In un futuro imprecisato l'evoluzione umana è in pericolo: per ragioni misteriose l'umanità sta regredendo nella scala evolutiva e i nuovi nati sembrano possedere caratteristiche "arcaiche". Una situazione così non può che generare panico nella società, col relativo dispiego di energie da parte del governo (americano) per tenere sotto controllo e, magari, fermare questa involuzione.
Ad essere prese di mira sono le donne, in quanto donatrici di vita.
LA CASA FUTURA DEL DIO VIVENTE
di Louise Erdrich
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Ed. Feltrinelli trad. V. Mantovani 301 pp |
"Il nostro corpo ha sempre ricordato chi eravamo. E ora ha deciso di tornare indietro. Stiamo scendendo la scaletta della piscina per tornare a immergerci nel brodo primordiale."
Cedar Hawk Songmaker è una giovane donna che vive in Minnesota, cresciuta da una coppia di bianchi “liberal” di nome Glen e Sera.
Ma da un po' di tempo la ragazza ha scoperto che nelle proprie vene scorre sangue nativo: è stata adottata, infatti, e i suoi genitori biologici appartengono alla tribù Ojibwe.
Dal momento in cui viene in possesso del numero di telefono e dell'indirizzo della madre vera, Cedar potrebbe usarli e mettersi in contatto con lei, ma è una cosa che non fa subito; prende la decisione di farlo solo quando scopre di essere incinta, il che la spinge a voler conoscere la famiglia che l'ha abbandonata per sapere se ci sono eventuali malattie genetiche di cui è bene essere informati per il bene del piccolo che nascerà.
Decide quindi di recarsi a casa di Mary Potts Senior, colei che l'ha generata e abbandonata; certo, la motivazione ufficiale è ottenere informazioni utili per la salute del feto ma ovviamente Cedar freme all'idea di conoscere la sua vera madre: le somiglio? è felice? come ha vissuto senza di me? mi ha pensato qualche volta? si è pentita di avermi data via?. Mille legittime domande affollano la mente di Cedar e qual è la sorpresa quando scopre che comunicare e interagire con i suoi famigliari biologici le viene naturale, più di quanto avesse messo in conto.
L'imbarazzo non manca, all'inizio, ma in realtà mamma e figlia riescono a parlare serenamente e anche a commuoversi, felici all'idea di essersi ritrovate.
A casa dei Potts, Cedar conosce anche la simpatica e allegra nonna, la sorella minore (un'adolescente ribelle e non proprio accogliente verso questa sorella maggiore spuntata di punto in bianco) e il marito di Mary Senior (non è il padre di Cedar, su di lui la ragazza non riesce a ricavare molte informazioni), il caro e saggio Eddy, con cui allaccia da subito un bel rapporto, tanto da considerarlo una sorta di "secondo padre".
Com'è facile immaginare, l'aver cercato e trovato la famiglia originaria ha turbato i coniugi Songmaker, in particolare la madre, una donna dal carattere forte con cui non è semplice andare d'amore e d'accordo, perché Sera è pratica, decisa, sbrigativa nei modi, risoluta nel prendere decisioni e risolvere problemi, non ammette tentennamenti e deviazioni dai propri piani e progetti.
Per quanto la decisione della figlia non la faccia impazzire di gioia, non può impedirle nulla ma le raccomanda di stare attenta perchè nell'aria si respira un clima esagitato, nervoso, che non promette nulla di buono.
Quella che potrebbe essere una fase della vita bella e piena di sorprese positive - quarto mese di una gravidanza che sembra procedere benissimo, aver conosciuto la famiglia originaria e aver appurato che... non è niente male! Unica nota dolente: il papà del piccolo fagiolino che le cresce dentro, che attualmente non le è accanto - sta per essere oscurata dalla realtà: il mondo sta impazzendo, cambiando senza che si capisca perché e come fermare questi mutamenti che non sono migliorativi, anzi.
Il mondo sta regredendo.
"A quanto pare – cioè, nessuno lo sa – il nostro mondo va indietro. O avanti. O forse si è messo di traverso, in un modo che non si riesce ancora a capire."
L’evoluzione ha invertito marcia e ne risentono tutti gli esseri viventi sulla Terra, dalle piante agli animali agli esseri umani.
La scienza è basita e impotente, non riesce a opporsi e i nuovi nati sembrano appartenere a specie umane arcaiche.
Cedar è turbata, confusa, come il resto degli americani, e preoccupata e inquieta in doppia misura, per sé e per quella creaturina innocente che si sta formando dentro di lei: il mutamento che tormenta e mette in pericolo il futuro dell'umanità è in lei, e in un periodo bizzarro e inspiegabile come quello che sta vivendo, essere incinta può costituire un grande problema.
Tutti e quattro i suoi genitori non fanno che avvertirla di stare molto attenta perché si comincia a parlare di leggi marziali, del Congresso che sequestra le donne gravide e di ricompense per chi fa la spia e le consegna al governo.
Questo non può che diffondere un brutto clima di terrore, sospetto, diffidenza, circospezione.
Il vicino di casa, il postino, l'ex-fidanzato...: chiunque può diventare un possibile traditore.
Le donne in attesa vengono prese e costrette a cercare di portare a termine un embrione congelato dei vecchi centri per la fecondazione in vitro o sono destinate ad essere inseminate con lo sperma delle vecchie banche del seme.
Tante cose stanno cambiando improvvisamente, a partire dai nomi delle strade (denominate con versetti della Bibbia) e Cedar capisce che è arrivato il momento di fuggire e nascondersi.
Ad allarmarla ulteriormente si aggiunge la frasi sibillina pronunciata dal dottore che le fa la prima ecografia: "Ne abbiamo uno".
Cosa vuol dire? Che caratteristiche particolari ha il suo bambino?
È in questo momento che sbuca fuori Phil, il suo compagno e padre del bimbo che porta in grembo: premuroso, attento, cauto oltre misura, armato, il giovane è pronto a prendersi cura della fidanzata e ad aiutarla in tutti i modi a nascondersi per preservare la loro creatura.
Ma nonostante tutte le accortezze, qualcuno tradisce Cedar e svela il suo rifugio alla polizia, che la va a prelevare con la forza.
La donna viene condotta in una specie di clinica in cui le fanno ecografie e visite mediche in vista del parto, il momento decisivo che rivelerà che tipo di bambino porta in grembo.
Cedar è determinata a fuggire per mettere in salvo sé stessa e la sua creaturina.
Ce la farà? I suoi cari si fanno in quattro per aiutarlo: il loro impegno ed ingegno per farla scappare dall'ospedale saranno sufficienti allo scopo?
Il mondo distopico immaginato dalla Erdrich ha caratteristiche tipiche delle società future (americane), collocate in un tempo imprecisato, che non sembra lontanissimo da noi ma non è neppure individuabile in modo specifico; alla vigilia di un cataclisma, di una catastrofe che coinvolge l'umanità, le forze governative provano a reagire attraverso misure oppressive, dittatoriali, attraverso la forza militare, pronta a sequestrare, ad uccidere, a torturare, ad arrestare chi si ribella; gli USA sembrano diventati, di colpo, una nazione chiusa, dalle frontiere blindatissime, un Paese da cui è difficilissimo uscire e in cui vengono negati diritti fondamentali senza che dall'esterno nessuno possa fare qualcosa.
Questo ricorda Il racconto dell'ancella, e non è l'unico elemento in comune: si respira anche qui odore di fanatismo pseudobiblico/apocalittico, la protagonista e narratrice sta raccontando gli eventi sotto forma di lettera, destinata al bambino che nascerà, sperando arrivi a lui e, forse, anche ai posteri (cosa che fa anche Difred); al centro vi sono le donne e la loro capacità procreatrice: che siano già incinte o potenzialmente fertili, esse vengono rapite e costrette a dare il loro contributo per "salvare" l'evoluzione.
Nel romanzo della Atwood le donne sono purtroppo vittime di stupro e l'ossessione dei capi di Gilead è quello di arrestare il problema della sterilità sempre più diffusa a causa di disastri ambientali e radiazioni atomiche; nel libro di Erdrich, invece, non viene chiarito cosa scateni la marcia indietro dell'evoluzione, e questa indeterminatezza, in un certo qual modo, regna un po' in tutto il libro, nel senso che tante cose vengono dette senza essere chiarite, il che può non essere necessariamente un aspetto negativo, nel senso che si lascia al lettore la facoltà di riempire quei "buchi narrativi" con la propria immaginazione.
Il mio parere sul romanzo è positivo, nel complesso, anche se nel corso della lettura ho avvertito un po' di confusione, come se l'autrice perdesse ogni tanto il filo logico di ciò che stava narrando e, ripeto, evitasse di spiegare aspetti, relativi al nuovo e drammatico status quo, secondo me importanti per comprendere cosa l'ha generato; non mancano le sequenze descrittive, ad es. degli alimenti che Cedar riesce a reperire e mangiare, o concernenti alcune attività all'interno della comunità nativa d'origine, particolari che non aggiungono granché alla storia.
Essendo in pratica un diario-lettera, la narratrice riversa in questo racconto personale i propri pensieri, stati d'animo e paure, cosa che apprezzo sempre molto.
L'emozione predominante è chiaramente l'angoscia, il timore di non poter proteggere il proprio bambino, di non potergli garantire il futuro, perché questo futuro è un'incognita e nessuna luce di speranza fa capolino per rischiararlo.
"Sentire che improvvisamente sei diventato un pericolo per gli altri, oltre a essere ricercato e braccato, mi dà una strana scossa."
"Cose terribili stanno succedendo tutt’intorno a noi, è vero, e io ho fatto la cosa più terribile di tutte, ma nel profondo di me sono felice. Sento questa stupida gioia. Il senso di esistere. Il piacere di una verità insensata: si dà il caso che siamo vivi."
"Smettila di pensare al futuro. Tutto quello che abbiamo, mi dico, è l’oggi. Lavoriamo sull’oggi, sul qui, sul presente... (...) in realtà, non sono affatto brava a vivere semplicemente nel presente. Ma poiché il passato è così diverso dal futuro che il solo ripensarci è come guardare dalla parte sbagliata di un telescopio, e poiché il futuro è così inquietante che mi basta cedere alla mia immaginazione per avere un attacco di panico in piena regola, ho deciso che per il nostro bene è meglio se resto concentrata su ciò che è più immediato."
Mi son piaciute le parti in cui la protagonista descrive al suo bimbo non ancora nato le fasi del proprio sviluppo; sono sempre affascinata dalla cultura, dagli usi e costumi degli indiani d'America, ma qui non si dà molto spazio a questo aspetto.
È stato il mio approccio con quest'autrice americana, di cui ho intenzione di leggere altro.