mercoledì 23 dicembre 2015

Recensione: LA CASA BUIA (Gone, Baby, gone) di Dennis Lehane



Un bel romanzo, ricco di colpi di scena e azione, di pathos e capace di porre interrogativi etico-morali su ciò che è giusto e ciò che non lo è e su quanto spesso la giustizia "ufficiale" (quella decisa dalle leggi) non corrisponda tanto automaticamente a quella personale.



LA CASA BUIA
(Gone, Baby, gone)
di Dennis Lehane


Ed. Piemme
Siamo a Dorchester, uno dei quartieri più difficili di Boston, un luogo dove non c'è posto per i deboli e per gli innocenti e dove la pace di tutti è condizionata dalle ostilità tra le varie bande di criminali piccoli e grandi.
Sono strade sporcate da miseria, indifferenza, droga, alcool, e da quelle strade scompare una notte una bimba di 4 anni, Amanda McCready.
Amanda è figlia di Helene, una giovane donna squinternata, senza arte nè parte, con in mano un'eterna bottiglia di birra, sempre con la testa strapiena di alcool, coca, fumo.
Nella sua vita c'è la sua figlioletta ma in realtà non è che se ne curi più di tanto; sarà anche un po' colpa della sua disattenzione di madre incosciente, e tossicodipendente, se Amanda, lasciata sola in una notte qualunque, non viene più trovata nel suo lettino la mattina dopo?

Ad essere convinta che Helene non sia una buona madre è sua cognata Beatrice, moglie di Lionel (fratello di Helene): la zia è a momenti più disperata della madre di Amanda al pensiero di chi possa aver rapito la piccola nipotina ed è per questo che chiama i due investigatori privati Patrick Kenzie e Angela Gennaro per dare il proprio professionale contributo al lavoro della polizia.

Pat ed Angie sono una coppia sul lavoro come nella vita privata; vivono insieme e svolgono il proprio lavoro investigativo con efficienza, in perfetta sintonia, portando avanti le loro ricerche con un grande intuito e intelligenza.
Sono i migliori in circolazione, insomma, e da subito - fatta eccezione per qualche iniziale reticenza - cominciano a far domande e a costruire ipotesi su cosa potrebbe essere accaduto la notte della sparizione.
Ad affiancarli, due poliziotti della DCM (il dipartimento che si occupa della scomparsa del minori), Poole e Broussard, simpatici, alla mano, che prendono molto sul serio tutti i casi di scomparsa, e quindi anche quello di Amanda.

Grazie all'aiuto di Bubba, trafficante d'armi e amico da sempre di Pat e Angie, i due scoprono che la madre di Amanda, che ogni tanto fa da corriere della droga a qualche criminale, è una che i guai se li va a cercare.
E la gentaccia con cui entra in affari non è di quella che si fa scrupoli a vendicarsi su una bimba se capiscono di essere stati fregati da una tossica poco intelligente.

E mentre i giorni passano e di Amanda non c'è nessuna traccia, i due detective si ritrovano inizialmente a brancolare nel buio, non comprendendo il bandolo della matassa, ma ragionando, parlando tra loro, facendo le domande giuste, si ritrovano a fare i conti con un'indagine molto complessa, che vede coinvolti diversi pezzi grossi della malavita, di cui è difficile scoprire le carte, soprattutto se, andando avanti, ci si rende conto che troppe cose non tornano, e che certa gente forse riceve coperture da soggetti insospettabili ed è in combutta con loro...

Certo, anche Pat e Angie non sempre utilizzano mezzi ortodossi per avere le informazioni che desiderano, ma la vicenda di Amanda li porterà dentro un buco profondo e marcio, che li metterà davanti a tali brutture da uscirne scioccati.

Da chi è stata portata via Amanda? Da una banda di pedofili - sulle cui tracce la polizia è già da tempo - o da grossi spacciatori con cui si è immischiata quella scellerata di Helene - che non sarà la madre migliore del mondo ma è pur sempre una mamma che soffre per la sorte sconosciuta della sua figlioletta -?

Entrambe le ipotesi sono tremende e fanno presagire un destino tristissimo per la piccola: se è caduta in mano ai pedofili...., beh, c'è poco da sperare che ne esca indenne; se anche fosse ritrovata prima di essere uccisa, la sua mente e il suo corpo terribilmente violati resteranno traumatizzati per sempre.

Ma anche nel caso fosse stata rapita per una questione di danaro e di affari sporchi - a causa di un'azione sciagurata e poco furba di Helene, capace di scatenare una vendetta da parte di chi si sente "fregato" -, quanti possibilità ci sono che quei delinquenti crudeli la lascino viva? E' più probabile che si liberino di lei piuttosto che tenersi l'ingombro tale costituito da una bambina.

E se ad Amanda fosse accaduto qualcosa di profondamente diverso dalle due ipotesi investigative finora considerate?
E' vero, ci sono piste che fanno pensare che sia probabile la prima ipotesi, ed altre che fanno optare per la seconda...
Ma Pat, più ci ragiona, e più sente che qualcosa non quadra.
Potrebbe esserci una spiegazione diversa?
Forse sì, ma per ipotizzare qualcosa di diverso dal rapimento per vendetta/estorsione, è necessario infilare dentro la storia altre persone, che la ragione e il cuore rifiutano di coinvolgere.

Persone con cui hai lavorato a questo caso fianco a fianco, che pensi di conoscere.
O forse proprio loro nascondono segreti da custodire a tutti i costi, anche se questo significa andare contro ogni principio morale, contro la giustizia, contro ogni forma di amicizia e lealtà?

Pat sa che la ricerca di Amanda e della verità è il suo scopo, la sua missione, ed è pronto ad andare a fondo anche mettendo a rischio la propria vita, anche se questo comporta scoprire verità spiacevoli, che mai avrebbe voluto sapere.

E una volta giunti al fondo di questa storia, sarà davvero così semplice e automatico fare la scelta giusta per tutte le persone coinvolte?

La casa buia ci mette davanti a degli interrogativi di carattere etico, ad es.: cosa è giusto fare quando una determinata scelta, pur essendo aderente e conforme alla Legge, non sembra recare alcun beneficio alla persona che si pretende di aiutare?

Attraverso Pat ed Angie il lettore viene messo davanti a una tale cattiveria umana da far paura, tale da far pensare: ma è giusto mettere al mondo dei figli in questo mondo schifoso?

E' un thriller complesso, con una trama ben costruita, intrecciata, con diversi personaggi coinvolti e che man mano riserva diversi colpi di scena, soprattutto verso la fine.

Bello, lo consiglio!!

lunedì 21 dicembre 2015

Libri&affini: un breve bilancio del 2015



Come anticipato, eccomi con un altro bilancio libroso!

Sentitevi sempre liberi di dirmi la vostra e/o di condividere le vostre letture preferite di quest'anno!


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IL FILM TRATTO DAL LIBRO CHE NON MI HA DELUSO

Ci sono stati diversi film tratti dai libri che ho visto quest'anno, ma se vado a sensazioni - e senza ragionarci troppo - scelgo, tra quelli che mi hanno colpito di più:

NESSUNO SI SALVA DA SOLO di Sergio Castellitto.

Mi è piaciuto perchè, come praticamente accade sempre con i film tratti dai romanzi della moglie, anche questo non solo resta fedele alla trama e alla personalità dei protagonisti, ma in più ha dato loro un'umanità e una fragilità che ce li rendono molto vicini, con una spruzzata di speranza che non guasta mai.



Risultati immagini per carrisi
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IL LIBRO/L'AUTORE CHE VORREI VEDERE AL CINEMA

Eh lo so: sono ripetitiva, ma è così:
voglio i romanzi di Carrisi al cinema, in tv, a teatro... vedete voi dove, 
purchè ci si inventi qualcosa per farli uscire dalla carta! :=)






IL ROMANZO STORICO PIU' COINVOLGENTE

Anche qui, ne ho letti più d'uno ma scelgo
HO LASCIATO ENTRARE LA TEMPESTA di Hannah Kent, 
non solo per la fedeltà storica ma ancor più per l'umanità e il coinvolgimento emotivo scaturito dalla protagonista e dalla sua storia.






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LA SAGA TERMINATA PIU' BELLA

La saga LUX la promuovo perchè ha saputo coinvolgermi e appassionarmi  nonostante i primi due libri non lo avessero fatto.
Ma man mano, leggendoli tutti, ho provato una grande curiosità per le vicende di Kat e Daemon e non mi sono data pace fin quando non è giunto l'epilogo ^_^






prossima lettura
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UNA SAGA INIZIATA CHE VORREI CONTINUARE NEL 2016

Sicuramente quella di Lucinda Riley, LE SETTE SORELLE, iniziata con la storia di Maia e che a gennaio prosegue con "Ally nella tempesta" (sul blog trovate le info).



IL PERSONAGGIO FEMMINILE CHE MI HA COINVOLTA MAGGIORMENTE

Anche qui mi ripeto, in quanto ho citato questo libro già nel post di ieri:
Gemma, di Venuto al mondo.
Le vicende personali di questa donna, la sua testardaggine nel ricercare la maternità a tutti i costi,
il suo doversi confrontare con i fantasmi del passato, me l'hanno resa molto vicina.


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IL PERSONAGGIO MASCHILE CHE HO PREFERITO

Ho amato Pietro Rinaldi, creato da Licalzi in "L'ultima settimana di settembre".
Un caratterino niente male, sfacciato, irritante, cinico, sarcastico, intelligente e... solo. Potrebbe sembrare un vecchio insopportabile (lui stesso non fa niente per farsi amare), eppure fa davvero simpatia perchè la sua solitudine troverà una via d'uscita in un rapporto familiare spontaneo e genuino con lo sconosciuto nipote, che gli farà apprezzare i giorni che ancora ha da vivere.



IL LIBRO CHE MI HA MENO CONVINTO

Mah, sicuramente il thriller NICEVILLE, che purtroppo non mi ha trasmesso nulla e che non mi ha donato alcun brivido, tensione, coinvolgimento.
Calma piatta, ecco.


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LIBRI CHE NON HO FATTO IN TEMPO A LEGGERE

Ce ne sarebbero a iosa, ma mi limito a citare la serie di Elena Ferrante, L'AMICA GENIALE, che mi è stata straconsigliata. La rimando al 2016, sperando di poterla leggere!

domenica 20 dicembre 2015

Bilanci di lettura di fine anno: libri dalla A alla Z



Buongiorno cari lettori e amici!
Mentre leggete questo post, io sono già da un po' in viaggio verso la Svizzera tedesca, per passare la vacanze natalizie con la mia famiglia.
Anche se non avrò molto tempo da dedicare al blog, ho cercato di preparare qualche post e di programmarlo per questi venti giorni.

In questi momenti desidero condividere con voi il mio personalissimo ALFABETO LIBROSO di fine anno: ad ogni lettera assocerò  una parola che a sua volta ho collegato ad un libro letto in quest'anno che ci sta lasciando.

Aspetto i vostri pareri e, magari, se ne avete voglia, anche il vostro personale alfabeto, così da condividere le letture che più vi son rimaste impresse nel 2015! ^_-


A

APPASSIONANTE

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la recensione
IL RAGAZZO IN SOFFITTA (Pupi Avati)

Devo dire che Pupi Avati - che apprezzo moltissimo come regista - è riuscito a tenermi incollata alla storia di Giulio e Dedo, non solo per la trama in sé e i colpi di scena, ma soprattutto per lo stile narrativo e la sensibilità nel tratteggio dei risvolti psicologici dei personaggi, come delle complesse dinamiche relazionali presenti. NON POSSO CHE CONSIGLIARLO!






B

BRIVIDI

IL SUGGERITORE
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IL SUGGERITORE (D. Carrisi)

Una trama complessa, costruita in modo avvincente, capace di inchiodare il lettore in un crescendo di suspense, tenendolo col fiato 
sospeso fino all'ultima pagina.
Per me ogni pagina di questo thriller trasuda tensione ed è ricca di colpi di scena ben architettati.





C

CRUDO

in lettura

RAGAZZI DI VITA (PPP)

In questo libro tutto è "crudo", realistico, immediato, in un certo senso genuino:il linguaggio (romano verace), pregno di termini popolari gergali (che chi, come me, non è di Roma, probabilmente non conosce), i ragazzi dei quali si raccontano le giornate e le "gesta", i quartieri con la loro povertà e la fame che li caratterizza.
Un Pasolini senza freni e senza peli sulla lingua, che racconta ciò che vede e conosce, senza filtri, ma con estrema immediatezza.




D

DONNE

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REYKJAVIK CAFE' (S. Jónsdóttir)

Hervòr, Mia, Silja e Karen sono le protagoniste di questo romanzo: quattro donne giovani e diverse per carattere e scelte professionali, ma tutte accomunate da una simile (disastrosa) condizione sentimentale; quattro donne normalissime, con fragilità, desideri e paure che appartengono a tante lettrici, che facilmente ritrovano un po' di loro nelle donne del libro.





E

EMOZIONANTE

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VENUTO AL MONDO (M. Mazzantini)

Ho letto questo romanzo con molto coinvolgimento emotivo, divorando le parole, immergendomi nella vita di Gemma, e ci sono stati momenti e passaggi in cui non ho potuto non immedesimarmi almeno un po’ in lei, sentendo su di me i suoi dubbi, le paure, la rabbia, l’incredulità, vivendo attraverso di lei tanto i suoi tormenti di donna quanto l’orrore di una guerra che (grazie a Dio) non conosco da vicino, ma di cui ho sentito e letto "qualcosa".





F

FANTASIA

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L'ANELLO DEI FAITOREN

Incantesimi, uomini affascinanti che si trasformano in creature strane o mostruose, maghi capaci di fare le magie più disparate, regni splendidi e sfavillanti governati da donne bellissime e sensuali, ammaliatrici...: chi non ha mai sognato, almeno una volta, di ritrovarsi in un mondo così?
L'Anello dei Faitoren è una grande fiaba moderna, che unisce il mondo reale - quello di una comune ragazza del New Jersey che va all'università - con quello incantato e alternativo, popolato dalla magia.



G

GRAZIA

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GITA AL FARO (V. Woolf)

Non mi è venuto spontaneo pensare a qualcosa con la G, poi però mi è balzato alla mente questa parola e ll'ho associata al romanzo della Woolf, alla figura gentile e aggraziata della protagonista, la signora Ramsey, e allo stile stesso dell'Autrice, che rapisce il lettore con la forza evocativa e suggestiva delle parole, che ti passano davanti struggenti, capaci di creare immagini, suoni, profumi nella tua mente, e non riesci a non essere affascinato dalla loro poesia.




H

HAPPY ENDING

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CELESTE (C. Vichi) 

Una favola d'amore e di coraggio, che ha per protagonista una ragazza senza paura ma con un cuore grande, disposta a sacrificarsi per amore dei suoi cari e del suo popolo, pronta a superare tanti ostacoli e a combattere non solo contro gente malvagia, ma soprattutto contro una sfilza di segreti, intrighi, bugie, vendette, pericoli di morte, tradimenti.
Ma niente paura, come ogni fiaba che si rispetti il lettore non giungerà all'ultima pagina con il rischio di "brutte sorprese"!



I

IRONIA

Orgoglio e pregiudizio. Ediz. integrale
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ORGOGLIO E PREGIUDIZIO (J. Austen)

Amo la leggera e deliziosa ironia di JA circa certi modi di fare del suo tempo, il suo guardare con  un pizzico di divertimento e indulgenza le donne del suo tempo, sottolineandone con delicato umorismo i difetti, la fissa per i balli e per la ricerca del marito con una rendita alta.





L

LENTEZZA

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MANSFIELD PARK (J. Austen)

Mi rendo conto: dopo averne lodato l'ironia mi lamento per la lentezza.
Eh lo so, abbiate pazienza ma Mansfield Park l'ho trovato davvero moooolto lento; fiumi di parole, dialoghi, scene... che per me rendono buona parte del libro, ahimè, poco allettante e tendente al noioso.
I due terzi scorrono a fatica e bisogna aspettare parecchi capitoli prima di arrivare a qualcosa di più interessante, che vede il precipitarsi degli eventi verso il finale.




M

MISTERO


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LA GEMELLA SILENZIOSA (S.K. Tremayne)

Una storia molto intrigante, che ti rapisce sin dalle prime pagine, che trae forza da tanti elementi: dal fascino misterioso che da sempre esercitano i gemelli; lo scenario naturale è rivestito anch'esso da un'aura di mistero, in quanto selvaggio, isolato, spesso lugubre, spettrale, ululante, dunque molto appropriato al tipo di vicende narrate, che rimbalzano tra la realtà e l'allucinazione.






NOSTALGIA

recensione

CADE LA TERRA (C. Pellegrino)

Un romanzo che immerge il lettore in un'atmosfera atavica, intrisa di nostalgia e malinconia, in cui l'umanità e la solitudine della protagonista diventano un po' anche nostre, e dove il confine tra ieri e oggi, tra ciò che è stato e che non c'è più, tra la morte e la vita... diventa confuso, indefinibile; dove dare voce ai vinti e ai muti diventa l'unica via per non seppellire la memoria, soccombendo all'abbandono. 






O

ORIGINALITA'

recensione
LEGIONE RIVER (S. Colombo)

Ho trovato questo romanzo assolutamente originale, per i contenuti e le ambientazioni; esso racchiude in sè fantasy e tanta avventura, amore e amicizia, e attraverso i viaggi dei personaggi ci mostra non solo l'affascinante e indomabile forza della Natura con i suoi fenomeni spesso ingestibili e devastanti, ma anche la triste realtà dell'uomo nel corso del tempo, il suo egoismo, la sua stoltezza e la folle mania di iniziare guerre e genocidi, anch'essi dalle conseguenze catastrofiche.




P

PSICOLOGICO


LE LACRIME DI NIETZSCHE (Yalom)

Un romanzo che, prendendo spunto da personaggi e fatti realmente esistiti, traccia l'origine e i primi sviluppi della psicanalisi, accompagnando il lettore in un interessante viaggio psico-filosofico alla ricerca di se stessi e
 di ciò che ci impedisce di essere sereni.




Q

QUANTITA'

Quest'anno ho superato i 100 libri e non posso che esserne contenta.
Non che sia importante il numero, ma sono piccoli traguardi personali.
Poi l'importante è LEGGERE LEGGERE LEGGERE,
e leggere ciò che ci piace e ci fa star bene!


R

ROMANTICISMO


LETTERE A UN AMORE PERDUTO (I. Grey)

Romanticismo allo stato puro, che ho apprezzato perchè non patetico, stucchevole: una storia d'amore forte, struggente, che nè il trascorrere inesorabile del tempo nè le tristi vicende della vita riescono a spegnere.





S

SPENSIERATEZZA

DIMMI CHE CREDI AL DESTINO

DIMMI CHE CREDI AL DESTINO (L. Bianchini)

A me Luca dà sempre momenti di spensieratezza!!
Me li ha donati con i polignanesi e anche con questo romanzo ambientato a Londra, scritto con semplicità, scorrevolezza; i personaggi e il loro modo di parlare e interagire hanno un che di informale, quotidiano, come se fossero persone vere, reali (del resto, in un certo senso, lo sono!!), che ti camminano accanto, che parlano, agiscono, reagiscono e si muovono in modo genuino e schietto.
Un libro che parla di amicizia, di speranza, di voglia di combattere per i propri sogni; una lettura che invece di travolgerti, ti "culla" e ti accarezza con dolcezza.



T

TENEREZZA


SEI LA MIA VITA (F. Ozpetek)

Parlare dell'amore, di quello tenero, appassionato, totale e totalizzante, e farlo senza essere banali: per quel che mi riguarda,  Ferzan Ozpetek in "Sei la mia vita" ci riesce. Un libro che ti travolge dentro tante storie, e lo fa con forza ma allo stesso tempo con delicatezza e una dolce nostalgia che ti resta addosso dal primo all'ultimo rigo, senza darti alcun fastidio. Anzi.




U

UMORISMO


IO CHE AMO SOLO TE (L. Bianchini)

Una commedia all'italiana divertente, scritta con un’ironia ed un umorismo che strappano tanti tanti sorrisi; la presenza di qualche simpatica espressione dialettale pugliese, l’attenzione posta su certe tradizioni e modi di fare del Sud (per quanto "leggermente" stereotipate, ma in fondo vere, e lo dico da pugliese), rendono il tutto davvero piacevole e godibile; ho amato i personaggi con pregi e difetti, con le loro paure e i loro piccoli segreti, gli atteggiamenti buffi e a fine lettura quasi mi mancavano!



VERO


in lettura
A NOME TUO (M. Covacich)

Di quest'Autore, in codesto libro, mi ha colpito la capacità di mescolare realtà e finzione con grande maestria; partendo dal vero, da fatti e personaggi reali Covacich infila nella storia persone e fatti inventati, così che il confine tra realtà e fantasia diventa labile, a volte confuso.
E mantenendo questo stile affronta anche temi importanti come il suicidio assistito.




Z

ZENZERO

MADRE DEL RISO (R. Manicka)

Come per la G, anche per la Z non mi veniva nessuna parola pertinente, finchè ho pensato allo zenzero, che è una spezia orientale tra le altre cose citata in questo romanzo, Madre del riso, che mi è restato nel cuore per le sue storie esotiche e affascinanti, che giungono a noi dal magico Oriente, tanto grande e variegato di culture e lingue, quanto ricco di quei piccoli e grandi segreti che riposano in seno alle singole storie famigliari sussurrate e raccontate di generazione in generazione, affinchè non vadano perdute.




PER ORA E' TUTTO, MA VI ANTICIPO CHE PER DOMANI ANDRA' UN ALTRO POST
DOVE CONTINUERO' A PARLARVI DI ALTRI LIBRI 
CHE MI SONO PIACIUT NEL 2015 E PERCHE'   ^_-

Blog ufficialmente in ferie natalizie



Cari lettori e amici, vi comunico che dal 20 dicembre al 9 gennaio sarò in vacanza, quindi non so se riuscirò a mettermi al pc per preparare post di anteprime, recensioni e quant'altro.
Ho cercato di programmare qualche articolo per questo periodo, così da non lasciare il blog desolato e vuoto ^_^

Se mi vedete poco attiva è semplicemente perchè sono impossibilitata a scrivere.

Intanto vi auguro buone letture e buone vacanze!!

A presto!

venerdì 18 dicembre 2015

Recensione: RAGAZZI DI VITA di Pier Paolo Pasolini



Leggere Pasolini è come essere esposti a qualche deciso schiaffone sulla faccia, che ti spinge a spogliarti di moralismi, buonismo,  "mentalità borghese" per farti entrare di forza in un microuniverso (diciamo pure "un buco nero") poco piacevole, forse lontano dal tuo qui e ora ma non per questo meno reale e degno di attenzione.


RAGAZZI DI VITA
di Pier Paolo Pasolini

in lettura
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Il Riccetto, il Caciotta, il Lenzetta, il Begalone, Alduccio e altri sono giovanissimi sottoproletari romani. Sciamano dalle borgate della Roma anni Cinquanta verso il centro, in un itinerario picaresco fatto di eventi comici, tragici, grotteschi. 
Alternano una violenza gratuita a una generosità patetica: Riccetto salva una rondine che stava per annegare ma non potrà far nulla dinanzi al piccolo Genesio trascinato via dalla corrente dell'Aniene; Agnolo e Oberdan assistono Marcello agonizzante, rimasto travolto dal crollo della sua scuola. 
La Roma monumentale e quella della speculazione edilizia è lo spazio contraddittorio in cui avviene questa sorta di rito iniziatico di una giornata dei «ragazzi di vita».




Siamo a Roma, nell'immediato dopoguerra e facciamo subito la conoscenza di un gruppo di ragazzetti - Marcello, Riccetto, Agnolo... - che bighellonano tutto il giorno e se la spassano, tra bravate e tuffi al mare.

Siamo alla presenza - come il titolo stesso del libro indica - di ragazzi di strada, che non dicono una parola in italiano e che tra loro si chiamano con appellativi tutt'altro che gentili, adulti in miniatura, che sembrano già vissuti e con chissà quali esperienze sulle magre spalle, privi di delicatezza e sentimento, salvo poi impietosirsi di fronte ad una rondine che rischia di annegare.
Sono ragazzi poveri, che spesso spendono quel po' che hanno per "divertirsi" con intrattenimenti più adatti ad adulti che a ragazzetti, e sono anche sfortunati, se pensiamo a Marcello e al crollo della scuola che ha avuto conseguenze tragiche per lui.

Il personaggio sempre presente e che fa un po' da filo conduttore alla storia è Riccetto, del quale seguiamo una sorta di "evoluzione" negli anni, anche se non necessariamente tutta positiva.
E così vediamo il Riccetto bimbo in procinto di fare la Comunione; Riccetto cresciuto che insieme all'amico Caciotta va in giro a cercare di fare "affari" per rimediare qualche soldo: rubare e poi rivendere oggetti, fregare la gente con furtarelli sulle circolari, dispetti e spintoni ai poveri passanti e tentativi di rimediare pasti gratis alla mensa dei poveri.
E poi ci sono  compagni che fregano te, come Amerigo, un tipaccio prepotente e sfruttatore, cui Riccetto presta  malvolentieri qualche soldo per giocare in una bisca clandestina.

Insomma, ragazzi senza uno scopo nella vita, senza una meta durante il giorno, incredibilmente soli, senza nulla nello stomaco, che non vogliono tornare a casa perchè sanno di non trovare cibo o amore ma solo botte e rimproveri.

Sono degli sguaiati, strafottenti, dispettosi, che ridono per un nonnulla, si prendono a male parole per divertimento, picchiano e danno fastidio ai coetanei più "fessacchiotti", pensano solo a rubacchiare, a fare i bagni nel fiume, a vedere se trovano qualche femmina con cui intrattenersi...
Eppure a me fanno molta tristezza più che rabbia o fastidio, perchè alla fine di ogni giornata, di ogni scorribanda, si ritrovano senza neanche quella "mezza piotta che avevano in saccoccia la mattina"  e, soprattutto, terribilmente soli, sporchi e con la pancia più vuota che mai.

Quello di Pasolini non è propriamente un quadro edificante, eppure leggiamo le sventurate avventure di questi tipacci e ci sentiamo indecisi e a metà strada tra la disapprovazione per delle vite allo sbando, e la pietà, la tristezza perchè il corso che quelle vite così giovani stanno prendendo/hanno preso, è da attribuire allo sporco, allo squallore, alla miseria, allo sfacelo morale e sociale (e non solo, se pensiamo alle case che crollano sulle persone) che li circonda, prima che a loro personali scelte.

Ho letto ogni pagina con un bel po' di costernazione, ad esempio nel constatare come certi "dispetti" tra ragazzi possano risultare pericolosi e malvagi, senza che chi li fa si senta minimamente in colpa.


Ho letto anche, viceversa, la paura provata da chi ha ha commesso certe bravate incoscientemente - forse prima ancora che con vera cattiveria - al pensiero delle possibili conseguenze drammatiche, che non si sanno affrontare, nonostante i ragazzi facciano tanto i duri e i grandi.

Ho letto di madri adirate fino all'estremo, da risultare delle belve indemoniate verso i propri figli, stanche di averli intorno, di dover dare un boccone di pane secco e nero a questi stessi figli scavezzacollo e perdigiorno, che si riducono solo a bocche da sfamare.

Ho letto di figli altrettanto arrabbiati ed esasperati dalle botte dei padri ubriachi e dalle continue lamentele delle madri..., tanto da inveire con furia contro di loro per farle azzittire; ragazzi che preferiscono starsene fuori a perdere tempo tutto il dì, pur di star lontani dalle mura crepate di una casa che di calore famigliare ne ha davvero poco.

Ho letto di come questi ragazzi di vita siano sì volgari, disgraziati, strafottenti, ladri, sporchi e brutti, che si vendano a far cose che non dovrebbero (con adulti privi di moralità), ma come altresì non smettano di essere dei miserabili vestiti di stracci, che si ammalano e muoiono totalmente soli, senza nessuno ad aiutarli, senza che qualcuno abbia cercato di tirar fuori quel po' di bene che di certo possiedono e che forse emergerebbe se una brutta sorte non piombasse loro addosso.

Un romanzo molto realistico, duro e spietato nel linguaggio, nelle scene descritte, che mostra senza veli e senza mezzi termini, senza addolcire nulla, senza ipocrisie e perbenismi, senza giudizi, la vita della gente povera in certi sobborghi di Roma, nell'immediato dopoguerra.

Un Pasolini diretto, che non si preoccupa di eventuali e probabili critiche e censure (che ha avuto infatti), che ci presenta un ritratto fin troppo onesto della vita quotidiana di ragazzacci senza gloria e senza sogni, che ogni giorno dovevano vedere come fare per raccattare qualcosa da mangiare o trovare un giaciglio su cui riposare; ragazzacci sboccati, che si rubano qualche soldo a vicenda, che commettono atti delinquenziali più o meno gravi sperando ovviamente di farla franca, e ridendoci anche su...

Pasolini ci racconta una Roma tutt'altro che invitante, non c'è nulla che ci restituisca il fascino della città eterna, perchè il giro che ci fa fare per le strade dei quartieracci romani è caratterizzato dalla bruttezza, dallo sporco, dalla volgarità, dalla povertà estrema, e tutto questo permea cose e persone: le case (ciò che ne resta) che stanno lì lì per venir giù, le vie puzzolenti e desolate, i bambini sciatti e magrolini, i ragazzi neri e con i panni lordi, le donne coi capelli unti, sgradevoli nel volto e negli atteggiamenti, gli adulti laidi e viscidi o ubriaconi e poveracci, le prostitute grasse e sudicie.

E tutto questo culmina nel linguaggio e nello stile immediati, veraci, pittoreschi, nell'uso abbondantissimo del romano (c'è il glossario dei termini romani a fine libro per chi non fosse avvezzo), che non ti permette di estraniarti dalla lettura ma pretende che tu lettore ne sia immerso totalmente, quasi sentendoti addosso tutta la negatività presente nella storia narrata.
Ammetto che certe volte il dialetto romano mi ha un po' distratta nella lettura ma allo stesso tempo ha reso tutto inevitabilmente più vero e spontaneo.

Consiglio la lettura di questo Pasolini a chi non cerca eroi belli, muscolosi e vincitori, donne sexy o innocenti, ambientazioni amene, intrecci ricchi di buoni sentimenti..., ma a chi non si tira indietro dall'infilarsi per qualche ora in un piccolo mondo che di magico non ha niente, in quanto popolato da persone non attraenti, bensì da un nugolo di perdenti che devono fare i conti con una sorte tutt'altro che buona e con una vita che sembra aver ben poco di bello da riservare loro.

Non cercate per forza una redenzione dei "cattivi", leggendo Pasolini.
Non cercate per forza il buono e il bello tra le sue righe.
Ci sono altri autori che possono darvi ciò.
Pasolini vi porta da tutt'altra parte. Sta a voi decidere se "sporcarvi le mani" o meno.

LeggendOrientale: OGGETTI SMARRITI di Liu Zhenyunè



Nuova uscita per Metropoli d'Asia: un romanzo «poliziesco intricato e cupo... La rete di inganni, finzioni e tradimenti che Liu Zhenyun costruisce nel suo romanzo ambizioso e complesso dà origine a una descrizione mirabile del mondo della malavita» Publishers Weekly


OGGETTI SMARRITI
di Liu Zhenyunè

Ed. Metropoli d'Asia
trad. P. Liberati
304
15 euro
Novembre 2015
«Era arrivato dallo Henan sei anni prima. A Pechino non lo legava un sentimento di affetto, ci era venuto per guadagnare e anche per allontanarsi dal luogo in cui aveva sofferto, ma anche un pezzo di ferro si riscalda, se tenuto sul cuore per sei anni. Ormai sognava più spesso di essere a Pechino che nello Henan. Sapeva che un giorno se ne sarebbe andato; nel bene o nel male dipendeva da quanti soldi avrebbe guadagnato, ma non avrebbe mai pensato di dover fuggire perché quel posto gli sarebbe potuto costare la vita. Una situazione che, a pensarci bene, non si era sviluppata in sei anni ma negli ultimi dieci giorni. Aveva perso un marsupio e trovato una borsetta, poi la situazione era cambiata. Gli era già successo in passato, ma di solito era una bazzecola che si ingrandiva o un’enormità che si sgonfiava. In sostanza, la natura essenziale non si modificava, una formica poteva diventare un’altra formica o tutt’al più trasformarsi in una mosca. Ma in questo caso la formica era diventata una tigre che, a un tratto, si era voltata e si era avventata su di lui. In quarant’anni di vita, a Liu Yuejin non era mai capitato. Aveva perso unmarsupio e ora rischiava di perdere la vita. Non riusciva ancora a capacitarsene».

Trama

Il protagonista di questo pirotecnico romanzo si chiama Liu Yuejin, è emigrato a Pechino dalla provincia dello Henan, fa il cuoco nella mensa di un cantiere e cerca di raggranellare qualche soldo in più facendo la cresta sulla spesa. 
Il denaro non è mai abbastanza, anche perché Liu Yuejin deve mantenere il figlio, di cui ha voluto l’affidamento dopo che la moglie lo ha lasciato per mettersi con un suo ex compagno di scuola, commerciante di liquori contraffatti. 
Quest’ultimo gli ha sottoscritto un pagherò di sessantamila yuan come risarcimento in cambio della moglie, cifra che Liu Yuejin dovrebbe poter incassare a breve e sulla quale conta per ricostruirsi una vita e conquistare Ma Manli, una stravagante parrucchiera di cui si è innamorato. 
Purtroppo, uno scippatore gli ruba il marsupio, che contenevail certificato di divorzio e il pagherò, e Liu Yuejin, allo scopo di recuperarlo, chiede dapprima aiuto alla polizia ma, visto che nessuno gli dà retta, tramite un suo amico entra in contatto con l’ambiente della mala pechinese per decidere, alla fine, dicercare il ladro in autonomia. 
Dopo mille peripezie lo individua, lo segue e assiste al suo furto in una villa. Lo blocca mentre scappa, sorpreso dai proprietari dell’abitazione, e quello si difende tirandogli dietro una borsetta che ha appena rubato. All’interno c’è una chiavetta USB che contiene dei filmati compromettenti su un giro di donne e tangenti che coinvolge personaggi influenti. 
I ruoli si capovolgono e Liu Yuejin comincia a essere braccato da varie figure tra le quali Fratello Cao, capo di una potente banda di malavitosi; Faccia blu, che gli aveva rubato il marsupio e che ora rivuole la borsetta; due investigatori privati al soldo di committenti diversi, insomma una ridda di personaggi maggiori e minori intorno ai quali la storia si sviluppa seguendo un ritmo quasi frenetico, in un susseguirsi di colpi di scena e smascheramenti, di gag esilaranti e conseguenze drammatiche.

L'autore.
Liu Zhenyunè nato nel 1958 in una famiglia contadina di Yanjin, nella provincia dello Henan, nella Cina centrale, si è laureato alla Facoltà di Lettere dell’Università di Pechino dopo cinque anni di arruolamento nell’Esercito popolare di liberazione. Inizia a scrivere nel 1982 ed è lo scrittore cinese che riesce a trasmettere nel modo più efficace gli aspetti contrastanti della società moderna e della cultura metropolitana e rurale della Cina, con un grande umorismo e un sarcasmo tagliente. Riceve i primi riconoscimenti negli anni Novanta per i suoi racconti brevi,opere rappresentative del neorealismo cineseche narrano le vicende all’interno delle aziende statali e del sistema burocratico. Tra i romanzi più noti, si segnalano Telefono cellulare (da cui è stato tratto l’omonimo film diretto da Feng Xiaogang nel 2003), Io sono Liu Yuejin (che è il presente romanzo, tradotto in italiano con il titolo Oggetti smarriti e pubblicato originariamente nel 2007), Una parola ne vale diecimila (vincitore del Premio letterario Mao Dun nel 2009, il massimo riconoscimento cinese per il romanzo) e Non sono una Pan Jinlian (2012).

giovedì 17 dicembre 2015

Anteprima e giveaway: «È così che si uccide», il romanzo di Mirko Zilahy in uscita il 4 gennaio 2016



Cari lettori, avete voglia di cimentarvi nei panni di un invstigatore e provare a vincere una copia in anteprima dell'attesissimo thriller «È così che si uccide», il romanzo di Mirko Zilahy in uscita il 4 gennaio 2016?

  1. Bene, andate anzitutto sulla Pagina Fb della C.E. Longanesi (il giveaway NON è qui sul mio blog ma è organizzato dalla Casa Editrice)


     2. Condividi il video e commentalo con la tua ipotesi sul caso criminale a cui è legato indicando arma del            delitto, luogo del delitto, vittima e assassino.

Hai tempo fino alle 12 di venerdì 18 dicembre. 

Gli autori delle risposte più originali – scelte a giudizio insindacabile dell’autore – riceveranno una copia speciale fuori commercio del romanzo, di cui adesso vi dirò la trama ^_-


E' COSI'CHE SI UCCIDE
di Mirko Zilahy


Ed. Longanesi
USCITA:
4 GENNAIO 2016

Trama

Una donna viene trovata uccisa ma identificarla è impossibile: chi l'ha uccisa l’ha fatto con la cura meticolosa di un chirurgo, usando i propri affilati strumenti per mettere in scena una morte. 
Come se volesse mettere in scena uno spettacolo.
Lo sa bene il commissario Enrico Mancini, specializzatosi a Quantico in crimini seriali.
Lui sa nascondere perfettamente i suoi dolori, le sue fragilità, ma ha una "devbolezza": posare gli occhi sui poveri corpi vittime della cieca violenza altrui senza riuscire ad abituarsi a quell’odore. 
L’odore dell’inferno.
Così, Mancini rifiuta il caso, convinendosi che non si tratti di un killer seriale. Anche se il suo istinto, dopo un solo omicidio, ne è certo. 
E l’istinto di Mancini non sbaglia: è con il secondo omicidio che la città piomba nell’incubo. 
Il commissario è costretto ad accettare l’indagine, sperando di riuscire a fermare l’omicida prima che il suo disegno si compia. 

Prima che il killer mostri a tutti – soprattutto a lui – che è così che si uccide.

L'autore.
Mirko Zilahy è nato a Roma nel 1974. Laureato in Lingue e Letterature Straniere, ha conseguito un PhD in Italian presso il Trinity College di Dublino dove ha insegnato Lingua e Letteratura italiana. È cultore di Lingua e Letteratura inglese presso l’Università per Stranieri di Perugia. Ha pubblicato saggi su autori irlandesi e interventi su scrittori italiani contemporanei. È traduttore letterario dall’inglese (Fazi, Nutrimenti, Rizzoli, minimum fax, Longanesi) editor e consulente editoriale. Nel 2014 ha tradotto Il Cardellino di Donna Tartt per Rizzoli.Il suo romanzo d'esordio E' così che si uccide uscirà per Longanesi il prossimo Gennaio 2016, ed è in corso di traduzione in Germania (Bastei Luebbe), Spagna (Alfaguara), Francia (Presses de la cité), Turchia (Dogan Kitap) e Grecia (Patakis).
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