lunedì 13 aprile 2015

Titoli... profumati



Buongiorno e buon lunedì!
Riprendiamo, ogni tanto, la rubrica dei Titoli più Belli.
Quelli di oggi sono tutti... profumati!
Quale profumino vi piace di più?

,

(apr. 2015, di Feng Hua)

(mar. 2015 di Tina Vitale)



iris

(feb. 2015 di Fiona Neill)

(nov. 2014 di Marta Mizzi)

domenica 12 aprile 2015

"Liebster Award 2015" per Chicchi di Pensieri (DOMANDE PER I LETTORI)



Buongiorno e buona domenica, cari lettori e amici!!

Finalmente, e dopo diversi giorni (mea culpa), eccomi qui a rispondere alle domande che le care blogger Nora Angelini e Francy mi hanno rivolto in occasione del premio "Liebster Award 2015".


Se avrete la pazienza di arrivare alla fine del post, troverete delle domande per voi... 
E se ne avrete voglia, lasciatemi le vostre risposte, mi farà piacere leggerle!!


DOMANDE DI FRANCY

1. Da quando hai aperto il blog sei cambiato/a? Sei cresciuto/a insieme ad esso e grazie ad esso?

Assolutamente sì!! Non solo ho allargato i miei orizzonti culturali, approcciandomi a generi letterari prima ignorati, ma ho avuto modo di imparare a condividere l'amore per la lettura con altri lettori.

-

2. Se dovessi consigliare un libro che ti ha fatto commuovere così tanto da uscire il giorno seguente di casa con gli occhi ancora arrossati quale romanzo sceglieresti? Perché?

Uno degli ultimissimi letti, che mi ha molto toccata moltissimo (per diverse ragioni), è stato VENUTO AL MONDO di M. Mazzantini: che ho trovato drammatico, forte, crudo e realistico, per le tematiche affrontate e per lo stile.

3. Quanto e per quale motivo è importante comunicare con gli altri lettori in questa avventura da blogger secondo te?

Come anticipato nella risposta n.1, è molto importante perchè si ha modo di arricchire il proprio bagaglio di gusti e conoscenze, non necessariamente di cambiarlo, ma quanto meno imparando ad apprezzare ciò che agli altri piace.

4. Uscendo dalla tematica 'libri'... quali sono i tuoi film/cantanti/serie tv preferiti?

Comincio dalle serie! E' da parecchio che non ne guardo più, quindi cito quelle cui ero (e sono) affezionata negli anni della adolescenza (inoltrata e non): "Genitori in blue jeans", "Beverly Hills 90210", "Melrose Place", "I Robinson" e "The Practise-Professione Avvocati".

Cantanti? Anzitutto, musica italiana, in primis Claudio Baglioni, poi Nek, Raf, Giorgia, Pausini... E tra gli stranieri, le bellissime voci di Whitney Houston, Mariah Carey e Celine Dion.

Film... Ce ne sono diversi! Dal classico "Via col Vento" al recentissimo "Nessuno si salva da solo", passando per "La custode di mia sorella", "Il Corvo 1" (non chiedetemi perchè ^_^).. e taaanti altri che ora mi sfuggono!

5. Hai qualche obiettivo da raggiungere o cerchi di vivere giorno per giorno quello che il tuo blog ti porge?

Day by day...! ^_-

6. Tra dieci anni ti vedi ancora qui; a scrivere nel tuo angolino libresco come ora?

Me lo auguro davvero!!

7. Ci sono state alcune amicizie nate sul web che si sono traslate nella vita reale, concreta? Se sì ti andrebbe di raccontare la tua esperienza?

Certo che sì! Ho diverse amiche conosciute in web (alcune grazie alla lettura, altre no) con cui mi sento quotidianamente, anche se non le ho ancora incontrate di persona!

8. Quali sono i tratti che ti contraddistinguono da sempre che ti hanno aiutato nella realizzazione del tuo blog e nel portarlo avanti?

Non so, credo di essere una blogger che condivide le letture che ama e ha amato, le emozioni che ne scaturiscono, e credo (spero) di farlo in un modo che arrivi a chi mi legge.

.

9. Quanti blog segui?

Molti, anche se purtroppo non commento tutti con costanza e tutti i giorni.

10. In che animale e pianta ti identificheresti? Perché?

Nella farfalla: libera, leggera, colorata!
Nella mimosa, così solare, estiva, ma anche delicata, oltre che simbolo di libertà, autonomia, pudore e sensibilità.


sabato 11 aprile 2015

Recensione: MORTE DI UN UOMO FELICE di Giorgio Fontana



Il mio pensiero su questo romanzo vincitore del Premio Campiello 2014.


MORTE DI UN UOMO FELICE
di Giorgio Fontana


Morte di un uomo felice
Ed. Sellerio
280 pp
14 euro
2014

Sinossi

Milano, estate 1981: siamo nella fase più tarda, e più feroce, della stagione terroristica in Italia. Non ancora quarantenne, Giacomo Colnaghi a Milano è un magistrato sulla linea del fronte. Coordinando un piccolo gruppo di inquirenti, indaga da tempo sulle attività di una nuova banda armata, responsabile dell’assassinio di un politico democristiano. Il dubbio e l’inquietudine lo accompagnano da sempre. Egli è intensamente cattolico, ma di una religiosità intima e tragica. È di umili origini, ma convinto che la sua riuscita personale sia la prova di vivere in una società aperta. È sposato con figli, ma i rapporti con la famiglia sono distanti e sofferti. Ha due amici carissimi, con i quali incrocia schermaglie polemiche, ama le ore incerte, le periferie, il calcio, gli incontri nelle osterie.
Dall’inquietudine è avvolto anche il ricordo del padre Ernesto, che lo lasciò bambino morendo in un’azione partigiana. Quel padre che la famiglia cattolica conformista non poté mai perdonare per la sua ribellione all’ordine, la cui storia eroica Colnaghi ha sempre inseguito, per sapere, e per trattenere quell’unica persona che ha forse amato davvero, pur senza conoscerla.
L’inchiesta che svolge è complessa e articolata, tra uffici di procura e covi criminali, tra interrogatori e appostamenti, e andrà a buon fine. Ma la sua coscienza aggiunge alla caccia all’uomo una corsa per capire le ragioni profonde, l’origine delle ferite che stanno attraversando il Paese. Si risveglia così il bisogno di immergersi nella condizione degli altri, dall’assassino che gli sta davanti al vecchio ferroviere incontrato al bar, per riconciliare la giustizia che amministra con l’esercizio della compassione. Una corsa e un’immersione pervase da un sentimento dominante di morte. Un lento disvelarsi che segue parallelo il ricordo della vicenda del padre che, come Giacomo Colnaghi, fu dominato dal desiderio di trovare un senso, una verità. Anche a costo della vita.

L'autore.
Giorgio Fontana è nato nel 1981. Ha pubblicato i romanzi Buoni propositi per l’anno nuovo(Mondadori 2007) e Novalis (Marsilio 2008), il reportage narrativo Babele 56 (Terre di Mezzo 2008) e il saggio La velocità del buio (Zona 2011). Vive e lavora a Milano. Con ques
ta casa editrice ha pubblicato Per legge superiore (2011) e Morte di un uomo felice (2014).



Eccezioni sempre, errori mai”: questo è il motto dell’eroe di "Morte di un uomo felice" ambientato nella Lombardia dei primi Anni Ottanta. 
Giacomo Colnaghi, il protagonista di questa storia, è sostituto procuratore del Tribunale di Milano, impegnato nella lotta al terrorismo di Stato per mano delle Br, e porta avanti la propria professione come una vera e propria missione, nella quale gli errori non sono ammessi (potrebbero risultare anche fatali), ma delle eccezioni non si può sempre fare a meno.

Il romanzo inizia con la morte di un politico, un certo Vissani ucciso da Formazione proletaria combattente, una cellula scissionista delle Br, e inizia  anche con delle parole significative che guidano da sempre la vita e il lavoro di Giacomo, quasi 40enne, sposato con Mirella e padre di due bambini, Daniele e Giovanni:

“Noi non dobbiamo essere gli uomini dell’ira”.

Giacomo è un brav’uomo, cresciuto in una famiglia cattolica; sua madre ha tirato su praticamente da sola lui e sua sorella Angela, avendo perso il marito molto presto; il padre di Giacomo, infatti (Ernesto), è morto in seguito ad un’azione partigiana, volta a difendere i diritti dei lavoratori, dei deboli, degli oppressi, contro lo stato fascista.

In fondo, gli stessi brigatisti cui danno la caccia tanto il nostro magistrato quanto l’intero Stato, si fregiano delle medesime motivazioni, e in nome della loro causa sociale sono disposti a uccidere persone individualmente innocenti eppure colpevoli dal punto di vista "collettivo" e ideologico.

Giacomo ha un grande senso della giustizia e svolge il proprio lavoro nella sincera convinzione di essere dalla parte del Bene, non semplicemente per una questione di ruolo istituzionale (visto che lui fa parte di coloro che “arrestano i cattivi”), ma perché motivato dal desiderio di difendere chi subisce ingiustizie e fermare coloro che hanno fatto della violenza, della vendetta, del rancore, la propria ragione di vita e gli unici strumenti per combattere tutto ciò che per essi è ingiusto, “storto”, sbilanciato, all'interno di un sistema sociale in cui a pagare sono sempre i poveri, la classe proletaria, insomma quanti sono privi dei mezzi adatti per far valere le proprie ragioni..

Ma Giacomo lo sa, lo ha imparato attraverso un’infanzia senza quel padre che la povera mamma Lucia gli ha dipinto sempre come colpevole e matto, e che lui, nonostante tutto, ha sempre amato, figurandoselo, nonostante tutto, come un uomo forte, eroico:

“…il rancore porterà a nuovo rancore, e così via... No, finché non avremo trovato una soluzione all'odio, non finirà mai davvero».”

“…Il mondo per ciò che era gli pareva senz'altro meritevole di rabbia e compassione, ma mai di odio. E quale rivoluzione poteva giungere dall'odio?”

Uomo di fede, Giacomo, crede fermamente in Dio e trova conforto in questa Presenza sovrannaturale eppure per lui così concreta; è una persona dall’animo gentile, buono, capace di ascoltare gli altri, anche i “delinquenti” che si ritrova a interrogare, e che lui cerca di comprendere, di capire quelle ragioni che li spingono ad essere violenti, che li hanno resi degli assassini.

Giacomo, pur essendo un “servitore dello Stato”, riconosce le falle della (presunta) democrazia di cui lo Stato stesso si "riempie la bocca”; non dimentica di essere il figlio di un partigiano rivoltoso, ma è anche consapevole di aver scelto una strada diversa rispetto ad altri uomini che, probabilmente, pur partendo dalla sua medesima situazione familiare e socio-economica, hanno abbracciato ideologie opposte.

È un idealista, Colnaghi, che pensa e parla in termini di utopie con i colleghi, con gli stessi brigatisti arrestati, e non può fare a meno di lambiccarsi il cervello con ragionamenti volti a ricercare i “perché”, nella speranza che il Male lo si possa fermare non semplicemente arrestando i colpevoli, ma anzitutto provando a capirne la logica…

“Se noi riusciamo a individuare quel - quella sorta di ideale distorto, diciamo - e a dissolverlo, o quantomeno mostrarne l'assurdità, il problema è risolto alla radice. (…) Siamo le uniche persone che possono rimettere insieme in qualche modo i pezzi di ciò che è andato in frantumi. Una morte, un furto, una qualsiasi violenza: anche la più piccola. È tutto sotto la nostra responsabilità, Roberto: aiutare le persone, non trattarle come parti nel gioco del processo. Eccezioni sempre, errori mai»  

spiega un accorato Giacomo allo scettico amico Roberto.

Ma Colnaghi è anche un marito, un padre, un figlio.
Un marito che sa di trascurare la paziente moglie per il lavoro; un padre affettuoso e comprensivo, ma comunque troppo spesso fisicamente distante dai figli per la stessa ragione; un figlio che ama la madre e le perdona di non aver perdonato il marito partigiano.

E infine, Giacomo Colnaghi è un uomo profondamente solo nella sua Milano, che sembra ancor più grande e indifferente rispetto alla piccola solitudine del nostro eroe.

“Morte di un uomo felice” - attraverso le vicende di un uomo assetato di verità (che in fondo non è tanto diverso da quel padre quasi sconosciuto che ha portato avanti i propri ideali a costo della vita), impiegando un linguaggio semplice, chiaro, uno sguardo che sa essere delicato ma anche molto lucido -, induce il lettore a immergersi nelle giornate del protagonista (contrassegnate da una certa malinconica tristezza), a prendere parte alla sua solitudine, a riflettere con lui sul senso e sul significato della giustizia, su come essa viene perseguita tanto dalla collettività quanto dai singoli individui, tanto in “via ufficiale” quanto di nascosto, e di come inevitabilmente in essa (o meglio, in come è perseguita) ci siano innumerevoli possibilità e altrettanti limiti.

Simpatizziamo con il protagonista, ne seguiamo i ragionamenti, i dubbi, i dolori personali, e ne condividiamo le domande e il desiderio di cercare e ottenere risposte, provando inevitabilmente un misto di tenerezza e comprensione di fronte alla sua genuina bontà.

Consigliato.

Dietro le pagine di KEEPING FAITH di Jodi Picoult



Un romanzo dell'amata scrittrice Jodi Picoult, del quale sbirceremo "dietro le pagine", alla ricerca delle idee che l'hanno ispirato.

KEEPING FAITH


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Aggiungi didascalia
Jodi Picoult esamina in modo brillante l'argomento della fede, dei miracoli, e la complessità del nucleo famigliare.

Quando il matrimonio di Mariah White e suo marito Colin, naufraga, la loro figlia, Faith, che ha solo 7 anni, ne è testimone.
Dopo un rapido divorzio, Mariah cade in una profonda depressione - e improvvisamente Faith, una bambino prima di un particolare background religioso, sente delle voci divine, inizia a recitare passi biblici e sviluppa delle stimmate. 
E quando le guarigioni miracolose iniziano, madre e figlia sono spinte al centro di numerose polemiche e nel vivo di una battaglia per la custodia della bimba, restando intrappolate in un circolo mediatico impazzito che minaccia quel poco di stabilità famigliare rimasta...

dietro le pagine

Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?".

"Un giorno, io e il mio figlio maggiore aveva cinque anni stavano giocando nel vialetto 
Lo osservavo far su e giù per una collina con la bicicletta; era un periodo in cui Kyle era pieno di domande e quel pomeriggio mi chiese: "Mamma, cos'è Dio?" 
Come molte persone. della mia generazione, la fede era un percorso difficile per me. 
Ho avuto decine di amici che erano andati in chiesa da bambini ... ma da adulti, no. Eppure volevano che i propri figli avessero una sorta di punti di riferimento religiosi, ma avvertivo come questo come profondamente ipocrita perchè finivano per frequentare per il bene dei bambini ma no per il proprio.

Ho sposato un WASP (White Anglo-Saxon Protestant), le cui origini potrebbero risalire al Mayflower. Non siamo andati in chiesa. Avevamo deciso che quando i nostri figli avessero iniziato a fare domande, avremmo entrambi dato delle nostre risposte,nella speranza che un giorno avrebbero potuto prendere la decisione di credere in qualunque cosa volevano.

Nel rispondere a Kyle, ho cercato di trovare la spiegazione più laica possibile di Dio.
"Be '," gli dissi. "Dio vive in cielo, ed Egli veglia su tutti noi, per essere sicuri che stiamo bene." Pensò a questo per un secondo. "Un po 'come una babysitter?" chiese. "Esattamente." 
Kyle aggrottò la fronte. "Ma tutte le mie babysitter," disse, "sono ragazze."
E' stata una curiosa distinzione ... ma anche intrigante. 

Ho iniziato a rimuginare su questo e mi è venuta in mente la storia di Faith White, una bambina che "vedeva" Dio immaginando questo amico speciale come una femmina. 

Non è una cosa facile scrivere di Dio. 
In primo luogo, io di certo non ho tutte le risposte. 
Secondo, si rischia di offendere qualcuno. Ho deciso di affrontare questo argomento intervistando dei religiosi appartenenti a diverse fedi. 
Ho incontrato prima con un prete episcopale, che ha raccontato di aver ascoltato ministri evangelici predicare sotto le tende, da bambino. 
Poi mi sono seduta con un meraviglioso sacerdote anziano, che aveva una curiosità e un senso dell'umorismo che ricordo ancora con affetto. 
Avevo bisogno anche di trovarmi un portavoce per la religione ebraica - e ho avuto la fortuna d incontrare una donna cresciuta cattolica, convertita al giudaismo e diventata un rabbino. Inoltre era una lesbica. 

"Ecco qualcuno che ha avuto modo di essere di mentalità aperta" ho pensato - e lo era. 
In effetti, alcuni dei miei episodi preferiti in Keeping Faith sono venuti direttamente da lei, che mi ha mostrato esempi tratti dal Talmud dove Dio ha un "taglio" femminile. 

Quando ho scritto questo romanzo, ho voluto guardare non alla religione ... ma al credere, a come possiamo essere spirituali senza essere religiosi. 
E 'terribilmente difficile parlare di religione senza classificare "noi" e "loro" in base alle credenze - ma questo è esattamente il motivo per cui ho pensato che questo libro poteva essere così importante. 

Cosa accadrebbe se scoprissimo che le cose in cui credevamo non sono poi così importanti?
O se riuscissimo a parlare con gli altri di Dio da più punti di vista?

Mi piace credere che questo mondo sarebbe migliore, più sicuro, un posto più tollerante, se queste cose accadessero.

Io ancora non ho tutte le risposte su Dio - non credo che nessuno di noi le voglia davvero, tuttavia penso che sia importante portare la discussione e ricordare che è solo una discussione, e non una lezione. "

tratto e tradotto da QUI.

venerdì 10 aprile 2015

Segnalazione in digitale: GLI ZINGARI DELLO STUDIO di Enzo Lauretta



Come anticipato stamane, ecco un'altra segnalazione.

Si tratta di uno young adult/di viaggio, “Gli Zingari Dello Studio” di Enzo Lauretta, il racconto dell’esperienza delirante di un Erasmus in cui chiunque ha studiato all’estero potrà ritrovarsi, con uno stile diretto e “ad alto tasso alcolico” che riproduce il parlato e la contaminazione di lingue differenti tipica di quei contesti. 
Un romanzo generazionale e di viaggio, e al contempo nessuna delle due cose.

GLI ZINGARI DELLO STUDIO
di Enzo Lauretta

Ed. Nativi Digitali Edizioni
90 pp
2.99 euro




Le chiavi sono l’unica cosa che conta. Si può anche uscire senza preservativo, senza telefono, persino senza soldi. Ma mai senza chiavi.

Trama

Lorenzo Brigante è, come tanti altri della sua generazione, uno Zingaro dello Studio. 
Lo vediamo aggirarsi in una imprecisata località spagnola, tra il suo Appartamento Spagnolo e una serie di locali notturni, qualche volta lo si intravede persino a lezione. 
La sua è una vita “non realistica” condivisa con una bizzarra compagine: un melting pot di nazionalità, lingue e culture, in cui chiunque sia stato all’estero per l’Erasmus o altre esperienze di studio si riconoscerà.

Enzo Lauretta ci accompagna nel delirante mondo degli Zingari dello Studio con uno stile diretto che restituisce le imperfezioni e la ricchezza della lingua parlata, con dialoghi ad elevato tasso alcolico che mischiano insieme lingue diverse, un po’ Kerouac e un po’ “Fiesta” di Hemingway.

L'Autore.Enzo Lauretta: scrittore sconosciuto desideroso di buttare giù dal piedistallo le grandi divinità ufficiali ed innalzare se stesso.
Ha pubblicato con Nativi Digitali Edizioni “Gli Zingari dello Studio”
.

Segnalazioni... da leggere!



Riprendiamo con un paio di segnalazioni editoriali, di autori emergenti e non solo.

La prima è un'antologia di racconti realistici, "Frammenti di vita".

Frammenti di vita. Antologia di racconti.
di Marco Bertoli


Editore: “Liber Iter” 
Formato: epub.
Prezzo: Euro 4,99
ISBN: 978-88-98906-16-1

Link per l’acquisto
Dall’Introduzione

L’antologia “Frammenti di vita” raccoglie una serie di testi che l’autore ha scritto nel biennio 2013 – 2014.
I racconti sono inseriti nel cosiddetto filone “realistico”, poiché analizzano varie problematiche sociali e affettive che in alcuni casi riguardano la vita di tutti i giorni.
Affrontano, cioè, situazioni peculiari dell’esistenza di un qualsiasi essere umano inteso, però, nella più ampia delle sue accezioni: i protagonisti, infatti, possono essere sia persone comuni che si ritrovano l’esistenza sconvolta all’improvviso oppure veri e propri serial killer e criminali, nascosti – e questa è la cosa peggiore – sotto apparenze innocenti o, invece, soldati alle prese con la drammaticità della guerra. 
Tutti, però, sono accomunati dalla profonda consapevolezza che la vita è molte volte un susseguirsi di azioni ed eventi imprevedibili che, spesso, ci travolgono con la loro violenza. 
In quei momenti di crisi solo la solidità delle radici a cui ognuno di noi àncora il proprio intimo impedisce di perdere la ragione e di cadere nella pazzia; in caso contrario le conseguenze possono essere tragiche.

L'autore.
Marco Bertoli è geologo. Vive a Pisa. Il suo romanzo “La Signora che vedeva i morti” ha vinto il Premio Scrittore Toscano 2012 selezione on-line e quello della Giuria al Concorso “Città di parole”, 2013. Nel 2014 ha pubblicato il suo secondo romanzo, “L’avvoltoio. Delitti all’alba della scrittura”, un giallo storico. Nel 2015 ha pubblicato l’antologia epub “Frammenti di vita”, una raccolta di racconti inseriti nel cosiddetto filone “realistico” scritti nel biennio 2013 – 2014.
Suoi racconti sono inclusi nelle antologie “365” Delos Books. “Buchi” è stato finalista al Concorso Robot 2014, Delos Book, “Ali” pubblicato su Romance Magazine 13 e “- 40°C” su Terre di confine Magazine 1, il racconto “Processione” è stato selezionato nel Contest “Ira Domini” e pubblicato sul numero 41 della rivista “Writer’s Magazine”, Delos Books, e il racconto “Lampo nero” sul numero 5 della rivista “Il lettore di fantasia”. Numerosi altri hanno vinto concorsi, o classificati finalisti, e pubblicati in oltre settanta antologie.

Cambiamo genere con uno young-adult a tema LGBT molto moderno.


LeggendOrientale: IL GIARDINO DELLE DELIZIE TERRENE di Indrajit Hazra



Un altro libro va ad aggiungersi alla nostra raccolta di libri e scrittori dell'Oriente.

leggendOrientale

IL GIARDINO DELLE DELIZIE TERRENE
di Indrajit Hazra


Ed. Metropoli d'Asia
trad. G. Guerzoni
Pagine 239
Euro 14,50
2010

Trama

A Calcutta, Hirenmoy Bose - piromane e insonne patologico - vive con la sua ragazza e gestisce un telefono pubblico aperto 24 ore su 24. 
Fino al giorno in cui un'aggressione subita al suo centro telefonico e una serie di incendi da lui stesso appiccati alla sua casa e a varie zone attorno alla sua attività lavorativa, gli danno la libertà di "partire verso nord", assieme ad alcuni compagni. 
A Praga, Manik Basu, famoso scrittore indiano in crisi di creatività fuggito nel Paese di Kafka, è rinchiuso in una prigione dove sotto sorveglianza armata è costretto a ottemperare al contratto con il suo editore e scrivere un romanzo per il quale ha già percepito l'anticipo sui diritti d'autore. 
Il blocco della creatività lo assale, ma per salvarsi la vita, Basu riesce a terminare il suo romanzo intitolato "Il giardino delle delizie terrene", che ha per protagonista Hirenmoy Bose e la storia che di lui stiamo leggendo.

L'autore.
Indrajit Hazra è un giovane e popolare scrittore e giornalista di New Delhi, dove scrive per l’Hindustan Times una seguitissima rubrica domenicale intitolata “Red Harring”, “Aringa Rossa”. Ha pubblicato il suo primo romanzo, The burnt foreheads of Max Saul, nel 2000 e l’ultimo, The Bioscope Man, nel 2008. Il giardino delle delizie terrene è uscito nel 2003.

Occhio al libro: "Celeste" di Cristina Vichi



Cari amici e lettori, buongiorno e buon venerdì!
Questa giornata sul blog darà spazio alle segnalazioni editoriali, di autori emergenti e non solo.

Ed è proprio da un romanzo d'esordio che iniziamo.

CELESTE
di Cristina Vichi 



Selfpublishing su Amazon
Genere: Romanzo storico
Prezzo ebook: € 2,99
Prezzo cartaceo: € 12,48
Pagine: 342
Data di pubblicazione: 28.03.2015



Trama

Celeste è una ragazza dal cuore selvaggio e impavido, con una forza emotiva talmente spiccata da riuscire a ribellarsi alla corrente ideologica di tutta la nobiltà.
L’inaspettato incontro con l’amore sconvolgerà non poco la sua vita, ma lei combattiva e diffidente, cercherà di resistere con tutte le sue forze a quel turbine di emozioni profonde e sconosciute penetrate nel suo cuore senza chiedere il permesso.
Il passato, però, con i suoi drammi e inganni, sta per esplodere e Celeste si trova proprio al centro di tutto, perché ciò che lei è dipende anche da avvenimenti accaduti quando ancora non era nata.


L'autrice
Cristina Vichi è nata nel 1985 e si è diplomata al liceo Psicopedagogico.
Mamma di 3 bambini e assistente dentista, asseconda la sua passione per la scrittura portando all’esordio il suo primo romanzo “CELESTE”.


giovedì 9 aprile 2015

Le cover di oggi



Le cover di questo pomeriggio le avete già viste nel post precedente sulle Anteprime Garzanti.

Quale preferite?


1
2



3
4

Anteprima Libri Garzanti (maggio 2015)



Buongiorno e buon giovedì, cari lettori!
Che ne dite, spulciamo qualche interessante anteprima? Sono tutte di maggio e firmate Garzanti.
Devo dire che i titoli e le cover hanno il loro fascino.., ma a noi interessano principalmente le trame, no? ^_-
Che ne pensate?

Vi anticipo che ce ne sono altre, di anteprime, che attirano la mia attenzione e mi piace condividerle con voi!
Quindi... a dopo! :)


  • Dopo l’enorme successo del Il linguaggio segreto dei fiori (recensione), bestseller internazionale ancora ai vertici delle classifiche italiane a tre anni dall’uscita, Vanessa Diffenbaugh torna con un romanzo dalla forza dirompente. La storia di una madre e di un figlio, di amore e paure inconfessabili, della forza di un abbraccio contro la solitudine del cuore. Una storia impossibile da dimenticare.
  • L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome è il sorprendente esordio di Alice Basso. Una voce nuova, unica, esilarante pronta a colpirvi pagina dopo pagina. Un tributo al mondo dei libri, all’amore che non ha regole e ai misteri che solo l’intuito può risolvere. Una protagonista indimenticabile che vi dispiacerà lasciare alla fine del romanzo.
  • Brooke Davis ha scritto un libro meraviglioso. La magia delle cose perse e ritrovate è un caso editoriale venduto in 30 paesi e subito primo in classifica. Lettori e librai indipendenti l’hanno adorato. Perché è impossibile non affezionarsi alla sua protagonista, alla sua voglia di scoprire il mondo per riempirlo di stupore e felicità. Un romanzo che insegna a non arrendersi mai. Bisogna cercare e sperare. Crederci e fidarsi. Perché mai nulla è perduto per sempre.
  • Fiore di fulmine è la storia di una scelta difficile che va oltre le decisioni del cuore. È la storia del coraggio di una bambina e della forza di una donna. È la storia di una condanna e della capacità di rinascere alla vita. Dopo Il cuore selvatico del ginepro (recensione), strepitoso successo del passaparola per settimane nella classifica dei bestseller, Vanessa Roggeri ci regala un romanzo che ci trascina nella parte più segreta della nostra anima. Quella piena di passione, tormento e voglia di vivere. Ad ogni costo.


LE ALI DELLA VITA
di Vanessa Diffenbaugh

Ed. Garzanti
trad. A. Mantovani
350 pp (?)
18.60 euro
in libreria:
7 MAGGIO 2015
Trama

È notte e la nebbia è illuminata a tratti dai fari delle macchine che sfrecciano accanto a lei. Letty si asciuga l’ennesima lacrima e preme ancora più forte il piede sull’acceleratore.
Deve correre il più lontano possibile, fuggire da tutti i suoi sbagli, è la cosa migliore per tutti. 
Perché la sua vita è stata difficile, ha inanellato una serie di errori uno dietro l’altro e adesso tutte le sue paure sono tornate a tormentarla, senza lasciarle una via di scampo. 
Intanto, ormai molte miglia lontano, i suoi due figli, Alex e la piccola Luna, stanno dormendo serenamente. 
Non sanno che la loro mamma li ha lasciati da soli nel loro letto, schiacciata dal terrore di non essere una buona madre. Convinta che senza di lei Alex e Luna saranno più felici. 
Quando Alex si sveglia e si accorge che Letty non c’è più, capisce che non deve farsi prendere dal panico. Deve occuparsi della sorellina e seguire le regole. Perché Alex ha quindici anni ed è solo un ragazzino, ma è dovuto crescere in fretta per aiutare sua madre Letty e i suoi occhi troppo spesso tristi.
A volte guarda verso il cielo e sogna di volare via, in un posto dove l’azzurro del cielo li possa di nuovo colorare di felicità. La sua passione sono la matematica e lo studio delle rotte migratorie degli uccelli. 
Da loro ha imparato che non importa quanto voli lontano, c’è sempre un modo per tornare a casa. Alex sa che deve trovare il modo di far tornare anche la sua mamma. 
Solo lui può farlo, solo lui può curare le sue ali ferite e farle spiccare di nuovo il volo. 
.
Perché anche quando l’orientamento è perso, l’amore può farci ritrovare la rotta verso il nostro cuore.

L'autrice.
Per scrivere Il linguaggio segreto dei fiori Vanessa Diffenbaugh ha tratto ispirazione dalla sua esperienza come madre adottiva. Dopo aver studiato scrittura creativa alla Stanford, ha tenuto corsi di arte e scrittura ai bambini delle comunità di accoglienza. Lei e suo marito hanno tre figli e vivono a Cambridge, nel Massachusetts. Il linguaggio segreto dei fiori è stato il suo primo romanzo.





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