sabato 2 luglio 2016

Segnalazione e mia prossima lettura: LENITA di Júlio Ribeiro



Lettori carissimi, riuscite a leggere con gli stessi ritmi nonostante l'afa?
Ahimè, io un po' meno, lo confesso...

Però scrivere sul blog non mi stanca, quindi eccomi qui per indicarvi la mia prossima lettura. Si tratta di un libro pubblicato per la prima volta nel 1888 da uno scrittore brasiliano: "Lenita" è stato uno dei libri più discussi e popolari del Brasile per aver affrontato temi come il divorzio e l’amore libero. A causa della protagonista, una donna molto colta e indipendente, a molte giovani dell’epoca è stato proibito di leggere l’opera.

Già quest'introduzione stuzzica la mia curiosità, non so la vostra!

LENITA
di  Júlio Ribeiro 


LINK AMAZON
trad. A. Speranza
0.99 euro
Giugno 2016
Quando fu tradotto per la prima volta in italiano, questo romanzo di Júlio Ribeiro fu pubblicato nel 1888 con il titolo “A Carne”.
E fu subito scandalo tra le famiglie tradizionaliste per i temi affrontati e che fino a quel momento erano stati accuratamente ignorati nella letteratura: il divorzio, l’amore libero e il nuovo ruolo della donna nella società.
È stato uno dei libri più discussi e popolari del paese per aver sbalordito una società che vedeva ancora la donna come un essere passivo e inferiore all’uomo, e a molte giovani è stato proibito di leggere l’opera.
Contrario a tutte le convenzioni sociali dell’epoca, l’autore brasiliano osa far conoscere al pubblico una protagonista indipendente, molto colta, con intensi desideri sessuali e che si dichiara a un uomo non per amore ma per desiderio carnale. Diversa dalle eroine tipiche dei romanzi borghesi, vergini intoccabili, caste e sottomesse, Lenita è decisa, ostinata e sensuale.

“L’oscenità” della trama può sembrare puerile agli occhi del lettore di oggi ed evidenzia la notevole trasformazione comportamentale trascorsa in poco più di un secolo.
Il libro racconta la storia di Lenita, una bella ragazza di ventidue anni estremamente colta. 
Per cercare di superare la morte di suo padre, Lenita si trasferisce alla fattoria di un vecchio amico di famiglia, il colonnello Barbosa. Conosce il figlio, Manuel Barbosa, un uomo maturo e divorziato. La grande amicizia che nasce tra i due si trasforma poco a poco in ardente passione, creando un forte conflitto tra i desideri carnali e i comportamenti morali.
La storia è ambientata in Brasile in un’immensa fattoria circondata da piantagioni di caffè e di canne da zucchero. Gli schiavi sono i personaggi secondari di questa storia svolta poco prima dell’abolizione della schiavitù.

Recensione film: LE CONFESSIONI di Roberto Andò



Ieri in streaming sono riuscita ad acchiappare un altro dei film in concorso per i Nastri d'Argento.
Questa pellicola del siciliano Roberto Andò ha ricevuto tre nomination: Migliore fotografia (M.Calvesi) - Regista del miglior film (R. Andò) -  Miglior sonoro in presa diretta (Fulgenzio Ceccon).


LE CONFESSIONI


aprile 2016
Attori: Daniel Auteuil, Moritz Bleibtreu, Pierfrancesco Favino, Toni Servillo

Immaginatevi un gruppo di banchieri/economisti, tra i più influenti e potenti, capaci di decidere le sorti dell'ecomonia mondiale, che si riuniscono in un albergo lussuoso in Germania proprio per 
parlare di una manovra segreta che avrà conseguenze molto pesanti per alcuni Paesi. 

A partecipare a questa sorta di G8 sono Daniel Rochè (Daniel Auteuil), il potente direttore del Fondo Monetario, alcuni ministri provenienti da nazioni diverse (tra cui l'italiano, interpretato da Piefrancesco Favino) e, in più, tre ospiti che non hanno nulla a che vedere con il mondo dell'economia, cioè  una celebre scrittrice di libri per bambini, una rock star e un monaco italiano, Roberto Salus (Toni Servillo).

Ebbene, in questo albergo bello sì ma freddo e fin troppo rigido nell'etichetta, il summit subirà uno scossone non indifferente, che vedrà proprio il monaco italiano al centro della storia.

Rochè una sera si reca dal monaco e decide di confessarsi con lui; qualcosa grava sulla sua coscienza e vuol liberarsene? 

La risposta ci viene data nel corso del film, con ripetuti flashback di quell'incontro segreto, che dal giorno dopo diventa l'evento cruciale cui tutti faranno riferimento, anche perchè rischia seriamente di mandare all'aria lo scopo di quella reunion.

Rochè viene trovato morto con una busta di plastica trasparente in testa, e non è una busta qualsiasi, nel senso che le telecamere, visionate dagli inquirenti, rivelano che essa era stata vista precedentemente nelle mani di Salus.
Non solo, ma interrogando i presenti, viene fuori che l'ultimo a veder l'uomo vivo è stato proprio il monaco certosino.

Il dubbio che non si tratti di suicidio ma di omicidio si fa strada, ma resta da capire cosa poteva legare il silenzioso ed enigmatico religioso vestito di bianco all'economista.
Ma soprattutto: che si sono detti in quell'ultima vitale conversazione?

In un clima di dubbio e di paura, i ministri e il monaco ingaggiano una sfida sempre più serrata intorno a quella conversazione segreta. 
I ministri sospettano infatti che Salus sia venuto in possesso di informazioni sulla terribile manovra che stanno per varare, e cercheranno in ogni maniera di vessare il monaco affinchè riveli se sa o meno qualcosa in merito.

Non solo, ma accadono cose insospettabili: altre persone faranno di Salus il proprio confessore, assaliti da rimorsi e incertezze...

Tutti si agitano, sudano, corrono di qua e di là, si innervosiscono di fronte all'ostinatezza del monaco, e questi è l'unico che resta sempre calmo, pacifico, tranquillo, anche davanti all'eventualità di essere accusato di omicidio.

E il film è, alla fin fine, come il suo protagonista dalla toga bianco-fantasma: lento.

Eh sì, un'ora e mezza di film che, a mio modestissimo avviso, non riesce mai a decollare; lo spunto del suicidio/omicidio avrebbe potuto essere succulento (per carità, non pretendevo che Salus/Servillo si trasformasse in un serial killer, ci mancherebbe), dare un po' di vivacità, di suspense, ma niente, non c'è un momento che faccia alzare i picchi di eccitazione.
Insomma, i ritmi sono rallentati (magari non proprio sonnolenti) e tutto gira attorno a questo monaco, il quale ha raccolto le ultime parole di un economista in crisi proprio prima di una riunione importantissima, su cui vigeva la massima segretezza perchè da essa dipendono le sorti dell'economia mondiale (!).



Il monaco, se lo volesse, potrebbe raccontare le ultime parole di Rochè, soprattutto in merito alla manovra, almeno per capire se la riunione ha senso o no continuarla, ma per farlo il religioso dovrebbe venir meno al segreto della confessione.
Cosa che non ha alcuna intenzione di fare, e non fa che confermarlo con quella sua aria impassibile, il sorriso "giocondiano", quell'atteggiamento di assoluta imperturbabilità, di chi sa ma non vuol dire; e poi Salus ha fatto il voto del silenzio, non può parlare per principio, salvo lasciarsi andare a predicozzi che probabilmente avevano l'intento (senza riuscirci...) di smuovere le coscienze indurite e recalcitranti di un manipolo di gente superficiale e cinica.
E nei confronti di questa gente Salus si dimostra ascoltatore paziente, comprensivo, interagendo con essi senza emettere severe condanne, piuttosto parlando spesso per frasi retoriche e citazioni.
Dobbiamo attendere il momento finale per ascoltare una sorta di messaggio macchiato di evangelichese e scoprire che il monaco, pur non essendo francescano, sa far ammansire "i lupi" sulla scia del miracolo di Gubbio.

Cosa posso dire, concludendo?
Non posso dire che mi abbia entusiasmato; ahimè, confesso anche che spesso mi accade con i film in cui c'è Servillo come protagonista: lo so che lui è un eccellente attore, ma quell'aria meditabonda, quelle espressioni facciali troppo rigide, immobili che i suoi personaggi di sovente assumono... non so ma non sempre riescono a piacermi e piuttosto mi innervosiscono

E il film è come lui e riflette tra l'altro l'ambiente in cui è collocato: un po' asettico, fisso, immobile, privo di alcuna nota emozionale, di qualsiasi slancio, privo anche di un messaggio preciso e incisivo finale, visto che alla fine non vi ho trovato neanche una condanna vera e propria verso questi potenti che egoisticamente e presuntuosamente pensano di poter fare il bello e il cattivo tempo con le esistenze dei popoli.

E' come se Andò avesse messo in questo film un cast senza dubbio eccellente senza però sfruttarne tutto il potenziale; per dirne una, lo stesso Favino - che adoro - mi è diventato pure lui inerte, dallo sguardo poco espressivo, e per "ritrovarlo" ho dovuto pensare al lui mentre mangia le nuove pennette della Barilla, visto che è più intenso nella pubblicità...

Ecco, diciamo pure che fosse per me non avrei candidato Andò come regista per il miglior film, perchè avrà fatto di meglio in altre occasioni, immagino.

Consigliato solo: a chi odia i film movimentati e avventurosi, a chi ha voglia di qualcosa che non lo tenga incollato allo schermo (perchè magari nel frattempo deve preparare la cena) o che richieda la spremitura delle meningi...

Sono stata troppo negativa, vero?  

In lettura: L'ODORE DELLA POVERE DA SPARO di Attilio Coco



Lo scorso week end sono stata a Roma a guardare il bellissimo musical "Notre Dame de  Paris", che da anni sta riscuotendo grandissimo successo in Italia, e non solo.

In quel week end mi è stato regalato un libro, che ho attualmente in lettura:

L'ODORE DELLA POVERE DA SPARO
di Attilio Coco

Ed. Spartaco
270 pp
11 euro
2015
Potenza è la prima tappa di una vicenda che prende il via davanti alla prefettura un martedì di aprile del 1947. La polizia spara sulla folla scesa in piazza contro la fame e la disperazione che dilaga nelle campagne.
Piove a dirotto e, nel vicino liceo classico, il professore Lodovico Marotta è nervoso, agitato, distante, mentre spiega un passo dell'Eneide. Il racconto di Gianni Ceccante, all'epoca studente timido e incerto e oggi affermato attore di teatro, comincia da quella mattina.
A raccogliere le sue memorie è lo scrittore Pietro Mattei, che ricompone vite segnate da un brutto "morbo", un focolaio che si diffonde a macchia d'olio anche fuori dai confini del Belpaese, subdolo, dalle mille facce. Addirittura seducente.
Si chiama fascismo.
Gianni impara a leggere in profondità la realtà che lo circonda finendo per caso in una libreria, un "covo libertario" frequentato dal suo insegnante, ex confinato politico, e dal compagno di classe Diavolorosso. La nuova rotta lo porta a Roma.
Una sera, mentre recita, i suoi occhi incontrano quelli di Alejandra, la Maga. L'esistenza della ragazza è segnata da ossessioni e paure, dettate da immagini che vengono da un futuro che insanguinerà l'Argentina, terra verso cui è attratta dall'amore per Victor e da un destino ineluttabile. L'epilogo si svolge a Torino, dove Gianni spopola in teatro.
Ormai non è più lui a raccontare. A tirare le fila è lo stesso scrittore Pietro Mattei che...

L'autore.
Attilio Coco (1958), di origini lucane, si trasferisce a Roma nel 1992, insegnando italiano e storia nelle scuole superiori. Dal '93 collabora con la rivista Segnocinema; ha pubblicato saggi sui film non realizzati di Pasolini, sul cinema italiano degli Anni '90, sulle serie tv americane ecc.
è autore di "Sguardi d'autore. visioni e immagini cinematografiche della Basilicata"; "La passione di Cristo, ovvero lo Spazio e il Tempo della Visione". Con Edizioni Spartaco ha già pubblicato "Ho una storia per te".Cura un blog in cui parla di libri. 


Vi lascio anche la citazione che l'Autore ha riportato nelle prime pagine del libro:

"Il fiume della Storia trascina e sommerge le piccole storie individuali,
l'onda dell'oblio le cancella dalla memoria del mondo;
scrivere significa anche camminare lungo il fiume, risalire la corrente,
ripescare esistenze naufragate, ritrovare relitti impigliati sulle rive
e imbarcarli su una precaria Arca di Noè di carta."

Claudio Magris, Utopia e disincanto





ANCHE IL LIBRO CHE STATE LEGGENDO VOI 
HA UNA CITAZIONE INTRODUTTIVA O UNA BELLA DEDICA

venerdì 1 luglio 2016

Aspettando i Nastri d'Argento



Qualche giorno fa stavo dando un'occhiata alle nomination per i Nastri d'Argento (QUI), "il più antico e prestigioso riconoscimento per il mondo del cinema italiano, secondo nel mondo solo agli Oscar, assegnato dal 1946 per referendum notarile dai soci del SNGCI e destinati ai migliori film di lungo e cortometraggio, ai loro autori, interpreti, tecnici e produttori" (cit.) e, nel notare i film candidati, ho pensato di colmare qualche lacuna e vederne alcuni prima della premiazione (che si terrà a Taormina il 2 luglio; Rai Uno manderà in onda la premiazione il 23 luglio, in seconda serata - fonte), quanto meno quelli che si presentano con più candidature o che mi attirano maggiormente.


Alcuni dei film in lizza li ho già visti e ne ho parlato qui sul blog.

Per il film LA PRIMA LUCE, Riccardo Scamarcio è candidato nella categoria Migliore Attore, e lo è anche per PERICLE IL NERO; quest'ultimo ha la nomination anche per Migliore fotografia (M. Cocco) - Miglior Sceneggiatura (S. Mordini, V. Santella, F. Marciano)

SUBURRA:

Miglior Attore (P. Favino) - Migliore Attore Non Protagonista (C. Amendola) - Regista del Migliore Film (S. Sollima) - Migliore Montaggio (P. Marone) -  Miglior Scenografia (P.Meduri) - Migliori costumi (V. Fragola)

LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT:
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Miglior Attore (Claudio Santamaria) - Migliore Attore Non Protagonista (Luca Marinelli) - Migliore Attrice Non Protagonista (Greta Scarano) - Migliore Colonna Sonora (M. Braga, G. Mainetti) - Miglior Fotografia (M. D'Attanasio) - Migliore Produttore (G. Mainetti) - Miglior Regista Esordiente (G. Mainetti) - Migliore Sceneggiatura (N. Guanaglione, Roberto Marchionni "Menotti") - Miglior Scenografia (M. Sturiale) -  Migliori costumi (M. Montalto)


DOBBIAMO PARLARE:

Migliore Attore Non Protagonista (F. Bentivoglio) - Migliore Commedia Migliore Sceneggiatura (C. Cavalluzzi, D. De Silva, S. Rubini)


PER AMOR VOSTRO:

Migliore Attrice (Valeria Golino) - Miglior Attore Non Protagonista (M. Gallo, A. Giannini) - Migliore Colonna Sonora (Epsilon Indi) - Miglior Fotografia (M.Cocco) - Miglior Montaggio (Giogio' Franchini) - Regista del Migliore Film (G.M.Gaudino).

QUO VADO?:

Migliore Attrice Non Protagonista (S. Bergamasco) - Miglior Canzone Originale (Luca Medici "Checco Zalone") - Migliore Commedia - Migliore Produttore (P. Valsecchi).


PERFETTI SCONOSCIUTI:

Miglior Canzone Originale (F. Mannoia, C. Chiodo, Bungaro) - Miglior commediaMiglior Montaggio (C. Catucci) - Migliore Produttore (M. Belardi) - Migliore Sceneggiatura (Filippo Bologna, Paola MamminiRolando Ravello, Paolo Genovese, Paolo Costella).


Vedremo quanti (e quali) film riuscirò a vedere tra gli altri in concorso :-D

Che ne pensate?
Avete visto qualcuno di questi film?


READING CHALLENGE 2016: bilancio di giugno



Ed è finito anche il mese di giugno, ed io mi ritrovo a tirare le somme delle letture di questo mese appena volato.

Gli obiettivi della RC stanno diminuendo e questo mese ne ho raggiunti (solo) un paio.

READING CHALLENGE
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  • Obiettivo n. 5. Un libro di fantascienza:"Il domani che verrà" di John Marsden (RECENSIONE).
  • Obiettivo n. 9. Un classico: "VILLETTE" di Charlotte Bronte (RECENSIONE). E' l'ultimo romanzo di Charlotte, pubblicato nel 1853, e colpisce il lettore non tanto per la trama in sè, quanto per l'abile penna dell'Autrice nel tracciare la psicologia della protagonista, Lucy, e per l'uso di elementi gotici ed inquietanti per esternare quello che che la stessa soffre interiormente.




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Passiamo ai romanzi letti non rientranti nella "sfida":


  • OPEN. La mia storia di Andre Agassi (RECENSIONE): è l'autobiografia del grande tennista Andre Agassi, una "confessione" sincera e onesta di ciò che è stato e diventato, grazie alle (e, a volte, a causa di) persone che ha incontrato sul proprio cammino, alle vittorie e alle sconfitte affrontate, ai momenti di successo e alle cadute, che l'hanno reso l'uomo, il marito, il padre, che è oggi.
  • COM'E' BELLA LA NEBBIA QUANDO CADE di Tania Piazza (RECENSIONE): è un romanzo che ruota attorno all'amore e ne parla con un linguaggio poetico ed evocativo, pochi personaggi ma intensi, e un'atmosfera struggente e malinconica.
  • AMORI POSSIBILI di Maurizio Corrado (RECENSIONE): una raccolta di sei racconti che colpisce il lettore per l'originalità del soggetto e il modo di raccontarlo a noi lettori, umanizzando la natura e rendendola la principale protagonista.
  • VUOTO FINO ALL'ORLO di Samuela Pierucci (RECENSIONE): attraverso un linguaggio intriso di giochi di parole, un'atmosfera surreale, personaggi grotteschi ed una trama originale, il racconto diventa una metafora della vita, ricordandoci come restare chiusi nel proprio piccolo mondo sempre uguale a se stesso rischia di farci inaridire e di condannarci all'infelicità.
  • ESTREMAMENTE ME di Patrizia Cannazza (RECENSIONE): un libro piccolo ma profondo, che tocca l'importante tema della malattia, più specificatamente del cancro al seno, e di come la protagonista sia decisa ad affrontarlo e a non lasciarsi abbattere, per amore di sè e di chi le è vicino e tifa per lei.
  • LA SIRENA MECCANICA di Giada Bafanelli (RECENSIONE): un racconto molto ben strutturato che, pur ispirandosi alla celebre favola di Andersen - La sirenetta - contiene elementi molto originali e diversi colpi di scena, con i quali, insieme ad una scrittura precisa e molto fluida, cattura il lettore dalla prima all’ultima pagina.
  • COME PETALI SULLA NEVE di Antonella Iuliano (RECENSIONE): un romanzo ricco di sentimenti, in cui al centro vi è un orfano, con la sua storia e la sua ricerca della verità sul proprio passato; una verità dolorosa ma necessaria da conoscere per poter guardare al futuro con fiducia, finalmente accanto alla persona più importante della propria vita.
  • LUI E' TORNATO di Timur Vermes (RECENSIONE): è un romanzo-parodia che ha al centro lui, uno degli uomini del Novecento più odiati di sempre: Adolf Hitler, che tra queste pagine, grazie a un surreale viaggio nel tempo raccontato con irriverenza e una apprezzabile aderenza storica basata su documenti reali (in primis il Mein Kampf dello stesso Hitler), ritorna tra noi, o meglio nella sua Germania del 2011, pronto a tentare una nuova scalata sociale e politica.

Devo dire che se c'è un tratto che ha accomunato la maggior parte di queste letture è stata l'originalità, per trama o personaggi, il che me le ha fatte apprezzare.


Attualmente ho in lettura:

LA CASA PER BAMBINI SPECIALI DI MISS PEREGRINE di Ransom Riggs
IL CORVO ROSSO DELL'ALTA SOCIETA' di Daniele Imbornone.
L'ODORE DELLA POLVERE DA SPARO di Attilio Coco

Per quanto concerne i film, di rilevante ho visto:

  • LUI E' TORNATO di David Wnendt: cosa accadrebbe in Germania se tornasse, all'improvviso, Adolf Hitler? Come si comporterebbe l'ex-Fuhrer? Continuerebbe ad avere sempre i suoi programmi politici nazionalistici, fanatici e aggressivi? Quanto e che genere di seguito troverebbe? Godetevi la surreale e simpatica risposta data da questo film - RECENSIONE
  • LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT di Gabriele Mainetti: siete pronti a conoscere un ladruncolo romano trasformato suo malgrado in un supereroe, una ragazza dolce ma un po' strana con la fissa di Jeeg Robot d'acciaio, e un criminale folle e megalomane? - RECENSIONE



ED ORA TOCCA A VOI!
SE VI VA, DITEMI NEI COMMENTI COME SONO ANDATE LE VOSTRE LETTURE, SE QUEL CHE AVETE LETTO VI E' PIACIUTO O MENO, 
E QUALI LETTURE VI ASPETTANO!  

giovedì 30 giugno 2016

Recensione film: LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT di Gabriele Mainetti



Finalmente sono riuscita a guardare un film che mi è stato consigliato di vedere, ed in effetti non son rimasta delusa.


LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT 


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Uscita: Febbraio 2016

Regia: Gabriele Mainetti


ATTORI: Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli, Francesco Formichetti, Salvatore Esposito, Antonia Truppo.


Il film non vuol essere una trasposizione del manga Jeeg robot d'acciaio di Go Nagai, che soprattutto le generazioni dei mitici Anni '70 e '80 conoscono, ma un omaggio allo stesso.
Il supereroe potente e dalla forza sovrumana c'è ma non sa di esserlo, anzi quando lo incontriamo per la prima volta è tutto fuorché un eroe dei fumetti deciso a lottare per il bene dell'umanità.


Il ladro, lo Zingaro e la ragazza un po' strana

Il protagonista è Enzo Ceccotti (C. Santamaria), un giovane romano dedito alla vita criminale e ai furti che, una sera, proprio dopo aver rubato un orologio, per sfuggire alla polizia che lo sta inseguendo, si nasconde presso le rive del Tevere sotto Ponte Sant'Angelo. Lì, dopo essersi buttato nelle acque, entra a contatto con delle sostanze radioattive contenute in alcuni bidoni nascosti sotto la battigia. 
A parte una nottataccia passata con la febbre alta, al mattino Enzo sta di nuovo bene.
Ciò che non sa è che il bagno nelle acque del Tevere ha avuto un che di miracoloso e gli ha donato dei superpoteri, di cui non si renderà conto immediatamente.

Intanto conosciamo altri delinquenti, e se Enzo è un orso solitario, di poche parole e senza amici, Fabio "lo Zingaro" (L. Marinelli) è esattamente il suo contrario: è il classico malavitoso che guarda e sogna un po' troppo in grande, che non vuol passare inosservato nella capitale, insomma un tipo con manie di grandezza, amante della musica anni '80 (Anna Oxa in primis) che sogna di fare un giorno il colpaccio per il quale tutti finalmente si accorgeranno di lui.
Un tipo leggermente pericoloso, ecco.
fabio "lo zingaro"

Nel clan di Fabio c'è un uomo che il nostro Enzo conosce, Sergio, il quale ha una figlia, Alessia (I. Pastorelli); quest'ultima è una ragazza che "ha perso la testa" da quando è morta la mamma; ha evidenti problemi psichici ed ha una vera e propria ossessione per il cartone animato Jeeg robot d'acciaio. 
Enzo la conosce dopo essere andato da Sergio a vendergli l'orologio rubato per ricavarne qualche soldo; l'altro gli chiede di accompagnarlo a fare un altro servizietto per una piccola partita di cocaina, ma le cose precipitano e... Sergio muore.

A questo punto, la vita solitaria di Enzo, da sempre passata in una lurida e sporca casetta a guardarsi dvd porno, mangiando in pratica sempre e solo yogurt, cambia letteralmente dal momento in cui va in soccorso di Alessia - rimasta sola dopo la morte del padre, della cui fine ancora non sa nulla -, che viene aggredita da Fabio e dai suoi scagnozzi per la storia della droga.
Alessia riconosce Enzo, e la sua testolina un po' fragile lo associa al suo amato supereroe: per lei Enzo è Hiroshi Shiba, l'eroe di Jeeg Robot d'acciaio, e da lui si aspetta che salvi il mondo dai cattivi.

Entrambi soli, Enzo ed Alessia stringono un singolare legame: lei riesce, con la sua semplicità, la sua ingenuità e nonostante la fissa per Jeeg (anzi, forse un po' anche grazie a quella), ad entrare piano piano nel cuore indurito di Enzo, che però non è "un cuore di panna" e non sempre riesce ad essere gentile con la povera ragazza, i cui problemi sono stati favoriti da brutte esperienze con gente che le ha fatto purtroppo del male.

Intanto, la fama di Enzo quale "super criminale" dalla forza erculea si va diffondendo e quando il folle e cattivissimo Fabio capisce che Enzo ha in effetti qualcosa di speciale, farà di tutto per scoprirne il segreto e poter diventare potente, invincibile, insomma un criminale capace di tenere in pugno Roma e chissà cos'altro.


Considerazioni

Il film inizia come una sorta di "Gomorra romana", in cui al centro di tutto vi è la malavita con i suoi loschi traffici, le sue azioni crudeli ed efferate: gente sfregiata e ammazzata per niente, Rottweiler affamati pronti a mostrare la dentatura - e non per la pulizia, eh; partite di droga, romani in affari con napoletani (a tal proposito, nel film c'è Salvatore Esposito, il famoso Genny Savastano di Gomorra, in perfetto stile "camorrista napoletano"), insomma, si potrebbe pensare: "niente di nuovo" rispetto al solito, ma non è così.

Il genere gangster/noir ben presto si mescola ad altri generi, che vanno dal drammatico all'avventuroso in un mix di fantasia e realtà.

In una realtà assolutamente negativa si inserisce di punto in bianco l'aspetto fantasioso, dovuto ai superpoteri di cui vien dotato inaspettatamente Enzo, che tutto vuol essere tranne un uomo speciale, un eroe, ed infatti il suo unico scopo - dopo aver realizzato la propria sovrannaturale natura - è usare le proprie capacità per commettere crimini con più facilità.

Ma non ha fatto i conti con la dolcezza e l'innocenza di una ragazza che riesce a cambiarlo piano piano, a furia di insistere con la storia di Hiroshi e della salvezza dell'umanità.
Per Alessia è scontato che i poteri di Enzo debbano essere usati per far del bene: come fa lui a non capirlo? Si deciderà un giorno a indossare la maschera di Jeeg e a portare avanti la missione che gli è stata affidata?

alessia - enzo
Una cosa è certa: i cattivi non mancano, e uno di questi è proprio Fabio, un osso duro difficile da spezzare...

Il personaggio di Alessia è quello che dà momenti simpatici e teneri alla storia, ma anche quelli più drammatici e (per una lacrima facile come me) commoventi.
Il caratteraccio di Enzo, duro, sempre sulle sue, convinto di non volere amici, di non aver bisogno di nessuno, vivrà la sua evoluzione grazie ad Alessia, unica presenza positiva nella sua vita.
Molto forte e carismatico anche il personaggio di Fabio, con la sua lucida follia e i suoi malvagi piani per emergere dalla massa anonima della delinquenza romana.

Gli attori sono tutti molto bravi, e se, ad es., di Santamaria lo si sapeva già, vederlo in attori emergenti, come Ilenia Pastorelli, è stata una piacevolissima scoperta.
Un po' come spesso accade in questo genere di film in cui il sostrato culturale è piuttosto basso perchè popolato da criminali, i dialoghi sono in dialetto, quindi in un romanaccio doc, il che, unito all'ambientazione "di borgata", contribuisce a dare quel tocco di realismo alla storia che viene poi sapientemente mescolato, come dicevo, all'elemento "fantastico"; l'introduzione del supereroe è assolutamente calato nella realtà di riferimento, senza enfatizzazioni (come accade ad es. nei famosi film su Superman, Batman e tutto il cucuzzaro), e l'aspetto fantasy non viene esagerato.

Trovo sia un film davvero originale, fatto bene, che fa vivere allo spettatore molti momenti adrenalinici e concitati, intervallati ad altri più "teneri", e lascia incollati allo scherno fino alla fine.
Lo chiamavano Jeeg robot ha tutte le caratteristiche per piacere e, a prescindere dal vostro anno di nascita e se abbiate conosciuto e/o amato questo personaggio dei fumetti, se c'è una cosa che forse ci accomuna, non dico tutti, ma almeno in tanti, è lasciarci andare ai sogni ad occhi aperti e immaginare che da qualche parte nel mondo ci sia davvero un supereroe pronto a sbucare all'improvviso (non necessariamente da un cabina telefonica, visto che stanno scomparendo) per venirci in aiuto quando ce n'è bisogno.
Sono cose che accadono solo nei libri, nei film e nei sogni, ma ogni tanto giocare di fantasia non può che farci bene .


DA GUARDARE! 


Segnalazione fantasy: "John Bale e la Leggenda di Ashkan. I quattro Medaglioni d'Oro" di Renato di Pane



Questo pomeriggio desidero sottoporre alla vostra attenzione, cari lettori, un fantasy che immerge il lettore in un mondo tra realtà e fantasia, in cui amore e odio imperversano in maniera contrastata e le vicende si susseguono con estrema curiosità e molti punti interrogativi.


John Bale e la Leggenda di Ashkan
I quattro Medaglioni d'Oro
di Renato di Pane

Kimerik Edizioni
254 pp
13.60 euro
2016
Il mondo è in pericolo: il malefico Ashkan, imperatore del male, sta per essere risvegliato da Kaleem, il gran maestro della pseudo-setta degli ashkiani; tuttavia, solamente una persona è in grado di fermarlo: John Bale, titolato archeologo di Boston, il quale andrà alla ricerca dei leggendari quattro Medaglioni d’Oro che, una volta riuniti, formeranno il Sacro Graal, unico artefatto capace di distruggere Ashkan. 
Ad accompagnarlo in questa avventura ci saranno la collega Pam e due giovani studenti dell’accademia dove insegnano i due archeologi, Jessica e Robert, e il loro apporto sarà fondamentale per la riuscita della missione, costellata da numerosi pericoli. 

Tutto inizia con la morte del professor Bernard, archeologo di fama mondiale e maestro di John e la storia si svilupperà lungo i luoghi in cui sono nascosti i Medaglioni d’Oro. 
Il perfido Kaleem cercherà in tutti i modi di mettere i bastoni tra le ruote a John e i suoi amici: la forza d’animo dei nostri protagonisti sarà però tale da respingere ogni pericolo, ma il finale potrebbe non essere così scontato…

Ashkan, se risvegliato, porterà l’oscurità primordiale in tutto il mondo e John scoprirà delle verità che cambieranno per sempre la sua vita. 






L'autore.
Renato Di Pane nasce a Messina il 10 febbraio del 1977. Dopo essersi diplomato all’ITIS “Verona-Trento” nel 1997, si iscrive all’Università di Messina in Lingue e Letterature Straniere Moderne, che lascia dopo due anni spinto dalla voglia di rendersi indipendente. Ha lavorato come rappresentante di articoli per ufficio, consulente pubblicitario e titolare di un’agenzia di mediazione creditizia. Nel dicembre 2015 ha aperto un sito di bigiotteria artigianale insieme alla moglie Ruslana. È appassionato di Ufologia, Archeologia ed è fortemente attratto dal mistero. Ama il canto e l’arte in generale. Ha coltivato nel tempo la passione per la scrittura. Scrive poesie ed è già presente nell’Agenda 2016 edita dalla Casa Editrice Kimerik: 365 pagine da scrivere. John Bale e la Leggenda di Ashkan – i quattro Medaglioni d’Oro è il suo primo romanzo.

Segnalazione: "Dialoghi con un ottimista. In salotto con Francesco Alberoni" di Maria Giovanna Farina



Buongiorno, amici e lettori!
Iniziamo questa (calda) giornata sul blog con una segnalazione: si tratta del nuovo libro, uscito il 23 giugno, di Maria Giovanna Farina, autrice di cui abbiamo già parlato in precedenza - QUI e QUI.


Dialoghi con un ottimista. In salotto con Francesco Alberoni
di Maria Giovanna Farina

Editore: Edizioni Leima
Collana: Le stanze
Genere: Intervista
Pagine: 192
Uscita prevista:
Giugno 2016
Prezzo: 14 euro
ISBN: 978-88-98395-42-2

“Dialogare con Alberoni è stato soprattutto incontrare la sua vita quotidiana fatta di cultura profonda e semplice allo stesso tempo, di ironia e di mille curiosità a volte inimmaginabili”.
È il 1979 quando una giovanissima Maria Giovanna Farina scopre la propria passione per uno dei grandi sociologi italiani viventi. 
È l’anno di Innamoramento e Amore, il volume di Francesco Alberoni che avrebbe cambiato il modo di parlare e di intendere l’amore di un’intera generazione. 
A qualche decennio di distanza, la ragazza, ormai donna, si troverà nel salotto personale del grande scrittore, con l’opportunità di redigere una lunga intervista a cuore aperto. 

Alternando al classico “botta e risposta” di stampo giornalistico le proprie riflessioni personali, Maria Giovanna Farina ci offre un ritratto particolarissimo e fuori dalle righe di Francesco Alberoni. 
Partendo da argomenti cari al sociologo – l’amore, i rapporti sociali, i valori della vita – questa speciale “chiacchierata” oscilla tra il formale e l’informale, tra il pubblico e il privato, tra la cultura e la semplicità, con la leggerezza e l’ironia che da sempre hanno caratterizzato lo stile di Alberoni. 
Per suggerirci, attraverso la parole, le esperienze personali e il pensiero del grande sociologo, una visione positiva dell’uomo e della vita, proponendo l’ottimismo come obiettivo da perseguire ogni giorno per migliorare la nostra esistenza.

L'autrice.
Maria Giovanna Farina, filosofa, consulente filosofico e analista della comunicazione, è autrice di libri per aiutare le persone a vivere meglio. 
,
Pioniera nel campo delle pratiche filosofiche, fonda lo studio professionale Heuristic Institution, dove si dedica anche alla ricerca di metodi e strategie da applicare alla risoluzione delle difficoltà esistenziali. Esperta di relazioni umane, è autrice di numerosi articoli su varie riviste, ha intervistato anche in video alcuni tra i più noti personaggi della cultura e dello spettacolo. Creatrice della rivista filosofica on-line “L’accento di Socrate”, dirige la collana in e-book “Filosofia pratica” per l’editore KKIEN Publishing International con pubblicazioni scientifiche, divulgative e tecniche. È attiva in rete anche come blogger. 


Per conoscere nel dettaglio pubblicazioni e lavori: 
www.mariagiovannafarina.it


Video Farina e Alberoni in dialogo


mercoledì 29 giugno 2016

Recensione: IL DOMANI CHE VERRA' di John Marsden



"Il domani che verrà" (Tomorrow, when the war began) è il primo romanzo di una serie, “The tomorrow series”, ambientato in un futuro non troppo lontano in cui sta per scoppiare una guerra a livello mondiale; un gruppo di giovanissimi amici si ritrova a doversi confrontare con un imprevisto stato di cose che li costringerà a crescere in fretta, a vivere a stretto contatto con la natura selvaggia per evitare a tutti i costi di cadere nelle mani di uno sconosciuto ma temibile nemico. Solo così potranno lottare per il loro futuro e per i propri cari.

La saga Tomorrow è composta da sette libri e da altri tre che fanno parte de "Le cronache di Ellie", che raccontano le vicende della protagonista Ellie durante il dopoguerra.

IL DOMANI CHE VERRA'
di John Marsden



Ed. Fazi
trad. C. Arnone
250 pp
14.90 euro
2011
Ellie e i suoi amici vivono nella bella Australia, più precisamente nella contea di Wirrawee, in una zona di campagna vicino Melbourne.
Per dare un'impennata eccitante alle tante giornate sempre uguali, che di solito si barcamenano tra scuola e il duro lavoro in fattoria in mezzo a fieno e bestiame, i ragazzi decidono di andare a fare una gita ad Hell, una radura isolata ma bella ed incontaminata, su cui circolano leggende circa un eremita vissuto lì diverso tempo fa.
E così, zaino in spalla, a bordo della Land Rover del papà di Ellie, i sette lasciano casa per trascorrere una settimana in questo paradiso chiamato Inferno.
Homer, l'amico di sempre, la bella e fine Fi; l'amica d'infanzia Corrie e il suo fidanzato Kevin; la tranquilla Robyn e il dolce Lee dagli occhi profondi: questi gli amici più cari con cui Ellie vuol condividere quest'avventura.

Cosa c'è di meglio che esplorare l'affascinante Inferno, sedendo davanti al fuoco, parlando del più e del meno, tra sguardi languidi o imbarazzati che qualche coppietta di amici ogni tanto comincia a lanciarsi?

La vacanza sta procedendo per il meglio finchè una notte si sentono strano rumori in cielo: aerei, sì, ma in essi c'è qualcosa di strano, di inquietante.
Ed infatti, tornati a casa, i ragazzi al loro ritorno troveranno delle spiacevolissime sorprese: le loro case vuote, i loro animali domestici morti, un terrificante clima di desolazione avvolge ogni cosa; i fili del telefono non funzionano, l'elettricità neanche, le radioline non prendono alcuna stazione e non è possibile quindi ascoltare un telegiornale per capire cosa sta succedendo in paese..

Dove sono i nostri cari? - si chiedono spaventati e smarriti i ragazzi.
Fatta eccezione per gli animali morti o abbandonati, le case non sembrano apparentemente saccheggiate o altro; non ci sono elementi che lascino presagire che i membri delle loro famiglie siano stati rapiti o uccisi: ma allora che ne è stato di loro?
Vero è che quel giorno in paese c'era la Fiera, alla quale tutti gli allevatori della zona sarebbero accorsi, ma perchè nessuno ancora è tornato a casa? Perchè non c'è neppure un messaggio per i loro figli?

I conti non tornano per niente e forti sensazioni di paura e ansia travolgono i ragazzi, che sentono che qualcosa di terribile è accaduto.

Col passare delle ore, mentre cercano di indagare andando in giro per le strade del paese, il gruppo di amici comprende che l’Australia è stata improvvisamente occupata dalle forze militari e i cittadini sono stati rinchiusi in prigione: tra i detenuti ci sono appunto i loro genitori, i loro fratelli e sorelle. 

Le possibilità che si profilano loro davanti sono essenzialmente due: arrendersi o combattere; lasciarsi trascinare da un nuovo e tragico scatenarsi di eventi di cui ancora non riescono a cogliere la portata, o armarsi di tutto il coraggio che hanno (anche di quello che ancora non hanno) e cercare di capire chi li ha invasi, chi tiene le loro famiglie prigioniere e perchè, e approntare un piano per affrontare gli invasori, che pullulano per le strade del paese pattugliando ogni quartiere.
Invasori tutt'altro che gentili, che parlano una lingua sconosciuta e sparano ad ogni minimo rumore su qualunque cosa.

Tra paure e indecisioni, gli otto ragazzi (ad essi si unisce in seguito un altro amico, Chris) decidono di combattere, consci di essere forse gli unici liberi, in grado quindi di lottare per la salvezza di amici e famigliari e per riprendersi il loro domani. 
Per programmare ogni minima azione di attacco i ragazzi decidono di fare di Hell il loro quartier generale.
Sopravvivere non sarà facile ma, grazie alle loro conoscenza della natura, degli animali, e ad uno spirito avventuroso, sanno di potercela fare.
O almeno così sperano...

Considerazioni

A raccontarci ogni cosa è Ellie, ai quali gli amici hanno chiesto di mettere per iscritto tutti i fatti relativi a questa incredibile esperienza; il punto di vista è quindi quello di un'adolescente, con le sue piccole e grandi paranoie sui ragazzi (è combattuta tra i forti sentimenti per Homer, che fino a quel momento è sempre stato per lei come un fratello, e per il carino e dolce Lee), l'affetto che la lega alle sue amiche, le preoccupazioni circa i genitori e ciò che sarà costretta ad affrontare insieme ai suoi amici.
Questi ragazzi affiatati - anche se non mancano i litigi e le urla per dire ognuno la propria idea - sanno che la loro vera ed unica chance è restare uniti, fare della loro amicizia la base fondamentale per organizzarsi e cercare di scoprire cosa sta succedendo nella loro Australia, in attesa che qualcuno (più potente) venga loro in aiuto.
Sono sotto shock, terrorizzati, soli. Non hanno armi, solo il loro coraggio. Non possono contare su nessuno, se non su loro stessi. 

Interessante è l'ambientazione scelta dall'Autore, che a fine libro precisa essere assolutamente realistica; il paesaggio naturale è descritto con accuratezza e questo aiuta il lettore a contestualizzare la storia e ad apprezzare l'aspetto avventuroso dovuto al contatto diretto con la natura; ben descritti anche i momenti notturni in paese, quelli che vedono i ragazzi muoversi al buio per le strade a loro familiari, per sondare il terreno, spiare le mosse del nemico, ed eventualmente attaccarlo alle spalle.

Sorprende l'incredibile e veloce capacità di adattamento al nuovo status quo di questi otto amici; è vero, non mancano i pianti e le crisi, ma i giovanotti rivelano al contempo anche formidabili capacità di approntare strategie di combattimento come dei veri guerriglieri.

Nonostante venga presentato uno "stato di guerra", io personalmente non sono riuscita a coglierne tantissimo la tensione e l'adrenalina, nel senso che, ok, i ragazzi sono impauriti ed euforici insieme e questo lo si avverte, ma il punto - che mi impedisce di sentirmi coinvolta fino in fondo - è che non ci vien detto nulla su questi ignoti invasori, se non che sono donne e uomini di ogni età, che parlano una lingua non nota ai ragazzi e che imbracciano armi.

************POSSIBILI SPOILER*************

Non vivendo il momento dell'invasione, ma trovando tutto già "apparecchiato", a noi lettori non resta che seguire le strategie di lotta del gruppetto di amici, il che però non è particolarmente vivace in quanto si combatte ok... ma contro chi?
Ora, vero è che questo è solo il primo episodio della serie, ma se dovessi dirvi che la lettura di questo primo libro mi ha messo su una grandissima voglia di leggere il seguito (che tra l'altro, mi sa che Fazi Editore non ha ancora neanche pubblicato il secondo...), non sarei del tutto sincera. Sì, un po' mi è rimasta la curiosità di capire cosa è accaduto all'Australia, chi l'ha invasa e perchè, ma avrei preferito che almeno nelle ultimissime pagine ci fosse data qualche informazione utile in tal senso, così da solleticare l'interesse, la curiosità.


Insomma, come primo libro di una saga fantascientifica/distopica, non posso dire di esserne rimasta particolarmente colpita; il fatto, poi, che ancora non siano stati pubblicati i seguiti, scoraggia ulteriormente.

Magari cercherò il film, potrebbe rivelarsi un po' più "eccitante" ^_-

Voi avete letto questo romanzo?


5. Un libro di fantascienza

Da venerdì 1° luglio ritornano le emozionanti storie YouFeel (Rizzoli)



Lettori e, soprattutto, lettrici romantiche, da venerdì 1° Luglio si rinnova l'appuntamento con YouFeel, il progetto Rizzoli di editoria digitale al femminile: romanzi brevi e perfetti per l’estate, da gustare in poco tempo e da scegliere in base al mood del momento: Romantico, Ironico, Erotico, Emozionante.

A Luglio YouFeel compie due anni. Per festeggiare, l'offerta moltiplica: oltre agli Original, i 4 romanzi inediti suddivisi per mood, saranno pubblicate 8 nuove storie provenienti dal meglio del selfpublishingitaliano, i Reloaded.

I romanzi YouFeel diventeranno un appuntamento fisso: ogni ultimo venerdì del mese nuove storie da leggere, in mobilità su smartphone e tablet, saranno disponibili sulle principali librerie online come Amazon, Kobo, iBooks, IBS, Google Play e molte altre (il prezzo è di 2,99€ a titolo).

YouFeel è sempre alla ricerca di nuove autrici che sappiano raccontare l’universo femminile e romanzi che soddisfino i quattro mood Romantico, Ironico, Erotico, Emozionante in 200mila battute.
Per proporsi come nuova autrice YouFeel sarà sufficiente inviare il manoscritto (inedito o pubblicato), accompagnato da una breve lettera di presentazione e una sinossi, all’indirizzo email scrivi@youfeel.it

potete dare un'occhiata ai titoli e scegliere la lettura estiva che fa per voi ^_-
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