venerdì 14 luglio 2017

RITORNO ALLA BRUGHIERA di Thomas Hardy // TRISTANA di Benito Pérez Galdòs (mini-recensioni)



Qualche anno fa mio fratello pensò bene di acquistare la collana dei "Romanzi dell'Ottocento", composta da una sessantina di volumi, se non vado errata, e in vendita come allegati del giornale "La Repubblica".
Ricordo che lessi parecchi romanzi della suddetta collana, e che al tempo mi appuntai qualche riflessione in merito ad alcuni di essi.


Oggi vi parlerò di due classici dell'Ottocento, uno inglese, l'altro spagnolo.


RITORNO ALLA BRUGHIERA
di Thomas Hardy



“Ho detto addio alla pena, e credevo di averla lasciata dietro, lontana; ma lei, allegra, allegra, teneramente m’ama; e m’è così devota, è così buona. Potrei ingannarla, e abbandonarla, ma ah!, è così devota, è così buona”.


illustrazione di Arthur Hopkins
(Wikipedia)
Questo romanzo fu pubblicato nel 1878 e in italiano è anche noto come Il ritorno del nativo o La brughiera.

Il protagonista è Clym Yeobright, che fa ritorno al paese nativo per ritrovare in un certo se stesso, le proprie radici, oltre che il senso di una missione.
Clym ha vissuto lungo tempo a Parigi, commerciando diamanti, e ha conosciuto il mondo moderno, fatto di lussi e piaceri effimeri e finti, da cui è quindi fuggito per tornare alla casa materna, con lo scopo di rendere migliore la gente semplice della brughiera, costretta all'ignoranza dall'ingiustizia sociale.

Clym si innamora dell'irrequieta Eustacia Vye, che finisce per idealizzare, ma la donna non è come lui, anzi è il suo opposto: è capricciosa, appassionata, odia la brughiera, la noia, la fatica e lo squallore della vita di campagna e sogna di poter vivere “altrove”, tipo Parigi, e spera che Clym la porti lì dopo il matrimonio. 
Instabile nei sentimenti, ostinata ed egoista, Eustacia sogna cose decisamente diverse da quelle cui ambisce il marito e con lui, infatti, ha in comune ben poco...
Il loro matrimonio infelice provoca danni nella vita di quanti sono loro vicini, in particolare  Damon Wildeve, l'ex amante di Eustacia, la madre di Clym e la cugina Thomasin.

Il rapporto, ad es., con la suocera è davvero disastroso: la signora Yeobright non fa che discutere con il figlio e la nuora, arrivando ad architettare sotterfugi pur di tenere stretto a sè Clym e riconciliarsi con lui, andando incontro anche ad un drammatico destino...
Un altro personaggio che gravita attorno al filone principale è Diggory Venn, l’uomo dell’ocra tutto tinto di rosso che si aggira per la brughiera, malato d'amore per la giovane Thomasin, infelice sposa di Damon Wildeve.

Tutti i personaggi sono coinvolti nel ciclo degli eventi, a cominciare dal protagonista, che è così preso dalle proprie ambizioni da non accorgersi della realtà, e del resto la malattia agli occhi che lo colpisce in un certo senso rappresenta il male oscuro della sua anima.

A muovere le carte di tutti coloro che vivono nella brughiera è il destino, il quale sembra giocare con le esistenze di ciascuno di essi, di questi uomini e donne che amano, lottano, soffrono, vivono aspettando la fine del loro viaggio.

Siamo nel sud ovest dell'Inghilterra, nel Wessex, in particolare a Egdon Heath, una brulla e desolata distesa di terra, percossa dai venti, caratterizzata da primavere brevi, calde estati, lunghi inverni di neve e di buio.
Proprio questa aspra brughiera semideserta dà voce e forza, facendo da sfondo, alle vicende di due uomini e due donne in particolare - i cui destini si incrociano tra loro -, e di tali vicende diventa spettatrice e al contempo con esse sembra interagire.
Edgon Heath è in fondo la vera protagonista del racconto grazie al minuzioso ritratto che ce ne dà l'Autore e che simboleggia un vero e proprio paesaggio dell'anima.

Questo classico illustra quanto può essere tragica un'illusione romantica e come i suoi protagonisti non riescano a riconoscere le proprie opportunità per controllare i propri destini.

Ricordo che, pur non essendo un'amante delle sequenze descrittive, la narrazione non mi venne a noia perchè percepii l'importanza dell'ambiente naturale nella storia e ne fui affascinata, storia che tra l'altro si rivelò interessante; certo, la narrazione non ha un ritmo incalzante ma ho un ricordo positivo di questo romanzo.



Il secondo classico di cui vorrei parlarvi brevemente è...


TRISTANA
di Benito Pérez Galdòs 



Anno di pubblicazione: 1892.

Tristana è uno dei più brevi romanzi di Galdos; esso è una storia di amore e profonda perversione che inevitabilmente portano alla rovina.

Tristana, la protagonista di questo libro, è una giovane piena di passione, che cerca di ribellarsi a quelle circostanze familiari e sociali che le impediscono di raggiungere l'indipendenza e la felicità. 

La sua esistenza è legata a quella del gentiluomo Don Lope, un don Giovanni invecchiato, un aristocratico accantonato dal corso dei tempi, un padre adottivo che sottomette a sè Tristana, finendo però per confondere il ruolo di padre adottivo... con quello di amante.

Tra loro si frappone il pittore Horacio, che si innamora di Tristana e tenta invano di sottrarla a don Lope, diventando piuttosto una pedina nel vizioso gioco fra l’anziano gentiluomo e la giovane Tristana. 

Devo dire che, a differenza del precedente romanzo, questo non mi è rimasto granchè impresso, anche se rammento di averlo trovato abbastanza scorrevole, piacevole, tra l'altro è breve quindi si legge velocemente, e ben illustra il contrasto tra questo donnaiolo, Don Lope, ormai giunto al crepuscolo della propria vita da latin lover seduttore, che però distrugge l'innocenza della giovane, e quest'ultima, sognatrice e idealista, i cui tentativi di emancipazione da una società sordida e repressiva incontrano non pochi ostacoli.


giovedì 13 luglio 2017

Libro in lettura: IO NON MI CHIAMO MIRIAM di Majgull Axelsson



Carissimi, due giorni fa ho ricevuto quattro libri - in quanto giurata del Gran Premio delle Lettrici di Elle - e sono immersa nella lettura del primo.
Tutti e quattro devo recensirli entro il 1° agosto, quindi mi dedicherò a questi quattro bei romanzi, intanto vi lascio la trama di quello che ho in lettura, cioè IO NON MI CHIAMO MIRIAM di Majgull Axelsson; come vedete voi stessi, leggendola, affronta temi importanti.




«Io non mi chiamo Miriam», dice di colpo un’elegante signora svedese il giorno del suo ottantacinquesimo compleanno, di fronte al bracciale con il nome inciso che le regala la famiglia.
Quello che le sfugge è una verità tenuta nascosta per settant’anni, ma che ora sente il bisogno e il dovere di confessare alla sua giovane nipote: la storia di una ragazzina rom di nome Malika che sopravvisse ai campi di concentramento fingendosi ebrea, infilando i vestiti di una coetanea morta durante il viaggio da Auschwitz a Ravensbrück. 
Così Malika diventò Miriam, e per paura di essere esclusa, abbandonata a se stessa, o per un disperato desiderio di appartenenza continuò sempre a mentire, anche quando fu accolta calorosamente nella Svezia del dopoguerra, dove i rom, malgrado tutto, erano ancora perseguitati. Dando voce e corpo a una donna non ebrea che ha vissuto sulla propria pelle l’Olocausto, Majgull Axelsson affronta con rara delicatezza e profonda empatia uno dei capitoli più dolorosi della storia d’Europa e il destino poco noto del fiero popolo rom, che osò ribellarsi con ogni mezzo alle SS di Auschwitz. 
"Io non mi chiamo Miriam" parla ai nostri giorni di crescente sospetto verso l’«altro» interrogandosi sull’identità – etnica, culturale, ma soprattutto personale – e riuscendo a trasmettere la paura e la forza di una persona sola al mondo, costretta nel lager come per il resto della vita a tacere, fingere e stare all’erta, a soppesare ogni sguardo senza mai potersi fidare di nessuno, a soffocare i ricordi, i rimorsi, il dolore per gli affetti perduti: «Non si può dire tutto! Non se si è della razza sbagliata e si ha vissuto sulla propria pelle l’intero secolo.»


AVETE LETTO LETTO QUESTO LIBRO?

martedì 11 luglio 2017

Recensione: FLOX SORRIDE IN AUTUNNO di Elisabetta Gnone



Il terzo mistero di Fairy Oak, narratoci dalla dolce fatina Felì, ruota attorno all'amicizia, un valore importantissimo, vitale e di certo molto presente tra gli abitanti del villaggio e, in particolare, tra i membri della vivace Banda capeggiata dal bel Grisam.

FLOX SORRIDE IN AUTUNNO
di Elisabetta Gnone



LINK AMAZON
Età di lettura:
Da 8 anni 
A Fairy Oak sta per entrare l'autunno, con i suoi venti impetuosi che fanno alzare le foglie secche, e come ogni anno ecco che di punto in bianco, un giorno di settembre, qualcuno commette una stranezza più strana delle solite e la normalità sembra sparire per far posto alla "danza delle follie di stagione""

In quei giorni ciascuno sembra dare davvero il meglio di sé quanto a fantasia, forza, abilità e... stravaganza. 
Anche gli alberi non scherzano, l'intera Valle sembra stregata. 

Tanto per dirne una: il vecchio brontolone Meum McDale s'è appollaiato sul tetto di casa, dove c'è un nido di cicogna, con un cannocchiale in mano, e si ostina a non voler scendere giù, nonostante le insistenze della moglie Campanula e di altri abitanti del villaggio.
Che gli sarà preso al vecchio mago?
Tutti son curiosi, adulti, ragazzi e bambini, e tutti cercano di parlargli e di capire cosa ci faccia sul tetto e quanto tempo ha deciso di restarci.
Meum è scontroso, non bisogna insistere troppo con le domande, i ragazzini della Banda lo sanno bene, ma la loro curiosità è irrefrenabile comunque...!

Ma non c'è soltanto Meum a incuriosirli, bensì un altro mistero ben più intrigante: pare che ci sia qualcuno che si diverte a uscire e entrare dai sotterranei della scuola... 
Di chi si tratta e perchè se ne va in giro furtivo, nascosto da un mantello e con una lanterna in mano, cercando di non farsi beccare?

Il guardiano della scuola, Joe, dice che son tutte sciocchezze e che lui non ha visto nessuno, ma Vaniglia, Pervinca, Flox, Grisam e tutti gli altri della combriccola, sentono puzza di bruciato e sono intenzionati a sciogliere il mistero.

Del resto, curiosoni e vivaci come sono, chi riuscirebbe mai a farli desistere dalla loro impresa?

Al centro di questo terzo mistero, comunque, non c'è solo la "misteriosa figura" che gironzola nei sotterranei, ma soprattutto c'è lei, la dolce Flox,  la ragazza arcobaleno, l'amica del cuore di Vi e Babù, colei che ama i colori, la natura e che si veste in modo unico e particolare.
E proprio Flox ha tutta una sua teoria sul perchè accadono cose strane e un po' matte alla gente del villaggio quando fa capolino l'autunno: dipende tutto dal tripudio di splendidi colori che inonda la Valle...! 

Ma il giovane lettore scoprirà meglio la sua simpatica teoria avventurandosi tra le pagine di questo terzo appuntamento con i misteri di Fairy Oak, in cui si viene immersi nelle magiche e sognanti atmosfere che avvolgono le tante avventure di Vì, Babù e dei loro inseparabili amichetti, che non sono soltanto pimpanti e sempre alla ricerca del brivido, ma anche leali, affettuosi, comprensivi.
Sono dei veri amici gli uni per gli altri, e quando uno di loro è preoccupato o c'è qualcosa che non va, gli restano accanto e non smettono di parlare di tutto pur di distrarlo o di dargli rassicuranti pacche sulle spalle, perchè

"... questa era l'amicizia a Fairy Oak, ovunque ti giravi, te la ritrovavi davanti e qualche volta era così impetuosa che ti lasciava i lividi. E non solo sulla pelle.".


Il lettore ritrova i giovanissimi personaggi già incontrati nei volumi precedenti, le streghette e i maghetti del Buio e della Luce, ciascuno con la propria personalità, il proprio modo caratteristico di parlare, vestirsi...; ritrova la saggia strega Tomelilla, che sa sempre tutto ma a volte fa finta di non sapere nulla; l'antipatica smorfiosetta Scarlet Pimpernel, che la frizzante Pervinca si diverte a trasformare in qualche buffo animaletto; e ci sono i tanti e bizzarri uomini e donne di Fairy Oak, ognuno con le proprie stranezze, anch'essi spesso bisognosi di aiuto, solidarietà e di riassaporare il bello di avere degli amici.

Tra le marachelle magiche di Vì e Flox a scuola, tra i ragionamenti profondi della dolcissima Babù, tra i giri di perlustrazione al buio nei sotterranei, alla scoperta di nuovi eccitanti misteri, tra querce distratte e lettere romantiche..., Elisabetta Gnone ci regala un altro magico capitolo di questa deliziosa saga, ambientata in un posto senza tempo, che fa sognare per i suoi colori caldi e accesi, i suoi profumi buonissimi, la sua natura rigogliosa e viva, i suoi simpatici e stravaganti abitanti, e conquista ancora i suoi lettori con una scrittura semplice, ultra scorrevole ma anche attenta ai particolari, con descrizioni efficaci che stimolano l'immaginazione di chi legge... e intanto sogna ad occhi aperti!
Anche il presente volume è corredato di incantevoli illustrazioni, un'esplosione molto suggestiva di colori e immagini.

Dedicato ... "a chi sa colorare il vento"!!


Recensioni dei libri precedenti:

- NEWS - Film tratti dai libri in arrivo al cinema (luglio - agosto - settembre - ottobre)



Cari lettori e amanti del cinema, diamo un'occhiata ad alcuni dei diversi film tratti dai libri che troverete al cinema a breve, e anticipiamo anche qualcosa che vedremo più in là, dopo l'estate.

Vi ricordo che c'è il post di riferimento che cerco di tenere aggiornato ^_-






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Allora, partiamo da Cane mangia cane, adattamento dell'omonimo romanzo di Edward Bunker, diretto e cosceneggiato da Paul Schrader e intepretato da Nicolas Cage e Willem Dafoe.


DATA USCITA: 13 luglio 2017
GENERE: Azione, Drammatico, Thriller

Troy, Mad Dog e Diesel sono tre ex galeotti che lottano quotidianamente per cercare di reinserirsi nella vita civile, senza tuttavia ottenere i risultati sperati. Quando un potente boss offre loro la possibilità di compiere un ultimo crimine, grazie al quale potrebbero sistemarsi per il resto della loro vita, i tre decidono di accettare senza troppe esitazioni.


PRIMA DI DOMANI è invece tratto da "Before I fall" di Lauren Olivier, già pubblicato in Italia da Piemme (2010) col titolo E FINALMENTE TI DIRO' ADDIO (recensione)


DATA USCITA: 19 luglio 2017
GENERE: Drammatico
REGIA: Ry Russo-Young
ATTORI: Zoey Deutch, Halston Sage, Logan Miller, Elena Kampourish, Kian Lawley, Medalion Rahimi, Cynthy Wu, Erica Tremblay.

Sam (Zoey Dutch) rimane intrappolata in un ripetitivo vortice temporale, che la costringe a rivivere la stessa giornata fino al momento della sua morte. Nessun altro sembra accorgersi della preoccupante ripetizione di eventi, non il suo ragazzo perfetto, né le due migliori amiche. 
Per uscire dal loop temporale Sam dovrà indagare sul fenomeno per conto suo, capire quale parte della giornata modificare, quali comportamenti correggere e soprattutto a quali persone dedicare il tempo ridotto. 
Il tragico incidente potrebbe in fondo rivelarsi un'occasione preziosa per rimediare agli errori del passato e rimandare indietro l'orologio, o piuttosto mandarlo avanti.


Il mese prossimo ci attende La Torre Nera (The Dark Tower) di Stephen King: sarà al cinema dal 18 agosto diretto da Nikolaj Arcel 
Il pistolero Roland Deschain si aggira in un paesaggio simile a quello del vecchio West alla ricerca della Torre Nera, nella speranza che raggiungendola possa preservare il suo mondo morente.
Nel cast Matthew McConaughey, Idris Elba, Katheryn Winnick.

A settembre:

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L'inganno (The Beguiled) è un film scritto e diretto da Sofia Coppola, con protagonisti Colin Farrell, Nicole Kidman, Kirsten Dunst e Elle Fanning; è l'adattamento cinematografico del romanzo A Painted Devil (1966) scritto da Thomas P. Cullinan.

DATA DI USCITA: 21 SETTEMBRE 2017.

Si svolge in un collegio femminile nello stato della Virginia, durante la Guerra di Secessione americana. Protette dalle spesse pareti del Farnsworth Seminary, le studentesse della scuola diretta da Miss Martha (Nicole Kidman) conducono una vita fortemente ritualizzata, scandita dai pasti, dalla preghiera e dalle lezioni di francese, con qualche attesa e confortante parentesi musicale. Lontane dal conflitto, si sforzano di mantenere nella quotidianità quell'atteggiamento fiero e compassato che si addice alle signorine della loro età. Ma la gabbia dorata che l'istitutrice ha costruito intorno a loro è destinata a crollare, quando la guerra bussa alla porta nella forma di un soldato ferito e bisognoso di cure, John McBurney (Colin Farrell). All'uomo vengono offerti rifugio e ospitalità, e solo più tardi le ragazze si accorgono di come una presenza maschile abbia scatenando egoismi e rivalità senza precedenti. Alicia (Elle Fanning) comincia a portare i capelli sciolti e ad allentare il corsetto, rubando le attenzioni del soldato all'innocente Edwina (Kirsten Dunst). 
L'etichetta sociale viene infranta e gli ultimi residui di formalità ostentata diventano cornice di un thriller psicologico e d'atmosfera.

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A settembre arriva NOI SIAMO TUTTO, tratto da Everything, Everything di Nicola Yoon, che racconta la storia di una ragazza allergica praticamente a tutto che si innamora del "ragazzo della porta accanto", che diventa il più grosso rischio che le poteva capitare...

DATA USCITA: 21 settembre 2017
GENERE: Drammatico
REGIA: Stella Meghie
ATTORI: Amandla Stenberg, Nick Robinson, Ana de la Reguera, Anika Noni Rose, Taylor Hickson, Danube Hermosillo, Dan Payne,


A causa di una grave malattia che non le permette di uscire fuori di casa, Maddy (Amandla Stenberg) ha raggiunto la maggiore età senza vivere nemmeno una delle piccole esperienze sperimentate dai suoi coetanei. 
Cresciuta in una gabbia dorata con la sola compagnia della madre e dell'infermiera Carla (Ana de la Reguera), non ha mai ricevuto il primo bacio, né visto da vicino l'oceano e la spiaggia, se non in fotografia. 
Le uniche avventure concesse sono contenute nella pila di volumi letti sugli scaffali, quelle future nei libri che non ha ancora sfogliato. 
Così si è rassegnata a condurre un'esistenza di emozioni surrogato, priva di legami affettivi e relegata tra le pareti domestiche. Il cambiamento arriva con il rombo di un camion dei traslochi che imbocca il vialetto. I Bright, trasferitisi nella casa accanto, spediscono il figlio Olly (Nick Robinson) a presentarsi secondo le regole del buon vicinato, con in mano un invitante ciambellone appena sfornato. Olly nota Maddy nonostante lei cerchi di nascondersi in camera sua, e da allora prova a comunicare con la ragazza in tutti i modi possibili, attraverso vetri, finestre, sms e bigliettini di carta. Tra i due nasce una tenera amicizia, destinata a sfociare in un legame profondo e indissolubile che non potrà essere arginato da una semplice porta chiusa a chiave.


L'uomo di neve (The Snowman), tratto dall'omonimo thriller di Jo Nesbo, incentrato sulla serie su Harry Hole, è in arrivo ad ottobre.


DATA USCITA: 12 ottobre 2017
GENERE: Thriller
REGIA: Tomas Alfredson
ATTORI: Michael Fassbender, Rebecca Ferguson, Charlotte Gainsbourg, Val Kilmer, J.K. Simmons, Chloë Sevigny.

Nella città di Oslo quando i primi fiocchi cadono, alcune donne spariscono nel nulla e misteriosi pupazzi di neve compaiono a sorvegliare le strade.
L'uomo di neve segue le indagini del detective Harry Hole (Michael Fassbender), a capo di una squadra speciale della polizia di Oslo incaricata di investigare su una serie di omicidi locali. 
Dopo l'ennesima sparizione, avvenuta durante la prima nevicata dell'anno, Hole scopre interessanti collegamenti con alcuni casi irrisolti vecchi di vent'anni: la cornice invernale, la vittima designata, il pupazzo di neve sulla scena del crimine, tutti elementi che richiamano i metodi di un elusivo serial killer. 
Con l’aiuto di una giovane e brillante recluta, il poliziotto dovrà unire i puntini per svelare il disegno nascosto dietro le frequenti sparizioni, prima che la neve torni a imbiancare le strade e cancelli ogni traccia dell'assassino.

lunedì 10 luglio 2017

Anteprime flower-ed: una biografia su Elizabeth von Arnim - "Vita e avventure di Jack Engle" di Walt Whitman



Cari lettori, oggi vi presento due libri straordinari, due opere introvabili prima d’ora in italiano e che contribuiscono ad arricchire la nostra conoscenza dei classici della letteratura.
Si tratta della biografia di una scrittrice molto amata, Elizabeth von Arnim, e di un romanzo americano tradotto da flower-ed per la prima volta in italiano.


Chiamatemi Elizabeth. 
Vita e opere di Elizabeth von Arnim
di Carmela Giustiniani



flower-ed 
coll. Windy Moors, vol. 11
Ebook e cartaceo.
In uscita il 14 luglio 2017
L'Autrice, blogger, appassionata di classici e membro della Elizabeth von Arnim Society, desidera promuovere la figura della scrittrice e portarla all’attenzione dei lettori italiani. 
Nonostante il successo dei suoi romanzi, infatti, non troviamo biografie e saggi su di lei in lingua italiana.
Questo volume rompe finalmente il silenzio e ci racconta la vita di questa autrice “piccola e bionda” che “aveva una grande vitalità e un’innata gentilezza venata d’ironia”.



Vita e avventure di Jack Engle
di Walt Whitman

 
flower-ed
trad. Riccardo Mainetti,
coll. Five Yards vol. 6
Ebook e cartaceo
In uscita il 20 luglio 2017
O capitano! Mio capitano! 
Chi non conosce e non ha amato questi celeberrimi versi di Walt Whitman, anche solo per averli ascoltati nel travolgente film L’attimo fuggente con l'indimenticabile Robin Williams?
Quello che vi presento ora è il romanzo, tradotto da Riccardo Mainetti, grazie al quale quei versi nacquero.

Pubblicato in forma anonima nel 1852, cadde nell’oblio fino ad alcuni mesi fa, quando Zachary Turpin, ricercatore della University of Houston, a seguito di alcune ricerche d’archivio e seguendo gli indizi forniti dai giornali dell’epoca, si è imbattuto nell’unica copia cartacea esistente e – era il febbraio del 2017 – ne ha dato notizia al mondo. 
Ambientato a New York, è un romanzo dalle atmosfere dickensiane, in cui le vicende di un avvocato corrotto, una giovane indifesa e l’orfano Jack Engle si intrecciano tra ingiustizie sociali e soprusi sui più deboli.

Recensione film: LA RELIGIOSA (Guillame Nicloux)



Ieri pomeriggio ho guardato un film molto interessante che ho scoperto solo dopo essere tratto da un libro: LA RELIGIOSA, un film di Guillame Nicloux del 2013 ispirato al romanzo - decisamente anticlericale - di Denis Diderot (1713-1784), “La religiosa” (o "La monaca"), pubblicato postumo, nel 1796.

Il romanzo è scritto sotto forma di memoriale e si rifà alle vicende di Marguerite Delamarre dell'abbazia reale di Longchamp; la monaca tentò in due appelli di farsi annullare i voti, fra il 1752 e il 1758. Alcuni degli atti del processo della Delamarre furono pubblicati, ragion per cui Diderot non poteva non esserne al corrente.

Alla tematica Diderot era molto sensibile per ragioni famigliari: aveva avuto un fratello prete e una sorella che entrò in convento, dove morì; lui stesso, sin da ragazzo, era destinato alla vita ecclesiastica, a 13 subì la tonsura, fu chiuso in convento ma riuscì a scampare a questo destino.
Lo scrittore e folosofo illuminista, più celebre per aver scritto, insieme a D’Alembert, la “Encyclopédie”, fu incarcerato a Vincennes nel 1749, a causa delle idee materialiste manifestate in alcuni pamphlets.

Da questo scritto sono state tratte diverse trasposizioni, sia film che fumetti che serie tv; in particolare ricordiamo Susanna Simonin, la religiosa (1966) di Jacques Rivette, La monaca nel peccato (1986) di Dario Donati; il più recente è un remake della pellicola del 1966.



LA RELIGIOSA


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Regia: Guillame Nicloux
Cast: Isabelle Huppert, Martina Gedeck, Pauline Etienne, Louise Bourgoin.

Le drammatiche vicende che vedono protagonista la giovanissima Suzanne Simonin si svolgono in Francia, attorno al 1760.
La sedicenne Suzanne è carina, sveglia, dolce e con un visibile talento naturale per la musica; purtroppo, per ragioni che scoprirà solo più tardi, i genitori vogliono farle prendere il velo, infischiandosene della volontà della ragazza.
Viene quindi mandata per un tempo determinato nel convento delle monache Clarisse di Longchamp affinchè rifletta e maturi la vocazione, cosa che non avviene perchè Suzanne non sente di voler diventare suora ed è anzi profondamende infelice all'idea di trascorrere una vita chiusa tra quattro mura, come un uccellino in gabbia.
Fortunatamente a darle conforto c'è la madre superiora, Madame de Moni, una religiosa comprensiva e buona; durante la prima celebrazione per prendere il velo, la ragazza dà scandalo rifiutandosi di diventare suora adducendo come motivazione che farlo significherebbe mentire, in quanto non è ciò che il suo cuore le suggerisce di fare.
I genitori, sgomenti e irritati, la portano a casa per qualche tempo, ma il loro scopo di chiuderla in monastero non è affatto mutato, e la giovane scopre anche la vera ragione di questa costrizione: lei non è figlia legittima del padre ma frutto di una relazione adulterina, per cui la sua famiglia non ha alcuna intenzione di pagarle alcuna dote per maritarla.
Insomma, il suo destino è il convento.
Viene quindi nuovamente spedita a Longchamp, e Suzanne cerca di adattarsi il più possibile alla vita monastica; l'infelicità però regna nel suo cuore e ad aggravare la situazione interviene l'improvvisa morte della sua dolce madre superiora. 
A prendere il suo posto c'è una sorella ben più giovane ma anche molto severa: Sainte-Christine prende in antipatia Suzanne considerandola blasfema, perchè per lei tale è una suora che vuol rinnegare i voti, così non solo ordina alle consorelle di trattarla con indifferenza, ma pian piano - davanti all'atteggiamento determinato, seppur mansueto, di Suzanne che non smette di dichiarare l'assenza di vocazione e il desiderio di andar via - mette in atto dei veri e propri atti persecutori crudeli, tanto che lo spettatore tutto ci vede, tra la mura del monastero, fuorchè l'amore di Dio.

Ma Suzanne ha uno spirito forte: si piega, piange, implora, ma non si spezza, e nel segreto della squallida e sudicia cella buia in cui viene relegata, comincia a scrivere un memoriale in cui racconta la propria storia, comprese le angherie subite per mano delle consorelle e di suor Christine.

Nel grigiore di un'esisitenza in solitudine e infelice, uno spiraglio di luce arriva a darle speranza: un avvocato - che è riuscita a contattare grazie alla mamma di una suora amica - ha preso a cuore il suo caso e farà di tutto per tirarla fuori di lì...
Intanto Suzanne viene trasferita in un altro monastero...

"La religiosa" racconta la storia di questa ragazza tanto giovane quanto consapevole del diritto di decidere della propria vita; a Suzanne, Pauline Etienne conferisce tutta la drammaticità, la disperazione di chi si vede obbligata a fare ciò che altri hanno deciso per lei, la sofferenza e la solitudine subita in mezzo a donne che dovrebbero mostrarle amore e invece sembrano godere nell'umiliarla; ma in lei vediamo anche la forza d'animo, la determinazione di chi sa di dover lottare per raggiungere la libertà, perchè Suzanne sente sì di amare Dio, ma il suo destino non è tra quelle mura fredde e scarne, bensì fuori, nel mondo.

E' una protagonista forte, dunque, Suzanne, e non smette di pazientare e di fare ciò che è nelle sue possibilità per liberarsi dalle catene di una vita che non le appartiene.

La giovane madre superiora, suo Christine, mette i brividi per il suo cinismo e per la sua religiosità ottusa e oscurantista, che della carità cristiana non ha proprio nulla.
Nel film si affrontano quindi queste tematiche proprie di quegli anni: tanti/e figli/e costretti a monacarsi soltanto per risparmiare sulla dote e per non perdere l'eredità di famiglia; l'egoismo di questi genitori e l'infelicità di chi ha dovuto, magari sin da piccolissimo, abbracciare un tipo di vita che non sentiva sua.
La fede ha una dimensione spirituale soggettiva che non può essere soggetta a costrizioni esterne, e la vocazione a un certo tipo di vita - come quella ecclesiastica, fatta di specifiche rinunce - non è per tutti e tanto meno può essere imposta; viene anche sfiorato il tema dell'omosessualtà all'interno di queste comunità composte da sole donne.
E' chiaro che il film dà un'immagine per lo più negativa della vita nei conventi di quell'epoca che presumo sia lontana da ciò che accade oggi, in cui tra l'altro è praticamente impossibile che una ragazzina venga costretta dalla famiglia a farsi suora, ma va sempre tenuto presente il periodo cui si riferisce e l'intento per cui la storia era stata scritta (la denuncia verso l'obbligo ad entrare in convento).

Comunque, l'ho trovato interessante nel suo genere, d'impatto, e mi ha coinvolta soprattutto quando la protagonista si è ritrovata a vivere esperienze umilianti e ingiuste.



FONTI (per le notizie introduttive)
http://www.letteratura.rai.it/articoli/la-religiosa/22143/default.aspx

http://rodama1789.blogspot.it/2016/02/diderots-nun-story-of-marguerite.htmlhttps://www.comingsoon.it/film/la-religiosa/49808/scheda/

domenica 9 luglio 2017

MAGAZZINI SALANI: THE LEGEND OF ZELDA. L’ARTE DI UNA LEGGENDA - dal 7 settembre



MAGAZZINI SALANI (GRUPPO EDITORIALE MAURI SPAGNOL) 

PUBBLICHERÀ IL 7 SETTEMBRE L’EDIZIONE ITALIANA DI
THE LEGEND OF ZELDA. L’ARTE DI UNA LEGGENDA
 (The Legend of Zelda. Art & Artifacts)

Si tratta dell’atteso libro ufficiale legato alla celebre saga Nintendo.
È possibile preordinare il libro in tutte le librerie e su

IBS   Amazon

Il volume contiene oltre 400 pagine ricche di illustrazioni dedicate alla ormai trentennale storia della serie, incluso un approfondimento su The Legend of Zelda. Breath of the Wild, il nuovo videogioco per console Nintendo Switch che ha già ottenuto grande successo.

Un focus particolare è dedicato a interviste esclusive con i membri del team di sviluppo dei giochi, lo studio originale dei personaggi, artwork inediti e molto altro – con uno sguardo nostalgico al passato e uno trepidante d’attesa verso il futuro.

Segnalazioni romance e fantasy



Buongiorno, cari lettori, e felice domenica!

Spero per voi che siate al mare a godere dell'acqua e del sole, o in montagna a godervi il fresco..., insomma a divertirvi! Beh, io ahimè sto a casa a morir di caldo :-D
Ma pazienza, cerco di combatterlo facendo qualcosa che mi piace, tipo scrivere sul blog.

Stamattina vi presento tre libri, e spero possano interessarvi.

OGNI PETALO VORREBBE ESSERE FIORE
di Kikka R


Amore e bisticci sul set con il nuovo romance di KIKKA R.
un dispotico divo della televisione, 
una sceneggiatrice che ha un sogno nel cassetto e una proposta di lavoro indecente
che ha che fare con la recitazione ma lontano dal set...

DA LEGGERE ANCHE GRATIS CON KindleUnlimited
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Melissa è una sceneggiatrice e ha due sogni nel cassetto, quello di lasciare la provincia e la piccola pasticceria gestita dalla sua famiglia per andare a lavorare nella capitale e quello di poter vivere scrivendo. 
Quando viene assunta presso lo staff creativo della prestigiosa e amatissima serie televisiva "Casa Sarti" pensa di aver realizzato il suo sogno e aver finalmente mosso il primo passo per arrivare al suo vero obiettivo, lavorare per il cinema con i suoi soggetti. 
Ma la vita nella capitale non è semplice e lavorare per il tirannico Giulio Rainer, protagonista della serie TV, diventa in breve tempo un calvario.

Giulio Rainer è il sogno proibito di tutte le spettatrici del fortunato sceneggiato "Casa Sarti". Bellissimo, affascinante, sexy e perfettamente in grado di portare cucito addosso il suo personaggio, il dolce e amatissimo architetto Sarti, marito fedele e romantico e padre eccellente. 
Peccato che quando si spengono le telecamere Giulio Rainer smetta i panni del suo personaggio e diventi se stesso; arrogante e presuntuoso, sadico e insensibile, cinico sottaniere incapace di provare alcun sentimento se non nei confronti di se stesso.
Tra Melissa e Giulio, dopo tre anni di collaborazione, è odio ai massimi livelli. Lui la tortura facendole riscrivere decine di volte le stesse scene e lei non gli risparmia le sue veementi opinioni anche a costo di perdere il lavoro. Questo equilibrio però un giorno si spezza. 
Dopo l'ennesima vessazione di Giulio, Melissa reagisce stendendolo con un cazzotto che solleva gli applausi di tutta la troupe. Per poi venire licenziata in tronco.
Tutto sembra perduto. Il destino di Melissa sembra essere ormai quello di tornare nel paese d'origine, dietro al bancone di una pasticceria. Ma il destino inaspettatamente cambia le carte in tavola...

L'autrice.
Kikka R. scrive per divertimento, nella vita fa altro. Lettrice di romanzi rosa e appassionata di lingua tedesca e di Germania. Ha voluto unire queste due passioni e scrivere una storia d'amore come la immaginava lei, tra una donna italiana e un uomo tedesco. È nato così Innamorarsi a Cortona, scritto per gioco e un po' per mettersi alla prova. A seguito del successo del romanzo, ispirandosi alla protagonista Adelaide Aliotti, ha voluto scrivere anche un brevissimo ricettario Alla tavola di Adelaide per innamorarsi a Cortona, dove spiega alcune ricette tipicamente toscane. Si dichiara soddisfatta della sua vita ma adesso che ha scoperto il divertimento di scrivere storie d'amore ha deciso di continuare dando alla luce il romance Ogni Petalo vorrebbe essere Fiore.

Il secondo romanzo che vi presento è un intrigante fantasy del cantante e scrittore ligure Federico Carro: è una storia fantasy romantica e avventurosa ambientata durante la Prima Crociata per conquistare Gerusalemme.


IL RE DELLA LUCE.
L'ordine degli dei oscuri
di Federico Carro


Il protagonista è un crociato di nome Fedrick. 
Raggiunto in segreto il Santo Sepolcro, egli trova una misteriosa pietra verde che si rompe cadendo a terra, e libera una malvagia entità dai poteri demoniaci. 
Fedrick finisce così in un mondo parallelo, e decide di abbandonare la battaglia per raggiungere Eleonor, la ragazza di cui è follemente innamorato, nella città di Torino. 
Non sa ancora che questa è la capitale di un impero proibito, fulcro di tutto il male che si cela nel mondo, e a nessuno, nemmeno agli dèi, è concesso entrarvi senza l'autorizzazione di chi la governa. 
Ma soprattutto, una volta dentro non è più possibile uscire. 

Perchè l'autore ha scelto proprio Torino? Si dice che sia uno dei vertici del triangolo della magia bianca, assieme a Praga e Lione, ma anche Londra e San Francisco. Per questo è considerata una città magica, misteriosa ed esoterica fin dalla notte dei tempi. 

Insomma, il luogo perfetto dove trasformare l'energia malvagia delle oscure divinità nel vero amore che lega le anime di Fedrick ed Eleonor. Avvisato dei pericoli dell'impresa, Fedrick decide comunque di tentarla, assieme ad altri valorosi personaggi, inoltrandosi in luoghi pieni di insidie ed esseri maligni, paludi senza vita, boschi incantati, muri di rovi, tempeste, fango, nebbia e incantesimi. 
Riuscirà il cavaliere, in nome del suo potente amore, a sfidare l'ordine degli dèi oscuri che governa il mondo e a entrare nell'impero proibito per riunirsi all'adorata Eleonor? Che cosa vogliono gli dèi oscuri dal genere umano? Chi è realmente la creatura rinchiusa nella pietra del Santo Sepolcro? 

Il re della luce: l'ordine degli dèi oscuri è il primo romanzo di una trilogia fantasy che catapulta il lettore in un mondo dominato dal male e dall'odio, dove un eroe è pronto a rischiare la vita per riabbracciare la sua amata, nella più pura tradizione cavalleresca. 

L'autore.
Federico Carro, classe 1991, vive a La Spezia. Artista poliedrico, oltre a scrivere romanzi fantasy è appassionato di musica pop, blues e jazz, che fonde nelle sue opere musicali originali. Nel 2015 pubblica Il segreto del verziere (Arduino Sacco Editore). Il re della luce: l'ordine degli dèi oscuri è il suo secondo libro. 

sabato 8 luglio 2017

FURORE di John Steinbeck: curiosità e citazioni



Dopo avervi espresso il mio punto di vista su "Furore" di Steinbeck, permettetemi di condividere con voi qualche curiosità su di esso.



  • Partiamo dal titolo: THE GRAPES OF WRATH, letteralmente "i grappoli dell'ira", che riprende il seguente verso dell'inno The Battle Hymn of the Republic, di Julia Ward Howe:

"I miei occhi hanno veduto la gloria della venuta del Signore:Egli spreme la vendemmia dove sono accumulati i grappoli dell’ira"

A sua volta esso rimanda ad Apocalisse 14:19-20: "E l’angelo lanciò la sua falce sulla terra e vendemmiò la vigna della terra e gettò le uve nel gran tino dell’ira di Dio. E il tino fu calcato fuori della città, e dal tino uscì del sangue che giungeva sino ai freni dei cavalli, per una distesa di milleseicento stadi.".

  •  Steinbeck impiegò esattamente cinque mesi a scriverlo.
  • Prese ispirazione da una serie di articoli pubblicati nell'ottobre del '36 sul San Francisco: essi documentavano le condizioni di vita di migliaia di persone che, spinte da offerte di lavoro, aveva lasciato il Midwest per andare in California.
  • Arrivò in libreria nell'aprile del 1939, in America; vendette  mezzo milione di copie nel corso del primo anno.
  • Fu accusato di caldeggiare il sionismo.
  • In California (ma non solo) fu bandito perchè faceva "propaganda comunista".
  • Nel 1940 dal romanzo è stato tratto l'omonimo film, con Henry Fonda.
  • Bruce Springsteen ha scritto una canzone ispirandosi a Tom Joad: "The Ghost of Tom Joad".
  • In Italia, nel 1940, in pieno regime fascista, il Ministero di Cultura Popolare si accanisce contro questo libro in quanto sovversivo e opera numerose censure sulla prima traduzione, quella ad opera di Carlo Coardi (edita da Bompiani).
  • Oltre a numerose citazioni tratte dalle Sacre Scritture, sono citati due libri: "Il pellegrinaggio del cristiano" di Bunyan, e "La rivincita di Barbara Worth"di Harold Bell Wright (1911).

Qualche citazione:


"Uno s'abitua a dove vive, e fa fatica a andarsene" (...). Uno s'abitua a come pensa, e fa fatica a cambiare. ".

"Macchè finita," disse Ma' con un sorriso. "Non è finita per niente, Pa'. E c'è un'altra cosa che sanno le donne. Me ne sono accorta. Per l'uomo la vita è fatta a salti: se nasce tuo figlio e muore tuo padre, per l'uomo è un salto; se ti compri la terra e ti perdi la terra, per l'uomo è un salto. Per la donna invece è tutto come un fiume, che ogni tanto c'è un mulinello, ogni tanto c'è una secca, ma l'acqua continua a scorrere, va sempre dritta per la sua strada. Per la donna è così ch'è fatta la vita. La gente non muore mai fino in fondo. La gente continua come il fiume: magari cambia un po', ma non finisce mai".

"Le donne guardavano gli uomini, li guardavano per capire se stavolta sarebbero crollati. Le donne guardavano e non dicevano niente, E quando gli uomini erano in gruppo, la paura spariva dai loro volti e la ravvia prendeva il suo posto. E le donne sospiravano di sollievo, perchè capivano che andava tutto bene: il crollo non c'era stato e non ci sarebbe mai stato nessun crollo finchè la paura fosse riuscita a trasformarsi in furore".

venerdì 7 luglio 2017

Recensione: FURORE di John Steinbeck (RC2017)



In queste pagine si narra l'esodo della famiglia Joad, e di tantissime altre come lei, tutti costretti a lasciare ogni cosa nella propria terra natìa per andare alla disperata ricerca di una terra promessa, sperando che vi scorra se non il miele almeno il latte; un grande classico contemporaneo americano che denuncia l'ingiustizia sociale, l'inumanità degli uomini contro i propri simili e afferma il diritto di ogni persona a vivere con dignità.

FURORE
di John Steinbeck



.
« Nell'anima degli affamati i semi dei furore sono diventati acini, e gli acini grappoli ormai pronti per la vendemmia.»

Su questo grande romanzo, apparso per la prima volta nel 1939, si potrebbe dire tanto, perchè i temi trattati sono fondamentali e, sotto certi punti di vista, anche attuali, pur essendo "quell'America"  lontana, ma chiaramente io mi limiterò a focalizzarmi su alcuni degli aspetti di "Furore" che mi hanno maggiormente colpita. Chiedo scusa in anticipo perchè già so che non riuscirò ad essere sintetica come vorrei...

Steinbeck narra la vicende della famiglia Joad, ma in realtà essa funge in qualche modo da "rappresentante" e da esempio di ciò che stanno vivendo, negli Anni Trenta, negli Usa, interi nuclei famigliari: a causa di raccolti andati male, tanti mezzadri hanno contratto debiti con le banche, che pian piano si sono appropriate delle loro terre, fino ad arrivare a cacciare via tante, troppe famiglie, ritrovatesi da un giorno all'altro senza nè terra nè casa nè lavoro...

"Dovete andarvene.
Ma è nostra, urlavano i mezzadri. Abbiamo...
No. La terra è della banca, del mostro. Dovete andarvene.(...) Il mostro non è fatto di uomini ma fa fare agli uomini quello che vuole.
Ma dove andremo se ce ne andiamo? Come faremo? Non abbiamo denaro.
(...) Perchè non andate all'Ovest, in California? Lì c'è lavoro...".


E così inizia il pellegrinaggio, di biblica memoria,  verso questa sconosciuta Terra Promessa, ma non è facile chiudere baracca e burattini e partire: lì, in quella terra rossa, generazioni di uomini e donne hanno chinato la schiena e lavorato duramente ma con dignità. Lasciarla equivale a voltare le spalle al proprio passato, alla propria identità. A se stessi.

"Questa terra, questa terra rossa, è noi; e gli anni di carestia e gli anni di polvere e gli anni d'inondazione siamo noi. Non possiamo cominciare daccapo. L'amarezza che abbiamo venduto al compratore di scarti... lui se l'è pigliata, certo, ma noi ce l'abbiamo ancora. (...) In viaggio per la California o chissà dove, ognuno di noi tamburino di una parata di sofferenze, in marcia con la nostra amarezza. E un giorno... un giorno gli eserciti dell'amarezza andranno tutti nella stessa direzione. E marceranno tutti insieme, e spargeranno un terrore di morte".

E poi, chi garantisce che, una volta "scappati" dall'Arkansas, dall'Oklahoma..., e giunti in California, in questa terra con frutteti e campi di cotone che aspettano di essere colti, ci sarà lavoro per tutti?

Una cosa è certa: la loro amata terra viene invasa, ogni giorno che passa, da trattori (anch'essi definiti "mostri", come lo sono le spietate banche) e macchinari che via via prendono il posto delle braccia e della gambe umane: il legame atavico e simbiotico con la terra sta sparendo e questo getta nella confusione e nella rabbia migliaia di brava gente che vorrebbe soltanto restarsene a casa sua e continuare a vivere nella semplicità, senza grosse pretese, continuando a garantire pane e un minimo di serenità ai propri cari.

"Questa gente vuole vivere con dignità e crescere i figli con dignità. E quando son vecchi si vogliono sedere sulla porta a guardare il tramonto. E quando son giovani voglio ballare e cantare e coricarsi insieme. Vogliono mangiare e sbronzarsi e lavorare. Tutto qua: vogliono solo far girare i maledetti muscoli e spezzarsi la schiena.".

Ma ciò che resta tra le mani ruvide e vuote di questi poveretti è solo tanta rabbia, senso di impotenza, di ingiustizia: cosa possono fare contro la prepotenza delle banche, che si prendono ciò che onesti lavoratori, da generazioni, hanno costruito e coltivato col sudore della fronte; persone che ora si trovano con le spalle al muro, costretti a fuggire come delinquenti?

Torniamo però alla famiglia protagonista, i Joad.
Il primo membro di questa famiglia che incontriamo è Tom, un giovanotto dalla'aria sonnacchiosa e placida appena uscito dalla galera per aver commesso un omicidio; tornato a casa dopo 4 anni, non trova la propria famiglia: il calmo Pa', quella testa calda di Nonno, la vivace Nonna, l'instancabile Ma', i fratelli e le sorelle...: dove sono finiti? Perchè non c'è più nessuno ad attenderlo?

L'incontro casuale con una vecchia conoscenza, l'ex-predicatore Casy, aggiorna l'ignaro Tom Joad della situazione più su espressa: anche la sua famiglia, come tantissime altre, ha dovuto da un giorno all'altro lasciare casa e terreno, e trovare momentaneo accampamento presso lo Zio John.
Tom si ricongiunge presto con la famiglia e, dopo non poche perplessità, decidono tutti insieme di dar credito ai volantini che promettono lavoro in California e di partire, dopo aver rimediato un camion su cui caricare la poca roba rimasta loro.

Il viaggio verso questa "Canaan" non è agevole, di ostacoli ce ne saranno più d'uno: sbirri pronti a spaventarti e minacciarti di buttarti in galera; uomini indifferenti ai tuoi problemi, alle tue mille paure e domande, ma anche persone più gentili che, nella loro semplicità, sanno darti amicizia e sorrisi sinceri.

Arrivare in California richiede ore e giorni e settimane di cammino, interrotto da soste per rimediare da mangiare, e così la famiglia si ritrova a sostare in vari accampamenti, più o meno improvvisati, e incontra un sacco di persone, alcune buone altre malevole ed egoiste: ad accomunarli c'è la miseria, la rabbia per una povertà cui non si riesce a trovare soluzione.

E la miseria può, sostanzialmente, o avvicinare le persone e renderle solidali, o al contrario abbrutirle, incattivirle, perchè si scatena un'inevitabile guerra tra poveri per accaparrarsi un minuscolo tozzo di pane...

E siccome non si può restare in giro a bighellonare - tra l'altro nella comitiva c'è la figlia femmina  maggiore, Rose of Sharon, che è incinta per cui bisogna trovare un posticino in cui fermarsi il prima possibile -, c'è da trovare in fretta questo benedetto lavoro.
Eppure, arrivati a destinazione, i Joad devono fare i conti con una triste realtà: il lavoro ci sarebbe, la frutta c'è veramente ed è tanta, bella, matura, tutta da cogliere..., ma farsi assumere e soprattutto farsi pagare... è praticamente impossibile. Non solo, ma la frutta matura la si lascia marcire per terra piuttosto che darla alla povera gente, la cui pancia è sempre più vuota e i cui occhi sono sempre più smarriti.

Chi offre lavoro sa di avere il coltello dalla parte del manico e di poter giocare al ribasso: più disperati vengono a chiedere lavoro, più la paga potrà essere abbassata, perchè si troverà sempre qualcuno più disperato e che ha più fame e rabbia di altri, disposto ad accontentarsi di un salario miserrimo piuttosto che andare incontro a morte sicura non lavorando affatto.

Come se non bastasse, gli "immigrati" devono pure scontrarsi con l'odio e l'astio della gente del posto, che li disprezza e non li vorrebbe tra i piedi.

E qualcuno che cerca di ribellarsi a questi sfruttamenti, a queste profonde ingiustizie, c'è: sono chiamati i "rossi", agitatori di folle che vanno repressi prima che fomentino e mettano in testa agli straccioni venuti dall'Oklahoma di ribellarsi a sbirri e padroni.

Ma c'è da stare attenti, perchè

"...quando le mani in cui si accumula la ricchezza sono troppo poche, finiscono per perderla. (...) quando una moltitudine di uomini ha fame e freddo, il necessario se lo prende con la forza. (...) la repressione serve solo a rinforzare e unire gli oppressi."

"Come fai a spaventare un uomo quando quella che lo tormenta non è fame nella sua pancia ma fame nella pancia dei suoi figli? Non puoi spaventarlo: conosce una paura peggiore di tutte le altre."

E finchè questa paura non crolla, c'è ancora tempo perchè si trasformi in rabbia.

La famiglia Joad troverà una sistemazione definitiva o i vagabondaggi non sono finiti?

Lo scoraggiamento fa da padrone e i problemi per la mancanza di lavoro, casa e cibo sovvertono molte cose, anche in famiglia: Pa' si abbatte e abbassa il capo non sapendo che fare; i figli adolescenti sono pronti a mollare la famiglia e ad andarsene per i fatti propri; lo Zio John è un peso morto, ossessionato dai propri demoni; i figli più piccoli stanno crescendo come selvaggi; Rose of Sharon, incinta e abbandonata, è afflitta e lagnosa.
Poi c'è Casy, che è stato predicatore ma ora non si sente più degno di farsi chiamare così perchè sa di avere un animo libertino: eppure dalla sua bocca verranno fuori non poche "perle di saggezza", ma di una saggezza non alta, filosofica, bensì genuina, pratica, propria di un uomo che non smette di pensare al giorno dopo e a come può cavarsela; e c'è Tom, un tipo pragmatico, che a modo suo cerca di reagire e non abbattersi, di proporre soluzioni, vivendo giorno per giorno, "mettendo un piede davanti all'altro".
Ma su tutti spicca lei, Ma': una donna dall'animo determinato, dal carattere di ferro, generosa, infaticabile, sempre pronta a rialzarsi, a prendere in mano la situazione quando tutto sembra arenarsi e anche gli uomini paiono curvarsi sotto il fardello dei problemi; epica è la scena in cui Ma' si ribella all'autorità di Pa' pur di tenere la famiglia unita, perchè solo così si possono affrontare e superare le difficoltà.

Considerazioni.

Furore ci narra di questo viaggio della speranza verso una Terra Promessa che potrebbe avere le caratteristiche per diventare "la tua nuova casa", ma l'avidità e l'egoismo di altri uomini impediscono che sia così.
Ci narra di gente disperata, che deve lasciare la propria casa - la quale è una parte fondamentale di sè - per cercarsi un altro posto in cui vivere, tra gente estranea che non ti sopporta e non vuole darti un lavoro, ma sfruttarti, trattandoti come una bestia da soma, levandoti il rispetto per te stesso.
Ci narra di bambini che muoiono di fame, di uomini dal viso smunto e avvilito, di donne che provano a raggranellare qualche centesimo e comperare il minimo indispensabile per dar da mangiare ai componenti della propria famiglia giorno per giorno.
Ci narra di razzismo, di diseguaglianze sociali, di tentativi di sciopero e di insurrezioni da parte di chi avverte di possedere una coscienza sociale, civica; ma ci narra anche di repressione di questi tentativi.
Ci narra di un'America polverosa, quasi primitiva, rozza, divisa in ricchi e poveri, in chi ti volta le spalle perchè ha già le proprie rogne da risolvere e chi ti aiuta proprio perchè è nelle tue medesime angoscianti condizioni.

E tutte queste cose Steinbeck ce le racconta con una scrittura molto dettagliata; la sua prosa sa essere sublime, con momenti di lirismo, in particolare quando alterna i capitoli sui Joad con quelli in cui narra della situazione sociale di quegli anni in generale, come da una prospettiva "esterna"; ma sa essere anche ruvida, schietta, realista, adeguata al linguaggio semplice e sgrammaticato della povera gente, al loro modo di pensare concreto, alla loro concezione di Dio e della fede.
La narrazione procede con un ritmo piuttosto pacato, come del resto lo sono, caratterialmente, i personaggi di cui seguiamo le drammatiche vicissitudini e che impariamo a conoscere alla perfezione: persone che mantengono il proprio contegno, sforzandosi di restare lucidi in mezzo alle disgrazie.

Steinbeck in questa sua opera monumentale dà ampio spazio alla natura, ora descritta nella sua desolante immobilità (come lo è il deserto che i Joad attraversano per raggiungere la California) ora nella sua dinamicità, nel suo essere rigogliosa e feconda di frutti.
Il modo di scrivere e descrivere è così realistico, "verista", che sembra di vedere il giallo dei campi, di sentire il calore del sole rovente sulla pelle, la polvere rossa della terra che ti va nel naso, l'odore del poco, pochissimo cibo che, quando c'è, sfrigola in padella o bolle nei pentoloni.
Ci sembra di sentire su di noi la stessa stanchezza di questa povera gente senza patria, anzi, estranea nella propria patria, che al contempo cerca di mantenere accesa la speranza che le cose cambino se si ha la forza di non fermarsi.

Si legge Furore gustandosi ogni parola, perchè in ognuna è racchiusa una gran potenza comunicativa e di significato; nelle tematiche, è più attuale di quello che può sembrare se ci fissiamo solo sul contesto specifico di riferimento.
Per il resto, "Furore" è un classico perchè narra dell'Uomo e di ciò che vi è dentro di lui; è intramontabile e mai fuori moda perchè al centro vi è l'umanità, con i suoi sentimenti più elevati e i più meschini, con la sua solidarietà e il suo individualismo, con le sue ricchezze e la sua povertà, sia materiali che interiori.

Potrei mai non consigliarvelo? Merita; nonostante la lunghezza, nonostante non abbia un ritmo dinamico, personalmente l'ho trovato molto scorrevole e, confesso, non me l'aspettavo, anzi temevo fosse un "mattone" noioso che avrei mollato prima della metà.
E invece mi ritrovo a sentire nostalgia per i Joad...!



Obiettivo n.31 - Un libro scritto da un premio nobel
- 1962 - 


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