venerdì 6 luglio 2018

Recensione: RITROVARSI di Raffaele Messina



Tra Capri e Napoli cresce e matura il giovane Francesco, il caparbio protagonista di questo romanzo storico, che vive la propria adolescenza durante i dolorosi anni della Seconda guerra mondiale, in un periodo tra i più difficili della Storia contemporanea, anni in cui all’uomo è tolta la libertà di essere se stesso e di manifestare liberamente il proprio credo e i propri valori.



RITROVARSI
di Raffaele Messina


Guida Ed.
Le vicende narrate in Ritrovarsi sono ambientate tra il 1938 e il 1946, inizialmente sull’isola di Capri e successivamente a Napoli.

Il protagonista è Francesco Nastasi, un ragazzino (la sua famiglia ha origini siciliane) che trascorre gli anni dell'infanzia nella bellissima Capri, giocando con i suoi amici più stretti e imponendosi, per il suo carattere risoluto e la sua determinazione, quale loro leader.

Sin dalle prime pagine comprendiamo come Francesco sia un ragazzino dallo spirito irrequieto e dalla personalità volitiva; quando il suo cuore inizia a battere per una ragazzina sua coetanea, Patrizia Levi, egli farà di tutto per conquistarla, riuscendoci.

Tra i due spunta un sentimento che, seppur acerbo, sarà un faro sempre acceso nella mente e nel cuore di Francesco, negli anni futuri.

La sua infanzia libera e felice, però, subisce un duro contraccolpo a causa dell'entrata in guerra dell'Italia, per volere di Mussolini, al fianco della Germania di Hitler.

La prima brutta notizia, che getta il giovane ed irruente Francesco nello sconforto e nella più totale perplessità, è la scomparsa di Patrizia e della sua famiglia; da un giorno all'altro, infatti, dei tre membri della famiglia Levi si perdono le tracce, come se fossero spariti nel nulla.
Si vocifera si siano trasferiti in Svizzera; ma perchè lei non gli ha detto nulla e se n'è andata senza neppure un saluto? Più tardi, il ragazzo scopre che sono andati via in segreto, per sfuggire alla deportazione, essendo essi di origine ebraica.

Perdere il grande amore è difficile da mandar giù e, come se non bastasse, il coinvolgimento dell'Italia in guerra - annunciato nel celebre discorso in piazza Venezia a Roma da parte del Duce (10 giugno 1940) - stravolge tutta la vita del nostro giovane innamorato, perchè con la sua famiglia si trova costretto a trasferirsi da Capri a Napoli, in seguito al trasferimento del padre, Salvatore, che è un maresciallo dei Reali Carabinieri.

Il rapporto tra queste due diverse generazioni, tra il padre Salvatore - uomo tutto d'un pezzo, severo, autoritario, un militare fin dentro le ossa, che fa sentire il proprio polso fermo in casa come in servizio e la cui "divisa" è tutto per lui, e mai si sognerebbe di tradirla, perchè sarebbe come tradire se stesso e i propri ideali di carabiniere - e il figlio, giovane e ribelle, che disprezza invece il lavoro del padre, ritenendolo un servo passivo di un governo fascista che sta prendendo decisioni ingiuste - quali, ad es., il trattamento nei confronti di chi non è considerato di "razza ariana"-, un militare che non sa difendere i deboli, che non sa opporsi a ciò che è sbagliato ma le accetta "perchè deve", non può che tramutarsi in uno scontro inevitabile, che vede i due fermi su due opposte posizioni, il che rende il clima in casa e tra loro molto teso, fatto di rimproveri e qualche sonoro ceffone da parte del padre - che pretende ubbidienza senza fiatare - e di accuse, intervallate da silenzi ostinati e infantili, da parte del figlio.
Fortunatamente per entrambi, a far da paciere c'è la saggia e comprensiva donna di casa, che cerca di placare le ire del marito e di far ragionare il suo unico figlio.

Questa conflittualità intergenerazionale sarà presente lungo tutto il romanzo e sarà bello vedere come la guerra riuscirà a far emergere importanti verità e consapevolezze che finiranno per avvicinare padre e figlio, i quali arriveranno a conoscersi davvero e ad aggiungere al gran bene che provano l'uno per l'altro, una profonda stima reciproca.
Quando l'Italia entra in guerra, tantissimi uomini si sentono esaltati dai discorsi patriottici e nazionalistici di Mussolini, condividendoli e augurandosi che i propositi bellici portino gloria e lustro al Paese; al giovane Francesco, invece, della guerra non importa un fico secco: la sua mente va sempre alla sua Patrizia che si trova in Svizzera, e che lui continua ad amare dentro di sè. desiderando raggiungerla e dichiararle tutto il suo amore.

Ma purtroppo tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare e Francesco deve per ora accontentarsi di coltivare i propri sentimenti nel segreto del cuore, sperando che il destino permetta a lui e alla sua dolce amata ("chissà se anche lei pensa a me...", si chiede malinconico l'innamorato) di ritrovarsi.

E così, ci ritroviamo a seguire la crescita e la maturazione di Francesco, le sue pene d'amore, il difficile inserimento in una nuova scuola e il rapporto con nuovi compagni, i pregiudizi di questi su di lui in quanto siciliano; le brutte esperienze fatte attraversando certe zone di Napoli, e quelle - all'insegna del piacere - con le donne, che lo renderanno "uomo".
Le vicende personali di questo adolescente caparbio eppure sensibile e mosso da buoni sentimenti e ideali, si intrecciano con le dinamiche della Seconda Guerra mondiale e con le brutture che essa si porta dietro, dai bombardamenti in città alla penuria di viveri, dal clima di sfacelo su tutti i fronti al timore delle ritorsioni dei nazisti dopo l'Armistizio del 25 luglio 1943 e infine alle iniziative di rivolta da parte del popolo verso "il nemico", compresa la rivolta popolare delle “Quattro Giornate” di Napoli.

"Ritrovarsi" è un romanzo sì storico ma anche di formazione, perchè al centro vi è l'evoluzione umana e morale di un ragazzino che la guerra costringerà a crescere in fretta; il passaggio dall'infanzia all'adolescenza è, infatti, per Francesco tutt'altro che dolce, anzi, esso è netto, rapido, se vogliamo "traumatico", perchè è il contesto storico-ambientale, ad esserlo; sono anni di caos, di frenesia, di esaltazione, in cui si respira aria di guerra, e la mancanza di pace e di serenità si riversa sulle singole vite delle persone, e quindi anche in quella di Francesco.

Da ragazzino allegro che scorrazza tra le stradine di Capri e fa tuffi in mare per divertirsi con gli amici, a adolescente triste, nervoso, solo, che guarda con nostalgia e rimpianto "a ciò che è stato" e con timore e infelicità al presente.
Ma Francesco non è il tipo che si arrende, che si fa travolgere dagli eventi senza reagire; intraprendente e acuto, sa come farsi degli amici e il suo essere impavido (forse anche un po' incosciente) e sveglio emerge soprattutto in pieno conflitto mondiale, quando - ormai più grandicello - decide di dare il suo modesto ma non irrilevante contributo alla causa della libertà.

Come dicevo, l'autore si sofferma non poco sulla relazione padre-figlio e su come essa cambi, cresca, divenendo giorno per giorno qualcosa di positivo, in grado di arricchire tanto il severo ma onesto carabiniere quanto il suo impetuoso figliolo, alla legittima ricerca del proprio posto nel mondo e convinto della necessità di essere coerente con i propri princìpi e ideali. 
La durezza con cui Francesco giudica le scelte paterne, senza in realtà capirle appieno e davvero, mi ha fatto tenerezza, anche perchè è facile rivedere in questo impeto di ribellione adolescenziale qualcosa di non lontano all'esperienza di tutti noi, che abbiamo avuto l'età del protagonista: con quanta facilità si giudica e si condanna un genitore, arrivando a sentirsi più saggi e coerenti di lui..., quando invece sarebbe più giusto provare a capirne le motivazioni e i pensieri più intimi?

Positiva è la figura materna, dolce, coraggiosa, fedele al marito "nella buona e nella cattiva sorte".

La narrazione scorre fluida, coinvolgente, grazie al giusto equilibrio tra i dialoghi, la parte narrativa e le sequenze riflessive, e al linguaggio immediato, che in certi momenti - e per descrivere specifiche scene - non manca di essere molto crudo, realistico, come del resto crude e realistiche sono le esperienze che fa il giovane protagonista e che lo fanno crescere.

Ma la realtà terribile, devastante e crudele della guerra non può soffocare il bello che c'è nell'Uomo: la voglia di libertà e il combattere (il morire!) per essa, il sacrificio, il saper resistere e stringere i denti aspettando che passi il "brutto momento", l'amore tra i membri di una famiglia, l'altruismo verso chi è vittima di ingiustizia, l'amore fresco e puro tra due ragazzi che neanche un sanguinoso e lungo conflitto bellico riesce a spegnere.
Ma fra tutti, è la speranza ad essere il sentimento più tenace: la speranza di poter riprendersi la propria vita, i propri sogni, il proprio amore, quando l'incubo sarà finalmente terminato.

Nonostante la guerra sia un evento inevitabilmente drammatico, il libro si legge con molta scorrevolezza e senza alcuna ombra di pesantezza, in virtù di una scrittura vivace e pulita che permette al lettore di sentirsi coinvolto in prima linea nelle vicende narrate attraverso l'immedesimazione con Francesco, caratteristiche, queste, che mi portano ad affermare che questo romanzo può piacere non solo a quanti amano le storie ambientate nel periodo bellico, ma anche a chi di solito non le preferisce.


Reading Challenge
obiettivo n. 22.
Un libro ricevuto in regalo.

4 commenti:

  1. Se la copertina respinge, davvero bruttina, per fortuna ci pensa la tua recensione a incuriosire. ;)

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  2. Ciao Angela, anche a me incuriosisce il romanzo, lo vedrei bene come lettura per le scuole :-)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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