mercoledì 6 settembre 2023

NOVITÀ EDITORIALI [[ SPAZIO ALLE SEGNALAZIONI ]]



Buongiorno, lettori!
Oggi vi presento alcune recenti pubblicazioni, augurandomi che possano destare il vostro interesse.


Il primo è il romanzo di esordio di Nerio Nannetti: La principessina dell'Emmett Peack, Edizioni Tripla E.

Trama

Ren Tinat arriva a Nercoast una mattina di settembre, in qualità di rappresentante della legge.
Ha rischiato di perdersi, Ren, dopo aver perso il lavoro e la moglie, ma grazie all’affetto di due vecchi amici, l’Ispettore di polizia Rickey Crimmon, gli è stato affidato un nuovo incarico.
Nercoast si ritrova a indagare su un mistero che ruota intorno a Virginia Rockford, una donna carismatica e sfuggente, dal passato burrascoso; deciso a non cedere al suo fascino, Ren si prodiga per aiutare Virginia, pur non fidandosi del tutto.
Può cambiare davvero, una donna così? E sarà disposto, Ren, a concedere a lei e a sé stesso una seconda chance?

L’Autore. Nerio Nannetti, nato a Bologna nel 1960, ex imprenditore nel ramo della termoidraulica, sposato, ha due figlie, vive in provincia di Bologna.
La principessina dell'Emmett Peack è il suo romanzo d'esordio, scritto durante il lockdown a causa della pandemia, per una scommessa con gli amici.
Adora cucinare, fare baldoria a tavola, cavalcare la sua XL600R dell’85, pedalare sulla sua Lygie del ’57, ascoltare la musica anni ’80 e fare battute, il più delle volte pessime, ovviamente. Confessa che Lucio Dalla con “Siamo Dei” e Pierangelo Bertoli con “A Muso Duro” spiccano tra tanti altri fantastici interpreti e canzoni di quel periodo che continuano a fargli ottima compagnia. I libri di Luca Goldoni, ironici, sarcastici e graffianti, gli sono rimasti nel cuore. Tutto questo non gli impedisce di apprezzare appieno questi nostri “tempi moderni”.


*******

LINK AMAZON
Proseguo con un libro pubblicato da Panesi Edizioni:"Le strade che non abbiamo scelto" di Francesca Lizzio (genere narrativa, 48 pagine, luglio 2023).

Cosa si fa quando l’istinto di abbandonarsi ai ricordi diventa insopportabile? Quando le mancanze sono così forti e, allo stesso tempo, incolmabili? Tra una scatola di fotografie e la tentazione di arrendersi al dolore, Miriam cercherà di trovare la risposta in grado di rimettere a posto i pezzi della sua esistenza.

** Disponibile in formato e-book e cartaceo su tutti gli store online, oltre che ordinabile presso qualsiasi libreria e acquistabile sul sito della casa editrice che per ogni ordine ricevuto omaggia di un e-book a scelta tra tutto il catalogo. **



Biografia
Francesca Lizzio nasce a Catania il 22 Aprile del 1992.
Nel 2015 ha aperto un blog, cuore di cactus, dove si racconta a lettori sparsi per tutta l’Italia.
Con Panesi Edizioni ha preso parte all’antologia Oltre i media – Raccontalo con un film o una canzone col racconto breve Giorni (2016), ha pubblicato il suo romanzo d’esordio Fiore di cactus (2017),  Nonostante tutto (2021). Bestsellerista (2022).

******

Terza segnalazione: un po’ Trainspotting, un po’ Noi ragazzi dello zoo di Berlino, Non sbronzarti mai all’ora di punta di Andrea De Curtis si fa strada nel mondo del self-
-

publishing con irruenza, determinazione e con un linguaggio chiaro e forte.

Il romanzo racconta di periferie, di compagnie sbagliate, di come la vita può avvilupparsi in una spirale sempre più fitta di perdita di controllo verso di sé e verso gli altri.

Dave, ventisettenne sprovvisto di obiettivi e ossessionato nel dare un senso alla propria esistenza, si trascina freneticamente in una periferia di città prostrata al degrado e alla disperazione.
Carico d’odio verso il mondo per il senso di prigionia dovuto a una quotidianità inquinata, prova a emanciparsi da questa vita. Un proposito non facile viste le poco raccomandabili frequentazioni: i fratelli Harritu sono gli amici che anziché spegnere l’ardente fiamma dell’autodistruttività, l’alimentano, portando Dave a vivere una vita fatta di abuso di alcol e droghe, crimini, violenza, stupri.

È solamente grazie a Nina che Dave può provare a redimere sé stesso e la sua vita. Sarà davvero in grado di uscire dal tunnel nero che avvolge la sua esistenza?

Non sbronzarti mai all’ora di punta è un romanzo inaspettato, irriverente e che non fa censure. Attraverso i personaggi, l’autore vuole trascinare il lettore in una storia che sembra non avere alcuna via d’uscita.

L’autore.
Andrea De Curtis nasce Firenze nel 1995. Dopo il diploma di scuola superiore ha iniziato ad appassionarsi alla letteratura e alla poesia, e la scrittura è diventata il primo dei suoi progetti creativi. Ora vive a Bologna ed è in cerca di stimoli vitali che possano fargli trovare spazio all’interno del panorama letterario attuale. Non sbronzarti mai all’ora di punta è il suo romanzo d’esordio
.




lunedì 4 settembre 2023

♣️ RECENSIONE ♠️ IL PARADISO NON È LASSÙ di Christina McKenna



Abbandonato tra la spazzatura, quand'era piccolino, dalla madre biologica, il protagonista di questo romanzo è cresciuto in un orfanotrofio dove, al posto dei sorrisi, ha ricevuto ghigni malefici; pugni, calci e cinghiate al posto delle carezze, brutalità invece che amore e protezione. Dopo un'infanzia drammatica e la salvezza grazie all'adozione, adesso che è adulto tenta di vivere; non è semplice, dopo aver conosciuto l'inferno, ma sta provando ad imparare a stare al mondo.
Il desiderio di cercare il paradiso, la felicità, un modo di vivere sereno, non ha ancora smesso di palpitare in questo cuore ferito.
Ma non c'è molto tempo: i fantasmi spaventosi del passato incombono, sono sempre troppo vicini e pronti a prendere d'assalto la sua anima e a trascinarla nel baratro.


IL PARADISO NON È LASSÙ
di Christina McKenna

Amazon Crossing
trad. A. Grechi
349 pp
Jamie ha da poco passato i quaranta e vive un'esistenza placida e monotona nella fattoria dello zio Mick in un paesino dell'Irlanda del Nord; Mick è morto di recente, lasciandolo solo col cagnolino Shep e con gli animali da accudire.
Lo zio non era davvero suo parente: era il padre adottivo, colui che l'ha salvato portandolo via dall'orfanotrofio in cui Jamie è cresciuto ed è stato fino a dieci anni.
Nei suoi primi dieci anni di vita, nessuno l'aveva mai chiamato Jamie: per lui - e gli altri ospiti dell'istituto - c'era un numero identificativo e con esso veniva chiamato: Ottantasei.

La narrazione del presente (siamo negli anni '70) si alterna a quella del passato, per cui il lettore può osservare la quotidianità di Jamie adesso e quella, terribile, di oltre trent'anni prima, quando era un orfanello cencioso, affamato, sporco, impaurito, alla mercè di pseudoreligiose che, lungi dal manifestare sentimenti materni di cura, affetto, premura, protezione, se ne andavano in giro con bacchette e cinghie a picchiare i bambini, a punirli per ogni minima infrazione, per ogni piccolissima disubbidienza.

"Novantasei fanciulli affamati, affamati d’amore e nutrimento, il sonno disturbato per la mancanza dell’uno e dell’altro. Novantasei reietti privi di grazia o doni particolari, sui quali un sole senza nubi non avrebbe mai brillato."

I capitoli dedicati alla vita nell'orfanotrofio sono drammatici: è un ambiente tetro e violento, squallido teatro di maltrattamenti fisici, psicologici, emotivi, sessuali, dove i piccoli ospiti sono solo degli involucri secchi e lacrimosi su cui adulti crudeli e impietosi riversano cattiverie di ogni genere, ogni giorno. Non solo, ma essi sfruttavano la manodopera fornita da queste piccole anime, impegnate forzatamente in faticosi lavori (lavanderia, agricoli...), senza alcun compenso, ovviamente, se non un tozzo di pane secco e nauseanti brodaglie, fatte passare per zuppe di cavolo e rapa.

Leggere le brutte esperienze fatte dal protagonista (e dai suoi "compagni di sventura") in un luogo che avrebbe dovuto accogliere bimbi abbandonati per dar loro un rifugio, in attesa di un'adozione, è stato straziante perché l'Autrice ha dipinto con colori vividi, seppur scuri e cupi, una situazione che, purtroppo!, non era un'eccezione, in quegli anni (dagli anni '30 agli anni '70), nell'Irlanda del Nord *; l'orfanotrofio di questo romanzo rientra tra le "scuole industriali" che venivano gestite in modo da essere dei luoghi dell'orrore per tanti poveri bambini, più che delle realtà educative.

È vero, sospiriamo di sollievo perché Jamie, a un certo punto, ne è uscito, portato via dai gentili e amorevoli coniugi McCloone, ma lo vediamo, quest'uomo scapolo e solo, impegnato con la terra e gli animali lasciatigli in eredità, mentre cerca di condurre una vita normale, apparentemente serena, che prova a divertirsi suonando la fisarmonica al pub, che si concede (troppi!!) cicchetti, ma che è inguaribilmente infelice.

"...come poteva il bambino al quale non era mai stato permesso di essere un bambino diventare tutt’a un tratto quell’uomo? Sarebbe stato come scavalcare con un salto un baratro di emozioni e scalare una vetta imponente."

Lui, cresciuto senza amore, con soltanto una terribile solitudine come coperta, in un postaccio super affollato di piccoli piagnucolanti e tristi come lui, "dove il vento e la neve soffiavano e cadevano in eterno e il diavolo oscurava le ore della notte e del giorno." 

Della vita in istituto, Jamie aveva portato via con sè il senso di paura, la consapevolezza (sbagliata!) di non valere nulla (manco tua madre ti  ha voluto, rifiuto umano!, gli ripetevano le suore), la sfiducia in sé stesso e nelle proprie capacità; ha imparato a procedere sempre a capo chino, girando al largo dai guai, schivando i colpi, facendosi in quattro pur di piacere agli altri. 

"Chi era lui veramente? Jamie non lo sapeva. Non era mai stato capace di esplorare la propria natura più intima o di considerarsi una persona degna e all’altezza. La sua infanzia infelice lo aveva defraudato della fiducia in se stesso e negli altri, della sicurezza, del coraggio e di tutto ciò che consente a un uomo di costruirsi un’immagine chiara e pura della propria identità."

A quarantuno anni suonati, Jamie era ancora "il bambino timoroso e solitario di sempre, con l’ardente desiderio di rivedere una madre che non sarebbe mai venuta. Era ancora disperatamente solo."


Ma non può continuare così e forse è arrivato il momento di ascoltare i saggi e buoni consigli del dottor Brewster e dei cari vicini di casa, i McFadden, Rose e il marito Paddy.
Questa coppia è l'emblema della bontà, della dolcezza, della lealtà e dell'amicizia sincere: si prendono cura del loro fragile e solitario amico Jamie come se fosse un figlio e, proprio per dargli una mano, gli consigliano di mettere un annuncio sul giornale locale, nella rubrica "Cuori solitari", con la speranza di trovare una brava donna da sposare!

Rose è convinta che il matrimonio con una brava signorina - che sappia cucinare, mi raccomando - metterà fine a tutti i problemi di Jamie. 

Certo, la cara e chiacchierona Rose cerca di essere d'aiuto ma non immagina quanto possa essere difficile per Jamie, che non ha mai conosciuto l'intimità (non in maniera sana, almeno...) e che non ha idea di cosa voglia dire corteggiare una donna, pensare di rapportarsi all'altro sesso.

"...le vecchie paure si riaffacciarono con prepotenza: la paura dei cambiamenti, la paura per la sua situazione, la paura degli altri, delle donne, dell’intimità. In breve, la paura di tutto ciò che avrebbe potuto rendere migliore la sua vita."

Ad ogni modo, ciò che lei consiglia è quasi legge perché di Rose ci si può fidare, così Jamie segue il suggerimento e mette un annuncio personale in cui cerca una donna.

Non lontana da lui, vive la maestra Lydia Devine, la quarantunenne che risponde all'annuncio di Jamie. 
Lydia, infatti, è anch'ella stanca di essere zitella e di avere come unica compagnia la lamentosa madre Elizabeth, vedova di un pastore protestante severissimo e dalla morale ferrea e inflessibile, che in vita aveva impedito alla figlia di sposarsi.
Morto il burbero padre, adesso Lydia deve sopportare le continua prediche della madre prepotente, che, temendo che l'unica figlia possa abbandonarla, sta continuando da dove il marito aveva interrotto, non smettendo di ricordare a Lydia come i maschi siano fonte di guai e basta. 
Insomma, stufa di non  avere un uomo accanto, anche Lydia mette un annuncio e risponde a quello di Jamie.

Leggiamo di come i due si incontrino e di come provino a socializzare, degli aiuti da parte di Rose per rendere Jamie pronto a fare la sua bella figura con una donna, e di tanti piccoli episodi divertenti e quasi comici che caratterizzeranno la conoscenza tra i due.

Inevitabilmente, ci capiterà di ridere di James, così impacciato mentre si sforza di diventare l'uomo che desidera essere, e ci commuoviamo nel vedere come davvero provi a lasciarsi alle spalle il suo passato doloroso.

Jamie e Lydia hanno in comune la solitudine e una vita piatta cui sfuggire, ma caratterialmente sono diversi: timidissimo e sempliciotto lui, impeccabile, equilibrata ed educata lei; eppure, c'è qualcosa, un filo sottile che li unisce, che fa sì che si sentano legati, attratti, in un certo senso: Jamie è quasi convinto che Lydia possa fare al caso suo e lei prova un'inspiegabile tenerezza e voglia di protezione verso quell'uomo che a malapena riesce a guardarla negli occhi.

Jamie e Lydia non potrebbero essere più lontani ma qualcosa sta per stravolgere la vita di entrambi.
Riuscirà l'uomo, che da bambino veniva chiamato con un numero, a costruire qualcosa di solido e farsi una vita senza aver ricevuto gli elementi di base da cui cominciare?

Lo scoraggiamento, la paura del fallimento, di restare solo, di non aver nulla per cui valga la pena vivere, sono dietro l'angolo, pronti a stringergli il collo come un cappio sempre più stretto.
Ma la vita sa essere imprevedibile... e non sempre in senso negativo.

Forza, Jamie,  la vita è per chi ha il coraggio di scavalcare burroni e tu ora sei libero dal dolore, dalla solitudine e dai ricordi delle persone crudeli che ti hanno perseguitato tanto a lungo! Il tuo piccolo personale paradiso ti attende ed è quaggiù.
 

"Il paradiso non è lassù" racconta una storia che in tanti potrebbero trovare melensa e strappalacrime, oltre al fatto che, molto probabilmente, non brilla per originalità, soprattutto nelle pagine finali; ma io l'ho letto con molto coinvolgimento perché immaginare come fosse l'esistenza delle povere creature che avevano la sfortuna di finire in certi posti, mi ha colpito tanto ed è straziante perché, purtroppo, è documentato che quegli istituti fossero dei luoghi infernali *.
Il ritratto che la McKenna ci restituisce della vita rurale nell’Irlanda del Nord all’inizio degli anni Settanta, ha tonalità tanto cupe e angoscianti quanto deliziose e giovali, proprie della vita nei piccoli paesi di campagna, dove ci si conosce e, perché no?, ci si aiuta; il personaggio di Rose -  materna, da simpatica "chioccia", chiacchierona, sempre con le mani in pasta, generosa... - sembra uscito da un romanzo di Fannie Flagg.

Mi è piaciuto molto perché non c'è solo il dolore causato da brutte persone, ma anche la dolcezza donata da quelle belle, un sano umorismo e, su tutto, la speranza che il presente e il futuro possano essere luminosi nonostante l'oscurità attraversata in passato.



* In passato, su questo blog, ho menzionato le Case Magdalene, istituti cattolici retti da religiose, dove le ragazze giudicate deviate socialmente, "a rischio" o immorali, venivano accolte  e finivano per essere non rieducate, bensì sfruttate in lavori massacranti e senza sosta, praticamente.

* Per onestà, va detto che le informazioni raccolte e divulgate da coloro (come Catherine Corless) che si sono occupati di questi istituti per ragazze madri e bambini abbandonati, operativi nell'Irlanda del Nord, sono state contestate e ritenute, relativamente a certi aspetti, esagerate o comunque non del tutto confermate.


sabato 2 settembre 2023

[[ Monthly Recap ]] LIBRI LETTI AD AGOSTO

 

Agosto è stato il mese delle  "vacanze elvetiche" ma qualcosa l'ho letta comunque, eh!


1 - RESIDENZA PER SIGNORE SOLE di T. Masako: noir giapponese, ci ricorda che in ogni vita,per quanto tranquilla, possono nascondersi bugie e segreti (4,5/5).  ADATTO A CHI DESIDERA UN NOIR BREVE, INTRIGANTE E PIENO DI MISTERO.
2 NERGAL di M.D. Ferres: avventura e passione in compagnia di un dio e di un'umana impegnati in una missione pericolosa (4/5). IDEALE PER CHI AMA IL PARANORMAL ROMANCE.
3 - VERITÀ NASCOSTE di A. M. Fusco: l'atroce testimonianza di una donna che, quand'era poco più che ventenne, trascorse sei mesi nelle mani di criminali senza coscienza (5/5). SE SEI ALLA RICERCA DI STORIE VERE E CRUDE, QUESTO È PER TE.

4 - TU SEI L'ERBA E LA TERRA di A.Pozzi: raccolta di alcune delle più belle e struggenti poesie d'amore di Antonia Pozzi (4/5). 
PER GLI AMANTI DELLA POESIA.
5MI SENTO IN UN DESTINO. Diari e altri scritti di A.Pozzi: il mondo interiore della poetessa espresso nelle pagine del suo diario (3.5/5). PER CONOSCERE MEGLIO LA POZZI.
6 - BLUE SUMMER di J.Nichols: la storia di un uomo con non pochi problemi, che cerca di redimersi raccontando il proprio passato e continuando a fare ciò che ama - suonare (4,5/5). PER CHI CERCA ROMANZI DI FORMAZIONE.
7 - LA FIGLIA ELETTA di S.A.Denzil: un'inglese vola negli States per salvare una madre e la sua bambina dalle grinfie di un santone. L'attende una brutta scoperta (3.5/5). THRILLER CON POCO SLANCIO.

Ad agosto, ho apprezzato soprattutto la storia vera di Anna Maria Fusco, rapita a 21 anni a Manduria: il racconto di ciò che visse in sei mesi di sequestro è straziante; il noir giapponese è stato molto piacevole e mi ha sorpresa; emotivamente coinvolgente la storia di Alfredo e Beatrice nel romanzo d'esordio della D'Urbano.


,
8 - IL RUMORE DEI TUOI PASSI di V. D'Urbano: la storia di un'amicizia e di un amore tanto ruvidi e feroci quanto totalizzanti e teneri. Personaggi che restano nel cuore (4.5/5). PER CHI VUOLE IMMERGERSI IN UNA REALTÀ COMPLESSA CON ADOLESCENTI CHE DEVONO AFFRONTARE UNA QUOTIDIANITÀ DIFFICILE.


Ho iniziato delle serie tv brevi, che sto per terminare.
  1. WANNA è una docuserie di Netflix del 2022, che racconta la vita, la carriera televisiva e le truffe di Wanna Marchi e della figlia Stefania Nobile.
  2. DIETRO I SUOI OCCHI: Louise Barnsley è una madre single che inizia una relazione con il suo nuovo capo, lo psichiatra David Ferguson, mentre si ritrova coinvolta in un'improbabile amicizia con la moglie dell'uomo, Adele. La miniserie è tratta dall'omonimo romanzo di Sarah Pinborough.
  3. DEFENDING JACOB: tratta dal romanzo di William Landay, la miniserie è incentrata sull'omicidio di un adolescente, per il quale è accusato un 14enne, figlio di un avvocato e assistente del procuratore distrettuale, diviso tra il suo dovere di sostenere la legge e l'amore incondizionato per suo figlio.


Per settembre, quelli che vedete sono gli obiettivi.

CLASSICO: della Némirovsky ho già letto qualcosa (IL BALLO, I DONI DELLA VITA, SUITE FRANCESE), per cui vorrei dedicarmi a un autore non ancora mai letto.
CONTEMPORANEO ITALIANO: De Luca effettivamente non l'ho ancora "provato". Vedremo.
CONTEMPORANEO STRANIERO: Dean Koontz, anch'esso mai avvicinato, ma mi attira che sia uno scrittore di thriller avventurosi. E ha scritto un sacco, per cui ho solo da scegliere.
LIBRO DEL CUORE (dell'organizzatrice): è una graphic novel, per adesso non è proprio in cima alla lista dei papabili.





giovedì 31 agosto 2023

🎐 RECENSIONE 👘 RESIDENZA PER SIGNORE SOLE di Togawa Masako


Siamo a Tokyo, negli anni '50 e un edificio di cinque piani, comprensivo di centocinquanta stanze e che fa da residenza a signore sole, sta per subire uno spostamento all'indietro di quattro metri.
Tanto le custodi quanto le ospiti sono in attesa di questo singolare movimento, ma alcune di loro, in particolare, vivono l'evento con l'ansia che quei lavori di scavo facciano emergere segreti scomodi.
E nella Residenza K sono più d'una le ospiti che hanno qualcosa da nascondere.


RESIDENZA PER SIGNORE SOLE
di Togawa Masako



Marsilio Ed.
trad. A.Pastore
176 pp
In questo piacevolissimo e intrigante giallo/noir del 1962, la scrittrice giapponese (scomparsa nel 2016) mette il lettore da subito davanti ad alcuni fatti accaduti nel 1951, che fanno da premessa a ciò che verrà dipanato e reso chiaro più avanti: c'è una donna che aspetta da sette anni che il proprio uomo torni a casa; in quei giorni, un giovane, truccato e vestito da donna, viene investito da un furgone... e nessuno ha interesse a identificarlo.
Veniamo a conoscenza, inoltre, del misterioso rapimento di un bambino di quattro anni, George, figlio di un maggiore americano e della sua giovane moglie giapponese; il piccolo non verrà mai restituito alla famiglia né si saprà nulla di lui, negli anni successivi.
In quel periodo, ancora, tra le mura della residenza, una donna, secondo quanto documentato dai registri del libro degli ospiti, ha alloggiato per poco tempo come ospite presso l'appartamento di una inquilina..., ma anni dopo nessuno ricorda né che aspetto avesse né tanto meno il nome; ma l'altro fatto da ricordare è decisamente più inquietante: un uomo e una donna depongono il corpo senza vita di un bambino in una valigia, la quale verrà nascosta nel seminterrato.

La Residenza K ha numerose porte, ognuna delle quali, aprendosi, lascia entrare nelle vite, nella quotidianità, nelle abitudini, nelle solitudini di ciascuna ospite; tra queste, però, evidentemente ce ne sono alcune che avrebbero delle storie interessanti da raccontare, dei segreti che custodiscono gelosamente dentro di sé e in qualche angolo o armadio della propria stanza.

Quando sette anni dopo i fatti menzionati (quindi nel 1958), i lavori iniziati per far posto alla strada prevedono lo spostamento dell'edificio, la tranquillità di alcune signore della residenza K viene messa alla prova.
 
La Residenza K è un vecchio palazzo di mattoni rossi che ospita donne nubili, che desiderano condurre un'esistenza tranquilla e in solitudine, ed infatti raramente la maggioranza di esse lascia entrare ospiti esterni, tanto meno uomini (del resto, c'è il divieto di ospitare maschi); è un tipo di realtà in cui ognuna vive facendosi i fatti propri..., fino a quando dalla portineria sparisce misteriosamente il passe-partout, la chiave universale che apre tutte le centocinquanta stanze affacciate sui lunghi corridoi dei cinque piani: da quel momento le inquiline cominciano a vivere nell'ansia e nella paura che la ladra di turno entri furtivamente nel loro piccolo mondo e si metta a frugare, a impicciarsi. 

Se ciò accadesse, cosa scoprirebbe?

Ogni camera custodisce, infatti, oltre a una grande solitudine, qualche colpa, segreto o vizietto che ciascuna signora non ha interesse a divulgare: strani furti, incidenti sospetti e persino un suicidio aleggiano tra quelle mura, abitate da donne le cui giornate scorrono piatte e grigie.

Le camere trasudano di ricordi appassiti, di gesti abitudinari, di noia e tristezza, di rimpianti, rimorsi, attese, di sogni infranti, di amori mai vissuti: c'è la donna poveretta, che sopravvive di sussidi sociali e che va rubacchiando; c'è l'insegnante di violino che nasconde un oggetto di valore sottratto al legittimo proprietario anni e anni prima; c'è una docente in pensione che ha preso la bislacca abitudine di scrivere lettere nostalgiche alle proprie ex allieve, rammentando loro episodi risalenti agli anni del liceo; un'ex insegnante universitaria che corregge senza sosta un manoscritto del defunto marito... A queste donnine, in là con gli anni e dedite sempre alle stesse monotone attività, si affiancano altre che seguono una setta strana e sinistra, chiamata il "Culto dei Tre Spiriti", e regolarmente c'è il Maestro (il guru) che si reca nella Residenza per tenere le sue sedute...

Insomma, donne sole, "che passano qui dentro giornate senza scopo, assorte nel ricordo dei tempi andati e come prigioniere di queste mura..., sono solite trascorrere le giornate in silenzio nelle loro stanze... lasciandosi sfuggire sospiri..., perse nella contemplazione di quel che resta dei sogni di gioventù. Per queste donne anziane, i pochi segreti che conservano nel cuore sono l'unico scopo di vita, l'unico orgoglio, tutto ciò che rimane loro di quanto possedevano un tempo".

E adesso, con gli scavi in corso per i lavori della strada, proprio esse - così rassegnate a giorni sempre uguali e pigri - temono... cosa? Che cosa potrebbe succedere di così orribile? 

Le ospiti sono molte ma l'autrice si sofferma, ovviamente, su sette di esse più le due custodi, di cui una, in special modo, è molto curiosa. Troppo, forse..., e chissà perché (nasconde qualcosa di losco pure lei??).

Tra signore furbette e impiccione, che rubano questa benedetta chiave che apre tutte le porte, e sinistri avvenimenti nel corso dei raduni misteriosi della setta, le calme acque in cui finora sguazzavano apatiche alcune delle residenti, iniziano ad agitarsi, e il mare, si sa, quando è agitato porta a riva di tutto.

"Residenza per signore sole" è un noir breve ma intrigante, caratterizzato da un'atmosfera carica di tensione e suggestione, in cui l'attenzione del lettore sale e si fa più vigile via via che si aprono le porte degli appartamenti e, insieme alla curiosona di turno, entra per sbirciare all'interno, domandandosi anch'egli cosa potrebbe esserci nascosto, quale segreto torbido, quale colpa mai espiata.

Ma soprattutto, il lettore sa che le premesse poste all'inizio (i fatti del '51) sono sempre lì, sospese e irrisolte, come degli ormai impolverati cold case in attesa di una soluzione definitiva, che arriva, certo, ma solo dopo che la Masako stessa ha "sporcato" un po' le acque, facendoci credere che la spiegazione a un determinato fatto (ad es. al rapimento e al bambino in valigia) fosse una, per poi darci piccoli colpi di scena al momento giusto.

Mi è piaciuta l'ambientazione, che mi ha ricordato quella dei gialli classici - il luogo chiuso, tra le cui mura è avvenuto qualcosa di oscuro, in cui apparentemente tutti sembrano colpevoli e sospetti - e l'aspetto psicologico e sociale ad essa collegato, vale a dire la realtà di queste donne in pensione, bloccate nei loro piccoli mondi  solitari e tristi, che vivono vicinissime, sanno quasi tutto l'una dell'altra, conoscono abitudini e rumori provenienti dalla camera accanto..., eppure sono estranee, senza legami di amicizia e solidarietà, ma anzi, diffidenti, invidiose, distanti.

Un libro che si legge con piacere sino all'ultima pagina, giunti alla quale non possiamo non sorridere per come l'autrice abbia saputo, con abilità e intelligenza, lasciarci cadere in alcuni fraintendimenti.
Molto carino, consigliato a chi ama gialli e noir, cerca storie piene di mistero ed  è attratto dalla narrativa orientale.

mercoledì 30 agosto 2023

RECENSIONE # NERGAL di M.D. Ferres #

 


Terzo volume della serie “The Crimson Thrones”, NERGAL è dedicato al dio dell’Oltretomba, della Guerra e della Catastrofe, anch'egli scelto per contribuire, assieme alle altre tre antiche divinità, a fermare il Distruttore che, supportato dalle sue mostruose creature, sta attaccando la terra per eliminare gli uomini.


NERGAL
di M.D. Ferres


346 pp
È dura per un dio potente e un tempo temuto in tutta Babilonia, dover trascorrere millenni nella Terra del Non Ritorno.
Ma finalmente per Nergal, Principe terrifico, Dio dell’Oltretomba, della Guerra e della Catastrofe, è giunto il momento di uscir fuori da quella che da troppo tempo è per lui una prigione: avendo vinto il torneo - organizzato da tutte le divinità per individuare i quattro campioni che dovranno eliminare il Distruttore e salvare l'umanità -, una importantissima missione lo attende ed egli è pronto ad ottemperare ai propri doveri.

Anche Nergal, come Seth e Lugh, dispone di un frammento prezioso dello scudo della dea Atena, indispensabile per trovare colei che dovrà guidarlo in questo percorso difficile di salvezza dell'umanità.
Vincendo, Nergal è consapevole che potrà conservare la libertà appena guadagnata, ma ancora non sa cosa, o meglio chi, gli servirà per compiere il suo destino.

Ed ecco che lo scudo gli indica la via: Londra.
È qui che vive e lavora Kaya, una ragazza determinata e piena di energie, che si fa in quattro per inseguire i suoi sogni e diplomarsi alla Sherdford School of Fine Art, barcamenandosi tra lo studio e ben tre impieghi. 

La sua vita piena di sogni e impegni viene sconvolta un giorno, quando durante il suo turno di pulizie al British Museum, un uomo dall'aspetto terrificante - eppur bellissimo - compare dal nulla e comincia a parlarle di cose assurde, degne di un film fantasy.
Convinta, inizialmente, di essere vittima, se non di un’allucinazione, quanto meno di una burla, una sgomenta Kaya cerca di mandar via il ragazzone tutto muscoli che blatera di divinità e che le rinfaccia di essere stato invocato proprio da lei, ma purtroppo deve accettare un'amara realtà: quel tipo, che dice di chiamarsi Nergal (lei preferisce il più comune Neal) e di essere nientemeno che il dio dell'Oltretomba, è lì per lei, per prenderla e portarla con sé nella propria salvifica missione.
Beh, ad essere precisi, è il contrario: è Kaya a dover fare da guida all'antica divinità perché lo conduca là dove ci sono le crepe da cui escono le creature malefiche e distruttrici che hanno, già da un po', preso d'assalto la Terra.

Certo, Kaya non sa nulla di questa mission: impossible, ma se c'è una cosa che a Nergal non costa davvero nulla è convincere l'umana a credere nella sua identità divina: Nergal, infatti, richiama a sé i propri "poteri sovrumani" e le creature infernali che gli sono soggette e devote e che, ciascuna a modo suo, lo supporteranno nel suo viaggio verso il Distruttore.
Assieme, certamente, all'incredula e un po' spaventata Kaya, che proprio non immaginava che nel XXI secolo ci fossero ancora in giro déi babilonesi e demoni dall'aspetto terrificante.

E siccome il tipo divino, tanto alto e massiccio quanto sicuro di sé e sprizzante autorità da ogni poro, minaccia di seguirla ovunque - ed è ciò che, in un primo momento, succede, il che fa imbestialire Kaya, soprattutto perché Nergal sa rendersi invisibile ed è capace di tampinarla pure sotto la doccia -, l'artista è costretta ad assecondarlo e ad accompagnarlo in qualità di "Civetta", così come recita la parte della profezia a loro dedicata, in quegli angoli del mondo da cui provengono i mostri e il Distruttore, per chiudere le crepe e rispedirli al mittente.

Insomma, non è una passeggiata, anche perché Kaya... è solo una fragile e mortale umana!
Ma Nergal si accorge subito che ha una tempra forte, un caratterino deciso e focoso, sa tenergli testa e, più di tutto, gli accende i sensi come mai nessuna creatura femminile - in cielo, sulla terra e sottoterra - ha mai saputo fare.

Nergal è un dio e si "incendia" come il più appassionato degli uomini: Kaya ha un corpo meraviglioso e quel suo mix di sensualità, testardaggine e dolcezza, è davvero una miccia potente, in grado farlo scoppiare di passione in ogni fibra del suo essere; quando i due sono vicini, il sangue nelle vene scorre più veloce, il cuore martella nel petto...: tutto, di lui, desidera prendere e possedere Kaya.

E per lei è la stessa cosa.
Vero è che, sulle prime, Kaya è diffidente e cauta: non ha alcuna intenzione di concedersi a un giovanotto che è sulla terra in via temporanea, giusto il tempo di portare a compimento la missione e poi... ciao ciao, chi s'è visto, s'è visto.
Però il suo corpo è traditore e fa come gli pare: la passione la travolge e la conduce verso quello di lui, massiccio, grosso, che ispira passione e momenti di fuego, ma anche altro.
Protezione, ad esempio, e nel loro viaggio insieme Kaya farà costantemente esperienza di cosa voglia dire essere protette contro nemici molto, troppo forti (perché non di questo mondo), ma Nergal è una garanzia sotto questo aspetto: lui è padrone di ogni situazione vissuta, ha idea di che razza di nemico debbano fronteggiare e, anche grazie ai suoi sudditi infernali, sa rispondere colpo su colpo al Distruttore e ai suoi viscidi scagnozzi.

Nel "lavorare" fianco a fianco per individuare ed eliminare le creature minacciose, la coppia vivrà molte avventure e non pochi pericoli, che spesso metteranno a rischio anche la vita dei famigliari di Kaya, ma questo non farà che legare intimamente i due "guerrieri".
E per intimamente si intende sia nell'animo che nel corpo, infatti l'autrice ci regala non solo diversi momenti bollenti, in cui la passione deflagra irrefrenabile, ma anche altri più teneri, in cui Nergal e Kaya percepiscono che ad unirli non è solo il sesso ma qualcosa che va oltre e che li unisce interiormente, nel cuore.

Kaya sente il bisogno di avere Nergal nella sua vita, non può accettare di perderlo ma - cosa ancor più sorprendente per un dio da sempre ritenuto incapace di amare e, in generale, di provare i medesimi sentimenti degli umani -, ella vede al di là delle apparenze: è vero, Nergal è strettamente legato agli inferi, nulla del suo mondo è gradevole e tutto è oscuro e spaventoso..., eppure Kaya sa, sente, che in quella gabbia toracica batte un cuore generoso, perché nessuno l'ha mai difesa, rischiando la pelle, con tutto quell'ardore, quella forza e quella devozione cieca.

 

Nergal è convinto di non saper amare... ma perché non aveva mai conosciuto l'amore di una donna come Kaya, che con il suo modo di essere - ardimentosa e dolce, cocciuta ma anche premurosa e altruista -, insegnerà al suo passionale e sexy dio che anche in quel buio che da sempre lo accompagna è possibile far splendere una luce, e che dietro quei tratti mostruosi e repellenti (quelli che emergono quando mostra la sua natura e forma divina) si nasconde un uomo bello dentro e fuori, in grado di sacrificarsi per la sua donna come per gli altri esseri umani, e di amare, senza limiti e per l'eternità, come solo le divinità possono fare.

"Nergal" è un paranormal romance per adulti, avventuroso e movimentato, romantico e passionale, ironico, con abbondanza di dialoghi vivaci che concorrono a rendere più scattante il ritmo narrativo, a rendere ogni scena più vivida e caratterizzare i personaggi.
Ideale per chi è amante del genere.


Pur appartenendo alla stessa serie, ogni libro può essere letto indipendentemente dagli altri.

1. SETH di Laura Fiamenghi
2. LUGH di Francesca Trentini (USCITA: 1° LUGLIO 2023)
3. NERGAL di M.D. Ferres (USCITA: 1° AGOSTO 2023)
4. KÀRI di Monica B. (USCITA: 1° SETTEMBRE 2023)

sabato 26 agosto 2023

VACANZE A GLARONA [ pillole di storia ]

 

La mia vacanza famigliare in Svizzera sta per giungere al termine e lunedì sera lascerò Glarus (Glarona) per tornare in Italia, in Puglia.

Oggi vorrei condividere con voi un paio di curiosità storiche legate a questa cittadina di circa 12.500 persone, ai piedi dei monti Glärnisch, Wiggis e Schilt, a solo un'ora di macchina o di treno da Zurigo.
Da Glarona provengono prodotti rinomati come il cioccolato Läderach, i forni per raclette Stöckli, le sedie Horgenglarus e Geska Ziger.

La prima curiosità ha a che fare con un personaggio del VI secolo: San Fridolin, che compare sullo stemma glaronese, l'unico stemma cantonale raffigurante una persona.

San Fridolin, rappresentato con bastone e Bibbia (le raffigurazioni ecclesiastiche lo vedono anche accompagnato da uno scheletro), secondo la leggenda era un messaggero di fede irlandese, vissuto all'inizio del VI secolo e grazie alla cui influenza gli abitanti del Glarnerland divennero cristiani.
Dopo essere stato a Poitiers, attraverso Strasburgo e Costanza giunse a Coira (Chur) e lungo il suo cammino fondò numerose chiese, tra cui il monastero sulla penisola del Reno a Säckingen.
Lavorò come abate a Säckingen e da lì evangelizzò la zona dell'Alto Reno.

La leggenda racconta che il ricco Ursus, prima di morire, avesse donato gran parte del Glarnerland a Fridolin.
Suo fratello Landolf voleva riprendere la terra da Fridolin dopo la morte di Ursus, ma Fridolin riportò in vita Ursus per chiedere aiuto nella disputa sull'eredità, e Landolf ne fu così scioccato da regalare a Fridolin anche la la sua parte di paese.

In questo modo il Glarnerland venne dichiarato appartenente al monastero fondato da Fridolin a Säckingen, e Fridolin venne considerato il santo protettore contro i furti ereditari.


🇨🇭🇨🇭🇨🇭


Altra nota storica interessante: proprio a Glarus ebbe luogo l'ultima condanna a morte per stregoneria in Europa.

Anna Göldi nacque il 24 ottobre 1734 a Sennwald ed era la quarta degli otto figli di Adrian Göldi e di Rosa Bühler; rimase nubile.

 
Dal diciottesimo anno di età lavorò come serva, ad es. alle dipendenze del pastore di Sennwald, poi del pastore Johann Heinrich Zwicky (il figlio la mise incinta; del piccolo, partorito a Strasburgo, si persero le tracce) e presso Johann Jakob Tschudi, medico e giudice del tribunale dei Cinque, a Glarona (dal settembre 1780 alla fine di ottobre 1781).

I guai per Anne iniziarono quando, alla fine di ottobre 1781, nella scodella del latte della figlia di otto anni (Anna Maria) della famiglia Tschudi, nel giro di cinque giorni furono trovati nove spilli.
La serva fu licenziata in tronco il 5 novembre 1781 e pochi giorni dopo si recò da una sorella a Sax.
Intanto, la piccola Tschudi avrebbe iniziato a sputare spilli, chiodi di ferro e pezzi di filo metallico, entro Natale ne sputò in totale un centinaio e sulla testa di Göldi fu posta una taglia, con tanto di diffusione di dati segnaletici sui giornali.
La Göldi fu arrestata il 2 marzo 1782 a Degersheim, dove era a servizio presso un oste.
Anna Maria, pur avendo smesso di vomitare spilli, manifestò altri problemi di salute e fu proprio Anne Göldi a guarire la bambina, rafforzando ulteriormente la sua nomea di «strega».

Ad aprile iniziò il processo; durante il primo interrogatorio amichevole, senza tortura, la presunta strega ammise di aver messo gli spilli nel latte di Anna Maria: successivamente,  ammise di aver somministrato gli spilli, i chiodi e i fili di ferro alla bambina attraverso un dolce che aveva ricevuto dal fabbro Rudolf Steinmüller.

Nel corso del procedimento penale, anche negli interrogatori sotto tortura, Göldi oscillò tra queste due versioni dei fatti;   Steinmüller, arrestato il 9 aprile 1782 come complice, si tolse la vita in carcere.

A giugno  il consiglio evangelico glaronese, con 32 voti contro 30, la giudicò colpevole di essere un'avvelenatrice ("Vergifterin") e il 13 giugno 1782 Anna Göldi morì sulla ghigliottina.

Il 27 agosto 2008, a più di 226 anni dall'esecuzione, il parlamento cantonale di Glarona ha deciso di riabilitare Anne Göldi.
In sua memoria è stato aperto un museo, Anna Göldi Museum Glarus.

FONTI CONSULTATE

  • https://www.gl.ch/portrait/wappen.html/204
  • https://www.heiligederschweiz.ch/fridolin/
  • https://www.glarus.ch/portraet.html/5823
  • https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/043539/2021-11-30/



Una via di Glarus


Stemma glaronese -
Fridolin



Glarner Stadtkirche





martedì 22 agosto 2023

✔️ RECENSIONE ✔️ VERITÀ NASCOSTE di Anna Maria Fusco


Sei mesi: questo è il tempo in cui una giovane donna pugliese vive l'esperienza più traumatica della propria vita, rapita da uomini che la trascinano da un tugurio all'altro, sottoponendola a violenze di ogni tipo, in attesa di ricevere il tanto agognato danaro del riscatto.

Sei mesi infernali ai quali sarà arduo sopravvivere, eppure Anna Maria attingerà ad un'incredibile forza interiore e a un'inesauribile riserva di fede che le permetteranno di superare qualcosa di inaudito e al limite della sopportazione.



VERITÀ NASCOSTE
di Anna Maria Fusco


307 pp.
Ci sono esperienze difficili da raccontare perché rievocarle provoca ancora tanto dolore anche dopo molti anni.

Per anni Anna Maria Fusco ha tenuto nascosto, per pudore, tutta l'oscena brutalità di ciò che ha vissuto in sei mesi di cattività, in balia della volontà e dell' insensibilità di esseri senza scrupoli né coscienza, cioè i suoi sequestratori.

Anna Maria è una giovane maestra ventunenne di Manduria, figlia di genitori benestanti (il padre è un imprenditore del vino) che il 18 novembre 1983 viene sequestrata da una banda di rapinatori della Sacra Corona Unita, determinata a chiedere un lauto riscatto in cambio del rilascio della ragazza.

In queste tremende pagine, la voce di Anna Maria ci porta nel suo personale inferno, in quei maledetti mesi vissuti lontana da casa e lasciata in condizioni disumane, di incuria e sporcizia totali, con scarsità di cibo e acqua, e soprattutto sottoposta a costanti abusi e sevizie, tanto fisici e psichici, quanto sessuali.

La sua è stata un'esperienza devastante, che l'ha condotta giù per gli scalini più bassi della dignità umana, segnandola in maniera indelebile come persona e come donna.

Che un rapimento sia, già di per sé, un fatto tragico e spaventoso è indubbio, ma ciò che il corpo e la mente di Anna Maria hanno dovuto sopportare è indicibile.

Il lettore resta attonito e ammutolito davanti a un tale rigurgito di malvagità; già quella povera ragazza doveva subire un trauma terribile per il solo fatto di essere privata della sua libertà, della sua vita e del rispetto, da uomini privi di umanità pronti a macchiarsi dei peggiori reati pur di fare soldi, ma a questo si aggiungevano costanti e quotidiane mortificazioni, come se Anna Maria fosse peggio di un animale, da prendere a calci e tenere legato, per di più in ambienti a dir poco degradati, sporchi, infestati da ratti e rettili; per quei bruti ella era un pezzo di carne senza diritti né dignità, da stuprare, percuotere con violenza inaudita, da dileggiare perfidamente.

Un sequestratore in particolare è stato il suo torturatore, colui che abusava della ragazza come e quando voleva, riversando su di lei ogni sorta di istinto animalesco.


Come si sopravvive a vicissitudini del genere?
Anna Maria ce lo racconta ed è straziante.

A sostenerla sono stati la fede e il pensiero della famiglia, oltre a quell'atavico istinto di sopravvivenza che emerge in situazioni al limite e che permette di affrontare, con insospettabile resilienza, qualcosa che mai avremmo pensato né di poter vivere né tantomeno di affrontare e superare.

Anna Maria prega e invoca Dio confidando che Lui non l'abbandonerà e che continuerà a vegliare su di lei; se lo vorrà, farà in modo che lei torni alla libertà, alla sua famiglia e alla sua vita.

Solitudine, disperazione, sofferenza nel corpo, nella mente e nello spirito, terrore, un profondo senso di vergogna, freddo, fame, la consapevolezza di essere diventata in sei mesi un oggetto senza valore, da calpestare, maltrattare, ingiuriare ed eventualmente uccidere senza pietà, se le scellerate richieste dei delinquenti, che la tengono prigioniera, non dovessero essere esaudite.

Al buio, in quelle squallide e immondi "prigioni", Anna Maria piange e prega, ma non solo, fa qualcosa di più, di necessario: tiene viva e allenata la propria mente cercando di memorizzare quanti più dettagli utili per raccogliere informazioni sui rapitori; continua a rivolgere pensieri d'amore alla famiglia e alimenta i ricordi felici dell'infanzia, nonostante gli ignobili tentativi dei suoi carcerieri di farle credere che i suoi cari non l'amino abbastanza, se esitano tanto a pagare per liberarla.

Il racconto di Anna Maria, crudissimo perché drammaticamente e dolorosamente reale, è il grido liberatorio di una donna, ora adulta, che, a poco più di 20 anni, ha visto e sperimentato violenze terrificanti e umilianti, capaci di uccidere dentro, nell'anima, eppure lei - con la sua fede sincera e semplice, la sua incredibile e ammirevole capacità di amare e perdonare - ha saputo ricostruirsi pezzo per pezzo, a lasciare andare odio e rancore, ha continuato a nutrire la speranza e la fiducia in un futuro più lieto, e questa lettera al mondo vuole essere un incoraggiamento per tutti, in particolare per i giovani, perché siano costruttori consapevoli di una umanità migliore, che viva tenendo alti i valori del rispetto della dignità e della libertà dell'uomo, i valori dell'amore e della misericordia.

La storia di Anna Maria è molto forte, colpisce il lettore, lo lascia sgomento e atterrito in presenza di tanto dolore e di tanta malvagità, ma altresì egli resta ammirato dalla grande sensibilità e dalla forza interiore di questa ragazza degli anni 80 che, malgrado i momenti di abbattimento e sconforto, non si è lasciata sopraffare dal male ma, anzi, ha vinto il male con il bene*.

Grazie, Anna Maria, per il coraggio nel condividere una storia - la tua - così dura e intensa.

Ideale per chi ricerca storie di vita vissuta ed è pronto a leggere di esperienze angoscianti ed emotivamente molto forti.


* Lettera ai Romani 12:21

domenica 20 agosto 2023

♣️ RECENSIONE ♦️. IL RUMORE DEI TUOI PASSI di Valentina D'Urbano



All'interno della "Fortezza", Beatrice e Alfredo sono per tutti "i gemelli". 
I due non hanno in comune il sangue: a legarli nel profondo è un'amicizia ruvida, un affetto espresso a suon di schiaffi, morsi, grida e parolacce, che negli anni si trasforma in un sentimento diverso, più vicino all' amore. 
E un amore come il loro non può che essere sì selvaggio, pieno di graffi, sì, ma anche tenero e delicato, e dove l'inconfondibile rumore dei passi dell'altro è più forte di tutto.


IL RUMORE DEI TUOI PASSI
di Valentina D'Urbano



Longanesi ed 
318 pp

"io non ti lascio. Non ti preoccupare, Alfredo, non avere paura, io rimango qui con te. Dentro il buio."

Beatrice e Alfredo sono due adolescenti cresciuti insieme come fratelli pur non condividendo lo stesso sangue; il loro è un affetto fraterno che nel tempo ha assunto diverse sfumature, arricchendosi di nuove e forti sensazioni e desideri.

Quella tra Bea e Alfredo è un'amicizia feroce, ruvida, un legame viscerale, incrollabile, di quelli che poche volte nascono nella vita.

"Cercammo di smettere di essere uguali, ma non ci riuscimmo mai. Ci eravamo contaminati."

Alfredo entra (ufficiosamente) a far parte della famiglia di Bea quando è solo un bambino conciato male a causa delle continue botte che il padre - perennemente ubriaco - dispensa ai tre figli (orfani di madre). La mamma di Bea prende a cuore quello spaventapasseri di bambino singhiozzante e Alfredo diventa il terzo figlio per i genitori di Bea, e un fratello per lei e Francesco.

Un fratello con cui crescono e col quale condividono attenzioni, cibo, stanze, doccia, letto.

"Non ce l’ha mai avuto un nome preciso, questo posto. Per molti anni era stato solo il quartiere occupato, ma all’inizio degli anni Settanta qualcuno cominciò a chiamarlo la Fortezza. Quelli che venivano da fuori non potevano entrare. A pensarci bene, nemmeno noi potevamo uscirne. Eravamo gente poco raccomandabile, gente che nessuno voleva prendere a lavorare, i rifiuti della società."

Alla Fortezza (il quartiere dove vivono Bea e Alfredo) è un po' come trovarsi in uno spazio in cui regna una gran confusione, pur essendoci delle regole interne come in ogni grande o piccola comunità: si spaccia, si litiga, si beve, si rubacchia, si gioca a pallone, gli adolescenti hanno rapporti promiscui, la gente vive e sopravvive con mezzucci discutibili, ma su una cosa tutti sono d'accordo: la polizia è il nemico numero uno e non deve mettere piede nella Fortezza.

In questo clima selvaggio e crudo, i bambini crescono in fretta, avvolti da poche carezze e smancerie e da molti rimproveri e percosse.

Se alcuni, come Bea, hanno genitori più attenti, altri come Alfredo vivono lasciati a loro stessi.

I ragazzi imparano crescendo che il mondo è come una grande giungla, dove non c'è posto per sentimentalismi, dove devi dimostrare forza e carattere, tirare fuori le unghie e alzare la voce.

Nella Fortezza si cresce insieme affrontando le medesime problematiche e si è uniti da legami quasi fraterni; è come una grande famiglia dove tutti si conoscono e si affibbiano anche soprannomi.

Beatrice e Alfredo sono, ad esempio, "i gemelli": sempre insieme, stessa andatura nel camminare, stesse gestualità...; paiono davvero fratelli di sangue ma, col sopraggiungere dell'adolescenza, Bea realizza che i suoi occhi hanno cominciato a guardare Alfredo in modo differente: la sua vicinanza fisica, il suo tocco, il suono della sua voce le smuovono qualcosa nella pancia mai provato prima e questa consapevolezza la rende furiosa, aggressiva e quasi cattiva verso Alfredo, che lei spesso tratta male senza che lui lo meriti davvero.

I suoi sentimenti stanno mutando ma Alfredo sembra non vederlo: per lui Bea è sempre la stessa rompiballe con cui si tirano calci, schiaffi, sputi e parolacce.

E anche se gli amici li vedono come una coppia, Bea vede che Alfredo si guarda attorno e "fa lo scemo" con le altre.

Questo la manda in bestia perché lei vorrebbe essere l'unica per lui, come Alfredo lo è per lei.

Non sono forse sempre stati appiccicati, tutto l'uno per l'altra? E allora perché lui non la vede come una ragazza con cui avere una storia ?

In realtà Alfredo, a modo suo, è geloso di Bea, e non sopporta che lei possa divertirsi senza di lui (tantomeno con un ragazzo) e lasciarlo solo.

Ma non saranno altre relazioni a mettersi tra loro bensì qualcosa di molto peggio e pericoloso: la droga.

Siamo negli anni Ottanta, il fenomeno droga è quanto mai diffuso, tanto più in un luogo già socialmente deviato e disfunzionale come la Fortezza.

Alfredo resta impigliato nelle glaciali e mortifere maglie della tossicodipendenza, che gli toglierà la luce dagli occhi, il vigore dal corpo e la voglia di vivere. Gli ruberà l'anima, rendendolo uno zombie.

Però Bea continua ad essere al suo fianco, nonostante la rabbia, la stanchezza, la sofferenza logorante che caratterizzano il prendersi cura di una persona la cui esistenza dipende dall'eroina.

Bea ama Alfredo e non riuscirebbe ad abbandonarlo neanche se lo volesse; piuttosto lo ammazza con le sue mani!!

Basterà il suo amore forte e sanguigno a salvarlo?

"Il rumore dei suoi passi" è un romanzo sull'amicizia, imperniato su un rapporto simbiotico che si esprime non attraverso carezze e dolci parole, ma con graffi, botte, offese, grida; é un affetto più che fraterno, è possessivo, quasi morboso, non conosce altro linguaggio se non quello animalesco e graffiante di chi è nato e cresciuto in mezzo alla strada, con poche o nessuna coccola e dolcezza, dove ognuno ha imparato a mordere e ferire per primo per non essere attaccato e sopraffatto.

Un'amicizia e un amore vissuti in modo famelico, totalizzante, dove ci si ama senza sussurrarsi "ti amo" ma aiutandosi e sostenendosi concretamente, sempre dopo aver vomitato una scarica di insulti e pugni.


L'autrice ha esordito con un romanzo dalle vicende forti e drammatiche, denso e intenso, brusco e autentico nei contenuti, nella tipologia di personaggi e nel linguaggio, dove ogni parola e gesto hanno la violenza di un pugno in faccia, dove la vita non fa sconti, le adolescenti abortiscono di nascosto da una mammana, un padre può tranquillamente ammazzare di botte i figli, dove i ragazzi incappano nel tunnel della droga e sono lasciati al loro destino, dove i servizi sociali difficilmente arrivano e così la polizia (se non per arrestare). Il contesto in cui si nasce e si annida dentro chi ci vive "come una malattia e che alla fine ci aveva rovinati."

È un romanzo molto bello, che scuote e commuove, ci si lega a Bea e Alfredo, le cui personalità sono molto ben delineate: lei così forte, testarda, prepotente e a volte crudele, lui più fragile, fondamentalmente buono e terrorizzato all'idea di essere lasciato solo dalla sua insopportabile Bea.

"una delle poche cose buone di Alfredo era proprio questa: sapeva amare incondizionatamente. Ma non aveva il mio carattere. Se nella nostra amicizia c’era un pilastro portante, quello ero io. Lui amava come un cane, con la stessa insensata fiducia, con lo stesso cieco trasporto."

I due protagonisti sono così diversi eppure indissolubilmente uniti nell' anima, e il loro rapporto riflette questo essere agli antipodi: vicinanza e voglia di scappare e allontanarsi dall'altro, ti picchio ma ti voglio anche abbracciare, ti amo e ti odio, tenerezza e rabbia.

"Eravamo insieme e allo stesso tempo eravamo lontani, come su due pianeti diversi. Io vedevo Alfredo svanire, farsi piccolo, perdere nitidezza. E non mi fidavo più di lui."

Non posso che consigliarvene la lettura, tanto più se siete alla ricerca di un libro ad alto coinvolgimento emotivo. 


ALCUNE CITAZIONI

"Certe volte ti dimentichi le cose che hai vissuto. Le lasci da parte perché ti sembrano infantili, prive di senso, e allora le abbandoni lì a farsi seppellire. Le rimuovi, fino a che non succede qualcosa che te le fa ricordare. E allora cambia anche la visione della realtà."

"Eravamo fatti così, tendevamo a nascondere le cose difficili, ci sforzavamo di non vederle, finché non ci capitavano sotto agli occhi, finché non diventavano così grosse e cattive da prenderci a calci in faccia. Solo a quel punto decidevamo di affrontarle, e spesso era già troppo tardi. Era un modo come un altro di difenderci."


venerdì 18 agosto 2023

COME VA CON I VICINI DI CASA? [[ Libri a tema ]]



Ma quanti romanzi ci sono che sono incentrati sui vicini di casa, soprattutto quelli inquietanti e con caterve di scheletri nell'armadio?
Beh, parecchi e per la rubrica "libri a tema..." daremo un'occhiata ad alcuni romanzi in cui compaiono proprio loro: i vicini fastidiosi, misteriosi, sinistri e, spesso, portatori di rogne.


Vicini di casa di Thomas Berger (Big Sur, 319 pp). 

Earl Keese è sposato con Enid e, da quando la loro figlia ventenne, Elaine, si è trasferita al college, i due vivono tranquilli come due novelli sposi. Ma la pacifica routine viene stravolta quando nel vicinato trasloca una giovane coppia, Harry e Ramona: Harry è un omone all'apparenza bonario che nasconde però un lato aggressivo e calcolatore, mentre Ramona, sensuale e sicura di sé, inizia da subito a provocare Keese. 
Mentre Enid sembra subire il carisma dei vicini, Earl va in crisi. 
I quattro diventano protagonisti di una rocambolesca guerriglia di piccole violenze reciproche, sotterfugi, manipolazioni e trucchetti. Incapace di distinguere tra alleati e nemici, tra realtà e allucinazione, Keese dovrà fare appello a tutte le sue risorse per non perdere la sanità mentale e resistere all'assalto dei nuovi arrivati. 


I buoni vicini di Sarah Langan (SEM E., 400 pp).

A Maple Street, un quartiere da cartolina alla periferia di Long Island, la vita sembra scorrere all'interno di una bolla di certezze che, però, scoppia con l’arrivo di una nuova famiglia, composta da Arlo Wilde, una rockstar burbera e sopra le righe, sua moglie Gertie, con un passato da reginetta di bellezza; Julie, una coraggiosa e sfrontata preadolescente che impreca come un marinaio e suo fratello minore Larry. 
La loro vicina di casa Rhea Schroeder, solitaria professoressa dal passato oscuro, accoglie Gertie e la famiglia nella comunità. 
M durante una serata estiva piena di spritz, i nuovi “migliori amici” condividono troppo, e troppo presto. Mentre le tensioni aumentano, una voragine si apre in un parco vicino a Maple Street e la figlia di Rhea, Shelly, cade nel precipizio. Sarà facile, a questo punto, scagliarsi contro i Wilde, i “diversi” in un mondo di uguali: all’improvviso, a valere è la parola di una madre contro l’altra, di un genitore contro l’altro nel “tribunale dell’opinione pubblica”, in un’apoteosi di ipocrisia e crudeltà che finisce nel sangue...


Un vicino di casa molto speciale di Ali McNamara (Ed. Newton Compton, 423 pp).

Ava è appena arrivata nella tranquilla località di Bluebell Wood, attratta dal silenzio dei boschi, dai ritmi pigri della campagna e soprattutto dalla possibilità di starsene da sola. La vita in città, che un tempo amava, non fa più per lei. E anche se una volta era una donna di successo, tutto quello che desidera adesso è godersi il suo piccolo cottage da fiaba, uscendo solo per passeggiare immersa nella natura o per curare il giardino in compagnia del suo cane, Merlin. Il suo passatempo preferito diventa dare qualche briciola agli uccellini che cantano, la mattina presto. E i suoi nuovi amici cominciano a lasciarle in cambio piccoli regali: inizialmente Ava non vi presta attenzione, ma giorno dopo giorno, i doni lasciati in giardino dagli uccellini sembrano assumere un significato sempre più profondo. Stanno cercando di comunicarle qualcosa?
Sarà l’incontro con Callum, il suo vicino di casa, a farle capire che forse il destino le sta regalando una seconda occasione per essere felice.



La famiglia del piano di sopra
di Lisa Jewell (Ed. Neri Pozza, 336 pp)
.

A Cheyne Walk vive la buona società londinese, ma ciò non impedisce che in uno degli appartamenti del numero 16 vengano rinvenuti ben tre cadaveri. 
Sul pavimento della cucina giacciono i corpi dei coniugi Martina e Henry Lamb e di un terzo uomo non identificato. In una camera al primo piano, c’era una bambina di circa dieci mesi in buone condizioni di salute, con una zampa di coniglio sotto la copertina della culla. 
Stando alle dichiarazioni dei vicini, da alcuni anni in quella casa abitavano molti bambini e diversi adulti, tutti misteriosamente svaniti nel nulla, compresi i due figli maggiori dei Lamb. 
Serenity Lamb, che venticinque anni prima era stata adottata dai signori Jones, diventando Libby Jones,  ha ereditato la casa di Cheyne Walk e, con lei, il suo spaventoso passato.
Cos’è accaduto davvero tra quelle mura? Che fine hanno fatto gli altri abitanti della casa di Chelsea? E, soprattutto, in che modo quei drammatici eventi hanno a che fare con gli strani rumori che Libby sente provenire dal piano di sopra, benché sia certa di essere sola in quella strana e tetra dimora?


La coppia della porta accanto di Shari Lapena (Mondadori, 280 pp).

Un crimine odioso: una bambina di sei mesi sottratta ai genitori mentre sono a cena dai vicini. 
L'inizio è quello di un giallo classico che, in poche pagine, eluderà però qualsiasi paragone. Quante cose il lettore crede di sapere e non sa. Quante volte sussurrerà "ho capito" e si dovrà ricredere.

Un innamoramento al momento sbagliato, una coperta scomparsa, una telecamera che non funziona, un'altra che funziona troppo bene, il depistaggio di una mente malata, quello di una mente fin troppo sana, un gioco erotico che sfugge al controllo e un detective capace di mille ipotesi stravaganti che, guarda caso, trovano altrettante sinistre conferme: un'inesorabile discesa all'inferno nei segreti di una coppia, la percezione di un matrimonio che, da un vetro distorto, mostra il suo disegno invisibile e pauroso.
Conosci davvero chi vive accanto a te? E di chi ti puoi veramente fidare? Un'inesorabile discesa all'inferno nei segreti di una coppia.


mercoledì 16 agosto 2023

|| RECENSIONE || TU SEI L'ERBA E LA TERRA di Antonia Pozzi

 

Le poesie della presente raccolta, edita da Garzanti, intitolata TU SEI L'ERBA E LA TERRA, appartengono alla poetessa Antonia Pozzi (1912-1938) e coprono un arco temporale che va dal 1929 al 1937; sono per lo più dedicate a una persona in particolare e infatti in questi versi ("le

Ed. Garzanti
96 pp

mie poesiucole"
) dominano i sentimenti e i pensieri struggenti che la poetessa rivolge all'amato, il professore Antonio Maria Cervi.

Antonia immagina di poter guardare nuovamente i suoi occhi, di sentirne la voce; tutto le ricorda il suo amore che è distante da lei e la lontananza acuisce, invece di placare, il desiderio che sente nel cuore.


Se io capissi
quel che vuole dire
– non vederti più –
credo che la mia vita
qui – finirebbe.
(Ricongiungimento, 17.09.'33)

***

Accettami così, ti prego. Prendimi
così come ora sono. Non mi chiedere
di più. Sei forte: sii pietoso. Tendimi
la tua mano tenace; fammi credere
alla vita, Antonello.
(...)
Odimi, amore:
siimi tu il vento, siimi tu il cielo
ed io sarò una viva acqua fremente
che cullerà il tuo male. Sii lo stelo
che regga il fiore morto e con possente
slancio esso rivivrà; siimi il sole.
(Preghiera, 23.07.'30)


La giovane poetessa si ferma stupita ad osservare ciò che la circonda, in special modo la natura, ne avverte l'immensità e il senso di'infinito che essa trasmette; le parole scelte per descrivere, con minuzia e attenzione, gli elementi naturali riflettono i suoi stati d'animo, i malesseri, i turbamenti, percezioni e sensazioni.

Nelle poesie di questa raccolta leggiamo di come sentisse la solitudine, il dolce fardello dei ricordi dell'infanzia, il cupo pensiero della morte, l'amore insoddisfatto che riempiva la sua anima.


Vorrei rapire
d’un balzo e portarmi via, correndo,
un mio fardello, quando si fa sera;
avventarmi nel buio, per difenderlo,
come si lancia il mare sugli scogli;
lottar per lui, finché mi rimanesse
un brivido di vita;
(...)
...sono sola. Sola mi rannicchio
sopra il mio magro corpo
(Solitudine, 04.06.'29)

***

un giorno nuda, sola,
stesa supina sotto troppa terra,
starò, quando la morte avrà chiamato.
(Canto della mia nudità, 20.97.'29)



Poi ch’io sono una cosa –
una cosa di nessuno
che va per le vecchie vie del suo mondo –
gli occhi
due coppe alzate
verso l’ultima luce –
(Largo, 18.10.'30)

***

Chi mi vende oggi un fiore?
Io ne ho tanti nel cuore:
ma serrati
in grevi mazzi –
ma calpesti –
ma uccisi.
Tanti ne ho che l’anima
soffoca e quasi muore
sotto l’enorme cumulo
inofferto.
(I fiori, 14.02.'33)


Mi sono procurata la presente raccolta dopo aver letto il volume comprendente i diari dell'autrice (MI SENTO IN UN DESTINO), spinta proprio dalla grande sensibilità che emergeva sin dai suoi scritti giovanili, la ricchezza d'animo, il suo saper guardare e descrivere, in modo semplice e solenne insieme, malinconico, dolce e struggente, tanto la natura attorno a sé, ammirata e amata, quanto il mondo interiore che era dentro di sé, un mondo così ricco, straripante di tante e variegate emozioni, riflessioni e sensazioni, da dover necessariamente "fuoriuscire" e riversarsi sulla carta.

Questa pubblicazione, quindi, comprende alcune delle più intense poesie di Antonia, ne rispecchiano fedelmente l’esistenza tormentata e tragicamente conclusasi troppo presto. 
In esse percepiamo la delicata passione per quell'amore impossibile (per Antonio Maria Cervi), il dolore vissuto a motivo dell'allontanamento impostole dal padre e l'inevitabile senso di vuoto, la divorante solitudine che trovava un po' di requie solo a contatto con la natura.

Antonia Pozzi è una poetessa da conoscere e apprezzare.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...