sabato 14 luglio 2018

Recensione: MAIGRET E IL PRODUTTORE DI VINO di Georges Simenon (RC2018)



Il commissario Maigret, in questa indagine, sfodera tutta la sua umanità ed empatia, che lo rendono un invidiabile e sensibile conoscitore dell'animo umano.



MAIGRET E IL PRODUTTORE DI VINO
di Georges Simenon

Adelphi ed.
Trad. E. Necchi
167 pp
10 euro
Il ricco e borioso imprenditore di Vin des Moines, Oscar Chabut, è stato assassinato a colpi di pistola, mentre usciva da un appartamento in rue de Fortuny dove era solito concedersi numerosi appuntamenti sessuali con l'amante del momento.

Chi l'ha fatto fuori a sangue freddo e perché?

Sta al commissario Maigret scoprirlo e infatti le sue indagini iniziano immediatamente.

Il defunto produttore di vini non ha avuto tutto servito su un piatto d'argento, anzi; ne ha fatta di gavetta, cominciando come umile rappresentante porta a porta per poi costruire un impero tutto suo.
Per arrivare in alto non ha esitato a pestare i piedi a qualcuno, per non parlare del fatto che il suo vino, mediocre miscela di vini del Midi e d'Algeria, fa storcere il naso agli intenditori.
Ma che importa? Ciò che conta davvero è il danaro, il potere, il prestigio, il rispetto e la deferenza che da anni riceveva da chi gli era intorno, dipendenti in primis e continuando con il gentil sesso.

La sua fiorente attività è dislocata in un paio di moderni uffici e a lui appartengono un appartamento in place des Vosges, una villa in campagna a Sully-sur-Loire, una casa a Cannes; la sua vita era fatta di lavoro, divertimenti, piaceri e amicizie altolocate.

Ma Chabut aveva anche dei nemici, poco ma sicuro.
Chiunque lo conoscesse da vicino, ne riconosceva i modi di fare aggressivi e sprezzanti, il suo essere un uomo d'affari insensibile e senza scrupoli, sempre pronto a ostentare la sua ricchezza e il suo potere, anche se questo significava umiliare il prossimo.
Insomma, Oscar Chabut pare ci provasse gusto a farsi odiare. 
Per non parlare del fatto che era un donnaiolo con la D maiuscola: andava a letto con qualsiasi donna gli capitasse a tiro, dalle segretarie alle mogli di amici e conoscenti; non se ne faceva scappare una!

Forse il suo assassinio rientra a buon diritto tra i delitti passionali?
Per Maigret non è da escludere, e per conoscere il giro di amicizie e i potenziali mariti le cui consorti hanno ceduto al fascino di Chabot (e che potevano quindi covare risentimento e desiderio di vendetta), il nostro commissario scava nella vita dello stesso, interrogando anzitutto la moglie del morto; la donna, elegante e riservata, confessa che il matrimonio con Oscar era diventato da tempo qualcosa di platonico; lei sapeva e accettava i tradimenti del coniuge, anche perchè l'amore tra loro era finito, lasciando il posto ad un affetto sincero, più simile ad un'amicizia che ad altro.

Accompagnato dall'agente Lapointe, sempre col sigaro in bocca e tormentato da una brutta influenza che gli causa non solo raffreddore e mal di gola ma pure febbre e stanchezza, Maigret se ne va in giro facendo un sacco di domande e ciò che viene fuori è una certezza che, da sola, serve a ben poco: in troppi avevano motivo di odiare Chabut tanto da volerlo vedere morto.
E quindi? Cercare l'omicida che ha premuto il grilletto è come cercare un ago in un pagliaio!

Ma Maigret non si fa abbattere nè dalla febbre (a casa ha una moglie premurosa che si prende cura di lui, non può davvero lamentarsi) nè dalle non sempre utilissime informazioni raccolte, che danno un quadro dell'assassinato poco lusinghiero.
Eppure, tra tutti i possibili nemici dev'esserci quello che, umiliato e maltrattato dalla vittima quando questa era viva e fungeva da carnefice, non è riuscito a ingoiare il rospo e s'è lasciato trasportare dalla sete di vendetta.

A confondere un po' la ricerca della verità ci pensa una serie di telefonate anonime da parte di un tizio che dice apertamente come questo Chabut fosse un mascalzone fatto e finito, e la sua morte è stata un atto di giustizia.
Che sia l'assassino stesso a voler comunicare con Maigret, oppresso dal senso di colpa e inconsciamente desideroso di farsi scoprire ed arrestare?
Non c'è paura, il desiderio non può che realizzarsi; o dubitate delle capacità di Maigret di scovare l'assassino?

Questo breve romanzo della serie sul commissario Maigret è un giallo poliziesco/noir classico, in cui al centro v'è la ricerca dell'assassino e quindi la soluzione del caso, cui si arriva interrogatorio dopo interrogatorio, tra ragionamenti e ipotesi da parte del protagonista, cui non sfuggono particolari e dettagli, nonostante la febbre e il naso colante.
Maigret mi è simpatico perchè ha un modo tutto suo per sfilare la verità e le informazioni desiderate dalla bocca degli interrogati, che sottopone alle sue numerose e precise domande con naturalezza e senza far trapelare dubbi e sospetti, anzi, sembra quasi uno psicologo o un amico comprensivo che fa domande assolutamente innocue.

Sagace e ironico, intelligente e arguto, Maigret sa come conquistare la fiducia di tutti, perchè lascia parlare e sa aspettare il momento giusto per ottenere ciò che vuole; anche con l'assassino dimostra umanità e comprensione..., forse perchè consapevole di quanto fosse un farabutto la vittima; ma lui non è un sacerdote o una guida spirituale, e il suo compito è consegnare alla giustizia il colpevole.

A parte la moglie di Maigret, devo dire che in questo libro di Simenon, il genere femminile non fa una gran bella figura: la quasi totalità delle donne che compaiono, o vengono solo citate, subisce il carisma di Chabut, che seduce e abbandona, dopo aver spesso umiliato, le amanti occasionali che gli allietano i giorni e le notti; la maggior parte sono donne sposate che evidentemente non trovano appagamento all'interno del matrimonio e che, svogliate e annoiate, cercano l'avventura eccitante con l'imprenditore vinicolo, aitante e sicuro di sè.

Lettura piacevole, molto scorrevole grazie allo stile asciutto, snello, all'abbondanza di dialoghi e botta e risposta, alle descrizioni brevi ma efficaci; il punto di forza è il porotagonista.
Però, confesso che mi è mancata la suspense; sarà che ho acchiappato un episodio in cui Maigret è un po' sottotono per l'influenza invernale, ma non ho trovato che quest'indagine fosse attraversata dal brivido di curiosità verso la ricerca del colpevole; nessun colpo di scena, tutto procede e termina con troppa tranquillità.
Per carità, è un giallo/noir, non un thriller, quindi non mi aspettavo adrenalina a fiumi, però un pochettino di vivacità in più non mi sarebbe dispiaciuto...

Ma non mi arrendo!!
Sento parlar bene di Simenon, quindi mi procurerò qualcos'altro ^_^



Reading Challenge
obiettivo n. 31.
Un libro in cui il vino sia in qualche modo protagonista.

venerdì 13 luglio 2018

Recensione: L'UOMO DEL LABIRINTO di Donato Carrisi



Quant'è difficile iniziare a parlare di un libro che:

a. ti è strapiaciuto;
b. ti ha spiazzata, confusa, lasciata sgomenta, col fiato sospeso e con più di un brivido addosso;
c. ha incrementato il tuo aMMMMore verso il suo autore!!

Ecco, per me lo è, per quanto sia allo stesso tempo stimolante condividere letture che mi hanno entusiasmata.

Ma ok, sto blaterando e non serve!
Il libro in questione, che ho davvero divorato, letto con curiosità morbosa e crescente, tanto da non riuscire a staccarmene durante la lettura, è l'ultimo capolavoro (parere mio, certo) di Donato Carrisi (e qui scatta il tifo da stadio: Che ce frega di Stiven Ching, noi c'abbiamo a Dddonatooo!!!):


L'UOMO DEL LABIRINTO


Ed. Longanesi
400 pp
19.50 euro
DICEMBRE 2017
In una località non specificata e in un tempo che potremmo far rientrare nel classico "ai nostri giorni", è ambientata la storia narrata in questo romanzo che ruota attorno a un caso di scomparsa, alla sua povera vittima e al suo perverso carnefice.

Fa caldo, tanto, troppo caldo, e la sera, con le sue tenebre, è preferibile al giorno.
Ed è di notte che una telefonata anonima arriva ad allertare la polizia: Samantha Andretti, scomparsa quindici anni prima, all'età di 13 anni, è stata ritrovata per caso da un uomo che, spaventato tanto da fuggire ma non così stupido e crudele da infischiarsene, aveva lasciato nel bosco la giovane donna nuda, claudicante e disperata, non sapendo chi ella fosse.
Cosa aveva spaventato l'uomo al punto da non soccorrere personalmente la ragazza ma lasciandola lì sola e senza vestiti addosso, chiaramente terrorizzata?

Ogni domanda legittima e spontanea ha la sua risposta, e anche questa ce l'ha.
Intanto, ciò che conta davvero è che la povera Sam sia in salvo, al sicuro in una stanza del St. Catherine, nel reparto ustionati.
Rapita quando era poco meno di un'adolescente e tenuta prigioniera in una sorta di labirinto sotterraneo per quindici lunghi anni, Sam è visibilmente provata, traumatizzata e ferita; ricordare il passato è doloroso e la sua mente sta cercando di proteggerla dal buio in cui è vissuta per troppo tempo, rimuovendo il trauma.
Ma dimenticare è un lusso che la ragazza, ormai una donna di 28 anni, che fatica a riconoscere i tratti del proprio viso, non può concedersi e, anzi, ricordare è necessario, le dice l'uomo che ella vede accanto a sè quando si sveglia in ospedale, e proprio lui non la lascerà in pace finchè non le avrà chiesto tutto ciò che può servire per acchiappare il mostro.

Quest'uomo, dall'aria gentile e comprensiva, dice di essere il dottor Green, un profiler da molti giudicato "fuori dal comune". 
Com'è lui stesso a specificare, Green non va a caccia di mostri nel mondo esterno, perchè  non è un poliziotto: lui cerca i mostri direttamente nella mente delle vittime e promette ad una terrorizzata Sam:

"...lo prenderemo insieme, io e te. Lui non lo sa, ma c’è un posto da cui non può scappare. Ed è lì che avverrà la caccia: non là fuori, ma nella tua mente.»".

Già, perchè è proprio dentro i ricordi di Sam che si celano gli indizi in grado di condurre alla cattura del suo carceriere: l’Uomo del Labirinto. 

Grazie alle precise e insistenti domande del dottore, Sam viene guidata nuovamente in quel luogo maledetto che è stata la sua "casa" per tantissimi anni: il labirinto, questo posto grigio e asettico, fatto di corridoi buii e stanze disadorne, in cui la ragazzina ha dovuto imparare a sopravvivere, assecondando i giochini perversi del carnefice - che lei insiste nel negare di aver mai visto in volto - per poter ottenere dei "regalini", come il cibo, gli assorbenti o altre cose necessarie.

Dai ricordi frammentari e confusi di Sam, emerge una personalità a suo modo forte, tenace, con un notevole istinto di sopravvivenza; del resto, non sopravvivi a un carceriere malvagio se non hai un minimo di forza di volontà; ma è anche vero che, se riesci a fuggire, è perchè per qualche oscura ragione, lui ti ha permesso di scappare.
Come mai?

Parallelamente al dottor Green, c'è qualcun altro che ha ripreso a inseguire il mostro: l'investigatore privato Bruno Genko.

Ad essere precisi, Bruno aveva cominciato a indagare sul caso della Andretti immediatamente dopo la notizia della sua scomparsa, spillando, in modo cinico e meschino, parecchi soldi ai genitori della vittima, e per altro non ottenendo alcun risultato; infatti, nè lui nè la polizia riuscirono a risolvere il caso e, adesso che esso torna alla ribalta grazie alla fuga di Sam dalle mani del rapitore, non possono lasciarsi sfuggire l'ultima occasione per far chiarezza e, più di tutto, per fermare il folle rapitore prima che commetta altri reati.

Bruno si getta anima e corpo in quest'indagine, che arriva in un momento della sua vita davvero particolare, e per lui è una sorta di conto, di debito morale, da saldare; la sua esistenza, infatti, è appesa ad un filo e potrebbe tirare le cuoia da un momento all'altro; gli è stata diagnosticata una malattia incurabile e il suo cuore potrebbe cessare di battere, così... dall'oggi al domani, senza alcun preavviso. Oggi ci sei e domani... pouf!, non ci sei più.

L'uomo ha sempre avuto una vita sregolata, priva di radici e di affetti stabili, sempre a infilarsi nelle vite altrui dietro compenso, a suon di bugie, inganni, false identità...; sapere di non avere più molto tempo potrebbe spingerlo a darsi finalmente una calmata, come vorrebbe per lui la sua unica vera amica - la transessuale Linda, alla quale in passato ha salvato la vita, ricavandone una dolce e fedele riconoscenza -, ma così non è perchè il ritorno di Sam dal "labirinto" è, per lui, l'ultima occasione di riscatto per rimediare a errori e meschinità.

"Non esiste azione umana che non lasci tracce. Specie se si tratta di un atto criminale. La lezione rientrava a pieno titolo nell’addestramento di ogni investigatore privato. Anzi, si poteva dire che il mestiere si basava proprio su questo semplice assunto, che faceva il paio con un’altra regola aurea. Non esiste il crimine perfetto, esiste solo l’indagine imperfetta."

Nonostante sappia di attirarsi le ire della polizia - che segue piste "ufficiali" che però rischiano di andare per le lunghe - Bruno non si tira indietro e inizia a indagare per i fatti propri, scoprendo gradualmente tanti piccoli frammenti che, man mano, sembrano incastrarsi come tessere di un puzzle che acquisisce contorni apparentemente sempre più definiti, o comunque meno confusi.

Per capire chi sia l'Uomo del Labirinto (e sperare di stanarlo), Bruno capisce di dover scavare nel passato dello stesso e conoscere il "mostro" da bambino.

Ad aiutarlo interviene un personaggio che gli estimatori di Carrisi conoscono, perchè presente negli altri libri della serie de Il Suggeritore: l'agente Simon Berish, che lavora nel Limbo, vale a dire nella sezione Scomparsi del dipartimento di polizia.

E' proprio l'acuto e riservato agente speciale a rivelargli una cosa importante, in riferimento a questi "mostri", a questi uomini perversi, malvagi, capaci di compiere le azioni più deplorevoli a danno di bambini innocenti:

"Loro non sanno di essere mostri, pensano di essere persone normali. Se cerca un mostro, non lo troverà mai. Se invece pensa a lui come a un uomo comune, come me o come lei, allora ha qualche speranza."

Nessuno nasce cattivo o mostro; neanche l'Uomo del Labirinto è nato con questa etichetta appiccicata addosso, piuttosto lo è diventato.
Qualcosa, o meglio... qualcuno, l'ha "infettato" quando era solo un bambino, l'ha trascinato nel proprio buio, nel proprio inferno, contaminandolo per sempre?
Cosa si nasconde nell'infanzia, nel passato di questo rapitore e che potrebbe aiutare Genko (e la polizia) a capirne i meccanismi di pensiero, dove si nasconde, che vita fa..., chi è?

Se c'è un aspetto che emerge dai thriller psicologici di Carrisi è che il Male molto di frequente non ha connotati orripilanti (e riconoscibili), come ne hanno, ad es., le creature mostruose e malefiche delle favole, delle storie di paura che sentiamo da bambini; no, il Male è attorno a noi e ha le sembianze di persone fin troppo normali, banali, magari dai modi cortesi, che conducono vite ordinarie, forse la mattina dopo aver commesso nefandezze, tornano a casa dalla propria bella moglie e danno un bacio sulla fronte dei propri figli...

Genko segue le tante ed inquietanti tracce che lo conducono a dare un (possibile) nome all'Uomo del Labirinto e questo provoca qualche scia di sangue dietro di sè, ma forse questo è il prezzo inevitabile da pagare per giungere alla verità...?
Genko - e insieme a lui, il lettore - è consapevole di dover attraversare le tenebre del male insito nell'essere umano, e toccare con mano la verità secondo cui...

"...la natura umana era capace di genio e bellezza, ma anche di generare abissi oscuri e nauseabondi".

Le storie che si nascondono dietro a quella dolorosa e ingiusta di Samantha, sono altrettanto brutte e tristi (anche se non giustificano il carnefice, ovvio): storie di abusi, sevizie fisiche e psicologiche ad opera di uomini depravati verso anime innocenti che, in seguito a certe terribili esperienze, sono stati "infettati dal buio", lasciandosene travolgere fino a diventare un tutt'uno con esso.

Tra le tante domande che guidano il lettore nel corso della lettura forse le due principali sono queste: Samantha riuscirà a ricordare, della sua inumana esperienza nel Labirinto, tanto quanto basta per riconoscere e arrestare il suo rapitore?
Genko porterà a termine la propria "missione" di arrivare in fondo al buio più nero e scoprire il vero volto dell'Uomo del Labirinto?

L'Autore, come sempre fa nei suoi romanzi, ci dà delle risposte... per poi, con dei "giochini", lasciarci perplessi, smarriti... e con più di una domanda, arrivati all'ultima pagina.
Eh sì, perchè più sembra che i nodi si districhino e più ci rendiamo conto - anche grazie a qualche sottile indizio disseminato qua e là... - che ciò che sembrava chiaro e inequivocabile, in realtà non lo è affatto!
Lo so che probabilmente queste mie parole vi confondono, ma credetemi: Carrisi sa come sorprendere i suoi lettori e anche qui lo fa e benissimo, creando colpi di scena che ti portano a chiederti: Ma... quindi non è come ho creduto finora?

A rendere avvincenti le trame fitte di suspense e colpi di scena ideate da Carrisi sono diversi aspetti. 

Tanto per dirne uno, il modo, complesso e arzigogolato, in cui si sviluppano le vicende, e che è in grado di far sorgere milioni di dubbi e interrogativi nel lettore; immagino che questo modo di narrare possa non piacere a tutti, nel senso che tanti magari preferiscono storie che regalano finali limpidi ed evidenti, e non criptici e soggetti a più interpretazioni; beh, a me invece questa cosa piace, la trovo affascinante e mi fa apprezzare la genialità di questo scrittore, che sa far prendere vie tortuose ai suoi personaggi, e di conseguenza ai lettori. 

Ma non è soltanto questo; a coinvolgermi è tutta la gamma di sensazioni che la narrazione sa suscitare in me: ho letto ogni capitolo con l'ansia di leggere il successivo per la smania di sapere sempre di più sull'Uomo del Labirinto, sperando che la giustizia riuscisse ad acchiapparlo.
Ho seguito passo passo Genko e la sua personale indagine, scendendo insieme a lui in cantine poco illuminante, trovandomi faccia a faccia con personaggi sospetti, vedendo filmini orrendi e provando sdegno nell'avvicinarmi alla faccia più ignobile che può mostrare l'essere umano, e come questa spesso si vesta di finta e apparente innocenza.

Cosa c'è di sinistro in un coniglio con gli occhi a cuore?
Nulla, vero?
Beh, dopo questo romanzo ogni volta che vedrò un pupazzo a forma di coniglio, è probabile che un piccolo brivido mi attraverserà la schiena, tanto per rinfrescare le infantili paure per i pagliacci e i tombini instillatemi dal caro maestro King col suo Pennywise.

Questa lettura mi ha tenuta sulle spine, mi ha fatto trattenere il fiato, mi ha fatto scervellare alla ricerca di risposte e collegamenti, mi ha sorpresa quando credevo fosse ormai tutto chiaro, mi ha rattristata al pensiero di quanti soprusi si possano compiere verso dei bambini, mi ha indignata nei confronti di chi li compie e quasi quasi si sente pure libero da colpe..., in una parola: mi ha totalmente avvinta, trasportandomi e nel labirinto insieme a Sam e nei labirinti oscuri e non sempre spiegabili della mente umana.

Forse, se avete avuto la pazienza di arrivare a questo punto della recensione, avrete capito che ancora una volta Carrisi mi ha stupita, e io non posso non amarlo e non continuare a leggere i suoi thriller, sperando di continuare a farmi sorprendere dai suoi intrecci spiazzanti, adrenalinici, dove la verità e l'inganno non si distinguono con facilità, e dove il male, il buio... sono accanto a noi e non hanno la brutta faccia di Freddy Krueger, ma quella buffa e tenera di un coniglietto con gli occhi a forma di cuore.


giovedì 12 luglio 2018

Presto in libreria (thriller Piemme/Sperling&Kupfer)



Tre pubblicazioni di genere thriller che saranno in libreria da martedì 17.

Famiglie solo apparentemente perfette ma che in realtà nascondono segreti; richieste d'amicizia su Facebook che sarebbe meglio non accettare; un weekend in montagna che si trasforma in un sanguinoso incubo.


I RICORDI DI UN'ALTRA
di Louise Jensen


Sperling&upfer
348 pp
18.90 euro
USCITA
17 LUGLIO 2018
La figlia perfetta è morta.E la sua famiglia nasconde un segreto.

Si può morire a trent'anni? Per Jenna potrebbe essere così, se non riceverà presto un cuore nuovo. 
È bastata una banale influenza e, mentre il suo fidanzato si è ripreso senza strascichi, lei è deperita tanto da non riuscire a stare in piedi. 
E solo allora è arrivata la diagnosi: un'infezione del cuore. 
L'unica speranza per Jenna è un trapianto, ma i giorni passano e lei sente la vita sfuggirle. 
Sennonché, inaspettatamente, il cuore arriva davvero: la donatrice è Callie, giovane morta in un incidente, che letteralmente la fa rinascere a nuova vita.
Ben presto, quindi, la sua benefattrice diventa una vera ossessione per Jenna. 
Così, ignorando le regole, decide di trovare la famiglia di Callie, scoprendo di avere molte cose in comune con loro, forse più di quante sarebbe logico aspettarsi. 
E, col passare del tempo, Jenna comincia a nutrire dei dubbi su quella famiglia perfetta, sulla sincerità dei loro affetti e soprattutto sulla vera causa della scomparsa di Callie.
Perché i loro segreti sono davvero troppi: che fine ha fatto Sophie, la sorella di Callie, della quale nessuno vuole parlare? 
Che cosa nasconde Nathan, il fidanzato di Callie? Come è morta veramente la donna che le ha regalato una seconda vita? 
Quando scopre che non è stato un incidente a ucciderla, Jenna sente che il suo ultimo atto di gratitudine sarà svelare la verità. A tutti i costi.

L'autrice.
Louise Jensen, coach di mindfulness e autrice bestseller di USA Today e di Amazon UK, vive in Northamptonshire con il marito, i figli, un cocker spaniel matto e un gatto molto dispettoso. Il suo primo romanzo, La sorella, è stato finalista ai Goodreads Awards nel 2016 e ha venduto oltre 500.000 copie, rimanendo a lungo nella Top Ten di Amazon. I diritti di traduzione sono stati ceduti in tredici Paesi.



FRIEND REQUEST. Richiesta di amicizia
di Laura Marshall



Ed. Piemme
348 pp
18,90 euro
USCITA:
17 LUGLIO 2018
"Il mio nome è Louise Williams e oggi ho ricevuto un messaggio diverso dagli altri. «Maria Weston vuole stringere amicizia con te.»
Forse è stato proprio questo il problema, fin dall’inizio. Voleva diventare mia amica, e io l’ho delusa."



1989. Quando Louise nota per la prima volta Maria, trasferitasi misteriosamente da un’altra scuola, le sembra subito l’esatto opposto delle ragazze con le quali passa il tempo: autentica, divertente, irriverente. 
In soli pochi giorni, la curiosità di Maria si trasforma in una nuova amicizia.

2016. Louise riceve un’email sconvolgente: Maria Weston vuole essere tua amica su Facebook. 
Ricordi sepolti da anni tornano con violenza in superficie. I primi giorni della loro amicizia. 
Le scelte crudeli e i segreti che le hanno allontanate. La notte che cambiò le loro vite per sempre. 

Uscito nell’estate 2017 e tuttora, dopo un anno, in vetta alle classifiche inglesi, Friend Request arriva finalmente in Italia. 
Un romanzo dalla lettura compulsiva, che racconta qualcosa che potrebbe succedere a tutti noi: chi non ha paura di ricevere una richiesta di amicizia su Facebook dalla persona sbagliata?

L'Autrice.
LAURA MARSHALL, con il suo primo romanzo Friend Request, è diventata in breve tempo una delle più affermate autrici inglesi. Oltre al grande successo in UK, il romanzo è in corso di pubblicazione in altri diciotto Paesi, ed è stato finalista al Bath Novel Award e al Lucy Cavendish Fiction Prize, prestigiosi premi riservati agli esordienti. Laura Marshall è nata nella contea di Wiltshire, e attualmente vive in Sussex con la famiglia e il marito.


LA CASA
di Natasha Preston


Ed. Piemme
300 pp
17,50 euro
USCITA:
17 LUGLIO 2018
Mackenzie non è molto entusiasta del fine settimana in montagna con i suoi amici. La casa è bellissima, la compagnia però non la convince: dopo tutto quello che è successo con Josh, non ha voglia di rimanere chiusa con lui tra quattro mura, e la presenza di suo fratello, affascinante ma non particolarmente simpatico, non migliora la situazione.
Ma al risveglio dopo la prima notte tutti insieme, i peggiori film di Mackenzie sembrano soltanto fiabe per bambini: due suoi amici sono morti, uccisi in un lago di sangue in cucina, e diventa chiaro che tra di loro è nascosto un assassino.
Mentre la polizia porta avanti l'inchiesta, anche Mackenzie inizia a indagare il passato del suo gruppo di amici per scoprire cosa sia davvero successo.
L'assassino è ancora libero, ognuno di loro è un sospettato. E forse nessuno è veramente innocente.

L'autrice.
Natasha Preston vive in un paesino inglese con il marito Joe e il figlio Ashton. Ha iniziato a scrivere su Wattpad nel 2010. Nel 2012 ha autopubblicato Silence con grande successo e non ha più smesso di scrivere.

mercoledì 11 luglio 2018

Novità editoriali dal mondo dei gialli/noir




Novità editoriai dal mondo dei gialli/noir ^_^


MAI COME PRIMA 
di Giusi Balzano



goWare Ed.
228 pp
12.99 euro
Disordinata, caotica, dai ritmi dilatati è questa la vita di Margherita. Laureata in filosofia, disoccupata, viene assunta nell’agenzia di viaggi degli Aldrovandi, famiglia per la quale diventerà in breve tempo una figura indispensabile. 
Sofia e Roberto sono una coppia esemplare, la loro è una famiglia modello. 
Una mattina, entrando nella villa, Margherita scopre Roberto con la pistola in mano, lo sguardo assente, seduto sulla poltrona della camera: i bambini sono riversi sul letto, morti. Il corpo di Sofia, a terra, in un lago di sangue.
La ragazza torna faticosamente alla sua vita, ma dopo cinque anni, quando tutto sembra trovare un nuovo equilibrio, un detective privato, assunto dal signor Aldrovandi, indaga nuovamente sul caso, coinvolgendo Margherita quale unica testimone di quella strage. 
L’incubo non è finito e nuove pericolose verità stanno per essere svelate.

I personaggi del nuovo romanzo giallo di Giusi Balzano Mai come primanascondono tutti qualcosa. Tutti tradiscono qualcuno. Tutti sono alla ricerca della verità.


NEROGOLFO
di Mattia Bagnoli-Roberto Lamma



Fratelli Frilli Editore
320 pp
12.90 euro
Spezia, 1996. Amilcare Bava, potente imprenditore locale e boss assoluto nel campo dello smaltimento dei rifiuti, viene arrestato.
La discarica di Belvedere, piccola frazione che domina il porto cittadino, viene sequestrata. Con Bava finiscono in carcere alcune personalità-chiave della Pubblica Amministrazione spezzina – da anni saldamente controllata dal Partito Riformista di Sinistra. 
Le indagini rischiano di portare a galla decenni d’inconfessabili
accordi e malepratiche di governo del territorio. Cosa si nasconde realmente nella pancia della discarica di Belvedere? Chi trae vantaggio dal losco commercio dei rifiuti tossico-nocivi d’origine industriale? Lorenzo Arra, non più giovane avvocato di Spezia, decide di non restare con le mani in mano. 
Contemporaneamente, il colonnello dei Servizi Segreti Tazio Ambrosi rientra da una lunga missione in Somalia, che è fallita e a dominare sono i signori della guerra.
Tazio torna a Roma sconvolto. E contatta il suo vecchio amico Oscar De Vincentis, incaricato delle indagini sulla discarica di Belvedere. Non può accettare ciò che il suo capo, e per estensione, lo Stato, gli ordina: tacere e obbedire. 
Dieci anni dopo Mauro Pilger, reporter italo-britannico di una rivista di viaggi e turismo, viene invitato a Spezia per un tour organizzato dalla Provincia. Ben presto, però, capisce che qualcosa non quadra: dietro alle bellezze naturali del golfo si cela in realtà una guerra silenziosa tra due diverse concezioni di sviluppo economico. Mauro sceglie quindi di restare e indagare, e le sue ricerche lo porteranno a fare la conoscenza di Lorenzo Arra: i due uniscono le forze e, insieme, riescono a dare un senso al perché Bava e soci di fatto sono degli intoccabili.
Sullo sfondo, quello che assume i connotati di un vero e proprio intrigo internazionale: il porto di Spezia, oltre che uno dei terminali delle navi a perdere, le carrette affondate nel Mediterraneo pur di far sparire il loro carico di veleni a costo zero, si scopre essere il teatro di un inconfessabile patto tra Russia e Stati Uniti…


Dopo il successo del precedente "Nero dominante", anche in questo romanzo – frutto di inventiva letteraria ma supportato da ricerche storiche - Armando d'Amaro, si è divertito a ricostruire fedelmente grazie ad approfondite ricerche storiche i personaggi reali e di invenzione su uno sfondo dettagliatamente ricostruito per situazioni, ideologie e, soprattutto, umanità.


BOCCADORO E IL CAPPOTTO ROSSO
di Arando D'Amaro


Fratelli Frilli Editore
199 pp
11.90 euro
Genova, novembre 1939: un violento scirocco spinge i marosi a infrangersi con rabbia sulla foce del Bisagno, mentre minacciosi nuvoloni carichi di pioggia opprimono sia il sole, basso e morente, che l’umore di Francesco Boccadoro. 
I regi decreti ‘razziali’, che da più di un anno si stanno susseguendo, continuano a produrre i loro squallidi frutti, anche se in città alcuni volenterosi si attivano per limitarne le conseguenze. 
Mentre cerca di passare qualche momento sereno in famiglia, il commissario viene avvisato del ritrovamento di un cadavere rimasto appeso sotto il ponte di Sant’Agata, che scavalca il torrente - ruggente e gonfio di fango - poi costretto sotto la copertura da poco terminata. Ma le indagini per determinare chi abbia accoltellato la donna sono ostacolate dallo stesso Questore che, volendo tutelare il buon nome di un medico amico di tanti gerarchi, pretenderebbe che si punti il dito sul colpevole ideale, un giovane ‘sovversivo’.
Boccadoro riesce a superare l’ostacolo ricorrendo ad una vecchia conoscenza e prosegue caparbiamente nel suo lavoro, mentre il Bisagno esonda provocando notevoli danni specie al Borgo degli Incrociati, dove un testimone… 

martedì 10 luglio 2018

Recensione: LONTANA DA ME di Cristiana Serangeli



Può essere difficile tornare a sentirsi felici e godersi la vita, attimo per attimo, quando la persona che più ami al mondo si allontana da te; il rischio è che si porti via un pezzo troppo grande del tuo cuore e che tu finisca per allontanarti da te stessa. Ma non c'è salita senza discesa, e non c'è una notte, per quanto buia, cui non segua una nuova, luminosa alba.
Non ci resta che attenderla.


LONTANA DA ME
di Cristiana Serangeli


Kimerik Ed.
128 pp
Matilde è fidanzata con Filippo e il loro amore è tutto per lei, che sembra vivere di lui, dei suoi sorrisi, dei suoi abbracci, dei suoi sguardi.
Filippo è sinonimo di Amore - quello che speriamo sia eterno, forte, capace di travolgerti e farti sentire improvvisamente viva come mai ti eri sentita - e di Felicità e andare a convivere diventa una decisione naturale.
Matilde è una ragazza molto sensibile e riflessiva, attenta osservatrice di ciò le è attorno, sempre piena di domande su tutto, in particolare sulle persone che gravitano nel suo "mondo", fosse anche casualmente e per poco, su ciò che provano e pensano.

Anche se con Filippo è felice, non riesce a non avere timori; il timore che nasce proprio quando stai toccando la più grande delle felicità con un dito, anzi no, con tutta te stessa!, ed ecco che pensi che la "fregatura" è dietro l'angolo, pronta ad affacciarsi e a ricordarti che non ti conviene salire troppo in alto, perchè poi, quando cadrai, ti farai ancora più male.
O ancora, la paura che stare insieme a Filippo, condividendone la quotidianità, si trasformi in abitudine e che essi perdano la voglia di parlarsi, di comunicare, di condividere...; e invece la parola è un dono, dobbiamo usarla bene e non isolarci, divenendo estranei l'uno per l'altro, incapaci di dirci tanto le cose importanti quanto quelle più semplici.

"Parlare sempre e di tutto, anche del nulla, è un tendere la mano a chi abbiamo di fronte per tenerlo nel nostro mondo, anche quando il suo è distante anni luce dal nostro. Ho sempre pensato che i pensieri non debbano restare tali, devono essere espressi per essere compresi e, se anche non verranno accettati, saranno almeno stati condivisi. (...) Abbiamo la parola, ci è stata data per interagire e non essere banali automi persi nelle proprie ragioni.Usiamola.Chi ama sa chiedere scusa, sa chiedere aiuto. Chi si ama parla. Chi si ama non è chiamato a fare parte di una giuria nel ruolo del giudice sentenziatore. Il mio più grande incubo era trovarmi con Fil senza più voglia di parlare e senza vedere in lui la voglia di ascoltarmi".

La storia d'amore con Filippo riempie totalmente i giorni di Matilde, ma cosa accadrebbe se lui cominciasse ad allontanarsi da lei...?
E' bello parlare d'amore quando esso ci riempie il cuore di felicità; ma quando diventa fonte di rimpianti, dolore, perdita, sconcerto...?

Il racconto di Matilde, personale, intimo e intenso, è ricco di pensieri, aforismi, poesie, che descrivono in modo dettagliato e la quotidianità di un rapporto totalizzante e i sentimenti della protagonista: le sue paure, le speranze, il suo modo di vedere gli altri e il mondo attorno a lei; ogni cosa assume tonalità e un senso differenti, se a guidarla sono le vie dell'amore.
E quando quest'amore pare essere giunto al capolinea..., cosa resta tra le mani?
Il presente, splendido e ricco di nuovi e brillanti colori, di freschi profumi, di canzoni che segnano le tappe del tuo grande amore..., d'un tratto si tinge di un grigio triste, e tutto ciò che voleva dire "felicità" si ritrova chiuso in un cassetto che si chiama "passato" e che tu non riesci più ad aprire perchè l'unico ad averne le chiavi è lui.
E lui, da un giorno all'altro, "semplicemente" potrebbe non esserci più.

Davanti all'abbandono, come ci si sente? Non resta che il dolore, lo smarrimento, la confusione, i mille perchè senza risposta, le lacrime, il senso opprimente di solitudine.

E Matilde, come probabilmente ha fatto e fa ognuno di noi, si interroga, si guarda dentro e sa di dover trovare in se stessa la forza di non cedere al vuoto che d'improvviso sta riempiendo la sua vita, la sua casa, i suoi giorni.

"Forse niente sarà come prima, ma sarò sicuramente ricca. Il dolore, quando è capace di scavarti dentro, ti lascia in eredità la capacità di essere invincibile. Perché se sei sopravvissuta al tornado che ti ha raso al suolo la vita, allora resterai in piedi sempre, fno a quando tu e soltanto tu non deciderai di sederti. Hai la forza e la saggezza di chi è scesa in battaglia e ne è tornata vincitrice contando solo sulle proprie forze. Se sei restata in piedi nonostante tutto questo, adesso la strada non può essere che in discesa. Ricordati sempre: hai la forza di una guerriera dietro quell’animo insicuro di bambina."

Un romanzo introspettivo, in cui la protagonista e voce narrante si mette a nudo, apre il proprio cuore al lettore, che può lasciarsi cullare dalla profondità dei sentimenti espressi e ritrovare in essi qualcosa di se stesso, delle proprie emozioni, dei propri pensieri..., entrando così in empatia con Matilde, colei che dà voce a quel mondo interiore che non sempre tutti riusciamo ad esprimere con chiarezza o disinvoltura.

Mi è piaciuta molto la scrittura di Cristiana Serangeli perchè sa scavare nell'animo della sua Matilde, la cui storia è un po' come uno specchio che riflette qualcosa che probabilmente non è così lontano anche dall'esperienza di chi legge; tanti passaggi di questo libro mi hanno colpita nel profondo perchè mi ci sono rirovata ed è stato come se ci fosse un po' di me in Matilde.

E' un libro da leggere con calma, forse anche nel silenzio (non è proprio da ombrellone, ecco) perchè "parla" di sentimenti, di quella ricchezza interiore che è racchiusa dentro di noi, che ci rende unici e di cui dovremmo avere cura, perchè è la parte di noi più vera, quella che troppo spesso abbiamo timore, vergogna, pudore... di mostrare agli altri.

Consigliato, in particolare a quanti amano quei libri in cui a predominare non è tanto l'agire o il racconti dei "fatti" in sè , nè la presenza di dialoghi e di tanti personaggi che creano dinamiche intricate, quanto l'aspetto emotivo e intimo, il guardarsi dentro, raccontandosi senza veli, mostrando quelle debolezze dietro le quali, insospettabilmente, possono nascondersi dei punti di forza. È da lì che si rinasce.

Segnalazioni (thriler, psicologico, saggio, romance)



Cari lettori, oggi vi presento alcune recenti pubblicazioni di diverse realtà editoriali; vi accorgerete leggendo le sinossi, si tratta di generi differenti, che spero possano incuriosirvi.


Ordo Mortis
di Salvatore Conaci



Casa Editrice: WritersEditor
Pagine: 160
Salvatore Conaci presenta un thriller a tinte esoteriche, ambientato in un paesino dell’entroterra calabrese in cui niente è come sembra. 
Gli abitanti del luogo sono infatti legati da un patto di segretezza sulla natura del vero organo di potere, diverso da quello istituzionale, che tiene in mano le sorti della popolazione. 
Un giovane insegnante appena arrivato in paese, Alessio Conci, scoprirà che la tranquillità apparente del luogo nasconde un oscuro passato di sangue, e che ciò che all’inizio gli sembrava una fantasiosa leggenda si rivelerà essere una reale e intricata ragnatela di segreti e delitti inconfessabili. 

«[…] Guardò fuori dal finestrino. Tutti gli elementi di quel paesaggio rurale arrivavano e sparivano in un lampo. Gli alberi, i colori caldi sfumati e confusi, i casolari, sembravano violentare quel dannato vetro: arrivavano, imponevano la loro immagine su di esso, violando la sua trasparente natura e scappavano via, come per non essere riconosciuti, per non essere raggiunti da chi avrebbe potuto chiedere giustizia».

Ordo Mortis è un romanzo ricco di mistero e di suspense, di suoni inquietanti e personaggi ambigui, che tratta della piaga delle sette occulte e della loro sete di potere e di dominio sugli esseri umani. Una storia avvincente e cupa, a tratti violenta, arricchita da interessanti digressioni storiche e letterarie.



Vite fragili 
di Elisabetta Sabato



Casa Editrice: Edizioni del Poggio
Pagine: 144
Vite fragili è un romanzo in cui è racchiusa l’esistenza di tanti personaggi, i cui destini si intrecciano e si perdono tra felicità inaspettate e dolori insopportabili. 
Una storia che riesce a essere delicata ma anche cruda, e che racconta senza fare sconti a nessuno i lati oscuri degli esseri umani, le loro fragilità, il loro arrancare in un mondo che spesso non viene sentito come casa. 
Partendo dalla storia di Alice, il romanzo procede narrando le vicende dei personaggi a lei vicini, per poi esplorare le vite di persone molto distanti da lei, in una sorta di enciclopedia delle emozioni umane in cui si può ritrovare una parte della propria natura e dei propri sentimenti. 

«[…] Sognava una vita ben lontana da ciò che quotidianamente viveva. Sperava un giorno di non doversi più nascondere dietro le sue maschere, di vivere in un posto caldo dopo l’alba e freddo di notte, con pochi vestiti, le mani rovinate dal duro lavoro nei campi, terminato poco prima del tramonto, e la serenità da dedicare alla lettura di libri intriganti, sotto il portico».

Un romanzo che si insinua sotto la pelle del lettore, che sa parlare al suo cuore di realtà crude, mettendo sempre al centro del discorso l’umanità nelle sue infinite, meravigliose e controverse sfumature.


Evan 
di Malia Delrai



Casa Editrice: Delrai Edizioni
Pagine: 450
Prezzo: 19,90 euro
Malia Delrai ci porta a vivere un amore senza precedenti, fatto di passioni e cadaveri lasciati a marcire. 
La profonda, bruciante passione di una ragazza, assassina semiprofessionista, per il serial killer più temuto di tutta la mafia russa, il suo idolo, il suo sogno proibito, la sua più grande ossessione. 
Una storia di amore e morte che dimostra una verità inoppugnabile: non è importante cosa una persona abbia fatto o cosa farà nel corso della sua vita, l’importante è trovare l’altra metà di sé stessa.

«[…] Forse lui l’avrebbe usata e buttata via, perché era questo che Ania era, una bambola rotta, un oggetto di piacere letale. Era nata per esserlo e soffrire ora non sarebbe valso a cambiare qualcosa, però gli avrebbe lasciato il segno delle unghie addosso, avrebbe solcato la sua pelle allo stesso modo dei tatuaggi che gli disegnavano il corpo. Se lui era assoluto, lei sarebbe stata l’estasi. Ivan Volkov era suo».



Il Partito Democratico. Origine, organizzazione e identità 
di Simone Tedeschi

Genere: Saggio politico
Casa Editrice: Edizioni Epoké
Pagine: 180

Simone Tedeschi presenta un saggio politico di ampio respiro, che riesce a soddisfare pienamente sia chi vuole approfondire una materia che già padroneggia, sia chi si approccia per la prima volta a un testo di politologia. 
Il Partito Democratico. Origine, organizzazione e identità ha uno stile chiaro e informativo, e fornisce al lettore meno esperto gli strumenti adatti alla comprensione dell’opera. Partendo dalla “preistoria” del Partito Democratico, e analizzando i fattori che hanno portato alle modifiche del suo sistema di pensiero e della sua struttura interna, il saggio prende in esame ogni tappa, contraddizione e svolta di un’organizzazione che ha visto tanti attori forti e in contrasto tra loro, e momenti di consenso generale e di disfatta. 
Un racconto che oltre ad essere accurato in ogni dettaglio riesce anche a interessare e coinvolgere con i suoi tanti spunti di riflessione.

«[…] Nei suoi 11 anni di vita il PD ha influenzato in maniera determinante la scena politica italiana: ha dimostrato grandi capacità di mobilitazione e di consenso; è stato protagonista di ben cinque esecutivi (trovandosi al governo per quasi 8 anni); con la sua stessa nascita ha contribuito all’evoluzione del sistema politico nazionale, incrociando i destini degli altri principali partiti. Non sorprende dunque se fin dalla nascita l’interesse intorno al PD sia stato sempre molto alto, tanto in ambito accademico quanto nella pubblicistica più generalista. L’obiettivo di questo volume è quello di mettere a sintesi quest’ampia letteratura, tentando un’analisi complessiva del percorso che dall’Ulivo ha portato al PD e alla sua evoluzione. Il punto di partenza attorno a cui si sviluppa il libro può essere riassunto in tre domande. La ricerca che ho condotto si sviluppa innanzitutto attorno ai “perché” del PD. Il primo grande quesito che ha investito il nuovo soggetto fin dal processo fondativo riguarda in effetti le sue ragioni profonde e può essere formulato così: quali sono le ragioni strutturali che hanno condotto alla nascita del PD? La seconda domanda verte invece “sull’organizzazione” ed è forse la più classica nella letteratura sui partiti. Afferisce in senso stretto agli aspetti organizzativi e può essere formulata così: quali caratteristiche ha seguito il percorso di strutturazione organizzativa e che modello ha effettivamente realizzato? La terza domanda si riferisce infine agli esiti del processo sotto il profilo “politico-culturale”. La domanda in questo caso è la seguente: qual è l’identità PD?».

lunedì 9 luglio 2018

Recensione: URLA NEL SILENZIO di Angela Marsons



Una detective tanto scontrosa quanto brava e professionale è impegnata in un caso difficile, per risolvere il quale non deve soltanto capire cosa è accaduto molti anni prima in un orfanotrofio ormai abbandonato, ma anche fare i conti col proprio passato e i propri personali demoni.


URLA NEL SILENZIO
di Angela Marsons

Ed. Newton Compton
trad. A. Ricci
372 pp
La prima scena davanti alla quale il lettore si trova non è delle più rassicuranti: cinque persone sono davanti ad una fossa, che viene riempita col cadavere di una persona. La morte di questa vittima innocente (una bambina!) è, per loro, un sacrificio necessario affinchè i segreti che li uniscono restino sepolti per sempre e non escano mai fuori, pena uno stravolgimento dell'esistenza di ciascuno dei cinque.

Ma essi non hanno considerato la vendetta che, al pari di un boomerang, torna indietro per chiedere (e chiudere) il conto, prima o poi.

Sono passati più di dieci anni e una di quelle cinque persone, legate tra loro da quest'atroce segreto, viene uccisa in casa sua, mentre sta facendo il bagno: si tratta di Teresa Wyatt e, prima di chiudere gli occhi per sempre, comprende che a farla fuori è proprio qualcuno che sa di quella morte innocente, ma mai avrebbe pensato che ad ucciderla e a farla tacere per sempre sarebbe stata proprio "quella persona".

Il mattino dopo giunge sul luogo dell'omicidio il detective Kim Stone, con il suo fedele agente Bryant; le indagini partono immediatamente ma le prime informazioni raccolte sulla vittima e sul suo stile di vita sono poche e nessuna è rilevante per chiarire chi potesse odiarla al punto tale da assassinarla.

L'unica cosa da cui partire è la sospetta insistenza con cui Teresa stava cercando di essere coinvolta in un progetto archeologico - organizzato da un certo prof. Milton - vòlto a cercare monete antiche nella zona di Rowley Regis, nel Black Country. Questo permette a Kim e alla sua eccellente squadra di fare dei collegamenti importanti: l'irreprensibile Teresa Wyatt (che fino a prima di morire era stata preside di una scuola), in passato aveva diretto un istituto per ragazze orfane e/o disagiate, Crestwood, che nel 2004 era stato definitivamente chiuso in seguito ad un misterioso incendio che, pare, non fece vittime.

Quello che Kim non sa, ma lo scoprirà a breve, è che ben presto cominceranno a morire (o comunque saranno prese di mira) tutti gli ultimi dipendenti del Crestwood; infatti, alla morte di Teresa, segue quella dell'ex chef dell'orfanotrofio, un certo Tom Curtis; a questa seconda vittima ne seguiranno altre, e tutte legate da quel segreto siglato sull'orlo della fossa (ma questo Kim non può ancora saperlo) e dal loro aver tutti lavorato nel medesimo istituto.

Cosa accadeva tra le squallide e fredde mura di Crestwood? Quelle povere ragazze ospiti dell'istituto, senza famiglia, cresciute senza amore, erano trattate con rispetto dal personale o piuttosto sono state vittime di abusi e azioni terribili?

Scavando nel terreno in cui si erge l'edificio mezzo incendiato, Kim - grazie al lavoro di esperti archeologi - farà una orripilante scoperta: un primo cadavere emergerà da quella nuda terra, e non sarà l'unico.

A chi appartengono quelle ossa? Chi le ha seppellite crudelmente sottoterra e, soprattutto, perchè e ad opera di chi si sono verificati quegli omicidi? 
Scavando emergono man mano atroci verità, verità però parziali, che lasciano immaginare i soprusi e le nefandezze cha alcune delle giovanissimi ospiti di Crestwood - cui appartengono quei cadaveri sepolti - hanno dovuto subire, come se la vita con loro non fosse stata già sufficientemente crudele, visto che si tratta di adolescenti rifiutate dalla famiglia stessa, con genitori più problematici di loro che le hanno abbandonate; scarti della società che in teoria qualcuno avrebbe dovuto desiderare aiutare, educare, recuperare... per dar loro l'opportunità di scegliere cosa fare e chi essere, dicendo NO ad un futuro costellato da meschinità e stenti.

Ma evidentemente in quel dannato orfanotrofio, non tutto il personale - a cominciare dalla rigida e anaffettiva direttrice, passando per i colleghi fino ad arrivare a custodi e chef - era amorevole e coscienzioso, e tutto hanno fatto fuorchè proteggere le sfortunate ospiti, bisognose di cura, amore e protezione.

Questa triste e vergognosa storia è come un'enorme pugnalata per Kim Stone...

Fredda, arrogante, scontrosa, poco incline allo scherzo e, quando è lei a lasciarsi andare alla battute, esse sono quasi sempre al veleno e molto caustiche; dedita esclusivamente al lavoro, con l'unico hobby di riparare moto, Kim non ha vita sociale; è rispettata sul posto di lavoro, ma "con riserva", nel senso che è vista da tutti come una testa calda, cocciuta e presuntuosa.

Eppure, chi ci lavora gomito a gomito ne accetta il caratteraccio, come il suo piccolo team di collaboratori, che le resta fedele nonostante le soventi bastonate da parte del "capo", che esige massima serietà e massimo impegno e da se stesso e dai suoi "uomini"; anche il capo della stessa Kim, benchè la bacchetti e le raccomandi di darsi una calmata e non fare di testa sua, sa di non poter fare a meno di lei perchè, come le dice il caro Bryant - un collaboratore prezioso per Kim, perchè il ragazzo è comprensivo, saggio, equilibrato e riesce ad essere diplomatico lì dove Kim è veemente e impetuosa; non per nulla lui è l'unica persona più vicino ad un amico che lei abbia -:

"... tu porti sempre a casa un risultato e (...) non ti dai pace finché non risolvi un caso, specialmente uno come questo".

Ed un caso come questo, dicevo, è durissimo da affrontare per la nostra tostissima detective, perchè il destino di quelle povere ragazzine lei lo conosce, avendolo vissuto sulla propria pelle...; è una gran fortuna che sia diventata un poliziotto, ma chi può dirle cosa le sarebbe successo se avesse incontrato solo persone negative sul proprio cammino?

Anche Kim, infatti, ha un passato disgraziato, brutto e da dimenticare; un passato fatto di solitudine, amarezza, sofferenze, perdite, umiliazioni; un passato in cui Kim, da piccola, ha dovuto subire la perdita drammatica dell'unico famigliare amato, e questa è una ferita aperta che mai si rimarginerà completamente, e alla quale lei cerca di non pensare per non farsi abbattere dal dolore, dai ricordi.

"Era abituata a vivere così. Le cose brutte andavano chiuse dentro una scatola e messe via. Il trucco stava nel non aprire mai quella scatola, e non capiva perchè la gente lo facesse in continuazione. Secondo il proverbio, il tempo guariva sempre ogni cosa. Bene, lei era diventata esperta nell'arte di manipolare il tempo a suo piacimento."

Ma l'empatia e le questioni personali non impediscono a Kim di fare il proprio lavoro ottimamente e il lettore segue le indagini passo dopo passo insieme a lei, apprendendo di volta in volta nuovi indizi e colpi di scena che gettano gradualmente un po' più di luce sui due filoni d'indagine: chi è il killer che s'è messo in testa di eliminare, quasi in stile "Dieci piccoli indiani", tutto il gruppo di dipendenti di Crestwood? 
E chi ha ucciso con ferocia indicibile le ragazze i cui poveri corpi si nascondo nel terreno adiacente l'infernale istituto? Quali storie di vita sono in grado di raccontare quelle povere ossa?

Nel corso delle ricerche, il detective Stone conoscerà sì persone viscide, ciniche e sospette, ma anche altre buone e provate dalla vita: William Payne, ad es., ex-custode di Crestwood, che amorevolmente si prende cura della propria figlia 15enne Lucy, affetta dalla nascita da distrofia muscolare; le sorelle gemelle Nicole e Beth, caratterialmente opposte tra loro e anch'esse con un passato infelice tra le mura dell'orfanotrofio.

E' un'indagine contorta, fitta di segreti, vite spezzate, azioni malvagie da parte di adulti che avrebbero dovuto avere ben altri comportamenti con delle ragazzine sbandate loro affidate, e spesso a Kim verrà la nausea perchè più si scava (letteralmente e non solo) nella verità, più emergono brutte storie...

Come dicevo, i colpi di scena non mancano nel corso dello svolgersi dei fatti, e verso la fine ce n'è uno che personalmente mi ha sorpresa più di tutti; con la protagonista, Kim, ho stentato a provare feeling, perchè ok l'infanzia difficile però il suo carattere è esagerato; ne apprezzo l'intelligenza e la professionalità, l'acume e il necessario distacco che sa porre tra sè e i casi cui lavora, ma in tanti atteggiamenti l'ho trovata urticante: deve imparare a sorridere più spesso, a non alzare gli occhi al cielo con aria scocciata ogni tre secondi, a non rispondere con maleducazione e saccenza pure a coloro che vogliono aiutarla, insomma ha tantissimi difetti che non me l'hanno fatta amare alla follia, ma alla fine non ho potuto fare a meno di comprenderle: il dolore e il senso di colpa che si porta dentro sono così grandi che la donna ha dovuto costruirsi una corazza dura per difendersi dai morsi di una vita ingenerosa che non le ha regalato nulla.

Un thriller mozzafiato, coinvolgente a ogni capitolo, le vicende si susseguono con un ritmo sostenuto, io mi sono fatta trascinare dalle indagini serrate e ho letto il libro con avidità perchè non riuscivo a staccarmene.
Ho provveduto proprio l'altro ieri a compare il secondo romanzo della serie su Kim Stone, "Il gioco del male".

domenica 8 luglio 2018

Curiosando su "99 giorni" (Burying water) di K.A. Tucker




Non sempre ci sono particolari o sensazionali motivi ispiratori perchè uno scrittore inizi a buttar giù quello che poi sarà un romanzo vero e proprio. E poi, ogni autore ha i propri personalissimi modi che lo conducono a creare una trama, dei personaggi, delle ambientazioni ecc...

Burying water ("99 giorni") di K.A. Tucker narra una storia d'amore dolce, passionale ma anche tormentata dal passato di lei, Acqua, un passato di violenza e umiliazioni di cui lei però non ha memoria, essendosi svegliata in ospedale dopo aver rischiato la vita perchè qualcuno l'ha pestata a sangue; a dire il vero, la ragazza non ricorda nulla di sè, neppure il proprio nome. Forse questa è l'occasione giusta per ricostruirsi da zero un'altra vita? Il ragazzo di cui si sta innamorando, Jesse, ha tutto l'interesse affinchè lei non ricordi nulla...

Ebbene, l'Autrice ha dichiarato che quando ha iniziato a scrivere la storia, non aveva programmato nulla in anticipo; ad es. in merito al doppio punto di vista (Acqua e Jesse), sapeva solo che a Jesse sarebbe stato affidata la narrazione del passato e ad Acqua quella del presente.
Però sapeva esattamente come sarebbe iniziata la storia e sapeva che il lettore avrebbe visto il passato di Acqua sbrogliarsi lentamente prima che lei capisse completamente cosa le fosse successo. 
Ogni piccolo interrogativo l'ha risolto giorno per giorno, una scena alla volta.

Al centro dei suo interesse, sin da subito, c'era il tema della verità. 
Ma più approfondiva la storia, più si rendeva conto che, per Acqua, quello delle seconde possibilità era ciò che le avrebbe dato la forza per continuare ad andare avanti, sia nel passato che nel presente. 
La Tucker voleva evitare che l'attenzione della sua giovane protagonista si fossilizzasse unicamente su quello che le era successo. 
L'importante, dice la scrittrice, è che quando si decide una tematica da portare avanti (come può essere quella della ricerca della verità o del rinascere dopo un trauma), la si inserisca in modo verosimile e non troppo fantasioso nella trama, così da evitare di fare moralismi e "prediche" ma piuttosto dando al lettore la possibilità di comprendere i personaggi ed empatizzare con essi.



Fonte consultata:

https://happyeverafter.usatoday.com














sabato 7 luglio 2018

Dal libro al film: I "Moschettieri del Re" e "La paranza dei bambini"



Poco dopo Natale, al cinema ci aspetta una divertente versione all’italiana dei celebri tre Moschettieri: i Moschettieri del Re è infatti ispirato al classico d’avventura di Dumas (recensione) e vede alla regia Giovanni Veronesi, nel cast Pierfrancesco Favino, Valerio Mastandrea, Rocco Papaleo, Sergio Rubini. Uscita al cinema il 27 dicembre 2018.

I quattro inseparabili amici, D'Artagnan (Favino), Aramis (Sergio Rubini), Athos (R. Papaleo) e Porthos (Valerio Mastandrea) hanno ormai abbandonato le spade per darsi chi ad allevare bestiame, chi si è dato alla lussuria, un altro s’è fatto frate e l’ultimo è un locandiere ubriacone. Un po' attempati, cinici e disillusi, ma sempre abilissimi con spade e moschetti, vengono richiamati all'avventura dopo oltre vent'anni dalla Regina Anna (Margherita Buy) per salvare il giovane sovrano Luigi XVI e la Francia dalle trame ordite a corte dal perfido Cardinale Mazzarino (Alessandro Haber) con la sua cospiratrice Milady (Giulia Bevilacqua).


La paranza dei bambini , tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano, sarà diretto da Claudio Giovannesi e arriverà nelle sale nel 2019; nel libro - ispirato a fatti veri - si narra del terribile destino comune a tanti quindicenni in diversi angoli di mondo – tra cui Napoli e il Sud Italia –, dove la vera risorsa è non temere la morte e avere a disposizione molti anni per farsi la galera.


Film tratti dai libri in uscita nel 2018
.

venerdì 6 luglio 2018

Recensione: RITROVARSI di Raffaele Messina



Tra Capri e Napoli cresce e matura il giovane Francesco, il caparbio protagonista di questo romanzo storico, che vive la propria adolescenza durante i dolorosi anni della Seconda guerra mondiale, in un periodo tra i più difficili della Storia contemporanea, anni in cui all’uomo è tolta la libertà di essere se stesso e di manifestare liberamente il proprio credo e i propri valori.



RITROVARSI
di Raffaele Messina


Guida Ed.
Le vicende narrate in Ritrovarsi sono ambientate tra il 1938 e il 1946, inizialmente sull’isola di Capri e successivamente a Napoli.

Il protagonista è Francesco Nastasi, un ragazzino (la sua famiglia ha origini siciliane) che trascorre gli anni dell'infanzia nella bellissima Capri, giocando con i suoi amici più stretti e imponendosi, per il suo carattere risoluto e la sua determinazione, quale loro leader.

Sin dalle prime pagine comprendiamo come Francesco sia un ragazzino dallo spirito irrequieto e dalla personalità volitiva; quando il suo cuore inizia a battere per una ragazzina sua coetanea, Patrizia Levi, egli farà di tutto per conquistarla, riuscendoci.

Tra i due spunta un sentimento che, seppur acerbo, sarà un faro sempre acceso nella mente e nel cuore di Francesco, negli anni futuri.

La sua infanzia libera e felice, però, subisce un duro contraccolpo a causa dell'entrata in guerra dell'Italia, per volere di Mussolini, al fianco della Germania di Hitler.

La prima brutta notizia, che getta il giovane ed irruente Francesco nello sconforto e nella più totale perplessità, è la scomparsa di Patrizia e della sua famiglia; da un giorno all'altro, infatti, dei tre membri della famiglia Levi si perdono le tracce, come se fossero spariti nel nulla.
Si vocifera si siano trasferiti in Svizzera; ma perchè lei non gli ha detto nulla e se n'è andata senza neppure un saluto? Più tardi, il ragazzo scopre che sono andati via in segreto, per sfuggire alla deportazione, essendo essi di origine ebraica.

Perdere il grande amore è difficile da mandar giù e, come se non bastasse, il coinvolgimento dell'Italia in guerra - annunciato nel celebre discorso in piazza Venezia a Roma da parte del Duce (10 giugno 1940) - stravolge tutta la vita del nostro giovane innamorato, perchè con la sua famiglia si trova costretto a trasferirsi da Capri a Napoli, in seguito al trasferimento del padre, Salvatore, che è un maresciallo dei Reali Carabinieri.

Il rapporto tra queste due diverse generazioni, tra il padre Salvatore - uomo tutto d'un pezzo, severo, autoritario, un militare fin dentro le ossa, che fa sentire il proprio polso fermo in casa come in servizio e la cui "divisa" è tutto per lui, e mai si sognerebbe di tradirla, perchè sarebbe come tradire se stesso e i propri ideali di carabiniere - e il figlio, giovane e ribelle, che disprezza invece il lavoro del padre, ritenendolo un servo passivo di un governo fascista che sta prendendo decisioni ingiuste - quali, ad es., il trattamento nei confronti di chi non è considerato di "razza ariana"-, un militare che non sa difendere i deboli, che non sa opporsi a ciò che è sbagliato ma le accetta "perchè deve", non può che tramutarsi in uno scontro inevitabile, che vede i due fermi su due opposte posizioni, il che rende il clima in casa e tra loro molto teso, fatto di rimproveri e qualche sonoro ceffone da parte del padre - che pretende ubbidienza senza fiatare - e di accuse, intervallate da silenzi ostinati e infantili, da parte del figlio.
Fortunatamente per entrambi, a far da paciere c'è la saggia e comprensiva donna di casa, che cerca di placare le ire del marito e di far ragionare il suo unico figlio.

Questa conflittualità intergenerazionale sarà presente lungo tutto il romanzo e sarà bello vedere come la guerra riuscirà a far emergere importanti verità e consapevolezze che finiranno per avvicinare padre e figlio, i quali arriveranno a conoscersi davvero e ad aggiungere al gran bene che provano l'uno per l'altro, una profonda stima reciproca.
Quando l'Italia entra in guerra, tantissimi uomini si sentono esaltati dai discorsi patriottici e nazionalistici di Mussolini, condividendoli e augurandosi che i propositi bellici portino gloria e lustro al Paese; al giovane Francesco, invece, della guerra non importa un fico secco: la sua mente va sempre alla sua Patrizia che si trova in Svizzera, e che lui continua ad amare dentro di sè. desiderando raggiungerla e dichiararle tutto il suo amore.

Ma purtroppo tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare e Francesco deve per ora accontentarsi di coltivare i propri sentimenti nel segreto del cuore, sperando che il destino permetta a lui e alla sua dolce amata ("chissà se anche lei pensa a me...", si chiede malinconico l'innamorato) di ritrovarsi.

E così, ci ritroviamo a seguire la crescita e la maturazione di Francesco, le sue pene d'amore, il difficile inserimento in una nuova scuola e il rapporto con nuovi compagni, i pregiudizi di questi su di lui in quanto siciliano; le brutte esperienze fatte attraversando certe zone di Napoli, e quelle - all'insegna del piacere - con le donne, che lo renderanno "uomo".
Le vicende personali di questo adolescente caparbio eppure sensibile e mosso da buoni sentimenti e ideali, si intrecciano con le dinamiche della Seconda Guerra mondiale e con le brutture che essa si porta dietro, dai bombardamenti in città alla penuria di viveri, dal clima di sfacelo su tutti i fronti al timore delle ritorsioni dei nazisti dopo l'Armistizio del 25 luglio 1943 e infine alle iniziative di rivolta da parte del popolo verso "il nemico", compresa la rivolta popolare delle “Quattro Giornate” di Napoli.

"Ritrovarsi" è un romanzo sì storico ma anche di formazione, perchè al centro vi è l'evoluzione umana e morale di un ragazzino che la guerra costringerà a crescere in fretta; il passaggio dall'infanzia all'adolescenza è, infatti, per Francesco tutt'altro che dolce, anzi, esso è netto, rapido, se vogliamo "traumatico", perchè è il contesto storico-ambientale, ad esserlo; sono anni di caos, di frenesia, di esaltazione, in cui si respira aria di guerra, e la mancanza di pace e di serenità si riversa sulle singole vite delle persone, e quindi anche in quella di Francesco.

Da ragazzino allegro che scorrazza tra le stradine di Capri e fa tuffi in mare per divertirsi con gli amici, a adolescente triste, nervoso, solo, che guarda con nostalgia e rimpianto "a ciò che è stato" e con timore e infelicità al presente.
Ma Francesco non è il tipo che si arrende, che si fa travolgere dagli eventi senza reagire; intraprendente e acuto, sa come farsi degli amici e il suo essere impavido (forse anche un po' incosciente) e sveglio emerge soprattutto in pieno conflitto mondiale, quando - ormai più grandicello - decide di dare il suo modesto ma non irrilevante contributo alla causa della libertà.

Come dicevo, l'autore si sofferma non poco sulla relazione padre-figlio e su come essa cambi, cresca, divenendo giorno per giorno qualcosa di positivo, in grado di arricchire tanto il severo ma onesto carabiniere quanto il suo impetuoso figliolo, alla legittima ricerca del proprio posto nel mondo e convinto della necessità di essere coerente con i propri princìpi e ideali. 
La durezza con cui Francesco giudica le scelte paterne, senza in realtà capirle appieno e davvero, mi ha fatto tenerezza, anche perchè è facile rivedere in questo impeto di ribellione adolescenziale qualcosa di non lontano all'esperienza di tutti noi, che abbiamo avuto l'età del protagonista: con quanta facilità si giudica e si condanna un genitore, arrivando a sentirsi più saggi e coerenti di lui..., quando invece sarebbe più giusto provare a capirne le motivazioni e i pensieri più intimi?

Positiva è la figura materna, dolce, coraggiosa, fedele al marito "nella buona e nella cattiva sorte".

La narrazione scorre fluida, coinvolgente, grazie al giusto equilibrio tra i dialoghi, la parte narrativa e le sequenze riflessive, e al linguaggio immediato, che in certi momenti - e per descrivere specifiche scene - non manca di essere molto crudo, realistico, come del resto crude e realistiche sono le esperienze che fa il giovane protagonista e che lo fanno crescere.

Ma la realtà terribile, devastante e crudele della guerra non può soffocare il bello che c'è nell'Uomo: la voglia di libertà e il combattere (il morire!) per essa, il sacrificio, il saper resistere e stringere i denti aspettando che passi il "brutto momento", l'amore tra i membri di una famiglia, l'altruismo verso chi è vittima di ingiustizia, l'amore fresco e puro tra due ragazzi che neanche un sanguinoso e lungo conflitto bellico riesce a spegnere.
Ma fra tutti, è la speranza ad essere il sentimento più tenace: la speranza di poter riprendersi la propria vita, i propri sogni, il proprio amore, quando l'incubo sarà finalmente terminato.

Nonostante la guerra sia un evento inevitabilmente drammatico, il libro si legge con molta scorrevolezza e senza alcuna ombra di pesantezza, in virtù di una scrittura vivace e pulita che permette al lettore di sentirsi coinvolto in prima linea nelle vicende narrate attraverso l'immedesimazione con Francesco, caratteristiche, queste, che mi portano ad affermare che questo romanzo può piacere non solo a quanti amano le storie ambientate nel periodo bellico, ma anche a chi di solito non le preferisce.


Reading Challenge
obiettivo n. 22.
Un libro ricevuto in regalo.
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