martedì 15 marzo 2016

Viaggiare leggendo "Dolore, guerra, amore" di Assunta Facchini



Diamo un'occhiata ai luoghi che ospitano la storia di Andrea in "Dolore, guerra, amore" di Assunta Facchini (recensione).

Partiamo dalle zone in cui è nato e cresciuto Andrea: l'isola del Liri.

E' un piccolo comune italiano della provincia di Frosinone nel Lazio.
Durante la seconda guerra mondiale, la cittadina, per via della sua posizione geografica, fu oggetto di diversi bombardamenti da parte degli Alleati. Le prime bombe caddero su Isola del Liri il 23 ottobre del 1943 (Wikipedia).

isola del liri
fonte

isola del liri
fonte

Ma la guerra lo porta lontano da casa e lo fa approdare nel monastero di San Matteo.

Il convento francescano di San Matteo è uno dei più antichi e rinomati santuari del Gargano. Attualmente convento francescano, fu fondato dai Benedettini col nome di San Giovanni in Lamis e così è ricordato nei molti documenti medievali. Non si conosce con esattezza la data della sua nascita. Si sa, tuttavia, che all’inizio del Millennio era già una realtà ecclesiastica e sociale importante; il suo vasto feudo, che a quell’epoca era già integralmente costituito, comprendeva, grosso modo, l’attuale territorio di San Giovanni Rotondo e quello di San Marco in Lamis, oltre a diverse pertinenze sparse qua e là per la Capitanata e la Puglia. La sua fondazione sulle pendici del Monte Celano fu dovuta all’esigenza di accudire i pellegrini che dalla fine del sec. V incessantemente salivano al Gargano diretti alla Grotta dell’Arcangelo Michele a Monte Sant’Angelo (fonte).

san matteo
fonte



Un altro luogo religioso frequentato da Andrea nei suoi moemnti di sconforto è l'Abbazia di San Domenico.

i
s. Domenico
L'Abbazia di San Domenico di Sora, innalzata, con decreto del 12 Febbraio 2011, al titolo e dignità di Basilica Minore dalla Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti, è ubicata alla confluenza del fiume Fibreno col fiume Liri, sulle rovine della villa natale di Marco Tullio Cicerone, fu fondata nel 1011 circa, da san Domenico su commissione del governatore di Sora e di Arpino (fonte).





s. domenico
interno



Nel libro è citata anche l'ABBAZIA DI CASAMARI, uno dei più importanti monasteri italiani di architettura gotica cistercense. Fu costruita nel 1203 e consacrata nel 1217. Si trova nel territorio del comune di Veroli, in provincia di Frosinone. Essa fu edificata sulle rovine dell'antico municipio romano chiamato Cereatae. Tra il 1140 ed il 1152 i monaci cistercensi sostituirono i monaci benedettini (fonte).


casamari facciata
fonte



casamari
interno
(fonte)

On my wishlist: tre novità Leone Editore



La mia lista dei desideri si allunga con questi romanzi pubblicati da Leone Editore che mi stanno tentando: un romanzo storico ambientato nella Roma antica; un misterioso caso di scomparsa e infine un romanzo che, sulle orme suggestive di Orgoglio e pregiudizio e tra intrighi degni di Dowton Abbey, narra la storia di una donna coraggiosa dalla vita avventurosa.


SANGUE ANCESTRALE
di Andrea Oliva


Leone Editore
320 pp
12.90 euro
Febbraio 2016
Trama

Roma, 450 d.C. In una Roma cruda e violenta che cade a pezzi, un’ombra antica migliaia di anni rischia di tornare in vita, alimentata dalla brama di morte degli uomini.
L'impero romano sta crollando sotto i colpi di Attila e dei suoi unni, e il cuore dell'umanità ha ceduto alla brama di morte. 
Una ferocia ormai tale da risvegliare dopo millenni Drakon, demone che trae la sua tremenda forza dalla paura e dalla distruttività degli uomini. 
L'unica fonte di speranza viene dalla dinastia degli Iperborei, impegnati nella ricerca dell'eletto che rifonderà il loro regno di luce e spiritualità, distrutto da Drakon. 
Ma il prescelto sarà proprio il figlio di Attila: toccherà al giovane Ernaco combattere il demone e far rifiorire il genere umano dalle sue ceneri.

L'autore.
Andrea Oliva ha 30 anni, è nato a Ravenna, ama scrivere ma soprattutto leggere. Dopo il diploma, ha frequentato a Roma un corso di scrittura creativa tenuto dai maestri sceneggiatori candidati all’oscar Giacomo e Furio Scarpelli. È appassionato di storia celtica e romana e ha studiato la Bibbia e i miti ebraici. Ama la storia dell’umanità che ritiene nasconda la chiave per scoprire il vero scopo dell’esistenza
.


LA STRADA VERSO CASA
di Dilly Court


Leone Editore
trad. G. Renna
448 pp
14.90 euro
Gennaio 2016

La piccola Lucy Pocket – orfana di padre e abbandonata dalla madre – vive di espedienti insieme all’amorevole nonna materna Eva nei bassifondi dell’East End londinese. 
La sorte cui la bambina sembra destinata cambia all’improvviso quando il nonno paterno, Sir William Marriot, pentito per aver allontanato il figlio, chiede e ottiene da una riluttante Eva la custodia della nipote, che dovrà crescere sotto la sua tutela per diventare una giovane lady. 
Ma alla morte di Sir Marriot un lontano parente cerca con ogni mezzo di strappare a Lucy l’eredità cui sembra avere diritto.

L'autrice.
Dilly Court è cresciuta a Londra e ha iniziato a lavorare nella televisione, ideando spot pubblicitari. È sposata, ha due figli e quattro nipoti, e nella sua carriera ha ormai scritto diciotto romanzi. Le sue storie vedono tutte protagoniste giovani donne coraggiose e sono spesso ambientate nella Londra del XIX secolo.




A DISTANZA RAVVICNATA
di Henriette Gyland


Leone Editore
trad. M.R. Addamo
413 pp
15 euro
Gennaio 2016
Trama

Lia ha apparentemente una vita perfetta: un lavoro che ama e un fidanzato, Brett, che, seppur molto impegnato, è assai premuroso. Costretta a tornare da Philadelphia alla casa natia di Norfolk in Inghilterra per la scomparsa della nonna Ivy, scoprirà presto che le circostanze della morte non sono chiare come sembrano a prima vista. 
Che l’assassinio di Ivy possa essere in qualche modo collegato agli attentati alle basi militari di Norfolk? 
Una pericolosa indagine e un percorso di crescita personale aspettano Lia nei suggestivi paesaggi del nord dell’Inghilterra.

L'autrice.
Henriette Gyland è cresciuta in Danimarca ma si è trasferita in Inghilterra dopo la laurea. Ha scritto il suo primo libro quando aveva dieci anni. Da allora ha svolto decine di lavori diversi, finché non ha ripreso in mano la penna per scrivere A distanza ravvicinata, che ha vinto il New Talent Award al Festival of Romance nel 2011, pubblicato in Italia da Leone Editore nel gennaio 2015. La figlia del brigante è il suo terzo romanzo tradotto in italiano.

Cosa troviamo oggi in libreria? (15 marzo 2016)



Cosa troviamo da oggi in libreria?

Ecco qualche pubblicazione su cui è caduta la mia attenzione :=)


  • La stanza in fondo alla casa è uno straordinario gioco di equilibri, un brillante tessuto letterario di luci e di ombre che farà sussultare tanto per ciò che racconta quanto per ciò che nasconde.La scrittura di Jorge Galán, saggia, limpida e tersa, rivela tutta la potenza di una grande storia in un romanzo straordinario, commovente, che insedierà per sempre nella memoria del lettore la fragile e poderosa voce di una donna salvadoregna chiamata Magdalena.
  • Fai buon viaggio, Rabbit Hayes: la storia commovente di una donna che imparerà a dar importanza alle piccole gioie quotidiane, vivendo ogni giorno come un dono prezioso.
  • L'indegno: la storia di un uomo forte e fragile allo stesso tempo, e del suo amore immenso e devoto per una donna disposta a tutto per lui.
  • Fragile come noi, forte come l'amicizia: una storia di amicizia e di adolescenti che  la vita ha costretto a crescere troppo in fretta.
  • Con i suoi cinque ritratti incrociati, e Rio de Janeiro come sesto personaggio, "Fine" è un decamerone tragico e esilarante, un dispaccio da un'epoca di rivolte e eccessi e il racconto del suo tramonto.



LA STANZA IN FONDO ALLA CASA
di Jorge Galàn


Ed. Mondadori
trad. B. Arpaia
199 pp
22 euro
15 marzo 2016

Nella stanza in fondo alla casa, una donna anziana parla e un uomo giovane - suo nipote - ascolta.
Magdalena non è una ragazza ordinaria: possiede un dono nascosto, perverso, non adatto a una ragazza buona e coraggiosa come lei.
Un dono crudele, perché la sua semplice volontà basta a scagliare la disgrazia sui suoi nemici, ma risulta impotente a proteggere e beneficare le persone che ama. 
Attraverso il racconto e la memoria, il lettore avanza, aggrappato alla mano di Magdalena, immergendosi in un romanzo che non è soltanto la storia di una donna, ma anche di un paese, e quella di tutti noi.




lunedì 14 marzo 2016

Recensione: IL BLU E' UN COLORE CALDO di Julie Maroh (graphic novel)



Prosegue la mia Reading Challenge, e questa volta è il turno di una graphic novel, che solitamente non appartiene a quei generi che leggo abitualmente.
Non solo, ma ammetto di aver iniziato a leggere questo libretto senza leggere prima la sinossi, in quanto mi sono fatta attrarre dal titolo; quindi è stato un vero e proprio "appuntamento al buio".

N.B.: non ritengo ci siano spoiler.., ma per sicurezza evidenzio di nero quei particolari che potrebbero eventualmente costituire spoiler, quindi per non correre rischi... saltate le paroline evidenziate ;)


IL BLU E' UN COLORE CALDO
di Julie Maroh


Ed. Rizzoli
160 pp
16 euro
2013
La protagonista di questa storia sentimentale e drammatica è una giovane di nome Clementine, chiamata affettuosamente Clem dagli amici.
Purtroppo però conosciamo Clem quando è già morta e attraverso il suo diario impariamo qualcosa di lei, dei suo passato, delle sue paure, angosce, dei suoi amori.
Siamo nel 2008 e a leggere il suo diario per noi è Emma, la compagna di Clem.
La storia parte da diversi anni prima, dal 1994, quando Clem era solo un'adolescente che frequentava il terzo anno di liceo.

Clem è una ragazza riservata, ha un amico del cuore, Valentine, e va d'accordo con tutta la classe.
Un giorno viene corteggiata da un bel ragazzo ma qualcosa la frena e non riesce a lasciarsi andare proprio nei momenti "clou".
Come mai?

A turbare la ragazza è una fantasia sessuale che popola i suoi pensieri notturni, i suoi sogni più segreti, e queste fantasie hanno a che fare con una ragazza di cui non sa nulla ma che ha incontrato una sola volta nella propria vita, per caso, per strada.
Una ragazza dai capelli blu e l'aria accattivante.
Un solo sguardo tra due persone destinate a innamorarsi; le due poi si ritroveranno in un locale gay, una sera che Valentine (che è omosessuale) ha insistito per portarvi una sconsolata Clementine, e da quel secondo incontro pian piano nascerà una simpatia immediata e un affetto travolgente: una scossa destinata a far tremare le fondamenta di una vita banale, un'esplosione di colore che ravviva un mondo altrimenti grigio.

Clem è sconvolta dalle sensazioni nuove e forti che sente nel proprio cuore e che invadono la mente e il corpo; sente sempre più forte l'attrazione per questa Emma dai capelli e dagli occhi blu, ma cerca con tutta se stessa di soffocare questo turbinio dentro di sè, non riuscendo ad immaginare come potrebbe affrontare una propria eventuale omosessualità.

Ciò che turba e fa soffrire la ragazza, tanto da spingerla ad isolarsi, è la vergogna, l'umiliazione, la paura di rivelare "la propria natura" a chi le è vicino: genitori, amiche e compagni di classe.
Ma la prima persona che deve accettare questo dato di fatto è proprio lei stessa, e grazie all'atteggiamento comprensivo di Valentine e alla dolcezza di Emma, Clem riuscirà a far chiarezza nel proprio cuore e ad accettare il proprio modo di essere.
Le difficoltà esterne e il peso del pregiudizio e della condanna altrui non scompaiono da un giorno all'altro, tant'è che le due ragazze iniziano una relazione clandestina, che però dona loro sicurezza, amore, dolcezza e passione.

Clementine e Emma riusciranno a vivere il loro grande e sincero amore nonostante i problemi, le paure, gli sbagli, il giudizio e l'atteggiamento di negazione da parte dei genitori?

La storia contenuta in questa graphic novel affronta proprio il tema dell'omosessualità tra i giovani, con tutto ciò che vi è connesso: la scoperta di essere "diversi" da quello che si reputava "normale" in virtù dell'educazione e dei principi morali ricevuti; i turbamenti derivanti da questa sconvolgente scoperta su se stessi; il senso di colpa, la vergogna, la rabbia verso se stessi, la paura che gli altri lo sappiano e al contempo il desiderio di poter dire a tutti ciò che si è, senza essere costretti a fingere; il disprezzo da parte di chi credevi amico; la discriminazione cui vanno incontro gli omosessuali (ad es. relativamente al poter assistere il partner ammalato)...
Insomma, in poche pagine si affronta questo complesso (e attualissimo) argomento a tutto tondo e lo si fa con immagini realistiche, esplicite, che mostrano in modo chiaro gli stati d'animo dei personaggi, la gioia e le lacrime, raccontando come l'esistenza sia grigia e triste e non decolla fino a quando si è trattenuti dalle opinioni altrui, ma si colora solo in presenza dell'amore (l'unico colore, a parte il griio, è infatti il blu, che appartiene ad Emma, la quale rappresenta la vita vissuta appieno da Clem), ne viene fuori una storia piena di sentimento, che riesce a colpire l'interesse del lettore, appassionandolo alle vicende delle due protagoniste, fino ad un epilogo tragico e commovente.



obiettivo n.28. Una graphic novel

Segnalazione: "Il mondo dell'altrove" di Biancu Sabrina



Buon pomeriggio, cari lettori!
Rieccomi qui a proporvi una raccolta di racconti fantastici:

Il mondo dell'altrove 
di Biancu Sabrina 


Marco Del Bucchia Editore
Genere: Narrativa 
ISBN: 88-471-0785-4 
Prezzo: € 12,00 
Numero Pagine: 116 
luglio 2015
Link d'acquisto: sito C.E


Sinossi

Cinque racconti – in cui fantasia e realtà si mescolano – capaci di trasportare il lettore in un altro mondo, in un luogo magico. 
Capaci di farlo sognare. 
Ogni storia, infatti, è in grado di trasportare il lettore in un altro mondo, un luogo magico in cui a partire dall’essere più piccolo e insignificante ognuno non solo può parlare ma fare cose incredibili, mai immaginate prima.
Ogni cosa è viva e insegna qualcosa d’importante. 
E ciascuna storia si trasforma nella tappa di un viaggio in cui si cresce e si matura a fianco di Elia, Rosy, Tea, Pietro, Desideria, André e della stellina Irina.

Anteprima Neri Pozza: "Cabaret Biarritz" di José C. Vales



Prossimo arrivo Neri Pozza!

Vincitore del Premio Nadal 2015, Cabaret Biarritz è un affresco letterario divertentissimo, polifonico e stravagante. «Una commedia che mescola magistralmente indagine criminale e parodia sociale» (El País) e che regala ai lettori l’inedito ma fedele ritratto della Francia degli anni Venti: una terra di segreti, frivolezze mondane e feste che sembrano uscite dalle pagine de Il grande Gatsby.


Cabaret Biarritz
di José C. Vales


trad. Silvia Sichel
Trama

Nella Parigi del 1938, Philippe Fourac è il direttore e proprietario de La Fortune, una casa editrice dai toni popolari che si rivolge principalmente a un pubblico di signore benestanti.
Nemico degli autori avanguardistici e dei tomi arcigni «che puzzano di letteratura», Fourac è alla ricerca costante di fatti e argomenti i cui aspetti «più truculenti, sanguinari e morbosi» possano essere trasformati, da una buona penna, in un romanzo di successo. 
Quando conosce Georges Miet, un giovane scrittore zoppo, quasi cieco e con più pulci dei ratti di Saint-Germain, il direttore capisce immediatamente che quel ragazzo malconcio è disposto a fare qualunque cosa pur di guadagnarsi da vivere con la scrittura. E così nasce il progetto «Cabaret Biarritz».
Fourac incarica Miet di scrivere un romanzo «serio ma appetibile» sui drammatici fatti che una decina d’anni prima, precisamente nell’estate del 1925, scossero l’elegante località turistica di Biarritz, nel sud della Francia. Gli articoli di cronaca dell’epoca pubblicati su La Petite Gironde parlavano del corpo di una donna rinvenuto con una caviglia incastrata in un anello d’ormeggio del porto. 
Un caso rubricato dalla polizia tra i soliti tragici incidenti di «una notte di bagordi in Côte Basque».
Arrivato a Biarritz, Miet intervista gli amici e i conoscenti della vittima, dopodiché passa al setaccio le maliziose ballerine del cabaret Les Sirènes, i ricchi vacanzieri di stanza al Casinò Bellevue, e una schiera pressoché infinita di governanti, gioiellieri, lanciatori di coltelli, artisti omosessuali e becchini. Più le dichiarazioni aumentano, tuttavia, più il mistero si infittisce.
Quando scopre che i cadaveri di altre due persone erano già stati rinvenuti in circostanze molto simili alla prima vittima, la polizia inizia a pedinarlo e il suo editore gli intima di tornare a Parigi. 
Solo, impaurito e senza il becco di unquattrino, Miet è convinto che tre delle persone che ha intervistato – il giornalista locale conosciuto come «Vilko», il fotografo Marcel Galet e l’aristocratica e seducente Beatrix Ross – sappiano molto più di quello che gli hanno raccontato. Il problema è inventarsi un modo per convincerli a parlare.

Un mistero irrisolto nella «Biarritz festosa 
e disinibita degli anni Venti».
El País

«Un narratore di prima categoria».
El Mundo

L'autore.
José C. Vales (Zamora, 1965) si è laureato in Lettere all’Università di Salamanca e poi specializzato a Madrid in Filosofia ed Estetica della Letteratura romantica. Lavora come editor, redattore e traduttore per diverse case editrici spagnole. Nel 2015 Cabaret Biarritz ha vinto il Premio Nadal, uno dei più importanti riconoscimenti letterari di Spagna.


domenica 13 marzo 2016

Un estratto da "Girl Runner" di Carrie Snyder



Un altro pezzettino del bellissimo "Girl Runner" di Carrie Snyder, di cui trovate la recensione sul blog, per augurarvi una serena domenica! ^_^

"Mi sono persa nella familiarità del dolore. La disciplina del parto è simile all’allenamento e alle gare. Entrambe sono esplorazioni dell’estremo, la sensazione di abbandonare il proprio sé fisico per mezzo del dolore. Come posso spiegare? Dai quello che hai da dare. Forse hai più di quello che credi, e puoi sapere quanto di preciso solo sbattendo la testa contro i limiti della sopportazione. È più facile una volta che hai accettato quel che deve succedere. Una volta che smetti di preoccuparti di come appari, o di chi potresti essere, e ti limiti a essere.Io sono muscoli, forza, apertura. Sono pace, profondo benessere, attesa. Sono forte, efficiente. La pressione minaccia di spezzarmi, ma io le vado contro. Corro sempre più forte quando spingo contro il vento."





sabato 12 marzo 2016

Dietro le pagine di GIRL RUNNER (C. Snyder)



Uno degli ultimi romanzi terminati è GIRL RUNNER della scrittrice canadese Carrie Snyder (sito), che mi è piaciuto moltissimo.
Questo pomeriggio sono qui per condividere il "dietro le pagine" di questo libro.

-
Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?
".


Cominciamo dalla protagonista: Aganetha Smart è un personaggio di fantasia, che l'Autrice ha voluto collocare alle olimpiadi di Amsterdam del 1928, le prime in cui le donne poterono partecipare ad alcune gare di atletica. 

l'americana Elizabeth “Betty” Robinson, 
oro nei 100 metri ad Amsterdam 1928
A darle ispirazione sono state le atlete vere che avevano partecipato ai giochi olimpici, e in particolare il gruppo delle cosiddette “Imbattibili sei”, le ragazze della squadra di atletica canadese. 
Le sei donne avevano fatto una performance di tutto rispetto, rientrando in Paese con medaglie (tra cui l’oro nella staffetta 4 x 100 e nel salto in alto) e onori.

In realtà, il primo posto per gli 800 metri non lo vinse una canadese, anzi due di esse si piazzarono al quarto e quinto posto in finale, una gara di cui si discusse molto.

Perchè? 

Secondo alcune fonti giornalistiche dell’epoca, almeno metà delle finaliste negli 800 metri erano crollate o comunque non avevano terminato la gara. Questa versione però è stata smentita da un articolo comparso su Runner’s World nel 2012, secondo il quale esistono dei filmati che riprendono tutta la gara, mostrando come solo una donna inciampa e cade sul traguardo prima di rialzarsi nel giro di pochi secondi.

Facendo ricerche, l'Autrice si è accorta che c'erano però più versioni, e contraddittorie, di questo fatto, ma una cosa fu certa: venne formato subito un comitato e alle donne fu vietato correre più di duecento metri nelle successive olimpiadi.

Fu solo con i giochi olimpici di Roma nel 1960 che le donne vennero riammesse a correre gli 800 metri.

La consapevolezza che le discriminazioni non riguardino solo il passato ma che anzi siano alquanto una cosa recente, ha fatto sì che alla Snyder salisse su una gran voglia di riscattare tutte le atlete donne, di oggi e di ieri, attraverso la sua eroina: Aganetha "Aggie" Smart, appunto.

fonte
C'è un personaggio realmente esistito nel libro, ed è la signorina Alexandrine Gibb: una ex atleta che era diventata la colonna portante delle donne canadesi nello sport, lavorando come team manager nella squadra femminile canadese del 1928 e che scriveva di sport femminile per il Toronto Daily Star

Nel corso delle ricerche per questo libro, l'autrice partì proprio dalle rubriche della Gibb, che coprivano i giochi olimpici di quell’estate del '28.
La sua intelligenza e la sua forte personalità hanno colpito favorevolmente Carrie, tanto da decidere di introdurla nella storia di Aganetha.


(informazioni prese dalle Note dell'autrice presenti nell'edizione Sonzogno).

Recensione: SVEGAN - Ricette d'amor vegano con una storia intorno, di Barbara Solinas



Buon sabato, cari lettori e amici!
Anche oggi vi propongo una breve recensione su un libro piccolo - per il quale ringrazio Emma Books per la copia digitale in omaggio -  ma molto carino e, perchè no?, utile a chi voglia approcciarsi all'ampio universo dei vegani ^_-


SVEGAN
Ricette d'amor vegano con una storia intorno
di Barbara Solinas


Ed. EmmaBooks
FORMATO: M
PREZZO: EUR 2,99

Chiara e Stefano si piacciono; sin dai primi incontri sentono una sorta di alchimia che scorre tra loro, fatta di sguardi e piccole battute non troppo audaci.
E se a un'ipotetica lei (Chiara, appunto) piace da morire un lui che fino al giorno prima mangiava proteine animali per poi rivelarsi Svegan dal giorno alla notte... che si fa? Come ci si comporta?
Del resto si sa: cibo e amore vanno spesso di pari passo; quanti di noi non hanno mai sentito l'espressione "prendere qualcuno per la gola" (non nel senso di strozzarlo, si capisce)
Molte storie nascono a tavola, tra un bicchiere di vino e un appetitoso brasato, e cucinare è senz'altro un atto d’amore che può, in certi casi, diventare una vera e propria dichiarazione.
Ma quando è proprio il cibo a delimitare un solco di incompatibilità tra due persone che si piacciono, riconciliarle può non essere così automatico...
Ma ecco che quando l'interesse reciproco comincia a farsi sentire, spunta un "problemino" tra i due.
Stefano è Vegano!

L'autrice, con l'espediente di una voce narrante fuori campo, ironica e sagace, ci fa sapere che però Stefano non è un vegano estremista.

In che senso?
Nel senso che si possono considerare essenzialmente due tipi di vegani: quello "filosofico" o V-Vegan, ideologicamente convinto: animalista, amante dell'ambiente, disposto a parlare in continuazione con tutti del proprio sanissimo  modus vivendi e pronto a far proseliti.
E poi c'è lo Svegan, quello che lo è perchè spinto da una serena tranquillità verso uno stile di vita e alimentazione salutari, diverse da quelle praticate finora.
Il tipo di Vegano che non ti urla dietro come un ossesso se ti vede mangiare miele o scacciare la zanzara, per intenderci.

E beh, sono problemi non di poco conto, perchè adesso pròvati a sedurre il tipo in questione con cavoletti di Bruxelles e lenticchie...!
Chiara deve fare fare appello a tutto il suo buonsenso per rendersi conto che il vegano non è un malato, un diverso, uno che a un dato momento si è impazzito e ha deciso di dichiarare guerra a tutto ciò che di animale esiste in cucina.
Che poi, a dirla tutta, non si tratta solo di non mangiare uova, carne e latticini, bensì di un vero e proprio modo di vivere "ecosostenibile", che mira al rispetto e alla salute dell'ambiente, oltre che di se stessi, quindi il buon vegano non è solo colui che si limita a non mangiare la fiorentina,  ma è anche molto attento a leggere etichette ed ingredienti degli alimenti del supermercato, cercando di evitare conservanti e quant'altro sia poco salutare per il proprio corpo.

Insomma, è proprio un modo di approcciarsi all'alimentazione "rinnovato", differente, ragionato, e come dice Stefano ad una stupita e perplessa Chiara: "io scelgo cosa e come mangiare, e in questo esercito la mia libertà".

Ciò che blocca Chiara (e tanti loro amici comuni non vegani) sono in realtà i pregiudizi, il guardare chi fa una scelta di vita e di dieta alimentare differente come se questo lo rendesse "anomalo", folle, volutamente problematico a tavola e soprattutto per quei poveracci che si ritrovano a invitarlo a pranzo e a cena e a doversi scervellare per trovare un menù (dall'antipasto al dessert...!) che gli sia congeniale.

Stefano Svegan è un vegano sereno e pacato, che spiega e rispiega con una quasi divina pazienza le ragioni delle proprie scelte, e la narratrice gli si affianca nel presentarci con una deliziosa ironia i tanti dubbi ma anche i vari tentativi di approccio di Chiara al  veganesimo, il suo scoprire man mano come si può tranquillamente organizzare una cenetta sfiziosa, speziata e gustosa già partendo da ricette tradizionali "naturalmente vegane", per poi provare ad allargare, volendo, i propri orizzonti con prodotti più "specifici" (seitan, tofu ecc...).

Chiara ha bisogno di levarsi dagli occhi i prosciutti dei luoghi comuni e provare a conoscere meglio Stefano, la sua scelta, le sue motivazioni, senza paura che questo sia un muro insuperabile, anzi prendendo questo come una ricchezza per il loro rapporto.

In appendice l'autrice ha ben pensato di offrire ai suoi lettori sei diversi tipi di menù vegani, davvero interessanti e appetitosi, sicuramente da provare.

Un ricettario particolare, questo di Barbara Solinas, che ci parla della scelta di essere vegani senza far sentire chi mangia carne e uova necessariamente un crudele assassino e un acerrimo nemico di flora e fauna, e questo grazie ad una penna brillante, ironica, simpatica, che sottolinea con bonaria comprensione i limiti "mentali" di Chiara (e forse anche del lettore che si immedesima in lei?), che non è detto debba per forza diventare vegana pure lei per amore di Stefano, ma che è quantomeno chiamata a confrontarsi con intelligenza e serenità, senza pregiudizi, con chi ha fatto questa scelta di vita, senza necessariamente pensare che l'altro sia pazzo o che ci sia dietro qualche complotto di proporzioni mondiali.

Non posso che consigliarvi la lettura di questo breve libro; leggerlo è stato divertente ed istruttivo, e questo a prescindere dal vostro stile alimentare; probabilmente non cambierete le vostre abitudini a tavola, ma questa lettura dà di certo ottimi spunti per considerare il cibo in modo più consapevole e intelligente.

Novità Panesi Edizioni: LE FATE DEL TRAVANCORE di Nicola Tenani





Buongiorno lettori!
Oggi iniziamo la giornata con la segnalazione di una nuova uscita Panesi Edizioni che come soggetto tre storie di donne indiane, tre donne alle prese con le delusioni e le rivincite che la vita ha messo loro davanti; un viaggio fisico e spirituale nel Kerala indiano, con le sue tradizioni, la sua gente e le sue religioni.


LE FATE DEL TRAVANCORE.
Tre magiche storie di donne dell'India
di Nicola Tenani



Editore: Panesi Edizioni
Formati: epub e mobi
Lunghezza: stimata 150 pagine
Prezzo: € 2,99
Isbn: 9788899289386
Genere: narrativa, viaggio spirituale
Collana: Eris
Data di uscita: 
09/03/2016

Sinossi

Il Travancore: una regione situata nell’India precedente l’Indipendenza del 1947, un regno a cavallo tra gli attuali confini meridionali dello stato del Kerala (allora suddiviso in tre regioni, Travancore, Kochi, Malabar) e parte del confinante Tamil Nadu. 
Oggi i confini sono definiti in modalità diverse, ma il Travancore esiste nella sua cultura, in cibi, usanze, aspetti naturalistici, templi, luoghi, storie di uomini e donne forgiate nei millenni al senso dell’armonia interreligiosa e alla convivenza tra caste ed etnie variegate. 
Chi sono le fate del Travancore? Sono le donne di questo angolo di tropico indiano. 
All’interno del romanzo viaggerete in quelle terre attraverso spaccati delle loro vite, delusioni, sofferenze, sogni, disillusioni e successi. 
In questo percorso letterario sarete non solo viaggiatori, ma soffrirete e gioirete al fianco della vedova Subha e della sua rivincita su un karma in precedenza negativo, al fianco della giovane Sajitha, danzatrice di Mohiniyattam alla scoperta di sé e del legame con la sua insegnante, della povera Judy, cristiana sposata con un marito alcolizzato e violento, del suo dolore sulle rive del mare d’Arabia.


Breve estratto:

Subha non era troppo lontano dal topolino mentre rientrava alla sua abitazione: con qualche rupia aveva acquistato al mercato del vicino villaggio una manciata di riso Matta, economico e tipico in tutto il Kerala per la preparazione dei piatti ricchi così come di quelli poveri, cotto e stracotto, doppiamente bollito senza sale per dare spessore al chicco, completamente gonfio dall'acqua, adatto per essere raccolto con le mani assieme alle salse o ai curry di condimento, il choru che sazia ed assorbe bene i curry ed i chutney lui destinati. Il basmati era molto più profumato, lei lo sapeva e adorava preparare il ricco biryani ogni tanto, in occasioni di feste e ricorrenze, con il pesce cotto nel curry speziato, o il pollo, il cardamomo per aumentarne le nuance olfattive, gli anacardi tostati e i canditi di frutti, ma il costo della varietà basmati era troppo elevato per divenire cibo quotidiano, un lusso per pochi e non sempre.

Un po' di riso, qualche lady-finger e pomidoro, assieme allo zucchino che conservava nel piccolo ripostiglio esterno: con queste semplici verdure avrebbe cucinato il giorno dopo, per terra, sul patio della casa, un po' di sambar da unire al riso, era tutto ciò che poteva permettersi e non chiedeva molto altro. La sua casa in parte non esisteva più dopo il forte vento che nel mese di settembre dell'anno precedente aveva dato l'ultima, decisiva, scossa alla palma crollata fragorosamente sul tetto, piegata dall'improbabile folata improvvisa sulle uniche due stanze di una casa costruita con qualche misero aiuto del panchayat.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...