del passato, come dicevo, si aggira attorno agli anni Sessanta e riguarda l'infanzia di Merry, vissuta nella stessa contea di Nuala (non è un caso, certo, e scopriremo nel corso della lettura cosa le lega); intelligente e acuta, la piccola Merry cresce in una famiglia numerosa: il papà John (gran lavoratore, marito amorevole e padre premuroso ma, ahilui, con la debolezza di alzare il gomito ai primi problemi), la dolce e cara mamma Maggie (che muore giovane, di parto) e molti fratelli e sorelle, tra cui Kate, di poco più grande e con cui è sempre stata legatissima nell'infanzia e nell'adolescenza.

A vegliare su questa bella famiglia ci sono due figure maschili importanti: padre James O'Brien (un parroco che ama davvero e di cuore i suoi parrocchiani, visitandoli, aiutandoli e spendendosi per loro in ogni modo) e Ambrose, amico del prete, uomo di cultura e padrino di Merry, della cui istruzione si occuperà con determinazione fino a quando potrà (fino al college, poi Merry sparirà, come abbiamo detto).

Il motivo per cui O'Brien e Ambrose sono legati in modo speciale alla piccola Merry ci viene spiegato nel corso della lettura.

Il romanzo sulla settima sorella è forse il più denso e complesso dei sette: è pieno di dettagli, piccoli colpi di scena che aprono la porta  nuovi scenari, a nuove letture e nuove chiavi per aprire altre porte e fare le necessarie connessioni, capire parentele, svelare identità e porre ogni tessera al posto giusto in questo mega puzzle che Lucinda compone passo dopo passo.

È quindi una narrazione intrecciata, intricata, con molta carne al fuoco; se è vero che, giunti alla fine, ci vien detto esplicitamente chi sia la sorella perduta, è altrettanto vero che i dubbi vengono tranquillamente abbastanza presto, per cui c'è solo da riceverne conferma e mettere i puntini su ogni i.

Se, come dicevo più su, la caccia alla donna da parte di Maia&Sisters mi ha quasi divertita, ad avermi colpito e coinvolto molto a livello empatico è stata quella relativa a Nuala e alla rivoluzione per rendere l'Irlanda una Repubblica, separata dagli inglesi; essendo piuttosto appassionata di Storia, il contesto di questa terra meravigliosa il cui suolo s'è sporcato di tanto sangue prima di conquistare la libertà tanto agognata - sommosse e attacchi terroristici, guerra di religione cattolici-protestanti, "Cumann na mBan"... - mi è piaciuto davvero molto e conto di fare ricerche per conto mio; questo è l'aspetto, dei libri dell'autrice, che amo di più: il fatto che mi invogli a "studiare", a fare ricerche per colmare eventuali lacune culturali.

Il volume consta di 840 pagine, non proprio un libriccino, dunque, ma vi dico che l'ho terminato in poco tempo; in particolare, le ultime 450/500 pagine le ho letteralmente divorate, passando da un capitolo all'altro senza riuscire a fermarmi.
In conclusione, è un romanzo intricato, pregno di dettagli e informazioni che chiariscono il mistero delle Sette Sorelle e che, al contempo, convergono sempre verso la figura più sfuggente ed enigmatica: Pa'Salt.

Ogni risposta su di lui è rimandata all'ottavo ed ultimo libro di questa saga famigliare che, non smetto di ripeterlo, trovo appassionante, avvincente e scritta magistralmente dalla cara Lucinda..., che mi mancherà sempre perché avrebbe avuto senza dubbio ancora tante storie emozionanti da regalarci.


"Penso sia nella natura umana credere che le persone che ami vivranno per sempre, quindi spesso si evita di porre le domande fondamentali finché non è troppo tardi".



Se avete voglia di un'infarinatura circa l'ambientazione, fate un salto sul sito della scrittrice >> QUI <<

*  membri di organizzazioni segrete irlandesi il cui scopo era l'instaurazione, attraverso la rivolta armata, di una Repubblica irlandese indipendente dal governo inglese

giovedì 4 agosto 2022

RECENSIONE ★ L'AMULETO D'AMBRA di Diana Gabaldon ★



Se nel primo libro della saga "Outlander" l'infermiera Claire Randall, dopo aver inconsapevolmente attraversato nell'anno 1945 un magico cerchio druidico, è stata catapultata nelle Highlands del 1743 - lei, una straniera (un'inglese!) in una terra scozzese dilaniata dalla guerra e dalle faide dei clan rivali -, in questo secondo volume la storia parte dal 1968, quando la donna - oramai da vent'anni nel proprio tempo - deve raccontare a sua figlia Brianna chi sia il suo vero padre.

L'AMULETO D'AMBRA 
di Diana Gabaldon



Tea Ed.
trad. V. Galassi
500 pp
Avevamo lasciato Claire e Jamie pronti per andare in Francia, lontano dalla Scozia, terra amata ma dove Jamie non era al sicuro.
L'incubo vissuto nella maledetta prigione di Wentworth, ad opera del malefico e spietato capitano Jack Randall, non ha impedito alla coppia di provare a ricominciare un nuovo capitolo della loro vita, in un altro Paese.

Ma quando il lettore inizia a leggere il prosieguo si ritrova in una località nota (Inverness) ma nel 1968.
Rivediamo Roger Wakefield: lo abbiamo incontrato brevemente nel 1945, quando era un bimbo di cinque anni che viveva, come figlio adottivo, nella canonica del Reverendo Wakefield, vecchio e colto amico di Frank Randall (marito di Claire); adesso è un insegnante ad Oxford ed è appassionato di Storia.
Il caro reverendo è deceduto da poco e Roger è giunto nella vecchia casa di famiglia per sistemare gli effetti personali del padre e la sua immensa biblioteca; lavoro non proprio semplice, considerata la quantità di volumi e scartoffie varie, ma a fornirgli una piacevole e intrigante distrazione ci pensa lei, la nostra Claire.

Claire si reca a casa di Roger ma non da sola: è con Brianna, la sua splendida ragazza dai capelli color del rame.

Tra i due ragazzi scatta una simpatia, all'arguta Claire non sfugge ma ella resta concentrata sul proprio duplice scopo, per il quale le serve l'aiuto, appunto, dell'intelligente e riflessivo Roger, il quale - scopriamo - fa di cognome... MacKenzie!

Ad ogni modo, nel parlare con il giovane professore di ciò che accadde nella tragica battaglia di Culloden - che vide gli Highlanders battuti dagli inglesi, da essi barbaramente trucidati e, con la loro sconfitta, la fine dei clan delle famiglie scozzesi -, alla dottoressa Randall interessa avere la risposta ad una fondamentale importante: all'interno dei vari clan, chi è sopravvissuto alla fine di quella battaglia? È possibile avere un elenco dei nomi dei guerrieri scozzesi che non sono morti sul campo?

Ovviamente, il cuore di Claire grida un nome, lo stesso per cui da vent'anni a questa parte non ha smesso di provare quell'amore intenso e immortale che ha superato ogni logica e ogni barriera spazio-temporale: James Fraser.
Il suo adorato Jamie, suo marito, quel giovano uomo dalle spalle possenti, l'ampia schiena deturpata da cicatrici, il petto su cui lei ha posato il capo innumerevoli volte, quelle braccia che l'hanno abbracciata, protetta...: anche Jamie ha perso la vita a Culloden nel 1746?

L'altra ragione che ha spinto la donna a intraprendere questo viaggio dagli States alla Scozia in compagnia di Brianna, è il desiderio di poter finalmente rivelare il segreto che custodisce da anni: la sua adorata Bree non è la figlia naturale di quel padre tanto amato e che altrettanto l'ha amata, crescendola con tenerezza e devozione. Frank Randall accolse la piccola sapendo che non era sua figlia.
Perché Brianna è, in realtà, figlia di Jamie Fraser.
E per Claire è arrivato il momento di dirle la verità, di parlarle di Craigh Na Dun, del suo assurdo e affascinante viaggio nel passato attraverso le pietre, e di quell'uomo meraviglioso, pieno di coraggio e forza fisica e morale e del loro amore vissuto intensamente in un'altra vita e in un'altra epoca.

Bree le crederà?
Non sarà facile continuare a credere alla salute mentale della madre, che di punto in bianco le confessa: Sai, Bree cara, tu sei figlia di un uomo che ho amato nel 1743. Sei stata concepita nel 1743, ma sei nata nel 1958. E no, tuo padre non è Frank, bensì l'Highlander Jamie Fraser.

Claire capisce che l'unico modo per far sì che l'attonita figlia le creda sia quello di raccontarle con esattezza ciò che accadde quando lei finì per caso (?!?) nella selvaggia, aspra e tormentata Scozia del 18° secolo, di come conobbe il terribile capitano "Black Jack" Jonathan Randall e di quanta sofferenza egli abbia arrecato a Jamie e a Claire stessa.

La narrazione, quindi, si sposta di nuovo nel passato, con Claire e Jamie impegnati a districarsi tra gli intrighi nella sfarzosa corte di Versailles.
Grazie all'ospitalità del cugino Jared, Jamie riesce ad entrare nel mondo del commercio del vino e a farsi conoscere dalla nobiltà parigina; sapendo, grazie alla moglie, che solo tre anni più tardi si verificherà la disfatta di Culloden, i due sono intenzionati a provare a cambiare la Storia e ad evitare tutti quei morti tra i guerrieri scozzesi...
Come? 
Infiltrandosi nella ribellione giacobita guidata da Bonnie Prince Charlie (Carlo Edoardo Stuart)!

Jamie e Claire conosceranno da vicino il licenzioso mondo della società francese, dove i ricchi non fanno che sollazzarsi tra divertimenti, feste, intrighi e tradimenti.

Nonostante il loro impegno nel voler alterare il corso della storia, la sfida sarà tutt'altro che semplice, anzi: i pericoli saranno dietro l'angolo e avranno ora il volto nuovo del Comte St. Germain, invischiato in affari oscuri e con risvolti esoterici, ora quello già noto di un nemico che credevano morto e invece...

Claire e Jamie dovranno vedersela, quindi, con nemici e pericoli vecchi e nuovi, cercando intanto di sabotare i piani del pretendente Prince Charlie, intenzionato a riportare sul trono il casato degli Stuart.
Fermare lui significa evitare Culloden.

Ma ci saranno anche incontri piacevoli, con persone amiche: Madre Hildegard dell'Hopital des Anges, la struttura in cui Claire si recherà quotidianamente per rendersi utile come "guaritrice"; Mastro Raymond, un uomo particolare, misterioso, saggio, che condivide con Claire la passione per erbe e intrugli; Fergus, un ragazzino di dieci anni, cresciuto in un bordello e abile nel furto, che verrà accolto in casa Fraser come un figlio.

Tra Jamie e Claire l'amore e la passione non diminuiscono mai, anzi, ma avranno anche loro problemi, incomprensioni, richieste e promesse difficili da realizzare, perdite dolorose che rischieranno di allontanarli.

Ma il loro amore sa come resistere al tempo, alla storia, al passato e al futuro.

E anche questo secondo capitolo della saga è stato bellissimo, coinvolgente; che dirvi? La Gabaldon scrive divinamente, leggerla è un piacere, mi sento immersa totalmente nel contesto, mi sembra di essere lì con i protagonisti; Jamie è un personaggio meraviglioso perché è sì forte, coraggioso, pieno di ardore, ma è anche così fragile, molto consapevole delle sue debolezze e, rispetto a Claire, desidera/sente il bisogno di esternarle, di tirarle fuori per esaminarle e, se può, superarle.

Bello bello.
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