mercoledì 17 febbraio 2016

Recensione: LA VITA SEGRETA E LA STRANA MORTE DELLA SIGNORINA MILNE di Andrew Nicoll



Un giallo ispirato a fatti realmente accaduti e a persone realmente esistite, che stuzzica la curiosità del lettore fino a travolgerlo con un finale davvero inaspettato.


LA VITA SEGRETA E LA STRANA MORTE DELLA SIGNORINA MILNE
di Andrew Nicoll



Ed. Sonzogno
trad. M. Magri
352 pp
16.50 euro
25 FEBBRAIO 2016
Il fattaccio.

Siamo nel 1912, a Broughty Ferry, un tranquillo paesino sulla costa scozzese, dove nulla è come sembra e dove anche la gente più tranquilla e insospettabile può nascondere inconfessati segreti.

Prendiamo ad esempio la signorina Jean Milne: una matura zitella che vive sola in una lussuosa villa di ventitré stanze (quasi tutte chiuse e senza la presenza di una cameriera) e che quanti la conoscono ritengono essere una persona rispettabile.

Ma una mattina questa signorina rispettabile viene trovata morta in casa sua, brutalmente assassinata, con i piedi legati e il cranio fracassato, e tutta l'abitazione è in disordine e tappezzata di schizzi di sangue.

Le indagini.

Partono immediate le ricerche da parte della polizia del posto; ad occuparsene, in particolare, è il procuratore capo Sempill, un tipo sicuro di sè e intenzionato a scovare il colpevole prima di tutto e tutti, così da prendersene gli onori; c'è il luogotenente Trench, da tutti apprezzato per la sua arguzia e il suo intuito nel condurre indagini complesse.
Ma soprattutto c'è il sergente John Fraser, che sarà spesso il narratore che, in prima persona, ci introdurrà nel vivo della storia.

Da subito le indagini si rivelano complicate, incomprensibili: chi può avere ucciso in maniera tanto feroce una signora così riservata, che viveva sola e che non sembrava desse fastidio ad alcuno?
Possibile che nessuno nei dintorni abbia visto nulla?
Certo, scavando nella casa, il luogo del delitto, qualche indizio dal quale partire vien fuori, ma non sembra portare a chissà quale risultato.
La pressione sulla polizia si fa sentire più forte perchè la notizia del crimine si diffonde rapidamente per tutta la Gran Bretagna, suscitando (allora come ora...) una grande e morbosa curiosità da parte di giornalisti e gente comune.
Insomma, urge trovare un colpevole e bisogna trovarlo pure in fretta! Fa niente se qualche procedura utilizzata sia poco scrupolosa; ciò che conta è dare un volto e un nome all'assassino.

Vero è che tanti testimoni parlano di un uomo sulla quarantina con i baffetti gialli che si aggirava spesso e volentieri attorno ad Elmgrove, dove viveva la Milne, ma nessuno saprebbe dire di chi si tratti.
Una cosa è certa: l'assassino dev'essere un forestiero ed è su questo importante elemento che bisogna concentrarsi.

La vicenda della signorina Milne si va a legare alle malefatte di un uomo, di cui non si conosce bene nè l'età nè il cognome. 
Ma che importanza ha un nome, quando è sotto gli occhi di tutti che questo individuo è un imbroglione, un farabutto che va seducendo e abbindolando vecchie zitelle (ne sa qualcosa l'ingenua signorina Nancy Myfanwy Jones) per poi derubarle? Non solo, ma il suo mestiere sembra essere proprio quello del bugiardo di professione, che dove va chiede in prestito soldi che non restituisce, e alle domande della polizia risponde con un atteggiamento arrogante e strafottente.

Per Sempill non ci sono dubbi: è lui l'assassino della signorina Milne.
Fraser e Trench non condividono le ragioni contorte e le spiegazioni fantasiose che portano il loro superiore ad accusare quest'intelligente millantatore, e così anche la vita di quest'uomo diverrà oggetto di indagine.
Cosa ne verrà fuori? E' lui ad aver davvero incontrato e frequentato, per poi ucciderla, Jean Milne?

Un'altra cosa è certa: la cara e riservata Jean non era la santarellina che tanti credevano!
Passi pure l'abbigliamento eccentrico e provocante..., ma tutte quelle vacanze e crociere, che la portavano via da casa per settimane e mesi..., con chi le trascorreva? Quanti uomini c'erano  nella sua vita, dei quali non si sa nulla?

Chi era davvero la signorina Jean Milne? Chi e perchè avrebbe avuto motivo di ucciderla e di farlo con una tale rabbia e ferocia?

Considerazioni.

L'Autore ci conduce per mano, con dovizia di particolari, nei luoghi e tra le gente interessati al caso, che potrebbero far luce sull'assassinio, mostrandoci come l'attenzione insana e ossessiva per l'omicidio e per i suoi particolari possa spingere chi indaga a sentire addosso una responsabilità tale nella ricerca del colpevole, da affidarsi a piste investigative anche fuorvianti, negando le evidenze pur di ottenere la soluzione del caso.

Sempill fa quasi ridere per questa sua eccessiva preoccupazione di trovare un colpevole a tutti i costi; proviamo simpatia per Trench, che cerca con onestà di esaminare tutti gli elementi a disposizione, azzardando timide ipotesi su ciò che non si riesce a spiegare.
E poi c'è lui, Fraser: così composto, timorato di Dio, convinto che il proprio lavoro debba essere esercitato mostrando sempre un sincero rispetto per le persone, per i loro problemi, e che nessun uomo ha il diritto di giudicare superficialmente la vita di qualcun altro.
Ecco, la signorina Milne, per esempio: adesso che è morta, amici e conoscenti si affrettano a precisare che in fondo, un po' bizzarra e strana, forse anche libertina??, lo è sempre stata...
Ma quanti sanno davvero chi era questa vittima?

L'autore, per quasi tutto il libro, ci lascia vagare nel buio, non dandoci indizi su cosa possa essere accaduto alla povera Jean, per poi rovesciarci addosso tutta la verità.
Nelle battute finali c'è la risposta al misterioso e cruento assassinio, che ci viene descritto con una lucidità, una precisione, una calma apparente - che in realtà nasconde una furia cieca - che lascia il lettore inchiodato alle pagine, stupito, quasi scioccato.

Ed è davvero un colpo da maestro il sorprendente finale di Nicoll, che fa di questo romanzo un giallo DOC, tanto più sapendo che ciò che è narrato non è tutto frutto di fantasia.

Non posso che consigliarvi questo libro scritto davvero bene, che si legge velocemente perchè prende e cattura l'attenzione del lettore, che inevitabilmente "vuol vederci chiaro" e scoprire cosa è accaduto nella grande casa di una tranquilla signorina non più tanto giovane.

In arrivo per Neri Pozza: "La ragazza che non sapeva" - "I cigni della Quinta Strada"



Prossimi arrivi Neri Pozza!
Come sempre, son tentata!
E voi? ^_-

Il primo è un thriller dal ritmo incalzante e una suspense che trascina il lettore dalla prima all’ultima pagina, vincitore del premio Golden Noose 2009 per il romanzo criminale, è stato un grande bestseller in Olanda, rivelando sulla scena letteraria internazionale il talento di Marion Pauw.

LA RAGAZZA CHE NON SAPEVA
di Marion Pauw


Ed. Neri Pozza
17 euro
312 pp
PROSSIMAMENTE
Trama

Iris Kastelein fa l'avvocato e lavora presso Bartels & Peters, un rinomato studio legale di Amsterdamm cercando di comportarsi da impeccabile professionista anche quando deve difendere uomini di mezza età dalla pessima reputazione, come Peter van Benschop, della ricchissima famiglia di armatori Van Benschop, un quarantenne accusato di aver compiuto atti disgustosi su una ragazzina ingenua.
Ma non c'è solo il lavoro e Iris deve occuparsi anche di Aaron, il bambino avuto da una notte di bagordi.
Tra lavoro, riunioni, rapporti, cause, negoziati che si succedono a ritmo infernale, corse all’asilo per recuperare Aaron, Iris sa, però, di essere una giovane donna grintosa, indipendente, con un bambino semplicemente adorabile.

Un giorno, tuttavia, una scoperta sconvolgente viene a disintegrare tutte le sue certezze. 
Una futile indagine sulle cause della morte di un pesciolino, contenuto nell’acquario apparso di punto in bianco qualche anno prima nel salotto di sua madre, la conduce sulle tracce di un certo Ray Boelens.

Marion Pauw Daglicht
,
Ray non è soltanto il primo proprietario dell’acquario ma soprattutto, secondo la giustizia olandese, è un assassino accusato di un crimine orrendo: avrebbe ucciso, con numerose coltellate, la sua vicina insieme con la figlia perché non ricambiava i suoi sentimenti, e avrebbe poi infierito sulla piccola spegnendo sul suo cadavere un mozzicone di sigaretta.
Questo «mostro della porta accanto», infine, spedito a marcire tra le mura di un manicomio criminale, porta stranamente lo stesso cognome della madre di Iris: Boelens.

L'autrice.
Marion Pauw (Tasmania, 1973) è una delle più note scrittrici olandesi. Con Villa Serena, il suo primo romanzo, si è imposta all’attenzione della critica e del pubblico. Con La ragazza che non sapeva – romanzo che lei stessa ha riadattato per il grande schermo – ha riscosso un enorme successo in Olanda
.


I CIGNI DELLA QUINTA STRADA
di Melanie Benjamin


Ed. Neri Pozza
18 euro
312 pp
PROSSIMAMENTE
Trama

New York, 1975. Lo scrittore Truman Capote ha appena scatenato un putiferio col suo racconto La Côte Basque in cuinarra gli episodi privati più scabrosi della vita dei suoi ricchi e potenti amici di Manhattan.
Anche se Capote ha modificato i nomi – chiamandoli «i cigni della quinta strada» – per il lettore non è difficile riconoscere chi si celi dietro ai mariti fedifraghi o alle loro amanti cocainomani. 
Il cigno preferito di Capote è senza dubbio Babe Paley, il cui viso perfetto splende regolarmente sulle copertine di Vogue e tutti la celebrano per il suo gusto.
Peccato che, sotto l’apparenza elegantemente composta, si nasconda una donna disperata, alla ricerca del vero amore, costretta a sopportare i continui tradimenti del secondo marito, il fondatore della CBS, Bill Paley.
Appena conosce Capote, Babe crede di aver incontrato l’anima gemella. Per questo lo introduce tra i suoi amici altolocati e nei salotti che contano. 
L’amore tra Babe e Capote, però, non può funzionare. 
E non solo perché lo scrittore è omosessuale, ma perché per lui il successo viene prima di ogni altra cosa. 
E quando pubblica su Esquire lo scandaloso racconto-reportage per denunciare l’ipocrisia dei personaggi più in vista di New York, l’amicizia con Babe va in frantumi e i due si perdono di vista.
Anni dopo, ormai in ospedale per un tumore, la donna dirà di amarlo ancora. Mentre lo scrittore, in punto di morte, pronuncerà solo una parola: Babe.

L'autrice.
Melanie Benjamin è nata nel 1962, a Indianapolis. Ha pubblicato racconti su In Posse Review e The Adirondack Review e numerosi romanzi. Il suo Alice I Have Been è stato inserito tra i migliori bestsellers del New York Times. Attualmente vive a Chicago, con la famiglia, e lavora per la casa editrice americana Random House
.

Segnalazione "I doni delle Muse": I SEGRETI DI GGANTIJA di Angelo Berti



Buon pomeriggio lettori!

Nuova segnalazione per voi!
Questa volta si tratta di un romanzo fantastorico: "I segreti di Ggantija", nuovo episodio del ciclo "I Figli della Geenna" iniziato nel 2014 con "La notte della Hyena".
Prendendo spunto da fatti storici reali avvenuti nell'IX secolo, l'autore Angelo Berti racconta una storia alternativa dell'Europa nel periodo dell'invasione saracena, un mondo manipolato dagli intrighi e dai complotti di una potente gilda di assassini appoggiata dal potere imperiale di Bisanzio.


I SEGRETI DI GGANTIJA
di Angelo Berti

ISBN: 978-88-99167-18-9 
Pagine: 204 
Prezzo: 12 euro
DALLA QUARTA DI COPERTINA 

I saraceni hanno invaso l’isola di Melita, costringendo Zimur e Varal a rifugiarsi presso le coste della Siquilliyya, dove dovranno mettere in atto un audace piano: un ultimo incarico che darà loro sufficiente denaro per riportare la xirka degli assassini agli antichi splendori. 
Intanto, un pericolo si è risvegliato tra le pietre di Ggantija: un rituale perduto costringe gli assassini ad affrontare ciò che più temono, il risveglio della coscienza. 
Un tormento che non cessa mai per un uomo nascosto in agguato a osservare le mosse di coloro che un tempo erano i suoi compagni. Un uomo che ha giurato che la xirka dovrà essere distrutta. La Hyena è tornata e non avrà pace finché non sarà consumata la sua vendetta.

L'AUTORE
Angelo Berti è nato nel gennaio del 1963 a Cortemaggiore, un piccolo paese in provincia di Piacenza. Sempre impegnato nella divulgazione della cultura del fantastico, scrive per TrueFantasy e vive a Ravenna. Come autore ha pubblicato sette romanzi, tra fantasy e storici, e alcuni racconti. Collabora con l’associazione culturale I Doni delle Muse dal 2014, per cui sono usciti La notte della Hyena e L'isola del ghiaccio.



Estratto:

«Solleva il mento, ancora un poco. Così!». Il colpo arrivò violentissimo, stordendolo al punto da fargli sentire le risate intorno a lui come se provenissero da un altro mondo. Un piede premette sulla sua testa, schiacciandogli la guancia sul pavimento di legno grezzo. «Domani toccherà anche a lui. Vuoi togliergli il divertimento?». Non riusciva a distinguere il volto di chi aveva parlato, ma gliene fu grato perché aveva interrotto il pestaggio. «Domani? Se ci arriverà, rimpiangerà di non essere rimasto steso su questo legno. Se fosse intelligente morirebbe adesso. Almeno non metterebbe a rischio la vita di qualcun altro». Tredici anni sono pochi per andare in guerra, ma ancora meno per morire in una rissa in una bettola come quella. Sentiva il sapore del sangue in bocca. Aveva le labbra rotte e si era morsicato la lingua. Braccia robuste lo sollevarono di peso e lo aiutarono a sedersi su una panca. Altre mani, più delicate, cominciarono a pulirgli il volto e a tamponargli il sangue che usciva dalle labbra, dal naso e da una ferita a un sopracciglio. Gli occhi erano pesti. Intravedeva solo ombre, senza riuscire a distinguere i profili. «Allora bamboccio, hai ancora qualcosa da dire?». La voce rauca di Gandor fremeva dalla voglia di continuare. «Uavvanculo!». Il ragazzo faceva fatica a muovere le labbra, ma era certo che il suo persecutore avesse capito. Che tutti avessero capito. Vide un’ombra muoversi e si preparò a un’altra selva di colpi.

Anteprima: PURITY di Jonathan Franzen (dal libro alla serie tv con Daniel Craig)



Torna in libreria, nel giorno della Festa della Donna, un autore americano contemporaneo molto apprezzato; questo suo ultimo romanzo diventerà anche una serie tv con Daniel Craig.


PURITY
di Jonathan Franzen


Ed. Einaudi
22 euro
uscita:
8 MARZO 2016
Trama

La giovane Purity Tyler, detta Pip, non conosce la sua vera identità. Sua madre, per un motivo misterioso, non vuole rivelarle chi è suo padre, l'uomo dal quale è fuggita prima che Pip nascesse, cambiando nome e ritirandosi a vivere nell'anonimato tra i boschi della California settentrionale.
Pip è povera: ha un pesante debito studentesco da ripagare e vive in una casa occupata a Oakland, frequentata da un gruppo di anarchici. Ed è proprio lí che incontra Annagret, un'attivista tedesca che le apre le porte di uno stage con il Sunlight Project, l'organizzazione fondata dal famoso e carismatico Andreas Wolf, un leaker rivale di Julian Assange, allo scopo di rivelare i segreti dei potenti. 
Pip parte per la Bolivia, dove ha sede il Sunlight Project, con la speranza di poter usare la tecnologia degli hacker per svelare il segreto dell'identità di suo padre. 
Ma l'incontro con Andreas Wolf si rivela sconvolgente per molti motivi. 
Anche Andreas ha un terribile segreto nascosto nel suo passato, negli anni in cui viveva a Berlino Est come figlio ribelle di una madre squilibrata e di un padre pezzo grosso del Partito Comunista. Lo rivela proprio a Pip, con la quale instaura una relazione intensa e morbosa. Forse i suoi moventi segreti sono legati a Tom Aberant, il giornalista di Denver per il quale Pip andrà a lavorare dopo lo stage con il Sunlight Project, destabilizzando la relazione di Tom con la sua compagna Leila e portando un grande sconvolgimento anche nelle loro vite
L'autore.
Jonathan Franzen, scrittore e saggista, è nato a Western Springs, una cittadina non distante da Chicago, nell’Illinois; con "The Corrections" (Le correzioni) ha vinto il National Book Award per la narrativa.

Informazioni sulla serie tv.

Secondo Variety.com,  il progetto di portare in tv Purity sta facendo gola a tanti network, tra cui Showtime, Netflix..., che stanno cercando accaparrarsi i diritti di trasmissione per questa serie con protagonista l'ultimo James Bond, Daniel Craig, scritta dallo stesso Franzen e da Todd Field, che sarà prodotta dal premio Oscar Scott Rudin, trionfatore all'Academy con "Non è un Paese per Vecchi" e "Il Petroliere" e produttore di "Steve Jobs" e i due "Zoolander". 
La serie dovrebbe comprendere una ventina di episodi per raccontare la storia di Purity, una giovane donna cresciuta nella California del Nord, che nei suoi viaggi da Oakland alla Bolivia a Denver, avrà diverse relazioni con individui decisamente insoliti.

Recensione: UNA LETTERA DAL PASSATO di Max S. Ehrlich



Un romanzo che ti catapulta negli Anni Cinquanta, nella vita di una coppia borghese benestante di New York che si ritrova a vivere, da un momento all'altro, un dramma doloroso, che metterà a rischio la serenità di una famiglia, fino ad allora, perfetta e felice.

UNA LETTERA DAL PASSATO
di Max S. Ehrilich


in lettura
Ed. Frassinelli
M. Bartocci
2012
Dicembre 1945, St. Albans.Fred Elikins è un uomo disperato: il suo figlioletto Andy è affetto da una malattia che necessita di costose cure e lui, Fred, è solo un impiegato postale, che col suo modesto stipendio riesce a malapena a campare la famiglia, figuriamoci pagare un'operazione al figlio malato.
Ma quella mattina del 23 dicembre, Fred si alza con un preciso piano in testa, e questo piano richiede tutta la lucidità e la mente fredda di cui non ha mai granchè disposto... ma che adesso si rivelano necessarie se vuol trovare i soldi indispensabili per garantire un futuro meno cupo al piccolo Andy.
Basta solo saper agire al momento opportuno, aprendo e chiudendo i sacchi della posta senza essere visto...

Quella stessa mattina, in cui un tesissimo Fred è al lavoro sul treno postale della Long Island Railway, pronto ad attuare il Piano, due fratellini, mentre giocano sulla neve nella medesima zona in cui passa il treno su cui si trova Elkins, trovano un sacco di iuta pesante, che qualcuno ha scaricato dal treno, evidentemente.
Cosa contiene?
I ragazzini non lo sapranno ma il caso vuole che, qualche mese dopo, per una serie di giochi dei destino, il suo contenuto venga reso manifesto: il sacco contiene delle lettere che chiaramente non sono mai state consegnate ai loro legittimi proprietari.
L'incredibile scoperta viene fatta ben dieci anni più tardi, ed è nel 1955 che ha inizio la storia centrale del romanzo, quella di una coppia perfetta e innamorata: George e Martha Radcliffe.

I due sono sposati da 25 anni e si amano come il primo giorno; vivono a Greenview Point, una zona residenziale di lusso di Norwalk, Connecticut.
Hanno due bei figli, David (che è nell'esercito e ha tutti i requisiti per fare carriera) ed Annette, pronta a convolare a nozze col bel Ralph, un riccone che, i genitori di lei sperano, la renderà una sposa felice.
La vita dei Radcliffe procede tranquilla e beata; sono benestanti, grazie non tanto e non solo al lavoro di George, quanto agli investimenti di lui in Borsa, che negli anni hanno fruttato moltissimo, permettendo alla famiglia di avere un sostenuto tenore di vita.

George è un uomo sicuro di sè, dotato di grande autocontrollo, che tiene la moglie lontana dai propri affari, dei quali si occupa unicamente lui.
Martha è una moglie piena di amore e fiducia cieca nel proprio marito, una donna serena che vive il suo personale paradiso con e nella sua bellissima famiglia, immaginando che niente e nessuno potrà mai spezzare l'idillio del suo matrimonio.

Finché una mattina tutto cambia.
Il cambiamento giunge in casa Radcliffe attraverso una lettera dal passato, una di quelle che erano rimaste chiuse nel sacco di iuta trovato dai ragazzini dieci anni prima e consegnate solo ora.

Una lettera che reca con sè poche righe, lapidarie e concise, ma in grado di scatenare un inferno nella vita di Martha, nelle cui mani finisce la busta destinata al marito e che lei apre senza aspettare che lui arrivi a casa.
In queste righe, il mittente dichiarava di sapere cos'era accaduto (dieci anni prima) nella ditta in cui lavorava (e ancora lavora) George, il quale - secondo quanto scritto nella lettera - si è macchiato di un'azione terribile, per la quale sta pagando un innocente...

Martha è frastornata, confusa, incredula: com'è possibile che questo sconosciuto dieci anni prima abbia cercato di inviare questa terribile lettera in cui non solo accusa suo marito di essere un assassino, ma in cui si permette anche di ricattarlo per comprare il suo silenzio?

Martha non sa cosa credere, cosa pensare: è possibile che suo marito non sia la brava persona che lei è convinta che sia? 

L'amore, la fiducia, gli anni trascorsi accanto a George urlano "Non puoi crederci davvero, Martha, sai che non è possibile! E' una menzogna! George, tuo marito, non è un assassino!".

Eppure, ormai il seme del dubbio e del sospetto è stato gettato, e Martha si ritrova tormentata da mille domande, che la portano a pensare al passato, a tornare indietro a dieci anni prima, scandagliando nella propria memoria alla ricerca forsennata di tutti quegli indizi utili che le permettano di mettere insieme i tasselli necessari per capire e scoprire quanto ci sia di vero nella lettera giunta in ritardo.
Quella lettera che non sarebbe più dovuta arrivare, che lei non avrebbe mai voluto aprire.
Ma fatto sta che l'ha aperta, e la sua coscienza le vieta di ignorarla, perchè se davvero in essa c'è del vero, allora accanto a sè c'è un uomo che le ha mentito, che ha commesso un delitto terribile.

Cosa farà la confusa Martha, combattuta tra la certezza che suo marito sia un brav'uomo e il dubbio che forse tutti quei soldi di cui hanno disposto da un giorno all'altro... siano sporchi?

Il romanzo si basa tutto su questo: i dubbi e i tormenti di Martha, il suo cercare di mettere a tacere la sete di verità convincendosi di conoscere l'uomo che vive con lei da più di venti anni: un uomo dolce, premuroso, che mai potrebbe rivelarsi un assassino.
Vero?
O forse George nasconde qualcosa? L'uomo della lettera avrà avuto le sue buone ragioni per accusarlo? Chi ora è in carcere sta scontando una pena che merita o è innocente?

Il dubbio atroce che suo marito sia colpevole l'assilla, le toglie il sonno, la pace, e offusca la serenità della coppia.

Seguiamo la tempesta interiore che travolge Martha, le sue domande, i suoi stati d'animo, le sue paure, il senso di colpa verso il marito (che si sente tradito dalla moglie, consapevole di come lei dubiti di lui), il terrore di perderlo (insieme alla felicità familiare), che si scontra con l'obbligo morale di guardare in faccia la verità...

L'autore ci lascia entrare nella mente della protagonista, ci fa conoscere le sue emozioni contrastanti, i suoi pensieri tormentati, i suoi tentativi di cercare delle risposte ai suoi dubbi, che forse sarebbe stato più semplice soffocare, ma che Martha non riesce ad ignorare.
Anche se questo potrebbe voler dire mettere in dubbio l'uomo che ama.

Una scrittura scorrevole, una storia sufficientemente avvincente, che si legge con molto interesse e coinvolgimento per il suo ritmo che si fa via via più sostenuto, tenuto su dal fiume di pensieri e stati d'animo della protagonista, nonché dalle sue concitate ricerche per approdare alla verità.
Una verità che potrebbe rivelarsi, alla fine dei giochi, diversa da come sembra...

Un bel romanzo, scritto bene,  in cui l'autore si sofferma, come dicevo, molto sull'interiore e sulla psicologia di Martha; la storia ha questo tocco di giallo che crea un'atmosfera misteriosa e con una piacevole dose di suspense, incrementate dal fatto che, seguendo noi i ragionamenti e i sofferti sospetti di Marha, vediamo le cose e seguiamo i vari indizi unicamente dal suo punto di vista, quindi viviamo con lei tutti i piccoli colpi di scena e le graduali scoperte che conducono all'epilogo, che chiude il cerchio senza lasciare l'amaro in bocca.

Consigliato, una lettura interessante!!


11. Un libro del mese


martedì 16 febbraio 2016

"Siamo tutti commediografi o drammaturghi" (Una lettera dal passato)



Un altro pezzettino tratto da UNA LETTERA DAL PASSATO, che condivido con voi perchè descrive alla perfezione qualcosa che a me capita spessissimo: i film mentali.
Sì, mi riferisco al fatto che, quando mi trovo  in situazioni particolarmente complicate e che coinvolgono altre persone, stia ore a macerarmi il cervello immaginando dialoghi e situazioni ipotetiche, sperando così di poter mettere in conto tutti i possibili scenari, le soluzioni, le reazioni delle altre persone coinvolte... e non restare impreparata davanti all'imprevisto.


Un macello praticamente... Ma sono lieta di constatare che non sono mica l'unica matta che si fa 'sti film nella testa, immaginando veri e propria botta e risposta con immaginari interlocutori, che non sempre mi salvano dai tanto temuti imprevisti.... ^_^


Così, Martha fece mentalmente le prove dell’incontro imminente con George. Quanti di noi fanno la stessa cosa? Quanti di noi partecipano a una riunione importante, o intrattengono una conversazione, prima ancora che avvenga? Di solito, lo facciamo quando siamo incerti sull’esito. O quando desideriamo ardentemente qualcosa. O quando dobbiamo opporre resistenza ai desideri dell’altra persona.
Immaginiamo cosa diremo noi, e ci figuriamo le battute del nostro interlocutore al momento giusto. In questo senso, siamo tutti commediografi o drammaturghi, in un momento o l’altro della vita.
Costruiamo un’intera scena in anticipo, come in un’opera teatrale, o in una sceneggiatura, o in un apparato scenico. Ci mettiamo il colore e il paesaggio che la scena richiede. Il nostro protagonista lo conosciamo già, e gli scriviamo persino le battute. Prima, lui dirà quello. Poi, io gli risponderò questo. E se ribatte con quella idea, io controbatterò con questa. L’opera è già stata scritta. Le prove sono filate lisce. Non c’è nulla che possa andare storto, sarà sicuramente un successo.
Ma questo genere di rappresentazione si attiene alla sceneggiatura solo raramente. Perché il nostro interlocutore non ha partecipato alla sua stesura. Non ha fatto le prove come si deve. Con penosa riluttanza si astiene dal pronunciare le battute che gli abbiamo scritto. Non ci stupiamo sempre quando si rifiuta di seguire il copione? Non proviamo un po’ di risentimento? E il risultato qual è? Dobbiamo buttare il vecchio copione e scriverne immediatamente uno nuovo. Dobbiamo improvvisare. Dobbiamo creare un nuovo dramma, scrivere nuovi dialoghi. Perché è questo lo specifico di ogni conversazione.
Non si può mai scrivere completamente in anticipo, prima che sia pronunciata.

Anteprime di marzo (Longanesi, Garzanti, Guanda)



Buongiorno cari lettori!
Ecco a voi qualche anteprima marzolina che proprio non posso ignorare! ^_-

Lasciatemi un commento, se vi va, per dirmi cosa ne pensate!


Un romanzo devastante e incendiario come la rivolta che è al centro della storia narrata - ispirata a fatti realmente accaduti - in...

GIORNI DI FUOCO
di Ryan Gattis


Ed. guanda
308 pp
18.50 euro
USCITA:
3 MARZO 2016
E' il 29 aprile del 1992 e quel giorno, a Los Angeles, si conclude uno dei processi più celebri della storia americana: i quattro poliziotti coinvolti nel pestaggio di Rodney King, un tassista nero che non si era fermato al loro ordine, vengono assolti.
Meno di due ore dopo il verdetto, la città di Los Angeles, una polveriera di tensioni razziali, esplode in una violenza inaudita: per sei interminabili giorni si scatena l’inferno, intere zone della città vanno a fuoco e vengono abbandonate a se stesse dalle forze dell’ordine.
Per le gang criminali è l’occasione per regolare vecchi conti in sospeso, lasciando sul campo decine di morti.
Questo è il romanzo di quelle giornate.

L'autore.
Ryan Gattis è scrittore ed educatore, vive e lavora a Los Angeles, è membro di una crew art urbana, che difende e diffonde il patrimonio culturale e letterario. Questo è il suo primo libro che viene pubblicato in Italia, per scrivere il quale Gattis si è documentato per più di due anni, incontrando i protagonisti delle drammatiche giornate del 1992.





Della prossima autrice ho letto il suo romanzo d'esordio "Un incantevole imprevisto" (RECENSIONE).
Ora torna con una nuova dolce storia d'amore.


lunedì 15 febbraio 2016

Frammenti di... UNA LETTERA DAL PASSATO di Ehrlich.



Qualche breve passaggio tratto dal libro in lettura UNA LETTERA DAL PASSATO di Ehrlich.

"...intorno a lei si avvolsero due braccia, braccia ancora nude e bagnate dopo la doccia, e la guancia di George sulla sua. Sentiva il profumo buono e pulito del dopobarba sulla faccia, e il lieve sentore della schiuma da barba, e in tutto questo il profumo di lui, ed era delizioso. La strinse da dietro e disse:
«Cosa guardi?»
«Il paradiso», rispose.
«Un po’ piccolo per essere il paradiso, non trovi? Poco più di un ettaro e mezzo.»
«Mi basta così.»
Le chiese perché, e lei rispose: «Perché è nostro. Vorrei avere braccia abbastanza lunghe per abbracciarlo tutto»."




"Una casa sa davvero parlare di un uomo, se è l’uomo che si ama! Parlano di lui le cose che indossa, e che tocca, e che ama, gli oggetti che gli appartengono. La sua presenza riempie quelle stanze. C’è il suo respiro, il suo odore, la sua presenza; una presenza che aleggia costante. Perché, se l’uomo che ami è sempre nei tuoi occhi, quale stanza è veramente vuota quando lui se n’è andato?"



Recensione film: PERFETTI SCONOSCIUTI di Paolo Genovese



Buon pomeriggio, cari amici e lettori!
Ieri sera sono stata al cinema e ho scelto una commedia all'italiana davvero molto molto carina!


PERFETTI SCONOSCIUTI


dall'11 febbraio 2016 al cinema
Regia: Paolo Genovese

Cast: Giuseppe Battiston, Edoardo Leo, Kasia Smutniak, Marco Giallini, Valerio Mastandrea, Anna Foglietta, Alba Rohrwacher.


Ognuno di noi ha tre vite: 
una pubblica, una privata e una segreta. 


Un gruppo di amici - tre coppie e un single - si ritrova a cena a casa di due di loro, Eva (K. Smutniak) e Rocco (M. Giallini).

Eva e Rocco sono sposati da molti anni, stanno vivendo una fase del matrimonio non proprio serena, ed hanno una figlia adolescente eternamente in conflitto con la madre e più in sintonia col padre, che ha deciso di essere con lei più comprensivo e meno apprensivo della bella moglie.

Attorno al tavolo ci sono gli amici di sempre: Lele (V. Mastandrea) e sua moglie Carlotta (A. Foglietta), che stanno insieme da una decina d'anni; Cosimo (E. Leo) e Bianca (A. Rohrwacher), sposi novelli, e poi c'è Peppe (G. Battiston), il paffutello della compagnia, che finalmente quella sera dovrebbe presentarsi a cena con la nuova fidanzata, Lucilla; ma con grande delusione di tutti, si presenta solo soletto.

I sette amici si vogliono bene, sono in grande sintonia tra loro, si sfottono bonariamente..., insomma, l'atmosfera è molto rilassata e famigliare.
Forse troppo, pensa Eva, che decide quindi di darle movimento proponendo un gioco, che parte da una sua convinzione: se ognuno di loro potesse leggere nel telefonino del partner, scoprirebbe cose spiacevoli che potrebbero portare a litigi o addirittura separazioni.
Insomma: cosa succederebbe se tutti e sette decidessero di rendere pubblica, seduta stante, la propria vita privata e segreta racchiusa in quella scatolina che si chiama cellulare?

 L'idea di Eva è di mettere i cellulari sul tavolo, e ad ogni squillo, chiamata, messaggino... condividerne il contenuto, mettendo in viva voce un'eventuale chiamata o leggendo ad alta voce un messaggio.

Un gioco che potrebbe essere divertente. O magari rivelarsi alquanto perfido e pericoloso...!

Inizialmente non tutti son d'accordo con il gioco proposto da Eva, in particolare i maschietti; e se Rocco e Peppe mostrano un'aria soltanto perplessa e scettica, Lele e Cosimo sembrano quasi spaventati all'idea di dover mettere in piazza tutto ma proprio tutto ciò che c'è dentro quella benedetta Sim.
Le donne, invece, si fanno prendere dall'euforia, sicure come sono che nè loro nè i mariti abbiano nulla da nascondere.
Ma è davvero così?

Nel corso della serata i cellulari di tutti squilleranno: chiamate, messaggini e foto su whatsapp..., di tutto e di più, e quella che sarebbe dovuta essere una tranquilla cena a base di un buon vino, gnocchi, polpettone e tiramisù, si trasformerà in una sorta di incubo, che metterà a nudo i piccoli grandi segreti di tutti, con tanto di equivoci e buffi fraintendimenti, litigate, urla e pianti.

Perfetti sconosciuti, attraverso momenti di divertimento e pure risate, alternati ad altri che raggiungono picchi più seri e drammatici, ci mostra come ognuno di noi è in grado di condurre una vita "ufficiale", quella fatta di famiglia, amici e lavoro, ed un'altra che chi ti è accanto ignora, e la chiave per accedere a quest'ultima spesso sta "semplicemente" in un cellulare, che è diventato - da strumento utile e innocuo per comunicare - la personale scatola nera, in cui sono racchiuse cose che teniamo solo per noi, perchè se venissero fuori metterebbero a rischio gli equilibri della nostra vita.

Bugie, silenzi imbarazzanti, domande insistenti...: nessuno si risparmierà dal curiosare nella vita dell'altro, ma non verrà neanche risparmiato dall'altrui curiosità, fino a far emergere scomode verità che potrebbero fare molto ma molto male.

Ciò che emerge di serio da un film che strappa molti sorrisi e risate, è che tanto all'interno della coppia (anche di quelle più consolidate) quanto in un gruppo di amici (che sono tali dall'infanzia) non è detto che ci si conosca realmente e fino in fondo.
Si crede di conoscere tutto del partner o dell'amico che ci è accanto, ma in realtà basterebbe uno squillo ad aprirci un mondo di cose che non sappiamo, che non immaginiamo, e che l'altro ci ha tenuto nascosto. E viceversa, ovviamente.
Si può stare insieme ed essere amiconi da anni... e non conoscersi davvero.

Se è vero che da una parte c'è la pretesa di saper tutto dell'altro in nome dell'amore e dell'amicizia, della stima e della fiducia, e l'eventuale scoperta che il partner o l'amico ci nasconde qualcosa di importantissimo inevitabilmente ci ferisce (perchè preferiremmo un'amara verità ad una bugia, pensiamo), dall'altra è pur vero che scoprire queste "cose non dette" spesso non ci fa sentire meglio, anzi, ci restiamo malissimo, non ci sentiamo pronti ad affrontarle e... avremmo preferito non saperlo!

Un film allegro e vivace, con scene e dialoghi simpatici, con attori molto spontanei, i cui personaggi ci riservano tanti piccoli colpi di scena, fino a quello finale, il tutto col risultato di una commedia esilarante, divertente ma assolutamente non sciocca, anzi, col suo significato.

Consigliato!!

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sabato 13 febbraio 2016

"Io non mi arrendo": la storia di Roberto Mancini, il poliziotto "morto per dovere"



Lunedì 15 e martedì 16 febbraio andranno in onda su Rai Uno due puntate della nuova fiction Rai con protagonista Beppe Fiorello: "Io non mi arrendo". 

giuseppe fiorello
E' la straordinaria vicenda, ispirata a una storia vera, del poliziotto Roberto Mancini (nel film: Marco Giordano) che ha combattuto l'ecomafia.
Con le sue indagini ha anticipato di quasi vent'anni il disastro della Terra dei Fuochi, ma nessuno gli aveva creduto.
Roberto è morto a 52 anni per un tumore contratto proprio nel corso delle sue indagini.

La sua storia è narrata nel libro "Io morto per dovere"  di Lucia Ferrari e Nello Trocchia, scritto con la collaborazione della moglie di Roberto, Monika, e ci restituisce un ritratto commovente ed esemplare.

Ed. chiarelettere
15 euro
11.02,2016
Sinossi

Un uomo sapeva già tutto del disastro ambientale nella cosiddetta Terra dei Fuochi. Vent'anni fa conosceva nomi e trame di un sistema criminale composto da una cricca affaristica in rapporto con gli immancabili colletti bianchi, giudici, imprenditori e avvocati in combutta con la feccia peggiore della malavita organizzata e con le eminenze grigie della massoneria.
Quest'uomo è Roberto Mancini, riconosciuto come "vittima del dovere" dal Ministero dell'Interno.


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