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L'ANELLO DI FAITOREN
di Emily Croy Barker
Ed. Giunti Trad. S.Reggiani L.Taiuti 624 pp 16 euro in libreria: FEBBRAIO 2015 |
"Con un movimento fluido, Aruendiel scaraventò la ciotola sul pavimento. Nora trasalì quando si spaccò sulla pietra. Guardò il mago sbalordita. «Perché l'hai fatto?»
«Aggiustala» le ordinò lui con calma.
«Aggiustala?» balbettò. «Come?»
«Rendila perfetta com'era prima. Vuoi sapere cos'è la magia, cara Nora? Ora hai l'opportunità di scoprirlo.»”
UNA GIOVANE DONNA IMPRIGIONATA IN UN MONDO GOVERNATO DALLA MAGIA.
L'UNICO MODO PER SOPRAVVIVERE:
IMPARARE A DIFENDERSI CON LE STESSE ARMI.
Trama
Un romanzo pieno di amore e crudeltà, per adulti e ragazzi, dove la magia è protagonista assoluta. Una storia che ha l'atmosfera della fiaba classica e il passo epico del fantasy contemporaneo.
E se bastassero poche, enigmatiche parole a trasformare una ragazza molto delusa in una creatura dai poteri eccezionali?
Nora Fischer non ha mai pensato di possedere doti straordinarie o di essere destinata a grandi cose. Anzi, da quando il fidanzato l'ha lasciata e la speranza di una promettente carriera universitaria è svanita nel nulla, è convinta di valere ben poco.
Finché un giorno, dopo una festa in campagna, si imbatte in una vecchia lapide su cui legge alcuni versi dal significato oscuro.
Pochi istanti e Nora stenta a riconoscere il luogo in cui si trovava fino a una attimo prima: davanti a lei si staglia un maestoso palazzo circondato da un parco lussureggiante, e una donna vestita di bianco la accoglie con entusiasmo.
Nora non sa ancora di trovarsi al cospetto di Ilissa, la potente regina di Faitoren.
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Ma qualcosa stride in quell'universo perfetto. C'è un pericolosissimo sortilegio da sciogliere, quello dell'anello che Raclin ha messo al dito di Nora.
L'autrice.
Emily Croy Barker vive nel New Jersey e si è laureata a Harvard. Dopo un'esperienza di vent'anni nel campo del giornalismo, ha deciso di dedicarsi alla scrittura, esordendo con l'originalissimo fantasy L'anello dei Faitoren, accolto con grande entusiasmo dal pubblico. Oltre all'attività di scrittice, Emily Croy Barker dirige la rivista The American Lawyer.
CADE LA TERRA
di Carmen Pellegrino
Ed. Giunti 224 pp 14 euro in libreria: FEBBRAIO 2015 |
“Come fra le quinte di un teatro in disfacimento ecco aggirarsi un anarchico, un venditore di vasi da notte, una donna che non vuole sposarsi, un banditore cieco, una figlia che immagina favole, un padre abile nel distruggerle.
Ma dove sono i vivi e dove i morti? Estella non se lo dice, perché vorrebbe solo cambiare i destini, invertire il corso di esistenze desolate, per ridare loro un po’ di calore, come una vita nuova, ora che l’altra che ha infuriato per anni si è conclusa.”
Trama
Un romanzo importante perché tutti ci portiamo dentro un piccolo paese abbandonato.
Alento è un borgo abbandonato che sembra rincorrere l’oblio, e che non vede l’ora di scomparire.
Il paesaggio d’intorno frana ma, soprattutto, franano le anime dei fantasmi corporali che Estella, la protagonista di questo intenso e struggente romanzo, cerca di tenere in vita con disperato accudimento, realizzando la più difficile delle utopie: far coincidere la follia con la morale.
Voci, dialoghi, storie di un mondo chiuso dove la ricchezza e la miseria sono impastate con la stessa terra nera. Capricci, ferocie, crudeltà, memorie e colpe di un paese di “nati morti” che si tormenta nella sua più greve contraddizione: voler essere strappato alla terra pur essendone il frutto.
Cade la terra è un romanzo che acceca con la sua limpida luce gli occhi assonnati dei morti: sembra la luce del tribunale della storia, ma è soltanto il pietoso tentativo di curare le ferite di un mondo di “vinti”, anime solitarie a cui non si riesce a dire addio perché la letteratura, per Carmen Pellegrino, coincide con la loro stessa lingua nutrita di “cibi grossolani”.
Seppellirli per sempre significherebbe rimanere muti.
Ma c’è orgoglio e dignità in queste voci, soprattutto femminili. Tornano in mente le migliori pagine di Mario La Cava, Corrado Alvaro e Silvio D’Arzo: prose appenniniche petrose ed evocative, come di pianto riscacciato in gola, la presa d’atto dell’impossibilità d’ogni epica.
Ma c’è orgoglio e dignità in queste voci, soprattutto femminili. Tornano in mente le migliori pagine di Mario La Cava, Corrado Alvaro e Silvio D’Arzo: prose appenniniche petrose ed evocative, come di pianto riscacciato in gola, la presa d’atto dell’impossibilità d’ogni epica.
Con Carmen Pellegrino "l’abbandonologia" diviene scienza poetica.
Ora questo modo particolare di guardare le rovine, di cui molto si è parlato sui giornali e su internet, ha il suo romanzo: questo.
Ora questo modo particolare di guardare le rovine, di cui molto si è parlato sui giornali e su internet, ha il suo romanzo: questo.
Cade la terra è tassello romanzesco importante della grande letteratura meridionale novecentesca. Che venga pubblicato ora, in altro secolo, è solo la dimostrazione che gli orologi non sempre indicano l’ora esatta. (Andrea Di Consoli)
L'AUTRICE.
Carmen Pellegrino ha scritto saggi di storia e racconti. Da qualche anno si occupa di luoghi morti rimorti e scampati, borghi, case, stazioni, teatri, luna park abbandonati. Anche di uomini e donne che la storia non ricorda. Nel tempo libero partecipa a funerali di sconosciuti. Questo è il suo primo romanzo.
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz