venerdì 16 ottobre 2015

LeggendOrientale: Una canna da pesca per mio nonno di Gao Xingjian



Il libro propone una raccolta di racconti del premio Nobel della letteratura 2000.
Racconti freschi, affascinanti, in cui la materia narrativa è un’evocazione dalla quale nascono sogni, riflessioni, ricordi e in cui prende vita una prosa controllata e vibrante.

Una canna da pesca per mio nonno
di Gao Xingjian

Ed. Rizzoli
144 pp
7 euro
2005

Sinossi
La visita al tempio in rovina da parte di due sposi in viaggio di nozze; un incidente stradale; il crampo che assale un nuotatore; la conversazione in un parco tra un ragazzo e una ragazza che si ritrovano dopo molti anni; l'acquisto di una canna da pesca che fa rinascere il mondo dell'infanzia; le istantanee che attraversano la mente di un uomo che si assopisce sulla spiaggia: ogni racconto prende l'avvio da un'evocazione che fa nascere il sogno, la riflessione, il ricordo, espressi in una lingua duttile, musicale, precisa, insieme letteraria e colloquiale.
I personaggi sono enigmatici, lievi e i fatti narrati rapide tracce di esistenze balenanti. 
In una lingua limpida e cristallina, duttile e musicale Gao riesce a farci comprendere un mondo lontano e per molti versi misterioso, parlando direttamente alla nostra sensibilità e alle nostre inquietudini.

La prefazione di Federico Rampini ci ricorda che “Gao Xingjian è l’unico autore cinese ad aver vinto il Premio Nobel per la Letteratura, eppure per la stragrande maggioranza dei suoi connazionali è uno sconosciuto. 
Il regime di Pechino ha stabilito che lui non esiste”.
Prima del suo esilio parigino e del massacro di piazza Tienanmen, Gao ebbe un ruolo fondamentale nel suo paese, come autore e come traduttore. Poi più nulla. 
Su di lui si abbatté la censura di Stato, che non tollerò la sua straordinaria modernità e universalità. 
Perché l’idea che esista un linguaggio universale tocca le fondamenta di ogni regime autoritario, di chiunque difenda una presunta diversità di valori per respingere ogni critica sulla violazione dei diritti umani e della libertà.

L'autore.
Gao Xingjian (1940) è uno scrittore, drammaturgo, poeta, saggista, pittore, traduttore e cineasta cinese naturalizzato francese, il primo scrittore di origini cinesi ad essere stato insignito del Premio Nobel per la letteratura.

giovedì 15 ottobre 2015

Giunti Y Anteprima IL POTERE DEL FUOCO di Josephine Angelini (Worldwalker Trilogy)



Sexy e mozzafiato, Il potere del fuoco - seguito di Attraverso il fuoco (RECENSIONE), - di Josephine Angelini, vi terrà incatenati al suo magico universo.

Worldwalker Trilogy

1. Trial by fire (Attraverso il fuoco)
1.5 Rowan
2. Firewalker (Il potere del fuoco)
3. Traitor's Pyre

IL POTERE DEL FUOCO
di Josephine Angelini


Ed. Giunti Y
trad. C. Verrienti
384 pp
16.50 euro
in libreria:
28 OTTOBRE 2015
Le emozioni che provava erano talmente forti che volle condividerle con lui. Le sue tre pietre della volontà erano scivolate dietro al collo sul cuscino. Lily guidò la mano di Rowan sulla nuca finché lui non le strinse in pugno.
E vide i suoi occhi sgranati, mentre condividevano l'essenza della loro unione.”


Trama

Universi parelleli, magia, amore e scontri mortali per il secondo volume di una trilogia firmata da un'autrice bestseller internazionale.
Lily è tornata nel suo mondo, nella sua Salem, dopo essersi sottoposta alla prova della pira per sostenere l'esercito dei Senzaterra nella battaglia contro la perfida Lillian. 
Ha rischiato di morire, ma ora è salva ed è insieme al suo Rowan. Potrebbero finalmente vivere il loro amore, sognare persino un futuro insieme, ma Rowan non riesce a dimenticare di aver abbandonato il suo popolo in un momento difficile, e la voce di Lillian continua a insinuarsi nei pensieri di Lily, chiedendole con insistenza di tornare. Lily non potrà rimanere nel suo mondo se prima non chiude i conti aperti nell'altro. 
Ma questa volta non è sola. Accanto a lei ci sono gli amici di sempre, Tristan, Breakfast e Una, ai quali rivela la verità sulla sua scomparsa e i suoi nuovi poteri. Tristan si scoprirà perdutamente innamorato della ragazza, proprio adesso che l'ha persa per sempre, ma non per questo si tirerà indietro: è sempre stato al suo fianco e lo sarà anche stavolta.

Josephine Angelini riuscirà di nuovo a conquistare i suoi lettori con un romanzo intessuto di colpi di scena, azione, romanticismo e una lotta senza quartiere tra scienza e magia.

L'autrice.
Josephine Angelini è la più giovane di otto fratelli, vive a Los Angeles col marito ed è un’autrice bestseller internazionale. Per Giunti sono usciti i tre volumi della fortunata "Awakening Series": Starcrossed (2011) è stato un caso editoriale con pochi precedenti nel panorama Young Adult;Dreamless (2012), secondo capitolo della serie, è balzato subito ai primi posti delle classifiche, così come Goddess, la conclusione della trilogia, uscito nel 2013.
Il potere del fuoco è il secondo episodio dell'appassionante Worldwalker Trilogy, sequel di Attraverso il fuoco (Giunti 2014).

Articolo correlato:

GODDESS - recensione

Il libri che hanno ispirato il film "Everest", con Jake Gyllenhall e Josh Brolin



Buongiorno, cari lettori e amici!

Vi piace andare al cinema?
Io non ci vado molto spesso (non quanto vorrei!), ma quando vado è perchè ho le idee abbastanza chiare su cosa voglio guardare (tipo, settimana prossima non si scappa con Io che amo solo te).
E uno dei "criteri" che mi guidano nella scelta del film, è sicuramente il fatto che siano tratti o ispirati a dei libri.

Se vi piacciono, non solo i libri, ma anche i film avventurosi, approfittatene, perché al cinema credo sia ancora in programmazione (DOVE) un film basato su fatti realmente accaduti:

EVEREST

TRAILER


Film d'apertura del Festival di Venezia 2015, presentato Fuori Concorso.

REGIA: Baltasar Kormákur
SCENEGGIATURA: Mark Medoff, Simon Beaufoy
ATTORI: Jake Gyllenhaal, Josh Brolin, John Hawkes, Jason Clarke, Robin Wright, Michael Kelly, Sam Worthington, Keira Knightley, Emily Watson

Ispirato da una serie di incredibili eventi accaduti durante una pericolosa spedizione volta a raggiungere la vetta della montagna più alta del mondo, EVEREST documenta le avversità del viaggio di due diverse spedizioni sfidate oltre i loro limiti da una delle più feroci tempeste di neve mai affrontate dall'uomo. Il loro coraggio sarà messo a dura prova dal più crudele dei quattro elementi, gli scalatori dovranno fronteggiare ostacoli al limite dell'impossibile come l'ossessione di una vita intera che si trasforma in una lotta mozzafiato per la sopravvivenza.

La pellicola narra la disastrosa spedizione sull'Everest avvenuta nel 1996, raccontata nel saggio Aria sottile (Into Thin Air), scritto nel 1997 da Jon Krakauer; si ispira anche a "A un soffio dalla fine" di Beck Weather.



A UN SOFFIO DALLA FINE
di Beck Weather, 
S.G. Michaud


Ed. Corbaccio
252 pp
18 euro

Nel maggio 1996 Beck Weathers si trova con altri alpinisti sotto la vetta dell’Everest, quando sulla montagna si scatena una terribile tormenta di neve. 
Nove sono le vittime di questa immane tragedia raccontata da Jon Krakauer in Aria sottile, ma a una di esse, Beck Weathers, viene data una seconda chance. 
Arrivato in condizioni disperate al campo base, cieco, ricoperto interamente di ghiaccio, viene abbandonato dai suoi compagni che a loro volta tentano di mettersi in salvo. 
Solo la moglie non si arrende a quello che appare un destino segnato, e organizza una rischiosissima missione di salvataggio… 
A un soffio dalla fine, ripubblicato con una nuova prefazione dell’autore a quindici anni dalla prima edizione, non è solo la storia incredibile di una spedizione drammatica, in cui morirono otto uomini, ma è anche la testimonianza emozionante e commovente di un sopravvissuto che ha saputo vedere la realtà che lo circonda, la famiglia, gli amici, la vita di tutti i giorni, con occhi nuovi.




ARIA SOTTILE
di Jon Krauser


Ed. Corbaccio
tra. L. Perria
352 pp
19.90 euro
Dall'autore di «Nelle terre estreme» un bestseller che è un classico indiscusso della letteratura di montagna.

Quando nel maggio del 1996 Krakauer fu inviato dalla prestigiosa rivista Outside a partecipare a una spedizione sull’Everest per scrivere un articolo sulla proliferazione delle scalate a pagamento condotte da guide professioniste, sembrò il logico coronamento di una carriera che era riuscita a combinare le sue due passioni: l’alpinismo e la scrittura. 
Il 10 maggio, però, una tempesta colse di sorpresa le quattro spedizioni che si trovavano sulla cima. 
Alla fine della giornata nove alpinisti erano morti, incluse due delle migliori guide. 
Krakauer è tra i fortunati che sono riusciti a ridiscendere «la Montagna». 
Aria sottile è molto più che la cronaca di quella tragedia; oltre ad offrire un punto di vista privilegiato – quello della prima persona – su una vicenda che a distanza di quasi vent’anni fa ancora discutere, offre soprattutto un esame provocatorio delle motivazioni che stanno dietro alle ascensioni ad alta quota e una drammatica testimonianza del perché quella tragedia si poteva evitare.
Krakauer descrive in modo indimenticabile la fatica di esistere e ancor più di muoversi a 8000 metri. 
È un acuto esaminatore dell’ascetismo masochistico che spinge gli alpinisti; sa che per voler salire sull’Everest bisogna avere una buona dose di follia. 
La sua storia contiene quella che deve essere l’essenza dell’inferno: l’infinita capacità delle cose di divenire peggiori di quello che temi. Grazie alla sua straordinaria capacità narrativa che rende vivido il racconto di ogni passo sulla montagna e alla feroce critica delle decisioni prese lassù quel 10 maggio, Krakauer ha scritto un bestseller che è diventato ormai il classico indiscusso della letteratura di montagna.

L'autore.
Jon Krakauer è nato nel 1954 ed è cresciuto nell’Oregon, dove suo padre e i suoi amici, tutti famosi alpinisti, fecero sorgere in lui la passione per la montagna. Poco più che ventenne ha compiuto imprese degne di nota nell’ambito dell’alpinismo nordamericano e ha scalato la parete est del Cerro Torre sulle Ande della Patagonia. Dal 1983 si dedica alla scrittura a tempo pieno. Oltre ad «Aria sottile», bestseller internazionale tradotto in moltissime lingue, Corbaccio ha pubblicato «Il silenzio del vento», «In nome del cielo», «Dove gli uomini diventano eroi» (anche in edizione TEA) e «Nelle terre estreme» da cui è stato tratto il film Into the Wild scritto e diretto da Sean Penn.

mercoledì 14 ottobre 2015

Frammenti di "Sette diavoli"



Brevi passaggi di "Sette diavoli" di Marco Archetti - RECENSIONE.

"Adesso, finalmente, so la verità.
E la verità è che la fortuna... non dura per sempre. 
Dura un attimo, dura un niente. 
Poi torna a prevalere il destino, il gran farabutto.
Si può fare e disfare ma non cambiare quel che la sorte ha deciso per te.
Si combatte, si lotta, si crede. 
Ma alla fine la batteria si scarica e l'uomo si arrende.
Soprattutto ci si illude. Si grida la propria rabbia, si balbetta la propria versione."



"Con lui sto bene.
E quando dico bene, intendo bene. E se sto bene, io dimentico ogni cosa.
E' così che si risorge, no? Ti svegli una mattina e comincia la vita che non immaginavi."

Anteprima libri - 20-22 ottobre



E proseguono le uscite di ottobre!
In questi momenti daremo un'occhiata a quelle "made in Italy"!

LA BANDA DELLA CULLA
di Francesca Fornario


Ed. Einaudi
336 pp
19 euro
in libreria
20 OTTOBRE 2015
Trama

La banda della culla è una satira tenera e spietata sulle difficoltà che in Italia incontrano i 20-30-40enni nel diventare genitori.
I lavori «a progetto» che impediscono di fare progetti, le leggi che negano i diritti invece di assicurarli, l'indice di fertilità che cala con gli anni: «Colpa dei difetti di progettazione dell'apparato riproduttivo femminile. 
Per le donne è normale provare dolore e perdere sangue per giorni senza morire e far crescere i figli dentro. 
Con tutto lo spazio che c'era fuori!
 Continenti inesplorati, pianeti sconosciuti, un universo in espansione... che bisogno c'era di infilare il seme all'interno del corpo? 
Perché non fuori, nel nido, come fanno le galline? No, dentro! 
E naturalmente, indovina dentro a chi?» 
Nella sala d'aspetto di una ginecologa romana si incrociano i destini di Claudia e Francesco, Veronica e Camilla, Giulia e Miguel. 
Sei vite che vogliono generare nuove vite. Ma non possono. 
Non in Italia, dove se hai un contratto precario, o un ovaio policistico, o origini straniere rimani impigliato nella peggiore giungla di divieti e norme arcaiche immaginate da un Paese che dichiara di amare la famiglia ma forse, segretamente, non la sopporta. 
Cosí parte l'avventura comica e disperata della «banda della culla», che sfida la legge per avere giustizia in un Paese dove gli inviati dei talk-show non vengono inviati da nessuna parte, i giornalisti scrivono sotto pseudonimi che scrivono sotto altri pseudonimi, gli argentini fanno i camerieri nei ristoranti messicani («A brasilià, qui a Roma mica stamo a guardà er capello»).

L'autrice.
Francesca Fornario è giornalista e autrice satirica in radio e in Tv. Scrive per «il manifesto», «Micromega», «Il Fatto Quotidiano». Ha cominciato a fare satira sulle pagine dell'«Unità» e da lí è approdata in Tv. La banda della culla è il suo primo romanzo.


martedì 13 ottobre 2015

Imparare leggendo (#4)



Sul blog, nel tempo, ho aperto diverse rubriche, a cadenza settimanale e non, che ad oggi non sempre condivido con voi in modo costante (per quanto ci pensi e vorrei).
Dico questo perchè non ho intenzione di aprire una nuova rubrica, ma pensavo di dare spazio - senza impegni troppo fiscali - a una cosetta che mi salta in mente spesso, quando, leggendo, mi ritrovo davanti a termini di cui non conosco il significato.
E siccome "la vecchia non voleva morire, perché diceva che aveva altre cose da imparare", e siccome la lingua italiana è ricca, tra le tante cose, di un sacco di vocaboli, ho pensato di condividere con voi quelle paroline o espressione di cui ignoravo il significato o l'etimologi o altre curiosità ad esse legate.

Il termine di oggi ha a che fare con le piante ^_^

BUDDLEIA

Le buddleia costituiscono una famiglia di circa cento arbusti, sia sempreverdi che decidui, originari dell'Asia e del sud Africa, diffusi anche in Europa e nel continente Americano. 



Sono costituite da ciuffi di lunghi steli arcuati, ricoperti da lunghe foglie lanceolate, verde scuro, con la pagina inferiore bianca o grigia. Dall'inizio dell'estate fino all'autunno producono grandi spighe di bellissimi fiorellini tubolari, profumati di miele e molto colorati, rosa, bianchi o lilla, che attirano le farfalle. (fonte)







Recensione: SETTE DIAVOLI di Marco Archetti



Sette diavoli: il ritratto di una donna spietata?
Forse, ma è anche il ritratto spietato e crudo di una giovane donna con cui il destino è stato davvero troppo avverso.

SETTE DIAVOLI
di Marco Archetti


Ed. Giunti
192 pp
13 euro
2013
Trama

«Io non avevo dichiarato nessuna guerra, era la guerra che era venuta a cercare me.»
La storia di Egle comincia così: è ancora una bambina quando, nel 1945, perde i genitori e uno zio sconosciuto si fa vivo trascinandola, insieme al fratello, in un’altra città, dal sud al nord dell’Italia. La scuola interrotta, il lavoro, la fuga da quella casa, un amore impossibile e inseguimenti senza tregua: queste le dure esperienze che le insegneranno cosa significa stare al mondo. Ma si può correre, fare e disfare, tanto poi il destino ottiene sempre ciò che vuole. Così, un giorno, Egle non sarà più Egle, e diventerà “Sette diavoli” per tutti, la più desiderata. Ma qualcosa ancora l’aspetta dietro l’angolo. Sarà la prova più dura?
Quando i conti da saldare diventeranno troppi, lei vivrà solo per chiuderli uno per uno. A quel punto perfino Dio – un Dio che balbetta e non risponde – sarà messo sotto accusa.
Appassionata confessione di una vita, lettera d’amore e di vendetta scritta nel momento finale – quello in cui non si può più mentire e la verità è nuda –, questa è una storia incandescente e senza respiro sul destino e sul coraggio, traboccante di suspense e di passione. Il ritratto di una donna spietata e tenera che ha amato e odiato come nessuno. E sullo sfondo un’Italia stracciona e povera, sporca brutta e cattiva, che corre parallela all’illusione del boom e della ricostruzione.


La nostra storia inizia con le parole taglienti e amare di una donna che sa di essere giunta ad un momento cruciale della propria vita, e di volerla quindi raccontare a un interlocutore davvero particolare, come se volesse finalmente confessare a lui quel passato che l'ha portata a questo giorno, dove questo lui - oma magari proprio lei stessa - tirerà definitivamente i dadi della sua esistenza.
Egle si rivolge a Dio, quel Dio che lei ha sentito lontano da sè per tutta una vita, e si rivolge a lui con aria di aperta sfida, sapendo che in questo scontro lei ha davvero poco da perderci, ormai

Egle è una bambina di 12 anni quando è costretta a lasciare la città in cui fino a quel momento ha vissuto insieme alla sua famiglia - Aprilia - per trasferirsi a Brescia, da uno zio sconosciuto e burbero, Alfredino, in seguito alla morte dei genitori, che l'hanno lasciata orfana insieme al fratello minore, Maurino.
Ma burbero è davvero un eufemismo, perchè la ragazzina si renderà presto conto di come l'uomo sia cattivo, egoista, senza affetti e sentimenti, soprattutto nei confronti di Maurino, che soffre di un ritardo mentale e di balbuzie, che fanno di lui un esserino fragile, bisognoso di cure e protezione.
E la ragazza cercherà in tutti i modi di prendersi cura di questo fratello malato e trattato male dallo zio, che mostra apertamente disprezzo per i nipoti, che però  vuole a tutti i costi tenere con sè.
Eh sì, perchè Egle gli serve, in quanto è l'unica costretta a lavorare per portare qualche soldino a casa, visto che la massima aspirazione dello zio è starsene senza far niente tutto il giorno, a bivaccare.

La situazione non è per nulla facile, Egle la soffre, e il suo malumore, l'insoddisfazione, l'infelicità per sè e Maurino crescono di giorno in giorno, come cresce la paura che, se non scappano da quel mostro, le cose potrebbero peggiorare ancor di più.
Dopo un tentativo di fuga a vuoto che fa arrabbiare lo zio oltre misura, rendendo la vita dei due ancor meno sopportabile, Egle decide di farsi forza e scappare di nuovo, mano nella mano con il povero Maurino, che la segue fedelmente senza batter ciglio.
Ad ospitare caritatevolmente i due fuggiaschi sarà una giovane donna, Carmela, che per vivere fa il mestiere più antico del mondo.

Entrare in casa e nella vita di questa donna tanto gentile e premurosa segnerà una svolta per la rossa Egle, con cui la vita non riuscirà mai ad essere generosa, obbligandola a fare scelte (o sarebbe miglio dire, a subire scelte) drammatiche, che renderanno la sua anima, già provata dalle tante umiliazioni e dalle conseguenze di una povertà e solitudini estreme (e di certo non desiderate), ancora più vuota, apparentemente insensibile, cinica.

Egle è sempre stata una ragazza col fuoco dentro, una ribelle testarda, anche sua madre glielo diceva:

"Quand'ero piccola, mamma mi diceva: "Sei sempre agitata, scontenta. Che ti prende, hai i sette diavoli?".E io rispondevo: "Anche quindici!".Legna verde brucia male? Lo dicono. Ma io bruciavo benissimo."

e lei stessa si rende conto di come la sua vita sia stata guidata da questi sette diavoli - associati poi ai sette peccati capitali -, che l'hanno divorata e fatto di lei ciò che mai avrebbe voluto essere.

Il lettore resta quasi stupito davanti ai due sentimenti che smuovono Egle e la rendono viva: l'amore protettivo e materno per Maurino, e il desiderio di vendetta verso Alfredino.

E quel po' di fiducia nell'essere umano e nell'amore sbatterà rovinosamente contro la cattiveria di gente disposta solo a farle del male.

Sullo sfondo delle due vicende che vedono protagonista questa ragazza - e i personaggi che le gravitano attorno - c'è un'Italia "sbriciolata", povera, sporca, come sporche e brutte sono le tante persone che Egle incontra, troppo spesso egoiste e crudeli, contro le poche buone che a modo loro si mostreranno amiche.

Nonostante tutto - e nonostante il finale - non sono riuscita a vedere Egle come una vera e propria sconfitta; anche nel momento più buio resta sfacciata, onesta, cocciuta, a volte lucida a volte allucinata, oltre che inevitabilmente tanto amareggiata per come le cose sono andate.

Lo stile è stile asciutto, brusco, essenziale, realisticoIl linguaggio non può che essere duro, spietato, che non fa sconti a nessuno, non si preoccupa se il lettore si scandalizza o storce il naso davanti all'uso di certe espressioni/termini (tipo boia ladra, schifoso, smerdolento....), perchè nuda e cruda è la storia narrata, come lo è il ritratto di questa protagonista, che se da una parte si impone quale figura ruvida. spigolosa, "tosta", dall'altra ne avvertiamo tutta la fragilità, l'essere infelice in un modo così profondo che, giunti alla fine, e a dispetto di tutto il marciume e la crudeltà che hanno circondato questa ragazza per troppi anni - anzi, forse proprio in virtù di questo - non può non far sentire il lettore un po' malinconico, come se avvertisse anche lui l'amaro in bocca provato da Egle.

Un romanzo costruito sapientemente e con intelligenza attorno a questo sfaccettato e coraggioso personaggio, che sembra quasi pretendere che il lettore ascolti il suo monologo appassionato e pieno di rabbia.

Consigliato!!

lunedì 12 ottobre 2015

Libri e titoli



Buon lunedì, cari amici, e buon inizio di settimana!

Come spesso succede il lunedì, eccomi con i titoli di libri che più mi hanno colpito.

Cliccando sui titoli, potrete leggere la trama, ma come sempre vi chiedo: a primo sguardo, QUALE TITOLO VI ATTIRA?


Quando all'alba saremo vicini

Kristin Harmel, 2015



Laggiù mi hanno detto che c'è il sole

Gayle Forman, 2015



La felicità mi aspetta (e questa volta non farò tardi)

Chiara Pelossi Angelucci, 2015




domenica 11 ottobre 2015

Anteprima Mondadori: E SE FOSSE UN SEGRETO? di Virginia Bramati



Un'Autrice italiana contemporanea che ho molto apprezzato leggendo i suoi due libri, TUTTA COLPA DELLA NEVE (e un po' anche di New York)MENO CINQUE ALLA FELICITA' (cliccare sui titoli per le recensioni) e che presto ci regalerà un altro suo romanzo:

 E SE FOSSE UN SEGRETO?
di Virginia Bramati


Ed. Mondadori
322 pp
18 euro
in libreria:
20 OTTOBRE 2015
Trama

Alessandra è una ragazza fortunata: la sua mamma avrebbe voluto chiamarla Sendi (la sua trascrizione di Sandy), come la protagonista di Grease, ma con un piccolo inganno gliel'hanno impedito. 
Così la figlia della parrucchiera Mary Mantovani e di un padre ignoto è stata registrata come Alessandra, e dio sa quanto ne è felice tutte le volte che sua mamma si ostina, invece, a chiamarla con le clienti del negozio Lamiasendi. 
Ma Alessandra non è solo fortunata: è anche molto, molto in gamba. Nonostante i piani che sua madre aveva fatto per lei, tra phon e bigodini, è riuscita a studiare, è diventata avvocato, e da pochi giorni grazie all'appoggio di una lista civica di persone per bene è stata eletta sindaco della piccola cittadina brianzola dov'è cresciuta: Verate. 
E adesso, la prima cerimonia pubblica a cui partecipa con la fascia tricolore è destinata a rivelarsi un'emozione al quadrato… Nell'inaugurare il nuovo reparto maternità dell'ospedale Alessandra rincontra Stefano Parodi Valsecchi, il giovane, brillante primario con il quale a diciassette anni ha vissuto l'incanto del primo vero amore. Invece la vita, finora, li ha separati: lui a studiare ad Harvard, lei in un convitto di suore francesi a Milano. 
Ma forse entrambi conoscono solo una parte della verità.
Come sono andate davvero le cose? Perché proprio ora si ritrovano a Verate? 
Le sorprese, per Alessandra e Stefano, sono appena iniziate...

Ancora una volta ambientato a Verate, "magico" paese della Brianza da cui le vite dei protagonisti partono per esplorare il mondo e dove i protagonisti tornano per ritrovare se stessi, questo nuovo romanzo di Virginia Bramati è un piccolo, grande giallo del cuore, che sa raccontare il nostro mondo di oggi con la delicatezza di una fiaba ma con tutta l'autenticità della vita vera, per farci riflettere e sognare. E mette in scena una galleria di personaggi che vorremmo poter incontrare davvero: una giovane donna-sindaco strepitosamente anticonformista, un medico bello e capace di sorprenderla, una vecchia insopportabile signora aristocratica, un'amica che sa tenere molti, moltissimi segreti...

L'autrice.
Virginia Bramati vive e lavora a Milano. E assomiglia molto, per tenacia e simpatia, alla protagonista del suo primo romanzo, Tutta colpa della neve! (e anche un po' di New York). Il libro, nato come successo del passaparola in rete, nella versione cartacea riveduta e ampliata uscita per Mondadori è diventato uno dei bestseller dell'inizio del 2014. Nello stesso anno, sempre per Mondadori, è apparso il racconto di Natale Meno cinque alla felicità!, sempre ambientato nella magica Verate.

sabato 10 ottobre 2015

Recensione: MADRE DEL RISO di Rani Manicka



Il fascino delle storie che giungono a noi dal magico Oriente, tanto grande e variegato di culture e lingue, quanto ricco di quei piccoli e grandi segreti che riposano in seno alle singole storie famigliari sussurrate e raccontate di generazione in generazione, affinchè non vadano perdute, è tutto racchiuso in libri come questo, di cui oggi vi parlerò.

MADRE DEL RISO
di Rani Manicka


Edizioni Mondadori
Collana Oscar bestsellers
Traduzione di A. L. Zazo
476 pp
10 euro
Anno 2004
Sono diversi i personaggi che incontriamo in questo romanzo, che - partendo dagli Anni Trenta del Novecento - ripercorre la storia di una famiglia, di uomini e donne, di adulti e bambini che la vita spesso ha trattato con poca generosità, rendendoli inevitabilmente o spietati, o molto forti o altrettanto fragili.

La prima voce che ascoltiamo è quella della indiscussa protagonista del nostro libro, Lakshimi.
Lakshmi nasce e trascorre un'infanzia libera e spensierata nell'intatta natura dell'isola di Ceylon.
Cresciuta senza il padre, la piccola è molto attaccata alla sua mamma, che però, quando lei ha soltanto 14 anni, le fa un "torto" (quantomeno così lo giudica Lakshimi): sceglie per lei uno sposo malese, molto più grande d'età e per nulla bello come i principi che popolavano i sogni dell'adolescente.

Ma il buon partito - che si chiama Ayah - ha per lo meno una virtù: è incredibilmente ricco e sua madre è sicura che, seppur lontana da lei, saprà che la sua bambina sarà felice col suo bravo e ricco marito.
Ma qual è la sorpresa quando, giunta a casa, la ragazza scopre di essere stata ingannata!
Ayah è un modestissimo impiegato e conduce una vita, se non povera... quasi!
Ma ormai è il danno è fatto: lui è suo marito e lei è la regina della piccola e spoglia casa in cui si ritrova a vivere, a Kuantan.

Una cosa comprende subito: Ayah è un uomo buono, dolce, comprensivo, che ama la mogliettina, la tratta con tenerezza e rispetto e stravede per lei. Questo devoto amore lo accompagnerà tutti i giorni della sua vita che passerà accanto alla moglie, anche quando tante certezze e la serenità familiare verranno messe a dura prova.

Ma l'uomo è anche incredibilmente debole, remissivo, poco intraprendente e coraggioso, tant'è che da subito lascia la gestione di casa e danaro nelle mani di Lakshimi che, lungi dall'essere una ragazzetta senza arte nè parte, dimostra molta maturità per la sua età, ritrovandosi così a doversi costruire un mondo da sola, senza l'appoggio del consorte.
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E quando cominceranno a nascere i figli si renderà sempre più conto di quanto sia sola, di come solamente le sue forze possano garantire cibo e un minimo di benessere alle creature che nasceranno.

Ma Lakshimi è davvero forte e saprà risparmiare e guadagnare ciò che è necessario per garantire, giorno per giorno, una dignitosa sopravvivenza a se stessa ai suoi tanti figli. 

I primi ad allietare lei e Ayah sono i gemellini Lakshmnan e Mohini, che resteranno per tutta la vita i gioielli di casa, la vera e impareggiabile gioia di mamma e papà.
Nasceranno altri figli, uno all'anno: Anna (tranquilla, saggia, rassicurante), gli altri due maschietti - Sevenese (instabile, tormentato da demoni oscuri), Jeyan (poco intelligente, sempre umiliato e schernito da tutti) -, entrambi nati sotto una stella poco gentile... - e infine la piccola e sfortunata Lalita.

Come dicevo, i gemelli saranno la luce degli occhi di mamma e papà; e se Lakshmnan cresce bello, forte e intelligente, rendendo la mamma orgogliosa di questo figlio che da grande potrebbe aspirare a lavori di un certo livello, Mohini cresce bellissima, con i suoi occhi di un verde intenso, i capelli folti, neri e lucenti, una pelle bianca come la porcellana: una piccola dea, insomma, un tesoro da custodire e proteggere gelosamente!
Tutti in famiglia lo sanno: la bellezza di Mohini va preservata a tutti i costi perchè un giorno di certo sposerà un giovane bello e gentile, che verrà conquistato dalla sua bellezza e purezza.

Ma sono gli anni in cui la Seconda Guerra Mondiale si fa avanti a forza e con terribile violenza nella vita dei malesi, principalmente attraverso l'invasione giapponese (1941-'42).

La parte narrativa relativa all'invasione dei Giapponesi è davvero tremenda e leggerla mi ha impressionato molto. Gli invasori hanno commesso atrocità inimmaginabili e disumane a danno della popolazione malese, tanto degli uomini quanto delle donne; non solo il razionamento del cibo, le razzie nelle abitazioni, le minacce, le umiliazioni di ogni tipo, ma ancor di più le torture orrende perpetrate verso quegli uomini che essi giudicavano delatori.
Per non parlare della fine che facevano le donne più belle e giovani!

La lettura di certe crudeltà lascia inorriditi e tocca profondamente, e toccherà da vicino la famiglia di Lakshimi, in particolare nella persona di Mohini.
Proprio lei!! L'adorata figlia dalla bellezza incantevole, tenuta nascosta perchè i giapponesi non ne conoscessero l'esistenza e non potessero farle del male!
Ma a causa di uno stupido e fatale errore da parte di Lakshmnan, i crudeli invasori scopriranno la giovane e la porteranno via, lasciando nello sgomento e nel dolore tutti.
Mohini non farà più ritorno a casa, ma il suo ricordo, il suo spirito pure ed innocente continuerà a vivere tra le mura di casa, e in un certo senso a tormentare tutti.

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Nessuno sarà più felice da allora: la morte (tanto tragica ed efferata che nessuno osa parlarne, immaginarla) di Mohini farà cadere tutti in uno stato di profonda infelicità, di senso di colpa, di tristezza, che si ripercuoterà sui rapporti familiari, lacerandoli, segnandoli e condizionandoli per sempre.

Il dolore spesso può rendere il cuore duro, rivestendolo di una corazza impenetrabile che al suo interno si riempirà di lacrime e tormenti, e che lascerà uscire all'esterno tanti sentimenti  negativi, che a loro volta si tramuteranno in parole, in gesti e azioni dalle conseguenze devastanti e inarrestabili.

Seguiamo le vicende amare di questa famiglia, e ben presto a Lakshimi si aggiungono altre voci, altre narrazioni, che ci lasciano entrare in questo mondo passato, che sa di antico, che ha un'atmosfera malinconica e dolorosa, che mette in luce dinamiche e affetti complessi, piccole gioie e innumerevoli dolori di persone che si sono viste negare la felicità sempre quando pensavano che essa fosse vicina.

Conosciamo i nostri personaggi, le esperienze che vivono, le delusioni, la fame di felicità, i demoni e le ambizioni perverse che hanno tormentato alcuni di loro, l'infelicità di chi si vede solo e non amato, o di chi tocca il cielo con un dito per vederselo piombare addosso senza via di scampo, e non possiamo non parteciparvi col cuore.

Madre del riso ci parla di donne forti e coraggiose come Lakshimi, ma anche di donne più fragili come la sua amica Mui Tsai (la cui vita sarà costellata soltanto da sofferenze indicibili), o ancora di donne incattivite perchè consapevoli della propria insanabile infelicità e solitudine; ci parla di uomini deboli e dalla personalità inesistente (come Ayal e Jeyan) e di altri come Lakshmnan, dal carattere turbolento e dal cuore appesantito da sensi di colpa mai assopiti, che nessun malsano vizio e nessuna donna riusciranno mai a placare.

In questo caleidoscopio di persone e fatti, spicca sicuramente Lakshimi, un personaggio che resta nel cuore del lettore, il quale ha la consapevolezza di come esso non sia affatto perfetto.
Lakshimi è una donna coraggio, che ragiona e agisce con la mente efficiente e pragmatica di un uomo d'affari, e pur avendo il cuore gonfio d'amore, non riesce a dimostrarlo. Le tragedie familiari non la ammorbidiranno ma rischieranno di renderla cinica, indifferente, forse anche un po' crudele, capace di covare dentro sè un mostro affamato che le lacererà l'anima; seppur sempre con la convinzione di agire per il bene dei suoi cari, Lakshimi  è e resta una donna che sovrasta chiunque le stia accanto, che per tutta una vita metterà in ombra quel suo marito invisibile e fallito, poco meritevole di rispetto.

Eccovi una descrizione efficace che riassume perfettamente questo personaggio forte e spesso contraddittorio; è Sevenese a farla, mentre parla con la nipotina prediletta, Dimple, dicendo che la Madre del Riso è

"colei che dona la vita, ecco chi. A Bali il suo spirito vive in immagini fatte con il riso. Dal suo trono di legno nel granaio di famiglia proteggei raccolti che ha reso abbondanti nei campi. E' così sacra che i peccatori non possono entrare dove lei si trova o consumare un solo chicco di cui è fatta la sua figura. (...) In questa casa la nostra Madre del Riso è tua nonna. E' lei che custodisce i sogni. Guarda bene e vedrai che siede sul suo trono di legno e tiene nella mani forti tutte le nostre speranze e i sogni, grandi e piccoli, i tuoi e i miei. Gli anni non la indeboliscono."

Le pagine di questo romanzo scorrono veloci perchè le vicende narrate (attraverso il metodo delle "storie di vita", raccolte da un membro della famiglia per conservare la memoria della storia di chi l'ha preceduta) rapiscono e catturano il lettore, che resta affascinato dallo stile ammaliante, crudo e vero che incanta, come una musica dolce e suadente che non riesci a smettere di ascoltare anche se le parole spesso contengono fatti dolorosi.
E' un romanzo in cui l'animo umano vien fuori in ogni sua sfaccettatura, in cui al lettore viene mostrato l'amore più puro come anche la cattiveria e l'odio più micidiali; certe storie inteneriscono, altre indignano e toccano, forse pure fino alle lacrime, ma di certo nessuna lascia indifferenti.
L'autrice ha creato un mondo appassionante, crudo, lontano da noi nel tempo e nello spazio ma che, giunti all'ultima pagina, sentiamo familiare, noto, perchè ne abbiamo scandagliato tutti i recessi e gli angoli più nascosti, abbiamo visto e udito segreti e verità dolorose, amore e odio, gioie e dolori, tenerezza e malvagità, e ne siamo rimasti affascinati, proprio come un serpente non può che restare irretito dalla arti magiche di un incantatore.

Assolutamente consigliato!!

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  • L'AMORE GRAFFIA IL MONDO (Lakshimi mi ha ricordato Signorina, per la determinazione e il saper prendere in mano le redini della famiglia lì dove il marito mostrava debolezza e tentennamenti).


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