mercoledì 2 luglio 2014

CANTO E CITO... With A Child's Heart



Oggi, il giorno 2 luglio ma del 1961, moriva un grande esponente della letteratura internazionale: Ernest Hemingway.

Ecco una sua citazione e per la canzone ho pensato ad una di Stevie Wonder..

Avere un cuore da bambino non è una vergogna. È un onore. Un uomo deve comportarsi da uomo. Deve sempre combattere, preferibilmente e saggiamente, con le probabilità a suo favore, ma in caso di necessità deve combattere anche contro qualunque probabilità e senza preoccuparsi dell'esito. Deve seguire i propri usi e le proprie leggi tribali, e quando non può, deve accettare la punizione prevista da queste leggi. Ma non gli si deve dire come un rimprovero che ha conservato un cuore da bambino, un'onestà da bambino, una freschezza e una nobiltà da bambino.
(Verso all’alba, 1954/56)

Stevie Wonder 

With a child's heart
Go face the worries of the day
With a child's heart
Turn each problem into play
No need to worry no need to fear
Just being alive makes it all so very clear

Un vestito color del vento... in wishlist



Romanzo finito in wishlist.
Che ne pensate?

Un vestito color del vento
di Sophie Nicholls

Ed. Tre60
Trad. I. Katerinov
265 pp
9,90 euro
giugno 2014

«A volte questa storia è un tessuto difficile da lavorare: mi scivola tra le dita come il jersey o si arriccia sotto l’ago come il broccato. Ma altre volte, è leggera e regolare, con linee dritte che l’ago può seguire per cucire una storia all’altra, una parola all’altra.»

Trama

È un gelido giorno di gennaio quando Fabia Moreno e sua figlia Ella arrivano nella tranquilla cittadina inglese di York. 
Nessuno può conoscere il difficile passato che entrambe stanno cercando di dimenticare. 
È invece sotto gli occhi di tutti il negozio di abiti e di accessori vintage che le due donne hanno deciso di aprire: una boutique da sogno, come a York non se ne erano mai viste, traboccante di abiti retrò e gioielli d’epoca. 
Ben presto, all’ombra di quelle stoffe preziose, s’intrecciano destini, nascono amori, sbocciano passioni, ma s’insinua anche la diffidenza di chi non riesce ad accettare l’esuberanza di Fabia né a dissipare quell’aura di mistero che circonda lei e la giovane, ingenua, sorridente Ella… 
Ma, soprattutto, prende vita la storia di un vestito speciale, carezzevole come la seta e delicato come un soffio di vento sulla pelle…

.
Il suo sito è www.sophienicholls.com 
Twitter:  @wordsauce

L'autrice.
Sophie Nicholls vive a York. Tiene corsi di scrittura creativa, con particolare attenzione ai suoi effetti terapeutici. Oltre a scrivere, adora nuotare in mare aperto e il cioccolato fondente. Un vestito color del vento è il suo romanzo d’esordio, che ha conquistato le vette delle classifiche inglesi, rimanendovi per parecchi mesi.

Citazioni d'Autore



Ed ecco le citazioni che aprono il romanzo "Mi ami e non lo sai" di Tiziana Merani.

Non hai detto che la verità; per ciò, sei stato ingiusto!

Fedor N. Dostoevskij, L'idiota


Taluni affermavano che era proprio pazzo,
pur giudicando che, in fondo, questo
non fosse ancora un difetto tanto grave...

Fedor N. Dostoevskij,
Memorie da una casa di morti

Il significato della parola EPIGRAFE al quale mi riferisco è questo:
Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo;
più particolarm., citazione di un passo d’autore o di opera illustre
che si pone in testa a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire.
 (Treccani)

Anteprima settembrina: NIENTE E' COME TE di Sara Rattaro




Buongiorno cari amici e lettori!!
Stamattina desidero iniziare con una bellissima segnalazione!
Lontanuccia, a dire il vero, ma appena su FB l'Autrice l'ha annunciata..., io non ho potuto fare a meno di cogliere l'occasione di condividerla ed aspettarla insieme a voi!!

A settembre è in arrivo un altro romanzo della bravissima scrittrice Sara Rattaro, della quale ho letto e apprezzato tanto "Un uso qualunque di te" e "Non volare via"!!

Io sarò in entusiastica attesa per questa uscita... E voi?

NIENTE E' COME TE
di Sara Rattaro

Ed. Garzanti
14.90 euro
USCITA 4 SETTEMBRE
2014

Trama

Francesco e Margherita non si vedono da dieci anni.
Hanno vissuto in paesi con lingue e cultura diverse. 
E se Francesco non ha mai smesso di pensarla ed aspettarla, per Margherita lui è solo uno dei tanti. 
Ma Francesco e Margherita sono padre e figlia destinati a stare lontani per motivi inspiegabili ma concreti, e burocrazie interminabili. 
Finchè un giorno tutto cambia e a Francesco viene restituito il diritto di fare il padre di quella che la vita ha trasformato in un'adolescente convinta di essere sbagliata.

In un dialogo sussurrato e testardo padre e figlia cercheranno di riconoscersi. 
Ma la vita può riservare strane prove ad una ragazzina confusa da un passato troppo complicato da aggiustare. 
E se l'unica cosa di cui ti fidi è il suono del tuo vecchio violino allora tutto è destinato ad essere difficile: innamorarsi, sorridere e soprattutto difendersi.

Riuscirà Francesco a non perdere Margherita per la seconda volta? 
Riuscirà l'amore di Enrica a dimostrare che una famiglia lo si è anche senza legami di sangue?

Sara Rattaro, alla sua quarta prova narrativa, ha fatto di nuovo centro.




L'autrice.
Laureata in Biologia e in Scienze della Comunicazione, ha frequentato il master in Comunicazione della Scienza «Rasoio di Occam» a Torino prima di essere assunta come informatore farmaceutico. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, le sue storie si ispirano ai racconti delle persone che incontra.
Il suo esordio narrativo è con "Sulla sedia sbagliata" (Morellini, 2010). 
Un uso qualunque di te, il suo secondo romanzo, Giunti 2012, da marzo a maggio ha avuto 5 ristampe, ed è stato venduto in Spagna, Germania, Olanda, Bulgaria, Russia, Ungheria e Turchia. Il terzo romanzo di Sara, Non volare via, è stato pubblicato da Garzanti (maggio 2013).

martedì 1 luglio 2014

Anteprima Fazi Editore.IL PASSATO DI SARA di Chevy Stevens


Ed ecco un'anteprima di quelle che non vorrei davvero mi sfuggisse di mano...!!!!

Direttamente in WL; ho amato troppo il suo primo romanzo, "Scomparsa", mi ha tenuta incollata e non possono non attendere questo...

IL PASSATO DI SARA
di Chevy Stevens


Fazi Editori
448 pp
14.90 euro
USCITA 17 LUGLIO
2014
Trama

Sara Galagher è finalmente felice.
Sta per sposarsi, a trentaquattro anni, restauratrice di mobili antichi e madre di Ally, una bambina di sei anni nata da una relazione precedente.
È una fase della vita costruttiva, ogni giorno è da affrontare con pienezza e Sara rovista nei pensieri, non smette di fare somme e sottrazioni, di definire se stessa quanto più possibile. 
Per questo le è inevitabile andare a cercare i propri genitori naturali: da figlia adottiva non li ha mai conosciuti, ma ora l’urgenza è inarrestabile, Sara è pronta per iniziare la ricerca delle proprie origini.
 Ma Julia Laroche, la madre naturale, appena se la trova di fronte la respinge con durezza, una reazione comprensibile sulle prime, che nasconde però un segreto custodito da oltre trent’anni. 
È da qui che iniziano a serpeggiare i primi sospetti di una storia molto più nera di quanto la donna potesse mai immaginare, nella quale si trova a dover fronteggiare le insidie di un padre il cui profilo umano è quel che di più basso possa realizzarsi nella nostra specie.

Narrato attraverso capitoli corrispondenti a una sequenza di sedute psicanalitiche, Il passato di Sara è il racconto di una discesa agli inferi, dove i pericoli sono mortali e minacciano ciò che di più caro ha la protagonista. Sara confessa le terribili scoperte incontro dopo incontro, attraverso quella che è ormai la cifra stilistica della sua autrice. 

Acuta narratrice di thriller psicologici, Chevy Stevens produce un romanzo in cui la suspense si dosa goccia a goccia fino al compimento di un intreccio perfettamente tessuto. 

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Never knowing
«Un romanzo dosato alla perfezione, un’escalation di suspence da manuale». 
Kirkus Reviews 


«Con un autentico romanzo d’azione Stevens ci trascina in una corsa forsennata».
The globe and mail 

«Un’eccellente lettura estiva, perché ti ritrovi a non poter chiudere il libro per più di qualche istante. Tenetevi una giornata libera». 
Booklist

L'autrice.
Chevy Stevens è lo pseudonimo di Rene Unischewski. Trentasette anni, canadese, vive nell'Isola di Vancouver, con marito e figlia. Il suo primo romanzo, Still missing,
ha vinto l' International Thriller Writers Award for Best First Novel.

Segnalazione romance. PERCHE' TU di Ella Gai



Buona serata, cari lettori ed amici!!
Oggi non ho dedicato moltissimo tempo al blog, però adesso vorrei condividere con voi una recente uscita contemporary romance, di un'autrice esordiente, già ospitata qui sul blog e che torna con una storia d'amore tutta incentrata sul... DESTINO...!!

Di Ella Gai ho letto e recensito "Rossa come la passione", "Nera come la lussuria" e "Bianca come la purezza".

PERCHE' TU
di Ella Gai


Foto
Link amazon
183 pp
2,94 euro

TRAMA 

Esiste il destino? Esistono le coincidenze? Esiste il fato? 
Può un mancato incidente stradale cambiare per sempre la vita di due persone? 
Questo è quello che accade ad Anna e Andrea. 
Lei, una ragazza di vent'anni, studentessa e giocatrice di pallavolo. 
Lui, un uomo di quaranta, imprenditore di successo, e playboy incallito. Appena si conoscono si odiano, si disprezzano, si offendono tanto da soprannominarsi: ragazzina e vecchio.
Ma può quello stesso destino essere beffardo e farli incontrare una seconda e una terza volta?
Sono loro gli artefici del proprio futuro, oppure è tutto già scritto? 
Sarà grazie a queste coincidenze che le loro vite cambieranno per sempre. 
E quel sentimento di odio e di sprezzo che provano l'uno per l'altra si trasformerà in fiducia, rispetto, e forse anche amore.


Booktrailer 


Viaggiare leggendo a Berlino



Riprendo dopo un po' di settimane la rubrica "Viaggiare leggendo" e questa volta, a fornirmi i luoghi per il nostro giretto virtuale, ci pensa Fitzek con "La terapia" (sul blog trovate la recensione).

Anzitutto, siamo a Berlino.
Il protagonista,Viktor Larenz, vive con la famiglia a Schwanenwerder.
Si tratta di un'isola nel fiume Havel, tra  Kladow e Wannsee.
Schwanenwerder è una zona residenziale costosa, comprensiva di un campo estivo per i bambini che si trovano sull'isola.

veduta dall'alto

Schwanenwerder
villa milionaria

La vicenda ha inizio in uno studio di allergologia, sito tra Uhlandstraße e Lietzenburger Straße.

Lietzenburger Straße
Uhlandstraße 


Friedrichstraße è la via in cui si trova lo studio medico di Viktor.

Friedrichstraße

Sacrower Forst, tra Spandau e Potsdam: zona di villeggiatura, nel Wannsee.

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Curiosità ... da thriller psicologici



Quando si legge un romanzo, spesso si imparano delle cose ed io, leggendo il thriller "La terapia", ho "conosciuto" una malattia psichiatrica di cui non avevo ancora sentito parlare.

Sto parlando della Sindrome di Münchausen per procura.
Di che si tratta?

All'interno delle varie tipologie di comportamenti delittuosi, un posto particolare è occupato dalla sindrome di Munchausen per procura (MSP). 
Il nome di questa sindrome deriva da un personaggio effettivamente esistito, per l’appunto il barone di Munchausen, che visse in Germania nel XIX sec. Questo nobiluomo, che a un certo punto della sua vita si ritirò nella tenuta di famiglia dalle parti di Hannover, era noto per i suoi racconti estremamente fantasiosi e avvincenti, ma soprattutto umoristici. 
La Sindrome di Munchausen indica il comportamento di quegli adulti che hanno un disturbo creato artificialmente, una finta malattia che li porta a richiedere costantemente e pervicacemente l´intervento medico per proprie sindromi che sono inesistenti. La variante che qui interessa, che è per l´appunto la Sindrome di Munchausen per procura, riguarda chiunque induca in modo costante dei sintomi su un´altra persona, in modo che questa venga considerata malata. 
La definizione nella sua accezione più generale è diretta a generiche vittime, che possono anche essere adulti o anziani. Ma si tende a usarla essenzialmente quando le vittime siano bambini. 
I criteri in base ai quali si considera presente la sindrome di Munchausen sono fondamentalmente quattro: 
 
1. malattia di un bambino causata da un genitore o da qualcuno che è in loco parentis 
2. il bambino viene sottoposto a visite mediche prolungate e a trattamenti complessi 
3. colui che danneggia il bambino nega di conoscere la causa della malattia 
4. i sintomi acuti e i segni della malattia cessano quando il bambino viene allontanato 
da chi la causa. 

La sindrome conduce alla morte circa il 10% delle vittime. La differenza caratterizzante di questa specifica tipologia di morte è la non istantaneità: nel caso della sindrome di Munchausen per 
procura si parla di un comportamento prolungato nei mesi, talvolta negli anni, di queste madri nei confronti dei figli. 
,
 
Le modalità con cui si manifesta la sindrome di Munchausen per procura sono le più varie. 
Può essere attivata un´opera di suggestione per convincere il bambino di essere malato, o possono essere prodotti sintomi somministrando sostanze nocive. Si può  attuare la simulazione di una malattia inesistente, o la sua induzione volontaria. A questo proposito va osservata l´estrema varietà dei comportamenti, che vanno dall’omissione di cure (quando un bambino soffre di determinate patologie croniche, asma o allergie) alla somministrazione di sale, droghe o altre sostanze nocive, 
al soffocamento, arrivando addirittura all’iniezione di feci, urina, saliva, e in particolare veleno di vari tipi. 


lunedì 30 giugno 2014

Recensione LA TERAPIA di Sebastian Fitzek



Ed eccoci alla terza recensione di oggi!! ^_^

LA TERAPIA
di Sebastian Fitzek


La Terapia - Fitzek Sebastian
Ed. Elliot
2010
Trama

Viktor Larenz è uno psichiatra di Berlino, brillante, ricco e reso per di più celebre dalle sue frequenti apparizioni televisive.
La sua vita pero va improvvisamente in frantumi quando la figlia dodicenne Josy, affetta da una malattia sconosciuta, scompare senza lasciare traccia durante una visita nello studio del dottore che l’ha in cura. Viktor la cerca ovunque senza mai rassegnarsi, ma tutto ciò arriva a costargli la carriera e il suo stesso matrimonio. 
Quattro anni dopo, Viktor Larenz si è ritirato in un’isola lontano da tutto e da tutti, quando riceve la visita di Anna Spiegel, una scrittrice di libri per bambini che sostiene che i personaggi che crea possano diventare reali. 
Uno di essi, in particolare, somiglia in modo impressionante alla piccola Josy e forse porta con sé la risposta a ciò che è accaduto alla bimba di Viktor. 
Ma chi è davvero Anna Spiegel, e perché il personaggio di Charlotte ha gli stessi sintomi di Josy e deve sfuggire a un’identica minaccia?

recensione


La terapia è un thriller psicologico che mi ha preso fin dalle prime battute.
Siamo a Berlino,  ai “nostri giorni” e la storia incomincia in uno studio medico di allergologia; il dottor Viktor Larenz, rinomato psichiatra, vi ha appena condotto la sua figlioletta, la dodicenne Josy, per sottoporla ad un esame approfondito, con la speranza che finalmente si sappia di che malattia soffre, così da curarla per bene; la bambina, infatti, da tempo è ammalata di una patologia finora non identificata e il suo papà se ne prende cura devotamente, avendo deciso anche di sospendere l’esercizio della propria professione.
Ma quel giorno, nello studio medico, accade qualcosa di tragico: la  bambina scompare.

Dov’è finita Josy? 
Chi l’ha rapita e perchè? 
È viva o è morta?

Con un salto di quattro anni, ritroviamo il nostro psichiatra ricoverato egli stesso in una clinica psichiatrica: come mai?
Forse la tragedia della scomparsa della figlia lo ha sconvolto al punto da mandarlo in uno stato psichico profondamente turbato?

Viktor è su un lettino, legato addirittura da cinghie e, accanto a lui, pronto ad ascoltarlo, c’è un giovane dottore e collega: Martin Roth.
Grazie ad un veloce percorso terapeutico – improvvisato sul momento -, Viktor affronterà il dolore più grande della propria vita, lo stesso che gli ha fatto perdere il legame con la realtà e che lo sta uccidendo pian piano, e a Roth riuscirà a raccontare tutta quella catena di eventi che lo hanno portato a quel punto, su quel lettino, per 4 anni imbottito di farmaci.

L’Autore ci conduce su un’isola, chiamata Parkum, il rifugio personale di Viktor, che in quel posto cerca quiete e distacco dalla triste realtà di un matrimonio ormai in crisi (la moglie Isabell, diversamente da lui, ha affrontato meglio la scomparsa della figlia… Come mai?, si chiede l’uomo) e dall’assenza dolorosa di una figlia amata di cui non sa più nulla.

Ma neanche lì si può star tranquilli e l’uomo riceve l’inaspettata e sospetta visita di una sconosciuta: Anna Spiegel, una donna mai vista prima, che dapprima gli chiede semplicemente di prenderla in cura (soffre di schizofrenia, in una forma grave), poi però comincerà a raccontargli una storia, presentandogliela come frutto delle proprie allucinazioni, ma che Viktor non potrà non collegare alla sparizione dell’amata Josy…

Mi fermo qui perché non avrebbe senso dare ulteriori elementi relativi alla storia; vi dico solo che la narrazione prenderà man mano pieghe inaspettate.
,
Sì, qualche dubbio, domande e ipotesi per spiegare l’ingarbugliato intreccio che coinvolge Viktor, vi balzeranno in mente, ma forse alla fine scoprirete che nulla è come sembra e forse, come me, ne sarete piacevolmente stupiti!

I capitoli sono abbastanza brevi e terminano sempre in modo da creare suspense e curiosità circa il seguito; il ritmo è serrato, “ansiogeno”, ma è inevitabile perché abbiamo a che fare con un mondo sospeso a metà strada tra la realtà e il surreale, tra la sanità mentale e la follia, tra ciò che è davvero accaduto e ciò che è frutto di allucinazioni…, e il confine è molto sottile e labile e, per quanto mi riguarda, fino alla fine il lettore resta col fiato sospeso a cercare la risposta definitiva alle domande fondamentali: chi è Anna Spiegel e perché sa tante cose sulla storia di Josy? Che fine ha fatto la ragazzina? Viktor è pazzo o è vittima di un folle e diabolico piano che altri hanno macchinato per ingannarlo e farlo impazzire?

Lo sfondo psicologico che attraversa il libro mi è piaciuto e mi ha incuriosita a ogni pagina, così pure il suo protagonista, con le sue domande e le sue ipotesi al limite della pazzia; certo, c’è una certa assenza di interazioni vere e proprie tra i personaggi e l’unico con cui abbiamo un incontro ravvicinato è solo Viktor, gli altri fanno da “corollario” alla storia costruita attorno a lui.
Però non lo dico come un difetto, perché questo thriller mi ha tenuta incollata e l’ho letto in poche ore (non è neanche molto lungo) e i colpi di scena si susseguono ad ogni capitolo, alzando il livello di tensione e attenzione nella lettura.
Via via che si va verso il finale, tante cose si chiariscono ma fino alla fine non sai mai che novità Fitzek tirerà fuori per stupirci.

Un romanzo che ci lascia entrare nei meandri della psiche umana colpita da gravi patologie psichiatriche, dalla già citata schizofrenia alla sindrome di Munchausen.
Assolutamente consigliato, per l’intreccio, lo stile  e la risoluzione della “matassa”!!

Recensione L'AMORE CONTA di Carmen Laterza



Seconda recensione di oggi!!!

L’amore conta
di Carmen Laterza

Genere: Romanzo

Target: Femminile

Editore: Carmen LaTerza
Pag: 266
Formato Kindle EUR 2,99 
Formato Cartaceo EUR 10,90

E se tradire fosse necessario? 
Se servisse davvero a capire che in fin dei conti si tradisce solo ciò che si ama?

Sinossi

Irene ha 38 anni, è sposata da due anni e vive nell’operoso Nordest di Poredenone. 
Lei e Luca non hanno figli e la loro vita agiata sembra scivolare via, giorno dopo giorno, senza lasciare traccia. 
Inquieta e alla ricerca di una scossa emotiva Irene una notte decide di iscriversi a Meetic, un sito di incontri. 
Inizierà così una lunga serie di appuntamenti con gli uomini più disparati, lasciandosi conquistare dalle loro storie e dai loro corpi. 
Ma Irene ha un passato che capitolo dopo capitolo si intreccia alla sua storia presente. 
Il primo incontro con Luca, l’inizio della loro storia, la scoperta dell’esistenza di una figlia avuta da Luca da un precedente matrimonio e per anni rifiutata, fino al loro matrimonio e al viaggio di nozze. 
Un passato che si alterna a un presente fatto di incontri con uomini superficiali, e perverse avventure. 
Un percorso, quello di Irene, che parte dall’inquietudine esistenziale, scivola nel cinismo e finisce nel tradimento. 
Sarà l’amore a salvarla, quello che si prova per gli altri e per se stessi, perché nella vita “l’amore conta, e sa contare”.



L’autrice
Carmen Laterza, è nata nel 1974 a Pordenone, dove vive e lavora come Dirigente Scolastico. Laureata in Lettere ha recentemente autopubblicato il saggio musicologico I duetti d’amore nelle opere di Giuseppe Verdi. L’Amore conta è il suo primo romanzo
.

COSA NE PENSATE?
MI SEMBRA CHE LA TRAMA SIA MOLTO ATTUALE: L'INQUIETUDINE CHE ACCOMPAGNA IL NOSTRO TEMPO, IL SENSO DI INSODDISFAZIONE CUI NON SAPPIAMO DARE UN NOME E CHE CI SPINGE VERSO SCELTE NON SEMPRE GIUSTE...


recensione

Irene ha 17 anni la prima volta che si perde, durante un’escursione con gli scout nel bosco; pur avendo una mappa del sentiero da seguire e, soprattutto, pur avendo la convinzione ferma che il sentiero che sta percorrendo sia quello giusto.
Ma così non è e quando comprende di essersi persa, la sensazione di smarrimento e confusione è tale da lasciarla sgomenta.
E questa sensazione di confusione e di perdita l’accompagnerà per tantissimi anni, durante tutta la sua gioventù.
Irene ha 38 anni, ormai, ed è sposata con Luca già da qualche anno; stanno bene economicamente, non hanno figli per scelta di coppia, lavorano entrambi e conducono una vita tranquilla, fatta di uscite e cene con gli amici,  il Natale trascorso ogni anno a casa dei genitori di lui…. Insomma una vita matrimoniale … normale!
Ma di notte, a un certo punto, la bella e scontenta Irene – che sbuffa davanti alla normalità e alla routine di una vita che non le offre più alcuno stimolo – decide di iscriversi al sito per incontri “Meetic”.

Come mai? Forse Irene è in cerca di un’avventura extra matrimoniale?

Irene non desidera tanto la tresca con qualche uomo interessante conosciuto in chat, quanto il voler dare a se stessa un input diverso, eccitante, che la sorprenda, la coinvolga emotivamente, la faccia sentire viva.
Di nascosto dal marito, quindi, inizia a fare conoscenza con alcuni uomini della chat, ma inizialmente non sarà fortunata e i più strani sembrano aspettare solo lei…!
“Meetic” e la ricerca di conoscenze maschili al di fuori di Luca saranno solo il segnale più evidente di un senso di insoddisfazione e infelicità che la donna cova già da diverso tempo.

Irene non è realizzata, eppure non le manca nulla! Almeno in apparenza.

Luca è un buon marito, premuroso, innamorato, simpatico, attaccato alla famiglia, con un buon lavoro; certo, l’argomento “figli” è tabù, off limits: lui non ne vuole e c’è una ragione per questa scelta…, ma la cosa non ha mai dato a Irene troppi pensieri.

Forse perché lei stessa non sente di possedere uno spiccato istinto materno, o forse perché in lei vi è uno spirito ribelle, anticonformista e anticonvenzionale, bramoso di libertà, indipendenza, che andrebbero a farsi benedire con l’arrivo di un figlio (già il marito a volte le sembra un cappio al collo troppo stretto e soffocante!).
Del resto, ha la sua migliore amica, Anna, come esempio: amiche da anni, si vogliono bene, si sostengono, si ascoltano e consigliano, ci sono sempre l’una per l’altra…, ma purtroppo ognuno prende la sua strada e Anna ha imboccato quella, tranquilla e serena, della famiglia felice, con marito e due figli.
,
Irene sente che nella vita della sua amica non c’è più quel posto esclusivo che lei e la loro amicizia hanno sempre avuto e questo la delude.
Ma è troppo orgogliosa per ammetterlo ed è troppo testarda per chiedere aiuto.
Perché Irene ha bisogno di aiuto, ma non lo sa.

Il senso di inutilità, di ovvietà e banalità, che lei avverte come prepotente nelle proprie giornate, la sta soffocando e lei sente che deve ribellarsi; prima che sia troppo tardi, prima che quella fiammella di vitalità si spenga definitamente, smorzata da un ritmo di vita che è sempre uguale, monotono, grigio, senza significa, finto.

“L’amore conta” è un romanzo in cui la protagonista parte da un desiderio che, di per sé, è legittimo e forse riguarda ognuno di noi, nella nostra esistenza: dare un senso alla propria esistenza, capire se finora l’ha avuto o meno; chiedersi chi siamo veramente, se stiamo recitando una parte che altri hanno preparato per noi a tavolino o se riusciamo davvero ad essere noi stessi; cercare delle risposte che ci indichino se stiamo o meno seguendo il sentiero giusto, quello che conduce alla felicità, alla realizzazione vera di noi stessi o se in realtà ci siamo arenati in una gabbia dorata, fatta di una tranquillità senza senso.

Quale prezzo è disposta a pagare Irene, sulla soglia dei 40 anni, per ritrovare se stessa?

Se è vero che si sta stancando di indossare la maschera della “moglie borghese”, che fa sorrisini di facciata alla suocera perfetta, che si limita a fare  fredde visite di cortesia a un padre assente da sempre.., che ascolta con finto interesse le incombenze quotidiane di un’amica “moglie e mamma devota”, che dice sì o no a un marito sì dolce e innamorato, ma fin troppo cieco e convinto che tutto vada sempre bene e che non c’è nulla da mettere in discussione nell’ambito del matrimonio…, è anche vero che il mondo, fuori dal bozzolo rassicurante della famiglia, non offre maschere migliori.

Forse saranno maschere più eccitanti, dal gusto trasgressivo, che contribuiscono a creare quell’alone di curiosità e a solleticare fantasie e sensazioni nuove…., ma queste stesse mascherine possono rivelarsi pericolose.

In ogni essere umano può nascondersi un lato oscuro, in cui dormono pulsioni ed istinti che attendono di essere svegliati e soddisfatti…, e ognuno decide in che modo assecondarli, soffocarli, “modificarli” in base alle esperienze, alle persone incontrate, ai progetti di vita che man mano ci creiamo.
Ebbene, la domanda cui questo libro ci chiede di rispondere è: a volte un tradimento, una “fuoriuscita dai binari dell’apaticità e dell’abitudinarietà” di un matrimonio senza sorprese e stimoli (ma è poi vero?), può avere effetti positivi sulla coppia? Può far svegliare i due dal torpore, da quella certezza indolente di chi crede di aver raggiunto la stabilità desiderata e di non dover più far nulla per alimentare l’amore (in tutti i suoi aspetti)?

Ciascun lettore potrà farsi la sua idea in merito, ma mi sembra giusto considerare l’altra parte della medaglia.

Non è che a volte, il senso di insoddisfazione, la voglia di cambiamento a tutti i costi, è solo un escamotage per sfuggire alle proprie responsabilità, ai valori e alle promesse che ci hanno portati a dire “sì” al nostro partner (col matrimonio, ma anche in una convivenza stabile), impegnandoci a costruire e rinsaldare ogni giorno una relazione solida, importante, fondata su amore, rispetto, fedeltà, sincerità, ecc..?
Io credo che oggi sia sempre più diffusa l’incapacità di impegnarsi in legami duraturi e che alla base ci sia il non voler assumersi delle responsabilità serie, il rifiuto di “crescere”, maturare, e di farlo con una (sola) persona accanto.
Irene è una donna “complessa”, dal carattere difficile: da una parte ci appare forte, volitiva, determinata, con un forte senso pratico, poco propensa a smancerie; dall’altra, nasconde una parte fragile, resa tale da conflitti non risolti ai quali lei risponderà a muso duro, decidendo di indossare 

mascherine ambigue, che forse nasconderanno il suo volto ma che metteranno a nudo quella parte di sé “nera”, di cui non era a conoscenza e che potrebbe  o condurla verso quella “libertà” tanto desiderata… o verso il baratro di una pseudo indipendenza che è invece solitudine, incomprensione, malessere, odio, rancore.


Forse Irene dovrà toccare il fondo per comprendere che solo “l’amore conta e sa contare” e che in esso non c’è nulla di scontato e banale, se viene nutrito e valorizzato giorno per giorno?

Questo romanzo di Carmen Laterza  - e per la cui lettura ringrazio Elisabetta Tranchina – mi è piaciuto e l’ho letto con molta scorrevolezza: il linguaggio e lo stile sono essenziali, aderenti alla realtà da cui si parte, ci sembra di scorrere le scene di un film, tanto sono vivide e realistiche le situazioni presentate, i personaggi, i dialoghi.
L’Autrice ha una buona ed efficace proprietà di linguaggio e riesce ad immergere il lettore nella vita di Irene, facendoci saltare – senza essere disconnessa – da un piano temporale all’altro (dall’oggi a “qualche anno prima”), tratteggiando bene tanto la protagonista (con i suoi trascorsi, il suo passato, e mostrandoci anche i suoi cambiamenti, i sentimenti, i dubbi….) quanto gli altri personaggi attorno a lei.
Ammetto che in certi frangenti non ho amato molto Irene, ma forse perché sono più simile ad Anna, però si giunge all’ultima pagina del libro desiderosi di capire se alla fine la prima donna ha trovato o no il sentiero giusto e se, al termine di esso, ha ritrovato se stessa.

“L’amore conta” accende i riflettori su realtà vicine a noi, terribilmente attuali, seguendo, attraverso Irene, i tentativi che oggi tante persone, che sono o si sentono sole e vuote, intraprendono per sentirsi meglio, vive, realizzate, “stimolate”; e ci dice anche che tante volte, dietro questi tentativi (come può essere quello di cercare compagnia attraverso una chat, un profilo e una foto su un sito per incontri) si nascondono tante solitudini…, ma anche tante perversioni, e che spesso la felicità e il senso di ciò che siamo non vanno ricercati in esperienze trasgressive ed estreme, perché ci sono più vicini di quanto pensiamo (proprio lì, dove credevamo fossero rimasti invece i rimasugli di noi…).

Consigliato,  soprattutto a chi privilegia la lettura di storie realistiche, se vogliamo, un po’ crude (a un certo punto, ci saranno scene di sesso un po’ forti), in cui viene fuori anche il “torbido” che l’essere umano nasconde in sé.
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