martedì 27 gennaio 2015

"Un amore sbagliato" (Sonzogno): il nuovo romanzo di Giulia Alberico in libreria dal 12 febbraio.



Esce il 12 febbraio per Sonzogno "Un amore sbagliato", il nuovo romanzo di Giulia Alberico, autrice dotata di una scrittura smagliante, con una forte sensibilità psicologica.


La storia di un triangolo sentimentale con qualche lato di troppo‏.
Un ritratto sorprendentemente delicato e pieno di grazia, 
che ci conduce attraverso i percorsi più intimi della femminilità.

UN AMORE SBAGLIATO
di Giulia Alberico


Ed. Sonzogno
pp. 128
€ 15.00
in libreria:
12 FEBBRAIO 2015
«Sapere che Marco c’era, che da qualche parte nel vasto mondo leggeva il giornale, appendeva il cappotto in un ristorante, si allacciava le scarpe, la riempiva di stupefatta fierezza, di un sentimento verticale, solido, concreto, buono. Come il pane, come il gattò di patate che adesso le veniva più morbido. Anche Stefano se n’era accorto. Un giorno le aveva detto: “Ma questo gattò ti viene meglio da un po’ di tempo in qua.” “Ho cambiato tipo di patate” aveva risposto lei»

Trama

Tradire il marito e scoprire che il nuovo amante è innamorato di un uomo.

Il classico triangolo sentimentale, con qualche lato di troppo.


Il rapporto tra Lea e Stefano si è, negli anni, adagiato in una routine che appare alla donna un po’ opaca ma anche rassicurante. 
Un casuale incontro con Marco la turba, la destabilizza e le fa provare sensazioni sopite. 
Tra sensi di colpa e un po’ di autoironia si lascia andare, ricambiata, a questo innamoramento. 
Nell’arco di un anno finisce per pensare di poter tenere insieme tutto: la vita vecchia e la nuova. 
Anche quando Marco le confessa di avere da tempo una relazione con un giovane uomo, che ama e a cui tiene molto, Lea fantastica di trovare un suo posto in questo bizzarro poligono di affetti in cui si è cacciata. Ma non può funzionare. 
Tutto, a un certo momento, pare crollare di colpo e Lea si trova da sola ad affrontare un universo di dilemmi a cui nessuno l’ha preparata e ai quali deve trovare una soluzione. E a fare scelte che le cambieranno, ancora, la vita.

L'autrice.
Giulia Alberico è nata a San Vito Chietino e vive a Roma. È autrice di svariati romanzi, tra cui Madrigale (Sellerio 1999), Come Sheherazade (Rizzoli 2004), Il vento caldo del Garbino (Mondadori, 2007).

Recensione: "La lista di Schindler" di Thomas Keneally



E finalmente ho terminato...

LA LISTA DI SCHINDLER
di Thomas Keneally


in lettura
Ed. Sperling&Kupfer
"Non so perchè l'ho fatto".  Tanto per incominciare, bisogna dire che Oskar era un giocatore, ma anche un sentimentale che amava la trasparenza e la semplicità delle buone azioni; che per temperamento era un anarchico a cui piaceva terribilmente mettere in ridicolo il sistema, e che sotto la sua vigorosa sensualità si nascondeva una innata capacità di sentirsi oltraggiato dalla crudeltà umana, di reagire e di non lasciarsi sopraffare dalla stessa. 


Oskar Schindler non era propriamente uno stinco di santo, un'anima pia e un marito fedele.
Anzi, se vogliamo dirla tutta, era un uomo cui piacevano la bella vita, le belle donne, che non passava un giorno senza che bevesse alcolici e, per di più, era un nazista.
Ma evidentemente non era un nazista convinto, se decise di aiutare 1200 ebrei, rischiando più volte la vita per cercare di "fregare" chi nazista lo era davvero.

Conosciamo quest'uomo a 360 gradi: la sua vita prima della guerra, il matrimonio, la famiglia e i dissidi col padre, i continui tradimenti coniugali a scapito di una moglie che, malgrado tutto, gli restò accanto per tanti anni, accettando questo marito libertino e piacione, ma pur sempre dignitosa.
Conosciamo un giovane uomo dal grande spirito imprenditoriale, dall'innegabile carisma, che riusciva ad ammaliare non solo le donne, ma anche gli uomini con cui entrava in contatto, riuscendo ad ottenere da loro ciò che voleva e gli serviva, tanto per i suoi affari e le sue fabbriche, quanto per i suoi "Schindlerjuden" (gli ebrei di Schindler).

E per ottenere favori Oskar non esitò ad andare in lungo e in largo per cercare tutto ciò che poteva servirgli per "pagare" i suoi operai ebrei, per riscattarli e assicurare loro quel minimo di "protezione" che ne garantisse la sopravvivenza in un periodo storico in cui agli Ebrei in Europa era riservata davvero una "brutta fine".

Conosciamo, quindi, i suoi traffici, le sue lunghe e (apparentemente) placide conversazioni con il cinico e crudele comandante Amon Goeth, capo del campo di lavoro a Plaszow, dove migliaia di ebrei furono costretti a vivere (se di vita si può parlare) in condizioni a dir poco disumane.
Di Amon ci viene messa davanti la sua malvagità, il suo modo di "giocare" con la vita degli ebrei senza mai provare il benchè minimo rimorso.

E pagina dopo pagina ci vengono narrati episodi legati ad Oskar e alle singole persone e famiglie che ebbero a che fare con lui e a lui dovettero la vita.

Avendo visto molte volte il film tratto da questo romanzo, non posso dire di aver letto il libro con la stessa curiosità che caratterizza la lettura di qualcosa di completamente nuovo.
Ciò non toglie che il libro sia interessante e sono davvero tanti gli episodi toccanti, per la loro durezza - se pensiamo a cosa subivano i prigionieri nei campi, per mano delle SS -  ma anche per la loro umanità, se invece cerchiamo di soffermarci su quel barlume di umanità che emanavano persone come Oskar e Madritsch (o come Perlasca!), che non si trovarono "semplicemente nel posto giusto al momento giusto", ma che decisero di restare in un posto pericoloso in un momento storico difficilissimo, pur avendo i mezzi per fuggire e mettersi in salvo o, semplicemente, girare la testa da un'altra parte.

Ma non lo fecero, e si distinsero come "giusti" tra gli uomini.

La narrazione ha molti momenti lenti e ci sono un sacco di nomi e situazioni, quindi spesso la mia attenzione è calata; dovessi scegliere, vincerebbe assolutamente il film, che è molto coinvolgente e ti resta impresso.
Ad es., la scena finale, quando ad Oskar viene regalato l'anello con l'incisione: "Chi salva una vita, salva il mondo intero" non dà lo stesso brivido che invece regala il film (per chi vuol vederla....  QUI).
Però c’è un’informazione (non irrilevante) che il libro dà, rispetto al film: gli ebrei salvati da Oskar gli saranno vicini, dopo la guerra, resteranno in contatto con lui e lo aiuteranno nei momenti di difficoltà, mostrando una gratitudine commovente, un senso di lealtà da ammirare e imitare.

Ne consiglio la lettura a quanti amano interessarsi di questo periodo storico.


Articoli correlati:

Dietro le pagine di "La lista di Schindler"
Viaggiare leggendo ... Schindler's list

Recensione: LA BANALITA' DEL BENE di Enrico Deaglio

lunedì 26 gennaio 2015

Recensione: ROSEL E LA STRANA FAMIGLIA DEL SIGNOR KREUTZBERG di Helga Schneider


Un altro dei 4 libri che ho scelto di leggere in occasione della Giornata della Memoria, anche se non tratta della tragedia dell'Olocausto, pur essendo ambientato negli anni della Seconda Guerra Mondiale.

ROSEL E LA STRANA FAMIGLIA DEL SIGNOR KREUTZBERG
di Helga Schneider

Rosel e la strana famiglia del signor Kreutzberg
Ed. Tea
210 pp
8 euro
2012

Capelli biondi e occhi azzurri, pelle bianca come porcellana e un viso bellissimo: questa è Rosel, una ragazzina di 12 anni tanto bella quanto vivace e dal temperamento un tantino ribelle.

Siamo nel 1939; Rosel vive a Berlino con sua madre Edeltraud, la quale lavora presso l’elegante, ricco e prepotente signor Eugen Kreutzberg.
L’uomo è un individuo pieno di sé, che pretende il massimo dai suoi lavoratori, dei quali non fa che lamentarsi.

Ma Edeltraud fa buon viso a cattivo gioco e sopporta soprusi e umiliazioni a lavoro pur di tenerselo, in quanto è l’unica forma di sostentamento; suo marito, infatti, è morto e la donna deve mantenere sé e la figlia.

Essendo Rosel un po’ imprevedibile, Edeltraud non si fida a lasciarla sola quando lei è a lavoro, così la lascia spesso da una vicina di casa; ma un giorno questa le dà buca e la mamma porta la figlia con sé a lavoro…

E questo sarà l’inizio di un vero e proprio incubo!

Eugen è un quarantenne scapolo, non brutto e abbastanza affascinante e la prima volta che i suoi occhi si posano sulla bella Rosel, egli ne resta folgorato: è così bella che non riesce a staccarle gli occhi di dosso!
Scatta in lui, verso Rosel, un sentimento morboso, di possesso e attaccamento verso la ragazzina, che in fondo potrebbe essere sua figlia..!

Ma la lascivia non ha limiti e l’uomo comincia da subito a maturare dentro di sè desideri non proprio sani verso la figlioletta della propria dipendente.

L’uomo, in modo supponente, arrogante e subdolo, cerca di far leva sul desiderio della ragazzina di avere una figura maschile adulta di riferimento e sulla sua vanità (insita in ogni donna, sin da giovanissime), così si intrufola nella casa e nella vita di Edeltraud e Rosel, circuendo quest’ultima, tentando addirittura di metterla contro la madre, e lo fa attraverso regali costosi e affettuosità apparentemente innocenti.

Nonostante, e a causa di Kreutzberg, Rosel non vada più molto d’accordo con la mamma (che, da adulta, ha ben compreso le losche intenzioni del datore verso la propria innocente figlioletta), quando quest’ultima le verrà tolta a causa di un errore giudiziario, la ragazza sentirà tantissimo la mancanza della mamma.

Mancanza che si farà più forte quando verrà forzatamente portata in un Centro per bambini/ragazzi soli e abbandonati.

Qui Rosel scoprirà cosa vogliono dire parole come obbedienza, disciplina…, e soprattutto si renderà conto di quanto sia folle e fanatica l’ideologia nazista.
E sì, perché in questo istituto il Fuhrer è adorato come un dio e l’arianizzazione dei bambini/giovani è un obiettivo perseguito con molta (troppa) sollecitudine…!

Tra fanatiche donne, il cui unico scopo è “spezzare” il carattere ribelle della loro giovanissima ospite, e ragazzi soli tristi e passivi, le uniche note positive del Centro saranno il buon cibo (che sembra tanto più squisito se si pensa che, a causa della guerra, scarseggia) e l’amicizia con una ragazza inizialmente aggressiva ma con cui poi legherà: Henricke… La nuova amica le confida un segreto: il suo nome non è davvero Henricke, ma Zyta e la sua storia (il perché è al Centro) è davvero incredibile.

Chi è Zyta e perché è lì?
E riuscirà Rosel ad andarsene da quella comunità che sembra una caserma?

La sua mamma è in carcere…, chi potrà salvarla?
Quando le cose sembrano più nere che mai, ecco arrivare un “salvatore”…: il signor Kreutzberg in persona, ancora più pieno di sé e più spavaldo, che si propone di prenderla in affido.

Eugen sembra gentile e ben intenzionato… eppure ha degli scatti d’ira che fanno paura.

Ma chi è davvero? E perché si preoccupa tanto per lei?

Tra dubbi e speranze, la bella Rosel conoscerà la moglie di Eugen (Guste), che è succube del marito, e il figlio adolescente di lei, Raul, che odia il patrigno di un odio smisurato.

Davvero una ben stramba famiglia, quella in cui è capitata la piccola Rosel che, da una parte è contenta di non essere più nel Centro-caserma, ma dall’altra comincia ad accorgersi che Eugen è un tipo strano, inquietante e zotico.

Forse Rosel è passata da un inferno a un altro?
Cosa penserebbe la mamma se sapesse che si trova in casa dell’uomo che lei detestava?


Tra litigi e baruffe in questa famiglia singolare e a tratti un po’ inquietante, a consolare Rosel c’è la presenza confortante dell’amico alato, il corvo Salamander, che la segue ovunque vada, come fanno i veri amici del resto, no?
,

In un’Europa segnata dalla guerra e dal nazismo, dal folle piano di un austriaco coi baffetti – ossessionato dalla purezza della razza, pur non essendo lui biondo e con gli occhi azzurri – di dominare su tanti popoli…, la Schneider ci racconta le avventure di una ragazzina non ancora adolescente, che si affaccia al mondo, in un periodo storico che è tra i più difficili di sempre.

Una ragazzina che si ritrova senza madre, sola in mezzo ad adulti fissati anch’essi con le idee naziste e con principi di obbedienza militaresca che sforano nell’esaltazione, e che a un certo punto dovrà cercare di distinguere tra il bene e il male, tra persone che hanno scopi nobili verso di lei, e chi invece non ne ha.

E a volte, a raddrizzare i sentieri di chi vive nell’egoismo e nella prepotenza, può arrivare inaspettato una sorta di “angelo custode” o di grillo parlante dal piumaggio nero e lucente e che comunica con i suoi craa craa

Non ho mai letto nulla di quest’Autrice e ho scelto questo libro perché ho letto che la Schneider, in esso (e in tutte le sue opere) tratta tematiche importanti, come l’amicizia, la solitudine di ragazzi abbandonati, il comportamento perfido di uomini senza moralità… il tutto sullo sfondo della Germania degli Anni Quaranta e degli pseudoprincipi che hanno caratterizzato l’ideologia hitleriana (conseguenze annesse).

Ed è vero, in questo libro ci sono queste tematiche spinose, ma l’Autrice le affronta con leggerezza, con un linguaggio semplice, adatto ai giovanissimi, dando ai suoi personaggi e alle loro vicende un che di “singolare”, di insolito, che a volte si colora di tonalità e toni paradossali, e che è condito con un pizzico di “fiabesco” che fa risaltare in modo netto lo sfondo scuro e terribile in cui personaggi e storie sono collocati (guerra, dittatura).

Lo si legge in meno di un paio d’ore e la storia scorre con molta fluidità; restiamo in attesa di sapere cosa farà e vivrà la giovanissima e vivace protagonista, che vive la sua piccola evoluzione nel corso delle proprie avventure.

I momenti dedicati al fanatismo nazista fanno sorridere, ma dico questo perché, per quanto esso sia assolutamente tragico, in sé e nelle conseguenze (a livello individuale e collettivo) e su questo c’è poco da scherzare, i personaggi che aderiscono a questa ideologia risultano volutamente ridicoli, come se l’Autrice volesse evidenziare tutta l’assurdità del nazismo e di coloro che lo sostenevano.

C’è una caratterizzazione netta e semplice (anzi, forse per certi tratti semplicistica) dei vari personaggi, che sembrano davvero usciti da una favola moderna.

È un romanzo breve, adatto a lettori molto giovani, che permette di riflettere su temi importanti ma senza pesantezza; ammetto che m’aspettavo di più e che non mi ha entusiasmato, però può essere interessante guardare il nazismo dal punto di vista “interno”, dei tedeschi, in particolare di coloro che, pur avendo ricevuto un certo “indottrinamento”, non si sono fatti necessariamente manipolare.

Il giudizio complessivo? Mhm… carino, una lettura leggera e veloce, magari ideale da regalare a qualche rgiovanissimo lettore! ^_^

sabato 24 gennaio 2015

Dietro le pagine di "La lista di Schindler"



Buongiorno e buon sabato!!
Entro oggi spero di terminare "La lista di Schindler" di Keneally e di postare la recensione.
Ma intanto, volevo condividere con voi il "dietro le pagine".

dietro le pagine

Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?
".

Ecco cosa scrive l'Autore stesso alla fine del romanzo, per spiegare come d a chi ha appreso e raccolto il materiale sufficiente per il suo romanzo..

"Nel  1980 sono andato in una valigeria a Beverly hills, in California, e ho chiesto i prezzi delle cartelle di cuoio. Il negozio apparteneva a Leopold Pfefferberg, sopravvissuto grazie a Schindler. Ed è stato proprio accanto a quegli scaffali di articoli di cuoio importati dall'Italia che ho sentito parlare per la prima volta di Oskar Schindler, il bon vivant tedesco, speculatore, tombeur de femmes, personaggio contraddittorio, e del salvataggio che ha operato a favore di uno spaccato di una razza condannata, negli anni noti con il nome generico di Olocausto.
pfefferberg e oskar
Questo racconto della storia straordinaria di Oskar si è basato in primo luogo sui colloqui con cinquanta persone sopravvissute grazie a lui (...). A questo si aggiunge la visita, in compagnia di Leopold Pfefferberg, alle località più important che figurano nel libro: Cracovia, la città d'adozione di Oskar; Plaszow, scena dell'infame campo di lavoro di Amon Goeth; la via Lipowa di Zaboclie, dove sorge tuttora la fabbrica di Oskar; Auschwitz-Birkenau, da dove Oskar prelevava le sue prigioniere.
Ma la storia è anche basata su documenti e altre informazioni fornite dai pochi compagni di Oskar ancora rintracciabili, che hanno diviso la sua esperienza del periodo bellico, e dai suoi numerosi amici del dopoguerra. 
Un ulteriore contributo a questa storia è stato fornito da numerose testimonianze attinte dallo Yad Vashem, la fondazione in memoria dei Martiri e degli Eroi, oltre che dalle testimonianze scritte tratte da fonti private e da documenti e lettere dello stesso Schindler, in parte forniti dallo Yad Vashem e in parte forniti dagli amici di Oskar. (...)
Ho... cercato di evitare ogni possibile finzione letteraria, per non alterare la fedeltà storica (...).
Talvolta è stato necessario ricostruire delle conversazioni di cui Oskar e gli altri hanno lasciato solo qualche traccia. Ma tutti gli scambi di opinione e tutti gli avvenimenti sono basati su testimonianze dettagliate degli Schindlerjuden (gli ebrei di Schindler), dello stesso Schindler e di altri testimoni delle sue imprese eccezionali.
Molti.. sopravvissuti, grazie a Oskar o suoi amici del periodo postbellico, hanno rilasciato numerose interviste e hanno generosamente fornito informazioni con lettere e documenti".

venerdì 23 gennaio 2015

Anteprime Giunti Edizioni (febbraio 2015)



Prossimi arrivi in casa Giunti Edizioni!

L'ANELLO DI FAITOREN
di Emily Croy Barker


Ed. Giunti
Trad. S.Reggiani
L.Taiuti
624 pp
16 euro
in libreria:
FEBBRAIO 2015

"Con un movimento fluido, Aruendiel scaraventò la ciotola sul pavimento. Nora trasalì quando si spaccò sulla pietra. Guardò il mago sbalordita. «Perché l'hai fatto?»
«Aggiustala» le ordinò lui con calma.
«Aggiustala?» balbettò. «Come?»
«Rendila perfetta com'era prima. Vuoi sapere cos'è la magia, cara Nora? Ora hai l'opportunità di scoprirlo.»”

UNA GIOVANE DONNA IMPRIGIONATA IN UN MONDO GOVERNATO DALLA MAGIA.
L'UNICO MODO PER SOPRAVVIVERE:
IMPARARE A DIFENDERSI CON LE STESSE ARMI.

Trama

Un romanzo pieno di amore e crudeltà, per adulti e ragazzi, dove la magia è protagonista assoluta. Una storia che ha l'atmosfera della fiaba classica e il passo epico del fantasy contemporaneo.

E se bastassero poche, enigmatiche parole a trasformare una ragazza molto delusa in una creatura dai poteri eccezionali?
Nora Fischer non ha mai pensato di possedere doti straordinarie o di essere destinata a grandi cose. Anzi, da quando il fidanzato l'ha lasciata e la speranza di una promettente carriera universitaria è svanita nel nulla, è convinta di valere ben poco.
Finché un giorno, dopo una festa in campagna, si imbatte in una vecchia lapide su cui legge alcuni versi dal significato oscuro.
Pochi istanti e Nora stenta a riconoscere il luogo in cui si trovava fino a una attimo prima: davanti a lei si staglia un maestoso palazzo circondato da un parco lussureggiante, e una donna vestita di bianco la accoglie con entusiasmo.
Nora non sa ancora di trovarsi al cospetto di Ilissa, la potente regina di Faitoren.
.
Trascinata in un turbinio di feste, passeggiate a cavallo e cene fastose, coperta di splendidi abiti e gioielli, Nora diventa la donna seducente e irresistibile che ha sempre sognato di essere: la compagna ideale per il bellissimo principe Raclin, che la chiede in sposa.
Ma qualcosa stride in quell'universo perfetto. C'è un pericolosissimo sortilegio da sciogliere, quello dell'anello che Raclin ha messo al dito di Nora.

L'autrice.
Emily Croy Barker vive nel New Jersey e si è laureata a Harvard. Dopo un'esperienza di vent'anni nel campo del giornalismo, ha deciso di dedicarsi alla scrittura, esordendo con l'originalissimo fantasy L'anello dei Faitoren, accolto con grande entusiasmo dal pubblico. Oltre all'attività di scrittice, Emily Croy Barker dirige la rivista The American Lawyer.


Romantiche letture: "L'amore è come un pacco regalo" di Barbara Schaer



Buongiorno amici e lettori!

Iniziamo la giornata (piovosa, devo dire) con una romantica segnalazione!

Dalla penna dell'autrice di Alis Grave Nil (recensione) e Onislayer (recensione) - di cui aspetto il seguito con molto entusiasmo -, una nuova, imprevedibile e divertente storia d'amore.

L'AMORE E' COME UN PACCO REGALO
di Barbara Schaer


Pagine: 220 circa
Prezzo: 0.99€
Gennaio 2015

Disponibile nei seguenti store online:


Pagine dedicate:


Sinossi

Giada ha ventinove anni, lavora come grafica pubblicitaria in un ufficio sull'orlo del fallimento e l'unico sogno che coltiva da sempre è sposare l'uomo che ama e avere dei bambini. 
Tutti i suoi piani, però, falliscono quando il suo fidanzato la lascia all'improvviso. 
Tornata single dopo tanti anni deve decidere cosa fare della sua vita, e fra le sue liste di buoni propositi e i consigli non proprio convenzionali delle amiche e della madre incontra Sebastiano. Lui è il classico bello e dannato e non la considera minimamente. 
Lei è ben decisa a stargli lontana. 
Ma, complice una notte di follia di cui Giada non ricorda nulla, le loro strade collidono, si intrecciano, si complicano. 
Sebastiano accetta di aiutarla nel tentativo di riprendersi l'uomo che ama e nel frattempo le fa conoscere Michele che, gentile e ricchissimo, potrebbe rivelarsi proprio l'uomo giusto per lei. Protagonista di buffe peripezie che le danno una notorietà che decisamente non vuole, Giada dovrà capire cos'è che desidera davvero. 
Se aggrapparsi al passato, vivere la storia d'amore perfetta e tranquilla che farebbe felice sua madre, o abbandonarsi a quello che segretamente prova per l'uomo sbagliato.

giovedì 22 gennaio 2015

Il momento delle cover



Ecco le quattro cover  che sottopongo alla vostra attenzione.

Vi piacciono? Quale preferite?











Segnalazione: "La felicità è facile" di Massimiliano Nuzzolo



Che mattinata piena!
Ma non potevo non dedicarmi un po' al blog prima di andare a pranzo (oggi pasta al forno... Voi?).

Vi segnalo l'ultima pubblicazione di un autore già noto qui sul blog per il romanzo "Fratture" (recensione).

La felicità è facile
di Massimiliano Nuzzolo


Italic Pequod Ed.
pp.120
€ 14

Sinossi

La felicità è facile. Perché sostenerlo se la realtà ci dice continuamente l’opposto? 
Diciannove racconti brevi o brevissimi, fugaci istantanee di un mondo dove, apparentemente, la felicità non esiste, esiste solo l’ironia delle cose che ci accadono: avvenimenti e circostanze spesso capaci di annientarci, talvolta di redimerci. 

In La felicità è facile Massimiliano Nuzzolo riesce, attraverso un caustico humour, dosato alla perfezione dal taglio raffinato e sorvegliato della sua scrittura, a raccontare l’umano in tutte le sue sfaccettature, destando in noi le domande e le questioni più profonde.
 La sua forza sono i contrasti, gli ostacoli, i conflitti. Massimiliano Nuzzolo non provoca, non critica, non accusa, semplicemente racconta, semplicemente si diverte e cerca, riuscendoci, di far divertire anche noi. Quando ci mostra il male è per farci rimpiangere il bene, quando ci mostra la bellezza è per insegnarci a riconoscere ciò che bello non è, e a saperlo quindi evitare. I protagonisti di La felicità è facile sembrano avere tutti un’unica certezza: sì, voi leggete e vi divertite, ma di fronte alle miserie dell’essere umano non c’è proprio niente da ridere.

L'autore.
Massimiliano Nuzzolo è nato a Mestre nel 1971. Ha esordito nel 2004 con il romanzo L’ultimo disco dei Cure. Nel 2007 ha pubblicato la raccolta di poesie Tre metri sotto terra (Coniglio editore). Esperto di musica e di culture giovanili, ha curato la raccolta di racconti La musica è il mio radar (Mursia 2010). Con Italic nel 2012, ha pubblicato il romanzo Fratture.

La bambina col cappotto rosso


Non so se chi mi legge in questo momento ha visto il film di Spielberg "Schindler's list", ma quanti l'hanno veduto, di certo ricorderanno la bambina "con il cappotto rosso".

Ecco qui uno stralcio in cui se ne parla (nel romanzo) e non è una bella scena da immaginare:

"Una fila non molto lunga di donne e bambini veniva diretta verso la via Piwna, con una guardia avanti e una dietro. (...) In coda arrancava un bambinetto, o una bambinetta, con un cappotto e un berretto rossi. Quella scelta di colore... attirò l'interesse di Schindler. (...) Proprio quando la bambina tutta in rosso si fermò e si volse a guardare, spararono alla donna in pieno collo; e uno di loro, quando il bambino si  lasciò scivolare piagnucolando lungo il muro, gli  premette uno stivale sulla testa, come a tenerla ferma, gli appoggiò la canna della pistola sulla nuca, secondo una posizione tipica delle SS, e fece fuoco.Oskar cercò ancora con gli occhi quella ragazzina in rosso. Si era fermata e voltata giusto in tempo per veder calare lo stivale."


,

,

mercoledì 21 gennaio 2015

Dedicato a.. (Il bambino di Schindler)



In apertura al libro-testimonianza di Leon Leyson "Il bambino di Schindler" non c'è una citazione, bensì una dedica. molto toccante.


Ai miei fratelli, Tsalig e Hershel,
e a tutti i figli e le figlie, le sorelle e i fratelli,
i genitori e i nonni
che sono morti nell’Olocausto
e a Oskar Schindler, le cui nobili azioni
davvero salvarono un “mondo intero”

Leon Leyson


Il significato della parola EPIGRAFE al quale mi riferisco
è questo: Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi,
 per dedica o ricordo; più particolarm.,
 citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone
in testa a uno scritto per confermare con parole autorevoli
quanto si sta per dire. (Treccani)
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...