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mercoledì 14 ottobre 2015
Frammenti di "Sette diavoli"
Brevi passaggi di "Sette diavoli" di Marco Archetti - RECENSIONE.
"Adesso, finalmente, so la verità.
E la verità è che la fortuna... non dura per sempre.
Dura un attimo, dura un niente.
Poi torna a prevalere il destino, il gran farabutto.
Si può fare e disfare ma non cambiare quel che la sorte ha deciso per te.
Si combatte, si lotta, si crede.
Ma alla fine la batteria si scarica e l'uomo si arrende.
Soprattutto ci si illude. Si grida la propria rabbia, si balbetta la propria versione."
"Con lui sto bene.
E quando dico bene, intendo bene. E se sto bene, io dimentico ogni cosa.
E' così che si risorge, no? Ti svegli una mattina e comincia la vita che non immaginavi."
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Anteprima libri - 20-22 ottobre
E proseguono le uscite di ottobre!
In questi momenti daremo un'occhiata a quelle "made in Italy"!
LA BANDA DELLA CULLA
di Francesca Fornario
Ed. Einaudi 336 pp 19 euro in libreria 20 OTTOBRE 2015 |
La banda della culla è una satira tenera e spietata sulle difficoltà che in Italia incontrano i 20-30-40enni nel diventare genitori.
I lavori «a progetto» che impediscono di fare progetti, le leggi che negano i diritti invece di assicurarli, l'indice di fertilità che cala con gli anni: «Colpa dei difetti di progettazione dell'apparato riproduttivo femminile.
Per le donne è normale provare dolore e perdere sangue per giorni senza morire e far crescere i figli dentro.
Con tutto lo spazio che c'era fuori!
Continenti inesplorati, pianeti sconosciuti, un universo in espansione... che bisogno c'era di infilare il seme all'interno del corpo?
Perché non fuori, nel nido, come fanno le galline? No, dentro!
E naturalmente, indovina dentro a chi?»
Nella sala d'aspetto di una ginecologa romana si incrociano i destini di Claudia e Francesco, Veronica e Camilla, Giulia e Miguel.
Sei vite che vogliono generare nuove vite. Ma non possono.
Non in Italia, dove se hai un contratto precario, o un ovaio policistico, o origini straniere rimani impigliato nella peggiore giungla di divieti e norme arcaiche immaginate da un Paese che dichiara di amare la famiglia ma forse, segretamente, non la sopporta.
Cosí parte l'avventura comica e disperata della «banda della culla», che sfida la legge per avere giustizia in un Paese dove gli inviati dei talk-show non vengono inviati da nessuna parte, i giornalisti scrivono sotto pseudonimi che scrivono sotto altri pseudonimi, gli argentini fanno i camerieri nei ristoranti messicani («A brasilià, qui a Roma mica stamo a guardà er capello»).
L'autrice.
Francesca Fornario è giornalista e autrice satirica in radio e in Tv. Scrive per «il manifesto», «Micromega», «Il Fatto Quotidiano». Ha cominciato a fare satira sulle pagine dell'«Unità» e da lí è approdata in Tv. La banda della culla è il suo primo romanzo.
Francesca Fornario è giornalista e autrice satirica in radio e in Tv. Scrive per «il manifesto», «Micromega», «Il Fatto Quotidiano». Ha cominciato a fare satira sulle pagine dell'«Unità» e da lí è approdata in Tv. La banda della culla è il suo primo romanzo.
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martedì 13 ottobre 2015
Imparare leggendo (#4)
Sul blog, nel tempo, ho aperto diverse rubriche, a cadenza settimanale e non, che ad oggi non sempre condivido con voi in modo costante (per quanto ci pensi e vorrei).
Dico questo perchè non ho intenzione di aprire una nuova rubrica, ma pensavo di dare spazio - senza impegni troppo fiscali - a una cosetta che mi salta in mente spesso, quando, leggendo, mi ritrovo davanti a termini di cui non conosco il significato.
E siccome "la vecchia non voleva morire, perché diceva che aveva altre cose da imparare", e siccome la lingua italiana è ricca, tra le tante cose, di un sacco di vocaboli, ho pensato di condividere con voi quelle paroline o espressione di cui ignoravo il significato o l'etimologi o altre curiosità ad esse legate.
Il termine di oggi ha a che fare con le piante ^_^
BUDDLEIA
Sono costituite da ciuffi di lunghi steli arcuati, ricoperti da lunghe foglie lanceolate, verde scuro, con la pagina inferiore bianca o grigia. Dall'inizio dell'estate fino all'autunno producono grandi spighe di bellissimi fiorellini tubolari, profumati di miele e molto colorati, rosa, bianchi o lilla, che attirano le farfalle. (fonte)
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Recensione: SETTE DIAVOLI di Marco Archetti
Sette diavoli: il ritratto di una donna spietata?
Forse, ma è anche il ritratto spietato e crudo di una giovane donna con cui il destino è stato davvero troppo avverso.
SETTE DIAVOLI
di Marco Archetti
Ed. Giunti 192 pp 13 euro 2013 |
«Io non avevo dichiarato nessuna guerra, era la guerra che era venuta a cercare me.»
La storia di Egle comincia così: è ancora una bambina quando, nel 1945, perde i genitori e uno zio sconosciuto si fa vivo trascinandola, insieme al fratello, in un’altra città, dal sud al nord dell’Italia. La scuola interrotta, il lavoro, la fuga da quella casa, un amore impossibile e inseguimenti senza tregua: queste le dure esperienze che le insegneranno cosa significa stare al mondo. Ma si può correre, fare e disfare, tanto poi il destino ottiene sempre ciò che vuole. Così, un giorno, Egle non sarà più Egle, e diventerà “Sette diavoli” per tutti, la più desiderata. Ma qualcosa ancora l’aspetta dietro l’angolo. Sarà la prova più dura?
Quando i conti da saldare diventeranno troppi, lei vivrà solo per chiuderli uno per uno. A quel punto perfino Dio – un Dio che balbetta e non risponde – sarà messo sotto accusa.
Appassionata confessione di una vita, lettera d’amore e di vendetta scritta nel momento finale – quello in cui non si può più mentire e la verità è nuda –, questa è una storia incandescente e senza respiro sul destino e sul coraggio, traboccante di suspense e di passione. Il ritratto di una donna spietata e tenera che ha amato e odiato come nessuno. E sullo sfondo un’Italia stracciona e povera, sporca brutta e cattiva, che corre parallela all’illusione del boom e della ricostruzione.
La nostra storia inizia con le parole taglienti e amare di una donna che sa di essere giunta ad un momento cruciale della propria vita, e di volerla quindi raccontare a un interlocutore davvero particolare, come se volesse finalmente confessare a lui quel passato che l'ha portata a questo giorno, dove questo lui - oma magari proprio lei stessa - tirerà definitivamente i dadi della sua esistenza.
Egle si rivolge a Dio, quel Dio che lei ha sentito lontano da sè per tutta una vita, e si rivolge a lui con aria di aperta sfida, sapendo che in questo scontro lei ha davvero poco da perderci, ormai
Egle è una bambina di 12 anni quando è costretta a lasciare la città in cui fino a quel momento ha vissuto insieme alla sua famiglia - Aprilia - per trasferirsi a Brescia, da uno zio sconosciuto e burbero, Alfredino, in seguito alla morte dei genitori, che l'hanno lasciata orfana insieme al fratello minore, Maurino.
Ma burbero è davvero un eufemismo, perchè la ragazzina si renderà presto conto di come l'uomo sia cattivo, egoista, senza affetti e sentimenti, soprattutto nei confronti di Maurino, che soffre di un ritardo mentale e di balbuzie, che fanno di lui un esserino fragile, bisognoso di cure e protezione.
E la ragazza cercherà in tutti i modi di prendersi cura di questo fratello malato e trattato male dallo zio, che mostra apertamente disprezzo per i nipoti, che però vuole a tutti i costi tenere con sè.
Eh sì, perchè Egle gli serve, in quanto è l'unica costretta a lavorare per portare qualche soldino a casa, visto che la massima aspirazione dello zio è starsene senza far niente tutto il giorno, a bivaccare.
La situazione non è per nulla facile, Egle la soffre, e il suo malumore, l'insoddisfazione, l'infelicità per sè e Maurino crescono di giorno in giorno, come cresce la paura che, se non scappano da quel mostro, le cose potrebbero peggiorare ancor di più.
Dopo un tentativo di fuga a vuoto che fa arrabbiare lo zio oltre misura, rendendo la vita dei due ancor meno sopportabile, Egle decide di farsi forza e scappare di nuovo, mano nella mano con il povero Maurino, che la segue fedelmente senza batter ciglio.
Ad ospitare caritatevolmente i due fuggiaschi sarà una giovane donna, Carmela, che per vivere fa il mestiere più antico del mondo.
Entrare in casa e nella vita di questa donna tanto gentile e premurosa segnerà una svolta per la rossa Egle, con cui la vita non riuscirà mai ad essere generosa, obbligandola a fare scelte (o sarebbe miglio dire, a subire scelte) drammatiche, che renderanno la sua anima, già provata dalle tante umiliazioni e dalle conseguenze di una povertà e solitudini estreme (e di certo non desiderate), ancora più vuota, apparentemente insensibile, cinica.
Egle è sempre stata una ragazza col fuoco dentro, una ribelle testarda, anche sua madre glielo diceva:
"Quand'ero piccola, mamma mi diceva: "Sei sempre agitata, scontenta. Che ti prende, hai i sette diavoli?".E io rispondevo: "Anche quindici!".Legna verde brucia male? Lo dicono. Ma io bruciavo benissimo."
e lei stessa si rende conto di come la sua vita sia stata guidata da questi sette diavoli - associati poi ai sette peccati capitali -, che l'hanno divorata e fatto di lei ciò che mai avrebbe voluto essere.
Il lettore resta quasi stupito davanti ai due sentimenti che smuovono Egle e la rendono viva: l'amore protettivo e materno per Maurino, e il desiderio di vendetta verso Alfredino.
E quel po' di fiducia nell'essere umano e nell'amore sbatterà rovinosamente contro la cattiveria di gente disposta solo a farle del male.
Sullo sfondo delle due vicende che vedono protagonista questa ragazza - e i personaggi che le gravitano attorno - c'è un'Italia "sbriciolata", povera, sporca, come sporche e brutte sono le tante persone che Egle incontra, troppo spesso egoiste e crudeli, contro le poche buone che a modo loro si mostreranno amiche.
Nonostante tutto - e nonostante il finale - non sono riuscita a vedere Egle come una vera e propria sconfitta; anche nel momento più buio resta sfacciata, onesta, cocciuta, a volte lucida a volte allucinata, oltre che inevitabilmente tanto amareggiata per come le cose sono andate.
Lo stile è stile asciutto, brusco, essenziale, realistico, Il linguaggio non può che essere duro, spietato, che non fa sconti a nessuno, non si preoccupa se il lettore si scandalizza o storce il naso davanti all'uso di certe espressioni/termini (tipo boia ladra, schifoso, smerdolento....), perchè nuda e cruda è la storia narrata, come lo è il ritratto di questa protagonista, che se da una parte si impone quale figura ruvida. spigolosa, "tosta", dall'altra ne avvertiamo tutta la fragilità, l'essere infelice in un modo così profondo che, giunti alla fine, e a dispetto di tutto il marciume e la crudeltà che hanno circondato questa ragazza per troppi anni - anzi, forse proprio in virtù di questo - non può non far sentire il lettore un po' malinconico, come se avvertisse anche lui l'amaro in bocca provato da Egle.
Un romanzo costruito sapientemente e con intelligenza attorno a questo sfaccettato e coraggioso personaggio, che sembra quasi pretendere che il lettore ascolti il suo monologo appassionato e pieno di rabbia.
Consigliato!!
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recensioni
lunedì 12 ottobre 2015
Libri e titoli
Buon lunedì, cari amici, e buon inizio di settimana!
Come spesso succede il lunedì, eccomi con i titoli di libri che più mi hanno colpito.
Cliccando sui titoli, potrete leggere la trama, ma come sempre vi chiedo: a primo sguardo, QUALE TITOLO VI ATTIRA?
Quando all'alba saremo vicini
Kristin Harmel, 2015
Laggiù mi hanno detto che c'è il sole
Gayle Forman, 2015
La felicità mi aspetta (e questa volta non farò tardi)
Chiara Pelossi Angelucci, 2015
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titoli
domenica 11 ottobre 2015
Anteprima Mondadori: E SE FOSSE UN SEGRETO? di Virginia Bramati
Un'Autrice italiana contemporanea che ho molto apprezzato leggendo i suoi due libri, TUTTA COLPA DELLA NEVE (e un po' anche di New York) e MENO CINQUE ALLA FELICITA' (cliccare sui titoli per le recensioni) e che presto ci regalerà un altro suo romanzo:
E SE FOSSE UN SEGRETO?
di Virginia Bramati
Ed. Mondadori 322 pp 18 euro in libreria: 20 OTTOBRE 2015 |
Alessandra è una ragazza fortunata: la sua mamma avrebbe voluto chiamarla Sendi (la sua trascrizione di Sandy), come la protagonista di Grease, ma con un piccolo inganno gliel'hanno impedito.
Così la figlia della parrucchiera Mary Mantovani e di un padre ignoto è stata registrata come Alessandra, e dio sa quanto ne è felice tutte le volte che sua mamma si ostina, invece, a chiamarla con le clienti del negozio Lamiasendi.
Ma Alessandra non è solo fortunata: è anche molto, molto in gamba. Nonostante i piani che sua madre aveva fatto per lei, tra phon e bigodini, è riuscita a studiare, è diventata avvocato, e da pochi giorni grazie all'appoggio di una lista civica di persone per bene è stata eletta sindaco della piccola cittadina brianzola dov'è cresciuta: Verate.
E adesso, la prima cerimonia pubblica a cui partecipa con la fascia tricolore è destinata a rivelarsi un'emozione al quadrato… Nell'inaugurare il nuovo reparto maternità dell'ospedale Alessandra rincontra Stefano Parodi Valsecchi, il giovane, brillante primario con il quale a diciassette anni ha vissuto l'incanto del primo vero amore. Invece la vita, finora, li ha separati: lui a studiare ad Harvard, lei in un convitto di suore francesi a Milano.
Ma forse entrambi conoscono solo una parte della verità.
Come sono andate davvero le cose? Perché proprio ora si ritrovano a Verate?
Le sorprese, per Alessandra e Stefano, sono appena iniziate...
Ancora una volta ambientato a Verate, "magico" paese della Brianza da cui le vite dei protagonisti partono per esplorare il mondo e dove i protagonisti tornano per ritrovare se stessi, questo nuovo romanzo di Virginia Bramati è un piccolo, grande giallo del cuore, che sa raccontare il nostro mondo di oggi con la delicatezza di una fiaba ma con tutta l'autenticità della vita vera, per farci riflettere e sognare. E mette in scena una galleria di personaggi che vorremmo poter incontrare davvero: una giovane donna-sindaco strepitosamente anticonformista, un medico bello e capace di sorprenderla, una vecchia insopportabile signora aristocratica, un'amica che sa tenere molti, moltissimi segreti...
Virginia Bramati vive e lavora a Milano. E assomiglia molto, per tenacia e simpatia, alla protagonista del suo primo romanzo, Tutta colpa della neve! (e anche un po' di New York). Il libro, nato come successo del passaparola in rete, nella versione cartacea riveduta e ampliata uscita per Mondadori è diventato uno dei bestseller dell'inizio del 2014. Nello stesso anno, sempre per Mondadori, è apparso il racconto di Natale Meno cinque alla felicità!, sempre ambientato nella magica Verate.
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sabato 10 ottobre 2015
Recensione: MADRE DEL RISO di Rani Manicka
Il fascino delle storie che giungono a noi dal magico Oriente, tanto grande e variegato di culture e lingue, quanto ricco di quei piccoli e grandi segreti che riposano in seno alle singole storie famigliari sussurrate e raccontate di generazione in generazione, affinchè non vadano perdute, è tutto racchiuso in libri come questo, di cui oggi vi parlerò.
MADRE DEL RISO
di Rani Manicka
Edizioni Mondadori
Collana Oscar bestsellers
Traduzione di A. L. Zazo
476 pp
10 euro
Anno 2004
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La prima voce che ascoltiamo è quella della indiscussa protagonista del nostro libro, Lakshimi.
Lakshmi nasce e trascorre un'infanzia libera e spensierata nell'intatta natura dell'isola di Ceylon. Cresciuta senza il padre, la piccola è molto attaccata alla sua mamma, che però, quando lei ha soltanto 14 anni, le fa un "torto" (quantomeno così lo giudica Lakshimi): sceglie per lei uno sposo malese, molto più grande d'età e per nulla bello come i principi che popolavano i sogni dell'adolescente.
Ma il buon partito - che si chiama Ayah - ha per lo meno una virtù: è incredibilmente ricco e sua madre è sicura che, seppur lontana da lei, saprà che la sua bambina sarà felice col suo bravo e ricco marito.
Ma qual è la sorpresa quando, giunta a casa, la ragazza scopre di essere stata ingannata!
Ayah è un modestissimo impiegato e conduce una vita, se non povera... quasi!
Ma ormai è il danno è fatto: lui è suo marito e lei è la regina della piccola e spoglia casa in cui si ritrova a vivere, a Kuantan.
Una cosa comprende subito: Ayah è un uomo buono, dolce, comprensivo, che ama la mogliettina, la tratta con tenerezza e rispetto e stravede per lei. Questo devoto amore lo accompagnerà tutti i giorni della sua vita che passerà accanto alla moglie, anche quando tante certezze e la serenità familiare verranno messe a dura prova.
Ma l'uomo è anche incredibilmente debole, remissivo, poco intraprendente e coraggioso, tant'è che da subito lascia la gestione di casa e danaro nelle mani di Lakshimi che, lungi dall'essere una ragazzetta senza arte nè parte, dimostra molta maturità per la sua età, ritrovandosi così a doversi costruire un mondo da sola, senza l'appoggio del consorte.
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E quando cominceranno a nascere i figli si renderà sempre più conto di quanto sia sola, di come solamente le sue forze possano garantire cibo e un minimo di benessere alle creature che nasceranno.
Ma Lakshimi è davvero forte e saprà risparmiare e guadagnare ciò che è necessario per garantire, giorno per giorno, una dignitosa sopravvivenza a se stessa ai suoi tanti figli.
I primi ad allietare lei e Ayah sono i gemellini Lakshmnan e Mohini, che resteranno per tutta la vita i gioielli di casa, la vera e impareggiabile gioia di mamma e papà.
Nasceranno altri figli, uno all'anno: Anna (tranquilla, saggia, rassicurante), gli altri due maschietti - Sevenese (instabile, tormentato da demoni oscuri), Jeyan (poco intelligente, sempre umiliato e schernito da tutti) -, entrambi nati sotto una stella poco gentile... - e infine la piccola e sfortunata Lalita.
Come dicevo, i gemelli saranno la luce degli occhi di mamma e papà; e se Lakshmnan cresce bello, forte e intelligente, rendendo la mamma orgogliosa di questo figlio che da grande potrebbe aspirare a lavori di un certo livello, Mohini cresce bellissima, con i suoi occhi di un verde intenso, i capelli folti, neri e lucenti, una pelle bianca come la porcellana: una piccola dea, insomma, un tesoro da custodire e proteggere gelosamente!
Tutti in famiglia lo sanno: la bellezza di Mohini va preservata a tutti i costi perchè un giorno di certo sposerà un giovane bello e gentile, che verrà conquistato dalla sua bellezza e purezza.
Ma sono gli anni in cui la Seconda Guerra Mondiale si fa avanti a forza e con terribile violenza nella vita dei malesi, principalmente attraverso l'invasione giapponese (1941-'42).
La parte narrativa relativa all'invasione dei Giapponesi è davvero tremenda e leggerla mi ha impressionato molto. Gli invasori hanno commesso atrocità inimmaginabili e disumane a danno della popolazione malese, tanto degli uomini quanto delle donne; non solo il razionamento del cibo, le razzie nelle abitazioni, le minacce, le umiliazioni di ogni tipo, ma ancor di più le torture orrende perpetrate verso quegli uomini che essi giudicavano delatori.
Per non parlare della fine che facevano le donne più belle e giovani!
La lettura di certe crudeltà lascia inorriditi e tocca profondamente, e toccherà da vicino la famiglia di Lakshimi, in particolare nella persona di Mohini.
Proprio lei!! L'adorata figlia dalla bellezza incantevole, tenuta nascosta perchè i giapponesi non ne conoscessero l'esistenza e non potessero farle del male!
Ma a causa di uno stupido e fatale errore da parte di Lakshmnan, i crudeli invasori scopriranno la giovane e la porteranno via, lasciando nello sgomento e nel dolore tutti.
Mohini non farà più ritorno a casa, ma il suo ricordo, il suo spirito pure ed innocente continuerà a vivere tra le mura di casa, e in un certo senso a tormentare tutti.
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Nessuno sarà più felice da allora: la morte (tanto tragica ed efferata che nessuno osa parlarne, immaginarla) di Mohini farà cadere tutti in uno stato di profonda infelicità, di senso di colpa, di tristezza, che si ripercuoterà sui rapporti familiari, lacerandoli, segnandoli e condizionandoli per sempre.
Il dolore spesso può rendere il cuore duro, rivestendolo di una corazza impenetrabile che al suo interno si riempirà di lacrime e tormenti, e che lascerà uscire all'esterno tanti sentimenti negativi, che a loro volta si tramuteranno in parole, in gesti e azioni dalle conseguenze devastanti e inarrestabili.
Seguiamo le vicende amare di questa famiglia, e ben presto a Lakshimi si aggiungono altre voci, altre narrazioni, che ci lasciano entrare in questo mondo passato, che sa di antico, che ha un'atmosfera malinconica e dolorosa, che mette in luce dinamiche e affetti complessi, piccole gioie e innumerevoli dolori di persone che si sono viste negare la felicità sempre quando pensavano che essa fosse vicina.
Conosciamo i nostri personaggi, le esperienze che vivono, le delusioni, la fame di felicità, i demoni e le ambizioni perverse che hanno tormentato alcuni di loro, l'infelicità di chi si vede solo e non amato, o di chi tocca il cielo con un dito per vederselo piombare addosso senza via di scampo, e non possiamo non parteciparvi col cuore.
Madre del riso ci parla di donne forti e coraggiose come Lakshimi, ma anche di donne più fragili come la sua amica Mui Tsai (la cui vita sarà costellata soltanto da sofferenze indicibili), o ancora di donne incattivite perchè consapevoli della propria insanabile infelicità e solitudine; ci parla di uomini deboli e dalla personalità inesistente (come Ayal e Jeyan) e di altri come Lakshmnan, dal carattere turbolento e dal cuore appesantito da sensi di colpa mai assopiti, che nessun malsano vizio e nessuna donna riusciranno mai a placare.
In questo caleidoscopio di persone e fatti, spicca sicuramente Lakshimi, un personaggio che resta nel cuore del lettore, il quale ha la consapevolezza di come esso non sia affatto perfetto.
Lakshimi è una donna coraggio, che ragiona e agisce con la mente efficiente e pragmatica di un uomo d'affari, e pur avendo il cuore gonfio d'amore, non riesce a dimostrarlo. Le tragedie familiari non la ammorbidiranno ma rischieranno di renderla cinica, indifferente, forse anche un po' crudele, capace di covare dentro sè un mostro affamato che le lacererà l'anima; seppur sempre con la convinzione di agire per il bene dei suoi cari, Lakshimi è e resta una donna che sovrasta chiunque le stia accanto, che per tutta una vita metterà in ombra quel suo marito invisibile e fallito, poco meritevole di rispetto.
Eccovi una descrizione efficace che riassume perfettamente questo personaggio forte e spesso contraddittorio; è Sevenese a farla, mentre parla con la nipotina prediletta, Dimple, dicendo che la Madre del Riso è
"colei che dona la vita, ecco chi. A Bali il suo spirito vive in immagini fatte con il riso. Dal suo trono di legno nel granaio di famiglia proteggei raccolti che ha reso abbondanti nei campi. E' così sacra che i peccatori non possono entrare dove lei si trova o consumare un solo chicco di cui è fatta la sua figura. (...) In questa casa la nostra Madre del Riso è tua nonna. E' lei che custodisce i sogni. Guarda bene e vedrai che siede sul suo trono di legno e tiene nella mani forti tutte le nostre speranze e i sogni, grandi e piccoli, i tuoi e i miei. Gli anni non la indeboliscono."
Le pagine di questo romanzo scorrono veloci perchè le vicende narrate (attraverso il metodo delle "storie di vita", raccolte da un membro della famiglia per conservare la memoria della storia di chi l'ha preceduta) rapiscono e catturano il lettore, che resta affascinato dallo stile ammaliante, crudo e vero che incanta, come una musica dolce e suadente che non riesci a smettere di ascoltare anche se le parole spesso contengono fatti dolorosi.
E' un romanzo in cui l'animo umano vien fuori in ogni sua sfaccettatura, in cui al lettore viene mostrato l'amore più puro come anche la cattiveria e l'odio più micidiali; certe storie inteneriscono, altre indignano e toccano, forse pure fino alle lacrime, ma di certo nessuna lascia indifferenti.
L'autrice ha creato un mondo appassionante, crudo, lontano da noi nel tempo e nello spazio ma che, giunti all'ultima pagina, sentiamo familiare, noto, perchè ne abbiamo scandagliato tutti i recessi e gli angoli più nascosti, abbiamo visto e udito segreti e verità dolorose, amore e odio, gioie e dolori, tenerezza e malvagità, e ne siamo rimasti affascinati, proprio come un serpente non può che restare irretito dalla arti magiche di un incantatore.
Assolutamente consigliato!!
Letture correlate:
- L'AMORE GRAFFIA IL MONDO (Lakshimi mi ha ricordato Signorina, per la determinazione e il saper prendere in mano le redini della famiglia lì dove il marito mostrava debolezza e tentennamenti).
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recensioni
UN POSTO SICURO di Francesco Ghiaccio, Marco D'Amore - dal 3 dicembre al cinema
Uscirà a novembre "Un posto sicuro", edito da Sperlinkg&Kupfer e che anticipa di poco l'uscita dell'omonimo film, prodotto da Indiana Production con il supporto di Cinema e Sky, e che sarà al cinema dal 3 dicembre.
Fanno parte del cast Marco D’Amore, Giorgio Colangeli, Matilde Gioli.
UN POSTO SICURO
(192 pp, 19 euro, dal 24 novembre)
di Francesco Ghiaccio, Marco D'Amore
LA VICENDA ETERNIT DIVENTA UN FILM.
Luca non ricorda l’ultima volta che ha sorriso: quello che gli resta sono sogni falliti di attore e un vuoto che lo divora. Finché riceve una chiamata dall’ospedale: Eduardo, il padre, ha il mesotelioma, il “tumore dell’amianto”.
Quello che a Casale tutti conoscono bene, perché colpisce e uccide chi ha respirato le polveri della fabbrica Eternit: gli operai, le donne che lavavano le loro tute, i figli che correvano a salutarli la sera, o semplicemente chi è nato in quell’aria maledetta.
Luca, che nulla sapeva di quell’orrore, sente che deve fare qualcosa: per aiutare il padre e superare finalmente il muro di rancore che li separa, ma anche per gli altri come lui – amici, colleghi e vittime – colpevoli solo di aver voluto “un posto sicuro”.
Questo romanzo, portato al cinema dai due autori, è un’intensa storia d’amore e di riscatto, di dolore e di denuncia, che prende spunto da vicende tristemente vere: quelle che hanno unito un’intera città, Casale Monferrato, contro gli abusi e le ingiustizie della multinazionale Eternit, che ha promesso lavoro e ha portato veleno, e non ha ancora pagato il conto.
Gli Autori.
FRANCESCO GHIACCIO si è diplomato nel 2005 in drammaturgia alla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano. Nel 2007 ha diretto il cortometraggio Gabiano con una sola b, presentato al 25° Torino Film Festival e nel 2010 il documentario Regina la paura.
MARCO D'AMORE fonda con Francesco Ghiaccio, nel 2005, la compagnia di produzione teatrale e cinematografica La Piccola Società con la quale ha prodotto, diretto e interpretato alcuni spettacoli teatrali e due cortometraggi (Gabiano con una sola B eVoci bianche), entrambi in concorso al Torino Film Festival. Nel 2010 è co-protagonista al fianco di Toni Servillo nel film Una vita tranquilla di Claudio Cupellini. Nel 2012 arriva la notorietà con la serie TV Benvenuti a tavola - Nord vs Sud e nel 2014 il grande successo grazie a Gomorra - La serie.
REGIA: Francesco Ghiaccio
Gli Autori.
FRANCESCO GHIACCIO si è diplomato nel 2005 in drammaturgia alla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano. Nel 2007 ha diretto il cortometraggio Gabiano con una sola b, presentato al 25° Torino Film Festival e nel 2010 il documentario Regina la paura.
MARCO D'AMORE fonda con Francesco Ghiaccio, nel 2005, la compagnia di produzione teatrale e cinematografica La Piccola Società con la quale ha prodotto, diretto e interpretato alcuni spettacoli teatrali e due cortometraggi (Gabiano con una sola B eVoci bianche), entrambi in concorso al Torino Film Festival. Nel 2010 è co-protagonista al fianco di Toni Servillo nel film Una vita tranquilla di Claudio Cupellini. Nel 2012 arriva la notorietà con la serie TV Benvenuti a tavola - Nord vs Sud e nel 2014 il grande successo grazie a Gomorra - La serie.
dal 3 DICEMBRE al cinema |
REGIA: Francesco Ghiaccio
Sceneggiatura: F. Ghiaccio, M. D'Amore
ATTORI: Marco D'Amore, Matilde Gioli,Giorgio Colangeli
ATTORI: Marco D'Amore, Matilde Gioli,Giorgio Colangeli
Casale Monferrato, 2011. Eduardo e Luca sono padre e figlio, ma si sono persi da tempo. Una telefonata improvvisa li rimetterà drammaticamente l'uno davanti all'altro, e questa volta, entrambi lo sanno, non avranno una seconda occasione. Intorno a loro si agita l'intera città, in cerca di riscatto alla vigilia della prima grande sentenza del processo alla fabbrica di amianto "Eternit". Il bisogno di dar voce a chi non l'ha mai avuta e l'amore per una ragazza daranno a Luca la forza per rinascere, lottare, raccontare una storia fatta di dolori e gioie quotidiane, di ricordi che tornano per farti del male o salvarti per sempre. (ComingSoon)
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Novità in libreria: QUANDO ALL'ALBA SAREMO VICINI - L'AMORE E LE FORESTE
Un paio di romanzi di recente pubblicazione mi stanno chiamando con la loro voce suadente ("prendimi.. prendimi...").
Avevo una mezza idea di mettere in pratica l'aforisma di Oscar Wilde: "L'unico modo per resistere alle tentazioni, è cedervi".
Voi che dite? ^_-
QUANDO ALL'ALBA SAREMO VICINI
di Kristin Harmel
Ed. Garzanti trad. . Marseguerra 322 pp 16.40 euro Ottobre 2015 |
Mentre cammina sulla 48° strada, Kate si sente molto felice: ama il suo lavoro di musicoterapeuta e quella sera lei e il suo compagno Dan festeggeranno il loro fidanzamento.
Eppure Kate non ha ancora superato il dolore che si nasconde nel suo passato.
Perché dodici anni prima l'uomo che amava più di tutti al mondo, Patrick, suo marito, se n'era andato, all'improvviso, proprio prima di confidarle un segreto che avrebbe cambiato per sempre la loro vita. Segreto che però Kate non ha mai scoperto.
Proprio adesso che tutto sembra andar bene, Patrick inizia ad apparirle in sogno.
È insieme a una bambina, e stanno cercando di dirle qualcosa. All'inizio Kate crede sia solo un incubo, fino a quando per caso conosce una bambina identica a quella del sogno.
Perché negli occhi di quella ragazzina si nasconde una rivelazione sconvolgente, un segreto lontano, forse lo stesso che Patrick avrebbe voluto rivelarle anni prima....
L'autrice.
Kristin Harmel è nata a Boston e risiede in Florida. collaboratrice di Glamour e altri magazine americani, è opinionista di trasmissioni tv; con Garzanti ha pubblicato già il bestseller "Finchè le stelle saranno in cielo".
L'AMORE E LE FORESTE
di Eric Reinhardt
Trama
Ed. Salani trad. R. Fedriga 367 pp 15-90 euro Ottobre 2015 |
Ma la voglia di confidarsi con una persona che sa scrivere di sentimenti è tanta, e la donna comincia a parlare della sua esistenza, del marito violento che tiene in scacco lei e i figli, e di quel giorno indimenticabile di ribellione.
Il più bel giorno della sua vita, ma l'inizio della sua disperazione. Allora, caro scrittore, come dovrebbe essere l'amore? Come si arriva a ricomporre la costellazione di frammenti che identificano il nostro io, senza tradirsi? Siamo universi complessi, contraddittori, indefiniti, perennemente alla ricerca della gioia, ma spesso imprigionati nelle nostre stesse gabbie.
Un romanzo che seduce e indigna il lettore, gestito con maestria, con una scrittura mordente ed empatica che ci regala una fiaba moderna e il ritratto di una donna che ci ricorderà Emma Bovary.
venerdì 9 ottobre 2015
Novità e anteprime in libreria per lettori amanti del thriller
Amanti dei thriller, questo post è per voi!
Tante sono le storie ricche di suspense che vi aspettano già in libreria!
Da cosa vi lascerete tentare?
IL SEGNO
di Sarah Lotz
Editrice Nord trad. L. Prandinno 18 euro 460 pp Settembre 2015 |
E' il 12 gennaio 2012 quando quattro aerei di linea si sono schiantati al suolo: in quattro continenti diversi e quasi nello stesso istante.
Nessun atto di terrorismo, solo un'assurda, tragica fatalità.
O forse no. Perché, contro ogni logica, in tre casi ci sono stati dei superstiti.
Tre bambini, usciti senza nemmeno un graffio dai rottami. E ben presto quei bambini sono diventati prima un mistero inspiegabile, poi un enigma inquietante.
Nel disastro aereo in Giappone, infatti, un altro passeggero è sopravvissuto all'impatto, sebbene solo per pochi istanti, riuscendo a registrare un messaggio vocale sul cellulare: "Eccoli... Il bambino... Il bambino guarda i morti, ossignore quanti sono... Presto ce ne andremo tutti quanti... Il bambino non deve..."
Sono passati anni da quel maledetto giorno, eppure i Tre sono ancora al centro del dibattito mondiale.
La giornalista Elspeth Martins sta facendo le sue ricerche su di loro e ben presto si rende conto che i Tre hanno una forte influenza su chi sta loro vicino. A volte è un'influenza positiva, a volte invece è come se emanassero una forza malefica.
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