mercoledì 4 novembre 2015

Recensione film: PHILOMENA di Stephen Frears (tratto da una storia vera)



Come vi dicevo ieri sera, c'è un altro film che ho guardato nel fine settimana.


PHILOMENA



Regia:  Stephen Frears

Cast: Judi Dench, Steve Coogan, Charlie Murphy

Presentato in concorso al Festival di Venezia 2013.

Alcuni riconoscimenti:

2014 - David di Donatello Miglior film europeo a Stephen Frears
2013 - Mostra del cinema di Venezia Migliore sceneggiatura a Steve Coogan e Jeff Pope

Irlanda, 1952. Philomena Lee, ancora adolescente, resta incinta. Cacciata dalla famiglia, viene mandata al convento di Roscrea. Per ripagare le religiose delle cure che le prestano prima e durante il parto, Philomena lavora nella lavanderia del convento e può vedere suo figlio Anthony un'ora sola al giorno. A tre anni Anthony le viene strappato e viene dato in adozione ad una coppia di americani. Per anni Philomena cercherà di ritrovarlo. Cinquant'anni dopo incontra Martin Sixmith, un disincantato giornalista, e gli racconta la sua storia. Martin la convince allora ad accompagnarlo negli Stati Uniti per andare alla ricerca di Anthony.


Tratto dal romanzo “The lost child of Philomena Lee”, pubblicato in Italia da Piemme col titolo “Philomena” (info).

I film tratti da storie e fatti realmente accaduti hanno su di me un certo fascino; se poi ci aggiungete un convento di suore in cui avvengono cose che non dovrebbero accadere e casi di ingiustizia… beh, mi invitate a nozze.
Ma qui della gioia delle nozze c’è davvero poco.
In questo film drammatico c’è la storia di un’ingiustizia che non ha riscatto, ma solo sofferenza e lacrime.
Eppure esse arrivano a noi senza pesantezza, ma anzi con una certa dose di humor e leggerezza che però non vanno a ridicolizzare i fatti, ma a darcene una lettura sentimentale e mai stucchevole.

Philomena Lee è una donna ormai anziana, che ha un grande cruccio e dolore nella propria vita; un dolore ben riflesso nei suoi espressivi occhi azzurri e narrato dalle rughe che solcano il suo viso.
j. dench
Un dolore di nome Anthony. 

Philomena è stata una ragazza madre che ha partorito il proprio bambino in un istituto religioso in Irlanda, una delle tante “Casa Magdalene” (sorte nel XIX sec. In Irlanda e Inghilterra; l’ultima è stata chiusa nel 1996) che raccoglieva ragazze orfane o ritenute immorali per la loro condotta peccaminosa. In queste comunità, le ragazze – alcune davvero giovanissime – venivano trattenute anche contro la propria volontà (ovviamente perché i primi a volerlo erano i famigliari) e soprattutto costrette a lavorare con ritmi e in mansioni estenuanti con la “scusa” di dover espiare i propri peccati; in realtà, gli istituti, sfruttando il lavoro delle poverette, ci guadagnavano un sacco e tutto grazie a una manodopera praticamente gratis.

In questo posto poco caritatevole è finita, da adolescente, la nostra protagonista, che ha fatto l’errore di cedere alle lusinghe di un bel giovanotto e di rimanerne incinta.

Non solo il parto è stata una brutta esperienza perché il bimbo era in posizione podalica e, dovendo lei soffrire per redimersi, non meritava assistenza medica, ma dopo la nascita le era permesso di vedere il piccolo per poche ore alla settimana, con il terrore sempre presente che, da un momento all’altro, egli le fosse strappato via.
E così fu.
Una mattina, una coppia americana, venuta per adottare una bimba, pensa bene di prendersi anche quel bimbetto così carino e affezionato alla bambina prescelta, il tutto senza tener conto delle povere mamme.

Anthony ha tre anni quando viene strappato via alla propria legittima madre, la cui indicibile sofferenza la segnerà e le peserà sul cuore per anni e anni.
A nulla varranno i tentativi personali di cercare il figlio, di carpire informazioni dalle suore, così dopo tanti anni, ormai con una propria famiglia alle spalle, Philomena decide di rivolgersi a un aiuto esterno, cioè ad un giornalista, Martin Sixsmith.
Inizialmente Martin non è convinto di volersi imbarcare in una storia di vita vissuta, essendo lui un giornalista che si occupa di argomenti più elevati e intellettuali, e non di fatterelli adatti a casalinghe ignoranti e volubili.

Ma la simpatia, la vena dolce e ironica di Philomena e la sua tenacia nel voler andare a fondo alla sua storia di ingiustizia, vincono ogni resistenza e reticenza, e i due partono insieme per quest’avventura, sperando chiaramente in un lieto fine.

martin sixsmith e philomena lee
Avventura che li riporterà nel convento di Roscrea dove tutto è cominciato fino ad approdare negli States, lì dove fu portato il piccolo Anthony dalla famiglia adottiva.

Le vicende di questa signora anziana, simpatica e buona, ci stanno a cuore e vorremmo che lei abbracciasse il suo figlio perduto.
Sarà così?

Non sempre la vita ci ripaga del male ricevuto dandoci del bene, ma ciò che colpisce di Philomena è la sua forza morale, la sua dolcezza, il suo saper andare oltre la malvagità subita, l’odio, il risentimento, che umanamente comprenderemmo, e che forse tanti di noi, nella sua medesima situazione, avremmo provato e ci sentiremmo in diritto di esternare.

Martin si fa prendere dalla ricerca di Anthony e dalla storia di Philomena e di tutte le ragazze come lei, passate per quegli istituti, e il suo punto di vista sarà quello del giornalista alla ricerca della storia da raccontare, magari un tantino scandalistica, che faccia sorgere nelle persone un sentimento di indignazione davanti a comportamenti scorretti da parte di persone da cui ci aspetteremmo carità e comprensione.

A prescindere da come andrà la ricerca del figlio da parte di questa madre combattiva e tenera, ciò che mi è piaciuto è come affronta e vive tutto la protagonista, la cui bontà d’animo, la capacità di perdonare e di non condannare coloro che le hanno fatto del male, mi hanno toccata, perché non è automatico e naturale non cadere nell’odio verso chi ci ha procurato tanto dolore.

Sapere come ha vissuto e chi è riuscito a diventare il proprio bambino, quali opportunità di vita un gesto malvagio e crudele è comunque riuscito a donargli, permettono a Philomena di provare un’incredibile serenità; il dolore per una vita non vissuta accanto al frutto del proprio ventre resta e sarà sempre lancinante, ma viverlo scevro dell’odio, che tanto non cambia il passato, è una conquista, una vittoria.

Un bel film, come dicevo, drammatico eppure non pesante grazie ad una protagonista ancora piena di vita, dolce e pronta alla battuta simpatica.

Consigliato a chi privilegia le storie vere e drammatiche.

Uno degli ultimi film recensiti: IO CHE AMO SOLO TE

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martedì 3 novembre 2015

Recensione film: QUELLA COSA CHIAMATA AMORE di Peter Bogdanovich



In questo week end ho visto un paio di film che avevo voglia già da un po' di vedere  ^^

Il primo di cui vi parlo non è recente ma ha nel suo cast un attore da me molto amato: River Phoenix.

QUELLA COSA CHIAMATA AMORE

(Regia: Peter Bogdanovich)

    Prima data di uscita: 
    16 luglio 1993 (Stati Uniti)
    Regista: Peter Bogdanovich
Miranda Presley (Samantha Mathis) è una ragazza che lascia N.Y. per recarsi a Nashville e provare a sfondare come cantautrice. 
Il giorno della audizioni nel bar di una certa Lucy – al The Bluebird Cafè – arriva tardi e incontra un ragazzo, che è lì per lo stesso motivo, James Write (River Phoenix). Avendo fatto entrambi tardi, i due non solo litigano ma sono costretti a rimandare l’audizione alla settimana prossima.

Ma se per James le cose sembrano mettersi bene perchè le sue canzoni piacciono immediatamente, per Miranda ci sono le prime delusioni.

Intanto conosce Linda Lue (Sandra Bullock) e Kyle (Dermot Mulroney), che sono già amici di James e con i quali anche Miranda fa amicizia; tra i quattro nasce un bel legame, e Miranda si sente sempre più attratta dall’irresistibile James, un tipo sicuro di sé, talentuoso, simpatico, ma anche sfuggente e sentimentalmente poco affidabile.

A sua volta, Kyle è attratto da Miranda ma suo malgrado dovrà fare un passo indietro nel vedere il feeling che c’è tra lei e il suo amico James.
Due amici che si contendono una biondina? Eh, è un classico e i due ragazzi lo sanno.
Ma lei farà la scelta giusta?

Ad unire tutti loro c’è il sogno di scrivere e cantare la canzone giusta, quella che si fa ricordare, che lascia a bocca aperta gli spettatori perchè capace di suscitare in loro emozioni intense.

E mentre James sembra scrivere dei successi uno dietro l’altro, Miranda continua a sentirsi dire no; cosa manca alle sue canzoni perchè siano emozionanti?

.
La ragazza forse deve imparare a scrivere col cuore, per se stessa prima che per piacere agli altri, deve esprimere quello che è dentro di lei, e a volte proprio le esperienze dolorose sono quelle che ispirano di più…

E cosa ne sarà dell’amore con e per l’irrequieto James? La sua apparente superficialità nasconde una grande insicurezza, che – unita alla voglia di far successo come musicista – potrebbe costargli l’opportunità di vivere un grande amore.

Un film "musicale" sul filo di un romanticismo tenero, vissuto sull’onda delle passioni e dei sogni giovanili, dove forse la vera e indiscussa protagonista è la musica, e il sogno di far di essa il centro della propria vita.

Le canzoni cantate da River e Samantha sono molto belle, un country irresistibile, nostalgico, di quello che ascolti nelle cuffie mentre sei solo davanti a un tramonto, o mentre sei tra le braccia di chi ami; le colonne sonore sono altrettanto belle, romantiche e un po’ malinconiche.

Sandra Bullock esuberante, Samantha Mathis carinissima e determinata, River sempre bello e dall’aria inquieta, pieno tanto di talento quanto di irrequietudine, che arriva e affascina per la sua voce, la sua gestualità e i suoi sguardi che bucano lo schermo, quel modo di fare sì sfuggente ma anche fragile e tenero, proprio di un ragazzo di 23 anni che aveva ancora tanto da dare al mondo del cinema, che ci ha lasciati davvero troppo presto e che pure, dopo un ventennio dalla sua morte, si fa ancora ricordare e amare.


Consigliato a chi ha voglia di un film romantico e fresco, con bella musica e in perfetto stile Anni Novanta.

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Scarica e leggi GRATUITAMENTE il romanzo FINO ALLA FINE DELLA RETE di R.V. Beta



Carissimi lettori, avete l'opportunità di scaricare e leggere GRATUITAMENTE il romanzo FINO ALLA FINE DELLA RETE di R.V. Beta - segnalato QUI qualche tempo fa - e questo sarà possibile da oggi 3.11 per tutta la settimana.


vai su AMAZON per scaricare il libro

255 pp ca.
2.68 euro
Link su Amazon

Il debutto di R.V. Beta è il diario di viaggio di un gruppo di personaggi che dovranno presto imparare a non darsi mai per vinti, perché la realtà non è mai una sola...
Esistenze per nulla ordinarie e nessuno di cui potersi fidare fino in fondo: un invito a cambiare prospettiva.

Sito Autrice: http://www.rv-beta.com

On my wishlist: "Paper Magician" - "L'effetto farfalla"



Due romanzi di diverso genere che finiscono in wishlist.

Che ne pensate? ^_-


Il primo è un romanzo adatto a tutte le età e che va incontro soprattutto ai lettori più giovani; l'altro è il thriller di un autore danese del quale ho letto e apprezzato "Il messaggio nella bottiglia" (RECENSIONE).

PAPAER MAGICIAN
di Charlie N. Holmberg


Ed. Fanucci
trad. M. Scarsella
4.99 euro
(ebook)
Settembre 2015
Trama

Ceony Twill è una giovane e talentuosa allieva dell’accademia di magia Tagis Praff, che sta finalmente per cominciare l’apprendistato che la legherà per tutta la vita alla magia. 
Eppure, contrariamente a quanto sognava, il suo destino non sarà scritto nel metallo ma sulla carta. 
Tra fogli che si animano dando vita a personaggi incredibili e storie fantastiche che la lasceranno a bocca aperta, toccherà allo stravagante mago Emery Thane convincerla delle qualità straordinarie di un elemento così delicato e allo stesso tempo prodigioso. 
Così, quando Lira, malvagia praticante di arti magiche proibite, priverà il maestro del suo cuore, Ceony per tenerlo in vita gliene confezionerà uno di carta, per poi volare sulle ali di un enorme aeroplanino all’inseguimento della perfida maga, verso un’avventura che porterà alla luce i ricordi più lontani e i segreti più taciuti, nascosti nell’angolo più remoto dell’anima.

Dalla penna immaginifica di Charlie N. Holmberg, una fiaba emozionante e indimenticabile, che andrà dritto al cuore dei lettori di tutte le età!

L'autrice.
Nata a Salt Lake City, Charlie N. Holmberg è cresciuta guardando Star Trek insieme alle sue tre sorelle che, come lei, hanno nomi maschili. Laureatasi alla Brigham Young University, suona l’ukulele, possiede tantissime paia di occhiali e ha sempre desiderato avere un cane. Paper Magician è il suo romanzo d’esordio, primo volume dell’omonima trilogia
.


L'EFFETTO FARFALLA
di Jussi Adler-Olsen


Ed. Marsilio
554 pp
19.50 euro
Settembre 2015
Trama

Marco ha solo quindici anni ma non ha mai avuto un’infanzia. 
È cresciuto in una banda di criminali il cui capo, il cinico e violento Zola, lo obbliga a un’esistenza squallida fatta di accattonaggio e piccoli furti. Ma non ha mai accettato quel destino, e un giorno riesce a disertare.
Quando s’imbatte in un terrificante segreto che Zola e i suoi sono disposti a tutto pur di mantenere tale, la sua fuga si trasforma in una lotta per la vita.
Quello che Marco non sa è che la sua famiglia non è la sola a volerlo morto. Banchieri, diplomatici e alti funzionari statali sono coinvolti in una truffa insanguinata che allunga i suoi tentacoli fino alla giungla dell’Africa centrale, e temono di cadere uno dopo l’altro come tessere di un gioco del domino se lui racconterà quello che ha visto. 
Neppure Carl Mørck, alla guida della Sezione Q, è disposto a lasciarsi sfuggire il ragazzino dallo sguardo ardente incrociato per caso nelle strade di Copenaghen, e insieme ai suoi assistenti - la fantasiosa Rose e il sempre più misterioso Assad - è deciso a interrompere quella fatale catena di eventi.

L'autore.
Jussi Adler-Olsen (Copenaghen 1950), dopo aver svolto i lavori più vari, è oggi scrittore a tempo pieno. Con la serie della Sezione Q guidata da Carl Mørck, venduta in 37 paesi, ha ottenuto un immenso successo di critica e pubblico, vendendo milioni di copie nel mondo. I suoi libri, premiati da lettori, librai e critici, hanno conseguito importanti riconoscimenti internazionali, tra cui il Grand Prix policier delle lettrici di «Elle». Da La donna in gabbia è stato tratto un film per il grande schermo, mentre l’intera serie sarà presto oggetto di una trasposizione televisiva prodotta negli Stati Uniti. Paziente 64, bestseller del «New York Times», è il quarto episodio di una serie che ha trionfato in tutta Europa.

domenica 1 novembre 2015

Frammenti di letture (V. Woolf, Gita al faro)



Il potere evocativo e suggestivo delle parole e della lettura!
Anche la signora Ramsey ne è soggiogata.

"C’è qualcosa che voglio — qualcosa che sono venuta a prendere qui, e cadde sempre di più senza sapere bene che cosa fosse, con gli occhi chiusi. E aspettò, sferruzzando, pensando, e pian piano quelle parole pronunciate durante la cena: «La rosa è in fiore e ronza di api gialle» presero ad andarle avanti e indietro per la testa, ritmicamente, e mentre andavano avanti e indietro, le parole, come piccole lampade schermate, una rossa, una blu, una gialla, si accesero nel buio della sua mente, e le sembrò che lasciassero un appiglio per volare avanti e indietro, o per gridare e sentire l’eco; così si girò e cercò un libro sul tavolino accanto a lei.

,
E tutte le vite che mai vivemmo
E tutte le vite a venire
Sono piene di alberi e di foglie caduche,

mormorò, infilando i ferri nel calzettone. E aprì il libro e cominciò a leggere qua e là a caso, e mentre leggeva sentì che tornava indietro, si arrampicava, in su, facendosi strada tra petali che si curvavano su di lei, tanto che sapeva soltanto questo è bianco, o questo è rosso.
All’inizio non capiva che cosa significassero le parole.

Volgete, volgete qui i pini alati, stanchi Marinai

leggeva e voltava le pagine, dondolandosi, andando da una parte all’altra, da un verso all’altro come da un ramo all’altro, da un fiore rosso e bianco a un altro, finché un rumore sordo la fece riscuotere..."

(V. Woolf, Gita al faro)


Recensione film: VIA DALLA PAZZA FOLLA di Thomas Vinterberg



Ieri sera mi è venuta voglia di guardarmi in streaming un film che è stato dato al cinema molto di recente.

VIA DALLA PAZZA FOLLA



Tratto dal famosissimo e omonimo romanzo inglese dell'800, di Thomas Hardy, il film è la seconda versione cinematografica dopo il precedente classico del cinema inglese con Julie Christie e Alan Bates, negli anni 60. A vestire i panni della bellissima e testarda proprietaria terriera Batsheba e del suo fattore sono qui Carey Mulligan e Matthias Schoenarts, in un adattamento dalla letteratura al cinema tra i migliori degli ultimi anni per ricchezza dell'ambientazione e bravura degli interpreti. Un film sontuoso. (fonte: comingsoon)



REGIA: Thomas Vinterberg
SCENEGGIATURA: David Nicholls
ATTORI: Carey Mulligan, Matthias Schoenaerts, Michael Sheen, Juno Temple, Tom Sturridge, Hilton McRae, Bradley Hall, John Neville


Via dalla pazza folla ha per protagonista Batsheba Everdene (Carey Mulligan), una donna, forte, volitiva, orgogliosa, indipendente e desiderosa di mantenere la propria libertà.

Conosce il signor Gabriel Oak (Matthias Schoenaerts) durante un soggiorno da una anziana zia, e subito lui si sente attratto da questa donna dal sorriso dolce ma dal carattere deciso.
Così le chiede di diventare sua moglie, ma la delusione è alle porte: lei  risponde di no, pur sentendo una certa attrazione per quell'uomo alto, affascinante, bravo nel proprio lavoro, sempre disponibile e molto taciturno.

Pur riconoscendo in lui un buon potenziale marito, non ha alcuna intenzione di legarsi in matrimonio, semplicemente perchè questo tipo di legame tanto vincolante non corrisponde al suo modo di concepire la vita di donna libera.

Le strade dei due si dividono temporaneamente: per Oak le cose non si mettono bene, e a causa di un "incidente" che vede coinvolte le sue 200 pecore, perde tutto quel che ha ed è costretto a lasciare tutto, cercando fortuna altrove.

Lei invece scopre di essere la ricca ereditiera di uno zio benestante, che possiede una grande fattoria, messa maluccio ma che Bathsheba saprà mettere in sesto con la tenacia e la capacità organizzativa che la contraddistingue.

Le strade dei due si incrociano nuovamente e questa volta Gabriel viene assunto da lei, come pastore.

Tra i due i rapporti sono oscillanti e instabili: lui nutre dell'affetto sincero e forte per lei, unito alla voglia di proteggerla, mentre la signorina non fa che sottolineare la posizione subalterna di lui e il suo doverle portare rispetto perchè sua padrona.

Batsheba non riesce a (o forse non vuole) vedere l'amore di lui, pur apprezzandone la fedeltà assoluta.

.
E' convinta di non aver bisogno di un uomo accanto a sè e continua a rifiutare la proposta di matrimonio anche da parte di un vicino di casa benestante, gentile e colto (William Boldwood)

Fino a quando non arriva un sergente, ricco, bello ma terribilmente sfrontato e arrogante...

Batsheba è una donna come tutte noi: anche se convinta di essere libera dal potere dell'amore, è come chiunque altra, bisognosa di protezione, affetto e devozione totali.

Ma non rischia di cercare tutto questa nella persona sbagliata?

Eppure Gabriel è sempre lì, a vegliare su di lei, con il suo sguardo dolce e attento, la sua presenza forte e premurosa, la sua voce calda e rassicurante.


L'aspetterà per sempre? Deciditi, Batsheba, prima che sia troppo tardi...!

Una storia ambientata nell'affascinante Inghilterra di fine Ottocento, nelle sconfinate terre del Dorset; gli ambienti naturali sono spettacolari, immensi spazi verdi, cieli azzurri e, uniti a delle musiche romantiche molto belle, non possono che far sognare ad occhi aperti.

E in effetti bastano questi a creare l'atmosfera, perchè la storia di per sè, per quanto romantica, non ha - a mio avviso - al suo interno elementi che la rendano davvero irresistibile.
E' una storia d'amore tipica di quel tempo, di quelle raccontate dai classici dell'epoca: contrastata, appassionata, dolce e struggente, in cui all'amore puro, forte, incondizionato si oppone quello interessato capriccioso, infantile, contornato di ostacoli che mettono in pericolo - fino a 5 minuti prima dalla fine - l'amore vero.

Consigliato a chi ama le storie romantiche, recitate bene e collocate in un'epoca e in un contesto pieni di fascino, pittoreschi a livello naturalistico; allo stesso tempo aggiungo anche che però, alla del film, non mi è venuto da esclamare: ma che bella storia d'amore!! mi ha emozionata tantissimo!

A rapirmi, ripeto, sono state più le ambientazioni, le musiche e Schoenaerts, affascinante davvero. 

Ultimo film recensito: SUBURRA

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sabato 31 ottobre 2015

Remembering River Phoenix



Da sua fan, impossibile non ricordarlo spesso, tanto più oggi, 31 ottobre.



Spazio Esordienti: AAA. CERCASI DISPERATAMENTE UN LIETO FINE di Ariel



Buongiorno, cari lettori, e buon sabato!!
Questa mattina non starò molto al pc ma non potevo non scrivere qualcosa ^:^
E in questo post desidero segnalarvi il romanzo di un'autrice emergente.


AAA. CERCASI DISPERATAMENTE UN LIETO FINE
di Ariel


178 pp
3.52 euro
2015



Trama

Jennifer è una ragazza insoddisfatta della propria vita: svolge una professione che non le piace, è fidanzata con un ragazzo che la tradisce e convive con una modella che la obbliga a seguire le sue assurde diete. Così, quando capisce che ha vinto il primo premio alla lotteria Italia, non ci impiega molto tempo a mandare tutti a quel paese e a impegnarsi ad acquistare uno splendido attico in centro a Milano ma... dopo un giorno ricco di soddisfazioni la ragazza si accorgerà che c'è stato un errore, e che non ha vinto proprio nulla!
Cosa fare allora? Come rimediare ai danni che ha combinato?
Tra le ricerche di un lavoro, nuove conoscenze e la determinazione a volersi tirare fuori dai guai la ragazza vivrà una serie di avventure che la porteranno (forse) a coronare il suo più grande obiettivo: raggiungere un lieto fine perfetto per iniziare un nuovo capitolo, altrettanto meraviglioso, della sua vita.

venerdì 30 ottobre 2015

In lettura: I MIEI MARTEDI' COL PROFESSORE di Mitch Albom



Libro in lettura da oggi.
Lo conoscete? Lo avete letto? Che ne pensate?

I MIEI MARTEDI' COL PROFESSORE
di Mitch Albom


Ed. Rizzoli
200 pp
7.90 euro
2000

Un giovane giornalista, cinico e rampante, e Morrie, suo vecchio professore, malato senza speranza, tornano a incontrarsi e parlarsi ogni martedì. Nei loro incontri settimanali parlano della famiglia, del perdono, della vecchiaia, della morte, ma soprattutto dell'amore.


«Un libro straordinario, una storia di sentimenti scritta con l'anima.» Los Angeles Times «Adoro questo libro. L'ho consigliato a tutti i miei amici. Una splendida storia vera, che irradia un incessante alone di luce.» Amy Tan 

«Questo libro è una miniera incredibile. Dal senso della propria mortalità scaturiscono insegnamenti e rivelazioni. L'insegnante che condivide questa esperienza cì regala una profonda saggezza. Ho riso, ho pianto e ho ordinato cinque copie per i miei figli.» Bernie Siegel 

«Un racconto toccante, di coraggio e saggezza, narrato attraverso gli occhi di un mentore impenitente che esplora gli aspetti multiformi della sua morte. C'è molto da imparare dalla sua ultima lezione.» Jon Kabat- Zinn 

«Un libro scritto splendidamente con grande chiarezza e saggezza. Coglie in modo incantevole la semplicità che si annida nelle complessità della vita.» M.Scott Peck

Recensione: GITA AL FARO di Virginia Woolf



Dalla narrativa di ieri sera passiamo a un classico psicologico che per me si è rivelato impegnativo da leggere (almeno nel primissimo approccio alla lettura):

GITA AL FARO
di Virginia Woolf

Ed. Einaudi
trad. A. Nadotti
216 pp
10 ero
Sinossi

1914. La signora Ramsay, serena e materna. Il signor Ramsay, brusco e severo. Insieme a loro, in vacanza sull'isola di Skye, ci sono gli otto figli e una nutrita schiera di amici.
Una sera programmano una gita al Faro.
Per James, il figlio piú piccolo, quel faro lontano rappresenta una meta magica e sconosciuta, un luogo a lungo sognato.
Ma trascorreranno dieci lunghi anni prima che i superstiti della famiglia Ramsay realizzino quel desiderio in una giornata che farà riaffiorare ricordi mai dimenticati e si trasformerà in un ultimo tentativo di riconciliazione.


Gita al faro è uno di quei libri per il quale ho dovuto imparare a sospendere il giudizio durante la lettura per darne uno soltanto una volta giunta all'ultima pagina.

E' uno di quei libri con i quali non sono entrata immediatamente in affinità, ma che pure ho continuato a leggere per una sorta di attrazione che lo stile di scrittura dell'Autrice ha esercitato su di me.

Gita al faro è un romanzo con una forte connotazione autobiografica diviso in tre parti: La finestra, Il tempo passa, il Faro.

Nella prima, facciamo la conoscenza della famiglia Ramsey e apprendiamo subito che c'è in casa il desiderio di andare a fare una gita al Faro.
Ma il progetto fallisce miseramente contro il volere del signor Ramsey che, autoritario e dispotico come sempre, scoraggia la moglie e il figlio James dicendo che il giorno dopo avrebbe fatto maltempo, quindi niente gita.
Questo episodio - apparentemente irrilevante - segnerà in un certo senso i rapporti tra il signore e la signora Ramsey, e del primo col figlio James, che maturerà quasi un sentimento di odio per il padre tirannico.

La seconda sezione, molto breve, ci rende note alcune cose che sono accadute nel tempo, durante il quale è scoppiata la Prima Guerra Mondaile.

E infine la terza parte, collocata diversi anni dopo, in cui rivediamo alcuni membri della famiglia Ramsey fare finalmente questa gita al faro e seguiamo i pensieri, i ricordi e le gli stati d'animo dell'amica di famiglia, la pittrice Lily Briscoe (incontrata a cena nella prima parte), che sta cercando di ultimare un suo quadro.

Il romanzo è narrato secondo la tecnica del flusso di coscienza, è molto introspettivo, psicologico, dà ampio spazio a stati d'animo e pensieri, a ricordi e immagini mentali della signora Ramsey prima e di Llly poi.
Seguire lo svolgersi degli eventi può essere "complicato" perchè la narrazione dei fatti si intreccia e "si perde" nel fiume di parole e pensieri; l'Autrice ci fa entrare nella mente dei personaggi, dandoci un quadro della loro personalità, delle virtù e delle loro debolezze.

Spicca la signora Ramsey, tanto bella, carismatica, dalla forte personalità, capace di sedurre e concentrare su di sè l'attenzione, quanto debole e remissiva col marito, col quale non riesce ad imporsi, consapevole di quanto lui se ne approfitti di questa cosa, pur amandola.

E poi c'è Lily, con le sue profonde insicurezze, la consapevolezza di essere quasi insignificante se paragonata alla signora Ramsey o ad altre conoscenti.

E' un romanzo in cui ti senti rapito dal potere suggestivo, evocativo delle parole, che ti passano davanti struggenti, con forza, capaci di creare immagini, suoni, profumi nella tua mente, e non riesci a non essere affascinato dalla loro poesia.

L'ultima parte è quella che ho preferito, l'ho trovata meno "confusa", ma in generale il romanzo mi è piaciuto perchè ha questa atmosfera evanescente, nebulosa, come eterea ed evanescente è la signora Ramsey, così colta, posata, affascinante, seduttiva, sensibile ma anche fragile.

Gita al faro è dunque un romanzo in cui non conta tanto la narrazione di fatti e vicende, quanto il mondo interiore che c'è dietro di essi, la tempesta di pensieri ed emozioni di chi  li vive.
Ci sono diversi passaggi molto belli e intensi; la narrazione è attraversata da una malinconia dolce e appassionata insieme, ammaliante (soprattutto nell'ultima parte), propria di chi resta ancorato a un passato felice che adesso non c'è più, ritornando ad esso con la memoria.

Consigliato a chi ha voglia di un romanzo molto "psicologico" e, in un certo senso, impegnativo.
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