mercoledì 8 luglio 2015

Recensione: L'ALTRA FAMIGLIA di Jodi Picoult





Altra recensione in cantiere, piuttosto lunga perchè il romanzo affronta tematiche complesse.


*******POSSIBILI SPOILER*******

L'ALTRA FAMIGLIA 
di Jodi Picoult



Zoe e Max Baxter sono sposati da quasi dieci anni e desiderano tanto avere dei bambini…, che però tardano ad arrivare.

Entrambi infatti hanno problemi di sterilità e stanno cercando da qualche anno di avere di figli ricorrendo alla fecondazione in vitro: dopo due aborti, finalmente Zoe è riuscita a restare incinta; è alla 28esima settimana e tutto sembra andare benissimo.
La donna ha 41 anni e lavora come musicoterapeuta professionale, con soggetti aventi vari tipi di difficoltà cognitive-emotive-relazionali.
La sua vita professionale va alla grande e finalmente sembra che la famiglia formata da lei e il marito si stia allargando con un bimbo.

Ma purtroppo non sarà così, perché il bimbo morirà prima ancora di nascere.

Il doloroso stupore che travolge i due mancati genitori è qualcosa di troppo grande, che la coppia non saprà gestire. Infatti, il dolore e la rabbia li allontanerà tanto da portare ad un divorzio; sarà Max a chiuderlo, non accettando l’idea di riprovare ancora, per l’ennesima volta, ad avere un figlio, che è ormai diventato l’ossessione della moglie.
Il divorzio arriva all’improvviso, come un fulmine a ciel sereno per la povera e già provata Zoe, che si ritrova a dover gestire anche la perdita del marito e del suo matrimonio, oltre a quella del proprio bambino e della possibilità di diventare madre: possibilità che sembrano assottigliarsi sempre più, a fronte non solo degli anni che passano, ma ancor più di tutti i problemi di salute che le impediscono di condurre con successo una gravidanza.

Ma proprio quando Zoe crede di essere ormai sola e senza qualcuno d’amare, ecco che il destino le mette davanti una persona speciale, un’amica che sembra comprenderla come nessuno ha fatto mai, che l’accetta per quella che è, che la fa ridere quando si sente giù.

Questa persona è Vanessa, e le due si incontrano per motivi di lavoro; Vanessa lavora come counselor in una scuola e chiede a Zoe di prendere in carico il caso di un’adolescente molto problematica, che manifesta sintomi depressivi e pensieri suicidi.
Le due donne sembrano trovare da subito un’affinità impensabile, che entrambe non avevano mai provato con altri.

E se Vanessa riesce a far luce sui propri sentimenti in modo chiaro, Zoe invece ne è confusa; la prima è dichiaratamente lesbica, ha avuto sia relazioni con uomini che con donne, per poi capire di volerne solo di omosessuali. Ma Zoe non ha mai messo in conto l’ipotesi che potessero piacerle le donne, tanto più se pensa al fatto di aver sempre avuto relazioni eterosessuali, matrimonio etero compreso.

Ma allora cosa sono quelle farfalle nello stomaco che sente quando è con Vanessa? Quella voglia di passare tutto il tempo libero con lei? Di ascoltarla, di parlarle.., di baciarla?

Realizzare di provare un’attrazione fisica per una persona del suo stesso sesso sconvolge Zoe, colpendola come uno schiaffo in pieno viso che giunge inaspettato.
Eppure, non passa molto che una parte sempre più grande di lei sente che questo sentimento non è affatto sbagliato, anormale, riprovevole, in quanto la fa stare bene: Vanessa ha risvegliato in lei quella voglia di vivere che i suoi guai personali le avevano tolto; le dà serenità, amore, comprensione… Zoe si innamora, ricambiata, di Vanessa, anche se inizialmente non sente il desiderio di sbandierare il proprio orientamento sessuale.
L'evolversi del loro rapporto però fa sì che esso non possa restare nascosto, in particolare quando Zoe realizza dentro di sè che il proprio essere lesbica non le ha affatto tolto il desiderio di essere madre, ma di esserlo non in modo diretto, bensì tramite la compagna di vita, Vanessa.

E se quei tre embrioni congelati concepiti da Zoe e Max durante il loro matrimonio fossero "utilizzati" e impiantati in Vanessa affinchè partorisca lei i figli di Zoe?

Il desiderio di genitorialità delle due donne si scontra contro il pensiero di Max, il quale nel frattempo ha conosciuto la fede in Dio in modo molto personale.
Max infatti ha accettato di frequentare la Glory Eternal  Chruch, cioè la chiesa evangelica di cui sono membri suo fratello Reid e la moglie Liddy, i quali non riescono neppure essi ad avere figli..

Max si avvicina alla fede con molto slancio e con animo sincero, accettando tutti gli insegnamenti che il pastore Clive dà ai suoi parrocchiani sulla base della Bibbia.
Ma la conversione di Max - e il conseguente stile di vita, coerente con la conoscenza della Scrittura - si pone agli antipodi rispetto ai valori e al tipo di scelte fatte dall'ex moglie, Zoe.


Cosa farà Max quando Zoe gli chiederà di cedere a lei e al suo nuovo coniuge (Vanessa) i tre embrioni congelati?
La fede dell'uomo - influenzata anche dall'affetto per il fratello e dalle prediche convincenti del pastore Clive - si contrapporrà o andrà incontro alle richieste di questa "altra famiglia"? 

Il dilemma se sia giusto o meno lasciare che le coppie omosessuali abbiano il diritto di crescere dei figli si impone nel corso della lettura, e il lettore - oltre a tutte le difficili tematiche già affrontate fino a quel momento - si ritroverà in mezzo a due opposti schieramenti: la destra evangelica (Max) che si oppone al matrimonio omosessuale, e i gay, come Zoe e Vanessa, che sentono di avere il medesimo diritto degli etero di amare, essere amati ed essere genitori.

Ciò che a mio avviso colpisce di questa battaglia ideologico-morale-religiosa - che è poi anche e soprattutto molto intima e personale - è la sensazione fin troppo forte che la Picoult sostenga in modo netto le famiglie gay.
E fin qui..., la cosa non mi stupisce e non mi dà fastidio, è un suo diritto.
Ma il fatto è che per farlo ha enfatizzato ed esagerato le caratteristiche della fazione opposta, che è quella dei cristiani evangelici, che vengono dipinti come dei folli omofobi, fanatici ed esaltati, privi di compassione comprensione verso il prossimo "diverso" (o quanto meno etichettato come tale).
Ora, io  sono italiana e non statunitense, quindi non vivo da vicino ed in prima persona la realtà delle chiese evangeliche degli States, però ho comunque avvertito una sorta di volontà - e neanche troppo celata - da parte dell'Autrice di mettere in ridicolo quegli imbecilli ottusi che credono nella Bibbia e fanno di essa il proprio punto di riferimento, a vantaggio dei poveri e maltrattati gay.
Non voglio essere fraintesa, non sto negando che ai giorni nostri i gay subiscano discriminazione e pregiudizi da chi non condivide il loro stile di vita e che questo sia ASSOLUTAMENTE sbagliato..., ma ho trovato che Jodi abbia  preso come sfondo un contesto evangelico fin troppo estremo, e che in fondo lo abbia fatto di proposito, nel senso che - se avesse voluto - avrebbe potuto parlare di frange del mondo evangelico meno estreme ed esagerate (e ci sono, lo dico per esperienza personale), ma non l'ha fatto...
E non ho molto apprezzato neanche che abbia fatto passare la Scrittura come un testo retrogrado e omofobo, attorno al quale si può disquisire e speculare in un'aula di tribunale.
Chiaramente quest'ultima considerazione la faccio da cristiana convinta, ma da semplice lettrice immagino che lo scopo dell'Autrice non fosse quello di far apparire gli evangelici come dei folli che odiano i gay(o si?), bensì di dar voce a certe problematiche e situazioni attuali ancora difficili da "gestire", e dal punto di vista dell'opinione pubblica (pregiudizi, discriminazioni, ingiustizie, umiliazioni, insulti e "persecuzioni") e dal punto di vista delle leggi. 

Questo è stato il mio primo approccio a Jodi Picoult, e il giudizio complessivo è positivo. 
Riesce ad affrontare temi controversi e delicati - il forte desiderio di maternità/paternità, la procreazione assistita, l'omosessualità, i diritti dei gay circa l'essere una famiglia ecc - e lo fa secondo me con una certa sensibilità, non priva però di un po' di retorica; per non parlare della "fretta" con cui lascia che i suoi personaggi cambino orientamento sessuale o atteggiamento verso la fede senza batter ciglio o sentire troppi turbamenti.

Ho apprezzato però il fatto di dare voce ai diversi protagonisti (la narrazione è affidata alternativamente a Vanessa, a Zoe, a Max), così da "entrare nella loro testa", vedendo le cose dal loro punto di vista. 
Un'altra cosa che mi è piaciuta: i passaggi relativi alla musica e alla sua importanza sulla nostra vita emozionale, tanto da riuscire ad essere una via fondamentale per accedere ai pensieri, ai sentimenti e ai malesseri più intimi di una persona in difficoltà.

Per il resto, non l'ho trovato mai noioso, e in generale non posso dire che non mi piace come scrive la Picoult, che risulta perlopiù scorrevole; il finale potrebbe ritenersi un po' "scontato", buonista e semplicistico..., ma forse è coerente con gli obiettivi che l'Autrice si era posta con questo romanzo.

Lo consiglio a chi ama le storie drammatiche, che toccano argomenti controversi e attuali, come quelli proposti in questo libro.

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Dietro le pagine di: "L'altra famiglia" (Sing you home) di Jodi Picoult

martedì 7 luglio 2015

Premio per Chicchi di Pensieri: Boomstick Award 2015



Cari lettori ed amici, finalmente riesco a ringraziare due blogger che hanno pensato al mio blogghino per un premio, il  Boomstick Award 2015: Francy di NeverSayBook e Gioa e Debora Twin di TwinBooksLovers, i cui blog che vi consiglio vivamente di visitare!!!

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L'inventore
Il Boomstick Award, ideato da Hell, con il suo banner rimanda a L'Armata delle tenebre, un film del 1992 interpretato da Bruce Campbell nel ruolo di Ash, nel terzo capitolo della serie horror La casa. Il Boomstick è un fucile che Ash chiama "bastone di tuono" e, con l'assegnazione del premio, il blog è il nostro bastone di tuono.

Le regole
- Citare il nome dell'ideatore del premio e del banner
- Ringraziare il blog che vi ha nominato
- Attenersi alle regole
- Nominare altri 7 blog e motivarne la scelta


Per quanto riguarda i blog, ne seguo diversi, ma quelli che vi menziono sono gli angolini nei quali sono più assidua!

Sono certa che chi apre un blog per condividere con gli altri la propria passione, lo fa con e per amore, con impegno e costanza, e già solo per questo merita di essere citato.
Ma dovendo sceglierne sette, propendo per quei blog letterari e non..:
  • con cui ho più scambi di opinioni
  • che magari hanno gusti più affini ai miei
  • che al contrario riescono a solleticare la mia curiosità per libri/musica e generi che consideravo più lontani da me
  • le cui recensioni e rubriche sono pertinenti e interessanti
  • in cui il blogger mostra di volere e dare importanza all'interazione con il singolo follower che partecipa alla vita del blog

Happy Red Book

Recensione: DIMMI CHE CREDI AL DESTINO di Luca Bianchini



Un autore che ho apprezzato in Io che amo solo te (di cui hanno da pochissimo finito di girare le riprese per il film a Polignano a Mare) e il cui ultimo romanzo non è ambientato in una vivace cittadina italiana, bensì nella sempre bella Londra...

DIMMI CHE CREDI AL DESTINO
di Luca Bianchini


DIMMI CHE CREDI AL DESTINO
Ed. Mondadori
Ornella è una donna sulla 50ina, di Verona, che ormai da diversi anni si è trasferita a Londra, trovando lavoro come libraia presso l’Italian Bookshop, che gestisce da tempo insieme a Clara; libreria che però rischia di chiudere i  battenti, perché il proprietario, Mr Spacey, ritiene sia un’attività non più lucrativa.

La libreria – e tutto ciò che essa costituisce, insieme ai libri, alle persone che la frequentano - è tutto ciò che riempie la vita di Ornella, le cui giornate trascorrono sempre tutte uguali, tra lavoro – diviso ma non poi tanto condiviso con la collega Clara, poco espansiva, molto distante e scontrosa -, vicini di casa – tipo Bernard – con cui non ha un gran rapporto, passeggiate al parco per leggere un buon libro, scambiando due chiacchiere con un anziano signore - Mr George -, che da sempre siede sulla stessa panchina, e che è diventato una sorta di confidente, un amico più maturo che l’ascolta e la consiglia.

E poi c’è lei, la Patti, la biondissima migliore amica di Ornella; le due hanno condiviso insieme un passato difficile, e l’una ha salvato l’altra dal baratro, così da diventare inseparabili, sempre pronte ad aiutarsi.

Eh sì, perché Ornella non è stata sempre la libraia tranquilla dall’esistenza quasi anonima di adesso; nel suo passato ci sono esperienze dolorose che possono riassumersi in un nome: Axel.
Axel è il marito di Ornella, ma i due si sono lasciati da ormai venti anni, e raramente si vedono, più spesso si sentono per telefono.

L’incubo della libreria che da lì a qualche mese potrebbe chiudere è soltanto la prima preoccupazione della nostra protagonista; ad essa presto si aggiunge una dolorosa notizia, che è la Patti a darle: Axel sta molto male e chiede di poter vedere sua moglie un’ultima volta, prima che sia troppo tardi.

Ma tornare a Verona e rivedere il marito significa per Ornella fare un tuffo in quel passato che lei ha cercato in tutti i modi di tenere lontano dal suo presente; un passato che l’ha vista vivere gran parte della sua giovinezza in un tunnel terribile da cui è difficile uscire perché ti succhia ogni energia e voglia di vivere, devastandoti l'esistenza.

Ma Ornella ce l’ha fatta, a differenza del marito, ed è riuscita a rifarsi una vita nella bella Londra, che ormai è la sua casa, in cui ha le sue abitudini, il suo giro di conoscenze che contribuiscono a dare regolarità alla sua vita lontana dalla famiglia e da Verona.

Attorno all’eterna insicura Ornella, ci sono diversi simpatici personaggi, che contribuiranno allo sviluppo delle vicende.

Abbiamo già detto della collega Clara, poco socievole e che non sembra fare il proprio lavoro per vera e propria devozione per i libri; c’è Bernard, che vorrebbe essere notato un po’ di più dalla schiva Ornella; il saggio e paziente Mr George, che sa tutto della donna e l’ascolta volentieri; il ragioniere Diego, un napoletano che a Londra fa il barbiere e del quale seguiremo le (dis)avventure sentimentali.
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E menomale che c’è la Patti, sempre così pragmatica e “spiccia”, che conosce tanto bene l’amica da riuscire a spronarla ed incoraggiarla quando ne ha bisogno.

Ornella, da sempre così incerta, che vive in punta di piedi e si muove e con ogni cautela e timore, dovrà imparare che è arrivato il momento per lei di dare una sterzata alla propria vita, di affrontare i fantasmi del passato, che le impediscono di godersi il presente, di sbirciare dietro la porta del destino che di certo ha ancora qualcosa di emozionante in serbo per lei.

Il destino é quella porta socchiusa da cui ogni tanto puoi sbirciare. E allora capisci che nulla avviene per caso e che tutto ha un senso, anche quando sembra non averlo.

Dimmi che credi al destino non è Io che amo solo te, che ti regala una caterva di momenti, situazioni e personaggi divertenti, strappando tanti sorrisi; si tratta di un romanzo più "tranquillo", scritto con una leggera ironia, spesso velata di tenerezza e malinconia per questa protagonista che ha bisogno di credere di più in se stessa, nelle proprie capacità e nella possibilità che ci siano anche per lei gioie e belle sorprese, che finora si era in qualche modo negata.

Ornella “fa simpatia” perché una donna semplice, con fragilità ed insicurezze come tante di noi; piace perché ama i libri, che a modo loro hanno contribuito a salvarla dal suo baratro personale.

E Dimmi che credi al destino di per sé è un romanzo ”semplice”, nel senso che è scritto con semplicità, scorrevolezza; i personaggi e il loro modo di parlare e interagire hanno un che di informale, quotidiano, come se fossero persone vere, reali (del resto, lo sono, in quanto i personaggi hanno riferimenti alla realtà, a persone incontrate dall'Autore), che ti camminano accanto, che parlano, agiscono, reagiscono e si muovono in modo genuino e schietto.


Un libro che parla di amicizia, di speranza, di voglia di combattere per i propri sogni; una lettura che invece di travolgerti, ti "culla" e ti accarezza con dolcezza.

Consigliato ^_^

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IO CHE AMO SOLO TE LA CENA DI NATALE

lunedì 6 luglio 2015

Recensione: LETTERE A UN AMORE PERDUTO di Iona Grey



Una storia d'amore forte, struggente, che nè il trascorrere inesorabile del tempo nè le tristi vicende della vita riescono a spegnere.

LETTERE A UN AMORE PERDUTO
di Iona Grey


Ed. Giunti
trad. S. Castoldi
Pagine: 512
Prezzo € 14
Uscita: 20 maggio 2015

Nel 2011, nel Maine, negli USA, vive il tenente Dan Rosinski, ormai anziano e malato, che scrive ed invia una struggente lettera alla sua "adorata ragazza", Stella, che non vede da ben settant'anni, sperando la riceva e che non sia troppo tardi perchè le loro strade, seppure per un breve momento, possano incrociarsi ancora.

Contemporaneamente, a Londra, una giovane, spaventata e disperata, fugge di notte tra le strade della capitale cercando di allontanarsi il più possibile da colui che credeva essere il suo amore, ma che si è poi rivelato, in realtà, un violento ed uno sfruttatore. Jess Moran sta scappando dal suo ragazzo, Dodge, che finora e per mesi, l'ha tenuta stretta a sè a suon di botte e umiliazioni. Stanca, la ragazza è riuscita finalmente a scappare da lui, riuscendo a trovare rifugio in una casa abbandonata... E in questa casa una mattina giunge una lettera dagli States, da parte di Dan Rosinski a una certa Stella Thorne. 

Chi è questa Stella? - si chiede Jess, visto che quella casa sempre appartenere ad una certa Nancy Price?

Ma quella è solo l'ultima di tutta una serie di lettere ingiallite, riposte in un cassetto, che testimoniano dell'amore grande e appassionato che ha legato Stella e Dan...

E poi, c'è lui, il giovane avvocato Will Holt che, pur appartenendo ad una famiglia ricchissima e molto in vista, vive in solitudine, privo di agi e soprattutto del rispetto della sua famiglia, che vede di mal occhio e con disprezzo lo stile di vita e la infima professione di Will, il quale lavora in uno studio legale che si occupa di ricerche testamentarie.
Sarà proprio questo lavoro - non proprio gratificante a causa di un datore davvero poco simpatico e comprensivo - a mettere sulla sua strada la bella e sola Jess e, allo stesso tempo, a  far incrociare le loro vite con quelle di Dan e la sua amata Stella.

La storia narrata inizia nel 2011 per poi fare un salto nel 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale, e tutto il libro procederà in questa alternanza temporale, tra presente e passato.

Apprendiamo così che nel'agosto del 1942 la giovanissima Stella Holland, un'orfana che per tutta la sua breve vita ha vissuto ed è cresciuta insieme ad altre ragazze nell'istituto Woodhill School, vive quello che dovrebbe essere uno dei giorni più belli della sua esistenza: il proprio matrimonio.
Lo sposo è il vicario di King's Oak, Charles Thorne, un uomo molto più grande di lei, riservato, dall'aria da eterno intellettuale, sempre sulle sue - un po' troppo... -, scostante e freddo negli atteggiamenti, salvo nei momenti in cui in chiesa predica dal pulpito le proprie omelie.
Seppure spaventata e insicura, Stella è emozionata all'idea di avere finalmente un marito, una casa, una famiglia tutta sua; sente e spera che la sua vita possa prendere una piega positiva e che, nonostante ci sia la guerra, la felicità stia bussando alla sua porta.
Ciò che però ben presto comprenderà è che la felicità è passata oltre la sua porta e quel matrimonio appena iniziato non sembra essere accompagnato da alcuna gioia, da nessun gesto d'affetto, d'amore, di comprensione, di intimità.
Stella è delusa nel constatare che il suo novello sposo Charles è totalmente preso dalla sua vita nel vicariato, dalle vicende dei parrocchiani, e che è più eccitato quando deve ricevere la visita del reverendo Stokes o dell'amico Peter, che non quando deve star solo con la mogliettina, che si guarda bene anche soltanto dallo sfiorare. 

Come mai? Cos'ha Stella che non va? Perchè suo marito non riesce a toccarla, a volerle bene?

A portarle un minimo di conforto ci pensa la signora Ada, una parrocchiana gentile e generosa - forse una delle poche che l'accolgono amorevolmente a King's Oak - ma soprattutto l'amica di sempre, Nancy Price, cresciuta anch'ella nell'orfanotrofio; le due ragazze sono come sorelle, nonostante abbiano caratteri differenti.
Tanto Stella è equilibrata, dolce, paziente, amorevole, timida, quanto Nancy è sfacciata, impertinente, di una bellezza sensuale e sfrontata, malvista da chi la conosce e la osserva, giudicandola.
Eppure, Nancy resterà per anni un perno per la bella ma sprovveduta Stella, e in qualche modo le sarà d'aiuto in diversi momenti difficili. Tanto per cominciare, quando Charles decide di partire volontario per il fronte come cappellano, lasciando sola soletta la povera mogliettina, Nancy insisterà perchè l'amica non resti in casa a piangere il marito, ma esca e si diverta com'è giusto alla sua età.
Ed è proprio andando in giro con Nancy e i suoi amici, che il destino metterà il suo zampino facendo incontrare Stella e il bellissimo e gentile tenente Dan.

Tra i due scatta immediatamente un'attrazione forte, la sensazione che ci sia tra i due un legame che li unisce e li avvicina; come se fossero il completamento l'uno dell'altra.
Ma Stella è una donna sposata e sa che deve stare al suo posto e non dar confidenza agli uomini, per quanto siano belli, affascinanti e galanti.
Ciò che Stella ignora, però, è che quello che la lega al marito non è nulla in confronto all'amore forte che la legherà per sempre a Dan, che farà di tutto per vivere questo sentimento, per proteggere e aiutare Stella, per farle sentire quanto l'ama.
Tra i due ci sarà una fitta corrispondenza, che terrà vivo il pensiero e l'affetto tra i due, dando alla infelice sposina un motivo per amare la vita, per sperare che ci sia posto anche per lei per l'amore e la passione, e a lui la forza e la speranza di non soccombere durante le missioni aeree nei cieli d'Europa.

La guerra e Charles, insieme al contesto di allora, saranno i principali ostacoli a questo amore, che avrà bisogno di tanta forza per resistere e sperare di vincere.
Stella e Dan riusciranno ad amarsi liberamente e a vivere felici?

Tanti anni dopo, Jess leggerà con commozione le lettere che Dan scrisse alla sua amata Stella e capirà che finora non aveva mai conosciuto l'amore, prima di leggere le amorevoli parole di Dan, che le sembra così familiare ed intimo, come se lo avesse conosciuto di persona.

Il desiderio di rintracciare Stella e di dirle che Dan l'ama e la cerca ancora è così forte da diventare il pensiero fisso di Jess, e il caso - o chi per esso - farà sì che lo stesso Will si unisca a questa ricerca, a questa lotta contro il tempo, che potrebbe far rivivere un amore meraviglioso, che sembrava perduto... ma che forse...
-
Lettere a un amore perduto per me è stata una lettura molto bella, dolce e romantica, in cui il vero protagonista è l'amore: l'amore come forza che muove e dà senso e valore alle persone, alla vita, ai gesti e alle scelte, alle rinunce e alle lacrime; l'amore che alimenta e tiene viva la speranza anche quando non sembrano esserci più delle vere ragioni per sperare.
Un amore - quello di Dan e Stella - onesto, forte, tenero e passionale, che chiede il diritto di essere vissuto, di vincere e superare le macerie della guerra, la nebbia degli anni passati, l'ombra e il peso di scelte obbligate e colpe attribuite.
Questo è il tipo di amore che forse ogni persona vorrebbe, e tra questi ci sono anche loro, i giovani Will e Jess, le cui vite finora hanno avuto grossi buchi e lacune affettive che entrambi non vedono l'ora di colmare.
E forse proprio l'esempio di questo grande amore - che non può restare sepolto e morto tra le righe di lettere scritte tanti anni prima, ma che va "recuperato" - sarà per loro la via giusta per trovare la felicità?

I personaggi principali che danno senso a questa storia - Dan, Stella, Jess e Will - hanno una loro ben delineata personalità, che emerge nel corso della storia, facendoceli conoscere e amare, sperando con loro e per loro che "tutto finisca bene".
Viviamo con Stella le sue pene, le sue tristezze, i suoi dubbi, i palpiti d'amore; la tenerezza e la devozione di Dan sembra uscire dalle pagine e travolgere il lettore; si fa il tifo per Jess e Will, affinché anche per loro arrivi il vero amore.
L'Autrice ci fa immergere nel 1942/44, in un periodo tanto difficile, in cui scarseggiavano i generi di prima necessità, e la paura delle bombe o che i propri cari non tornassero era qualcosa di quotidiano. A questo si aggiungono le difficoltà personali di chi - come Stella e Jess - deve imparare a vivere e a cavarsela nel mondo, perchè la possibilità di perdere ciò che si ha o si desidera sono fin troppo concrete.

Un romanzo molto bello, dai toni drammatici e romantici insieme, senza essere mai stucchevole, attraversato da un'ombra di nostalgia e rimpianto che è però compensata da un altrettanto buona e positiva dose di speranza.
Assolutamente consigliato, a chi ama le storie d'amore travolgenti.

Sweet titles



Ogni tanto mi ricordo della rubrica dei titoli più carini.
Questo lunedì ne ho scelti alcuni davvero molto dolci e deliziosi.

QUALE PREFERITE?

Cliccando sui titoli sarete rimandati alle schede dei libri.

(Susan Wiggs, Luglio 2015)

(Cristina Caboni, Settembre 2015)

(Julia Glass e Giulia Glass, 2013)

sabato 4 luglio 2015

Dietro le pagine di: "L'altra famiglia" (Sing you home) di Jodi Picoult



Vi dissi qualche giorno fa che ho in lettura (anche) "L'altra famiglia" (Sing you home) di Jodi Picoult.

L'ALTRA FAMIGLIA
di Jodi Picoult

Ed. Corbaccio
trad. L. Corradini Caspani
464 pp
18.60 euro

Trama

Zoe Baxter, musico terapeuta sposata da dieci anni con Max, vorrebbe tanto un figlio, ma non riesce a portare a termine la gravidanza.
Dopo l'ennesimo aborto, il matrimonio si sfascia: Max cerca conforto dal fratello e nella chiesa che quest'ultimo frequenta; Zoe si butta nel lavoro e intreccia una relazione profonda destinata a sbocciare in un amore.
Ma il desiderio di formare una nuova famiglia, di avere dei figli, si infrange nell'incomprensione dell'ex marito e finisce in tribunale.

Bene, desideravo condividere con voi alcune cose che ha dichiarato l'Autrice in un'intervista (QUI) per spiegare come è nata la storia narrata nel romanzo.



Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?"


In Sing You Home l'Autrice affronta i diritti dei gay, la scienza riproduttiva e la destra cristiana. 

Cosa l'ha ispirata a scrivere su questi temi?
Jodi dice che l'idea è partita dai diritti dei gay. Ha voluto affrontare la questione delle persone che preferiscono far finta che la presenza di un pensiero di destra - che si oppone in modo forte e deciso  agli omosessuali - non sia un problema, o delle persone che si oppongono ai diritti degli omosessuali, senza pensare a quello che i gay vogliono quando desiderano sposarsi e avere una famiglia.
Stava pensando a questo da un punto di vista teorico, quando nel bel mezzo della scrittura [del libro], il figlio maggiore ha fatto coming out.
Ovviamente questa situazione ha assunto un significato molto personale per lei, che si era accorta della natura di suo figlio sin da quando questi era piccolo. 
Kyle ora è al college e quando deciderà che vorrà sposarsi e mettere su famiglia, sua madre vorrebbe che il mondo fosse un po' più dolce e un po' più gentile con lui.

Per poter scrivere questo libro, l'Autrice si è incontrata con diverse coppie lesbiche che erano più che disposte e felici di condividere la loro vita e le loro lotte con lei, sottoponendosi a domande del tipo: "Com'è la vostra vita sessuale?", e di certo con è una cosa che di solito chiede ai suoi soggetti di ricerca.
Ma la gente vuole sapere e questo è ciò che aveva bisogno di sentire, al fine di giungere alla storia nel modo giusto. 

Una delle cose che ha imparato, dalle donne con cui ha parlato, è stato che circa la metà di loro era come il personaggio di  Vanessa, che sin da quando era molto giovane ha capito di essere attratta dalle donne e ha avuto prevalentemente relazioni omosessuali, e poi l'altra metà era come Zoe. 
Le donne come Zoe erano state impegnate in relazioni sentimentali con un uomo, ma poi c'era qualcosa nel loro passato per cui erano state attratte anche da una donna o si erano innamorate di una donna dopo essere state con un uomo. Ha voluto rappresentare anche quella categoria.

Jodi si è interessata anche di capire il punto di vista dei cristiani "di destra", che partendo dalla Bibbia spiegano per quale ragione non è accettabile la pratica dell'omosessualità agli occhi di Dio.

Scrivendo un romanzo così intenso e forte Jodi Picoult ha voluto raccontare storie con un personaggio lesbico la cui omosessualità non è necessariamente la cosa più interessante della sua vita.
Pensa anche sia importante il fatto che lei non è lesbica perchè così forse la sua voce si sente di più, proprio perché non è dentro la comunità gay.

venerdì 3 luglio 2015

In wishlist: RITORNO A SOUTH RIDING di Winifred Holtby



Un romanzo non recente, definito un capolavoro del XX secolo, «Un romanzo che funziona magnificamente a ogni livello, SOUTH RIDING catturando la vita di un’intera comunità oltre che le passioni, le frustrazioni e le tragedie dei singoli individui» (Sarah Waters).

RITORNO A SOUTH RIDING
di Winifred Holtby

Ed. Elliot
Collana Raggi
trad. L. Coci
516 pp
19.50 euro
Maggio 2015
Trama

Figlia di un fabbro dedito all’alcol, Sarah Burton è riuscita a emanciparsi diventando un’insegnante a Londra e nelle scuole per missionarie del Sud Africa. 
Quando decide di tornare nella sua contea d’origine, il South Riding, lo fa per candidarsi a guida della scuola superiore femminile. 
Tutto il comitato direttivo dell’istituto è a suo favore tranne l’aristocratico Robert Carne, che amministra la scuola per mostrarsi impegnato nel sociale e seguire le proprie aspirazioni politiche, ma è spesso ostacolato da una torbida situazione matrimoniale e da una figlia difficile da educare.
Lottando contro il fascino dell’orgoglioso Robert, le beghe e i sotterfugi amministrativi della Contea e le difficoltà portate dalla depressione economica, Sarah si impegnerà comunque a dare alle proprie allieve una speranza per il futuro.

Pubblicato postumo nel 1936, Ritorno nel South Riding è lo stupendo affresco corale di una comunità sulla via del declino, con i suoi innumerevoli, eccentrici e indimenticabili personaggi. Considerato un classico della letteratura inglese, venne trasposto in un film nel 1938 per la regia di Victor Saville, e in una mini serie televisiva della BBC di grande successo diretta nel 2011 da Andrew Davies (Orgoglio e pregiudizio, Ragione e sentimento, House of Cards).

L'autrice.
Nata a Rudston, nel 1898, in una famiglia benestante dello Yorkshire, studiò a Oxford, dopo essere partita come volontaria per la Prima guerra mondiale. Divenne nota grazie alla sua attività di giornalista: fu molto prolifica e scrisse per oltre venti anni tra quotidiani e riviste. I suoi libri includono una biografia di Virginia Woolf (Castelvecchi, 2015) e un volume di racconti, Truth Is Not Sober. Tenne molte conferenze alla Lega delle Nazioni Unite e fu membro del gruppo femminista Six Point. Nel 1931 le venne diagnosticato il morbo di Bright e, nonostante questo, Holtby si dedicò alla stesura del suo libro più celebre, Ritorno nel South Riding. Morì all’età di trentasette anni nel 1935

giovedì 2 luglio 2015

Frammenti da... L'altra famiglia (J. Picoult)



Un altro "pezzetto" di L'altra famiglia" di Jodi Picoult, ma questa volta su "come dev'essere la persona giusta" secondo la protagonista, Zoe.

Che ne pensate?

Sento la mia voce che dice: «Una persona vera. Una persona che non deve mai fare finta, e con la quale io non devo mai fingere. Una persona che sia intelligente, ma che sappia anche ridere di se stessa. Una persona che quando ascolta una sinfonia si mette a piangere, perché capisce che la musica è troppo grande per le parole. Una persona che mi conosca meglio di quanto io conosca me stessa. E parlare con quella persona dev'essere la prima cosa che voglio fare al mattino e l'ultima alla sera. Una persona che mi sembri di conoscere da sempre, anche se non è così».


Novità in libreria Giunti Editore/Giunti Y



Ed ecco altre pubblicazioni di luglio, firmate Giunti Editore.

Un romanzo di formazione che si sofferma sui segreti e sulle bugie in famiglia, e sul bisogno che spesso sentiamo di nascondere il passato.

INCHIOSTRO ROSSO
(Red Ink)
di Julie Mayhew

Giunti Editore
(giunti Y)
trad. S. Reggiani
288 pp
12 euro
LUGLIO 2015

Trama

Inchiostro rosso, quello che non devi usare mai per le persone che ami perché si dice sia augurio di morte. Inchiostro rosso, quello che Melon ha usato per scrivere a sua madre dopo il litigio… 
Sarà solo superstizione, ma Melon Fouraki non riesce a scacciarlo dai suoi pensieri perché Maria, la donna bella e spregiudicata così diversa da lei che l’ha data alla luce a soli sedici anni, quel giorno è morta davvero in un incidente.
 Il padre non l’ha mai conosciuto e Creta, isola delle loro origini, è così lontana. Ma quanto meno Melon ha la Storia. 
La Storia così piena di ricordi poetici e confortanti che la madre le ha ripetuto mille volte: della famiglia Fouraki, di un’infanzia serena tra i profumi e i colori mediterranei della fattoria e poi della grande rottura tra Maria e suo padre, che non le ha mai perdonato la fuga d’amore verso l’avventurosa e frenetica Londra. 
Melon ora sente il bisogno di indagare, di scoprire i luoghi e i personaggi di quella saga e così accetta la proposta di Paul, il compagno di Maria che per lei è quasi un estraneo: insieme porteranno le ceneri di Maria in Grecia, ma quel viaggio sarà un’estate che le cambierà la vita, l’inizio di una nuova Storia. 
Sì, perché l’inchiostro rosso è anche quello con cui puoi decidere di riscrivere la tua Storia, quella vera.

L'autrice.
Julie Mayhew è scrittrice ma prima ancora attrice; si è esibita a Londra e Edinburgo e il suo più recente radiodramma ha ricevuto dei riconoscimenti; è nata a Peterborough ma vive nell'Herfordshire. Scrive racconti e questo è il suo primo romanzo.

mercoledì 1 luglio 2015

Anteprima Giunti Editore: dal 15 luglio L'ANGELO DI MARCHMONT HALL di Lucinda Riley



Quale giorno fa, vi avevo anticipato le cover dell'ultimo romanzo di Lucinda Riley, "L'Angelo di Marchmont Hall" (The Angel Tree‏) e vi avevo anticipato anche la trama.

Ecco qualche informazione in più sulla prossima uscita Giunti Editore.

Lucinda Riley ritorna con uno strepitoso romanzo d'amore: L'angelo di Marchmont Hall, ambientato in una tenuta sulle colline del Galles, tra un passato da ritrovare e un vero amore mai confessato.
L'autrice del fortunato bestseller Il giardino degli incontri segreti (2012) e dell'avvincente saga Le Sette Sorelle (2015), rimasta per mesi in testa alle classifiche italiane, ci regala una nuova appassionante avventura da leggere tutta d'un fiato. L'angelo di Marchmont Hall di Lucinda Riley è un libro sul destino e sull’amore, quello puro e mai confessato, quello che nel silenzio vince su ogni cosa.

L'ANGELO DI MARCHMONT HALL
(The Angel Tree)
di Lucinda Riley


Giunti Editore
trad. S. Reggiani,
L. Taiuti
608 pp
11.90 euro
USCITA:
15 LUGLIO 2015
"Si guardò intorno impotente, quasi implorando gli alberi di parlare e darle le risposte che desiderava. In ginocchio sulla neve, sentì in lontananza il latrare di un cane. L’ eco di un ricordo formò un’immagine nella sua mente: era già stata lì una volta… Sì. Sì… Mentre il sole scivolava dietro gli alberi, nella valle sottostante, Greta si aggrappò alla lapide. E finalmente cominciò a ricordare…”

Trama

Sono passati trent’anni dall’ultima volta che Greta è stata a Marchmont Hall, la magnifica tenuta di famiglia sulle colline del Galles. E adesso, mentre varca i cancelli al fianco di David Marchmont, nipote del suo defunto marito, non può fare a meno di chiedersi se il luogo in cui ha vissuto per tanti anni sarà in grado di dischiudere qualche squarcio sul suo passato. 
Dopo un terribile incidente d’auto, infatti, Greta non ricorda più nulla e rifiuta di abbandonare il suo appartamento londinese troppo a lungo, tenendo a distanza tutti quelli che hanno fatto parte della sua vita.
Tutti tranne David, l’unico amico di cui si fida e per il quale prova qualcosa che va al di là della semplice gratitudine. 
È stato proprio lui a raccontarle com’era la sua vita prima di quel giorno e a convincerla a trascorrere il Natale a Marchmont Hall. 
Ma durante una passeggiata nel bosco, ai piedi di un abete, Greta scorge una lapide e spazza via la neve che ricopre l’iscrizione. 
Certo non immagina che quel nome inciso sulla pietra la travolgerà con un’ondata di ricordi: le serate come ballerina di cabaret nella Londra del ’45, il sogno di sposare un ufficiale americano, l’amicizia con David, giovane comico di buona famiglia che la accoglierà a Marchmont Hall per strapparla alla miseria. 
E infine il matrimonio con lo zio di David e il rapporto con una figlia che fin da piccola dà segni di forte instabilità. 
Ma allora perché David le ha nascosto tanti dettagli sul suo passato? Da cosa vuole proteggerla?

L'autrice.
Lucinda Riley è nata in Irlanda e ha esordito come scrittrice a 24 anni. Il giardino degli incontri segreti (Giunti 2012) è diventato un bestseller internazionale e in Italia è balzato subito ai primi posti delle classifiche. Sempre per Giunti sono usciti La luce alla finestra (2013), Il segreto della bambina sulla scogliera (2013) e Il profumo della rosa di mezzanotte(2014), tutti accolti da un grande successo di pubblico. I suoi romanzi hanno venduto oltre 4 milioni di copie nel mondo e sono tradotti in 26 Paesi. Lucinda vive tra il Norfolk e il Sud della Francia, con il marito e i quattro figli
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