martedì 8 settembre 2015

Recensione: TRE METRI SOPRA IL CIELO di Federico Moccia



Alzi la mano chi non conosce il film "Tre metri sopra il cielo" (da ora 3msc)!
Io credo che sia noto a tutti, anche a coloro che non lo hanno visto; ma non è degli occhi verdi di Scamarcio () che desidero parlarvi, bensì dell'omonimo romanzo da cui è tratto il film di Lucini, che vede l'attore vestire i panni dell'irresistibile ragazzaccio ^_-

TRE METRI SOPRA IL CIELO
di Federico Moccia

Ed. Feltrinelli
319 pp
10 euro
2007
Protagonista di 3msc è lui, il bellissimo e tostissimo Step (all'anagrafe Stefano Mancini): ha 19 anni, vive attualmente con il fratello maggiore Paolo (i genitori si sono separati), che è il suo opposto caratterialmente; non fa che mettersi nei guai, è violento, picchiatore, testa calda.
Ma giuro che non è cattivo, in fondo in fondo, perché nasconde non dico un cuore di panna, ma... quasi! Il punto è: c'è qualcuno disposto ad andare in fondo per scorgere quella parte tenera che c'è in lui e che il ragazzo ha dovuto imparare a soffocare per soffrire di meno e non soccombere davanti a chi gli faceva del male?

Step è un giovanotto che si è fatto le ossa da solo, ottenendo il rispetto e il timore di tutti, coetanei e adulti; ma per arrivare a questo, ha passato prima delle brutte esperienze che l'hanno reso il duro che è.
Dopo essere stato vittima di aggressioni da parte di bulli di quartiere, decide di andare in palestra e di allenarsi con costanza per poter un giorno vendicarsi di chi lo ha umiliato; e così, step by step (da qui il soprannome), giorno dopo giorno e passo dopo passo, a Step non aumentano solo i muscoli ma pure la rabbia.
Quella rabbia che gli causerà dei problemi con la giustizia, per aver picchiato a sangue un uomo, anche se lui si ostinerà a non spiegarne le ragioni, chiudendosi in un silenzio ostinato carico di dolore e amarezza, nei confronti della persona più amata, che lo ha fatto soffrire più di tutti.
Step porta dentro di sè dei conflitti irrisolti che lo consumano, lo accecano, lo fanno sentire solo.


Leggendo non ho potuto non avvertire tutta la simpatia e l'ammirazione di Moccia verso il suo eroe, che fa il cattivo pur non essendolo: è soltanto molto arrabbiato, ma se qualcuno si prendesse la briga di conoscerlo meglio, di apprezzarlo e amarlo, si renderebbe conto di chi è davvero Stefano Mancini.

E questo qualcuno sarà ovviamente Babi Gervasi.
La fanciulla appartiene a un mondo diverso da quello di Step: è ricca, educata, tranquilla, obbediente ai genitori, studentessa modello della prestigiosa scuola privata "Falconieri".
Cosa potrebbe mai avere da spartire con quello lì?

Quando una mattina come tante gli occhi ingenui e placidi di lei incrociano quelli sicuri e strafottenti di lui, nessuno dei due sa che di lì a poco diverranno tutto l'uno per l'altra; a farli conoscere sarà una festa di compleanno in cui Step e compagni (tutti rigorosamente chiamati con nomignoli improbabili  ) si imbucano e combinano i loro consueti macelli.

Le conseguenze di quella festa saranno diverse: nasi innocenti spaccati, risse ed inseguimenti con la moto, una signorina di buone maniere costretta a fare una bella doccia con i costosi abiti addosso per poi accettare un passaggio in moto in compagnia del più insolente dei centauri... e soprattutto lei, l'amica del cuore Pallina, che si mette con il migliore amico di lui, Pollo.
Da quel momento in poi sarà tutto un susseguirsi di giornate e notti trascorse a suon di gare clandestine, battibecchi infiniti tra Step e Babi (con lui che si diverte a punzecchiarla e lei che gli rinfaccia quel modo di vivere "da animale"), interrogazioni a scuola con la tremenda prof. Giacci, punizioni da parte di genitori infuriati e perplessi, sonori schiaffi che poco risolvono.

3msc è questo: è la storia delle giornate e delle piccole avventure di ragazzi vivaci (beh un po' troppo, in realtà) che hanno voglia di divertirsi (nel modo sbagliato, per quanto riguarda Step & co.), di scherzare, corteggiare, innamorarsi... sotto il cielo di una Roma enorme ma familiare, teatro di baci, litigi, carezze e lacrime.
Seppure diversi, Step e Babi si ritrovano molto innamorati, e quando si è giovani e innamorati si è disposti a sfidare regole e punizioni pur di vivere il proprio amore e abbandonarsi al groviglio di emozioni che ci fanno sentire vivi, trasportandoci... tre metri sopra il cielo!

Ma la diversità può diventare più forte dell'amore che li unisce e distruggerlo?

Step purtroppo non è intenzionato a cambiare: è e resta un violento, che si impone sempre a suon di botte (quello è il linguaggio che ha imparato) e Babi non vuole accettare di avere come fidanzato uno così!

A far vacillare la loro relazione ci pensano una serie di eventi gravi e tragici, che segneranno la fine dell'adolescenza e della spensieratezza nonchè l'ingresso nella età adulta, che ci costringe a fare delle scelte che mai avremmo voluto prendere.


Cosa aggiungere a mo' di commento?
Ne ho lette e sentite di tutti i colori su questo libro, in negativo soprattutto, da chi lo ha bollato come un romanzetto sdolcinato per bimbeminkia e di conseguenza bocciato in toto.
Fermo restando che son gusti, io tutta questa tragedia non la farei. 
In che senso?

Se di 3msc dà noia il romanticismo, le frasi e le metafore super smielate e affettate, il soffermarsi sui sentimenti e le sensazioni che accompagnano questo amore adolescenziale fatto di baci e carezze sotto le stelle.., beh allora per onestà dovremmo buttare nella spazzatura la stragrande maggioranza di romanzi e serie young adult (italiane e non) che tanto vanno di moda tra i giovanissimi, e che non di rado contengono scene un po' spinte (al contrario, 3msc volgare non lo è per niente, neanche nel linguaggio, fatta eccezione per qualche "intercalare" tipico del linguaggio di tanti giovani), oltre che i medesimi stereotipi presenti in questo romanzo.
Ad es., Step è il classico maschio duro e dal passato turbolento che si innamora della verginella di buona famiglia, e questo è un classico super gettonato nella narrativa (romantica) per ragazzi, ma anche nei romance per adulti.

Se chiudiamo gli occhi sui terribili e infantili nomignoli affibbiati a tutti i personaggi  (quei pochi chiamati coi nomi di battesimo sono solo gli sfigati), questi ultimi, e le storie che li vedono coinvolti, sono abbastanza carini, piacevoli e adatti ad un pubblico giovane, e proprio dei giovani vengono messe in risalto le tipiche problematiche dell'età: dalle preoccupazioni di natura scolastica alla ribellione verso le regole dei genitori, dall'amicizia alle paranoie in vista della "prima volta".

Circa il fatto che Step e amici non siano un modello da prendere come esempio per le giovani generazioni - Moccia, tra l'altro, evita ogni finto moralismo e non accenna il minimo rimprovero o "condanna"  dei suoi turbolenti ragazzacci -, questo è probabilmente vero, ci mancherebbe, anche se la vita offrirà loro il conto (e sarà salato e amaro) per quel modo di vivere; inoltre, lo stesso Step a fine libro si sente più maturo e segnato da ciò che ha vissuto e perso, quindi una certa evoluzione del personaggio c'è.

Il ritmo procede molto allegro e scorrevole, c'è una vena ironica e simpatica che fa sorridere, anche se ad essere "lacunoso" è il linguaggio, che ho trovato un po' (troppo) retorico, banale nei dialoghi, che sono troppo semplificati (sono infinitamente meglio strutturate le battute del film), e poi la narrazione è a volte disordinata (si passa da un fatto ad un altro troppo bruscamente) e verso la fine è troppo frettolosa, come se l'Autore non avesse nient'altro di importante su cui soffermarsi, arrivando all'epilogo quasi riassumendoci, in modo asettico e con poche emozioni, fatti ed episodi che a mio avviso avrebbero meritato maggiore approfondimento, perchè in fondo son quelli che ci fanno approdare al finale amarognolo, che toglie la patina rosa e sdolcinata e restituisce a Step la necessità di confrontarsi con la realtà dura e difficile, che sembrava avergli dato un po' di felicità per poi riprendersela con gli interessi.

Ma devo dire altro?? No perchè mi pare di avervi tediato a sufficienza con le mie analisi pseudocritiche su questo romanzo amato da tanti teen agers (di qualche anno fa) e bocciato dai più grandi, che però a me non è dispiaciuto (ed io sono grande abbastanza, eh) perché mi ha portato una ventata d'aria fresca, ha toccato le corde più romantiche (o/e patetiche?) della mia piccola anima sempre bramosa di languidi sospiri e romanticherie, e secondo me, oltre ad essere innegabilmente più adatto ad un target younger, male non fa a coloro che, ogni tanto, hanno voglia di sentirsi ancora adolescenti, ricordando i giovanili palpiti d'amore .

Se dovessi scegliere tra film e libro, vincerebbe il primo e, nonostante si dia un po' più di spazio all'interiore e al passato di Step nel secondo (Babi è uguale, antipatica sulla carta come sullo schermo  ), trovo più ordinato, meno superficiale e meno frettoloso il modo in cui si svolgono i fatti nel film, oltre al fatto che battute e dialoghi danno più credibilità e spessore ai personaggi (nel romanzo Pollo mi sembra un decerebrato, e pure Step ogni tanto).

Conclusione (giuro che ci siamo): dai, Moccia, ti salvo, per questa volta, e anzi, al prossimo giro mi leggo Ho voglia di te.

11 commenti:

  1. Io sono tra coloro che non hanno letto il libro né visto il film ma ho molto apprezzato la tua intensa e ricca recenzione :)

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  2. Io ho visto il film e letto il libro tanti anni fa, appena uscito... E sono tra quelle che come te lo adora anche ora in eta' un po' meno giovincella :-) Ma che importa??? E' bello tornare indietro e sospirare... Come per i cartoni animati... Io li adoro anche a quest' eta'!!! E poi, Scamarcio e' Scamarcio...Irresistibile...

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    1. vivianaaa, ma quanto son d'accordo con te da uno a mille???? ^_^

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  3. Tanti anni fa letto il libro...e quanto mi era piaciuto??? ;-)

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  4. "Ognun vede quel che tu pari. Pochi sentono quel che tu sei" Niccolò Machiavelli

    Sappi andare oltre le apparenze

    www.missdreamer.altervista.org

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  5. Ho visto il film qualche giorno fa...che dire, c'è molto da imparare nonostante all'apparenza possa sembrare una storiella d'amore superficiale. Dietro c'è molto di più! Il passato pieno di sofferenza di Stefano segnato dalla separazione e dall'assenza dei genitori, la vita sregolata che conduce e i problemi con la legge. Dall'altra parte Roberta, studentessa modello con una famiglia unita che le ha insegnato i valori della vita. Il loro amore è ciò che di più proibito ci possa essere perché vengono da due mondi completamente diversi (quasi quasi questo film mi fa pensare a quello di Paola Cortellesi intitolato "Come un gatto in tangenziale"). In fondo Stefano non è cattivo, dentro è un ragazzo buono, ma conduce una vita che va oltre il sopportabile per Roberta. Infatti lui cerca in tutti i modi di voler fare del bene a Roberta, ma ogni volta lo fa arrecando danno agli altri e in questo modo provoca altra sofferenza nella vita della ragazza. Solo la morte di una persona farà aprire gli occhi a Roberta su quanto ci possa essere di malsano nella relazione tra lei e Step. Anche i genitori di Roberta li ho rivisti in tanti genitori della realtà: la madre severa e il padre permissivo, che alla fine sembra diventare alleato di Step. Dopotutto, anche nella realtà ci capita di frequentare delle compagnie sbagliate che ci possono portare sulla cattiva strada, ma solo quando si è arrivati al capolinea ci si rende conto in quale circolo vizioso siamo finiti, se non c'è un genitore a farci rimanere sulla retta via.

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    1. Grazie per il tuo commento molto interessante e articolato :)

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  6. Non ho letto il libro(e vedendo il film NON mi è venuta voglia di leggerlo); il film narra le imprese di un teppista della peggiore specie, che passa le giornate fra pestaggi,soprusi e gare di moto clandestine, tanto sa che non pagherà mai le conseguenze perchè la famiglia facoltosa coi soldi e le amicizie lo tirerà fuori dai guai.
    Francamente non so cosa ci sia di affascinante in un simile personaggio, che è sostanzialmente un vigliacco.
    La ragazzina ancora peggio, perché accetta di diventare lo zerbino del vigliacco medesimo(testimonianza falsa in tribunale).
    I genitori dei due piccioncini sono larve che tentano timidamente qualche funzione educativa, battendo subito in ritirata davanti alla strafottenza dei rampolli.
    La prof,che ha il torto(evidentemente gravissimo) di difendere qualche principio di giustizia è ovviamente brutta,zitella e acida, come comandano i più ovvi e scontati luoghi comuni.
    Voto al film? Zero meno meno.

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    1. Ciao Andrea, grazie per il tuo parere, molto esaustivo.
      Parliamo di un genere sicuramente adatto a un pubblico mooolto giovane e che ami questo tipo di sentimentalismo adolescenziale... Quindi Ci sta che faccia venire l'orticaria a più di uno :-D

      Il libro e il film non sono qualcosa di eccelso, il libro soprattutto (per come è scritto), poi è chiaro che se ne facciamo una questione "seria", dissertando sull aspetto diseducativo dei personaggi, ti do ragione.
      Io, dal canto mio, prendo volutamente il film con più leggerezza e ritengo che vada preso per quello che è: un filmetto piacevole se non dispiace il genere.
      Quanto agli stereotipi, ce ne sono a bizzeffe, ma non ci si può aspettare nulla di diverso ;-)

      Ciao.

      Angela

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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