venerdì 28 agosto 2020

RECENSIONE: CONTRO IL RAZZISMO di Giovanna Salvioni, Moni Ovadia


Un breve trattato che ruota attorno al tema del razzismo, partendo dalla sua definizione, da ciò che caratterizza il pensiero razzista, continuando con quelle leggi infami che, in passato, regolamentavano lo schiavismo, i rapporti con razze ritenute inferiori e, per concludere, si indicano alcune buone ragioni per essere antirazzisti.



 CONTRO IL RAZZISMO 
di Giovanna Salvioni, Moni Ovadia



EDUCatt
85 pp
“Il razzismo è la dottrina che afferma l’esistenza di una gerarchia tra le razze umane”.

Separare, ghettizzare, eliminare: sono i tre terribili e chiari indicatori dei comportamenti razzisti. 
Da cosa nasce l'essere razzisti?
Dalla paura della diversità e dalla conseguente incapacità di accettare il fatto che tanto le singole persone quanto interi popoli possano decidere di vivere in modi e con valori differenti, senza che questo significhi che essi siano "sbagliati" o inferiori.

Se poi, chi vede del male nella diversità altrui, è anche in posizione di vantaggio, ad esempio economico, è facile  che ceda alla tentazione di voler dominare, sulla base di assurde classificazioni, grazie alle quali include o esclude chi vuole.
È ciò che, per es., è successo con l'istituzione della schiavitù, i regimi coloniali, il massacro di popolazioni indigene passato sotto la definizione di Conquista delle Americhe.

Non per nulla, il razzismo costituisce un fenomeno storico, i cui schemi costitutivi si sono diffusi in tutto il mondo attraverso l’imperialismo coloniale, il sistema schiavistico e il nazionalismo.

Nella prima parte di questo scritto, seguiamo un veloce excursus storico su come sia nato il concetto di razza, il contributo dato, in questo senso, dagli studi dell'antropologia biologica, volti a cercare tratti fisici distintivi per ogni popolo, così da poterlo classificare e inserire in specifiche categorie.

"Gli antropologi fisici inventarono una serie di tecniche elaborate per misurare i differenti caratteri osservabili delle popolazioni umane, comprendenti colore della pelle, tipo di capelli, tipo fisico e così via. Lo scopo era trovare la prova scientifica che avrebbe loro permesso di classificare tutti i popoli del mondo entro categorie inequivocabili, dette razze, basate su insiemi distinti di attributi biologici."

Queste "graduatorie" dal meno al più, questo dividere l'umanità in settori, cosa può generare se non divisioni, odio, disprezzo, discriminazioni, ingiustizie?
Al centro del pensiero razzista troviamo la credenza che esistano delle categorie di esseri umani che
non soltanto sono differenti, ma che lo sono in modo “anomalo”, e la convinzione che questi esseri umani (gruppi di individui) aventi certe caratteristiche, siano oltretutto inutili e pericolosi per il proprio gruppo. Ergo, essi devono essere rifiutati incondizionatamente, in quanto inadeguati e non assimilabili.

Cosa accomuna le varie forme di razzismo esistenti? 
Cercare di rispondere a questa domanda, tenendo presente i tre momenti citati sopra - separazione, ghettizzazione, eliminazione (fisica o della dignità dell'individuo e della libertà del pensiero) -, può aiutarci a riconoscere comportamenti razzisti.

C’è uno strano e tragico controsenso associato al problema del razzismo. Quasi nessuno vuole essere considerato razzista, eppure il razzismo ancora esiste, autentico e tenace.  (Memmi, 1999)

Nella parte centrale ci si concentra su quei documenti che in passato hanno regolamentato la condizione degli schiavi nelle colonie francesi, e poi ancora le leggi razziali tedesche e italiane, fino ad arrivare alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948: composta da trenta articoli, in essa vengono sanciti i diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, culturali di ogni persona.

Si accenna anche al tortuoso percorso affrontato dagli afroamericani per il riconoscimento dei propri diritti, o ancora di cosa voglia dire apartheid; mi sarebbe piaciuto che si desse più spazio alla sezione riguardante gli stermini di massa, magari soffermandosi su quegli episodi di genocidio, pulizia etnica, sterminio... meno noti.

Come dicevo nella frase introduttiva, si tratta di un saggio breve, di facile lettura, interessante, a mio avviso ideale per proporlo ai ragazzi, in modo da indurli a riflettere sulla tematica; parlare di razzismo, purtroppo, non è mai anacronistico, è un argomento su cui non dovremmo stancarci di aprire dibattiti e riflessioni in quanto gli episodi di razzismo e, più in generale, di discriminazione per ragioni sessuali, religiose ecc.., sono all'ordine del giorno.
E allora, se è vero - e lo è - che il razzismo abolisce o nega la dignità umana, è innegabile come esso, in ogni sua forma, vada assolutamente condannato abbracciando, per contro,  l'antirazzismo quale progetto di riumanizzazione, per assicurare la felicità o la salvezza indistintamente a tutti gli uomini, in un mondo pacifico e fraterno.


2 commenti:

  1. Ciao Angela! Come sempre hai fatto una lettura molto intensa ed istruttiva! :)
    Ho avuto modo di conoscere l'evoluzione storica del concetto di razza durante le lezioni di biologia dell'anno scorso! Credo che sia un aspetto molto interessante!

    RispondiElimina

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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