lunedì 4 gennaio 2016

Recensione: IO CONFESSO di John Grisham



Buon pomeriggio, cari lettori e amici, con questa mia prima recensione del 2016!

IO CONFESSO
di John Grisham


Ed. Mondadori
trad.N. Lamberti
437 pp
10 euro
2010
E' una fredda mattina d’inverno del 2007 quando uno sconosciuto claudicante, poggiato a un bastone e dall'aspetto non proprio rassicurante, si presenta nella parrocchia del reverendo Keith Schroeder per parlare con lui.
Ad accoglierlo è la lla graziosa moglie del pastore, Dana, cui il tizio non piace per niente, ma un po' di carità cristiana non si rifuta a nessuno, e l'uomo vieni invitato ad un colloquio con Keith.
Travis Boyette, questo il nome dell'uomo, sostiene di custodire da molti anni un terribile segreto che è deciso a confessare.
Perché proprio adesso?
Lui dice di avere dei rimorsi e che, ormai affetto da un tumore incurabile al cervello e dunque probabilmente prossimo alla morte, desidera liberarsi dal peso che grava sulla sua coscienza.
Boyette confessa di aver rapito, violentato per ore, strangolato, ucciso, nel 1998, e sepolto in una zona boschiva del Missouri, una adolescente, Nicole Yarber.

Eppure, secondo la versione ufficiale, l'assassino della giovane - il cui corpo non fu mai ritrovato - è già stato individuato, processato e condannato alla pena di morte, in Texas: si tratta del 27enne di colore Dontè Drumm, che, dopo 9 anni di carcere - in cui si è proclamato innocente - sta per essere giustiziato con un'iniezione letale.

Ma se Travis non è semplicemente un folle in cerca dei fantomatici quindici minuti di pubblicità e sta dicendo quindi la verità, ciò significa che non c'è tempo da perdere e che il vero assassino deve correre immediatamente in Texas, confessarsi quale vero colpevole e fermare l'esecuzione.

Tutto semplice, no?
E beh, l'Autore con questa storia bella corposa e ricca di dettagli giuridici, ci risponde con un bel NO.
E' tutt'altro che semplice fermare un'esecuzione di un condannato nel braccio della morte, soprattutto in Texas (che, detto per inciso, è lo Stato americano dove sono state eseguite più condanne a morte).
Anche quando hai dalla tua parte uno studio legale ligio al proprio mandato, che prende a cuore il tuo caso con tutto il fervore e la devozione possibili, inventandosene di tutti i colori pur di tirarti fuori dal carcere e dal braccio della morte.
Robbie Flak è un avvocato di Sione, in Texas, tutto d'un pezzo, che cerca di fare al meglio il proprio lavoro e da 9 anni sta spendendo tempo e fatica, e forse anche un po' di salute, per dimostrare l'innocenza del proprio giovane assistito, Dontè Drumm.

Grisham ci lascia entrare nel pieno e nel vivo dei tentativi di Flak&co. di dare al povero Dontè - che tutti i suoi legali reputano innocente, e anche la sua confessione, poco dopo l'arresto, non è valida in quanto estorta - un'ultima possibilità di uscire vivo dal carcere, ma il tempo e la burocrazia americana - insieme al fatto che i processi e le condanne ci sono già stati e il caso è stato chiuso, tanto per i giudici e i procuratori, quanto per la famiglia Yarber, quanto per l'opinione pubblica - remano contro di loro.

A dare uno spiraglio di luce c'è lui, lo stupratore seriale, l'uomo meno credibile degli Stati Uniti, che a un certo punto ha deciso di confessarsi con un pastore luterano di Topeka: Travis è l'uomo che potrebbe essere la carta vicnente per Flak e Dontè, colui la cui confessione potrebbe definitivamente scagionare un innocente, prima che sia troppo tardi.

"Io confesso" è un legal thriller che basa tutto su questo: mentre i giorni, le ore, i minuti passano, l'avvocato di Dontè non sa dove sbattere la testa per ottenere quantomeno una sospensione della condanna a morte, e proprio quando tutto sembra perduto, uno sconosciuto uomo di fede, Keith, lo chiama per fargli sapere che lo sta raggiungendo in compagnia di un uomo che dice di essere lui l'assassino di Nicole, e che lo stato del Texas sta per ammazzare l'uomo sbagliato.

A fare da filo conduttore al romanzo è la domanda: ce la faranno l'avvocato Flak e il reverendo Keith a portare la testimonianza di Travis davanti agli organi di competenza, che hanno il potere di rivedere la sentenza di morte e fermarla? E loro saranno pronti a credergli?

Intanto, la popolazione di Sione è in fermento proprio mentre si avvicina il giorno della condanna di Dontè: disordini e risse, incendi e atti criminali stanno mettendo a ferro e fuoco la città, e a portarli avanti è la comunità nera, convinta dell'innocenza del loro amico Dontè, che reputano vittima di un sistema giudiziario corrotto e molto probabilmente razzista.

Grisham  ci fa conoscere tutti i dettagli del caso, dai primi momenti della scomparsa di Nicole a tutto ciò che è stato fatto per far cadere ogni colpa su Dontè Drumm, che si è ritrovato coinvolto drammaticamente in un grave caso di sequestro/violenza e omicidio senza sapere neanche lui come.
L'Autore si sofferma sugli stato d'animo e sugli effetti devastanti che un condannato vive dolorosamente sulla propria pelle quando sa che i suoi giorni sono contati; e se è vero che il carcere non è piacevole per nessuno, colpevoli compresi, quanto può essere brutale e traumatico per un innocente?

Ancora, Grisham ci mostra come il sistema penale negli USA possa essere viziato al punto da portare avanti una sentenza anche quando si affacciano delle possibilità che essa possa essere frutto di un madornale errore.
Chi, a partire dai "piani bassi" - poliziotti, avvocati dell'accusa... - per proseguire con quelli "più alti" - procuratore, governatore, Corte Suprema... - avrà il coraggio di dire: Fermatevi, non andate avanti con questa ingiustizia, abbiamo sbagliato tutto, il colpevole non è quello che avevamo creduto in tutti questi anni?".

E' un romanzo che lascia entrare il lettore nel vasto e complesso mondo della legge americana sulla pena di morte, svelandone le tante lacune e incoerenze; è un romanzo che vuol far riflettere il lettore su come la pena di morte sia uno strumento discutibile; è un "romanzo sicuramente molto americano" (passatemi l'espressione), che - come ne "Il momento di uccidere" - non può fare a meno di porre la questione della discriminazione razziale, di come i media e l'opinione delle masse siano capaci di infangare o scagionare un uomo in base a come va il vento, e di come sia snervante e crudele l'attesa di un condannato nel braccio della morte.

Sembra di essere in un film di quelli che spesso danno in tv su questa controversa tematica; senz'altro scritto bene, molto dettagliato, corposo sì ma a mio avviso non noioso; forse il ritmo in certi momenti è più lento e molti particolari potrebbero essere davvero poco utili allo sviluppo della storia, ma nel complesso è un buon legal-thriller.

Consigliato in particolare a chi è amante del genere e dell'Autore.



thriller


domenica 3 gennaio 2016

Frammenti di...AMORE, ZUCCHERO E CANNELLA



Carissimi lettori e amici!
Come è iniziato questo 2016? Con quali letture?

Io sto leggendo un legal-thriller - IO CONFESSO - by Grisham (sono a buon punto e spero entro domani di scriverne la recensione) e una raccolta di racconti di Edgar Allan Poe.
Entrambi i libri entreranno poi a far parte degli obiettivi della mia Reading Challenge! :=)

Ma ora volevo condividere con voi qualche frammento libroso, tratto dal romance AMORE, ZUCCHERO E CANNELLA di Amy Bratley (RECENSIONE).


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"Dove c'è un cuore c'è una casa, ma cosa accade quando il cuore si spezza?".


"La migliore vendetta è riuscire a essere di nuovo felice. E non solo un po' felice, ma straordinariamente, eccezionalmente felice, come mai prima".




,
"Aveva detto per sempre come fosse una condanna a morte. pensai come era strano che una parola assumesse un significato completamente diverso a seconda di chi la pronunciasse. Avevo sempre amato le parole per sempre".

"In definitiva, ciò che fa di una casa un focolare domestico è la famiglia. Non importa dunque che sia linda e pinta; senza una famiglia non sarà mai nient'altro che una casa ordinata".



sabato 2 gennaio 2016

Reading Challenge 2016



E anche io quest'anno partecipo ad una READING CHALLENGE! ^_^

Ecco le categorie scelte insieme ai membri del gruppo di lettura di cui faccio parte su Fb.
Spero di riuscire a portare a termine tutti gli obiettivi entro un arco di tempo..., come dire, accettabile! :)


Alcuni già li ho in mente (e magari poi cambierò pure idea, chissà...), gli altri verranno fuori man mano! 





1. Un libro scritto nell'anno in cui sei nato
2. Un libro con più di mille pagine

3.Un libro con meno di 80 pagine

4. Un libro che ti è venuta voglia di leggere dopo averne sentito parlare da un amico
  • L'ODORE DELLA POLVERE DA SPARO di A. Coco (RECENSIONE)

5. Un libro di fantascienza

6. Un libro che ti faccia piangere

  • LA BAMBINA NUMERO 8 di K. van Alkemade (RECENSIONE)

7. Rilettura di un classico letto alle superiori

8. Un libro di un autore indiano
  • BUDDHISMO, CRISTIANESIMO, ISLAMISMO,. Le mie considerazione di Gandhi (RECENSIONE)

9. Un classico 

10.Un libro il cui contenuto riguardi la musica

11. Un libro del mese

12. Un libro - testo teatrale

13. Uno dei finalisti del Premio Bancarella 2016
  • LA TEOLOGIA DEL CINGHIALE di G. Nemùs (RECENSIONE)


14. Un libro che parli di amicizia

15. Un libro di racconti 

16. Un libro di un giovane autore italiano, magari proprio quello di esordio

17. Un thriller
18. Una biografia
  • LESSICO FAMIGLIARE - N. Ginzburg  (RECENSIONE)


19. Un libro rosa


20. Un libro di un autore siciliano
  • LA MOSSA DEL CAVALLO di A. Camilleri (RECENSIONE)


21. Un romanzo distopico


22. Un libro da cui è stato tratto un film  
  •   NON TI MUOVERE - M. Mazzantini  (RECENSIONE)

23. Un libro che abbia come argomento l'anima e l'altrove
  • IL PAESE CHE AMO DI PIU' di O.J. Smith (RECENSIONE)

24. Una raccolta di poesie


25. Un libro che parla di un gatto (o di gatti)
  • IL GATTO CHE AGGIUSTAVA I CUORI di R. Wells (RECENSIONE)


26. Un libro di argomento storico/avventuroso


27.Un libro di un autore africano  
  •  CACCIATORI DI DIAMANTI - W. Smith (RECENSIONE)


28. Una graphic novel
  • IL BLU E' UN COLORE CALDO di J. Maroh (RECENSIONE)


29. Un libro dell'autore più odiato

30. Un libro "femminile" dove l'autore o l'autrice racconti una storia di donne


31. Un libro tratto da una storia vera

32. Un libro sull'olocausto 

33. Un libro di avventure per ragazzi
  • IL LAGO DEL TEMPO FERMO (L. Bonalumi) - RECENSIONE


34. Un libro che avevi interrotto 
  • A UN CERBIATTO SOMIGLIA IL MIO AMORE di Grossman (RECENSIONE)

35. Un libro scelto tra i 12 finalisti del premio Strega 2016


36. Un romanzo di un autore russo
  • IL VIAGGIATORE INCANTATO - N. Leskòv (RECENSIONE)

venerdì 1 gennaio 2016

Anteprima Einaudi: IL PAESE DELL'ALCOL di Mo Yan



La metafora del cannibalismo è profondamente radicata nell'immaginario cinese. 
A Jiuguo, il Paese dell'alcol, essa raggiunge però una forma particolarmente raffinata (e al contempo crudele): si dice che dietro adeguata ricompensa, i genitori cedano i loro neonati a una società che a sua volta li destina ai migliori ristoranti. 
Inviato per indagare, l'ispettore Ding incontrerà molti ostacoli sul suo cammino verso una difficile «verità». 
Un noir a tinte forti, un ritratto inquietante della Cina profonda.


IL PAESE DELL'ALCOL
di Mo Yan



Ed. Einaudi
pp. 376 
€ 21,00
A cura di Maria Rita Masci
Trad.  Silvia Calamandrei
in uscita a inizio gennaio
Trama

L'ispettore Ding Gou'er è sulle tracce di un orrendo traffico che consente ad alcuni selezionati ristoranti di offrire ai propri clienti un cibo prelibatissimo: la carne di neonato
Inviato a Jiuguo per verificare la fondatezza delle anonime accuse ricevute in Procura, Ding è costretto a continue libagioni nei banchetti ufficiali a cui è invitato dalle autorità locali, e, obnubilato dai fumi dell'alcol, non riesce mai a capire se quanto gli viene imbandito è veramente carne umana o una presentazione ad effetto frutto della manipolazione di altri ingredienti. 
Nelle indagini trova antagonisti e compagni, non sempre fidati, e incontra una serie di incredibili personaggi, dalla seducente autista di camion al diabolico nano imprenditore, dal boss locale alla responsabile dell'Accademia di cucina che insegna a cucinare gli ornitorinchi, dal guardiano del Cimitero dei martiri rivoluzionari al venditore ambulante di ravioli, una fantasmagoria di personaggi che spesso sfumano nel fantastico e nel demoniaco. 
Nei dieci capitoli dedicati all'inchiesta, sono incastonati uno scambio epistolare tra l'autore e un aspirante giovane scrittore esperto di distillazione di alcolici, e un suo racconto breve con personaggi e vicende che rimandano o echeggiano la narrazione cornice: si viene cosí a creare un gioco di specchi tra realtà e finzione in cui Mo Yan finisce per ritrovarsi personaggio nel capitolo conclusivo che non offre né una soluzione dell'enigma né una catarsi, perché i protagonisti e i loro alter ego restano invischiati e presi in trappola, inseguendo le proprie ambizioni e i propri fantasmi e lasciandosi catturare dai meccanismi perversi del potere. 

Il Paese dell'alcol è forse il romanzo in cui Mo Yan dà la miglior prova di quel «realismo allucinato» che gli ha meritato il Premio Nobel. È un'invettiva contro la corruzione che pervade la società, coltivata dai funzionari al potere ma divenuta una necessità di sopravvivenza per ciascuno, in una Cina che vive uno sviluppo tumultuoso a caccia del successo e del guadagno ad ogni costo.

L'autore.
Mo Yan, premio Nobel per la Letteratura nel 2012, nasce nel 1955 da una famiglia numerosa di contadini poveri, a Gaomi, nella provincia dello Shandong. Nel febbraio del 1976 abbandona il povero e isolato paese natale per arruolarsi nell'esercito. Fa il soldato semplice, il caposquadra, l'istruttore, il segretario e lo scrittore. Nel 1997, congedatosi dall'esercito, inizia a lavorare per un giornale. Nel frattempo si è laureato presso la Facoltà di Letteratura dell'Istituto Artistico dell'Esercito di Liberazione Popolare (1984-1986) e ha ottenuto un Master in Studi letterari e artistici presso l'Università Normale di Pechino (1989-1991). Inizia a pubblicare nel 1981.
Fra le sue numerose opere narrative, Einaudi ha finora pubblicato Sorgo rosso, L'uomo che allevava i gatti, Grande seno, fianchi larghi, Il supplizio del legno di sandalo, Le sei reincarnazioni di Ximen Nao, Le rane, Le canzoni dell'aglio e Il paese dell'alcol. Delle sue undici novelle si ricordano Felicità, Fiocchi di cotone, Esplosioni, Il ravanello trasparente. Tra i racconti, Il cane e l'altalena e Il fiume inaridito, che Einaudi ha pubblicato nella raccolta di racconti L'uomo che allevava i gatti.
Ha anche scritto opere teatrali e sceneggiature cinematografiche come Sorgo rosso, Il sole ha orecchie, Addio mia concubina. Il film Sorgo rosso è stato premiato con l'Orso d'Oro al Festival del cinema di Berlino e Il sole ha orecchie con quello d'Argento. Nel 2005 gli è stato assegnato il Premio Nonino per la sua intera opera.

giovedì 31 dicembre 2015

BUON 2016!!!



Carissimi amici e lettori che passate di qui...
Anche quest'anno è trascorso e siamo giunti alle soglie di un nuovo anno.
Come sempre in questi giorni, capita di fare un bilancio di come sono andate le cose fino ad oggi:  ci guardiamo indietro e pensiamo a quanti desideri siamo riusciti a realizzare, a quanti invece abbiamo dovuto accantonare; pensiamo alle delusioni e alle soddisfazioni, alle gioie e alle lacrime.
Come è successo a me, forse anche nel vostro 2015 avete avuto salite e discese; magari ci sono sembrate - o lo sono state realmente - più frequenti e abbondanti le salite che le discese, ma ormai siamo qui.

Possiamo solo augurarci che il 2016 che sta per entrare ci doni qualcosa di più e di migliore dall'anno che ci lasciamo alle spalle, e - per quanto ci riguarda - fare la nostra parte per cercare di realizzare sogni e obiettivi, mettendoci passione, tenacia, convinzione.

Auguro di cuore a ciascuno di voi tutto ciò che desiderate e che può donarvi serenità e gioia.

E chiaramente, BUONE LETTURE!! *_*

BUON ANNO CARISSIMI!


martedì 29 dicembre 2015

Recensione: CIME TEMPESTOSE (Wuthering Heights) di Emily Brontë



E dopo averlo letto almeno tre volte, trascritto i passaggi più belli, amato.., finalmente posso scriverne la recensione!

Credo questa sia l'ultima del 2015 :)


CIME TEMPESTOSE
(Wuthering Heights) 
di Emily Brontë


.
Capolavoro di letteratura inglese e unico romanzo di Emily Brontë,
l libro, stampato in proprio e in poche copie, non desta, come del resto quelli delle sorelle, grande interesse; in seguito si imporrà come singolare capolavoro della letteratura inglese. 

Nella solitaria e selvaggia brughiera dello Yorkshire si consuma una tumultuosa e distruttiva passione amorosa. Tutti i tormentati contrasti che s'innescano tra gli abitanti di una agiata dimora a fondo valle e quelli di una fattoria su di un colle ventoso convergono nella figura del trovatello Heathcliff. Le contraddittorie e velenose passio  ni umane innestano nell'amore la sofferenza e la crudele vendetta.

Ed. La Repubblica - trad. P. Brusasco

Il romanzo ha inizio nel 1801, quando un certo signor Lockwood, in una notte buia e tutt'altro che serena, giunge a Thrushcross Grange, la dimora che prenderà in affitto dal signor Heathcliff.

Il padrone di casa si dimostra subito poco socievole, molto scontroso e burbero "tagliente come la lama di una sega, e duro come una roccia", e l'emozione più benevola che riesce a condividere con l'educato, sussiegoso e stupito ospite è un cinico sarcasmo.


Lockwood fa la conoscenza anche degli attuali abitanti di Wuthering Heights: il petulante vecchio domestico Joseph, il giovane accigliato e poco educato Hareton, e la giovanissima, bella ma altezzosa Catherine Linton, nuora di Heathcliff.
Tra i membri di questa bislacca famiglia non ci sono buoni rapporti ma tutti sembrano terribilmente infelici e schierati l'uno contro l'altro.
Come mai? Cosa è accaduto che li ha resi tristi, irascibili, incapaci di manifestare un minimo di gentilezza?

Tutto ci verrà spiegato dalla nostra Emily attraverso la voce di una perfetta narratrice, e l'occasione verrà data dal cattivo tempo, che costringe Heathcliff ad una ospitalità che volentieri si sarebbe risparmiato: far dormire Lockwood per una notte in casa propria; durante la notte l'uomo, la cui curiosità lo spinge a leggere - per far passare il tempo - i diari e le confessioni scritte (presenti nella stanza in cui viene confinato) dei vecchi abitanti della casa, farà incubi e sogni turbolenti, con tanto di visita da parte di un fantasma che dice di chiamarsi Catherine e di vagare ormai da troppi anni nella desolata brughiera.

Chi è Catherine Earnshaw e cosa ha a che fare con Heathcliff e con Wuthering Heights?

Come dicevo, la raccontastorie e voce narrante, che intratterrà tanto Lockwood quanto noi lettori, è lei, Ellen Dean (Nelly), la governante che ha conosciuto tutta la famiglia Earnshaw e che meglio di chiunque altro può svelarcene segreti, vicende, passioni, amori e vendette, andando indietro di più di venti anni.

Catherine Earnshaw è solo una bimba quando suo padre, di ritorno da un viaggio, porta con sè uno zingarello selvatico, nero e scontroso, chiamato Heathcliff.
Il signor Earnshaw si affeziona inspiegabilmente all'orfano (le cui origini mai verranno svelate nel corso della narrazione, quasi a voler dare a questo personaggio un carattere oscuro sin da bambino) e questo dà molto fastidio al fratello maggiore di Cathy, Hindley, che infatti - dopo la morte del padre - tratterà Heathcliff come il peggiore dei servi, degradandolo e umiliandolo al limite di ogni sopportazione, così da contribuire a farne una persona arrabbiata col mondo, cattiva, insensibile e vendicativa, ma anche forte e capace di saper subire in silenzio ed aspettare i tempi e le condizioni per attuare i propri piani di vendetta, attraversati da una vena quasi sovrannaturale, diabolica.

A trattare con benevolenza questo ragazzo selvaggio sono soltanto Nelly e la giovane Cathy Earnshaw, e con questa nascerà un sentimento, un amore tanto forte quanto impossibile.
I due, infatti, pur essendo legati in modo inscindibile tra loro, non riescono a restare uniti, e determinati eventi li separeranno, senza mai affievolire il loro amore.

Memorabile il passaggio in cui Cathy, in un momento di sfogo con Nelly, e indecisa se accettare o meno la proposta di matrimonio del "vicino di casa", Edgar Linton di Thrushcross Grange (l'esatto opposto, per carattere e costituzione, di Heathcliff), dice circa il proprio amore:


"Sarebbe un'umiliazione sposare Heathcliff adesso, quindi lui non saprà mai quanto lo amo; e non perchè sia bello... ma perchè lui è me più di quanto lo sia io stessa. Quale che sia la sostanza della nostra anima, la sua e la mia sono identiche...".
"La mia più grande pena a questo mondo sono state le pene di Heathcliff, e io le ho osservate e provate tutte fin dall'inizio; il mio grande pensiero nella vita è lui. Se tutto il resto perisse, e lui rimanesse, io continuerei ad esistere; e se tutto il resto rimanesse e lui fosse annientato, l'universo mi diventerebbe totalmente estraneo. Io non sembrerei farne parte. Il mio amore per Linton è come lo fronde di un bosco. Il tempo le cambierà, ne sono consapevole, come l'inverno cambia gli alberi. Il mio amore per Heathcliff somiglia all'eterna roccia sottostante... fonte di scarsa gioia visibile, ma necessaria. (...) io sono Heathcliff. Lui è sempre, sempre nella mia mente..., non come un piacere, non più di quanto io sia sempre un piacere per me stessa, ma come il mio stesso essere."


Seguiamo le vicende che hanno segnato l'amore tormentato di Heathcliff e Catherine, imparando a conoscere i caratteri dei due, come anche di tutti i personaggi che graviteranno loro attorno, durante e dopo le vicende che li riguarderanno direttamente.


Di Heathcliff abbiamo già detto qualcosa sul caratteraccio e sul perchè esso sia andato via via peggiorando; su come il suo livello di degrado morale e spirituale corrispondesse ad un 


Per quanto riguarda Catherine, non è propriamente il genere di protagonista femminile che colpisce positivamente in toto il lettore: 

E questo loro amore si rivela come un rapporto malato, quasi morboso: non possono fare a meno l'un dell'altra ma allo stesso tempo si stuzzicano, si provocano, tanto da inveire con violenza e rabbia, quasi che ad unirli siano l'odio e il risentimento piuttosto che un sentimento d'amore.

Non so se avete mai sentito o pensato voi stessi che l'amore renda migliori.
Beh, quello di Heathcliff è un tipo di amore totalmente rivestito di negatività: lo rende furioso, vendicativo, crudele, spietato, pieno di odio.
Heathcliff non è un eroe romantico (non nel senso stretto del termine, quanto meno) e pur essendo folle d'amore per Catherine - tanto da essere ossessionato dall'idea di volerla per sè anche sottoterra, una volta morto -, non riesce ad elevare la propria anima verso qualcosa di nobile.

Il degrado spirituale e morale cui Hinëdley l'ha costretto da ragazzo non gli ha impedito di ricercare e ottenere un miglioramento a livello sociale ed economico, ma l'amore non lo ha cambiato in meglio, anzi.
L'impossibilità di vivere insieme a Catherine ha fatto maturare in lui sentimenti colmi di vendetta verso tutte le persone a lei collegate, comprese le generazioni successive.
C'è qualcosa o qualcuno che può fermare l'odio e il veleno mortifero che scorre nelle vene di questo essere che sembra uscito fuori dal mondo delle tenebre, che sopravvive solo grazie al pensiero e alla speranza che i morti - i loro spettri - continuino a vagare nella brughiera ululante e scura, tormentando (o tenendo compagnia a) i vivi?

Emily ha creato, nella povertà e nella clausura della propria umile dimora di famiglia a Haworth, seducono per le loro personalità così decise e tratteggiate meravigliosamente; e, strano a dirsi, piacciono pur non essendo amabili o piacevoli caratterialmente, ma in quanto hanno ciascuno "il loro perchè" e la propria individuale collocazione nella storia, nel portarla avanti, nella creazione degli intrecci e, non ultimo, nel suscitare emozioni nel lettore - fossero anche soltanto rabbia e antipatia.

Lo stesso ambiente naturale, brullo, aspro, con i suoi suoni e rumori spettrali e sinistri, le sue ombre inquietanti, risulta animato, caratterizzato dalla stessa "ruvidità e asprezza" dei personaggi che in esso sono collocati.

Wuthering Heights non sembra scritto da una donna giovane, figlia di un reverendo, cagionevole di salute, cresciuta a suon di Bibbia e poco cibo, con la sola compagnia della famiglia..., ma è così, e questo forse ce la rende ancora più geniale.

Emily Brontë scrive un romanzo sui generis per i suoi tempi.
Darà al suo lettore l'atteso lieto fine dopo pagine e pagine di tormenti?

Lo scoprirete leggendolo e io, chiaramente, ne consiglio la lettura.

lunedì 28 dicembre 2015

Recensione film: LEI - HER di Spike Jonze



Ieri sera ho guardato un film in streaming, che vede come protagonista un attore che mi piace moltissimo: Joaquin Phoenix, il fratellino del "mio River".  ^_^


LEI - HER


2013
Regia: Spike Jonze

Cast: Joaquin Phoenix, Scarlett Johansson (solo voce), Rooney Mara, Olivia Wilde.


Il film è ambientato in un futuro neanche troppo lontano da noi, in cui un gruppo di intelligentoni ha creato un sistema operativo che interagisce in modo molto sviluppato con gli utenti, andando incontro alle loro esigenze di tipo relazionale.

A dare anima e cuore alla storia c'è lui, il protagonista, Theodorescrittore romantico, divorziato e terribilmente solo.

Theodore è un'anima sensibile e, come gli dice, sinceramente ammirato, un suo amico, dentro di sè ha una parte femminile molto accentuata, nel senso che dimostra di essere molto sensibile verso l'universo femminile, riuscendo a scrivere lettere d'amore ricche di sentimento e pathos, piene di una dolcezza che forse in un uomo è rara.
Ma Theodore vive l'attuale condizione di single con una certa sofferenza e inadeguatezza, così da cercare spesso "conforto" e compagnia all'interno di chatroom, con voci femminile sensuali che gli donano attimi di sensazioni e di estasi, che sono un mero surrogato e, alla fine dei quali, l'uomo si ritrova ancora più solo e frustrato.

Ha pochi ma fidati amici, che lo apprezzano per quel che è e che cercano di combinargli incontri sentimentali, in modo da fargli dimenticare la sua ex - il cui ricordo di frequente gli balza in mente, rendendolo malinconico e tristemente consapevole della propria solitudine -, ma non sempre questi vanno a buon fine perchè Theodore è restio a tuffarsi a capofitto in una relazione sentimentale, pur sentendone la necessità.

Finché un giorno non viene a conoscenza dell'evoluto sistema operativo, che sembra compensare in modo perfetto il bisogno di relazioni di persone sole o semplicemente desiderose di qualcuno che li comprenda e li assecondi.

Ed è così che Theodore acquista e "conosce" Samantha, un OS con una voce sensuale ma anche dolce, capace di ascoltarlo con pazienza e, allo stesso tempo di consigliare con ironia e leggerezza, venendo incontro ai suoi bisogni di affetto e di essere capito al volo.

La consapevolezza che si tratta di una voce virtuale, alla quale non corrispondono nè un corpo nè dei sentimenti reali, non impedisce a Theodore di affezionarsi: Samantha sembra completarlo, comprenderlo come non gli succedeva da tempo; lo ascolta, lo fa sorridere e ridere, lo eccita, fa per lui qualcosa di importante per la sua carriera (visto che il matrimonio fallito stava togliendo allo scrittore la gioia del proprio mestiere) dandogli fiducia e stimolandolo a credere in ciò che scrive.
In una parola: lo fa sentire vivo.

Se è vero che Samantha è una voce in un computer, è pur vero che questa voce non è metallica, impersonale, meccanica, registrata: Samantha ride, si imbarazza, scherza, chiede scusa..., reagisce come un perfetto essere umano e in questo modo riesce a compensare quello che parrebbe essere l'ostacolo più grande ad una vera e propria relazione: la fisicità, la "sostanza" di un corpo da stringere, toccare, abbracciare, accarezzare, di cui sentire il calore, del quale  Theodore possa dire: "E' mio, mi appartiene..., ci apparteniamo".

Theodore e Samantha si dichiarano amore, si sentono attratti l'uno dall'altra.

Com'è possibile sentire questo genere di trasporto fisico e mentale verso una persona che non esiste nella realtà?
E' possibile sentirsi legato, fidanzato ad una voce senza volto, senza occhi in cui perdersi, senza mani da toccare, senza labbra da sfiorare, senza un corpo da abbracciare?

La voglia di amare ed essere amato è talmente forte in Theodore da far sì che egli perda il raziocinio necessario a fargli distinguere il reale dal virtuale?

La relazione tra i due sembra un vicolo cieco, un amore senza sbocco e senza futuro: come ne uscirà Theodore, proprio adesso che sembra riporre in esso troppa fiducia, tanto da sentirsi rinato?



"Lei - Her" è un film particolare, che a mio avviso si sofferma egregiamente sulla solitudine dell'uomo contemporaneo, sul suo impellente bisogno di interazioni piene ed appaganti e sul rischio di ricorrere a dei surrogati che, per quanto in grado di simulare l'esperienza umana, ne sono comunque lontani nella sostanza.

Stupisce come Samantha sia una voce computerizzata ma così ben pensata e costruita da avere quasi "vita propria", un'intelligenza ed una empatia che sanno poco di tecnologia e molto di umano.


Ma resta il fatto che umana non è e c'è sempre la questione del limite corporeo, nonostante ci si impegni per ignorarlo.

Questo film è molto attuale per la tematica della virtualità e di come essa entri ogni giorno di più nella nostra vita fino a condizionarla, se pensiamo a quante sono le persone che quotidianamente accedono a siti per incontri e chatroom per trovare compagnia virtuale con persone che molto probabilmente non incontreranno mai.
La ricerca spasmodica di sensazioni e relazioni al di fuori del quotidiano può diventare ingestibile e spesso lascia solo un senso più profondo di vuoto, che credevamo di colmare ma senza in realtà riuscirci.

Non ho ascoltato la voce della bella Scarlett perchè ho visto il film in italiano, quindi di lei non c'è traccia per me, ma posso dire che Leaf conferma sempre la sua bravura, la sua capacità di entrare nel personaggio, trasmettendo con gestualità, espressioni facciali... tutta la solitudine, la frustrazione, la sofferenza di un uomo incredibilmente infelice, che di giorno si sente isolato e perso in una città grande ed in mezzo a tanta gente anonima, indaffarata e sola, e che di notte si ritrova in compagnia di luci e silenzio, che inevitabilmente desidera colmare, in qualche modo.

Con un'intensa interpretazione di Gioacchino, Her è un film che punta i riflettori su un tema attualissimo: il binomio realtà virtuale (con la sua potenziale ricchezza relazionale) e solitudine.

Per leggere le recensione di altri film, cliccare sull'etichetta "Cinema".

Cito e canto: SOLA



Un piccolo stralcio di "Amore, zucchero e cannella" con canzone associata ;)


"Guardando fuori dalla finesra la case di fronte, cercai di immaginare cosa avrei potuto vedere se le pareti esterne di quelle case fossero state buttate giù lasciando intantto l'interno.Quali drammi? Quali morti o nascite o gioie o dolori? Cosa stava facendo quella gente adesso?Rimasi con il fiato sospeso per la meraviglia. Anche se la mia vita era un totale disastro, pensai:  Sono sola una tra milioni di persone. Siamo tutti nella stessa barca. Non ero l'unica a essere  sola in quella città, sola nella mia cosiddetta casa, sola nella mia vita."

SOLA
(N.Zilli)

Sola,
E gli altri ballano
Mi piace farmi male
E ricordare la felicità cos’è
Sola
Anche prima di dormire
Lo vedi fuori piove
E non, non migliora neanche quando ci sei tu
Non cerco di più
E’ meglio se tu
Ora poi capirai che non ci sei stato mai
Io vorrei dare a te
Quello spazio che ti serve ma non c’è in questo blues
Questo è il mio blues
Sola
E gli altri ballano
E’ così che andrà a finire
Succede solo a quelli come me
Non cerco di più
E’ meglio se tu
Ora vai capirai

venerdì 25 dicembre 2015

LeggendOrientale: LA STRANA BIBLIOTECA di Murakami Haruki



E come ogni venerdì, diamo un'occhiata a quei romanzi, vecchi e nuovi, che vanno ad aggiungersi alla libreria virtuale orientale di questo blog.
Quest'oggi presentiamo il surreale universo di Murakami Haruki attraverso una fiaba misteriosa che vede protagonisti un ragazzo chiuso nel sotterraneo di una biblioteca da un malvagio vecchietto e un misterioso uomo-pecora che lo obbliga a imparare a memoria tre tomi sulla tassazione nell'Impero ottomano.

LA STRANA BIBLIOTECA
di Murakami Haruki


Ed. Einaudi
ill. L. Ceccotti
trad. A. Pastore
88 pp
15 euro
Novembre 2015

Le biblioteche contengono storie. 
Le storie contengono universi. 
E certi universi possono essere molto pericolosi. 

Una singolare storia sul potere della lettura: liberarci dalla prigione dell'infelicità.

Trama

Tornando a casa dopo la scuola, uno studente si ferma in una strana biblioteca e chiede alla bibliotecaria qualche libro che possa soddisfare la sua ultima curiosità (è un bambino curioso, il nostro protagonista): la riscossione delle tasse nell'Impero ottomano. 
La bibliotecaria lo manda alla stanza 107. 
Qui l'aspetta un altro bibliotecario, ancora piú bizzarro della prima: 

«Aveva la faccia coperta di piccole macchie nere, come tanti moscerini. Era calvo e portava occhiali dalle lenti spesse. La sua calvizie non era uniforme. Tutt'intorno al cranio gli restavano ciuffi di capelli bianchi ritorti, come in un bosco dopo un incendio».
 
È davvero una ben strana biblioteca, questa!
 Il bibliotecario accompagna il bambino attraverso un labirinto di corridoi e stanze, finché non arrivano in una stanza dove riposa un piccolo uomo vestito con una pelle di pecora. E qui le cose si fanno brutte: il bibliotecario e l'uomo-pecora spingono il piccolo in una cella. 
Il bambino rischia di fare una fine terribile se non arrivasse in suo soccorso una ragazza sconosciuta... 

L'autore.
Murakami Haruki è nato a Kyoto nel 1949 ed è cresciuto a Kobe. È autore di molti romanzi, racconti e saggi e ha tradotto in giapponese autori americani come Fitzgerald, Carver, Capote, Salinger. Con La fine del mondo e il paese delle meraviglie Murakami ha vinto in Giappone il Premio Tanizaki. Einaudi ha pubblicato Dance Dance Dance, La ragazza dello Sputnik, Underground, Tutti i figli di Dio danzano, Norwegian Wood(Tokyo Blues), L'uccello che girava le Viti del Mondo, La fine del mondo e il paese delle meraviglie, Kafka sulla spiaggia, After Dark, L'elefante scomparso e altri racconti, L'arte di correre, Nel segno della pecora, I salici ciechi e la donna addormentata, 1Q84, A sud del confine, a ovest del sole, Ritratti in jazz (con le illustrazioni di Wada Makoto), L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio, Sonno, Uomini senza donne e La strana biblioteca (con le illustrazioni di Lorenzo Ceccotti).
Fra il 2013 e il 2014 Einaudi ha pubblicato i tredici titoli della uniform edition nei Super ET, con le copertine di Noma Bar: L'arte di correre, L'elefante scomparso, L'uccello che girava le Viti del Mondo, Norwegian Wood, Dance Dance Dance, La ragazza dello Sputnik, Nel segno della pecora, Kafka sulla spiaggia, I salici ciechi e la donna addormentata, La fine del mondo e il paese delle meraviglie, Tutti i figli di Dio danzano, After Dark e Underground.

giovedì 24 dicembre 2015

Recensione: AMORE, ZUCCHERO E CANNELLA di Amy Bratley



Buon pomeriggio, cari lettori!
Direttamente dalla mia vacanza svizzera, vi giunge un'altra recensione, questa volta di un romance godibile e carino:


AMORE, ZUCCHERO E CANNELLA
di Amy Bratley


Ed. Newton Compton
trad. G. Pandolfo
9.90 euro
347 pp

Juliet aspetta da una vita questo momento. Finalmente una casa da dividere con Simon, un vero e proprio nido d’amore pieno di piante di cui prendersi cura e invaso da profumi di torte appena sfornate.
Ma il sogno è destinato a svanire: la prima notte nel nuovo appartamento, Juliet scopre che Simon l’ha tradita con la sua migliore amica. Il suo cuore è a pezzi, il dolore insopportabile, quella casa tanto desiderata d’improvviso è ostile. Niente pare esserle d’aiuto. Finché un giorno, rovistando tra le scatole ancora da aprire, Juliet s’imbatte nei vecchi libri della dolce nonna Violet, con cui è cresciuta dopo che la madre l’ha abbandonata.
In quelle pagine ingiallite, ricche di preziosi consigli e piene di appunti, Juliet sembra trovare il conforto di cui è in cerca: forse lì c’è quel che serve per tornare ad amare la sua nuova casa e a curarla come avrebbe fatto un tempo sua nonna, ricette segrete per dimenticare ai fornelli chi l’ha fatta soffrire, o tanti modelli di carta che attendono solo le sue mani, per trasformarsi in splendidi foulard, copricuscini, grembiuli pieni di pizzi.
Ma un giorno, nascosta tra quelle pagine degli anni Sessanta, Juliet trova una lettera. Una lettera che parla di qualcuno di cui lei ignorava l’esistenza…


Juliet Rice è una ragazza di 22 anni, romantica e tradizionalista, il cui sogno più grande è prendere casa a Londra con il suo fidanzato, Simon, con cui sta insieme da 4 anni.

Simon però è il suo esatto opposto: pragmatico, privo di qualsiasi vena romantica, non mostra grande entusiasmo all'idea di metter su casa con l'ingenua fidanzata, che evidentemente già si vede moglie e madre di figli cui per ora lui non pensa affatto.
Eppure, per amore o per paura di deludere Juliet, decide di assecondarla e di affittare un appartamento con lei. Ma la gioia della ragazza è destinata a scontrarsi con una dolorosa scoperta: Simon l'ha tradita con la loro coinquilina, Hanna, e questo fa sì che a Juliet crolli il mondo addosso.
Tutti i suoi sogni di costruire un nido d'amore in cui sentirsi a casa, falliscono davanti al doppio tradimento, che la ragazza dovrà cercare di affrontare da sola.

Ma a confortarla c'è un libro che profuma di buono, di ricordi: il libro di sua nonna Violet, una sorta di manuale per diventare una brava e convinta casalinga; non solo, ma dalla ormai defunta nonnina, Juliet ha ereditato l'attitudine e la bravura nel lavorare la stoffa, così da cucire deliziosi manufatti.

E mentre da Simon arrivano messaggi contraddittori - ora di pentimento, ora di rottura definitva -, sul lavoro non mancano le novità: anzitutto il suo capo - l'aitante Philip, dotato di eccessiva autostima - che comincia a mostrare improvvisi segni di interesse per Juliet, e poi l'incontro e la collaborazione professionale con un ragazzo carino e simpatico, Dylan.
Con questi scatta una complicità inaspettata, smorzata dal pensiero della delusione di Simon, che ancora brucia, e dal fatto che Dylan è semtimentalmente impegnato.

Non solo, ma la stessa Juliet ha un passato doloroso che la blocca, che rischia di condizionare il futuro, seminando nel suo cuore sfiducia e sensi di colpa.
Un passato che affonda le proprie radici nella famiglia, nella perdita precoce dell'amato papà e nella distanza - che le sembra incolmabile - da sua madre, una donna bella e indipendente - troppo indipendente -, con cui ha un rapporto molto conflittuale.

Eppure Juliet è affamata d'amore, ha una gran voglia di innamorarsi, di essere importante per qualcuno, di condividere con lui la quotidianità, i piccoli gesti d'affetto, sentirsi protetta e non abbandonata...

-
"L'amore non è altro che questo, no? Amare, in qualunque modo possibile".

Juliet deve imparare a lasciarsi andare, a fidarsi delle persone che le vogliono bene, a recuperare i rapporti con quelle importanti per lei e ad allontanare chi la fa soffrire.

Deve far pace con il passato, con i sensi di colpa, per poter ricercare la strada per la felicità, e forse l'occasione giusta può arrivare da una lettera nascosta tra le pagine del vecchio libro di Violet, che le svelerà una cosa importante sulla sua famiglia.

Qualcosa che potrebbe costituire uno dei tanti passi da fare per vivere con entusiasmo il presente senza lambiccarsi troppo il cervello su ciò che non può essere più modificato e senza pretendere di programmare il proprio futuro in ogni minimo dettaglio.

Una storia romantica, con un pizzico di ironia e di piacevole umorismo, con diverse situazioni divertenti e da sit-com.
La protagonista fa simpatia perchè semplice, pasticciona, spontanea, golosona, creativa, sognatrice, che nonostante le proprie difficoltà non si abbatte e non smette di essere positiva, magari scacciando il malumore con più di un drink...!

Il titolo in italiano secondo me non c'entra moltissimo, perchè fa pensare a una storia legata al mondo della cucina (dei dolci in particolare), quando in realtà la passione di Juliet sono i lavori di cucito e tutto ciò che concerne il mondo della casalinga.

E' un romanzo che, nel suo piccolo, infonde un messaggio positivo: bisogna imparare ad avere fiducia in se stessi, riscoprendo talenti e punti di forza, spazzando via ciò che blocca la nostra creatività e ricercando l'amore e la felicità senza ansia, ma sorridendo e godendo delle piccole gioie quotidiane.

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