martedì 25 dicembre 2018

ANTEPRIME NOIR/THRILLER - Dal 10 gennaio: RIEN NE VA PLUS di Antonio Manzini || Dal 22 gennaio: L’UOMO DELLE CASTAGNE di Soren Sveistrup




Un nuovo capitolo del grande Romanzo di Rocco Schiavone, un uomo duro, ruvido, cinico ma con una umanità insospettabile.


RIEN NE VA PLUS
di Antonio Manzini


Sellerio Ed.
320 pp
14  euro
IN LIBRERIA
10 GENNAIO 2019
Scompare, letteralmente nel nulla, un furgone portavalori. Era carico di quasi tre milioni, le entrate del casinò di Saint-Vincent. Le dichiarazioni di una delle guardie, lasciata stordita sul terreno, mettono in moto delle indagini abbastanza rutinarie per rapina.
Ma nell’intuizione del vicequestore Rocco Schiavone c’è qualcosa – lui la chiama «odore» – che non si incastra, qualcosa che a sorpresa collega tutto a un caso precedente che continua a rodergli dentro.
«Doveva ricominciare daccapo, l’omicidio del ragioniere Favre aspettava ancora un mandante e forse c’era un dettaglio, un odore che non aveva percepito».
Contro il parere dei capi della questura e della procura che vorrebbero libero il campo per un’inchiesta più altisonante, inizia così a macinare indizi verso una verità che come al solito nella sua esperienza pone interrogativi esistenziali pesanti.
Il suo metodo è molto oltre l’ortodossia di un funzionario ben pettinato, e la sua vita è piena di complicazioni e contraddizioni. Forse per un represso desiderio di paternità, il rapporto con il giovane Gabriele, suo vicino di casa solitario, è sempre più vincolante. Lupa «la cucciolona» si è installata stabilmente nella sua giornata. Ma le ombre del passato si addensano sempre più minacciose: la morte del killer Baiocchi, assassino della moglie Marina, e il suo cadavere mai ritrovato; la precisa, verificata sensazione di essere sotto la lente dei servizi, per motivi ignoti.

Sembra che in questo romanzo molti nodi vengano al pettine, i segreti e i misteri; ed in effetti, intrecciate al filone principale, varie storie si svolgono. Così come si articolano le vicende personali (amori, vizi, sogni) che sfaccettano tutti gli sgarrupati collaboratori in questura di Rocco.
Una complessità e una ricchezza che danno la prova che Antonio Manzini si proietta oltre il romanzo poliziesco, verso una più universale rappresentazione della vita sociale e soprattutto di quella psicologica e morale. Ed è così che il personaggio Rocco Schiavone, con il suo modo contorto di essere appassionato, con il suo modo di soffrire, di chiedere affetto, è destinato a restare impresso nella memoria dei suoi lettori.

L'autore.
Antonio Manzini, scrittore e sceneggiatore, ha pubblicato i romanzi Sangue marcio e La giostra dei criceti, quest'ultimo pubblicato da Sellerio nel 2017. La serie con Rocco Schiavone è iniziata con il romanzo Pista nera (Sellerio, 2013) cui sono seguiti La costola di Adamo (2014), Non è stagione(2015), Era di maggio (2015), Cinque indagini romane per Rocco Schiavone (2016), 7-7-2007 (2016), Pulvis et umbra (2017), L'anello mancante. Cinque indagini di Rocco Schiavone (2018), Fate il vostro gioco (2018) e Rien ne va plus (2019). Nel 2015 ha pubblicato Sull’orlo del precipizio in altra collana di questa casa editrice.



80mila copie vendute in Danimarca nei primi tre mesi di uscita, in corso di pubblicazione in 26 paesi,  arriva in Italia l’attesissimo debutto internazionale dell’autore di The killing, la serie tv che ha cambiato il modo di fare thriller.



L’UOMO DELLE CASTAGNE
di Soren Sveistrup



Rizzoli Ed.
Trad. di B. Berni
576 pp
20 euro
IN LIBRERIA
22 GENNAIO 2019
Un navigato agente di polizia, a una settimana dalla pensione, si ferma davanti alla fattoria di un vecchio conoscente, nei dintorni di Copenaghen. 
Qualcosa non va. 
Un maiale morto è lasciato lì. Non si fa così, in campagna. 
Apre la porta d’ingresso, socchiusa, con due dita, come nei film. Per vedere una cosa che non avrebbe mai voluto vedere: sangue, un cadavere mutilato, altri corpi da scavalcare. 
Cammina fino all’ultima stanza, dove centinaia di omini fatti di castagne e fiammiferi – infantili, incompleti, deformi – lo guardano ciechi. 
Stravolto, si chiude la porta alle spalle, senza sapere che l’assassino lo sta fissando. 

Così si annuncia, spaventosa, la storia dell’Uomo delle castagne, un thriller di grande livello, il primo romanzo di Søren Sveistrup, autore della serie tv The Killing – il cult mondiale che ha appassionato milioni di spettatori – e sceneggiatore dell’Uomo di Neve, il film tratto dal romanzo di Jo Nesbø. Un’invenzione narrativa complessa, un assassino disumano che si muove nel fondo di questo libro con una cupezza senza eguali, un’indagine condotta con angosciata bravura da due detective – uomo e donna, lui e lei – costretti a scendere mille gradini per comprendere come un’ossessione perfetta può deviare la mente di un individuo. 
Nemmeno Hitchcock. Perché poi un grande thriller nasce soltanto da un magnete, un chiavistello del male che attira, che vi attira inesorabilmente là, nella stanza degli omini che dondolano. 
Un capitolo vi lascerà il gusto di essere su una pista possibile e il seguente vi dirà di cambiare strada. Perché l’Uomo delle castagne ha pensato a tutto e ricorda ogni cosa. Gli altri, finti innocenti, hanno dimenticato.


L'autore.
SØREN SVEISTRUP è nato a Copenaghen nel 1968. Adottato quando era ancora molto piccolo, ha trascorso l’infanzia sull’isola remota di Thurø, a sud della Danimarca. Ha scelto la strada della sceneggiatura perché “puoi usare tutto quello che sei, che ti porti dietro, tutti i sentimenti, e farci qualcosa. Capirlo è stata una grande liberazione”. L’uomo delle castagne è il suo primo romanzo, un grande successo in patria tradotto in 25 paesi.




lunedì 24 dicembre 2018

Recensione: LEI CIOE' IO di Antonella Amato



Versi che mettono a nudo l'anima dell'Autrice, le sue contraddizioni, i suoi pensieri più profondi, le sensazioni intime, i tormenti, le sfide e le piccole vittorie, l'amore dato e non ricevuto: parole che scaturiscono da un cuore traboccante e che "parlano" di vita, di morte, di gioie e dolori, di eros e di amore, di famiglia e d'amicizia.



LEI CIOE' IO
di Antonella Amato




Kimerik Ed.
96 pp
12.60 euro
Sono oltre 60 le poesie che compongono questa raccolta in cui l'autrice esordiente Antonella Amato ha riversato tanta parte di sè e ha deciso di condividerla con i lettori, di rivelarci i suoi pensieri più intimi, spaziando tra diverse tematiche, tutte appartenenti ugualmente a ciò che rende ciascuno di noi quel che è: l'Amore, l'Amicizia, gli affetti famigliari, la sensualità, ma vi sono anche composizioni nate semplicemente soffermandosi sulla notte, sul mare, sulle stagioni, sul Mito.

Ed è così che, di pagina in pagina, leggiamo nell'anima di chi scrive, assaporando le sensazioni evocate da parole e immagini, che, in un suggestivo meccanismo di proiezione, ci riportano a situazioni e personaggi leggendari, divini e/ umani, lontani da noi eppure vicini per sentimenti, patemi, sospiri e desideri.
Lo è ad es. Sisifo, che col suo fardello eterno che non smette di cadergli addosso, diviene in un certo senso simbolo delle quotidiane fatiche cui l'uomo va incontro nella propria esistenza, fatiche che necessariamente richiedono sforzi immani e che a volte sembrano inutili..., ma - ci ricorda l'Autrice -


"la vita è proprio il sudore di questa eterna fatica non la conquista della vetta ambita ma la fiera, dignitosa lotta per raggiungerla".

Ma non è solo il Mito a stuzzicare l'immaginazione: a volte basta guardare la Notte, con le sue ombre scure che invitano a lasciarsi cullare dalle dolci braccia di Morfeo o a restar desti per abbandonarsi al flusso di pensieri, lievi o tormentati, o alle speranze che il nuovo giorno tanto atteso porterà con sè.

A uno sguardo sensibile basta indugiare su come la Natura cambi vestito con l'alternarsi delle Stagioni per sentirsi parte di queste mutazioni, che siano le foglie morte che si staccano dai rami e che rassomigliano alla vita stessa, nella sua natura mutevole:

"sono anch'io parte di questa natura,anch'io muoio e rinascerò... forse..."


...o la Primavera, con il carico di speranza che si porta dietro e che contiene in sè un'attesa di rinascita capace di spazzar via il gelo e la solitudine dell'Inverno.

Emerge in questi versi - in cui chi scrive scava non solo dentro di sè ma anche in ciò che le è intorno per ritrovarvi un senso, un valore personali - l'amore per la propria terra, per le proprie radici, che non si possono recidere perché determinano non poco ciò che siamo.

E non possono mancare poesie dedicate alle figure più importanti, che siano i genitori, una sorella, le amiche più care: parole vere, che scaturiscono da un cuore che si denuda e che non nega le delusioni o le piccole grandi mancanze sofferte ma che, allo stesso tempo, riconosce tutto l'amore presente in questi affetti fondamentali; mi ha toccato molto la poesia "Madre", in cui il lettore ritrova tutta la bellezza di quell'amore meraviglioso e unico nella sua imperfezione, perchè non ci sono altre braccia se non quelle materne capaci di rammentarci chi siamo, da dove veniamo.

Ma c'è anche l'Amore sensuale, erotico, impregnato di sensazioni vivide, struggenti, che accendono i sensi, consumano il cuore, regalano dolore e piacere e di essi abbiamo bisogno in egual misura,  anche quando l'amore tanto agognato è negato e ciò che resta è solo il ricordo dei brividi provati nei momenti ardenti di passione.

A me piace leggere poesie e ho molto apprezzato queste perchè credo rispecchino pensieri, stati d'animo, emozioni, lacrime, ricordi, desideri... di ciascuno di noi; sono espressi con eleganza, passione, sentimento, sincerità, perchè l'Autrice si mette a nudo senza riserve e questo si avverte, rendendo questi versi intensi, capaci di evocare immagini vivide nel lettore.

Ringrazio la C.E. Kimerik Edizioni per questa gradita copia omaggio e ne consiglio la lettura a quanti hanno voglia di lasciarsi scaldare il cuore dal pathos che attraversa questo piccolo libro, e in cui, in un'alternanza tra buio e luce, tra gioie e tormenti, assaporiamo e riviviamo tutta la splendida complessità della psiche umana, della vita stessa, e in essa possiamo ritrovare qualcosa di noi.

domenica 23 dicembre 2018

Segnalazioni Editoriali (narrativa, fantasy, storico)



Cari lettori, torno con alcune segnalazioni da proporvi.



È in libreria il romanzo "Rugiada, la voce di Roma" di Mara Bruno, edito da AG Book Publishing.


RUGIADA, LA VOCE DI ROMA
di Mara Bruno



AG Book Publishing
204 pp
18 euro
È il 20 settembre del 1870. Una giornata importante per la storia di Roma, che sta per essere annessa al Regno d’Italia, e anche per Rugiada, giovane trasteverina dalla bellezza eterea e dalle grandi doti vocali. 
Mentre i bersaglieri entrano attraverso la Breccia di Porta Pia, segnando la fine del potere temporale dei Papi, lei scopre qualcosa che le cambia la vita e la spinge a perdersi per poi rinascere, a conoscere se stessa, a comprendere i rapporti con i suoi familiari e a scoprire l’amore. 
Un turbinio di avvenimenti scuote la Città Eterna, stravolta e ferita anche da una delle più devastanti alluvioni provocate dall’esondazione del Tevere, nel dicembre dello stesso anno. 
Con il suo canto, Rugiada esprimerà i sentimenti di una città travagliata, in procinto di cambiare volto, e abbandonerà le vesti di ingenua ragazza per diventare una donna consapevole e determinata. Sarà la voce di Roma.

L'autrice.Mara Bruno nasce a Roma nel 1977. Si laurea in Scienze dell’Educazione e inizia a lavorare come Educatrice Professionale negli asili nido e nelle scuole materne, per poi perfezionarsi come Assistente Educativa Specialistica e occuparsi degli adolescenti diversamente abili negli istituti superiori. La sua professionalità si estende anche al mondo degli anziani, con i quali lavora in diverse case di riposo. Realizza un importante progetto di “narrazione creativa”, attraverso il quale sono invitati a raccontare di sé e a inventare fiabe e poesie da trasmettere ai più giovani. Di recente, ha conseguito il titolo di Tutor DSA per dedicarsi ai bambini e ragazzi con disturbi dell’apprendimento, proponendo un metodo di studio basato sulla creatività, l’aspetto motivazionale e il lavoro manuale. Per AG Book Publishing ha pubblicato le favole La strega Dora e Titina e la paura del buio, nella collana “La Biblioteca delle Fate”, e il raccontoUn’estate a Villa Pamphilj.



Novemila Chilometri è un romanzo di formazione con toni ora riflessivi ora ironici, che vede al centro Greta, una giovane donna alla ricerca del proprio equilibrio, circondata da una famiglia 'strampalata'. Il viaggio interiore della protagonista culminerà con un viaggio vero e proprio al largo del Madagascar. La storia di svolge ai giorni nostri in una città di mare imprecisata.



NOVEMILA CHILOMETRI
di Raffaella Zinelli


Intrecci Edizioni
128 pp
12 euro

Greta sta cercando di metabolizzare la fine di una relazione ed intraprenderà un percorso interiore che culminerà con un viaggio fuori dai soliti schemi. 
La meta è un'isola al largo del Madagascar, a novemila chilometri da casa. 
A far da contorno una famiglia strampalata: la sorella Metusa, cocainomane amante dell'arte e sconquassata da disturbi alimentari, il padre Agasi, anaffettivo e devoto solo alla gatta Matiuzza, la madre Tanda, un avvocato agguerrito e fagocitato dal lavoro ed una figura misteriosa, l'uomo con il cane. 

Un racconto ironico e amaro allo stesso tempo alla ricerca del vero significato della vita.







LA GRANDE CASA BIANCA 
di Maurizio Gramolini



 Cavinato Editore International.
204 pp
18 euro
Ottobre 2018
Il romanzo, ambientato in un lasso di tempo che va dall'epoca etrusca ai giorni nostri, racconta la storia di un luogo leggendario, in Toscana, che consente il passaggio delle anime dei morti. 
Il flusso si blocca e la famiglia residente sul colle in questione rischia di subirne le conseguenze. 
Sarà necessario un viaggio in un'altra dimensione, coadiuvato dall'intervento di un potente medium e un estremo sacrificio per tentare di chiudere il varco tra la terra dei morti e quella dei vivi.

Una grande casa sulla sommità di un colle a picco sul mar Tirreno, teatro dell’epopea di una famiglia, custode inconsapevole dei segreti di un’antica leggenda, attraverso anni e generazioni, in una Toscana misteriosa e incantata.
Dall’Era degli Etruschi, un varco aperto per il passaggio delle anime dei morti...

Un potente medium che catalizzerà le forze nel tentativo di chiudere il varco.
Una lotta epica tra il Bene e il Male, al termine di un terribile viaggio in una dimensione parallela.


L'autore.
Nasce a Milano nel 1958, razza mista tosco-marchigian-piemontese bordata di svizzero.
Da sempre grande lettore, afferma che scrivere lo ha sempre divertito, infatti, dalle
elementari alle medie, i suoi temi venivano regolarmente pubblicati sui vari giornalini
scolastici. Al Liceo no, pare fosse antipatico all’insegnante d’italiano.
Ha tentato le prime pubblicazioni incoraggiato dalla moglie e, dopo che alcuni suoi racconti
erano stati selezionati in qualche concorso letterario, ha ritenuto giusto fargliela pagare
scrivendo un romanzo di cui lei è coprotagonista/ così impara.
Lavora in un’azienda televisiva occupandosi di tutt’altro che scrivere romanzi o qualsivoglia
altro afflato artistico. Appassionato e rumoroso strimpellatore di chitarra, ama l’hard rock e il rock blues anni ’70 al punto tale da aver costretto uno dei figli a imparare a suonare la batteria per mettere insieme una band ancora oggi in attività.



LA RAGAZZA DEL TRIANGOLO BIANCO
di Massimo Taras



Bertoni Ed.
15 euro
Dicembre 2018

La ragazza del Triangolo Bianco è un romanzo storico che, attraverso l'espediente di un'intervista, trasporta il lettore all’epoca della Seconda guerra mondiale, all’interno di un campo di transito Tedesco del Nord Italia realmente esistito, presentando una vicenda d’amore, amicizia e violenza.

Una storia in cui il sentimento riesce a prevalere sulle condizioni proibitive di un lager tedesco, cercando di far capire ancora una volta cosa significò quell’inferno, ma soprattutto raccontando la capacità di chi, invece, era pronto a vivere un sentimento d’amore in mezzo a tanto odio.





Altro romanzo storico: un libro che ripercorre la vita e le imprese, politiche e militari, dell’imperatore che portò l’impero romano alla sua massima estensione, contribuendo alla rinascita economica, sociale e culturale dell’Urbe e delle province, tanto da fare di Marco Ulpio Traianoil princeps fra i più amati dal popolo e consentire alla sua immagine, a diciannove secoli dalla sua morte, di continuare a risplendere.



TRAIANO. Il sogno immortale di Roma
di Gianluca D'Aquino


Epika ed.

Discendente di uno dei soldati romani insediati in Spagna, a Italica, città fondata da Scipione l'Africano, Marco Ulpio Traiano compie una inesorabile ascesa al potere: senatore, generale e poi imperatore di Roma e di tutto l'impero.
La grande storia di un uomo che non perse mai la capacità di sognare e nonostante le conquiste continuò a bramare l'eternità, sognando di emulare e superare le imprese di Alessandro Magno, non dimenticandosi mai di operare per instaurare il principato migliore che il suo popolo potesse desiderare.
A diciannove secoli dalla sua morte, la figura di Marco Ulpio
Traiano non ha smesso di risplendere.





sabato 22 dicembre 2018

Recensione: QUEL CHE RESTA DEL PECCATO di Matthias Graziani



Tra le innevate montagne attorno a Bolzano è acquattato un serial killer, che ha cominciato a mietere vittime e a lasciare pochi e enigmatici indizi dietro di sè; a battere ogni pista possibile per cercare di prenderlo c'è l'ex-poliziotto Kurt, con un passato ingombrante alle spalle e fantasmi che non accennano a lasciarlo in pace.  E se proprio in essi ci fosse la chiave giusta per risolvere l'enigma dell'assassino?



QUEL CHE RESTA DEL PECCATO
di Matthias Graziani



Ed. La corte Editore
269 pp
16.90 euro
Ottobre 2018
"Compresi che dare un nome a un assassino era utile, perchè chiamarlo mostro lo rendeva intangibile, superiore. Un nome lo rende reale, e se qualcuno esiste può essere sconfitto".

Kurt Vinciguerra è un poliziotto in congedo, mezzo italiano e mezzo tedesco, da sempre noto nell'ambiente professionale come uno senza regole, che fa un po' come gli pare: frequenta luoghi poco raccomandabili, beve decisamente troppo, agisce facendo saltare ogni schema e reagisce senza pensare, con conseguenze non sempre favorevoli.

E' sposato ma ancora per poco; sua moglie Laura infatti l'ha lasciato e, nel corso della lettura, comprendiamo che è successa una cosa tra loro drammatica e pesante da gestire, che ha finito per logorare il loro rapporto fino a condurli alla separazione.
Adesso ognuno si fa la sua vita, anche se ogni tanto Kurt - che ha amato molto l'ex - sente il bisogno di sentirla per sapere se almeno lei sta riprendendo in mano la propria esistenza, se è più serena senza di lui.

Quando ritorna da Ferrara a Bolzano ad attenderlo c'è l'amico di sempre, il commissario Battista, che gli fa sapere di aver fatto il suo nominativo alla Squadra mobile della Polizia affinchè gli sia assegnato un caso che si prospetta di difficile soluzione: durante la notte del Sacro Cuore, nei boschi fuori città, un uomo e una donna vengono trovati morti. Sono stati assassinati in modo brutale: lei strangolata, con i vestiti addosso; lui colpito con ferocia inaudita con una sprangata in volto; è completamente nudo e il volto è praticamente irriconoscibile; aspetto ulteriormente inquietante: attorno al collo di lui sono stati appesi due teste di cuccioli di pastore tedesco...

"C'è sempre qualcosa di stregato e di malvagio in una scena del crimine. E' come un'epidemia: tutto quello che ti sta attorno, lentamente, viene contagiato. Un perimetro in cui la malvagità sfuma dissolvendosi nella normalità. Ed è su quel confine che si trova la memoria del killer, la fonte del suo piacere. Io dovevo trovare quel confine."

Con l'occhio "clinico" che gli appartiene, il sangue freddo e la lucidità con la quale ha sempre risolto i casi, Kurt da subito analizza gli aspetti peculiari della scena del delitto, i particolari che suscitano domande, dubbi, e insieme alla nuova partner Vanessa, una ragazza tanto bella quanto sfacciata, comincia a mettersi sulle tracce del killer. 
La stampa ha già provveduto a soprannominarlo Schäferhund: il Pastore Tedesco, per via delle teste appese ai lati di una delle vittime; grazie all'attenzione a dettagli non irrilevanti, Kurt e Vanessa iniziano a percorrere le prime possibili piste, e una di questa li conduce dritti dritti nel mondo dei bikers, composto da motociclisti rozzi, violenti, dediti all'uso di stupefacenti, alcool a fiumi, che si trastullano con giovani prostitute e vanno in giro a creare casini; ma soprattutto, Kurt deve confrontarsi con le faide tra bande nemiche di bikers, pronte a scannarsi a vicenda alla prima occasione.

Viene quindi travolto da una guerra tra bandidos, tra gruppi di motociclisti arrabbiati, alcolizzati, criminali armati fino ai denti; gente che ti fa accapponare la pelle solo a guardarla da lontano e dalla quale normalmente ti tieni alla larga; ma non Kurt, che ha le sue ottime ragioni per non farsi impaurire da nulla, e che ha intuito come ci sia un collegamento tra almeno una delle vittime e il mondo dei bikers.
Non solo, ma proprio mentre se ne va in giro a far domande scomode e a mettersi nei primi guai, assiste a scene poco edificanti: il tentativo di uccidere un neonato, una giovane prostituta (che somiglia tanto alla vittima del bosco...) nelle mani di un manipolo di bestie che la trattano come un oggetto privo di alcun valore, e in seguito un biker sottoposto per ritorsione a efferate torture e lasciato a bruciare tra le fiamme come una torcia umana.

Intanto, lo Schäferhund non si ferma e un altro luogo (sempre boscoso) diviene teatro di una orribile scena delittuosa...; ma cosa ancor più misteriosa ed angosciante è che lo stesso Kurt si trova ad essere vittima in prima persona del progetto folle e lucido insieme dell'omicida: una notte, infatti, mentre è nella stanza dell'alberghetto nel quale alloggia, viene aggredito e si risveglia in una vasca da bagno con una ferita chirurgica alla schiena... e un "corpo estraneo" conficcato dentro di sè...

Svegliatosi dopo un coma di sei mesi, la missione di trovare il serial killer diventa un fatto anche personale: che messaggio ha voluto lasciargli il "Pastore tedesco" coinvolgendolo in modo così diretto e violento, arrivando a colpirlo fisicamente ma lasciandolo in vita? Sta forse sfidando apertamente il nostro investigatore a trovarlo?

Kurt è un poliziotto particolare: intuitivo, dotato di grande acume, sa come mettersi dalla parte dell'assassino per coglierne i modi di pensare, prevederne le azioni, intuire le motivazioni dei suoi comportamenti attraversati da una lucidità malvagia.
Ma questa volta, anche uno come lui - che pare non scomporsi davanti a nulla, abituato com'è al peggio che c'è nell'essere umano, a prendere la vita a muso duro, di petto, e a ironizzarci su, quando è possibile - dovrà accettare che la verità si cela lì dove mai avrebbe immaginato potesse annidarsi, e che lui è personalmente coinvolto nella serie di macabri omicidi più di quanto riesca a ipotizzare...

Kurt è un ragazzo sveglio, con un grande senso dell'umorismo, capace di sdrammatizzare anche le situazioni più difficili, ma non lo fa per superficialità: è un suo modo (secondo me, ovvio) di affrontare cose più grandi di lui, per non lasciarsene sopraffare; il suo passato, come dicevo più su, è un fardello pesante che rischia davvero di schiacciarlo, e anzi già lo ha reso più cinico verso la vita, i rapporti umani (con le donne, in primis), ma allo stesso tempo egli non ha smesso di andare avanti nonostante una parte di sè sia morta quel giorno e a causa di quella cosa accaduta a lui e a Laura (di cosa si tratti lo sapremo verso la fine del libro).

Saranno proprio i suoi demoni interiori, gli incubi di cui non si libererà mai definitivamente a fornirgli la chiave per risolvere tutto, e forse proprio in questo modo riuscirà ad attraversare l'orrore inimmaginabile che una mente contorta ha costruito per colpire proprio lui.
Per Kurt si avvicina inesorabile il momento di fare i conti con ciò che è ancora sospeso nella sua vita.

Tra queste pagine il lettore viene immerso in un contesto suggestivo, come sanno esserlo i monti innevati, i boschi desolati, le notti gelide rischiarate da falò, ma anche crudo, violento, terribilmente realistico, qual è quello dei locali malfamati, delle bande di centauri che, a cavallo delle loro Harley, scorrazzano tronfi e incattiviti, pronti ad azzuffarsi, a sballarsi, a sparare e commettere azioni criminali, colpendo anche donne o bambini.
E in questo clima duro e feroce, il protagonista conquista il lettore con il suo carattere determinato e insicuro insieme, serio all'occorrenza ma anche molto ironico e scherzoso; egli si presenta come una sorta di eroe sui generis: Kurt non è il poliziotto senza macchia, l'investigatore serioso e ligio al dovere; non è propriamente un'anima candida ed è disposto a infilarsi in situazioni discutibili pur di raggiungere uno scopo che ritiene giusto, andando fino in fondo e sfidando il pericolo, ma proprio queste sue "imperfezioni" ce lo rendono più umano e sicuramente anche più simpatico!

Ad uno scanzonato come lui non poteva che affiancarsi una donna come Vanessa, procace ma molto pratica, poco incline ai sentimentalismi e con un modo di ragionare e parlare molto mascolini, che stuzzicano Kurt e divertono il lettore.

Un thriller ben costruito, con un protagonista particolare e interessante, dal ritmo incalzante e che alla fine riserva un bel colpo di scena.

Ringrazio la C.E. La Corte Editore per l'opportunità di leggere questo romanzo, che consiglio, in special modo agli amanti del genere!

venerdì 21 dicembre 2018

Novità Kimerik Edizioni (dicembre 2018)




Buongiorno!!
Eccomi con un paio di segnalazioni di dicembre Kimerik Edizioni.


SC E LA MALEDIZIONE DEL TERZO OCCHIO
di Emanuela Molaschi



Kimerik Ed.
444 pp
15.90 euro
Lei potrà vivere come non magica senza sapere che in un altro luogo vivrà come maga.
Avrà la vita che voleva e l’avrà dopo un grave episodio doloroso della sua precedente esistenza da normale. 
Dopo quel momento, le parti divise saranno una, i ricordi della vita non magica si cancelleranno e resterà strega, così la sua famiglia, che da sempre è la prescelta, crederà di aver avuto per figlia una maga. 
Questa è la profezia su colei che presto conoscerete, una ragazza dai capelli schiariti da grande e scuri da piccola, che scordando molto della sua vita passata imparerà tanto altro sul mondo magico. 
Fino a un’età ha vissuto due vite, di cui una segreta anche a lei stessa, ma dopo un evento di grande dolore a noi non noto, ella diverrà soltanto la custode. 


L'autrice.
Nata il 28 febbraio 1993, Emanuela Molaschi inizia a scrivere fin da bambina per lavori e progetti vari organizzati dalle scuole elementari. Nel 2008 pubblica nell’antologia Spazio a chi sa scrivere Spiragli 68 (ed. Nuovi Autori) un racconto breve. Nel 2009, per lo stesso editore, pubblica un libro tutto suo intitolato Salvate la Scuola. Infine, nel 2011 dà alle stampe La scuola del falco. Dal 27 ottobre 2014 è presidentessa di un’associazione per non vedenti e ipovedenti.



IN EQUILIBRIO SUI BORDI DELL'ANIMA
di Silvia De Lorenzis

Ed. Kimerik
100 pp
13.60 euro
Attraverso la scrittura, Silvia De Lorenzis ha fatto un viaggio nella sua anima, un percorso impegnativo che le ha insegnato a osservare la vita con occhi diversi, gli occhi del cuore, gli unici in grado di guardare oltre le apparenze e capaci di rivelare l’essenza di ogni cosa. 
In questo lungo viaggio interiore ha imparato a conoscersi, ad ascoltarsi, ad accettarsi e soprattutto ad amarsi. Consapevole di avere diritto a un’unica preziosa vita, Silvia ha scelto di viverla tra le braccia dell’amore, prima per se stessa e poi per chi, ogni giorno, sceglie di camminare a un passo dal suo cuore. 



L'autrice.
Silvia De Lorenzis è un'assistente sociale, una persona estremamente sensibile e sempre pronta ad aiutare gli altri, passionale, affettuosa, sognatrice, amante della musica e appassionata di libri e letteratura. Ha iniziato a scrivere quando era una bambina. È cresciuta dipingendo i suoi pensieri e le sue emozioni sulle pagine segrete di un diario, fedele compagno del suo viaggio senza fine tra gli infiniti paesaggi dell’anima.


giovedì 20 dicembre 2018

Recensione: RESPIRA CON ME di Gabriele Morandi



Una storia misteriosa e angosciante ambientata nella Firenze dei nostri giorni, ricca tanto di fascino quanto di oscure e antiche leggende su cui grava la sgradevole e spaventosa presenza della Morte, della nera signora con la falce che miete vittime senza pietà.



RESPIRA CON ME
di Gabriele Morandi 



Intrecci Ed.
185 pp
12 euro
Nessuno di loro, al momento in cui si ritrovò proiettato in quella storia, aveva creduto fino in fondo che quella stramba leggenda fosse vera. Tutti avevano dato per scontato che gli eventi fossero frutto del caso, avevano detto che potevano capitare, ma non a loro".
È l’11 novembre (l’anno non è indicato), siamo a Firenze e la prima scena davanti alla quale viene messo il lettore è quella di un ragazzo, di cui conosciamo solo il nome e la nazionalità (l’americano Edward), che sta cercando di fuggire a quel che sembra essere un destino scritto in modo irreversibile e che “puzza di morte”; ma, ahilui, a ricordargli di come non sempre l’uomo sia libero di decidere né come vivere e neanche come morire, ci pensano tre losche e malefiche figure, che lo accerchiano, pronte a fare del suo corpo un mucchio di brandelli irriconoscibili…

Pochi mesi dopo, siamo ancora nel capoluogo toscano e il protagonista è un giovanotto italo-americano, 
Thomas, laureato in Storia dell’Arte e in procinto di tornarsene negli States, quando qualcosa di inaspettato gli fa cambiare idea: senza che lui sappia come e perché, riceve un’allettante offerta di lavoro da parte di una bizzarra agenzia della città, la Betelgeuse, situata nell’imponente Palazzo della Medusa.

Sin dall’ingresso nella struttura - che al suo interno rivela una ricchezza artistica affascinante ma anche mai vista prima e sicuramente inquietante - e dai primi contatti con chi vi lavora (dipendenti e superiori), capisce di essere capitato in una... gabbia di matti!

Custodi strambi e strafottenti, segretari enigmatici e di poche parole, superiori che alternano atteggiamenti cortesi ad altri decisamente ruvidi e maleducati…: insomma, la prima impressione non è proprio ottima, ma Thomas decide ugualmente di darsi un’opportunità all’interno della ditta.

Di cosa si occuperà? Quella che dovrebbe essere una domanda ovvia e di facile risposta, si rivela invece un quesito inutile, che ottiene indicazioni assolutamente vaghe e, per molti versi, ridicole: Thomas intuisce a grandi linee che la Betelgeuse dichiara di valutare progetti, ipotesi, idee… alternative, creative e talvolta assurde, per capire se siano innovative e meritevoli di essere sostenute o meno. Thomas sarà un verificatore di questi possibili progetti pseudoscientifici.

Il tipo di mansione, quindi, non pare particolarmente difficile e la paga è buona: perché non provarci? Al massimo, se si stufa, può sempre andarsene, no…?

Una vocina sussurra insistentemente nelle orecchie di Thomas di scapparsene a gambe levate: quello che sembra un buon lavoro potrebbe rivelarsi un vero e proprio incubo! 

A insinuargli dubbi contribuiscono svariati fattori: non solo i comportamenti strani (al limite del bipolarismo) di tutti, a partire dai superiori (come il sussiegoso Coverdali, o l’arroganza e maleducazione della “dottoressa” Colleoli), ma lo stesso palazzo è come se avesse una vita propria, un’anima: tra le sue mura sembrano prendere vita immagini terribili, di gente che soffre e che è a un passo dalla morte, salvo poi sparire un attimo dopo e fargli credere di avere avuto un’allucinazione.

Come se non bastasse, alle sensazioni sgradevoli avute si aggiunge anche un biglietto anonimo che lo mette in guardia da un pericolo non meglio specificato e che dovrebbe avvenire in una data specifica: “Guardati dall’11 novembre!”. 

Cosa vuol dire? Chi potrebbe minacciare la sua vita? E perché poi proprio in quel giorno di novembre? 

Thomas è solo a Firenze; a dire il vero, è solo in generale, non ha famigliari stretti ma riesce a fare amicizia con una collega, la bella Elvira; inizialmente, anche lei sembra un po’ “matta” e sopra le righe come gli altri dipendenti, però poi i due cominciano a frequentarsi fuori e il ragazzo si convince di potersi fidare della ragazza, con la quale condivide dubbi, pensieri, stati d’animo e sensazioni in merito al palazzo in cui si trova questa anomala ditta per la quale entrambi lavorano.

Tanto l’azienda quanto il palazzo (apparentemente, visto da fuori, è un condominio come tanti) sembrano non esistere ufficialmente…, e cosa ancor più allarmante, cominciando a indagare sui due nomi riportati nel biglietto-avvertimento, Thomas si ritrova davanti a casi di scomparse inspiegabili, di giovani dipendenti come lui, che hanno lavorato lì e che a un certo punto… pouf!, spariti, senza che di loro si sia mai saputo alcunché.

A dire il vero, grazie ad Elvira, il ragazzo apprende la storia di una certa Fedra e, leggendo le pagine del suo diario, inizia a capire che dietro gli strani fenomeni avvenuti in quel palazzo fiorentino, si celano segreti orribili, verità agghiaccianti che affondano le radici in leggende, vecchie credenze, culti pagani antichi che gli mostreranno come la bellissima città d’arte che è Firenze, nasconda in sé, tra le sue “viscere”, un’anima cupa, violenta, e che dietro la sua splendente bellezza artistica ci sia un lato oscuro, spaventoso, che una volta scoperto potrebbe ingoiare il povero Thomas e mettere seriamente alla prova la sua lucidità e la sua stessa esistenza.

Il percorso di Thomas verso la scoperta di ciò che si nasconde dietro il Palazzo della Medusa, tra le cui mura egli rabbrividisce di paura, arrivando ad avere visioni raccapriccianti alle quali non sa dare una spiegazione razionale, lo porta in realtà a conoscere la parte tetra e funesta di Firenze, fatta di storie poco conosciute ma che pure continuano a serpeggiare tra le sue strade e le sue piazze, e che mette l’uno contro l’altro il Bene e il Male, la Vita e la Morte.
A tornare come un ritornello ossessivo e pauroso è sempre la stessa data: 11/11, l’11 novembre. È sempre in questo giorno che è accaduto o si presume che accadrà qualcosa di fatale, di tragico, e proprio la sua attesa dà allo sviluppo delle vicende un ritmo concitato: il lettore vive insieme a Thomas l’ansia di sapere cosa potrebbe succedere al protagonista in quella data, e tutto quel che accade tra marzo e novembre è una sorta di corsa contro il tempo, un susseguirsi di pericolose indagini e terrificanti scoperte che convergono tutte allo scoccare della mezzanotte che segna il passaggio dall’11 al 12 novembre. 

Forse c’è una maledizione che, come una mannaia, incalza e grava sulle teste dei giovani ed ignari dipendenti della Betelgeuse, Elvira e Thomas compresi? C’è un modo per sfuggirle e liberarsi dalle grinfie di un destino impenetrabile e fosco, tagliare i ponti col palazzo maledetto e proiettarsi verso un futuro decisamente più sereno? 


“Respira con me” è un romanzo dalle tinte cupe e dalla atmosfere intrise di mistero, che parte da una situazione che, pur sembrando indefinita, lascia intuire immediatamente la sua pericolosità, che non si basa su qualcosa di razionale e spiegabile, bensì di surreale, "paranormale", mescolando arte e storia con leggende e credenze popolari, citando anche personaggi storici che in vita hanno coltivato pratiche osteggiate dai contemporanei,   guidando il lettore per le vie e le piazze di una Firenze "nera", suggestiva sì ma anche molto cupa, terrificante, segreta; un'ambientazione che ho trovato molto intrigante perché riesce a far crescere il livello di curiosità nel corso della narrazione, in riferimento sia ad una lettura diversa della bellissima città rinascimentale sia alle vicende vissute da Thomas e gli altri personaggi.

Una lettura che mi ha piacevolmente stupita e catturata per questo essere attraversata dalla presenza di eventi ed elementi arcani e indecifrabili che sfidano la ragione umana.


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martedì 18 dicembre 2018

Recensione: VENTUNO GIORNI PER RINASCERE di F. Berrino, D. Lumera, D. Mariani (RC2018)



Libro adatto a chi accoglie e condivide i princìpi de La Grande Via, associazione senza scopi di lucro che insegna a divenire consapevoli di se stessi e di come ridurre la possibilità di sviluppare patologie croniche, giungendo ad età avanzata senza malattie, e questo attraverso pratiche utili per coltivare la mente e nutrire il corpo con cibo sano, esercizio fisico e meditazione.



VENTUNO GIORNI PER RINASCERE
di F. Berrino, D. Lumera, D. Mariani



Ed. Mondadori
358 pp
Il titolo dice tutto: tra queste pagine si suggerisce un percorso che permetta di ringiovanire ed essere più sani in 21 giorni, quindi tre settimane.
Si tratta di un percorso pratico e quotidiano fatto di ricette, esercizi fisici e spirituali, ma non solo: al centro vi è la filosofia del mens sana in corpore sano, e infatti il percorso è fatto anche di conoscenza, illuminazione, consapevolezza secondo un approccio integrato, un programma che sviluppa attenzione verso la nostra identità, i nostri reali bisogni e il nostro benessere profondo. 
Le proposte sono pratiche e coinvolgono le sfere del nutrimento, dell’azione e del riposo, ovvero tutto l’ambito della vita; affinchè esse riescano nello scopo prefissato, la persona che decide di iniziare il cammino deve accogliere nella propria vita abitudini diverse da quelle fino a questo momento adottate.
21 giorni perchè sono il tempo necessario per prendere, appunto,  un'abitudine, cambiare stile di vita e garantirci una longevità in salute. 

Nel libro si esorta ad avere uno stile alimentare salutare, a dare spazio con costanza e impegno all'esercizio fisico (movimento aerobico e anaerobico), alla meditazione e agli esercizi di respirazione quotidiani, nella convinzione che l’uso consapevole del respiro possa trasformare lo stato emotivo o una condizione fisica spiacevole, purificare la mente, rigenerare l’energia vitale e aumentare la capacità di recupero dell’organismo. 

Alimentazione sana non vuol dire iniziare una dieta triste e stretta fatta di privazioni, bensì ritornare ad un modo di considerare il cibo tipico dei popoli antichi, quindi un mangiar sano, semplice, basato sugli ingredienti fondamentali della dieta mediterranea ma anche sulla filosofia dell'energia del cibo tramandata dalla macrobiotica.

Cosa implica mangiare sano? Beh, ad es. ridurre drasticamente (per non dire eliminare del tutto) il consumo di proteine animali, dando spazio al consumo quotidiano di cereali integrali, legumi, verdura e frutta, dire basta ai prodotti industriali, compresi lo zucchero o la farina raffinati, per non parlare di dolciumi, cibi grassi e derivati del latte; del resto, lo stesso Codice europeo contro il cancro sostiene questa strategia alimentare in quanto è la più efficace anche per la prevenzione delle malattie cardiocircolatorie e delle altre principali malattie croniche.

Ma non basta mangiar sano: ci vuole movimento, e l’attività fisica può sostenere la persona a prevenire la maggior parte delle malattie moderne, o a contrastarle efficacemente.

Cambiare significa agire su stessi per acquisire maggiore consapevolezza delle esigenze del proprio corpo (è importante imparare ad ascoltare con attenzione i messaggi dell'organismo), della propria mente, del proprio spirito, sforzandosi di puntare a tutto ciò che è propositivo, proattivo, che aiuta a migliorarsi e a migliorare i nostri rapporti con la realtà circostante e con le persone.

Altro aspetto al quale si dedica molto spazio è la pratica del silenzio interiore, di fondamentale importanza per la salute e il funzionamento dell’intelligenza mentale. Da esso infatti dipende la capacità 

"di operare scelte e decisioni, di orientarsi costruttivamente, di avere una visione distaccata e complessiva di ciò che avviene all’esterno e all’interno di noi stessi e, soprattutto, la capacità di discernere. Il silenzio mentale è alla base di ogni processo creativo e rappresenta una forma di digiuno per la mente."


Importante ancora è la volontà di purificare la mente eliminando pensieri, sentimenti, emozioni... negativi, e aprirsi a ciò che ci può rendere più sereni, gioiosi, empatici, grati, creativi, e la meditazione, ad es., aiuta a divenire maggiormente consapevoli di ciò che si è e di ciò che si vuol diventare, di quelle zavorre che ci bloccano, non ci fanno crescere ma anzi, ci rendono pessimisti, frustrati, insoddisfatti...; non solo, ma se vogliamo dare una spinta positiva alle relazioni interpersonali, dobbiamo imparare a sviluppare maggiore empatia e soprattutto dare spazio nella nostra vita alla pratica del perdono, perchè solo così butteremo dietro di noi le cose distruttive, i pensieri cattivi che ci tolgono serenità e deteriorano i rapporti, per aprirci a una visione di noi stessi e degli altri "pulita", purificata, positiva, che vede nelle diversità e nei problemi un'opportunità di crescita e non degli ostacoli che ci deprimono e dividono.


L'ho letto molto velocemente sia in quanto molto scorrevole e semplice nel linguaggio, ma anche perchè i concetti sono sempre gli stessi, e tutto ruota attorno alle stesse parole chiave (per intenderci, sono quelle che vi ho scritto in grassetto con un carattere più grande).
Molte indicazioni relative all'alimentazione sana rientrano nell'ambito del vegetarianesimo, del veganesimo, come le pratiche meditative, della respirazione, del silenzio convergono nello yoga.
Si cita tanto la medicina ufficiale (si portano anche dati statistici in merito a patologie, i benefici dell'aerobica ecc...) quanto quella tradizionale, degli antichi, come l'ayurveda; si parla di ying e yang, di concetti propri dell'induismo e del buddismo, come si cita anche l' Antico Testamento, ad es. in merito all'alimentazione.
Nel complesso, ci sono suggerimenti, spunti di riflessione, concetti di immediata comprensione e anche condivisibili, e mi riferisco alle indicazioni generali sul mangiar sano (io consumo carne, latticini e derivati, ma son convinta che effettivamente assumere più verdura e frutta e prodotti naturali rispetto a cibi di derivazione animale e lavorati industrialmente, sia una buona abitudine), o sull'esercizio fisico e i suoi benefici, come ho condiviso le riflessioni sul lavorare su stessi per eliminare ciò che ci limita e ci intristisce o ci rende cupi per far posto a pensieri positivi e a tutto ciò che fa bene allo spirito e che migliora le relazioni con il prossimo (tipo il perdono, una pratica davvero molto, molto importante).

Certo, ammetto di sentirmi poco adatta a questo tipo di percorso, perchè difficilmente praticherei yoga, difficilmente mi metterei seduta a ripetere in silenzio o ad alta voce dei mantra con la convinzione che mi facciano star meglio, non faccio dei princìpi della filosofia zen e simili dei punti di riferimento... e non ho neppure la costanza per fissarmi un appuntamento di 21 giorni perchè darmi dei limiti temporali è il modo migliore per avviarmi verso il "fallimento" di un dato progetto.

Concludendo, credo sia uno scritto utile a chi già ha un'infarinatura (o è orientato ad averne) di yoga, zen e affini, ed è attratto da queste filosofie e pratiche orientali.



Reading Challenge
obiettivo n. 14.
Il libro che occuperà il primo posto nella classifica
(di narrativa) su Amazon in data 1/4/2018
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