venerdì 10 luglio 2015

Novità e anteprima Sperling&Kupfer (luglio 2015)



Ci sono titoli di romanzi che a primo impatto hanno un certo effetto su di me.

Sicuramente, uno di questi è...

VOLEVO ESSERE LADY OSCAR
di Marie-Renée Lavoie


Ed. Sperling&Kupfer
228 pp
16.90 euro
dal 7 LUGLIO 2015
Trama

Hélène, che si fa chiamare Joe e vuole essere trattata come un maschio per assomigliare a Lady Oscar, l'eroina del suo cartone animato preferito, ha solo otto anni, anche se finge di averne dieci. 
Come lei, vorrebbe vivere in un'epoca leggendaria e compiere grandi gesta eroiche con i capelli al vento, perché ha un animo romantico e una fantasia avida di drammi epici. 
Per sua sfortuna, vive però negli anni Ottanta, in un quartiere popolare di Québec in cui si aggirano molti ex pazienti di un istituto psichiatrico (più che alla corte di Versailles, assomiglia a una corte dei miracoli) e dove l'unica grande impresa alla sua portata è la consegna dei giornali all'alba. 
Il suo mondo è fatto di tre sorelle, un padre molto occupato a essere malinconico e una madre dal pugno di ferro. 
E poi c'è Monsieur Roger, il vicino ottantenne che passa le giornate a fumare, bere birra e imprecare, mentre aspetta con impazienza che giunga la sua ora. 
Contro ogni aspettativa, a furia di battibeccare, tra la ragazzina impertinente e il vecchio scorbutico nasce un'amicizia indissolubile, e Roger diventa per Hélène un improbabile angelo custode: pronto a guidarla tra le piccole avventure quotidiane in quelle strade di periferia e a vegliare su di lei quando si ritroverà smarrita. Perché crescere è anche conoscere le prime delusioni: sentire arrivare – come Lady Oscar – quel vento della rivoluzione che spazza via il mondo come l'abbiamo sempre conosciuto. Grande o piccolo che sia. 

"Volevo essere Lady Oscar" è una storia tenerissima e divertente che ha tutto il calore di un'amicizia speciale, tutta la grinta degli eroi dei cartoni che ci hanno fatto sognare, tutta la poesia di un'infanzia semplice eppure indimenticabile. Un imperdibile «come eravamo» che parla al cuore di chi è diventato grande prima dell'epoca 2.0 (e, sotto sotto, ne va un po' fiero).
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L'autrice.
Marie-Renée Lavoie è nata nel 1974 nel quartiere popolare di Limoilou, nella città di Québec. Laureata in letteratura quebecchese all'Università Laval, insegna Lettere al Collège Maisonneuve di Montréal. Il suo romanzo d'esordio,Volevo essere Lady Oscar, ha ottenuto in patria uno straordinario successo di pubblico e critica, diventando un vero e proprio cult. La sua fama è arrivata anche all'estero (quattro le lingue in cui è ora tradotto) e ne sarà tratto un film
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Ed ora un'anteprima:

UNA FARFALLA NEL CUORE
di Kevin Alan Milne

Ed. Sperling&Kupfer
312 pp
18.90 euro
dal 7 LUGLIO 2015
Trama

L’estate in cui Ann rischia la vita inizia con un volo di farfalle: sono quelle che la ragazza sente nel cuore durante la sua ultima gara di nuoto. 
Esattamente un anno dopo, in attesa di un cuore nuovo, Ann e tutta la sua famiglia partono per una vacanza che diventerà magica. Sarà l’estate del suo primo grande amore, la stagione delle separazioni e delle riconciliazioni, delle amicizie e delle scoperte. 
Prima di tutte, quella dei diari della nonna, che contengono un tesoro inaspettato, il gioco segreto che renderà felice la sua famiglia per sempre.

L'autore.
Kevin Alan Milne è nato a Portland, in Oregon ed è cresciuto nella tranquilla cittadina di Sherwood, dove risiede tuttora con la moglie e i cinque figli. È l’autore del bestseller Il gusto segreto del cioccolato amaro, edito in Italia da Sperling & Kupfer.

giovedì 9 luglio 2015

ALONE. IL SOLITARIO di Giada Bafanelli (Segnalazione racconto)



Altra segnalazione per oggi, amici e lettori!
E anche questa volta è un'autrice già nota al blog; ma non solo, è anche un'appassionata lettrice che gestisce un blog letterario. Sto parlando di Aenor Lullaby e del suo blog Pagine Magiche.

Qualche tempo vi ho segnalato il suo romanzo “La figlia della vendetta”.
Ora invece vi parlo di “Alone. Il solitario”,  un racconto urban fantasy in uscita oggi 9 luglio (ma già disponibile per la prenotazione su Amazon).


ALONE. IL SOLITARIO
di Giada Bafanelli


Editore: Autopubblicato
Prezzo: 0,99 (ebook)
Data di pubblicazione:
09/07/2015

Trama

Dopo aver attraversato la Svezia, il cacciatore di lupi mannari Einar Ivarsson arriva nella piccola e silenziosa città di Falun. Lì viene ingaggiato per uccidere Kirsi, una ragazza che due mesi prima si è tramutata in mannaro, aggredendo due uomini. Ma niente è ciò che sembra e, tra apparizioni misteriose e rivelazioni oscure quanto pericolose, Einar si troverà a dover fare delle scelte difficili che riporteranno a galla il suo passato.


Link utili


L’autrice
Giada Bafanelli ha 27 anni e le sue più grandi passioni sono sempre state la musica e la narrativa, specialmente di genere fantasy. Oltre al racconto urban fantasy “Alone. Il solitario”, ha pubblicato il romanzo fantasy ispirato alla mitologia norrena “La figlia della vendetta” e il prequel “I giardini di Asgard”.

Segnalazione e recensione: ORIENT EXPRESS di Erielle Gaudì



Cari amici e lettori, buongiorno!!

Domanda semiseria: ma voi il caldo lo sopportate?
No, perchè io sto lì lì per sbattere a terra, ero curiosa di scoprire se sarò sola nel momento infausto in cui ciò accadrà oppure no... ^_^

Ma ok, ciancio alle bande, in questo post desidero segnalarvi il racconto di un'autrice che ha all'attivo un primo romanzo (di cui vi ho parlato l'anno scorso qui sul blog): Come la marea di Erielle Gaudì.
A giugno Erielle ha pubblicato un racconto, Orient Express, disponibile su AMAZON e in tutti gli altri store.

ORIENT EXPRESS
di Erielle Gaudì



Editore Delos Digital
Collana Senza Sfumature
Genere: Erotic Romance
pagine circa 52
Prezzo € 1,99
Formato E book
Uscita: Giugno 2015

Trama

Un viaggio sull'Orient Express può essere una grande avventura. Soprattutto quando si parla di amore e passione...

Jackson Travis è un facoltoso uomo d'affari deciso a vendicarsi di Gabrielle, giovane vedova in difficoltà, colpevole ai suoi occhi di averlo respinto e umiliato in passato.
Con un ricatto, la costringerà a viaggiare con lui sull'Orient Express e subito la tensione fra i due diventerà esplosiva.
Forse anche più di quello che immaginavano.
Gli splendori e le ombre di un'epoca lontana rivivono in una storia sensuale, densa di emozioni, dove niente è come appare...

L'autrice.
Erielle Gaudì adora le storie d’azione, i viaggi, il mare e il cioccolato fondente. Nel 2011 Lite Editions ha pubblicato il suo primo racconto, Sandalo e cannella. Come la marea invece è stato il suo romanzo di esordio, pubblicato da Eroscultura. Ha creato il blog Le storie di Erielle.







Orient Express è un racconto breve che vede protagonista la forte e dirompente passione tra la bella Gabrielle - da poco rimasta vedova di un uomo molto più grande di lei, che l'ha lasciata in un mare di debiti - e un uomo tanto affascinante quanto arrogante - Jackson Travis, che è disposto a farsi carico di tutti i debiti della bella vedova. pur di possederla e averla come sua amante ufficiale.
Jax è ossessionato da tempo da Gabrielle, che invece l'ha sempre trattato con disprezzo e sufficienza, e continua con questo atteggiamento distante a maggior ragione dopo aver saputo che, in un certo senso, Travis pretende di "comperarla", di esigere da lei un pagamento in natura per liberarla dai pasticci economici in cui si è ritrovata.

Travis riuscirà a vincere le resistenze della donna che lo fa impazzire ed infuriare nello stesso tempo? 
Saprà tener conto delle ragioni che spingono Gabrielle a non fidarsi degli uomini che vogliono far di lei solo un giocattolo con cui soddisfare le proprie voglie?

In poche pagine, l'autrice costruisce una storia che, per quanto breve, è attraversata da una bella dose di sensualità e permette al lettore di farsi fa un'idea del carattere generale dei personaggi, che avranno modo di cambiare e darsi la possibilità di amare, nonostante le delusioni ed esperienze passate.

mercoledì 8 luglio 2015

Citazioni d'Autore: Iridium



Ho iniziato stamane a leggere IRIDIUM di Marika Cavaletto e Chiara B. D'Oria.

Questa è la citazione riportata in apertura al libro:


“Alcune persone si rifugiano in Chiesa,
altre nella poesia, io nei miei amici.” 

Virginia Woolf

Il significato della parola EPIGRAFE al quale mi riferisco 
è questo: Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi,
 per dedica o ricordo; più particolarm.,
 citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone 
in testa a uno scritto per confermare con parole autorevoli 
quanto si sta per dire. (Treccani)

Recensione: L'ALTRA FAMIGLIA di Jodi Picoult





Altra recensione in cantiere, piuttosto lunga perchè il romanzo affronta tematiche complesse.


*******POSSIBILI SPOILER*******

L'ALTRA FAMIGLIA 
di Jodi Picoult



Zoe e Max Baxter sono sposati da quasi dieci anni e desiderano tanto avere dei bambini…, che però tardano ad arrivare.

Entrambi infatti hanno problemi di sterilità e stanno cercando da qualche anno di avere di figli ricorrendo alla fecondazione in vitro: dopo due aborti, finalmente Zoe è riuscita a restare incinta; è alla 28esima settimana e tutto sembra andare benissimo.
La donna ha 41 anni e lavora come musicoterapeuta professionale, con soggetti aventi vari tipi di difficoltà cognitive-emotive-relazionali.
La sua vita professionale va alla grande e finalmente sembra che la famiglia formata da lei e il marito si stia allargando con un bimbo.

Ma purtroppo non sarà così, perché il bimbo morirà prima ancora di nascere.

Il doloroso stupore che travolge i due mancati genitori è qualcosa di troppo grande, che la coppia non saprà gestire. Infatti, il dolore e la rabbia li allontanerà tanto da portare ad un divorzio; sarà Max a chiuderlo, non accettando l’idea di riprovare ancora, per l’ennesima volta, ad avere un figlio, che è ormai diventato l’ossessione della moglie.
Il divorzio arriva all’improvviso, come un fulmine a ciel sereno per la povera e già provata Zoe, che si ritrova a dover gestire anche la perdita del marito e del suo matrimonio, oltre a quella del proprio bambino e della possibilità di diventare madre: possibilità che sembrano assottigliarsi sempre più, a fronte non solo degli anni che passano, ma ancor più di tutti i problemi di salute che le impediscono di condurre con successo una gravidanza.

Ma proprio quando Zoe crede di essere ormai sola e senza qualcuno d’amare, ecco che il destino le mette davanti una persona speciale, un’amica che sembra comprenderla come nessuno ha fatto mai, che l’accetta per quella che è, che la fa ridere quando si sente giù.

Questa persona è Vanessa, e le due si incontrano per motivi di lavoro; Vanessa lavora come counselor in una scuola e chiede a Zoe di prendere in carico il caso di un’adolescente molto problematica, che manifesta sintomi depressivi e pensieri suicidi.
Le due donne sembrano trovare da subito un’affinità impensabile, che entrambe non avevano mai provato con altri.

E se Vanessa riesce a far luce sui propri sentimenti in modo chiaro, Zoe invece ne è confusa; la prima è dichiaratamente lesbica, ha avuto sia relazioni con uomini che con donne, per poi capire di volerne solo di omosessuali. Ma Zoe non ha mai messo in conto l’ipotesi che potessero piacerle le donne, tanto più se pensa al fatto di aver sempre avuto relazioni eterosessuali, matrimonio etero compreso.

Ma allora cosa sono quelle farfalle nello stomaco che sente quando è con Vanessa? Quella voglia di passare tutto il tempo libero con lei? Di ascoltarla, di parlarle.., di baciarla?

Realizzare di provare un’attrazione fisica per una persona del suo stesso sesso sconvolge Zoe, colpendola come uno schiaffo in pieno viso che giunge inaspettato.
Eppure, non passa molto che una parte sempre più grande di lei sente che questo sentimento non è affatto sbagliato, anormale, riprovevole, in quanto la fa stare bene: Vanessa ha risvegliato in lei quella voglia di vivere che i suoi guai personali le avevano tolto; le dà serenità, amore, comprensione… Zoe si innamora, ricambiata, di Vanessa, anche se inizialmente non sente il desiderio di sbandierare il proprio orientamento sessuale.
L'evolversi del loro rapporto però fa sì che esso non possa restare nascosto, in particolare quando Zoe realizza dentro di sè che il proprio essere lesbica non le ha affatto tolto il desiderio di essere madre, ma di esserlo non in modo diretto, bensì tramite la compagna di vita, Vanessa.

E se quei tre embrioni congelati concepiti da Zoe e Max durante il loro matrimonio fossero "utilizzati" e impiantati in Vanessa affinchè partorisca lei i figli di Zoe?

Il desiderio di genitorialità delle due donne si scontra contro il pensiero di Max, il quale nel frattempo ha conosciuto la fede in Dio in modo molto personale.
Max infatti ha accettato di frequentare la Glory Eternal  Chruch, cioè la chiesa evangelica di cui sono membri suo fratello Reid e la moglie Liddy, i quali non riescono neppure essi ad avere figli..

Max si avvicina alla fede con molto slancio e con animo sincero, accettando tutti gli insegnamenti che il pastore Clive dà ai suoi parrocchiani sulla base della Bibbia.
Ma la conversione di Max - e il conseguente stile di vita, coerente con la conoscenza della Scrittura - si pone agli antipodi rispetto ai valori e al tipo di scelte fatte dall'ex moglie, Zoe.


Cosa farà Max quando Zoe gli chiederà di cedere a lei e al suo nuovo coniuge (Vanessa) i tre embrioni congelati?
La fede dell'uomo - influenzata anche dall'affetto per il fratello e dalle prediche convincenti del pastore Clive - si contrapporrà o andrà incontro alle richieste di questa "altra famiglia"? 

Il dilemma se sia giusto o meno lasciare che le coppie omosessuali abbiano il diritto di crescere dei figli si impone nel corso della lettura, e il lettore - oltre a tutte le difficili tematiche già affrontate fino a quel momento - si ritroverà in mezzo a due opposti schieramenti: la destra evangelica (Max) che si oppone al matrimonio omosessuale, e i gay, come Zoe e Vanessa, che sentono di avere il medesimo diritto degli etero di amare, essere amati ed essere genitori.

Ciò che a mio avviso colpisce di questa battaglia ideologico-morale-religiosa - che è poi anche e soprattutto molto intima e personale - è la sensazione fin troppo forte che la Picoult sostenga in modo netto le famiglie gay.
E fin qui..., la cosa non mi stupisce e non mi dà fastidio, è un suo diritto.
Ma il fatto è che per farlo ha enfatizzato ed esagerato le caratteristiche della fazione opposta, che è quella dei cristiani evangelici, che vengono dipinti come dei folli omofobi, fanatici ed esaltati, privi di compassione comprensione verso il prossimo "diverso" (o quanto meno etichettato come tale).
Ora, io  sono italiana e non statunitense, quindi non vivo da vicino ed in prima persona la realtà delle chiese evangeliche degli States, però ho comunque avvertito una sorta di volontà - e neanche troppo celata - da parte dell'Autrice di mettere in ridicolo quegli imbecilli ottusi che credono nella Bibbia e fanno di essa il proprio punto di riferimento, a vantaggio dei poveri e maltrattati gay.
Non voglio essere fraintesa, non sto negando che ai giorni nostri i gay subiscano discriminazione e pregiudizi da chi non condivide il loro stile di vita e che questo sia ASSOLUTAMENTE sbagliato..., ma ho trovato che Jodi abbia  preso come sfondo un contesto evangelico fin troppo estremo, e che in fondo lo abbia fatto di proposito, nel senso che - se avesse voluto - avrebbe potuto parlare di frange del mondo evangelico meno estreme ed esagerate (e ci sono, lo dico per esperienza personale), ma non l'ha fatto...
E non ho molto apprezzato neanche che abbia fatto passare la Scrittura come un testo retrogrado e omofobo, attorno al quale si può disquisire e speculare in un'aula di tribunale.
Chiaramente quest'ultima considerazione la faccio da cristiana convinta, ma da semplice lettrice immagino che lo scopo dell'Autrice non fosse quello di far apparire gli evangelici come dei folli che odiano i gay(o si?), bensì di dar voce a certe problematiche e situazioni attuali ancora difficili da "gestire", e dal punto di vista dell'opinione pubblica (pregiudizi, discriminazioni, ingiustizie, umiliazioni, insulti e "persecuzioni") e dal punto di vista delle leggi. 

Questo è stato il mio primo approccio a Jodi Picoult, e il giudizio complessivo è positivo. 
Riesce ad affrontare temi controversi e delicati - il forte desiderio di maternità/paternità, la procreazione assistita, l'omosessualità, i diritti dei gay circa l'essere una famiglia ecc - e lo fa secondo me con una certa sensibilità, non priva però di un po' di retorica; per non parlare della "fretta" con cui lascia che i suoi personaggi cambino orientamento sessuale o atteggiamento verso la fede senza batter ciglio o sentire troppi turbamenti.

Ho apprezzato però il fatto di dare voce ai diversi protagonisti (la narrazione è affidata alternativamente a Vanessa, a Zoe, a Max), così da "entrare nella loro testa", vedendo le cose dal loro punto di vista. 
Un'altra cosa che mi è piaciuta: i passaggi relativi alla musica e alla sua importanza sulla nostra vita emozionale, tanto da riuscire ad essere una via fondamentale per accedere ai pensieri, ai sentimenti e ai malesseri più intimi di una persona in difficoltà.

Per il resto, non l'ho trovato mai noioso, e in generale non posso dire che non mi piace come scrive la Picoult, che risulta perlopiù scorrevole; il finale potrebbe ritenersi un po' "scontato", buonista e semplicistico..., ma forse è coerente con gli obiettivi che l'Autrice si era posta con questo romanzo.

Lo consiglio a chi ama le storie drammatiche, che toccano argomenti controversi e attuali, come quelli proposti in questo libro.

Articoli correlati:

In lettura: L'ALTRA FAMIGLIA di Jodi Picoult

Dietro le pagine di: "L'altra famiglia" (Sing you home) di Jodi Picoult

martedì 7 luglio 2015

Premio per Chicchi di Pensieri: Boomstick Award 2015



Cari lettori ed amici, finalmente riesco a ringraziare due blogger che hanno pensato al mio blogghino per un premio, il  Boomstick Award 2015: Francy di NeverSayBook e Gioa e Debora Twin di TwinBooksLovers, i cui blog che vi consiglio vivamente di visitare!!!

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L'inventore
Il Boomstick Award, ideato da Hell, con il suo banner rimanda a L'Armata delle tenebre, un film del 1992 interpretato da Bruce Campbell nel ruolo di Ash, nel terzo capitolo della serie horror La casa. Il Boomstick è un fucile che Ash chiama "bastone di tuono" e, con l'assegnazione del premio, il blog è il nostro bastone di tuono.

Le regole
- Citare il nome dell'ideatore del premio e del banner
- Ringraziare il blog che vi ha nominato
- Attenersi alle regole
- Nominare altri 7 blog e motivarne la scelta


Per quanto riguarda i blog, ne seguo diversi, ma quelli che vi menziono sono gli angolini nei quali sono più assidua!

Sono certa che chi apre un blog per condividere con gli altri la propria passione, lo fa con e per amore, con impegno e costanza, e già solo per questo merita di essere citato.
Ma dovendo sceglierne sette, propendo per quei blog letterari e non..:
  • con cui ho più scambi di opinioni
  • che magari hanno gusti più affini ai miei
  • che al contrario riescono a solleticare la mia curiosità per libri/musica e generi che consideravo più lontani da me
  • le cui recensioni e rubriche sono pertinenti e interessanti
  • in cui il blogger mostra di volere e dare importanza all'interazione con il singolo follower che partecipa alla vita del blog

Happy Red Book

Recensione: DIMMI CHE CREDI AL DESTINO di Luca Bianchini



Un autore che ho apprezzato in Io che amo solo te (di cui hanno da pochissimo finito di girare le riprese per il film a Polignano a Mare) e il cui ultimo romanzo non è ambientato in una vivace cittadina italiana, bensì nella sempre bella Londra...

DIMMI CHE CREDI AL DESTINO
di Luca Bianchini


DIMMI CHE CREDI AL DESTINO
Ed. Mondadori
Ornella è una donna sulla 50ina, di Verona, che ormai da diversi anni si è trasferita a Londra, trovando lavoro come libraia presso l’Italian Bookshop, che gestisce da tempo insieme a Clara; libreria che però rischia di chiudere i  battenti, perché il proprietario, Mr Spacey, ritiene sia un’attività non più lucrativa.

La libreria – e tutto ciò che essa costituisce, insieme ai libri, alle persone che la frequentano - è tutto ciò che riempie la vita di Ornella, le cui giornate trascorrono sempre tutte uguali, tra lavoro – diviso ma non poi tanto condiviso con la collega Clara, poco espansiva, molto distante e scontrosa -, vicini di casa – tipo Bernard – con cui non ha un gran rapporto, passeggiate al parco per leggere un buon libro, scambiando due chiacchiere con un anziano signore - Mr George -, che da sempre siede sulla stessa panchina, e che è diventato una sorta di confidente, un amico più maturo che l’ascolta e la consiglia.

E poi c’è lei, la Patti, la biondissima migliore amica di Ornella; le due hanno condiviso insieme un passato difficile, e l’una ha salvato l’altra dal baratro, così da diventare inseparabili, sempre pronte ad aiutarsi.

Eh sì, perché Ornella non è stata sempre la libraia tranquilla dall’esistenza quasi anonima di adesso; nel suo passato ci sono esperienze dolorose che possono riassumersi in un nome: Axel.
Axel è il marito di Ornella, ma i due si sono lasciati da ormai venti anni, e raramente si vedono, più spesso si sentono per telefono.

L’incubo della libreria che da lì a qualche mese potrebbe chiudere è soltanto la prima preoccupazione della nostra protagonista; ad essa presto si aggiunge una dolorosa notizia, che è la Patti a darle: Axel sta molto male e chiede di poter vedere sua moglie un’ultima volta, prima che sia troppo tardi.

Ma tornare a Verona e rivedere il marito significa per Ornella fare un tuffo in quel passato che lei ha cercato in tutti i modi di tenere lontano dal suo presente; un passato che l’ha vista vivere gran parte della sua giovinezza in un tunnel terribile da cui è difficile uscire perché ti succhia ogni energia e voglia di vivere, devastandoti l'esistenza.

Ma Ornella ce l’ha fatta, a differenza del marito, ed è riuscita a rifarsi una vita nella bella Londra, che ormai è la sua casa, in cui ha le sue abitudini, il suo giro di conoscenze che contribuiscono a dare regolarità alla sua vita lontana dalla famiglia e da Verona.

Attorno all’eterna insicura Ornella, ci sono diversi simpatici personaggi, che contribuiranno allo sviluppo delle vicende.

Abbiamo già detto della collega Clara, poco socievole e che non sembra fare il proprio lavoro per vera e propria devozione per i libri; c’è Bernard, che vorrebbe essere notato un po’ di più dalla schiva Ornella; il saggio e paziente Mr George, che sa tutto della donna e l’ascolta volentieri; il ragioniere Diego, un napoletano che a Londra fa il barbiere e del quale seguiremo le (dis)avventure sentimentali.
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E menomale che c’è la Patti, sempre così pragmatica e “spiccia”, che conosce tanto bene l’amica da riuscire a spronarla ed incoraggiarla quando ne ha bisogno.

Ornella, da sempre così incerta, che vive in punta di piedi e si muove e con ogni cautela e timore, dovrà imparare che è arrivato il momento per lei di dare una sterzata alla propria vita, di affrontare i fantasmi del passato, che le impediscono di godersi il presente, di sbirciare dietro la porta del destino che di certo ha ancora qualcosa di emozionante in serbo per lei.

Il destino é quella porta socchiusa da cui ogni tanto puoi sbirciare. E allora capisci che nulla avviene per caso e che tutto ha un senso, anche quando sembra non averlo.

Dimmi che credi al destino non è Io che amo solo te, che ti regala una caterva di momenti, situazioni e personaggi divertenti, strappando tanti sorrisi; si tratta di un romanzo più "tranquillo", scritto con una leggera ironia, spesso velata di tenerezza e malinconia per questa protagonista che ha bisogno di credere di più in se stessa, nelle proprie capacità e nella possibilità che ci siano anche per lei gioie e belle sorprese, che finora si era in qualche modo negata.

Ornella “fa simpatia” perché una donna semplice, con fragilità ed insicurezze come tante di noi; piace perché ama i libri, che a modo loro hanno contribuito a salvarla dal suo baratro personale.

E Dimmi che credi al destino di per sé è un romanzo ”semplice”, nel senso che è scritto con semplicità, scorrevolezza; i personaggi e il loro modo di parlare e interagire hanno un che di informale, quotidiano, come se fossero persone vere, reali (del resto, lo sono, in quanto i personaggi hanno riferimenti alla realtà, a persone incontrate dall'Autore), che ti camminano accanto, che parlano, agiscono, reagiscono e si muovono in modo genuino e schietto.


Un libro che parla di amicizia, di speranza, di voglia di combattere per i propri sogni; una lettura che invece di travolgerti, ti "culla" e ti accarezza con dolcezza.

Consigliato ^_^

Recensioni correlate:


IO CHE AMO SOLO TE LA CENA DI NATALE

lunedì 6 luglio 2015

Recensione: LETTERE A UN AMORE PERDUTO di Iona Grey



Una storia d'amore forte, struggente, che nè il trascorrere inesorabile del tempo nè le tristi vicende della vita riescono a spegnere.

LETTERE A UN AMORE PERDUTO
di Iona Grey


Ed. Giunti
trad. S. Castoldi
Pagine: 512
Prezzo € 14
Uscita: 20 maggio 2015

Nel 2011, nel Maine, negli USA, vive il tenente Dan Rosinski, ormai anziano e malato, che scrive ed invia una struggente lettera alla sua "adorata ragazza", Stella, che non vede da ben settant'anni, sperando la riceva e che non sia troppo tardi perchè le loro strade, seppure per un breve momento, possano incrociarsi ancora.

Contemporaneamente, a Londra, una giovane, spaventata e disperata, fugge di notte tra le strade della capitale cercando di allontanarsi il più possibile da colui che credeva essere il suo amore, ma che si è poi rivelato, in realtà, un violento ed uno sfruttatore. Jess Moran sta scappando dal suo ragazzo, Dodge, che finora e per mesi, l'ha tenuta stretta a sè a suon di botte e umiliazioni. Stanca, la ragazza è riuscita finalmente a scappare da lui, riuscendo a trovare rifugio in una casa abbandonata... E in questa casa una mattina giunge una lettera dagli States, da parte di Dan Rosinski a una certa Stella Thorne. 

Chi è questa Stella? - si chiede Jess, visto che quella casa sempre appartenere ad una certa Nancy Price?

Ma quella è solo l'ultima di tutta una serie di lettere ingiallite, riposte in un cassetto, che testimoniano dell'amore grande e appassionato che ha legato Stella e Dan...

E poi, c'è lui, il giovane avvocato Will Holt che, pur appartenendo ad una famiglia ricchissima e molto in vista, vive in solitudine, privo di agi e soprattutto del rispetto della sua famiglia, che vede di mal occhio e con disprezzo lo stile di vita e la infima professione di Will, il quale lavora in uno studio legale che si occupa di ricerche testamentarie.
Sarà proprio questo lavoro - non proprio gratificante a causa di un datore davvero poco simpatico e comprensivo - a mettere sulla sua strada la bella e sola Jess e, allo stesso tempo, a  far incrociare le loro vite con quelle di Dan e la sua amata Stella.

La storia narrata inizia nel 2011 per poi fare un salto nel 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale, e tutto il libro procederà in questa alternanza temporale, tra presente e passato.

Apprendiamo così che nel'agosto del 1942 la giovanissima Stella Holland, un'orfana che per tutta la sua breve vita ha vissuto ed è cresciuta insieme ad altre ragazze nell'istituto Woodhill School, vive quello che dovrebbe essere uno dei giorni più belli della sua esistenza: il proprio matrimonio.
Lo sposo è il vicario di King's Oak, Charles Thorne, un uomo molto più grande di lei, riservato, dall'aria da eterno intellettuale, sempre sulle sue - un po' troppo... -, scostante e freddo negli atteggiamenti, salvo nei momenti in cui in chiesa predica dal pulpito le proprie omelie.
Seppure spaventata e insicura, Stella è emozionata all'idea di avere finalmente un marito, una casa, una famiglia tutta sua; sente e spera che la sua vita possa prendere una piega positiva e che, nonostante ci sia la guerra, la felicità stia bussando alla sua porta.
Ciò che però ben presto comprenderà è che la felicità è passata oltre la sua porta e quel matrimonio appena iniziato non sembra essere accompagnato da alcuna gioia, da nessun gesto d'affetto, d'amore, di comprensione, di intimità.
Stella è delusa nel constatare che il suo novello sposo Charles è totalmente preso dalla sua vita nel vicariato, dalle vicende dei parrocchiani, e che è più eccitato quando deve ricevere la visita del reverendo Stokes o dell'amico Peter, che non quando deve star solo con la mogliettina, che si guarda bene anche soltanto dallo sfiorare. 

Come mai? Cos'ha Stella che non va? Perchè suo marito non riesce a toccarla, a volerle bene?

A portarle un minimo di conforto ci pensa la signora Ada, una parrocchiana gentile e generosa - forse una delle poche che l'accolgono amorevolmente a King's Oak - ma soprattutto l'amica di sempre, Nancy Price, cresciuta anch'ella nell'orfanotrofio; le due ragazze sono come sorelle, nonostante abbiano caratteri differenti.
Tanto Stella è equilibrata, dolce, paziente, amorevole, timida, quanto Nancy è sfacciata, impertinente, di una bellezza sensuale e sfrontata, malvista da chi la conosce e la osserva, giudicandola.
Eppure, Nancy resterà per anni un perno per la bella ma sprovveduta Stella, e in qualche modo le sarà d'aiuto in diversi momenti difficili. Tanto per cominciare, quando Charles decide di partire volontario per il fronte come cappellano, lasciando sola soletta la povera mogliettina, Nancy insisterà perchè l'amica non resti in casa a piangere il marito, ma esca e si diverta com'è giusto alla sua età.
Ed è proprio andando in giro con Nancy e i suoi amici, che il destino metterà il suo zampino facendo incontrare Stella e il bellissimo e gentile tenente Dan.

Tra i due scatta immediatamente un'attrazione forte, la sensazione che ci sia tra i due un legame che li unisce e li avvicina; come se fossero il completamento l'uno dell'altra.
Ma Stella è una donna sposata e sa che deve stare al suo posto e non dar confidenza agli uomini, per quanto siano belli, affascinanti e galanti.
Ciò che Stella ignora, però, è che quello che la lega al marito non è nulla in confronto all'amore forte che la legherà per sempre a Dan, che farà di tutto per vivere questo sentimento, per proteggere e aiutare Stella, per farle sentire quanto l'ama.
Tra i due ci sarà una fitta corrispondenza, che terrà vivo il pensiero e l'affetto tra i due, dando alla infelice sposina un motivo per amare la vita, per sperare che ci sia posto anche per lei per l'amore e la passione, e a lui la forza e la speranza di non soccombere durante le missioni aeree nei cieli d'Europa.

La guerra e Charles, insieme al contesto di allora, saranno i principali ostacoli a questo amore, che avrà bisogno di tanta forza per resistere e sperare di vincere.
Stella e Dan riusciranno ad amarsi liberamente e a vivere felici?

Tanti anni dopo, Jess leggerà con commozione le lettere che Dan scrisse alla sua amata Stella e capirà che finora non aveva mai conosciuto l'amore, prima di leggere le amorevoli parole di Dan, che le sembra così familiare ed intimo, come se lo avesse conosciuto di persona.

Il desiderio di rintracciare Stella e di dirle che Dan l'ama e la cerca ancora è così forte da diventare il pensiero fisso di Jess, e il caso - o chi per esso - farà sì che lo stesso Will si unisca a questa ricerca, a questa lotta contro il tempo, che potrebbe far rivivere un amore meraviglioso, che sembrava perduto... ma che forse...
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Lettere a un amore perduto per me è stata una lettura molto bella, dolce e romantica, in cui il vero protagonista è l'amore: l'amore come forza che muove e dà senso e valore alle persone, alla vita, ai gesti e alle scelte, alle rinunce e alle lacrime; l'amore che alimenta e tiene viva la speranza anche quando non sembrano esserci più delle vere ragioni per sperare.
Un amore - quello di Dan e Stella - onesto, forte, tenero e passionale, che chiede il diritto di essere vissuto, di vincere e superare le macerie della guerra, la nebbia degli anni passati, l'ombra e il peso di scelte obbligate e colpe attribuite.
Questo è il tipo di amore che forse ogni persona vorrebbe, e tra questi ci sono anche loro, i giovani Will e Jess, le cui vite finora hanno avuto grossi buchi e lacune affettive che entrambi non vedono l'ora di colmare.
E forse proprio l'esempio di questo grande amore - che non può restare sepolto e morto tra le righe di lettere scritte tanti anni prima, ma che va "recuperato" - sarà per loro la via giusta per trovare la felicità?

I personaggi principali che danno senso a questa storia - Dan, Stella, Jess e Will - hanno una loro ben delineata personalità, che emerge nel corso della storia, facendoceli conoscere e amare, sperando con loro e per loro che "tutto finisca bene".
Viviamo con Stella le sue pene, le sue tristezze, i suoi dubbi, i palpiti d'amore; la tenerezza e la devozione di Dan sembra uscire dalle pagine e travolgere il lettore; si fa il tifo per Jess e Will, affinché anche per loro arrivi il vero amore.
L'Autrice ci fa immergere nel 1942/44, in un periodo tanto difficile, in cui scarseggiavano i generi di prima necessità, e la paura delle bombe o che i propri cari non tornassero era qualcosa di quotidiano. A questo si aggiungono le difficoltà personali di chi - come Stella e Jess - deve imparare a vivere e a cavarsela nel mondo, perchè la possibilità di perdere ciò che si ha o si desidera sono fin troppo concrete.

Un romanzo molto bello, dai toni drammatici e romantici insieme, senza essere mai stucchevole, attraversato da un'ombra di nostalgia e rimpianto che è però compensata da un altrettanto buona e positiva dose di speranza.
Assolutamente consigliato, a chi ama le storie d'amore travolgenti.

Sweet titles



Ogni tanto mi ricordo della rubrica dei titoli più carini.
Questo lunedì ne ho scelti alcuni davvero molto dolci e deliziosi.

QUALE PREFERITE?

Cliccando sui titoli sarete rimandati alle schede dei libri.

(Susan Wiggs, Luglio 2015)

(Cristina Caboni, Settembre 2015)

(Julia Glass e Giulia Glass, 2013)

sabato 4 luglio 2015

Dietro le pagine di: "L'altra famiglia" (Sing you home) di Jodi Picoult



Vi dissi qualche giorno fa che ho in lettura (anche) "L'altra famiglia" (Sing you home) di Jodi Picoult.

L'ALTRA FAMIGLIA
di Jodi Picoult

Ed. Corbaccio
trad. L. Corradini Caspani
464 pp
18.60 euro

Trama

Zoe Baxter, musico terapeuta sposata da dieci anni con Max, vorrebbe tanto un figlio, ma non riesce a portare a termine la gravidanza.
Dopo l'ennesimo aborto, il matrimonio si sfascia: Max cerca conforto dal fratello e nella chiesa che quest'ultimo frequenta; Zoe si butta nel lavoro e intreccia una relazione profonda destinata a sbocciare in un amore.
Ma il desiderio di formare una nuova famiglia, di avere dei figli, si infrange nell'incomprensione dell'ex marito e finisce in tribunale.

Bene, desideravo condividere con voi alcune cose che ha dichiarato l'Autrice in un'intervista (QUI) per spiegare come è nata la storia narrata nel romanzo.



Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?"


In Sing You Home l'Autrice affronta i diritti dei gay, la scienza riproduttiva e la destra cristiana. 

Cosa l'ha ispirata a scrivere su questi temi?
Jodi dice che l'idea è partita dai diritti dei gay. Ha voluto affrontare la questione delle persone che preferiscono far finta che la presenza di un pensiero di destra - che si oppone in modo forte e deciso  agli omosessuali - non sia un problema, o delle persone che si oppongono ai diritti degli omosessuali, senza pensare a quello che i gay vogliono quando desiderano sposarsi e avere una famiglia.
Stava pensando a questo da un punto di vista teorico, quando nel bel mezzo della scrittura [del libro], il figlio maggiore ha fatto coming out.
Ovviamente questa situazione ha assunto un significato molto personale per lei, che si era accorta della natura di suo figlio sin da quando questi era piccolo. 
Kyle ora è al college e quando deciderà che vorrà sposarsi e mettere su famiglia, sua madre vorrebbe che il mondo fosse un po' più dolce e un po' più gentile con lui.

Per poter scrivere questo libro, l'Autrice si è incontrata con diverse coppie lesbiche che erano più che disposte e felici di condividere la loro vita e le loro lotte con lei, sottoponendosi a domande del tipo: "Com'è la vostra vita sessuale?", e di certo con è una cosa che di solito chiede ai suoi soggetti di ricerca.
Ma la gente vuole sapere e questo è ciò che aveva bisogno di sentire, al fine di giungere alla storia nel modo giusto. 

Una delle cose che ha imparato, dalle donne con cui ha parlato, è stato che circa la metà di loro era come il personaggio di  Vanessa, che sin da quando era molto giovane ha capito di essere attratta dalle donne e ha avuto prevalentemente relazioni omosessuali, e poi l'altra metà era come Zoe. 
Le donne come Zoe erano state impegnate in relazioni sentimentali con un uomo, ma poi c'era qualcosa nel loro passato per cui erano state attratte anche da una donna o si erano innamorate di una donna dopo essere state con un uomo. Ha voluto rappresentare anche quella categoria.

Jodi si è interessata anche di capire il punto di vista dei cristiani "di destra", che partendo dalla Bibbia spiegano per quale ragione non è accettabile la pratica dell'omosessualità agli occhi di Dio.

Scrivendo un romanzo così intenso e forte Jodi Picoult ha voluto raccontare storie con un personaggio lesbico la cui omosessualità non è necessariamente la cosa più interessante della sua vita.
Pensa anche sia importante il fatto che lei non è lesbica perchè così forse la sua voce si sente di più, proprio perché non è dentro la comunità gay.
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