giovedì 27 agosto 2020

Recensione: "Mussolini ha fatto anche cose buone" di Francesco Filippi

 

A quanti di noi è capitato di sentire o di leggere in web frasi che cercano di trovare in Mussolini e nella sua ideologia fascista "qualcosa di buono"?  Per la serie "cattivo... ma non troppo!".

Bene, in questo libro breve e sufficientemente scorrevole, l'Autore si propone di "smontare" le fake news che, a più di settant'anni dalla caduta del fascismo, ancora girano ostinatamente attorno alla mitica figura del Duce, il quale - qualcuno continua a dire - ha fatto anche cose buone.




Mussolini ha fatto anche cose buone. 
Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo
di Francesco Filippi


Ed. Bollati Boringhieri
160 pp
«Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte, e diventerà una verità»: questa frase è attribuita a Goebbels, ministro della propaganda del Reich, e cade a pennello per l'argomento oggetto di queste pagine. 

È incredibile come una notizia falsa possa, nel tempo e dopo tanti anni, non solo diffondersi a macchia d'olio ma altresì rafforzarsi fino ad assumere i tratti di una verità assoluta e incontrovertibile.

È ciò che è successo a tante "bufale" riguardanti Mussolini e il fascismo; ci sono dubbi in merito al fatto che il ventennio fascista sia stato un regime dispotico, violento, miope e che abbia causato innumerevoli danni al nostro Paese?
Beh, io risponderei di no.... ma evidentemente non tutti son d'accordo, e anzi c'è chi si ostina voler trovare, ancora oggi, i lati positivi e le cose buone fatte da Mussolini.

A diffondere fake news, insomma, per usare un'espressione comunissima ai nostri giorni.

L'Autore, convinto di come chi conosca e studi la storia non possa  che giungere alle medesime (e negative) conclusioni sul fascismo, risponde punto per punto alle tante idiozie volte a, se non osannare, quanto meno ad abbozzare una mezza difesa del Duce; lo fa tenendo presente che queste bufale sono meno innocue di quanto potremmo essere portati a pensare:

"le fake news sui fatti storici avvelenano l’immenso campo di esperienze, valori ed emozioni su cui costruire l’immagine del passato."

È la Storia a dircelo: Mussolini fu un pessimo amministratore, un modestissimo stratega, tutt’altro che un uomo di specchiata onestà, un economista inetto e uno spietato dittatore. 

Filippi parla di lui come del maggior massacratore di italiani della storia, eppure questo non ha impedito che si diffondessero bugie atte a guardare al passato con uno sguardo un po' più positivo, forse per dare una speranza a chi è deluso e scontento del proprio presente.

È vero che Mussolini ha dato le pensioni agli italiani?
Come ci viene ricordato qui, un primo sistema di garanzie pensionistiche venne adottato dal governo già nel 1895, grazie al governo Crispi, quindi ben 27 anni prima che il fascismo andasse al potere. 
Il decreto prevedeva che gli impiegati nel settore pubblico e i militari di servizio avessero diritto a una forma di copertura previdenziale in caso smettessero di lavorare per raggiunti limiti di età o per una malattia invalidante.

Altroché, quindi: il fascismo non ha inventato la previdenza in Italia, e anzi


"...i primi provvedimenti del fascismo attorno al tema previdenziale provocarono l’appesantimento del sistema e la sua progressiva inefficienza. Riforme che, anziché essere migliorative, avevano l’unico scopo di asservire e rendere controllabile il sistema direttamente dai vertici del potere."


La tredicesima mensilità (gratifica natalizia) fu inserita ufficialmente  nel 1937 dalla Camera delle Corporazioni fascista ma non ne potevano usufruire i lavoratori di qualsiasi categoria, bensì soltanto gli impiegati dell’industria; si trattava di un provvedimento esclusivo per una categoria che era bacino di consenso del regime, i cosiddetti colletti bianchi.

Dobbiamo aspettare il 1960, nel pieno del boom economico dell’Italia repubblicana, perché il beneficio della mensilità venga esteso a tutti.

I diversi interventi legislativi fascisti in campo previdenziale erano più che altro volti a creare consensi trasformando "l’enorme apparato amministrativo in una "macchina al servizio del fascismo, (...) un bancomat di denaro pubblico (...), fornitore di posti di lavoro per le varie clientele."


L'Autore si sofferma poi sulla fake news riguardante la bonifica delle paludi, chiarendo come una prima legge organica in merito ci fosse già nel 1878, e nel 1922, prima della marcia su Roma, furono costituiti consorzi di bonifica sovvenzionati dallo Stato al fine di allargare le zone di intervento statale su terreni paludosi.

E di capitolo in capitolo si prendono in considerazione altri argomenti tirati in ballo da chi insiste nel vedere il bello e il buono di Benito: dal fatto che il Duce abbia dato le case agli italiani (la legge sulle case popolari risale al 1903!), che abbia garantito maggiore sicurezza, ad es. sconfiggendo la mafia (o forse semplicemente la dittatura fascista impedì che i giornali dessero notizia dei reati mafiosi?), o che ai tempi suoi l'economia si fosse risollevata, o che egli sia stato un grande statista e un valoroso condottiero, o che in quegli anni la donna fosse stata rivalutata (il pensiero fascista prevedeva che le donne dovessero mettere al mondo nuovi italiani, preferibilmente maschi, per farne dei soldati; questo soltanto era ciò che dava loro valore)...

Tra le varie scemenze esaminate, una onestamente non l'avevo mai sentita: 

"la dittatura non sarebbe stata razzista, e provvedimenti quali le leggi razziali del 1938 sarebbero solo un cedimento alla volontà dell’alleato germanico: un corpo di leggi imposte da Hitler, quindi, che il governo fascista non applicò se non in misura molto blanda."

"....che il duce in realtà abbia addirittura aiutato gli ebrei a sfuggire alle grinfie naziste."

 

No, dico: davvero ci sono quelli che vorrebbero allontanare o minimizzare l'accusa di razzismo all'interno dell'ideologia mussoliniana?? O sostenere addirittura che il Duce in fondo sia stato meno cattivo di Hitler nei confronti degli ebrei? 

Davvero, questa bufala mi era sfuggita, la maggior parte le conoscevo ma per onestà devo confessare che alcune le avevo date un po' per scontato, nel senso che credevo avessero un fondamento storico, tipo l'attribuire a Mussolini pensioni e opere di bonifica. 

Ecco, in tal caso son contenta di aver dissipato ogni dubbio e illuminato angolini lasciati nell'ignoranza e bisognosi, invece, di un minimo di approfondimento. Non si finisce mai di studiare e imparare :-D

Concludendo, tante bufale vengono esaminate e smontate, e ciò su cui non ci resta che riflettere è che in un regime come quello fascista, totalitario e volto ad annullare le libertà individuali, non ha senso parlare di maggiore ordine e sicurezza, di giustizia, se poi per ottenere questi obiettivi si è fatto ricorso alla forza, all'oppressione, eliminando ogni forma di opposizione politica (un esempio su tutti: Matteotti) e ponendo al centro l'odio e la violenza.

La verità è che, lungi da qualsiasi revisionismo e impeto nostalgico senza fondamento, durante il funesto ventennio nero 

"le manifestazioni della vita civile libera subirono un arretramento: venne meno il diritto di voto e di libera aggregazione, venne posta la censura alle idee pubbliche, nei media ma anche alla corrispondenza privata. L’apparato di polizia aumentò a dismisura...."

e la popolazione italiana non godette di maggior benessere (in nessun campo), anzi, si registrò un generale impoverimento, un aumento delle ingiustizie... fino al culmine, costituito dall'entrata in una  guerra disastrosa.

È un libro che si legge in poco tempo, sia per il numero di pagine che per l'argomento in sé, trattato con uno stile scorrevole, adatto a chi desidera avere un quadro generale dei falsi miti sul fascismo; c'è una ricca bibliografia, se si fosse orientati verso ulteriori approfondimenti; personalmente io l'ho trovato utile e interessante.

4 commenti:

  1. Un libro purtroppo necessario oggi, (chi lo avrebbe mai creduto) La tua recensione è perfetta. Aggiungerei che anche volessimo ammettere ma non concedere che il fascismo abbia fatto alcune cose buone, il punto fondamentale ed irrinunciabile della questione è che nulla di quanto di buono si possa aver fatto è mai paragonabile e può mai valere come corrispettivo la privazione della libertà e la cancellazione dei propri diritti fondamentali. All'ordine assoluto ottenuto con la dittatura meglio la libertà anche se con tante imperfezioni nel sistema e con un po' più di caos.

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    1. Esatto, Daniele!!
      Ottenere ordine e apparente sicurezza al prezzo della Libertà... no!

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  2. Risposte
    1. eh, e il fatto che ce ne sia bisogno.... fa riflettere!!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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