domenica 24 aprile 2016

Cito e canto: Uomini soli



Un passaggio tratto da "Camere separate" di Tondelli, che ha al centro la solitudine.


"La solitudine è questa situazione un po’ buffa, un po’ ridicola, un po’ aggressiva di un uomo seduto al tavolo di un ristorante turistico: l’immagine di una persona incompleta, tanto goffa da sembrare stupida o arrogante. Leo deve incominciare a difendere questa sua solitudine. Non deve permettere che gli altri lo vedano come un atomo dalle valenze aperte, come qualcuno immiserito dalla mancanza di un compagno, di un amico, di un amore. La solitudine è anche scomodità. Obbliga a rivolgersi agli altri, a fare richieste continue. (...)La solitudine impietosisce gli altri. A volte lui sente lo sguardo indiscreto della gente posato sulla sua figura come un gesto di una violenza inaudita. Come se gli altri lo pensassero cieco e gli si accostassero per fargli attraversare la strada. Certe premure lo offendono più dell’indifferenza, perché è come se gli ricordassero continuamente che a lui manca qualcosa e che non può essere felice. Si vede con un lato del corpo sanguinante, una cicatrice aperta dalla quale è stata separata l’altra metà. Vorrebbe spiegare che sì, Thomas gli manca e di questo sta soffrendo. Ma che non avverte la propria solitudine come una disperazione. Si sta concentrando su di sé, si sta racchiudendo nelle proprie fantasie e nei propri ricordi. Sta cercando di abbracciare la parte più vera di se stesso recuperandola attraverso il ricordo, la riflessione, il silenzio."

Canzone associata? Eccola ^_^


sabato 23 aprile 2016

Dietro le pagine di: "WOLF. La ragazza che sfidò il destino" di Ryan Graudin



Martedì 12 aprile 2016 è arrivato in libreria Wolf. La ragazza che sfidò il destino di Ryan Graudin, un romanzo feroce e magnifico, amato ai lettori, acclamato dalla stampa, premiato dalla critica: il primo capitolo di una nuova straordinaria serie dal ritmo adrenalinico e dall’indimenticabile protagonista femminile, Yael.


WOLF. La ragazza che sfidò il destino
di Ryan Graudin

Ed. De Agostini
14.90 euro
Aprile 2016
È il 1956 e l’alleanza tra le armate naziste del Terzo Reich e l’impero giapponese governa gran parte del mondo. 
Ogni anno, per celebrare la Grande Vittoria, le forze al potere organizzano il Tour dell’Asse, una spericolata e avvincente corsa motociclistica che attraversa i continenti collegando le due capitali, Germania e Tokyo. 
Il premio in palio? Un incontro con il supersorvegliato Führer, al Ballo del Vincitore. 
Yael, una ragazza sopravvissuta al campo di concentramento, ha visto troppa sofferenza per rimanere ancora ferma a guardare, e i cinque lupi tatuati sulla sua pelle le ricordano ogni giorno le persone che ha amato e che le sono state strappate via. 
Ora la Resistenza le ha dato un’occasione unica: vincere la gara, avvicinare Hitler… e ucciderlo davanti a milioni di spettatori. 
Una missione apparentemente impossibile che solo Yael può portare a termine. 
Perché, grazie ai crudeli esperimenti a cui è stata sottoposta, è in grado di assumere le sembianze di chiunque voglia. 
Anche quelle di Adele Wolfe, la Vincitrice dell’anno precedente. 
Le cose però si complicano quando alla gara si uniscono Felix, il sospettoso gemello di Adele, e Luka, un avversario dal fascino irresistibile…

L'autrice.
RYAN GRAUDIN è nata e cresciuta a Charleston, in Carolina del Sud, dove si è laureata in Scrittura Creativa. Vive con il marito e un cane lupo. Wolf. La ragazza che sfidò il destino è lo straordinario romanzo con cui esordisce sulla scena letteraria italiana.

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Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerche che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?
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Ma com'è nato questo libro?
Ryan Graudin racconta che nei suoi libri cerca di esaminare tutti gli aspetti della vita partendo da una domanda breve ma importante: E se…?, da cui inevitabilmente scaturiscono altre domande, alle quali prova a rispondere nei propri libri.


Il romanzo è ambientato nel periodo postbellico, ma la seconda guerra mondiale è purtroppo ancora troppo dolorosamente vicino, e nel mondo immaginato dall'Autrice è l'Asse ad averla avuta vinta.
Purtroppo, quando pensiamo ad Hitler non possiamo non pensare al razzismo, all'odio del Fuhrer verso chiunque non fosse ariano, e quindi non appartenesse alla razza da lui definita "superiore".
Da questo distorto modo di pensare sono conseguiti non solo i tentativi di invadere altri Paesi e requisirne i territori per estendere il proprio dominio, ma ancor di più aberrazioni quali l’eugenetica, la sterilizzazione forzata, l’eutanasia per gli anziani e i disabili, e più in generale l’eliminazione di tutti coloro che, a giudizio di Hitler, non meritavano di vivere per diverse ragioni.

Al centro del romanzo c'è il concetto dell'identità, non solo nel senso di come ciascuno vede se stesso, ma anche di come ciascuno vede l'altro.
Ma cosa determina l’identità di una persona: il colore della pelle, la sua religione, la divisa che indossa? 

Ryan ha dato ala sua protagonista Yael la capacità di trasformarsi per rispondere a queste domande e poter così, soprattutto, dimostrare l’assurdità del pregiudizio razziale.
L'accostamento di un elemento surreale a fatti storici è un modo per aiutare il lettore a immedesimarsi nelle tante identità di Yael e a riflettere su ciò che è in grado di fare, nel bene e nel male, l'Uomo.

Il fatto che Hitler abbia infine perso la guerra e che il nazismo sia stato ufficialmente spazzato via, non deve far credere che quel tipo di ideologia appartenga al passato e basta.
Tutt'altro! Il razzismo e l’antisemitismo sono ancora presenti e, secondo alcune ricerche statistiche, esso è aumentato negli ultimi anni; i fanatici che sostengono queste follie pericolose non sono affatto da ignorare o da considerare come gruppi piccoli e innocui!

Il desiderio dell'Autrice è che la storia di Yael possa far riflettere i lettori sul fatto che gli uomini sono tutti uguali e che la storia va studiata e conosciuta per comprendere ancor meglio il mondo di oggi.

Non so a voi, ma a me mette i brividi pensare che un mondo dominato dall'antisemitismo e dal razzismo sarebbe stato in fondo possibile, attuabile, se Hitler avesse vinto la guerra..., e anzi per qualche anno, ahinoi, è stato fin troppo reale.
E questo non andrebbe mai dimenticato.

Le dichiarazioni dell'Autrice sul proprio romanzo le ho prese dal sito De Agostini e devo dire che è stato molto interessante leggere cosa c'è dietro il libro, il contesto storico di riferimento e il tipo di aggiunte fittizie operate dalla Graudin, perchè se prima non avevo fatto caso a questo romanzo, adesso sarei molto invogliata a leggerlo.
Voi che ne pensate? Lo leggereste?

venerdì 22 aprile 2016

Recensione: LE FATE DEL TRAVANCORE di Nicola Tenani



Le Fate del Travancore di Nicola Tenani è una raccolta di tre racconti che ci parlano dell'India, in particolare del Kerala, dei suoi colori, dei suoi odori e sapori, delle tradizioni e delle credenze, ma soprattutto della sua gente, con il suo carico di dolori, sogni, speranze, di umanità.


LE FATE DEL TRAVANCORE
di Nicola Tenani


Editore: Panesi Edizioni
Formati: epub e mobi
150 pagine
Prezzo: € 2,99
Genere: narrativa, viaggio spirituale
Data di uscita: 
09/03/2016
Il Travancore è una regione dell’India prima dell’Indipendenza del 1947, a cavallo tra gli attuali confini meridionali dello stato del Kerala (allora suddiviso in tre regioni, Travancore, Kochi, Malabar) e parte del confinante Tamil Nadu.

A prescindere dalla suddivisione del territorio, il Travancore esiste ancora in virtù della specificità della sua cultura, di cibi, usanze, aspetti naturalistici, templi, luoghi, storie di uomini e donne forgiate nei millenni al senso dell’armonia interreligiosa e alla convivenza tra caste ed etnie variegate.

La protagoniste di questo libro sono tre donne, diverse per età, che l'Autore definisce "fate".

"Chi sono “Le fate del Travancore”?Sono il lato femminile, lunare, di quell’angolo meridionale e tropicale di India che nel passato aveva il nome di Travancore: assieme a Kochi e Malabar le tre antiche aree che assieme compongono il Kerala oggi.Le mie fate sono nate tra leggende e storie quotidiane molto diverse dalle fiabe europee; la “fata” come concetto legato alla magia non esiste, non così riferito, non di certo pensato come pensiero etereo di entità piccine e incantate, o incantatrici.Eppure nei lunghi mesi vissuti in più periodi in Kerala, ho incontrato tante fate, senza ali, senza bacchetta: sono le bambine, le donne, le vecchie che ogni giorno lottano, soffrono, ridono, pregano, gioiscono, cucinano, studiano, giocano, lavorano, sopportano la loro condizione di essere donne nate in una cultura che le vuole relegate ad un gradino (a volte molti di più in qualsiasi altro stato del sub-continente indiano), posto più in basso rispetto al genere maschile."

Nel primo racconto conosciamo Subha, vedova e madre del giovane Suraj, fidanzato con la bella Bitja; su di lui la donna ripone tutte le speranze di madre e futura nonna, ma un tragico incidente spezza la vita del ragazzo, togliendo a Subha non solo l'adorato figlio, ma anche tutto ciò che di bello era legato a lui.
Cosa le resta?
Il dolore, la solitudine, i giorni sempre uguali, sono l'unica sua compagnia, e le avversità sembrano non lasciarla in pace; eppure, un filo di luce si fa spazio tra le nubi scure e giunge a portare inaspettati giorni di serenità e letizia.

E poi c'è la piccola Sajitha, danzatrice di Mohiniyattam, alle prese non soltanto con le faticose prove di ballo insieme alla sua maestra Manju, ma ancor di più con la scoperta di sé, del suo talento nella danza sacra, dei suoi sogni di danzatrice, nonchè del rapporto profondo che la lega all'insegnante, esigente e rigorosa quando si tratta di preparare le coreografie, ma anche comprensiva e materna quando c'è bisogno di consolare ed incoraggiare la sua pupilla nei momenti di sconforto. Ma quando i piccoli traguardi non sembrano raggiunti come si vorrebbe, non bisogna mai disperare perchè la vita può riservare piacevoli sorprese, e questo Sajitha avrà modo di impararlo...

E poi c'è la giovane moglie e mamma, Judy, di religione cristiana, sposata con Joosamarian, un uomo fondamentalmente buono che però negli ultimi tempi ha problemi con l'alcool, finendo per diventare troppo spesso violento con la povera moglie.
Purtroppo le "poche prospettive, lavori saltuari, un oceano depauperato dai grandi pescherecci senza scrupoli" stanno rendendo l'uomo (e non soltanto lui, ma anche altri uomini della comunità) frustrato e in preda alla disperazione; inevitabilmente la moglie è infelice e triste, e spesso le lacrime le rigano il volto mentre è seduta in riva al mare, non riuscendo a vedere delle possibilità di cambiamento.
Ma Joosamarian deve ritrovare in se stesso la voglia di riscattarsi, di prendere in mano la vita sua e della propria famiglia e provare a cambiare le cose attraverso piccoli progetti realizzabili con qualche sacrificio, certo, ma quelli si affrontano insieme:

"....dopo mesi di buio finalmente una luce in fondo agli occhi immensi di un uomo ancora ragazzo si accese. Entrambi avevano venticinque anni, entrambi avevano ventimila sogni ma piccoli come un regalo inatteso.".

Sono tre storie che ci mostrano la vasta e ricca realtà di questa zona dell'India, che danno modo al lettore di immergersi totalmente in essa, passeggiando con calma e attenzione - non con la superficialità del turista che sa di restare nel luogo di vacanza alcuni giorni per poi andar via in compagnia di foto, ricordi e souvenir (il turista è troppo impegnato a vivere la vacanza in frivolezza per soffermarsi a pensare alla realtà locale) - per le strade e i villaggi, osservando da vicino le persone, i loro abiti particolari e colorati, gli ornamenti delle donne, la loro bellezza semplice eppure affascinante, assaporando i loro cibi esotici speziati, apprezzando la capacità di far convivere diverse culture e fedi.
Un'India diversa da quella troppo spesso raccontata dai media - come ci fa notare lo stesso autore nell'introduzione al libro -, che è quella della violenza sulle donne, della povertà; non che essa non sia reale, lo è eccome, ma c'è anche un'India ricca di fascino e colori, di bellezze naturali non solo da immortalare con una digitale (o forse dovrei dire con l'Iphone) ma da "gustare da vicino", soffermandosi a godere del tepore del sole o dell'odore del mare, lasciando che la natura e le persone coinvolte ci parlino di loro stessi, e se questo non è possibile farlo fisicamente (viaggiando), allora lo si può fare leggendo libri come questo.

La scrittura chiara ed accurata, le descrizioni vivide e poetiche di persone e luoghi, fanno emergere l'amore e l'ammirazione dell'Autore per quei posti, in cui di certo ha lasciato un pezzetto del proprio cuore, e proprio questo modo di parlarci della "sua India", così appassionato e realistico, dà al lettore attento e sensibile una prospettiva "interna" (frutto della personale esperienza e dei viaggi di chi scrive, condivisi con noi in forma romanzata) che ci lascia entrare nel vivo del tessuto culturale e naturale di un Paese lontano da noi ma che, grazie alle pagine vive di questo libro, diventa famigliare, ed è impossibile non riuscire ad immaginare ambienti, gesti, abiti, persone, e a non provare simpatia o tenerezza per le dolci fate del Trevancore.

Un libro che ci trasporta nel Kerala, permettendoci di fare un viaggio che, lungi dall'essere una mera descrizione di paesaggi, usi e costumi, assume un carattere "spirituale", umano, chiedendo al lettore di togliersi i propri occhiali di turista occidentale per vedere tutto con gli occhi meravigliati e "incontaminati" del viaggiatore "che non appartiene ad alcun luogo in particolare" ma che "si sposta lentamente da un punto all’altro della Terra...".

Ringrazio l'Autore per l'opportunità di leggere il suo libro e non posso che consigliarvelo!!

Thich Nhat Hanh, l'amore per la natura e per se stessi



In questo venerdì, nell'appuntamento dedicato alla letteratura dal sapore orientale, c'è una delle figure più importanti della spiritualità mondiale: il monaco buddhista, poeta, studioso e attivista per la pace Thich Nhat Hanh, che è stato candidato al premio Nobel da Martin Luther King nel 1967.
È autore di decine di libri. Vive a Plum Village, in Francia, e guida ritiri spirituali in tutto il mondo sull'arte della meditazione.


LETTERA D'AMORE ALLA MADRE TERRA
di Thich Nhat Hanh



Ed. Garzanti
trad. Sara Caraffini 
96 pagine 
€ 12.00
Febbraio 2016

Non esiste alcuna differenza tra risanare la Terra e risanare noi stessi

Cambiamenti climatici devastanti, specie animali estinte, ecosistemi perduti: la vita sulla Terra è ogni giorno più a rischio per colpa dei terribili errori commessi da noi esseri umani, e cambiare abitudini è sempre più urgente.
In questo appello appassionato e straordinariamente attuale, Thich Nhat Hanh ci mostra, con la calma fermezza che contraddistingue il suo pensiero, i passi concreti da compiere per mettere in atto quella necessaria rivoluzione spirituale in grado di guarire il nostro pianeta.

Con Lettera d'amore alla Madre Terra scopriamo così la speranza di una rinnovata comunione con il mondo che ci circonda e ci dona la vita, l'unica strada possibile per una futuro di pace, sereno, e nuovamente felice.


Pubblicato l'anno scorso, "Il dono del silenzio" indica come, secondo l'Autore, sia possibile ristabilire, dentro di noi, quell'ordine e quella serenità in grado di farci guardare in profondo ciò che ci circonda, per comprendere chi siamo realmente e cosa davvero vogliamo dalla nostra vita.

IL DONO DEL SILENZIO


Ed. Garzanti
Sara Caraffini 
160 pagine 
€ 12.00
2015
Proteggi la tua mente dal rumore

per poter udire il magnifico suono della vita


Viviamo alla continua ricerca della felicità, e nella corsa senza sosta per raggiungerla non ci accorgiamo delle straordinarie meraviglie di cui è già ricco il mondo attorno a noi.
Ogni giorno, ogni ora, ogni istante la bellezza ci chiama, ma raramente ci poniamo in ascolto. Perché per avvertire la sua voce e poterle rispondere è necessaria una condizione divenuta rara: il silenzio. 

In questo piccolo libro prezioso, il monaco buddhista Thich Nhat Hanh ci mostra il percorso da intraprendere per superare la gabbia di rumore che ci circonda privandoci della libertà, e ci indica un sentiero di pace tra i luoghi più confusi e caotici della nostra mente. 


AVETE MAI LETTO QUALCOSA DI QUEST'AUTORE?
DI SOLITO DATE SPAZIO A QUESTI LIBRI A CARATTERE SPIRITUALE-MEDITATIVO TRA LE VOSTRE LETTURE?

Personalmente leggo non di rado libri di carattere spirituale ma raramente attingo alla filosofia orientale.

Però tra le prossime letture mi sono promessa di leggere qualcosa di Gandhi!  

Recensione: PAMELA NUBILE di Carlo Goldoni



Una lettura veloce ma molto carina, che mi ha parzialmente riconciliata con la storia contenuta in un romanzo di metà Settecento che, quando lo lessi anni fa, non mi aveva affatto entusiasmata, anzi....
Il romanzo in questione era un classico prolisso e non proprio vivace intitolato "Pamela o la virtù ricompensata" di Richardson (RECENSIONE); la lettura veloce che vi presento in questi momenti è invece la commedia ispirata a questo librone ed è decisamente più piacevole:


PAMELA NUBILE
di Carlo Goldoni


Biblioteca Salani
L'Ulivo
138 pp
1951
Il romanzo di Richardson vide la luce nel 1740 e da subito Goldoni fu spronato dagli amici a trarne una commedia che, come precisa Enrico Bianchi nella prefazione all'opera, ha in realtà più i caratteri del dramma in quanto tratta i sentimenti e gli affetti in modo serio, senza però ignorare l'aspetto comico, soprattutto grazie all'inserimento di personaggi stravaganti e vivaci.

Pamela nubile fu recitata a Mantova per la prima volta nel 1750 ed ebbe un grandissimo successo.



"Apprenda il mondo che la virtù non perisce: ch'ella combatte e si affanna; ma finalmente abbatte, vince e gloriosamente trionfa".

La trama è presto detta: Pamela è la giovanissima cameriera personale di una nobildonna inglese che le voleva un gran bene; prima di morire, l'anziana ottiene dal figlio, Bonfil, la promessa di continuare a tenere a servizio la ragazza e di trattarla con tutta la benevolenza e il rispetto che merita. Pamela è una giovanetta tanto bella quanto buona, pura, innocente, educata e obbediente; chiunque la conosca non può che volerle bene; le si è affezionata la governante madama Jevre, il maggiordomo Longman, e lo stesso milord Bonfil.
Con la morte dell'anziana signora, si pone però un problema etico non indifferente: è giusto e decoroso che una ragazzina nubile, in età da marito e peraltro bella, continui a lavorare in casa di un giovanotto aitante e scapolo?
Giovanotto che, tra l'altro, ha messo gli occhi su Pamela e non ha nessuna reticenza a dimostrare, in presenza di amici e servitori, tutto l'ardore della propria passione per la bella cameriera. Passione che, diciamo, Pamela ricambia, almeno a livello sentimentale, essendo lei sinceramente innamorata del padrone.


Ma Bonfil cosa prova per lei? Solo passione vòlta a soddisfare un capriccio temporaneo o le vuol davvero bene tanto da essere capace di andar contro ogni convenzione sociale pur di vivere il proprio amore con e per la bella e casta Pamela? Pamela saprà resistere al proprio cuore e alle insistenze egoistiche del giovane padrone, mantenendo intatta la propria purezza e il proprio decoro?


La commedia è divisa in tre atti in cui intervengono di volta in volta diversi (non troppi) personaggi, tra cui la sorella di milord Bonfil, terrorizzata all'idea che suo fratello possa dare concretezza al proprio invaghimento per una cameriera di umilissimi origini e, cosciente di come questo risulterebbe oltremodo sconveniente agli occhi della società londinese, farà di tutto per sottrarre Pamela dalle mani del fratello, anche ricorrendo alle seduzioni di un suo nipote, il cavaliere Ernold, un tipo fin troppo bizzarro e sfrontato che darà un tocco di "pepe" e stravaganza alla storia. 

Goldoni ci lascia entrare brevemente nella società londinese di metà Settecento, in cui il peso dei costumi, dell'etichetta e delle convenzioni sociali e morali può condizionare la vita di un gentiluomo che si scopre innamorato di una donna che non è decisamente un buon partito. Il punto è: saprà andare oltre queste imposizioni non scritte (e quindi non "obbligatorie") ma comunque dominanti nell'ambito del ceto sociale d'appartenenza?

Il Bonfil di Goldoni è per la maggior parte del tempo irritante, arrogante, nervoso ed egoista quanto il Belfort di Richardson, ma rispetto a lui ci appare senz'altro più ragionevole e meno "dispettoso"; la stessa Pamela è meno piagnona e pesante, per quanto mantenga saldi i propri principi di purezza e onestà.

Una commedia che, come dicevo, non ci dona personaggi grotteschi, dalla personalità esageratamente buffa e dal tono spiccatamente spiritoso, bensì essi, i loro pensieri e sentimenti ci vengono presentati con un tono equilibrato e posato, senza con questo perdere il colore lievemente ironico e quella leggerezza (anche nel dare un "insegnamento" morale alla fine) che una commedia deve possedere.



Che ne pensate? Avete letto questa o altre opere di Goldoni?
Di solito leggete questo genere letterario?



READING CHALLENGE
12. Un libro - testo teatrale

"Ross Poldark", la saga storica di Winston Graham - dal 5 maggio in libreria (Sonzogno Editori)



Sonzogno viene decisamente incontro ai miei gusti letterari con questa uscita di maggio: Ross Poldark (per la prima volta in Italia la traduzione integrale), il primo romanzo della fortunata saga storica ambientata in Cornovaglia, scritta da Winston Graham, che ha conquistato intere generazioni di lettori e venduto milioni di copie in tutto il mondo.


ROSS POLDARK
di Winston Graham


Sonzogno Editori
trad. M. Curtoni e M. Parolini
ISBN: 978-88-454-2616-2
€ 18.50 
ebook €9.99
pp. 432
USCITA:
5 MAGGIO 2016
Trama

Cornovaglia, 1783. 
Ross Poldark, figlio di un piccolo possidente morto da poco, torna a casa, esausto e provato, dopo aver combattuto per l’esercito inglese nella Rivoluzione americana. 
Ora è un uomo maturo, non più l’avventato ed estroverso ragazzo che aveva dovuto abbandonare l’Inghilterra per problemi con la legge. 
Desidera soltanto lasciarsi il passato alle spalle e riabbracciare la sua promessa sposa, la bella Elizabeth.
La sera stessa del suo arrivo, però, scopre che, anche a causa di voci che lo davano per morto, la donna sta per convolare a nozze con un altro uomo. 
Non solo: Nampara, la casa avita, si trova in uno stato di abbandono, cui ha contribuito anche una coppia di vecchi servi, fedeli ma ubriaconi. 
Devastato dalla perdita del suo grande amore, Ross decide di rimettere in sesto Nampara e di concentrarsi sugli affari che il padre ha lasciato andare a rotoli, tornando a coltivare le terre e lanciandosi nell’apertura di una nuova miniera. 
Viene aiutato dall’affezionata cugina Verity, dai due servi e da Demelza, una rozza ma viva; ce ragazzina che ha salvato da un pestaggio e che, impietosito, ha preso a lavorare con sé come sguattera. 
Nella terra ventosa di Cornovaglia – aspra quanto la vita dei suoi minatori, percorsa dai fremiti di nuove sette religiose e afflitta da contrasti sociali – si intrecciano i destini dei membri della famiglia Poldark, primo fra tutti il forte e affascinante Ross, ma anche della gentile Verity, di Elizabeth, tormentata da segrete preoccupazioni, e di Demelza che, diventata una bellissima donna, è determinata a conquistare il cuore dell’uomo che le ha cambiato la vita.

L'autore.
Winston Graham (1908-2003), nato a Manchester e trasferitosi a diciassette anni a Perranporth in Cornovaglia, è stato un noto e prolifico romanziere inglese, famoso principalmente per la saga Poldark e per il thriller Marnie, portato sul grande schermo da Alfred Hitchcock. Questo è il primo dei dodici romanzi della fortunata serie ambientata tra il 1783 e il 1820, che con 40 edizioni internazionali e milioni di copie vendute rappresenta un vero e proprio classico tra i romanzi storici. La saga ha avuto due adattamenti televisivi di straordinario successo, entrambi prodotti dalla BBC: la prima volta nel 1975, con una serie tv trasmessa anche in Italia; la seconda nel 2015. Questa è la prima traduzione integrale pubblicata in Italia.

giovedì 21 aprile 2016

Segnalazione urban fantasy: IL CORVO ROSSO DELL'ALTA SOCIETA' di Daniele Imbornone



Carissimi lettori, in questi momenti desidero presentarvi un libro, più precisamente un urban fantasy a tinte dark, molto ironico e pieno di suspense.

IL CORVO ROSSO DELL'ALTA SOCIETA'
di Daniele Imbornone


Ed. GDS
14.90 euro
Sinossi

Saypherius Redcrow è un persecutore al servizio di un regno del dopo trapasso dove, lui insieme alla sua classe, i persecuto...ri per l'appunto, si occupa di recuperare le anime di coloro che sono destinati alla morte.
Al termine di un allontanamento dal mondo civilizzato durato 500 anni, Sayph viene richiamato alla capitale per un incontro con l'alta società, un consiglio di ricchi, potenti e soprattutto strafottenti uomini che governano il mondo di sopra, dove gli viene proposta l'opportunità di tornare quello che un tempo era stato. 
Sayph declina l'offerta per non essere tormentato dal suo passato pieno di pena, ma alla fine accetta sotto la spinta del supremo imperatore del mondo di sopra e della sua promessa che, alla fine dei 4 mesi durante il quale opererà, troverà la risposta alla sua più grande domanda.
L'attività dei persecutori è molto lunga e stressante, ma Sayph è il migliore nel suo campo e non ha intenzione di deludere il sovrano che si fida di lui. 
I problemi iniziano quando Sayph prende in custodia una ragazza che assomiglia moltissimo alla sua defunta moglie.

Cosa dice l'Autore di sè:
Salve a tutti mi chiamo Daniele Imbornone (1989 - Melzo, MI). Sono uno scrittore in erba di 26 Attualmente le mie energie sono concentrate sulla pubblicazione del mio romanzo d'esordio. S'intitola Il corvo rosso dell'Alta Società.Negli anni ho partecipato a diversi concorsi letterari e per 2 volte sono stato inserito in antologie con il blog: Club Urban Fantasy. I racconti sono intitolati: Ad un passo dalla morte e Una semplice partita a poker (quest'ultimo lavoro ha conseguito il secondo posto del concorso.)Recentemente sono entrato nella squadra di un'altra antologia a sfondo natalizio: Strenne d'inchiostro, con il racconto: Problem…?Sono figlio unico, diplomato in chimica e biologia e attualmente lavoro in un comune della Brianza. Ho la passione per i gatti e gli acquari. Mi piace stare a contatto con la gente, disegnare e informarmi sulle mie passioni.

Buon compleanno, Charlotte Bronte!



Oggi, 21 aprile, una grande scrittrice del passato compirebbe (idealmente) gli anni, e sarebbero duecento (non proprio una giovinetta ^_^)!

Sto parlando di una delle talentuose sorelle Bronte: CHARLOTTE (21.04.1816 - 31.03.1855).

presa dal web

Non mi va onestamente di ricordarla riportandovi notizie biografiche o elencandovi le sue opere e le relative trame - cosa che è possibile trovare facilmente online e che, immagino, in tanti conosciamo a menadito.

Ho pensato di condividere, con semplicità, alcune "curiosità" sulla scrittrice, spulciate da siti in lingua inglese.


  • E' nata in Market Street 74, a Thornton


www.alamy.com

Market St, 2009
google maps


  • La sua prima novella si intitolava "The green dwarf" (Il nano verde).

    Heger (1809 – 1896)
    presa in web


  • Circa  The Professor (pubblicato nel 1857)

Si ispira all'insegnante Constantin Heger, di cui Charlotte si innamorò; fu scritto prima di Jane Eyre e Charlotte lo presentò agli editori, che lo ignorarono; non ha visto la pubblicazione se non dopo la sua morte.



  • Nel 1852, il reverendo Arthur Bell Nicholls, curato di Haworth dal 1845, chiese la mano di Charlotte (in realtà fu il terzo pretendente; altri due, tipo il suo editore James Taylor, ci provarono a impalmarla ma si vede che Charlotte aveva gusti difficili perchè furono rifiutati), ma il padre si oppose con una certa violenza, così che la ragazza, che del resto pare non fosse innamorata di Arthur, anzi le era alquanto indifferente, obbedì al genitore senza che il cuore le si spezzasse.
  • Arthur (1819-1906)
  • In quegli anni scrisse Villette, pubblicato nel 1853. L'anno successivo, l'opposizione del reverendo Brontë al reverendo Nicholls si attenuò e Charlotte sposò Arthur nel 1854. 
Durante la gravidanza le fu diagnosticata la polmonite e morì di questa malattia nel 1855. 
Aveva solo trentanove anni.

  • Circa Jane Eyre


Charlotte Bronte ha contribuito a portare un cambiamento nello stile della narrativa del suo tempo, presentando la figura di una donna non convenzionale che il lettore può ammirare per la sua capacità di superare le avversità, Jane Eyre, appunto, un'orfanella dalle umili origini che si innamora del suo datore di lavoro, Edward Rochester. Ma Charlotte non si limita a regalarci una storia d'amore romantica, bensì inserisce anche l'elemento misterioso: oscuri segreti a Thornfield Hall minacciano di distruggere tutto quello che la giovane istitutrice ha cercato così duramente di costruire con l'amato...

Pubblicato la prima volta sotto lo pseudonimo di Currer Bell (altri pseudonimi usati per scrivere furono Lord Charles Albert e Florian Wellesley), il famoso romanzo gotico ha attirato molto l'attenzione del pubblico di allora, e grande era la curiosità circa la vera identità dell'autore.
Anche il grande William Makepeace Thackeray lodò il romanzo, che nel tempo ha ispirato numerosi adattamenti per la televisione e il cinema, oltre che numerose altre opere d'autore, tra cui Il grande mare dei Sargassi (1966) di Jean Rhys.

La presenza di una donna pazza nascosta in una soffitta nel romanzo fu ispirata da una storia di cui Charlotte venne a conoscenza quando visitò Norton Conyers, un'antica e bellissima dimora del 1600, attorno cui c'era proprio una leggenda che raccontava di una scala segreta che conduceva fino ad una mansarda cui nessuno aveva accesso da tempo e dove una "pazza" era stata confinata 60 anni prima rispetto alla visita di Charlotte, avvenuta nel 1839. Molto probabilmente la donna pazza era in realtà malata di epilessia o era rimasta incinta fuori dal matrimonio.

www.lancashirelife.co.uk
Lowood, la terribile scuola-orfanotrofio in cui Jane crebbe, si ispira alla scuola Clergy Daughters' School a Cowan Bridge, Lancashire.

Il crudele signor Brocklehurst si è basato sul reale reverendo Wilson, che minacciò di citare in giudizio  per diffamazione Charlotte dopo la pubblicazione del romanzo; l'autrice smorzò i toni con una lettera di scuse.


  • Elizabeth Gaskell fu molto amica di Charlotte Brontë, e lo testimonia un nutrito scambio epistolario tra le due; dopo aver avuto il permesso del reverendo Bronte, la Gaskell curò una biografia di vasto successo (La vita di Charlotte Bronte, 1857) sull'amica.
Ce ne diede anche una breve descrizione dell'aspetto fisico: magra, più bassa di lei di più di mezza testa, con una faccia rossastra, una bocca grande e le erano caduti molti denti...
E menomale che erano amiche, perchè la descrizione non è delle più lusinghiere...
Ad ogni buon conto, Happy Bithday, Charlotte!!

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"Il bambino nella neve" - "Un cigno selvatico" - "Leaving" - in uscita il 28 aprile



Io davvero vorrei non sommergere nè voi nè me stessa di anteprime, ma è che alcune mi balzano agli occhi ed ignorarle mi riesce mooolto difficile, così... ve/me le propongo, poi alcune piaceranno davvero, altre forse no, ma almeno abbiamo dei titoli probabili tra cui scegliere.
Non sia mai che restiamo senza libri da leggere, eh!!   

Tre libri che escono tutti il 28 aprile; tre argomenti e generi diversi: l'importanza della memoria, da trasmettere alle successive generazioni; le favole della nostra infanzia rivisitate in modo originale da uno scrittore a stelle e strisce stravenduto, e infine il nuovo romanzo di un'autrice altrettanto amata che ogni volta, con le sue storie misteriose e coinvolgenti, scala le classifiche dei libri più venduti.


IL BAMBINO NELLA NEVE
di Wlodek Goldkorn 


Ed. Fekltrinelli
trad. N. De Benedetti
208 pp
16 euro
dal 28 aprile 2016

“Ma poi, cosa è Auschwitz? Cosa ne rimane? E cosa deve rimanere? Per me, prima di tutto Auschwitz è un cimitero. Il mio cimitero di famiglia.”


Cos’è la memoria? Cos’è il passato? Cosa resta delle vite e delle morti di chi abbiamo amato, di chi ci ha preceduto? 
Riflessioni universali, che diventano lancinanti quando si applicano al passato di un ebreo, polacco e comunista, cresciuto nel dopoguerra in una patria che l’ha poi rinnegato.

Wlodek Goldkorn è da molti anni una voce conosciuta della cultura italiana, ha intervistato grandi artisti, scrittori, premi Nobel, e raccontato molte storie – mai la sua personale. 
Quella di un bambino nato da genitori scampati agli orrori della seconda guerra mondiale, che abitava in una casa abbandonata dai tedeschi in fuga, ancora piena di piatti e mobili provvisti di svastica, che crebbe nel vuoto di una memoria familiare impossibile da raccontare, impossibile da dimenticare, impossibile da vivere.

“Poi, capita che nascano i nipotini. E arriva il momento in cui ci si pone la domanda: come dire loro l’indicibile? Come trasmettere la memoria?” 

Ecco allora un viaggio di ritorno: a Cracovia, a Varsavia, ad Auschwitz, a Bełz•ec, a Sobibór, a Treblinka. E un viaggio nella memoria, da ricostruire, da inventare, da proiettare nel futuro: i genitori, gli amici, gli eroi e le vittime, il ragazzino che gioca con i compagni nel cortile fingendo di essere ad Auschwitz, l’uomo che sceglie Marek Edelman come maestro di vita, il nonno che deve raccontare ai nipoti la storia. 
Un viaggio che non ha paura di spingersi nel buio più profondo del Novecento, senza perdere la chiarezza dello sguardo, il disincanto di chi sa che ogni ricordo è anche fantasia, che essere figlio dell’Olocausto non significa immedesimarsi nelle vittime ma deve portare alla rivolta. 
Senza perdere la forza morale di chi pensa che “la venuta del Messia sarà irrilevante. E per questo dobbiamo fare come se lo aspettassimo”.

L'autore.
Wlodek Goldkorn è stato per molti anni il responsabile culturale de “L’Espresso”. Ha lasciato la Polonia, sua terra nativa, nel 1968. Vive a Firenze. Ha scritto numerosi saggi sull'ebraismo e sull'Europa centro-orientale. È co-autore con Rudi Assuntino di Il Guardiano. Marek Edelman racconta (1998) e con Massimo Livi Bacci e Mauro Martini di Civiltà dell’Europa Orientale e del Mediterraneo (2001) e autore di La scelta di Abramo. Identità ebraiche e postmodernità (2006). Per Feltrinelli ha pubblicato Il bambino nella neve (2016)
.


UN CIGNO SELVATICO
di Michael Cunningham


Ed. La nave di Teseo
17 euro
dal 28 aprile

Dieci favole della tradizione, dimenticate o volutamente nascoste, rielaborate da uno dei narratori più dotati della sua generazione, l’autore Premio Pulitzer di Le Ore (recensione) Michael Cunningham, e illustrate da Yuko Shimizu.

Le storie della buonanotte non sono mai state così dark, perverse, e reali. 
La Bestia è di fronte a voi in fila al supermercato, compra uno snack, il suo sorriso divorante fisso sul cassiere. 
Un ometto malformato con un talento per le piccole magie non si ferma davanti a nulla per procurarsi un bambino. 
Jack, pigro e rozzo, preferisce vivere nel seminterrato di sua madre che ottenere un lavoro, fino al giorno in cui scambia una mucca con una manciata di fagioli magici. 
E ancora, il matrimonio di Raperonzolo entra in crisi quando comincia a perdere i capelli, Hansel e Gretel diventano due teppisti violenti e senza freni. 

In Un cigno selvatico, Michael Cunningham trasforma i personaggi di terre molto molto lontane - le figure mitiche della nostra infanzia che tanto ci hanno incantato - in protagonisti che rivelano molto del nostro presente.

L'autore.
Michael Cunningham è cresciuto a Los Angeles e vive a New York. Per Bompiani sono usciti: Le Ore (1999), tradotto in 27 lingue e vincitore del Premio Pulitzer per la Narrativa, del Pen/Faulkner Award e del Premio Grinzane Cavour 2000 per la Sezione Narrativa Straniera, Carne e sangue (2000), per il quale ha ricevuto il Whiting Writer’s Award, Una casa alla fine del mondo (2001), Mr Brother (2002), Dove la terra finisce (2003) e Al limite della notte (2010). Dal romanzo Le Ore è stato tratto il celebre film interpretato da Meryl Streep, Nicole Kidman e Julianne Moore, mentre di Una casa alla fine del mondo è stata realizzata una versione cinematografica diretta da Michael Meyers.


LEAVING
di Jodi Picoult


Ed. Corbaccio
432 pp
18.60 euro
dal 28 aprile 2016
L'amore di una madre

Una figlia alla ricerca della verità
Un mistero insolubile


Sono passati dieci anni da quando Alice Metcalf, etologa presso il Rifugio per elefanti del New England, è misteriosamente scomparsa in seguito a un grave incidente. 
La figlia Jenna aveva tre anni all’epoca e da allora, a dispetto della ostinata rassegnazione di sua nonna e della totale assenza di suo padre, non ha mai smesso di pensare a sua madre e di sperare di vederla ricomparire all’improvviso. 
Finché un giorno si fa coraggio e decide di chiedere l’aiuto di due improbabili alleati: Serenity, una sensitiva ormai non più sulla cresta dell’onda, e Virgil, il detective che conduceva le indagini sul caso e che ora, tra un whisky e l’altro, svolge in proprio inchieste di ogni tipo. 
Jenna cerca gli indizi di una possibile traccia nel diario di sua madre, e apprende che Alice era particolarmente interessata a studiare il rapporto che gli elefanti femmina instaurano con i loro figli, a come elaborano il lutto e a come è organizzata la loro memoria. 
Pur temendo di averla persa per sempre, si convince ancora di più che sua madre non può averla abbandonata di sua volontà, che il legame che aveva instaurato con lei da bambina era speciale e che qualcosa l’ha indotta a fuggire. 
Grazie anche all’aiuto di Serenity e Virgil, la memoria di quel che accadde si fa in Jenna sempre più circoscritta, le immagini della madre e degli eventi di cui è stata protagonista diventano sempre più nitide e iniziano a susseguirsi a ritmo crescente. 
In un vortice ipnotizzante di ricordi, i tre si trovano coinvolti in una ricerca ricca di colpi di scena il cui esito nessuno di loro può dare per scontato. 
Ma per scoprire cosa è successo veramente ad Alice, si renderanno conto che dare una risposta a domande difficili implica anche essere pronti ad affrontare risposte ancora più difficili da accettare...

L'autrice.
Jodi Picoult, la regina delle classifiche americane, vive a Hanover, New Hampshire, con il marito, i tre figli e numerosi animali domestici. I suoi romanzi sono pubblicati in 35 paesi. Ha vinto numerosi premi letterari fra cui il New England Bookseller Award for Fiction, il Book Browse Diamond Award, il Fearless Fiction Award, il Virginia Reader’s Choice Award e molti altri ancora americani e inglesi. In Italia, Corbaccio ha pubblicato «La custode di mia sorella», «Il colore della neve», «Senzalasciare traccia», «Diciannove minuti», «Un nuovo battito», «La bambina di vetro», «Le case degli altri», «L’altra famiglia», «Intenso come un ricordo», «La solitudine del lupo» e «Leaving».

mercoledì 20 aprile 2016

Recensione: L'INFILTRATO di Karin Slaughter



Un libro che è solo un assaggio di una serie poliziesca con protagonista il detective Will Trent.

L'INFILTRATO 
di Karin Slaughter


Ed. ONE
trad. S. Grieco
125 pp
5.90 euro
2015
Will Trent è il protagonista del breve racconto L'infiltrato e rientra nella serie crime a lui dedicata e che, nella storia narrata, è in servizio sotto copertura col nome di Bill Black, un pericoloso ex-detenuto.
Mentre è in una stazione di servizio, in piedi davanti a un distributore di bevande, in attesa che la sua bibita ghiacciata sia pronta, avviene una rapina.
Nel negozio ci sono, oltre a lui, la cassiera (una giovane e procace ragazza), un poliziotto appena entrato e... il rapinatore col fucile; il suo complice è nel furgone, fuori, ad attenderlo per scappare coi soldi.
Will, benchè attualmente nei panni di un delinquente, non può restarsene con le mani in mano, così - con la prontezza di riflessi e l'incoscienza che gli appartengono - fa di tutto per sventare la rapina, col risultato che l'agente viene ferito, il rapinatore ucciso e il complice col furgone viene fermato dal nostro eroe in un modo alquanto rocambolesco (in pieno stile "film d'azione americano", dove con un'auto e una moto puoi far di tutto...).
In pochi secondi accade di tutto e, tra morti e feriti gravi, a salvarsi senza un graffio, è solo la cassiera, che scompare praticamente nel nulla.
Nel corso delle indagini per capire chi siano i personaggi coinvolti, Trent, insieme alla superiore Amanda e alla collega Faith, si ritrova davanti ad un caso meno semplice di quanto era apparso all'inizio, e diviene man mano chiaro che dietro il tentativo di rapina andato male c'è una mente intelligente che ha pianificato tutto.
Ma di chi si tratta? L'introvabile cassiera è coinvolta? E l'anziana ed enigmatica donna, interrogata come testimone, che continua a mentire candidamente alla polizia, cosa c'entra col caso? Sta forse coprendo qualcuno?

Tra poliziotti non proprio onesti, loschi rapinatori e donne furbe e bugiarde, Will Trent dovrà cercare di districarsi in un labirinto di menzogne e piccole rivelazioni che gli mostreranno come nella vita nulla è come sembra e che bisogna sempre guardarsi le spalle...

Un racconto breve, che inizia con una bella scena d'azione e prosegue bagnando appena appena le labbra del lettore con un'anticchia di indagini che avrebbero potuto essere sviluppate e rese decisamente  più avvincenti, o magari inserendole in un romanzo della serie più corposo; la vera pecca di questo scritto è infatti la sua brevità, termina subito e tutto si risolve in poco tempo; certo, anche in queste poche pagine emerge la bravura dell'Autrice nel creare contesti e situazioni da crime fiction in cui non mancano i colpi di scena, ma un thriller di questo tipo lo si apprezza proprio quando è ricco e complesso nella trama, quindi non capisco l'esigenza di scrivere e pubblicare a parte questa mini indagine di Trent.

Una lettura piacevole, ma - ripeto - così breve da non dare spazio neanche a un brivido di suspense... 
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