martedì 5 marzo 2013

Viaggiare leggendo: Eyam Plague Village



viaggiare leggendo

Il viaggio di oggi non sarà tanto un giro turistico come le altre volte, in cui visitavamo più di un luogo, in base a come l'Autore del momento cambiava lo scenario alle vicende narrate.
In merito ad ANNUS MIRABILIS il luogo sarà uno soltanto, che è poi quello in cui è ambientata la storia che, come dicevo nella recensione (che trovate sul blog), si basa su episodi storicamente fondati.
Il viaggio di oggi inizia e termina a Eyam.

Eyam (pron. /i:m/; "luogo tra corsi d'acqua";  900 ab. ca.) è un villaggio con status di parrocchia civile dell'Inghilterra centro-settentrionale, facente parte della contea del Derbyshire (Midlands orientali) e del distretto di Derbyshire Dales e situato nel tratto sud-orientale del parco nazionale del Peak District.

La località era un tempo un centro minerario per l'estrazione del piombo ed è storicamente ricordata per il sacrificio dei suoi abitanti durante l'epidemia di peste del 1665-1666.

Il 7 settembre 1665, il villaggio fu colpito da un'epidemia di peste bubbonica.

L'epidemia fu causata da una partita di abiti infestata da alcune mosche infette, portata da Londra (colpita dalla pestilenza) ad Eyam da un sarto locale, George Viccars, che fu anche la prima vittima della pestilenza.
i

Per evitare il propagarsi dell'epidemia anche nelle località limitrofe, gli abitanti di Eyam - su consiglio del parroco del luogo, William Mompesson e del suo predecessore, Thomas Stanley - si misero spontaneamante in quarantena.
Durante la quarantena, gli abitanti pagavano il cibo, lasciato ai margini del villaggio, attraverso delle ciotole disinfettate con l'aceto, dove depositavano le monete.

L'emergenza cessò nel novembre del 1666: dei 350 abitanti di Eyam, ne morirono 250-260 (tra questi, anche la moglie del parroco, Catherine Mompesson), mentre le località limitrofe furono appena sfiorate dalla pestilenza.

ECCO un sito in inglese dedicato proprio al villaggio di Eyam.

Foto di Eyam Plague Village Museum, Hope Valley
church
Foto di Eyam Plague Village Museum, Hope Valley
tomba Catherine Mompesson
(Elinor Mompellion nel romanzo!!)

Foto di Eyam Plague Village Museum, Hope Valley
una delle case dove molte
famiglie morirono


Foto di Eyam Plague Village Museum, Hope Valley
church

Foto di Eyam Plague Village Museum, Hope Valley
si leggono alcuni nomi
presenti anche nella finzione narrativa!!
come
Georgie Viccars,
Mary Hatfield...

Questa foto di Eyam Plague Village Museum è offerta da TripAdvisor.

Plague Cottage
la casa in cui soggiornò Viccars e da
cui partì l'epidemia nel villaggio

Eyam Hall, built in 1671.
Eyam Hall

lunedì 4 marzo 2013

Prossime uscite Feltrinelli: "Mi riconosci" - "Canada"



Prossimi arrivi Feltrinelli!!!

MI RICONOSCI
di Andrea Bajani


Mi riconosci
Ed. Feltrinelli
I Narratori
144 pp
12 euro
USCITA 6 MARZO 2013
Trama

Mi riconosci è la storia di un'amicizia tra uno scrittore giovane e uno maturo. A quello maturo la storia ha tributato quel che doveva - gli onori, i premi, la fama - però la morte gli ha sbarrato la strada all'improvviso, prima del tempo. Lo scrittore più giovane sa che è un privilegio l'amicizia dello scrittore maturo, ma il vero privilegio è l'azzurro alone di follia che quest'ultimo disegna ogni volta che trascina il più giovane dentro il nonsenso delle cose della vita. Tutto anzi prende le mosse da una straziante nostalgia per l'essere vivi, vivi di sogno, vivi di parole. E il fatto che lo scrittore maturo cominci a morire è un'ingiustizia. 
È un'ingiustizia che ribalta i ruoli, e chiama la morte al centro del circo. Ed è lì che si affaccia il dolore, e insieme al dolore la dolcezza del commiato, le braccia spalancate di una domanda che resta aperta. 
Mi riconosci è un racconto sull'amicizia, sulla libertà, e su quei legami necessari con cui la vita sorprende chi l'attraversa. Ma è anche un racconto di vita, in cui è la vita che, sottraendosi, dice che è più forte, che trionfa, sempre superstite, sempre nella luce. Mi riconosci è l'omaggio commovente, profondo e ironico, che Andrea Bajani ha voluto rendere alla memoria di Antonio Tabucchi.

L'autore.
Andrea Bajani è nato a Roma nel 1975 e vive a Torino. Presso Einaudi ha pubblicato Cordiali saluti (2005 e 2008), Se consideri le colpe (2007 e 2009), il reportage sul lavoro precario Mi spezzo ma non m'impiego(2006), Domani niente scuola (2008), Ogni promessa (2010) e Presente(2012, con Michela Murgia, Paolo Nori e Giorgio Vasta).
Per il teatro è coautore di Miserabili, uno spettacolo di Marco Paolini. Collabora con Rai Radio 2, con i quotidiani «La Stampa», «l'Unità», «Il Sole-24 ore» e con la rivista «Lo straniero».
Se consideri le colpe ha vinto il Premio Super Mondello, il Premio Recanati e il Premio Brancati. Ogni promessa ha vinto il Premio Bagutta 2011.



CANADA
di Richard Ford


Canada
Ed. Feltrinelli
I Narratori
432 pp
19 euro
USCITA 6 MARZO 2013
“Prima di tutto parlerò della rapina commessa dai nostri genitori. Poi degli omicidi, che avvennero più tardi.” Ai nostri giorni, a distanza di mezzo secolo dai fatti, il professor Dell Parsons, americano trapiantato in Canada e alla vigilia della pensione, ricorda i due avvenimenti che hanno impresso una svolta decisiva alla sua vita e a quella di Berner, la sua gemella. Nel 1960, l’anno dei fatti criminosi, Dell e Berner hanno quindici anni e i Parsons sono una famiglia americana assolutamente normale, da cui sarebbe stato assurdo aspettarsi cose simili. Ma, come scrive Richard Ford, “il preludio a cose molto brutte può essere ridicolo, ma può anche essere casuale e insignificante. Cosa che merita di essere riconosciuta perché indica il punto da cui possono originarsi eventi disastrosi: a un pelo dalla vita di tutti i giorni”.

Trama

Ai nostri giorni, a distanza di mezzo secolo dai fatti, il professor Dell Parsons, americano trapiantato in Canada e alla vigilia della pensione, ricorda i due avvenimenti che hanno impresso una svolta decisiva alla sua vita e a quella di Berner, la sua gemella. 
Una rapina in banca e un duplice, feroce assassinio. La rapina in banca è stata commessa dai loro genitori: due persone assolutamente normali da cui sarebbe stato assurdo aspettarsi una cosa simile. 
Rapidamente scoperti e incarcerati i genitori, abbandonati a se stessi i figli, la famiglia va in frantumi.
 Mentre la ragazza scappa di casa, il maschio viene contrabbandato in Canada da amici prima che la legge ne imponga l'affidamento a un orfanotrofio. E proprio in Canada avrà luogo il secondo avvenimento che cambierà radicalmente la vita di Dell. Uomo affascinante e tenebroso, americano espatriato come il ragazzo, Arthur Remlinger è una specie di piccolo grande Gatsby sul cui passato corrono voci inquietanti. 
Potrebbe avere sulla coscienza un assassinio per cui persone dalla memoria lunga sono da tempo sulle sue tracce. Ma quando i vendicatori si presentano, Remlinger è pronto ad accoglierli. Coinvolto suo malgrado nell'agguato, Dell sarà costretto a scavare le buche in cui nascondere i corpi degli assassinati. 
Diventato professore, canadese tra canadesi ma sempre americano nel midollo, insegnerà per quasi vent'anni.

L'autore.
Richard Ford, nato nel 1944 a Jackson (Mississippi), è considerato uno dei più grandi scrittori americani contemporanei. Con Il giorno dell'Indipendenza (1995, Feltrinelli 1996) ha vinto i due premi più prestigiosi d'America, il Pen/Faulkner Award e il Pulitzer Prize. Feltrinelli ha pubblicato anche: Rock Springs (1989),L'estrema fortuna (1990), Incendi (1991), Sportswriter (1992), Il donnaiolo(1993), Donne e uomini (2001), Infiniti peccati (2002) e Lo stato delle cose
.





Books&Titles (41)



lips
FRESCO SULLE LABBRA, FUOCO NEL CUORE (H. Al-Shaykh, Ed. Piemme, 294 pp, 17.50 euro, 2013).
Parole che mi creano sensazioni contrastanti, fresco-caldo; mi ha colpito per questo e lo trovo molto intrigante, oltre che "diretto", "sensoriale"....!

IL GIOCO SEGRETO DEL TEMPO (P. Sanchez-Garnica, Ed. Piemme, 588 pp, 20 euro, 2013).
A questo titolo associo il mistero, sia per la parola "segreti" che per il tempo, il cui fluire ha sempre, per me, un che di misterioso ed affascinante.




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LA VOCE DEL CREPUSCOLO  (D. Walcott, Ed. Adelphi, 304 pp, 22 euro, 2013).
Questo titolo mi è piaciuto perchè riflette una parte della mia personalità, sempre presente; la malinconia, lo stare in silenzio, lontano dai rumori e dal chiasso esterno, per restare un po' con se stessi.

LONTANI SUONI DI FISARMONICA (P. Nardon, Ed. Eumeswil, 192 pp, 14.50 euro, 2013).
Anche queste parole mi rimandano ad emozioni e stati d'animo malinconici, di pensieri rivolti al passato, a suoni ed esperienze che sembrano appartenere ad un tempo che non c'è più, ma che comunque continua a fare capolino...

A VOI PIACE QUALCUNO DI QUESTI TITOLI?

Da domani in uscita....



Domani in libreria arrivano...

I MIEI SOGNI NEI TUOI
di Alawiya Sobh


I miei sogni nei tuoi
Ed. Mondadori
Trad. C. Cartolano
483 pp
17 euro
USCITA 5 MARZO 2013
Trama

È notte fonda a Beirut, Dunia è seduta sul divano dell'appartamento in cui vive da anni e che al mattino dovrà lasciare per trasferirsi in una nuova casa, verso un futuro incerto. Ha in mano dei fogli, l'ultimo capitolo di un libro che non è sicura di voler finire, perché c'è qualcosa che la tormenta in quelle pagine, qualcosa che la tocca da vicino e che non è sicura di voler scoprire.
A turbarla sono i personaggi del libro, perché in essi Dunia ritrova le sue più care amiche, le vicine, le confidenti, donne che con i loro segreti riempiono le pagine di un romanzo, opera di una scrittrice misteriosa, che abita nello stesso palazzo ma che nessuno ha mai visto.
Dunia legge e intreccia i fili della sua storia con i destini di quelle donne. E sono racconti di amori assoluti e tragici, di speranze e passioni vissute all'ombra di regole antiche e oppressive, storie di violenza sociale e religiosa, di esistenze scorticate dai pregiudizi e dai veti di una società maschilista e patriarcale.
Ma non sono donne che si piangono addosso, sono donne che lottano per affermare se stesse, sono Ferial, con la sua cieca passione per Khaled, e Maghy, così bella e persa nell'ossessione del suo corpo, e Soha, l'angelo custode che protegge i segreti amorosi delle amiche. E naturalmente Dunia, con quel marito un tempo temuto e ammirato, ora ridotto a un corpo paralizzato che vorrebbe paralizzare il mondo intorno a sé.
Mescolando il profumo di antiche leggende al racconto di un presente palpitante e contraddittorio, Alawiya Sobh ammalia con il fascino di una Sherazade contemporanea. E con una dolcezza visionaria dà voce a una femminilità che sorprende e interroga la nostra sensibilità di occidentali aperti ed emancipati.
I miei sogni nei tuoi non è solo un punto d'arrivo nell'opera di una scrittrice che da anni combatte coraggiosamente contro l'oppressione di cui la donna è vittima nel mondo arabo. È anche la scoperta di un mondo, di un modo di vivere e di sentire, che forse ha qualcosa da insegnarci.

L'autrice.
Alawiya Sobh è nata a Beirut negli anni Cinquanta. Ha studiato arabo e letteratura inglese all'Università di Beirut. Tra il 1980 e il 2005 ha collaborato con i principali quotidiani e riviste libanesi, tra cui Annahar, Assafir e al-Hayat, e con la radio nazionale libanese. E' stata invitata a diverse conferenze culturali nel mondo arabo (Beirut, Cairo, Bahrain, Amman, Emirati) e non (Parigi, Corea del Sud). Nel 1985 ha partecipato alla conferenza organizzata dall'Unesco a Parigi "Donne e creazione". Nel 2010 è entrata nella giuria di Beirut 39, importante premio lettario per giovani scrittori del mondo arabo. Nel 1986 è diventata direttrice del principale magazine femminile arabo, al-Hasna. Nel 1990 ha fondato Snob, un incrocio tra Vogue e Vanity Fair che dirige ancora oggi.
Scrittrice, ha al suo attivo tre romanzi. Il secondo,Mariam delle storie (2002), che narra della vita nei villaggi del Libano meridionale, ha vinto il premio del Sultano Qabus nel 2006 ed è stato tradotto in Francia da Gallimard e in Germania da Suhrkamp. Al centro di tutte le sue opere troviamo le donne e la loro vita quotidiana, ma anche tematiche socio-politiche ed un'esplorazione dei tabù del mondo arabo quali la struttura patriarcale della famiglia, la sessualità, la violenza, la religione, l'ignoranza e la superstizione. È l'autrice di Il suo nome è passione, pubblicato con successo da Mondadori nel 2011.

CHAOS
di Lauren Oliver


Chaos
Ed. Piemme
Freeway
Trad. di F. Flore
324 pp
17 euro
USCITA 5 MARZO 2013
Trama

Nel mondo di Lena l'amore è bollato come delirium, una terribile malattia che va estirpata da ogni ragazza. Lena non vede l'ora di ricevere la cura, perché ha paura di innamorarsi, ma proprio il giorno dell'esame conosce Alex, un ragazzo bellissimo e ribelle. 
L'amore tra Lena e Alex cresce ogni giorno di più, fino a che i due innamorati non decidono di scappara nelle Terre Selvagge. 
Ma purtroppo i piani non vanno come previsto... Lena si ritrova sola, senza Alex, che è rimasto dall'altra parte della rete, e senza la vita che conosceva. 
Vuole dimenticare quello che è successo, perché ricordare fa troppo male. Adesso è il tempo di farsi nuovi amici ed è il tempo di unirsi alla ribellione: contro chi vuole estirpare la possibilità di amare dal cuore di tutti gli uomini e contro chi le ha portato via Alex...

L'autrice.
Laureata in letteratura americana, Lauren Oliver ha lavorato per diversi anni come editor di libri young-adult, finché, dopo il successo di E finalmente ti dirò addio, il suo primo romanzo, ha deciso di dedicarsi interamente alla scrittura. Per Piemme ha pubblicato anche Delirium, primo libro di una trilogia che ha entusiasmato il pubblico e conquistato la critica. Abita a Brooklyn, ama leggere, cucinare, comprare scarpe col tacco e ballare fino a tardi.

USCITA MARZOLINA: "UNA PRINCIPESSA IN FUGA"



Un romanzo dalla trama e dall'ambientazione molto attraenti e rientranti tra i miei generi preferiti!

UNA PRINCIPESSA IN FUGA
di Elizabeth von Arnim


Ed. Bollati Boringhieri
Varianti
Trad. S. Garavelli
A MARZO 2013
Trama

La giovane principessa Priscilla è stanca, stanca morta della vita di corte, del protocollo, delle dame di compagnia e di tutti gli obblighi cui deve sottostare per il solo fatto di essere figlia del granduca di Lothen-Kunitiz. Così progetta la fuga da palazzo, una fuga inesorabilmente e frettolosamente anticipata non appena il granduca decide di dare Priscilla in moglie a un cugino. Accompagnano Priscilla il bibliotecario Fritzing – ufficialmente bibliotecario, in realtà una via di mezzo tra un padre, troppo assente quello vero, e la madre che Priscilla ha perso anni prima – e la cameriera Annalise, ignara del fatto che la principessa abbia deciso di trasferirsi in un piccolo cottage della campagna inglese soffocato dai rampicanti, senza servitù, per condurre finalmente una vita del tutto normale. Priscilla può adesso cominciare la vita che sogna da sempre: non avere nessun obbligo, se non quello di essere buona e aiutare i bisognosi.
Ma la sua idea di bontà – distribuire banconote di grosso taglio tra i paesani allibiti, rimpinzare di dolciumi i bambini, somministrare del rum a una vecchietta malata – non è delle più canoniche. Neanche a dirlo, presto i sogni si infrangono: i soldi finiscono, la cameriera avvilita tesse un ricatto ai danni di Priscilla, le famiglie del villaggio mal tollerano lo scompiglio che l’arrivo della principessa ha portato con sé. Ma come in ogni fiaba che si rispetti, non manca il lieto fine. O quasi.
Elizabeth von Arnim, dama geniale e crudele delle lettere inglesi, mette a segno un altro dei suoi capolavori d’ironia, con i quali ha conquistato un sempre maggior numero di lettori.

L'autrice.
Mary Annette Beauchamp - vero nome di Elizabeth von Arnim - , nata in Australia nel 1866 e cresciuta in Inghilterra, fu cugina di Katherine Mansfield e amica di E. M. Forster. Sposa del conte H. A. von Arnim, figlio adottivo di Cosima Wagner, visse diciotto anni in Pomerania. Rimasta vedova, tornò in Inghilterra. Fu l'amante di H. G.Wells, che nell'autobiografia la descrisse come «la donna più intelligente della sua epoca»; sposò poi Francis Russell, fratello di Bertrand. Visse tra Inghilterra, Svizzera e Francia. Mori negli Stati Uniti nel 1941.

Recensione "Annus mirabilis" di Geraldine Brooks



«Un romanzo avvincente che ci lascia il ricordo di personaggi struggenti».  Arthur Golden

ANNUS MIRABILIS
di Geraldine Brooks



Annus mirabilis
Ed. Neri Pozza
Biblioteca Neri Pozza
Trad. di F. Diano
352 pp
14 euro
2009


«Annus mirabilis è davvero un romanzo mirabile: congiunge storia e linguaggio in una maniera mai vista prima».  Anita Shreve 


Trama

È una mattina del 1666 a Eyam, un piccolo e isolato villaggio di montagna del Derbyshire, in Inghilterra, e nel grazioso cottage in cui vive, Anna Frith ha appena finito di allattare il piccolo Tom e di scrutare amorevolmente Jamie, che gioca da solo accanto al focolare, spargendo ovunque pezzetti di rami.
Riempita una brocca d’acqua fresca e tagliata una fetta di pane, Anna si avvia verso la scala della soffitta, per raggiungere la stanza dove dorme Mr. Viccars. 
Dal giorno in cui Sam Frith se n’è andato, sepolto da una valanga nel giacimento di piombo in cui lavorava, è trascorso un inverno intero. 
In primavera, Gorge Viccars è venuto a bussare alla porta del cottage in cerca d’un alloggio e Anna, vedova a diciotto anni con due bambini, ha pensato bene che l’avesse mandato Dio. 
Viccars è un sarto girovago, conosce Londra e York, l’intensa vita portuale di Plymouth e il traffico di pellegrini di Canterbury. Ha visto mercanti di seta che hanno attraversato l’Oriente e fatto amicizia con produttori di merletti persino tra gli Olandesi; ha visto marinai di Barberia che si avvolgono il volto color rame in turbanti di intenso color indaco, e mercanti che hanno mogli tutte velate. 
Ed è straordinariamente gentile: ieri le ha fatto dono di un meraviglioso vestito di lana fine verde dorato, con l’orlo e i polsi ornati di pizzo genovese. 
Perché però ora l’accoglie con strani gemiti e non con la sua solita, contagiosa allegria?
Anna entra nella stanzetta dal soffitto basso e per poco la brocca non le cade di mano. 
Il volto giovane e bello della sera precedente è scomparso. Gorge Viccars giace con la testa spinta di lato da un bubbone grande quanto un maialino appena nato, un rigonfiamento di carne lucida e pulsante.
Così, nelle pagine di questo romanzo, la peste giunge a Eyam, in una mattina del 1666. Inaspettata e innocente eroina, Anna deve affrontare la morte nella sua famiglia, la disintegrazione della sua comunità (non appena la peste penetra nelle loro case, gli abitanti di Eyam smarriscono la loro fede e si abbandonano a ottusità e superstizione) e il pericolo di un amore illecito.
L’Annus Horribilis della peste, però, è destinato a trasformarsi in un Annus Mirabilis, un anno di meraviglie…
Romanzo indimenticabile che svela «la meraviglia del coraggio umano» (Library Journal), Annus Mirabilis è anche un’avvincente storia d’amore in cui dolore e gioia, perdita e resurrezione si alternano mirabilmente.

L'autrice.
Geraldine Brooks ha vinto il Pulitzer Prize con il romanzo L’idealista (Neri Pozza 2005). Autrice di due saggi di grande successo: Nine Parts of Desire: The Hidden World of Islamic Women e Foreign Correspondance, corrispondente di guerra per il Wall Street Journal, il New York Times e il Washington Post, Brooks è nata in Australia e vive oggi in Virginia, negli Stati Uniti. Il suo primo romanzo, Annus mirabilis, è stato un bestseller internazional
e.

il mio pensiero

“Annus mirabilis” è un romanzo a sfondo storico che trae ispirazione da un fatto realmente accaduto ed è l’autrice stessa a darcene spiegazione a fine libro.
Le vicende narrate sono ambientate a Eyam, una cittadina inglese (nel Derbyshire) che la storia ha ribattezzato come IL VILLAGGIO DELLA PESTE, in quanto negli anni 1665-1666 i suoi abitanti furono afflitti da un’epidemia terribile di peste, che decimò la popolazione, la quale – coraggiosamente – decise di restare entro i confini del villaggio per evitare che il morbo potesse diffondersi nei paesini vicini.

A dar voce alla storia, nella finzione narrativa, è una contadina, la domestica del rettore del villaggio, l'integerrimo Michael Mompellion, sposato con la raffinata e buona Elinor: Anna Frith, giovane vedova con due figli.

Anna ci appare subito come una donna matura ed intelligente, assennata, osservatrice; il romanzo inizia presentandoci la situazione finale, per farci fare poi un salto temporale ai mesi precedenti (il passato, il racconto della diffusione della peste bubbonica nel villaggio) per poi, a fine romanzo, riprendere la narrazione dal punto in cui l’avevamo lasciato all’inizio (il presente).

Anna è una giovane vissuta in una famiglia in cui la violenza era il modo principale usato dal padre, l’ubriacone Josiah, per “comunicare” con la povera moglie e con la figlia Anna, che da piccola fa esperienza dell’animo selvaggio di cui è capace l’essere umano.

Il matrimonio precoce la salva da una vita di cattiverie ma dura troppo poco: Sam Frith, che fa il minatore, muore sul lavoro; proprio lui che doveva proteggerla, amarla, come del resto ha fatto nel poco tempo in cui hanno vissuto insieme, un tempo che ha dato modo ad Anna di avere due bimbi, da lei amati teneramente.
Sola e senza la speranza di poter avere un altro uomo da amare, il destino manda in casa di Anna il giovane sarto George Viccars; proprio quando questi inizia a mostrare un certo serio interesse per la donna – oltre ad aver portato equilibrio e serenità ai bambini – la morte giunge crudelmente a strappare dal mondo Viccars e la causa della morte appare immediatamente in tutta la sua chiarezza terrificante e porta il nome di: PESTE.

Da qui ha inizio l’inferno nel villaggio di Eyam, che verrà letteralmente devastato da questa epidemia che attacca giovani e bambini spietatamente, rivelandosi inspiegabilmente più benevola con gli anziani.
L’autrice ci lascia entrare nel vivo della quotidianità del villaggio, e attraverso il punto di vista di una donna instancabile e forte come Anna, riusciremo a vedere tutti i livelli di devastazione che la pesta porta con sé: a livello fisico, psicologico, emotivo, economico, sociale, religioso.

Mi prendo la licenza di definire quest’opera un romanzo “sensoriale” e mi spiego: attraverso Anna, il lettore può davvero “sentire” tutto questo con i cinque sensi!
Di fronte ad una narrazione tanto vivida e cruda, non ho potuto non “sentire” insieme ad Anna i tanti odori da lei descritti: da quello delle mele marce a quello profumato delle spezie ed erbe da lei raccolte per curare i malati; dalla puzza fetida dei corpi martoriati dalla malattia a quello dolcissimo e tenero della pelle di un bambino.
Ho udito insieme ad Anna le urla di dolore, rabbia, rancore… di coloro che vedevano i propri cari deperire tra atroci sofferenze; le grida feroci e crudeli di quanti facevano ricadere su alcune persone (donne, in particolare), accusate di stregonerie e di aver rapporti con satana, la loro furia animalesca, che si concretizzava in atti assurdi di omicidio brutali…
Ho udito anche le parole dolci, consolanti, vere ed oneste di persone pure, come Elinor, che sapevano portare conforto e carezze; ho sentito i sermoni del rettore Michael Mompellion, gridati con forza e vigore, per scuotere le coscienze e per aiutarle a reagire con dignità e fede in Dio alla piaga della peste…

Ho visto le piaghe fisiche causate dal morbo, i suoi bubboni, ma anche le piaghe e le ferite provocate dagli esseri umani ai propri simili: violenze e percosse alle proprie deboli moglie, ai figli, al prossimo ritenuto un peccatore incallito – responsabile di tutta la sofferenza del villaggio -; ho visto il sangue, gli sguardi folli di chi perde la ragione a causa del dolore insopportabile, le lacrime di rassegnazione…

Ho sentito il sapore di brodo e quel po’ di carne arrostita sul fuoco, quali alimenti principali per sfamare la povera gente.
Ho sentito sotto le mani la ruvidezza di stracci logori utilizzati alla meglio per coprire il corpo nudo e malato, il freddo lasciato da corpi senza vita…
Insomma, ho letto questo libro “con tutta me stessa” e mi ha dato spesso molte emozioni, soprattutto in alcune scene molto forti.
Come anticipavo sopra, la peste – quale flagello crudele che colpisce buoni e cattivi – viene affrontato in modo diverso dalle persone coinvolte; c’è chi, per fede, decide di credere che essa non sia necessariamente una punizione divina, ma una prova che va presa con coraggio e preghiera; c’è chi ne attribuisce la causa a satana, alla superstizione, e cerca dei capri espiatori; e sappiamo come in genere, nella storia, a pagare in questo senso siano quasi sempre state le donne, in particolare quelle che si dimostravano esperte nella conoscenza delle proprietà curative delle erbe e delle spezie.

C’è chi si ostina a credere che la peste sia un flagello dell’ira di Dio, da espiare con penitenze, digiuni e privazioni, all’estremo della ragione e della forza fisica.

Quanti diversi tipi di reazioni genera nell’uomo la sofferenza troppo grande, alla quale non si riesce a dare una spiegazione ragionevole!
Quante storture essa può ingenerare nella natura umana, tirando fuori in qualcuno il peggio in altri il meglio di sé?

La serie di personaggi che si incontra leggendo “Annus mirabilis” è davvero vasta e variegata e c’è posto per tutti i tipi di personalità, dalla mamma tenera e amorevole a quella folle, dal marito/padre sensibile a quello rude e selvaggio, dal ricco arrogante al povero umile e fragile, dal vicino che accorre in tuo aiuto a quello che ti prende a sassate per tenerti più lontano possibile…
Certo è che, a prescindere dalla cultura o dal ceto economico, il dolore e la morte non fanno sconti a nessuno.

Anna si ritroverà bene o male sempre al centro delle vicende narrate, in quanto non solo molto vicina alla famiglia del rettore – chiamato in causa per il proprio ruolo di guida, non solo spirituale – ma anche in virtù del proprio carattere generoso, altruista, volto a ad aiutare chi soffre, a salvarlo dalla disperazione; del resto, lei stessa non resterà immune al passaggio “dell’Angelo della Morte”, che le causerà dolori e perdite.
In Anna ho apprezzato molto la capacità di perdonare, di mettere da parte l’orgoglio pur di agire per il bene; forse non riuscirà ad essere perfetta in misericordia verso il padre, uomo iniquo che il villaggio punirà severamente, ma certo cercherà di recuperare molto verso Aphra, la moglie di lui, soprattutto per amore della figlioletta Faith…
Ma non tutte le persone possono essere recuperate e non tutte le vite salvate…; e a pagarne il prezzo sono spesso coloro che hanno cercato di aiutare e alleviare le sofferenze altrui.

Anche in un contesto di morte c’è spazio per l’amicizia e l’amore genuini, e Anna ci dimostra cosa significa la vera e genuina amicizia (come quella tra lei e Elinor Mompellion), l’amore disinteressato per gli indifesi, da proteggere a tutti i costi.
Ed è proprio in un contesto e in un tempo di morte e follia, che Anna troverà il coraggio di prendere in mano il proprio futuro e, attraverso una piccola vita miracolosamente sbocciata grazie a lei, di rinascere, in un altro luogo, in mezzo ad altra gente.

“Annus mirabilis” mi è piaciuto davvero molto perché anzitutto si basa su fatti reali, e poi per la vividezza, se vogliamo la crudezza, con la quale vengono descritti persone e fatti, che costringono il lettore a calarsi nella realtà e nelle vicende narrate, tramite le quali entriamo nella mente e nel cuore dei personaggi, conoscendone i pensieri più segreti, le paure e le speranze, la fede cieca come la paura più nera che si prova quando ogni certezza crolla irrimediabilmente.

Wishlist: "I sogni perduti delle sorelle Bronte" - "Il libraio notturno"



altri libri in wishlist!!!!

I SOGNI PERDUTI DELLE SORELLE BRONTE
di Syrie James


I sogni perduti delle sorelle Brontë
Ed. Piemme
Narrativa
Trad. di R. Scarabelli
546 pp
20 euro
2010
Trama

«Ho scritto delle gioie dell’amore. A lungo, nel mio cuore, ho sognato di legarmi intimamente a un uomo; ogni Jane, credo, merita il suo Rochester. Eppure, da tempo avevo perso ogni speranza di provare quell’esperienza in vita mia. Al suo posto mi sono dedicata alla mia professione e ora, che l’ho trovata, dovrei abbandonarla? È possibile che una donna si doni completamente sia a un lavoro sia a un uomo? Possono la sua mente e il suo spirito coesistere in pace? Così dev’essere; perché la vera felicità, ne sono sicura, non la si può raggiungere in altro modo.»Ci sono segreti che una donna non può rivelare nemmeno alla più cara delle amiche, dubbi che possono essere sciolti soltanto cercando la verità più profonda del proprio cuore.Per questo Charlotte Brontë amava così sinceramente il suo diario. Solo a lui poteva confidare i segreti più intimi del suo animo: la verità sull’uomo che era entrato nella sua vita in un giorno di tempesta, un uomo rude, quasi sgradevole, ma anche forte e in grado di proteggerla dal mondo, che Charlotte aveva iniziato ad amare in segreto.Nei suoi diari, Charlotte Brontë racconta la propria vita, quella della sorella Emily, le loro aspirazioni come giovani scrittrici in un mondo di soli uomini. 
E, soprattutto, confida la storia del suo grande amore.
cover

L'autrice.
SYRIE JAMES è nata a New York ma si è subito trasferita in California con tutta la famiglia perché suo padre detestava spalare la neve. Dopo diversi anni passati a scrivere sceneggiature, ha deciso di dedicarsi alla sua vera passione, la narrativa, e ha dato alla luce Il diario perduto di Jane Austen e I sogni perduti delle sorelle Brontë. I suoi libri sono tradotti in quindici paesi
.





IL LIBRAIO NOTTURNO
di Francois Foll


Il libraio notturno
Ed. Piemme
Narrativa
Trad. di P. Lanterna
462 pp
19 euro
2010
Trama

Parigi, 1572. Da anni la Francia è sconvolta da una sanguinosa guerra di religione tra cattolici e protestanti. 
In uno dei conflitti, il giovane Martin ha perso i genitori, barbaramente uccisi, e da allora vive con lo zio, fanatico cattolico, che lo tratta come un servo. Per evadere dalla sua triste esistenza, la notte il ragazzo si aggira sui tetti, assaporando di nascosto quella serenità che vorrebbe tanto conoscere.
Una sera, spiando dalla finestra della ragazza di cui è innamorato, assiste a uno strano spettacolo: due uomini sfogliano furtivamente due libri che uno di loro ha estratto da un nascondiglio nel pavimento. 
Martin è analfabeta, nonostante lo zio faccia il tipografo, ma sa che quello che ha visto è pericoloso.
cover
 In un’epoca dominata dal fanatismo e che sembra aver bandito la tolleranza e il buon senso, possedere il libro sbagliato equivale a una condanna a morte.
Quando il 23 agosto, nella notte di san Bartolomeo, a un rintocco convenuto delle campane in tutta la città si scatena l’odio dei cattolici contro gli ugonotti, il sangue di migliaia di persone, uomini donne e bambini, scorre letteralmente per le strade. Sconvolto, Martin si rifiuta di unirsi all’ordalia di violenza in cui lo zio vorrebbe trascinarlo, e decide di rischiare la vita per mettere in salvo quei libri. 
Quei libri che, tra avventure, amori e pericoli, lo guideranno come un faro fuori dalle tenebre.


L'autore.
FRANÇOIS FOLL, ingegnere, è promotore di molte iniziative per la diffusione della lettura. Nel suo primo romanzo, Il libraio notturno, ha coniugato la sua duplice passione per i libri e per la storia.


domenica 3 marzo 2013

IL LIBRO NELL'ARTE


il libro nell'arte

Ecco dei quadri con IL LIBRO come "soggetto"!

Il Bibliotecario (1566) di Giuseppe Arcimboldo
Arcimboldi, Il Bibliotecario (1566)


Filippo De Pisis - Interno con libri e bottiglia - 1931 - olio su cartone - cm 50x60 - courtesy coll. Giuseppe Zanini
Filippo De Pisis
Interno con libri e bottiglia, 1931

Il libro nelle canzoni



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il libro nella canzone

"Avrai libri, sandali e secchielli..."


Brava Laura!! Tanti libri per la tua bambina!! ^_^

CELESTE (clicca per ascoltare la canzone su YT)
di Laura Pausini

Novità Time Crime "Il codice Amadeus"


IL CODICE AMADEUS
di Phillip Swann


Ed. Fanucci
Time Crime
Trad. J. Lenikovicz
464 pp
9.90 euro
USCITA 28 Febbraio 2013
Trama

Ricco di talento, David Webber è costretto a sbarcare il lunario suonando il pianoforte nella hall di un albergo vicino all’aeroporto. Una sera David si trova coinvolto in una colluttazione violenta con un avventore. Viene arrestato, rilasciato sotto cauzione e riaccompagnato a casa da J.P., sua amica e manager. 
Nel bel mezzo della notte tuttavia il telefono squilla improvvisamente e una voce dal passato lo strappa a un sonno profondo. Si tratta di Henry Shoewalter, professore di pianoforte della Julliard, mentore e padre adottivo di David, che gli chiede in prestito un foglio di partitura musicale che lui stesso gli aveva regalato anni prima, uno schizzo di Mozart, parte di un’opera sconosciuta.
 Il mattino seguente tuttavia David apprende dalla televisione che il professore è stato brutalmente assassinato, e inspiegabilmente anche J.P. è scomparsa. 
Inizia così una storia che porterà il lettore in un mondo dove assassini, mafia e personaggi ambigui del governo degli Stati Uniti uniranno le loro forze alla ricerca di quella che potrebbe rivelarsi una fondamentale scoperta musicale in grado di cambiare per sempre il destino del mondo.


L'autore.
Phillip Swann è un cantautore, produttore discografico, arrangiatore e insegnante di musica. Le sue composizioni sono state registrate da artisti di etichette importanti come Clay Aiken, Lee Ann Womack, Lee Greenwood, John Berry, The Kinleys, Lisa Brokop, Keith Norris e Kristin Garner. Laureato alla American Academy of Dramatic Arts di New York, Swann oggi vive nella sua casa di Los Angeles e insegna composizione alla UCLA. Il Codice Amadeus è il suo primo romanzo
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