martedì 28 luglio 2015

IL LUNGO NASTRO ROSSO di Luong Ung sarà presto un film



Un altro libro che presto diventerà un film, che vede nel cast la bella e brava Angelina Jolie.

IL LUNGO NASTRO ROSSO
di Luong Ung


Ed. Piemme
trad. F. Genta Bonelli
2010

Trama

Loung ha solo dieci anni quando, al termine di un’estenuante odissea, arriva negli Stati Uniti. Per lei, fuggita dalla criminale follia del regime sanguinario dei Khmer Rossi, libertà è avere uno spazio minuscolo tutto per sé, lenzuola divertenti con buffi topi e strani paperi, e cose buone da mangiare, dopo le radici divorate per placare la fame perenne. 
Ha mille nuovi significati la libertà, anche una ciotola piena di nastri per i capelli, tanti, colorati. 
Nei campi di lavoro forzato dove è stata rinchiusa a soli cinque anni, e in quello di addestramento dove è diventata una bambina soldato, i colori erano proibiti, e così ogni abito che non fosse la divisa nera. Volersi distinguere era segno di vanità, e come tale punito a bastonate. Per questo affondare le dita in quei nastri le strappa un sorriso di vittoria, insieme a un moto di nostalgia per l’amata sorella Chou, rimasta in Cambogia: non c’erano i soldi per far partire anche lei.
Il distacco è stato lacerante, un nuovo dolore che si è aggiunto a quello infinito per la morte di mamma, di papà, di due dei sei fratelli.Per anni Loung e Chou vivono vite parallele. 
Una alle prese con una nuova patria in cui inserirsi, schiacciata dai sensi di colpa per avere avuto quella fortuna, e per non sapersela godere fino in fondo. 
L’altra in Cambogia, ad affrontare la povertà, la lotta per la sopravvivenza quotidiana, la promessa di un domani migliore che non arriva mai. 
Quindici anni dopo, Loung decide di seguire il lungo nastro rosso e di tornare a casa. Dall’incontro di due solitudini nasce una memoir intensa, commovente, e lo straordinario racconto di una delle grandi follie del nostro tempo.

L'autrice.
È sfuggita ai campi della morte dell’infame regime dei Khmer Rossi di Pol Pot, dove morirono quasi due milioni di cambogiani, circa un quarto della popolazione nazionale. Oggi è impegnata nella lotta per i diritti umani come testimone e attivista della «Vietnam Veterans of America Foundation», associazione insignita del Premio Nobel per la Pace per il suo impegno contro le mine anti-uomo. Il suo libro è tradotto in quattordici Paesi.

A fine 2016, negli Stati Uniti, uscirà il film tratto dal libro "Il lungo nastro rosso" di Loung Ung, diretto da Angelina Jolie.
La storia di questa bambina cresciuta sotto il sanguinario regime dei Khmer rossi e poi rifugiata negli Stati Uniti aveva colpito la moglie di Brad Pitt, che ha adottato un bambino cambogiano nel 2002.
Il film verrà trasmesso in esclusiva su Netflix: «Film come questi sono difficili da guardare, ma è importante che raggiungano un pubblico vasto. Sono anche difficili da realizzare e sono molto felice che Netflix stia rendendo possibile tutto questo», ha dichiarato l’attrice e ambasciatrice UNHCR.

lunedì 27 luglio 2015

In lettura: "Mansfield Park" di Jane Austen



Prosegue il mio tour austeniano ed eccomi giunta a Mansfield Park, che ha come una protagonista una donna diversa da tutte le altre eroine della Jane:
Infatti, Fanny Price è diversa da tutte loro...: non ha il senso dell'umorismo di Elizabeth Bennet né la frivolezza di Emma, e nemmeno la consapevolezza di Elinor Dashwood o l'irruenza di sua sorella Marianne.
Fanny è tutta buon senso, umiltà, riservatezza e vulnerabilità. è il personaggio più passivo del romanzo, eppure dal punto di vista dell'azione morale, Fanny è la più attiva perché è l'unica che riesce a vedere le cose nella giusta prospettiva fin dal principio.
Nella sua immobilità, è un personaggio chiave, simbolo di quel mondo di pacata quiete e solidi valori che era l'Inghilterra rurale del primo Settecento, contrapposto alla frenesia e dinamicità di una Londra ormai alle soglie della Rivoluzione industriale. (fonte)



Un frammento che ci aiuta  capire la personalità di Fanny...

Fanny si disse d'accordo, ed ebbe il piacere di vederlo restare alla finestra con lei, nonostante l'atteso pezzo a più voci, e di vedere i suoi occhi volgersi subito, come lei, alla scena là fuori, dove tutto ciò che vi è di solenne, di calmo e di piacevole, appariva nello splendore di una notte senza nubi, e nel contrasto con la profonda oscurità del bosco. Fanny espresse i propri sentimenti. "Ecco l'armonia!", disse, "Ecco la pace! Ecco ciò che lascia dietro di sé tutta l'arte e tutta la musica, e che solo la poesia può tentare di descrivere. Ecco ciò che può lenire ogni pena, ed elevare l'animo all'estasi! Quando guardo una notte come questa, sento come se al mondo non potesse esserci né cattiveria né dolore; e ci sarebbe sicuramente meno di entrambe le cose se la sublimità della natura fosse percepita di più, e se gli uomini riuscissero a pensare meno a se stessi contemplando una scena del genere."

Viaggiare leggendo... "Amore e altri imprevisti"



Buongiorno amici e lettori!!

Questa mattina vi porto a dare un'occhiata ai luoghi citati * dalla scrittrice Maria Murname nel suo simpaticissimo romanzo "Amore e altri imprevisti" (RECENSIONE).


Anzitutto, siamo a San Francisco, in California, e la nostra storia parte da Pacific Heights, un quartiere conosciuto per la gente esclusiva che vi abita; beh, ci vive anche la protagonista, Waverly Bryson.

pacific heights, S.F.

Più precisamente, la sua abitazione  è in stile vittoriano, si affaccia sul viale alberato della Sacramento Street (al num. 2513), tra la Filmore e la Steiner.


sacramento st.


sacramento st.
filmore-steiner


Tra i luoghi di ritrovo di Waverly e le sue amiche, Andie e McKenna, ci sono il Caffè La Coppa a Mill Valley.

mill valley


.. e un cinema, posto tra la Van Ness Avenue e O'Farrell St.



Van Ness Av.

angolo Van Ness Avenue e O'Farrell St

Concludiamo con l'abitazione del moroso di Waverly, Jake McIntyre, che vive ad Atlanta, nel quartiere Virginia Highlands, (spesso soprannominato "Vahi"); è un quartiere di Atlanta, in Georgia , fondato nel 20esimo e prende il nome dall'incrocio della Virginia Avenue e North Highland Avenue, il cuore del quartiere, che è famoso per i suoi bungalow e le case storiche costruite nel periodo 1910 -1930.


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summer festival atlanta



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domenica 26 luglio 2015

In lettura: "L'amore graffia il mondo" di Ugo Riccarelli



"Muoiono d'amore i rami"

F. Garcia Lorca

"Dovevamo saperlo che l’amore brucia la vita e fa volare il tempo."

V. Cardarelli

Queste sono le due citazioni d'autore che Ugo Riccarelli riporta nel suo romanzo "L'amore graffia il mondo", che ho attualmente in lettura.

Di seguito la trama.

Ed. Mondadori
Trama

È come se portasse il destino nel nome, Signorina: suo padre, capostazione in un piccolo paese di
provincia, l’ha chiamata così ispirandosi al soprannome di una locomotiva di straordinaria eleganza.
E creare eleganza, grazia, bellezza è il suo talento. Un giorno dal treno sbuca un omino con gli occhi
a mandorla e, con pochi semplici gesti, crea un vestitino di carta per la sua bambola. 
L’omino scompare, ma le lascia un dono, un dono che lei scoprirà di possedere solo quando una sarta assisterà a una delle sue creazioni. 
Potrebbe essere l’atto di nascita di una grande stilista, ma ci sono il fascismo, la povertà e gli scontri in famiglia, le responsabilità, i divieti e poi la guerra... e Signorina poco a poco rinuncia a parti di se stessa, a desideri e aspirazioni, soffocando anche la propria femminilità, con una generosità istintiva e assoluta. E quando infine anche lei, quasi all’improvviso, si scopre donna e conosce l’amore, il sogno dura comunque troppo poco, sopraffatto da nuovi doveri e nuove fatiche, e dalla prova più difficile: un figlio nato troppo presto e nato malato, costretto a “succhiare aria” intorno a sé come un ciclista in salita.
Nonostante i binari della ferrovia siano ormai lontani e la giovinezza lasci il posto a una maturità venata di nostalgia, ancora una volta Signorina sfodera il suo coraggio e la sua determinazione al bene e lotta per far nascere suo figlio una seconda volta, forte e capace di respirare da solo.
Solo alla fine, nell’attimo esatto in cui la lotta cede il passo alla quiete, quel figlio nato due volte si renderà conto che l’amore coraggioso, quello di una donna e di una madre come Signorina, porta
nel suo stesso corpo le ferite e i graffi del tempo...
L’amore graffia il mondo è il ritratto appassionante di una donna più forte delle proprie fragilità e del vento della storia: una figura indimenticabile, unica, eppure sorella delle tante donne che ogni  giorno come guerriere silenziose rinunciano a se stesse per abnegazione e per amore.

L'AVETE LETTO? COSA NE PENSATE?

BUONA DOMENICA!!! ^_-


sabato 25 luglio 2015

Segnalazione Romance: LOVE & THE CITY di Lidia Di Simone



Cari lettori, questa mattina vorrei segnalarvi un romance che si presenta ricco non solo di sentimento e passione ma anche di colpi di scena...:

LOVE & THE CITY
di Lidia Di Simone


Ed. Mondadori
336 pp
17.50 euro
Marzo 2015

Trama

La costruzione di un amore è simile a quella di un grattacielo: ogni passo, una vertigine… Il primo romanzo femminile ambientato nel mondo delle archistar.

Amanda, detta Maddie, non ha ancora trent’anni e un corpo da atleta.
 Lo era davvero, fino a pochi anni fa, quando un SUV l’ha investita, una sera, mentre si allenava, mettendo fine alla sua carriera. 
Maddie era l’astro nascente delle Olimpiadi di Londra, dove secondo tutti i pronostici sarebbe arrivata sul podio più alto: purtroppo, invece di correre gli 800 come una gazzella, ha dovuto prendere in mano la sua vita e giocare una nuova mano con le carte che il destino le ha riservato. 
Si è laureata in architettura e adesso sta per iniziare una nuova carriera – anche se per ora solo come stagista – in un prestigioso studio londinese (che somiglia molto a quello di Norman Foster, affacciato sul Tamigi). 
Qui Maddie incontra due persone che cambieranno il suo destino: la cinese Eli Ching, che commissiona agli architetti inglesi un nuovo quartiere da costruire a Shanghai, e il superboss dello studio, archistar acclamata, scozzese burbero almeno quanto affascinante: il suo nome è Alistair Wolf, Mr Wolf… 
Maddie ancora non sa quante sorprese le riserva la sorte, quali emozioni possano palpitare dietro le pareti di cristallo dello studio Wolf, quanto il lavoro e i sentimenti somiglino alla corsa: devi allenarti, e crederci davvero, per arrivare alla meta.

Dalla timidezza nascosta sotto i suoi jeans da brava ragazza a un tailleur di Gucci mozzafiato, dall’incredibile incontro al buio al 68° piano di un grattacielo in costruzione, alla Cina, Maddie entra in un turbine di emozioni difficili da controllare. 
Solo allontanarsi può chiarirle le idee. 
E sarà a Milano che Maddie approda, nella città dove fervono i lavori per l’imminente Expo 2015, alla ricerca delle proprie radici italiane e di un nuovo equilibrio. Ma con Mr Wolf è sempre come stare su una trave sospesa nel vuoto, e senza nemmeno il casco da cantiere…

Le emozioni fortissime di un’attrazione pericolosa si uniscono alla fiaba di una ragazza coraggiosa, che non si arrende anche quando tutto sembra perduto.

L'autrice.
Lidia Di Simone, abruzzese, vive a Milano dove lavora come caporedattore per il magazine “Focus Storia” e per la rivista di storia militare “Wars”.
E' giornalista professionista da oltre vent’anni, è stata caporedattore del mensile “Biografie” e del teen magazine “Topgirl”, ha collaborato con settimanali d’attualità, femminili e mensili di viaggio, con quotidiani e inserti di economia, ha fatto la cronista di nera e la giornalista musicale, è stata responsabile della redazione spettacoli, autrice televisiva e curatrice di guide culinarie, ha scritto di gossip e costume, di cinema e sentimenti, di abiti griffati e divi capricciosi. E' appassionata d’arte, di mostre e musei.

venerdì 24 luglio 2015

Frammenti di... "L'ultimo battito del cuore"



Ho da poco iniziato a leggere "L'ultimo battito del cuore", il romanzo di Valentina Cebeni, edito da Giunti Editore, avente come protagonista una giovane donna, Penelope, la cui vita è stata distrutta da un tragico incidente, nel quale il suo amato fidanzato Adam è morto.
La vita sembra avere perduto senso e scopo e Penelope non riesce - e, in un certo senso, forse non vuole, non prova neanche - ad andare avanti, finché sua sorella Addison non insiste per portarla a casa propria, in una zona di campagna tranquilla, nel Kent.
E in mezzo alla natura Penelope comincia a riscoprire che ci sono ancora tante cose belle che la fanno sentire bene.
Questo è un piccolo brano tratto dal romanzo che ci lascia intuire proprio questo.

"In quel lembo di terra verdeggiante aveva scoperto il fascino del silenzio; amava stare seduta su una panchina per ore a guardare il fiume senza altro nella testa che lo scrosciare dell'acqua. Camminare per le stradine di campagna la faceva sentire parte del paesaggio, una zolla di terra pronta ad affrontare i primi freddi. Alzò lo sguardo sul paesaggio che li circondava, negli occhi la promessa del mattino."


Recensione: ROMANZO CRIMINALE di Giancarlo De Cataldo



E finalmente ho terminato la lettura di...

ROMANZO CRIMINALE
di Giancarlo De Cataldo


Romanzo criminale
Ed. Einaudi
602 pp
19 euro
2002

Sinossi

Un'organizzazione nascente, spietata e sanguinaria, dalle periferie cerca la conquista del cielo. 
Tre giovani eroi maledetti, che hanno un sogno ingenuo e terribile. 
Un poliziotto molto deciso, un coro di malavitosi, giocatori d'azzardo, criminologi, giornalisti, giudici, cantanti, mafiosi, insieme a pezzi deviati del potere e terroristi neri. 
E il piú esclusivo bordello in città. 


Romanzo criminale è la storia di una banda romana - la Banda della Magliana - che nel girio di qualche decennio è riuscita a tenere la città di Roma sotto scacco attraverso i suoi loschi traffici - spaccio di droga in primis - e le sue sporche alleanze.

Da subito il lettore è immerso nella quotidianità della vita di questa banda e, se anche i personaggi, con i loro nomi pittoreschi ma significativi, sono davvero tantissimi e ricordarseli tutti non è proprio semplice, è pur vero che pian piano si inizia a districarsi tra le fitte maglie di questa grande famiglia, le cui giornate ruotano appunto attorno all’organizzazione delle loro attività malavitose.

Una cosa la si comprende subito e con chiarezza, ed in qualche modo resterà così – seppur con le dovute variazioni e le uscite di scena di qualcuno – praticamente sempre: coloro che hanno in mano le redini di tutti i traffici, che decidono come e con chi collaborare, che sanno mettere a tacere una ribellione interna ecc…, sono i tre uomini, amici da tempo, protagonisti di questa storia : il Libanese – che poi è il capo riconosciuto –, il Freddo e il Dandi.

Er Libano e il Dandi spiccano maggiormente per la loro mania di volersi prendere tutta Roma, di comandare in modo esclusivo; ma mentre il Dandi desidera farlo più che altro per la bella vita e i lussi che ne derivano, per il Libanese è davvero una questione di potere, di primato. E mentre questi è più prudente, riflessivo, calcolatore, l'altro è impulsivo, vuol fare come gli va, anche andando contro le regole interne; a fargli perdere la bussola, poi, ci pensa lei, Patrizia, una squillo di lusso, bella e sensuale, che sa il fatto suo, uno spirito libero che non prende ordini da nessuno.

E il Freddo?
Come dice il soprannome, lui è quello più distante, riservato, di un’intelligenza non spavalda, ma cauta,  e  tra i tre è quello che va più con i piedi di piombo quando si tratta di prendere decisioni importanti.

Da una parte ci sono loro, i criminali, dall’altra lo Stato e la polizia che cercano di prenderli, con l’obiettivo di stanarli e metterli in galera per tutta la vita.

Ma i soldi, il potere, i ricatti… fanno sì che i delinquenti riescano con facilità a pagare i migliori avvocati, che sanno a quali cavilli appendersi per far uscire i loro clienti, non solo il prima possibile, ma anche riportando condanne leggere.

Se non fosse che a dar loro la caccia, c’è il commissario Nicola Scialoja: uno tosto, che non si arrende perchè crede nella sua missione di fermare la banda romana. Missione che diventa man mano una questione personale, soprattutto quando nella sua vita si infila Patrizia, che in qualche modo lo tiene legato a sè, cosicchè Scialoja si ritrova diviso a metà, tra la sua proverbiale onestà e la voglia di prendere i criminali anche con mezzi illeciti.

Le vicende all’interno e all’esterno della banda subiranno una svolta soprattutto con l’assassinio del Libanese, che getterà scompiglio nel gruppo, e allo stesso tempo porterà inevitabilmente alla presenza di un nuovo capo, pronto a guidare e a gestire ogni cosa, nuove alleanze, nuovi giri di “affari”…

Attorno a Libano, Freddo e Dandi ruotano, come dicevo, un sacco di personaggi dai nomi più disparati – Scrocchiazzeppi, Bufalo, Trentadenari, il Vecchio… -, ognuno dei quali avrà la sua piccola parte nel determinare la storia della banda, che al suo interno, nel corso degli anni, vedrà spaccature, ribellioni, tradimenti…, e la voglia di difendere i propri interessi sarà spesso più grande di qualsiasi forma di lealtà tra membri, anche tra quelli più “anziani”.

Spicca, in mezzo a questa gente raccogliticcia meschina e che ispira davvero poca simpatia, la figura de il Nero, un giovane che in un certo senso è un po’ dentro e un po’ fuori dalla banda; ha contatti con i tre gangster ma al contempo non vuole esserne soggetto.
Il Nero si differenzia da loro anche per la sua personalità e il suo modo di pensare, che non sono gretti e da ignorante, in quanto non è neanche ossessionato dalla brama di potere e denaro (tant’è che inizialmente il Nero sembra fare quello che fa perché guidato da una vera e propria filosofia - l'Idea - per quanto sia e resti sempre un assassino); questo modo di essere lo avvicina molto a Freddo, tanto che i due si considerano amici, e forse quella tra loro due è la sola vera amicizia presente nel romanzo, che si rivelerà tale quando uno dei due avrà davvero e seriamente bisogno di aiuto.

Il lettore è totalmente dentro la vita di questi antieroi, ne segue i ragionamenti, i dubbi, le paure, le ossessioni, le meschinità e i vizi, ed è difficile affezionarsi a qualcuno di essi e schierarsi dalla sua parte…, almeno fino a quando uno dei protagonisti, Freddo, si innamora sinceramente di una brava ragazza, Roberta, e comincia a sentire la stanchezza di una vita sempre a rischio (di morte, di arresto…., per non parlare delle ritorsioni sui propri cari) e il conseguente desiderio di uscirne fuori.

Ma queste grosse e complesse organizzazioni criminali, si sa, sono come la fitta tela di un ragno e, una volta che ti ritrovi dentro, liberartene è davvero complicato.

Il Freddo riuscirà a liberarsi della morsa letale della banda in cui è praticamente cresciuto e a vivere la sua vita lontano da essa, con la sua amata Roberta?

Romanzo criminale è scritto con un linguaggio realistico, immediato, e tale immediatezza si respira ad ogni pagina, a cominciare dall’uso abbondante del dialetto (romano,in particolare), dal tratteggio di personaggi definiti, forti, "coloriti" in un certo senso, dal racconto di scene e momenti speso crudi, in cui la violenza e il puro interesse per i fatti propri fanno da padrone.

Ne viene fuori un quadro della malavita romana non solo vicino alla realtà e spaventosamente colluso di frequente con i poteri forti (all’interno dello stesso Stato, della Polizia…), ma soprattutto incredibilmente organizzato al suo interno, anche se le falle non mancano, e i momenti, in cui sembra che qualche crepa nel sistema della banda si stia pericolosamente allargando, non mancano affatto; del resto, come diceva il giudice Falcone: “La Mafia (e credo che quindi possiamo estendere questo concetto ad ogni tipo di organizzazione criminale) è un fatto umano, e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine”.

Dove andrà a finire il sogno di Libanese, Freddo, Dandi e di quanto girano loro intorno? Quel sogno “di costruire qualcosa che fosse destinato a durare”?

“Ma non si costruisce sul nulla. La partita non la vincono gli eroi giovani e belli. La partita la vince chi resta sul campo quando gli altri ne hanno avuto abbastanza.”

Chi resterà in piedi e chi, invece, si perderà per via o prenderà altre strade?

Rispetto al film di Placido – che di per sé mi è piaciuto molto -, il libro mi ha preso e soddisfatta un po' di più, non fosse altro perché la complessità dei rapporti tra i membri, la stessa contraddittoria personalità di Scialoja, o anche il personaggio del Nero (che nel film è quasi secondario), sono praticamente accennati nel film, il cui finale è poi nettamente diverso dal romanzo,  che anche per questo mi è piaciuto di più.

Adesso son curiosa di vedere la serie, e intanto consiglio la lettura di Romanzo criminale, in particolare a quanti siano interessati al genere.

Chi di voi ha letto il libro e/o visto il film e/o la serie tv?


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