mercoledì 5 marzo 2014

Cito e canto... STRADA FACENDO



Frasi tratte da IL MURO INVISIBILE di Bernstein e che mi hanno fatto pensare subito alle parole di una determinata canzone, che amo molto.


“…quella strada, non l'ho mai lasciata.
L'ho sempre tenuta nel cuore. 
Negli anni che seguirono era sempre vivo il ricordo delle persone che l'abitavano, dei due schieramenti, uno di fronte all'altro, 
a volte nemici giurati, a volte uniti e solidali. 
Avevo nostalgia di quei luoghi e desideravo farvi ritorno”

“ci mettemmo in cammino, mentre, in preda all'emozione, le indicavo i vecchi e familiari punti di riferimento. là dall'altra parte della
strada, c'era lo stabilimento di confetture. Sentii il profumo? Lo stesso dolce profumo di fragole che ci tormentava regolarmente quando tornavamo da scuola affamati. E là c'erano gli Scalini del Diavolo, dai quali era sempre meglio stare alla larga.”


“Mi girai e mi rigirai tutta la notte, pensando alla nostra visita nella strada, ai fatti che Annie ci aveva raccontato. Erano i ricordi del passato, le immagini che riportavano alla vita quelle persone, a esplodere improvvise, l'una dopo l'altra, nella mia testa.”


Io ed i miei cassetti di ricordi e di indirizzi
che ho perduto..
Ho visti voci e visi di chi ho amato
prima o poi andar via.
E ho camminato per le vie che incurvano
seguendo il vento
e dentro un senso di inutilità...
e fragile e violento mi son detto tu vedrai....
vedrai..... vedrai.....

STRADA FACENDO
(Baglioni)

Prima che la storia abbia inizio



Ecco  cosa anticipa la toccante storia di Solomon Northup, portata al cinema di recente (il film ha vinto 3 premi Oscar e il Golden Globe).

È una singolare coincidenza che Solomon Northup sia finito in una piantagione
nella contea del Red River, la medesima regione in cui si svolge
la scena della prigionia dello zio Tom, e che la sua descrizione del posto
e della vita che vi condusse, nonché di alcuni accadimenti che lì ebbero
luogo, presentino strabilianti somiglianze con il romanzo.

La chiave della capanna dello zio Tomaso

Questa storia, che fornisce un’ulteriore chiave di lettura per La capanna
dello zio Tom, è rispettosamente dedicata a Harriet Beecher Stowe, il cui
nome è associato in tutto il mondo alla sua grande riforma.

Gli uomini credono così ottusamente nelle tradizioni,
e sono talmente pronti
a riverire ciò che è antico, e a giustificarne la permanenza
con un’osservanza di lungo corso,
che finanche la schiavitù, il peggiore di tutti i mali,
in quanto tramandata di padre in figlio,
viene preservata e considerata sacra.
Ma è giusta, o può regger l’urto
di una discussione razionale, l’idea che un individuo
composto e costituito, come ogni altro uomo,
di elementi tumultuosi, e nel cui petto lussuria e follia
si mescolano nella medesima e ampia misura in cui
sono presenti nello schiavo che egli comanda,
sia despota assoluto e possa reputarsi
l’unico uomo libero della sua terra?

William Cowper

QUI per leggere l'incipit.

ex-epigrafe

Il significato della parola EPIGRAFE al quale mi riferisco è questo: Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm., citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire. (Treccani)



Segreti e passioni con IL SEGRETO DEGLI ORECCHINI DI SMERALDO (anteprima)



Dopo collane di perle ed anelli di rubino, in arrivo un altro affascinante romanzo di una saga familiare cone i suoi segreti e le sue passioni...

IL SEGRETO DEGLI ORECCHINI DI SMERALDO
di Jane Corry


Ed. Newton Compton
Trad. S. Di Natale,
L. Rodinò
448 pp
12 euro
USCITA 13 MARZO
2014
Trama

Dopo essere stata tradita dal marito, Flick è in cerca di una nuova vita.
Si dedica perciò appassionatamente al lavoro e quando, facendo un sopralluogo, si ritrova nella splendida dimora di Shell House, luogo magico della sua adolescenza, antichi ricordi le riaffiorano alla mente. 
Proprio qui, infatti, venne in vacanza con i genitori appena sedicenne, e si innamorò perdutamente di un ragazzo del posto. 
Ma quella villa lussuosa e la torre nascondono un segreto che nessuno conosce. 
E così, mentre Flick si immerge negli archivi di Shell House, una storia enigmatica torna dal passato.
La vicenda avvenuta in quel luogo ruota intorno a un oggetto che il destino fa inaspettatamente scivolare tra le mani della donna: uno splendido e preziosissimo paio di orecchini di smeraldo. 
E i misteri non sembrano finiti… 


L'autrice.
Jane Corry si è nutrita sin da piccola dei racconti sul passato della sua famiglia, inclusi quelli sui suoi nonni, coltivatori di gomma nel Borneo. Autrice sotto pseudonimo di moltissimi libri pluripremiati, ha insegnato scrittura creativa alla Oxford University e collabora con diversi giornali inglesi, tra cui il «Times» e il «Daily Telegraph». Di Jane Corry, la Newton Compton ha pubblicato Il segreto della collana di perle, per settimane ai vertici della classifica della narrativa straniera, La donna con l’anello di rubini e Il segreto degli orecchini di smeraldo.

Beppe Tosco sulla paternità: SCEMO COME TUO PADRE



Buondì!!!!
Ho la connessione lentissima ma cercherò di pubblicare almeno un post, oltre a quelli che andranno come da "palinsesto" ^_^

Ecco la segnalazione di oggi, appartenente alla collana indies g&a, un contenitore editoriale digitale in cui vengono proposti in formato ebook i testi di autori italiani promossi dall’agenzia letteraria Grandi&associati. 

Queste le parole della Lucianina nazionale, nel presentare il romanzo:


E la scrittura di Beppe è formidabile perché ha questa portentosa capacità di descrivere proprio la minuzia dei pensieri bimbeschi. A me fa così ridere. Impazzisco per i suoi strapiombi di follia, i deragliamenti mentali, le incontinenze verbali. E la sua fantasia. Quella. Quella in assoluto è la sua dote più potente. Che mi fa dire: «Ma come gli è venuto in mente?! Accidenti…» Non ne conosco altri che abbiano questo pensiero magico e squinternato. Forse è questo il segreto del libro. Una fantasia ancora bambina che sa raccontare questo soave e incantevole amarcord.


Scemo come tuo padre 
di Beppe Tosco

con la presentazione di Luciana Littizzetto 





Immagine
Trama

Dal riconoscimento del bebè all’uso disinvolto del seggiolino omologato per bicicletta, dalla prima supposta alla lotta ai microbi, dalle recite scolastiche all’“età difficile”: essere figlio è naturale, ma essere genitore è un’avventura. 
E quando Beppe Tosco, padre di due figli oggi grandi, ha avuto tra le braccia il suo primo frugoletto si è reso conto che fare il papà non fa solo diventare adulti, ma anche tornare bambini. 
E con questo manuale assai scorretto per allevare i figli a terra ci riporta direttamente nel nostro passato, quando aspiravamo l’aranciata con un grissino, cercavamo di baciarci i gomiti con la lingua e ci facevamo il segno dell’orologio morsicandoci il polso. 

Con questo libro Tosco si mette in gioco in prima persona con un diario ricco di osservazioni spesso ironiche e surreali ma contenenti profonde verità. 
E ai perplessi lettori che dovessero domandare: perdonami, e io che non sono genitore?
L’autore risponde “sei figlio, amico, e tanto ti basti”. 

L’AUTORE
Beppe Tosco fa l’attore e l’autore comico, ma come lavoro ha fatto per venticinque anni il papà. Collabora da quindici anni con Luciana Littizzetto, però scrive anche per Enrico Bertolino, Ale e Franz, Luca e Paolo, Sabrina Impacciatore e tanti altri. Con Luciana Littizzetto scrive e interpreta gli sketch della trasmissione “La Bomba” in onda su Radio DeeJay. Con Mondadori ha pubblicato Finché matrimonio non ci separi (2005), È finita la benzina (2010), Le zanzare sono tutte puttane (2011), e Perché le donne credono nel colpo di fulmine, gli uomini nel colpo di culo (2012).



martedì 4 marzo 2014

I libri che vorrei



on my wishlist

Ecco un paio di libri che mi piacciono e che si vanno ad aggiungere all'immensa lista dei libri che vorrei.

Entrambi pubblicati da Newton Compton, il primo è in uscita tra un paio di giorni, l'altro l'ho adocchiato ne blog "La libridinosa" di Laura.

LA PROFEZIA DELL'OLOCAUSTO
di Bernard Benyamin - Yohan Perez

Ed. Newton Compton
256 pp
9,90 euro
dal 6 MARZO
2014
Trama

Norimberga, 16 ottobre 1946. L’ufficiale nazista Julius Streicher,
condannato a morte dal tribunale degli alleati, prima di essere impiccato urla: «Purim 1946!». 

Cosa intendeva dire con quelle strane parole?
Per scoprirlo, il giornalista Bernard Benyamin parte per un viaggio alla ricerca di persone che potrebbero aiutarlo, studiosi di cabala ebraica, rabbini, testimoni della Shoa, attraversando molti Paesi, dalla Francia a Israele alla Germania, nel tentativo di svelare un enigma che sembra indecifrabile.
Ma la chiave per risolvere il mistero si nasconde addirittura nella Bibbia; in particolare nell’episodio all’origine della festa del Purim, una delle più sentite nella tradizione ebraica. 
Nel Libro di Ester, infatti, si racconta del primo tentativo di sterminare il popolo ebraico, sventato proprio dalla giovane sposa del re Assuero. 
Ma come possono essere collegate una storia che risale a più di 2300 anni fa e la tragedia dell’Olocausto? 
Quella che all’apparenza sembra solo una suggestione, assume pian piano i contorni di una sconvolgente verità: molti nazisti erano profondi conoscitori delle tradizioni giudaiche e lo stesso Streicher aveva addirittura imparato la lingua yiddish. 
Perché? 
Quali segreti codici si nascondono nel Libro di Ester?

LA PRIMA VOLTA AVEVO SEI ANNI
di Isabelle Aubry


Ed. Newton Compton
224 pp
6,90 euro
Trama

«Avevo sei anni. Ricordo che stavo facendo il bagno e che mio padre era con me nella stanza, completamente nudo. Avrebbe continuato a comportarsi in questo modo finché io non arrivai all’età di quattordici anni, trovando il coraggio di parlare. La storia che sto per raccontarvi non è solo mia ma succede ogni giorno a migliaia di bambini, nelle loro case, nel segreto delle loro camerette. Finché questa situazione andrà avanti io non potrò avere pace.»

Ci sono storie talmente terribili da colpire il cuore di chi ha il coraggio di stare ad ascoltare. 
La storia di Isabelle, per esempio. Una bambina di appena sei anni costretta a subire l’abuso del padre che, protetto dal silenzio, profana il suo corpo e la sua anima. 
Una storia sporca che si trascina finché, raggiunta l’adolescenza, Isabelle trova il coraggio di ribellarsi e di denunciare il suo violentatore.
 La galera per il mostro che l’ha messa al mondo, però, non basta a cancellare un male così grande. 
Anche perché lo stupratore se la cava soltanto con sei anni di prigione. Isabelle cresce ma l’orrore che ha vissuto è sempre dentro di lei. 
È quell’orrore che, da ragazza, la spinge verso il baratro della prostituzione. 
Ed è sempre quell’orrore a impedirle di vivere con serenità qualunque relazione sentimentale anche se riesce, con un incredibile forza di volontà, a diventare madre.

La prima volta avevo sei anni è un grido di dolore e di vendetta, è un atto di accusa troppo spesso ignorato, è un lamento scarno e feroce al tempo stesso. Un libro sincero, terribile e disperato. Ma necessario. Fondamentale per capire come troppo spesso il lupo cattivo ha il volto insospettabile delle persone che ci sono più care.

Viaggiare leggendo "The invisible wall"



travel

Per la rubrica del martedì "Viaggiare leggendo" faremo un salto nelle località menzionate da Harry Bernstein nel proprio libro "Il muro invisibile" (trovate la recensione sul blog).

harry


Iniziamo col dire che è nato a Stockport, in Inghilterra.

Stockport è la città principale del Metropolitan Borough of Stockport, nella Greater Manchester; si trova su un altopiano alla confluenza dei fiumi Goyt e Tame nel fiume Mersey, a circa 10 km a sud-est di Manchester.

bus station

Town hall

La famosa strada - divisa metaforicamente in due lati, è la East Street, in cui il protagonista è nato e cresciuto, fino a una certa età.
Trovarla è un'impresa ardua.... in quanto di essa non è rimasto praticamente nulla, a causa di lavori di demolizione fatti in quella via, anni dopo.

Essa era vicina a  Brook Street.

google maps
brook st.

e a Bann Street.


Per andare a scuola, il tragitto comprendeva: Daw Bank – Scalini del Diavolo - Wellington Road – Mersey Square.


wellington road



Mersey square, 1933


mersey sq. oggi




Per quanto riguarda Seventeen windows, esso era il cottage in campagna in cui spesso si è recato Harry, per visitare un paio di familiari....


seventeen windows

seventeen windows

Tag's Moment: DISNEY PRINCESS BOOK



Buongiorno lettori!!
Per tutta la giornata di oggi e buona parte di domani, non sarò fisicamente al pc, quindi i post andranno come programmati.

Volevo iniziare giocando insieme a voi con un tag carinissimo visto sul blog "Alla scoperta dei libri" di Cristina: il DISNEY PRINCESS BOOK.
Farlo è stato divertente, quindi se vi va, condividete con me le vostre scelte librose e principesche o ditemi cosa ne pensate delle mie ^_^


.

1. Anna and Elsa - Un libro che coinvolga rapporti di parentela fratelli/sorelle

Il muro invisibile
,
Hum... Dico l'ultimo letto: "Il muro invisibile", in cui c'è molto spazio per la famiglia e per rapporti all'interno di essa!

2. Raperonzolo - Un libro che ti ha fatto sentire emotiva

Eh quanti!!!!!!!!!! Ma ne scelgo uno: "Danzando sui vetri rotti" di Ka Hancock, per le tematiche affrontate e per la sensibilità nell'affrontarle.

3. Merida - Un libro con una guerriera donna

Dico..... "Onislayer" di Barbara Schaer, in cui c'è la protagonista, Asami, che è una guerriera dalla testa ai piedi.


4. Tiana - Un libro che affronta problemi reali
"Poche cose per il tuo viaggio" di Katrina Kittle affronta la malattia (Aids) e i pregiudizi verso gli omosessuali.

5. Belle - Un libro classico
Poche cose per il tuo viaggio
.
Non devo neanche pensarci... Il mio preferito di sempre: CIME TEMPESTOSE.

6. Pocahontas - Un libro con tema la natura, o scritto da un naturalista

No vabbè, passo per ora: sarà l'ora, ma non me ne viene neppure uno.... Ci penso, ok? ^_-

7. Jasmine - Un libro con il desiderio di libertà

Scelgo "La papessa" di Donna Woolfolk Cross, intendendo però la libertà in senso molto ampio: libertà dall'ignoranza, dai pregiudizi; libertà di scegliere la propria strada con coraggio e pur avendo tutti contro.

8. Mulan - Un libro con guerra o battaglie

Uno qualsiasi della Confraternita del Pugnale Nero della Ward! 

9. Ariel - Un libro che tratta di curiosità o apprendimento

"We are family" di Bartolomei: il protagonista Al è la curiosità per antonomasia...!
.

10. Cenerentola - Un libro che tratta di lavoro manuale

"La piccola bottega dei ricordi" di Corbrion: la protagonista lavora come restauratrice di vecchie foto.

11. La bella addormentata - Un libro che coinvolga il sonno

Ma nel senso che mi son addormentata leggendolo? :=D No, eh? 
Ok, dico "Il sogno dell'incubo" di Marta Palazzesi: la protagonista, infatti, soffre di incubi che l'angosciano non poco...

12. Biancaneve - Un libro che tratti uno dei sette peccati capitali

Ammetto di averli cercati, non li ricordo tutti.. Ok, opto per l'avarizia di Ebenezer Scrooge ne "Il canto di Natale" di Dickens.

Principesse bonus:

Megara - Un libro che tratti di mitologia Greca

Beh, dico "Goddess", dell'Angelini, in cui alla storia fa da sfondo la mitologia, con Zeus e tutto "il cucuzzaro"!

Alice - Un libro senza senso o che tratti di mondi strani

"La foresta degli amori perduti" di Carrie Ryan, che ha a che fare con zombie viscidi e che non mi è piaciuto per niente....
,

Principesse animali

Maid Marian - Un libro con un cane

Uno degli ultimi letti: "Nonostante tutto", perchè il suo protagonista ha un cane... :=)

Nala - Un libro con un felino

Nell'horror "Le tredici" della Moloney compare più di un gatto (nero)...!!!


lunedì 3 marzo 2014

Odor di... titoli



Titoli di oggi....!

La domanda è sempre: quale preferite e, se vi va, come mai? A cosa lo associate, quali sensazioni e pensieri?

A me piace molto il primo, mi dà un senso di serenità, legata a ricordi belli.


L'ODORE DOLCE DEI RICORDI
(J. Walter, Ed. Cavallo di ferro, 2013)


L'ODORE DEL MARE SULLA MONTAGNA
(M. C. Dall'Asen, Youcanprint, 2014)




PROFUMI, INVENTARIO SENTIMENTALE DEGLI ODORI DI UNA VITA.
(P.Claudel, Ed. Ponte delle Grazie, 2013)


L'ODORE DEL TEMPO
(M. Boscari, Ed. Simple, 2011)



Recensione IL MURO INVISIBILE di Harry Bernstein



Buongiorno e buon inizio settimana!
Spero abbiate trascorso un sereno week end...; io ho letto un po' e questa è sempre una cosa positiva.
Eccomi, quindi, alla prima recensione di marzo.

Questo il romanzo:

IL MURO INVISIBILE
di Harry Bernstein

Ed. Piemme
Trad. C. Lenzi
320 pp
9.90 euro
2009
Trama

Harry è un ragazzino di quattro anni, il più piccolo di cinque fratelli. 
Il padre, un ebreo immigrato dalla Polonia, lavora alle manifatture tessili, sperperando gran parte del suo salario al pub e sfogando sui figli la rabbia per una vita di stenti. 
La madre manda avanti la famig lia come può, ricorrendo a mille espedienti. 
La loro povera casa si allinea con altre simili su una strada di ciottoli di una cittadina industriale nel nord dell’Inghilterra. 
Una strada come tante, ma solo in apparenza, perché al suo centro scorre un muro invisibile: gli ebrei da una parte, i cristiani dall’altra. 
Due mondi con usanze, credenze, pregiudizi diversi si fronteggiano, quasi non fossero parte di un’unica realtà, quella della miseria.
La Prima Guerra Mondiale incombe, e con essa eventi che cambieranno per sempre la vita della famiglia, e quella della strada. 
Ma solo l’amore contrastato di Lily, la sorella maggiore di Harry, per Arthur, un ragazzo cristiano, sarà in grado di aprire una crepa nel muro, lasciando filtrare un raggio di luce.

L'autore.
Nato nel 1910 ed emigrato con la famiglia negli Stati Uniti dopo la Grande guerra, ha scritto per una vita.
Prima di andare in pensione, a 62 anni, ha collaborato come giornalista freelance con vari giornali tra cui «Newsweek» e ha lavorato per alcune case di produzione cinematografica.
A 93 anni, dopo la morte della moglie Ruby, si è dedicato alla stesura del suo primo libro, Il muro invisibile, seguito da Il sogno infinito e Il giardino dorato.
La sognatrice bugiarda è il suo ultimo romanzo.

il mio pensiero

Siamo in Inghilterra, qualche anno prima dello scoppio del primo conflitto mondiale e Harry, il protagonista di questa autobiografia, è solo un bambino, e con i suoi occhi vediamo scorrere la vita sua, della sua famiglia e dei suoi vicini, tutti residenti nella “strada” di un paesino del Lancashire, vicino Manchester.
famiglia
Una strada che ha una peculiarità: è divisa in due, da un lato vivono gli ebrei, dall’altra i cristiani; a dividerli, una sorta di muro immaginario, invisibile appunto, che non permette che tra i due gruppi si instauri un qualche tipo di legame, tanto meno di amicizia o amore.
Harry appartiene ad una famiglia ebrea di origine polacca; suo padre è un burbero e scontroso operaio di un laboratorio di sartoria, che si limita a frequentare casa alla pari di un pensionante: mangia e dorme, poi esce a lavoro o per andare al pub a sperperare i pochi quattrini che guadagna, infischiandosene di moglie e figli.
Poi c’è la mamma di Harry, una donna bella, buona, gentile, altruista, fin troppo paziente e sottomessa ad un marito incapace di gesti o parole d’affetto; una donna che vivrà per i sui figli, cercando di arrangiarsi al meglio per dar loro cibo, vestiti e scarpe.
Una mamma con i suoi mille pregi, ma anche con i suoi difetti; difetti derivanti in particolare da certe convinzioni radicate nella propria cultura e religione; convinzioni che sfociano in un rifiuto di avere a che fare con i “goym”, i “gentili”, i cristiani, insomma, e di guardare a loro con molta diffidenza.
Una diffidenza, del resto, ben ricambiata dagli abitanti dell’altra parte del muro, visto che i cristiani mal sopportano gli intrusi ebrei, ritenendoli ricchi e spilorci, oltre che “assassini di Cristo”.

Harry è il figlio minore di questa coppia povera e mal assortita; ha due fratelli maggiori - Saul e Joe; nel corso degli anni, avrà un fratellino, Sidney-, e due sorelle più grandi: Lily, la maggiore di tutti, responsabile, bella, intelligente e studiosa; e Rose, la figlia più difficile, sempre scontrosa, acida, scontenta.

Harry cresce guardando il suo piccolo mondo attorno a sé,  vivendolo a 360°, giocando con gli altri bimbi ebrei in strada, andando a scuola con i fratelli, stando attenti a monellacci (di solito, ragazzini cristiani) che li aggrediscono, sperando di poter comperare un paio di scarpe nuove, assistendo ai litigi di Rose con  la mamma e con Lily, ascoltando e guardando le baruffe tra famiglie, guadagnandosi un penny portando bottiglie di zenzero da una parte all’altra della strada, scrivendo lettere per la mamma ai parenti in America, sperando di ricevere da loro in dono dei biglietti per poter finalmente sbarcare nel nuovo continente e lasciarsi alle spalle lo squallore della strada.


Harry è un bambino sveglio, molto dolce e sensibile, attento osservatore, paziente, curioso, disponibile ad aiutare e mantenere segreti.

E di segreti dovrà custodirne diversi, soprattutto “d’amore”, e tutti amori proibiti, in quanto "misti".

Crescendo, Harry sentirà quanto il muro invisibile che divide i due lati della strada sia davvero altissimo e difficile da abbattere: i due gruppi di persone hanno troppi pregiudizi l’uno verso l’altro, si disprezzano a vicenda e non hanno alcuna intenzione di abbattere queste barriere di ignoranza religiosa e culturale, anzi, guai a chi ci prova.
È vero, ci saranno dei momenti in cui apparentemente l’atmosfera si placherà, come ad es., alla fine della guerra, quando nella strada ci si sentirà liberi di gioire insieme della fine del conflitto e del ritorno a casa dei propri cari che hanno combattuto, però sarà una riconciliazione momentanea, effimera.
Alla fin fine, tornando nella vita di ogni giorno, cristiani ed ebrei continuano a detestarsi e a voler stare lontani l’un dall’altro, guardandosi con malcelata indifferenza.
Come se questo non bastasse, da che mondo è mondo, il pettegolezzo – soprattutto tra le donne, diciamolo -  non è mancato mai in nessuna cultura e in nessuna epoca, e anche le signore che frequentano casa Bernstein (dove la mamma di Harry ha aperto un negozietto arrangiato di frutta) passano le migliori ore a riunirsi e a bisbigliare i fatti degli altri, ebrei o cristiani che siano.

Il muro resiste, implacabile, a sottolineare differenze, stereotipi, superstizioni che separano irrimediabilmente, e trovare un forellino che apra uno spiraglio di luce e di pace sembra davvero impensabile.

Ma è davvero così?
Gli uomini sono in grado di abbattere muri divisori quando e se vogliono e Harry vuol farci capire proprio questo; se è vero che le diversità (di fede, abitudini, opinioni, modi di vestire….) tra due popoli (ma anche soltanto tra due persone) sono spesso così forti da alzare barriere non visibili a occhio nudo eppure così palpabili e reali, è altrettanto vero che come queste barriere sono state alzate, così le si può anche abbattere…!
Basta volerlo, no?
Eh…, più facile a dirsi che ad attuarsi e, come  Harry fa dire ad Arthur, l’amico di Lily, finchè gli esseri umani si guaderanno in cagnesco, sempre pronti a sottolineare differenze, relazionandosi a suon di pregiudizi e luoghi comuni infondati…, le guerre ci saranno sempre, e così i soprusi, le violenze, l’ignoranza.

Allora ci vuole qualcuno che abbia il coraggio di aprirsi un varco in quel benedetto muro e che crei un filo (anch’esso invisibile eppure tanto concreto!!) che unisca le due parti della strada, in modo che possano scoprire che ci sono molte cose che li accomunano e che è possibile stare insieme, ad bere un boccale di birra, ad ascoltare la musica da un grammofono, senza accapigliarsi, perché “siamo tutti uguali”!!

E quale arma pacifica meglio dell’amore può rivelarsi efficace per praticare questo varco, quest’apertura?
I cambiamenti non sono mai semplici o scontati, chi crede che sia giusto combattere per essi necessariamente va incontro a qualche sofferenza…, ma forse ne sarà valsa la pena, no?
L’amore tra un cristiano ed un’ebrea, convinti del loro sentimento, pronti a combattere contro chi si oppone, riuscirà in quest’operazione di “riconciliazione” tra i due lati della strada, da sempre separati?

Seguiamo le vicende di Harry, della sua famiglia e dei suoi vicini, lasciandoci coinvolgere emotivamente dal suo racconto, consapevoli che è tutto vero, che son cose vissute, emozioni provate, sogni e pensieri che hanno sul serio popolato delle menti semplici ma determinate.
Leggiamo “Il muro invisibile” guardando a questi svariati personaggi, ognuno con le proprie peculiarità, capaci di risvegliare emozioni nel lettore, e ci immaginiamo anche noi in quella strada, quasi riuscendone a sentire odori, sapori, grida, canzoni, litigi, insulti, suppliche, pianti e risa; è una lettura che non mi ha lasciata indifferente perché l’Autore è bravo nel raccontare la propria infanzia, con quel misto di dolcezza e malinconia, unito ad una semplicità ed immediatezza nel linguaggio, all’abbondanza di dialoghi, ad un ritmo sempre sostenuto e mai lento (le descrizioni o le riflessioni ci sono  ma non sono mai pesanti o eccessivamente lunghe), a una caratterizzazione dei personaggi principali non banale, ma realista e sentita, senza mai essere patetica.
Bellissima la figura materna e non perché descritta con l’idealizzazione di un figlio ormai adulto che guarda al proprio passato con gli occhi di un “sognatore”, di chi vuol per forza parlarci della mamma come un essere perfetto, ma anzi di chi lo fa rivelandocene punti di forza e debolezze; debolezze che questa donna ha cercato di vincere grazie all’amore per i suoi figli, per i quali ha dedicato (come dicevo all’inizio) davvero tutta se stessa.

harry e la moglie ruby
Non c’è eccessivo e spietato biasimo verso il padre; certo, si sente la sua assenza affettiva e la sua presenza ingombrante e sgradita di ubriacone e uomo gretto, ma Harry non manca di offrire anche per lui delle ragioni a questo modo di essere, ragioni che affondano in un’infanzia infelice, rude, triste e sola.

Il finale mi ha trasmesso molta commozione, nostalgia, tenerezza e mi ha fatto pensare al fatto che ci sono esperienze, luoghi e persone dell’infanzia che non potranno mai essere dimenticati, nonostante passino gli anni, si cambi paese, vita…, perché essi ci hanno formato, sono rimaste impresse nella memoria e nel cuore e arriverà un momento della nostra vita in cui probabilmente sentiremo il bisogno di “tornare indietro”, di tornare lì, in quella casa d’infanzia, a quelle voci, a quei volti che ormai non ci sono più, ma che pure sono vividi e chiari in noi, perché di noi fanno parte.

Un bellissimo libro, che ho scoperto essere solo il primo di altri romanzi/autobiografie dell’Autore (Il sogno infinito e Il giardino dorato).

Ehm, la recensione è finita e mi tocca scusarmi con voi per la sua lunghezza… e ringraziare chi è stato tanto ardito da arrivare alla fine… ^_^

domenica 2 marzo 2014

Citazioni condivise



Citazione riguardante i libri e il leggere.

.
Assapora, non ingozzarti. 
E quando ami un libro, 
scegli una frase significativa 
e imparala a memoria. 
Così ricorderai per sempre il linguaggio della storia 
che ti ha commosso.

In una sola persona (John Irving)



Vi piace questa frase?
Cosa sperimentate più spesso,
come lettori:
 la sensazione di divorare il libro avidamente,
o quella di  assaporarlo e gustarvelo più lentamente possibile,
per poter soffermarvi su certe
frasi importanti,
segnandovele e/o ricopiandole?

Io da adolescente non solo
riempivo i diari di citazioni tratte da libri,
ma .... le recitavo ad alta voce,
come per sentirmi parte integrante della storia 
che stavo leggendo....


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