lunedì 18 settembre 2023

✎ RECENSIONE ✎ L'ISOLA DI PIETRA di Francesca Gerla



L’isola di Pietra è un romanzo di formazione che, attraverso le vicende che coinvolgono la protagonista, si sofferma sulle tante e contraddittorie facce dell'amore, sulla complessità dell'esperienza della maternità, sul peso che hanno le scelte personali, sulle imprevedibili strade che può prendere il desiderio; tra le sue pagine si snoda la storia di una donna alla ricerca di sé stessa, della propria strada, tesa verso la costante affermazione della propria volontà e nella costruzione di un'identità che ha inizio e trova la sua destinazione in quell'isola dell'infanzia di cui conosce ogni angolo, di cui riconosce rumori e silenzi, nella cui bellezza naturale si rispecchia e si ritrova.



L'ISOLA DI PIETRA
di Francesca Gerla


Ed. Homo Scrivens
254 pp
15 euro
2010, Napoli. Pietra sta per partorire; senza alcun famigliare accanto, ricoverata in ospedale, la donna è in travaglio, vicina al fatidico e meraviglioso momento in cui suo figlio verrà al mondo.
Nelle ore in cui aspetta, tra una fitta e l'altra e aiutata dalle cure del personale ospedaliero, Pietra ha tutto il tempo per pensare, ricordare, recuperare emozioni e sogni su cui sono passati anni, ma che continuano ad essere vivi nella sua mente.

Si rivede tredicenne a Ventotene, l'amata isola in cui trascorreva l'estate, a casa di nonna Margherita; e rivede il sorriso e lo sguardo malizioso e sbarazzino di Roberto, un ragazzo che, dal primo momento in cui cui i loro occhi si sono incrociati, è riuscito a farsi spazio nel cuore di Pietra,  la quale aveva accolto con ingenuo stupore le sconosciute sensazioni che le davano la presenza e il contatto con quel ragazzo poco più grande di lei ma così sicuro di sé, convinto di poter conquistare quella ragazzina tutta gambe e braccia, magra, con la pelle liscia, i capelli rossi ribelli e quegli occhi...: occhi particolari, rari nel loro essere diversi l'un dall'altro - uno nero, l'altro nocciola - e che ben incarnano la complessa personalità di Pietra.

Pietra ingenua, semplice, sincera, arrendevole, ma anche Pietra determinata e volitiva; innamorata ma pronta, al momento opportuno, a pretendere spazio per sé stessa e per i propri desideri.

Attraverso una narrazione che intervalla il presente (2010, Napoli, con Pietra che sta per partorire) con diversi periodi del passato (a partire dal 1983), seguiamo Pietra negli anni e la vediamo crescere, come donna, figlia, nipote, fidanzata, moglie, prendere di volta in volta consapevolezza della propria individualità, delle proprie esigenze, del diritto di sapere chi è, da dove viene davvero e, soprattutto, cosa vuol essere ora e in futuro.

Pietra, passata l'estate del 1983, rivede il suo Roberto dopo diversi anni e prende coscienza di come, tra loro, la scintilla scattata da ragazzini non si sia mai spenta, anzi: il tempo l'ha alimentata e nel ritrovarsi ventenni sanno come darle corpo, forma e senso.
Inizia così una relazione forte, intensa, basata su un amore vero eppure non realmente solida, anzi minata dall'indeterminatezza, dalla frammentarietà, dalla volubilità e, purtroppo, da colpevoli silenzi e risposte sfuggenti.

"Pietra era il suo legame con la parte più vera di sé, la sua isola nel mare turbolento e a volte agghiacciante di un lavoro spesso ingrato".

Roberto ama Pietra ma ama anche il proprio impegnativo lavoro, che lo porta a viaggiare molto, a trasferirsi di città in città, di nazione in nazione e, da buona moglie, Pietra segue il marito in ogni dove (Tokyo, Nairobi...), abbracciandone l'esistenza vagabonda.
In questa unione c'è posto solo per la coppia marito-moglie: Roberto non vuole figli e Pietra accetta la richiesta del marito, convincendosi - per anni - di star bene così, di non volerne neppure lei.

Ma si cambia, nel corso della vita, per diverse ragioni, e si conoscono tante persone, si fanno esperienze, si intrecciano rapporti di amicizia, legami importanti e ciò che credevamo non rientrasse tra i nostri desideri e le priorità, scopriamo invece che forse... abbiamo del posto per essi nelle nostre giornate.

Ci sono luoghi che più di altri hanno regalato qualcosa a Pietra; nel periodo trascorso nella vivace Napoli  - tra le sue strade chiassose, il suo mare che le ricorda l'amata e indimenticata Ventotene, la sua gente allegra e solare, socievole al limite dell'invadenza -, la donna conosce e fa amicizia con Elena e la sua famiglia, e con altre persone che, attraverso i racconti delle proprie vite e vicissitudini, instillano in lei desideri inaspettati, come quello della maternità.

Ma Roberto - il suo enigmatico, frettoloso, indaffarato marito - continua a restar fermo nella propria decisione: niente figli. Del resto, come potrebbero fare i genitori, essendo loro sempre in giro per il mondo a causa del lavoro di lui?
Perché Roberto è così convinto e deciso a non voler diventare padre? 

Ogni persona è diversa dalle altre per numerose ragioni, ma se c'è una cosa che accomuna forse tutti è il bisogno di avere risposte su sé stessi: conoscere le proprie origini e radici è fondamentale per costruire, mattone dopo mattone, la propria personalità e la propria vita.

Negli anni, tanto Roberto quanto Pietra si ritrovano, più di una volta, a non saper cosa fare di sé stessi e della propria esistenza e a tornare a Ventotene proprio "per interrogarne le pietre" e per cercare di trovare la più preziosa per loro.

Roberto deve fare i conti con la figura di suo padre che ha vissuto cercando il proprio personale riscatto rispetto a un mondo che sembrava non credere in lui, e che ha sacrificato i propri veri sentimenti pur di raggiungere certi obiettivi; Roberto ha ereditato questa frenesia, l'eccessiva importanza data al lavoro come se la propria identità si basasse principalmente su quello.

Pietra, a sua volta, è stata messa davanti a una verità non semplice da accettare e che fa capo a quel tipo di domande esistenziali che sono importanti e imprescindibili: "Chi sono? Da dove vengo?"; apprendere e accettare le risposte non è facile e il rischio che ciò sia destabilizzante è più che concreto.

Si possono vivere degli anni accanto alle persone che amiamo e che crediamo di conoscere bene, senza in realtà sapere tutto di loro.
Questo vale per nonna Margherita e Candida (la mamma di Pietra) e anche per Roberto: quante cose le sono state nascoste, quanti silenzi, bugie..., che - vuoi o non vuoi - hanno costituito tanti piccoli mattoncini che Pietra ha usato per dare forma alla propria personalità, ma che - a ben guardare - erano un cumulo di illusioni.

C'è più di una persona che ha tenuto nascosto qualcosa di importante a Pietra ma certe verità non possono essere celate per sempre e arriva il momento, per lei, di sapere ciò che deve e che, ancora una volta, sarà un nuovo mattoncino utile per definire e dare un indirizzo alla propria esistenza.

Un'esistenza che, da una parte, lei stessa desidera sia avventurosa, vivace, movimentata, e anzi, ciò che l'aveva spinta ad abbracciare un tipo di vita girovaga e ad assecondare le aspirazioni del marito, era da rintracciare (anche) nell'istinto che da sempre albergava nel suo cuore: l'ansia vorace d'avventura.
Ma quando capisce che è arrivata l'ora di smettere di dedicarsi unicamente alla ricostruzione dell'immagine sfuggente di suo marito e di passare a concentrarsi non solo sulle radici, ma anche sulle fronde, "sui germogli nuovi che aveva voglia di vedere sbocciare", ecco che altre prospettive e desideri si affacciano e la riconducono a quell'isola che porta dentro di sé da sempre e che è sinonimo di casa

La Pietra giovanissima, senza malizia, fiduciosa, innamorata, cede man mano il posto a una Pietra giustamente più matura, più consapevole di sé, dei propri cambiamenti - nel corpo come nella mente e nel cuore - e del diritto ad essere felice e soddisfatta delle proprie scelte.
Con o senza Roberto, e nonostante il "senso di appartenenza che li legava con la prepotenza della passione" da quando erano due adolescenti.

La gravidanza e le ore precedenti il parto costituiscono il momento cruciale in cui Pietra ha tutto il tempo per valutare, ricordare, riflettere, godersi l'inebriante sensazione di pienezza e di intima condivisione con una creatura sua, che le appartiene e che pure è altro da sé; Pietra è pronta all'idea di stravolgere la propria vita accogliendone un'altra fortemente desiderata e non si sente sola in questo frangente unico e straordinario.

E Roberto?
Il lettore non può non chiedersi dove sia e l'autrice non manca di darci risposte, di mostrarci i perché e i come che hanno portato Roberto ad essere l'uomo che è e che troppo facilmente ricorre ad atteggiamenti sbrigativi e superficiali i quali, in realtà, celano paure e insicurezze che non è stato capace di affrontare e risolvere nel tempo, e che invece avrebbe dovuto condividere con la donna della sua vita, confidando nella forza del sentimento che li univa.

"L'isola di Pietra" è, come dicevo, un romanzo di formazione incentrato su temi quali la ricerca, scoperta e costruzione di sé, la maternità (rimandata, voluta, vissuta con consapevolezza, soffocata, vissuta nell'incertezza del futuro...), la relazione di coppia (con le sue problematiche, come l'incomunicabilità, i silenzi...), il rapporto genitori-figli, l'importanza di conoscere le proprie origini, l'attaccamento ai luoghi in cui ci siamo sentiti a casa, accolti e liberi di essere noi stessi.

Una scrittura che personalmente ho apprezzato moltissimo perché, nel suo essere semplice, diretta ed essenziale, sostiene egregiamente una narrazione ricca di fascino, suggestione, introspezione e profondità, in cui la dimensione interiore è predominante, e non potrebbe essere diversamente visto che la narrazione si sviluppa lungo la spirale dei ricordi della protagonista, che accompagniamo nella sua evoluzione umana, fisica e psicologica; l'attenzione per l'aspetto introspettivo coinvolge anche gli altri personaggi, come Roberto o nonna Margherita.
C'è un che di "circolare" che avvolge la storia di Pietra e che riguarda la sua isola e il suo attaccamento ad essa; da Ventotene partiamo (1983) e a Ventotene ritorniamo, nel presente (2010); ma nell'arco di tempo che passa tra questi due momenti, Pietra ama, sogna, soffre, spera, conosce persone importanti, ricorda, grida, litiga, va e viene..., in una parola vive, perché lei è così: piena di vita, cangiante come i suoi occhi, imprevedibile come i sentieri difficili percorsi da ragazzina, inafferrabile come i profumi della natura; il suo girovagare per il mondo con Roberto, senza avere una fissa dimora per anni, riflette l'irrequietezza e l'incertezza legate alla ricerca tanto della verità circa la propria nascita quanto del proprio posto nel mondo, all'affermazione della propria personalità e dei suoi desideri più profondi.

Un romanzo molto bello, che son certa apprezzerete per l'abilità narrativa dell'autrice, per la storia, la caratterizzazione dei personaggi, le ambientazioni e la loro importanza nel percorso di crescita.

Con questa recensione si conclude il Review Party dedicato al romanzo di Francesca Gerla.



11 settembre – Paper Purrr
12 settembre – Le letture di Adso
13 settembre – Lilith Hendrix
14 settembre - La libreria di Anna
15 settembre – Les Fleurs Du Mal
15 settembre – Raffaele Borghesio
18 settembre – Chicchi di pensieri

 

sabato 16 settembre 2023

"Sabra - è l'identità del nostro tempo, per sempre" - ricordo di un massacro -



Tra il 16 e il 18 settembre 1982, quarantuno anni fa, nel campo profughi palestinese di Shatila, situato nel quartiere di Sabra, alla periferia ovest di Beirut, uomini delle milizie cristiano-falangiste entrano nei campi profughi palestinesi di Sabra e Shatila e danno vita al massacro della popolazione palestinese, tre giorni di crudeltà agghiaccianti, con gli israeliani, installati a 200 metri da Shatila, a creare una cinta intorno ai campi e a fornire i mezzi necessari all'operazione. 
Il bilancio delle vittime è di circa 3.000 vittime. In seguito alla creazione di una commissione d’inchiesta, che gli attribuisce la responsabilità del massacro, Ariel Sharon è costretto a dimettersi da ministro della difesa. 
Il 16 dicembre dello stesso anno l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel condannare nel modo più assoluto ciò che era successo, conclude “che il massacro è stato un atto di genocidio”.

HANDALA


Sabra e Shatila
di Mahmoud Darwish


Sabra ragazza addormentata.

Gli uomini se ne sono andati
la guerra ha dormito per due brevi notti,
Beirut ha obbedito ed è diventata la capitale
Una notte lunga è fatta di sogni a Sabra,
Sabra sta dormendo.

Sabra - i resti del palmo di una mano di un cadavere
Disse addio ai suoi cavalieri e al suo tempo
e si arrese per dormire di stanchezza
e gli Arabi l’hanno gettata alle loro spalle.

Sabra - e cosa che i soldati di Galilea dimenticarono-
non compra e non vende nient’altro che il suo silenzio
per comprare fiori da mettere sui suoi capelli intrecciati.

Sabra - canta la sua metà perduta, tra il mare e l'ultima guerra:
perché te ne vai e abbandoni le tue mogli nel cuore di una notte di ferro?
Perché te ne vai e lasci la tua notte sospesa sopra il campo e l'inno nazionale?

Sabra - coprendosi il seno nudo con una canzone d'addio
conta i palmi delle mani e sbaglia mentre non riesce a trovare il braccio:
Quante volte andrai raminga?
E per quanto tempo? E per quale sogno?
Se tornerai un giorno
per quale esilio tornerai,
e da quale esilio torni?

Sabra - strappandosi il seno:
Quante volte il fiore sboccia?
Quante volte la rivoluzione sarà in cammino?

Sabra - impaurita dalla notte.
Lo mette sulle ginocchia
lo copre con il mascara degli occhi
grida per distrarlo:
sono partiti senza fare cenno del ritorno
appassiti e curati dalla fiamma della rosa!
Restituiti senza tornare all'inizio del loro viaggio
L'età è come i bambini che scappano da un bacio.
No, non ho un esilio per dire: ho una casa
Dio, oh tempo ..!

Sabra: dorme. E il pugnale del fascista si sveglia
Sabra chiama chi sta chiamando tutta questa notte
e la notte è sale
il fascista le squarcia il seno
– la notte si è accorciata -
poi danza intorno al suo pugnale
e lo lecca.
Mentre inneggia un'ode alla vittoria dei cedri,
e scortica in silenzio la carne dalle ossa di lei
e ne sparpaglia gli organi sul tavolo
e il fascista continua a ballare e a sghignazzare agli occhi rovesci
e impazzisce di gioia,

Sabra non è più un corpo.
La cavalca come gli dettano i suoi istinti e la sua voglia si palesa.
E ruba un anello dalla sua carne
e torna dal sangue di lei al suo specchio
E sia - Mare
E sia - Terra
E siano - Nuvole
E sia - Sangue
E sia - Notte
E sia - Essere Ucciso
E sia - Sabato
e sia lei - Sabra.

Sabra - l'incrocio di due strade su di un corpo
Sabra, l’abisso di uno Spirito che si fa Pietra
e Sabra - non è nessuno
Sabra - è l'identità del nostro tempo, per sempre.

(traduzione di R. Gullotta)






Ho ricordato questo terribile e impunito massacro anche l'anno scorso >>  QUI  <<


Siti consultati:

Rai Cultura
www.antiwarsongs.org
thepalestineproject.medium.com

giovedì 14 settembre 2023

SERIE TV TRATTE DA LIBRI [ Cineromanzo ]


State cercando delle miniserie ispirate a libri?

Eccone alcune.




Ascolta i fiori dimenticati racconta una storia di resilienza femminile, amicizia e capacità di superare le tragedie ambientata nel paesaggio naturale mozzafiato dell'Australia e incentrata su Alice, che all'età di 9 anni viene portata nella fattoria di sua nonna June, dove si coltivano fiori, dopo che i suoi genitori muoiono in un misterioso incendio. 
Tra fiori e piante autoctone usati per esprimere l'inesprimibile, Alice cresce scoprendo che in questo luogo si nascondono segreti su di lei e sul passato della sua famiglia, fino a raggiungere un apice emotivo quando si ritrova a lottare per la sua vita contro un uomo che ama.

Tratto dal romanzo di Holly Ringland.

Cast: Sigourney Weaver, Asher Keddie, Leah Purcell, Frankie Adams, Alexander England.

Disponibile su PrimeVideo.


>>   TRAILER   <<



The Crowded Room è una miniserie televisiva ideata da Akiva Goldsman, basata sul romanzo del 1981 Una stanza piena di gente di Daniel Keyes.

Manhattan, 1979: un uomo di nome Danny Sullivan viene arrestato per il coinvolgimento in una sparatoria. Quando l’investigatrice Rya Goodwin viene incaricata di interrogarlo, Danny inizia a raccontare il proprio passato, i suoi trascorsi con la malattia mentale e gli scioccanti eventi che lo hanno condotto alla situazione presente.
Cast: Tom Holland, Amanda Seyfried, Emmy Rossum.

Disponibile su Apple Tv

>>   TRAILER   <<


La chimica della morte è una serie tratta dal thriller di Simon Beckett.

Trama: Quando i cadaveri cominciano a comparire nella tranquilla campagna inglese in cui si è recentemente trasferito a casa, un antropologo forense aiuta la polizia locale in una corsa contro il tempo.
Regia di Richard Clark, con Harry Treadaway, Ellen Francis, Jeanne Goursaud, Rosie Whimster, Nick Blood.

Disponibile su Paramount.


>>     TRAILER     <<


La caduta della casa degli Usher si ispira all'omonima opera di Edgar Allan Poe e ad altri suoi lavori; la miniserie (horror) ruota attorno alla dinastia degli Usher e alla forza soprannaturale che prende di mira i suoi eredi.
Gli spietati fratelli Roderick e Madeline Usher sono a capo di una dinastia familiare e di un impero di privilegi e potere, che comincia a sgretolarsi quando i loro eredi iniziano misteriosamente a morire per mano di una donna conosciuta in gioventù: Ad uno ad uno vengono a galla i segreti del passato.

Regia di Michael Fimognari, Mike Flanagan; con Carla Gugino, Willa Fitzgerald, Mary McDonnell, Kate Siegel, Zach Gilford. 

Su Netflix dal 12 ottobre.

>>  TRAILER <<



La mia prediletta è tratta dal romanzo thriller di Romy Hausmann (RECENSIONE), è diretta da Isabel Kleefeld e vede nel cast Kim Riedle, Naila Schübert, Haley Louise Jones, Hans Löw.
Lena è madre di due figli e vive reclusa in una casa da cui finalmente riesce a fuggire rischiando la vita. Una volta giunta in ospedale, la figlia più grande, Hannah, aprirà uno squarcio su una realtà familiare terribile collegata a una sparizione di una donna avvenuta molti anni prima i cui dettagli sono tutti da scoprire.

Già disponibile su Netflix.

>>  TRAILER <<


Tratta da un romanzo di Harlan Coben, Shelter è una serie televisiva statunitense creata da Harlan e Charlotte Coben.
Nel cast: Jaden Michael, Abby Corrigan, Adrian Greensmith, Sage Linder e Brian Altemus.

Trama: Mickey vive con una madre in riabilitazione, un padre morto, una zia fastidiosa e una nuova scuola nel New Jersey. 
Quando un'anziana donna inquietante gli dice che suo padre non è morto, Mickey pensa di essere impazzito; a questo si aggiunge la sparizione di una studentessa, che spinge Mickey a coinvolgere due nuovi amici, Spoon e Ema, per portare alla luce un oscuro sotterraneo che potrebbe contenere le risposte a decenni di sparizioni.

Disponibile su PrimeVideo.


>>  TRAILER <<


Basato sul bestseller di Victor LaValle, The Changeling - Favola di New York è una favola per adulti, una storia dell'orrore, un racconto sulla genitorialità.
Apollo Kagwa, il cui padre è scomparso e gli ha lasciato "strani sogni ricorrenti e una scatola di libri con la scritta 'Improbabilia'", quando diventa lui stesso padre – e mentre lui e sua moglie, Emma, ​​si stanno ambientando nelle loro nuove vite da genitori - la stanchezza e l'ansia iniziano a farsi sentire. I vecchi sogni di Apollo ritornano ed Emma inizia a comportarsi in modo strano. Irritabile e disconnessa dal loro nuovo bambino, all'inizio sembra mostrare segni di depressione post-partum, ma diventa subito chiaro che i suoi problemi sono ancora più profondi. Prima che Apollo possa fare qualsiasi cosa per aiutare Emma, lei svanisce, apparentemente nel nulla. Così inizia l'odissea di Apollo attraverso un mondo che pensava solo di capire, per trovare una moglie e un figlio che non sono come lui aveva immaginato.

Su Apple TV+.


>>   TRAILER    <<

martedì 12 settembre 2023

🗿 RECENSIONE 🗿 KÁRI di Monica B.

 

Anche per il quarto e potente guerriero, che con la propria forza è uscito vincitore dal torneo indetto per decretare i quattro eroi degni di compiere un'importantissima missione sulla Terra, è giunto il momento di combattere e mostrare a tutti coraggio e determinazione.
Ad affiancarlo c'è una donna dallo spirito combattivo, pronta per amore a superare paure e fragilità, non soltanto le proprie ma anche quelle del gigante che le è accanto.



KÁRI
di Monica B.


313 pp
Seth
(Signore del Caos egizio), Lugh (Dio della Luce celtico) e Nergal (Dio degli Inferi babilonese) hanno portato a termine con successo la loro parte nella missione di salvare la Terra dai feroci e letali attacchi sferrati dai Distruttori e dalle loro viscide e pericolose creature; tutti e tre hanno trovato non solo la capacità, in loro stessi, di dimostrare la potenza della propria natura divina, di riscattarsi da un passato umiliante e poco onorevole, ma anche l'amore di una donna che li ha aiutati nell'adempiere la Profezia e ha donato loro un'insperata felicità.

Adesso è il turno di Kári che, a differenza dei predecessori, non è un dio, bensì un gigante norreno, la personificazione del vento. 

Egli è un omone dall' enorme stazza,  discendente del grande Fornjótr, da sempre temuto per la sua destrezza come guerriero, in battaglia, e apprezzato per la voce celestiale. 
Ma è tanto, troppo tempo che il suo Pantheon non lo vuole, la famiglia gli ha voltato le spalle (figli compresi) e che lui non ha più contatti con quest'ultima; è un rinnegato che ha preferito abbandonare - deluso, arrabbiato e amareggiato - la propria esistenza tra le divinità per scegliere di vivere tra gli umani come cantante di una rock band, conosciuta a livello mondiale.

Allora perché ha partecipato al torneo organizzato per scegliere i Quattro Divini Re in grado di salvare il mondo?
Kári sa che quella decisione è stata frutto unicamente dell'orgoglio, un vanto in più da apporre sul suo curriculum.

Ma in realtà a lui, del triste destino dei mortali, non interessa assolutamente nulla e non ha nessuna intenzione di rischiare la vita per gli altri.

A costringerlo a cambiare idea e a mettersi in gioco per un fine superiore e più nobile, è la pronipote Mijol, l'unica parente a non averlo abbandonato; è lei a spronarlo a non tirarsi indietro dalle responsabilità di cui si è fatto carico vincendo la gara.

Ad affiancarlo in questo arduo compito ci sarà un'umana e Mijol lo porta presso l'Università dove lavora una certa Cora Ivanova, un geofisico pluripremiato la cui vita gira attorno alla carriera.

Bella, con un alto quoziente intellettivo, da sempre oggetto di invidia feroce da parte di colleghi (maschi e femmine), Cora ha sviluppato una tempra d'acciaio, una corazza dura necessaria per sopravvivere in un mondo professionale dominato dagli uomini, la maggior parte di quali la guarda o con sarcasmo o con diffidenza, o pensa di poterla incantare, seducendola...
E purtroppo è ciò che le è accaduto agli inizi della carriera, quando - giovane e ingenua - ha ceduto alle lusinghe di un uomo più grande, che diceva di amarla ma che in realtà voleva solo servirsi di Cora, delle sue abilità e  competenze, per poi mollarla una volta ottenuto ciò che voleva.

Il dolore e la delusione per essere stata usata e abbandonata l'hanno indotta a chiudersi a riccio, a convincersi di dover stare lontana dai maschietti per evitare sofferenze; non solo, ma Cora ha scelto di condurre un'esistenza tutta incentrata sul lavoro, vestendo i panni di una donna rigida, che tiene gli altri a distanza, guardandoli da dietro le lenti di un paio di occhiali di cui, in realtà, non ha neppure bisogno.

Razionale, intelligente, dalla mente analitica, convinta che si possa credere solo a ciò che si vede e che è sperimentabile, quando davanti a lei compare un omone tutto tatuaggi, barba, altissimo e bello da far tremare le gambe, che le parla di mostri, faglie e crepe aperte senza ragione e di un pianeta Terra da salvare..., la dottoressa Ivanova non può che persuadersi di aver davanti un mitomane o, peggio, un matto da legare.

Cora ci prova in ogni modo ad allontanare il tipo gigantesco che blatera di mitologia norrena, Odino e profezie menzionanti renne e luoghi freddi.., ma l'uomo, che dice di chiamarsi Kári e di dominare il vento, non la molla un attimo, comincia a seguirla peggio di uno stalker professionista, continuando a ripeterle che la profezia è chiara: è lei la donna che dovrà aiutarlo a compiere quella odiosa ma necessaria missione.

Cora è allibita: negare tutto ciò che è paranormale è per lei una legge inviolabile, ma questo sconosciuto le sta dicendo che il mondo è da un po' sotto la minaccia di esseri sovrannaturali, intenzionati ad eliminare ogni traccia umana dalla Terra.
Già da qualche tempo, in effetti, si sente parlare di crepe aperte in altre parti del mondo, di aggressioni a danno degli esseri umani da parte di creature schifose, somiglianti a tenie, locuste..., insomma, o il mondo sta totalmente impazzendo o... c'è del vero nelle irrazionali parole del gigante norreno.

Cora, suo malgrado, accetta la presenza ingombrante (ed eccitante, ma guai ad ammetterlo davanti a lui) di Kári nella sua vita, lo porta addirittura a cena in famiglia, sopportando gli sguardi di disapprovazione della madre e stupendosi di come i nipoti adorino quel bell'uomo dall'altezza e dal fisico notevoli che, però, sembra celare molto altro...

C'è spesso un velo di struggente malinconia, negli occhi di Kári, unito a tracce di dolore, amarezza, per qualcosa che appartiene al passato e che non lo lascia in pace, anzi, lo tormenta, gli impedisce di essere sereno.

Kári pian piano si affeziona alla bella scienziata, apprezzandone il caratterino (è schietta, testarda, ma anche generosa, sensibile) e sentendosi incredibilmente attratto da lei, fisicamente oltre mentalmente; compiaciuto e sicuro della propria bellezza e del fascino che emana, il gigante vede come anche lei lo desideri... e infatti non passa molto che la passione li travolge, li fa bruciare di desiderio e fa sì che tra essi si instauri un legame che, col passare dei giorni, si fa sempre più saldo.

Cora è costretta ad ammettere che effettivamente l'umanità è in pericolo: lei stessa fa esperienza di cosa voglia dire essere attaccati dalle creature del Distruttore e si rende conto di come solo accanto al suo gigante si senta davvero al sicuro: egli è forte e ha un grande istinto di protezione verso Cora.

Forse tra loro non c'è solo sesso ma sta nascendo un sentimento?

Tante sono le situazioni avventurose che vedono Cora e Kári protagonisti, eppure qualcosa non va e sembra che non ci sia verso di sferrare il colpo finale al Distruttore.
Che sia invincibile o, comunque, non alla portata di Kári che, per quanto forte, non è un dio?
Ma allora perché la profezia sembra dare per scontato che il gigante possa uscirne vittorioso, quando invece la sfida è più tosta delle altre volte?

Kári non sa cosa fare e come uscire da questa situazione complicata: una parte di lui vorrebbe lasciar perdere la missione ma i sentimenti che comincia a provare per Cora gli impediscono di lasciare gli umani alla propria infausta sorte; certo, all'inizio si era prefissato l'obiettivo di "usare" Cora per adempiere la profezia e di impegnarsi il meno possibile, giusto quel po' per dimostrare che era ancora un gigante forte e degno delle divinità del Pantheon e di quei famigliari verso cui prova nostalgia e rancore insieme..., ma non sempre ciò che ci si era prefissi poi si verifica.
E soprattutto, non aveva messo in conto quel meraviglioso imprevisto che si chiama amore e che lo sta cambiando, rendendolo un uomo migliore, più altruista e più consapevole di sé.

Tra incomprensioni, litigi, rischi e aiuti divini dell'ultima ora, Kári e Cora sono intenzionati a fare la propria parte e a mettere in salvo la Terra. 
Ce la faranno?
E riusciranno a salvare anche il loro amore?


Kári è il quarto volume della serie The Crimson Thrones, e ricalca le caratteristiche e "lo schema" dei precedenti, per quanto concerne la trama, il tipo di protagonisti (maschile/femminile), la sfida da affrontare, gli ostacoli da superare, il passato ingombrante che tiene chiuso ciascuno nelle proprie paure, insicurezze, nella falsa convinzione di non essere degno di essere amato per ciò che è.
Piacevole e dettagliato lo stile, vivace il ritmo, narrazione ricca di momenti avventurosi ben descritti, un tratteggio convincente dei personaggi, scene romantiche e passionali, Kári è un romanzo che sicuramente può piacere a chi ama il genere paranormal romance e urban fantasy.


Pur appartenendo alla stessa serie, ogni libro può essere letto indipendentemente dagli altri.


1. SETH di Laura Fiamenghi
2. LUGH di Francesca Trentini
3. NERGAL di M.D. Ferres 
4. KÀRI di Monica B.

lunedì 11 settembre 2023

LIBRI IN LETTURA

 

Buon inizio di settimana, readers!!

In questi ultimi giorni ho inserito altre due letture a quelle già in corso, UNA VITA COME TANTE, KÀRI e L'ISOLA DI PIETRA; circa quest'ultimo, partecipo al Review Party, per cui la recensione la pubblicherò il 18 c.m.; di seguito vi metto il banner dell'evento, che ha inizio proprio oggi, con le tappe).


11 settembre – Paper Purrr
12 settembre – Le letture di Adso
13 settembre – Lilith Hendrix
14 settembre - La libreria di Anna
15 settembre – Les Fleurs Du Mal
15 settembre – Raffaele Borghesio
18 settembre – Chicchi di pensieri



Eccovi le trame dei due libri che ho incominciato più di recente; fatemi sapere che ne pensate e se li avete letti.

DOVE NASCONO LE OMBRE di Lavinia Petti (Mondadori, 372 pp).


Metà anni Sessanta. Elia è un bambino solitario, appassionato di fantasmi e racconti del terrore. A dodici anni la sua vita viene stravolta dalla morte improvvisa della sorellina neonata.

La famiglia è distrutta e il padre decide di portare la moglie in una clinica tra le montagne e di affidare Elia alla sorella Giovanna, che vive al Paradisiello, un condominio popolare ai confini della città.

Elia è triste e arrabbiato: la zia per lui è un'estranea, che parla poco, sbuffa molto e lo tratta con modi spicci. Non può sapere che davanti a lui sta per spalancarsi l'estate più intensa della sua vita, l'estate delle amicizie totalizzanti e delle prime volte.
L'ultima estate prima di diventare grande.
Lentamente vince la timidezza e comincia ad avvicinarsi ai ragazzi del palazzo: i gemelli Simone e Silvia, Nello e la piccola Mosca. Passa le giornate con loro nel grande giardino che circonda il Paradisiello e nel bosco che lo lambisce, giornate estive fatte di tutto e di niente, di partite a pallone, risate, furti di ciliegie e fughe dagli adulti.
Ma presto scopre che un'ombra sinistra incombe su quel bosco. Lì, venticinque anni prima un ragazzo è scomparso nel nulla: giocava a nascondino e non è mai più stato trovato, né vivo né morto. C'è chi dice che l'abbia preso il diavolo.

Ossessionato da quel mistero, e in mancanza di risposte, Elia inventa una storia: inizia a disseminare messaggi nel bosco, fingendo che a scriverli sia stato il ragazzo scomparso. Nasce come un gioco, un segreto innocente, ma giorno dopo giorno la bugia si ingigantisce e comincia a sfuggirgli di mano, fino a condurlo sempre più vicino a una terribile verità.



IL COLLEGIO di Tana Franch (Einaudi, trad. A.Colitto, 664 pp).

La foto di un ragazzo morto. In basso, sotto il viso pulito, le lettere ritagliate con cura da un libro
formano una scritta: «Io so chi l'ha ucciso». 
Il detective Stephen Moran lavora ai Casi Freddi con un unico obiettivo, entrare a far parte della Omicidi della polizia di Dublino. Quello che gli serve è soltanto un'occasione e quando Holly Mackey si presenta nel suo ufficio, sembra che quel momento sia arrivato. Holly ha nuove informazioni sul caso di un ragazzo trovato ucciso l'anno prima nel collegio più prestigioso d'Irlanda. 
L'indagine, subito riaperta, viene affidata a Moran e Conway, una collega tutt'altro che facile da gestire. 
Gli indizi portano alla scuola di Holly, alla vita segreta delle ragazze. Ben presto, Moran si troverà invischiato in una rete di gelosie, violenze e misteri.


sabato 9 settembre 2023

♦️ RECENSIONE ♦️ ALEX COMPLETE di Alessandro Falciola



ALEX COMPLETE di Alessandro Falciola è una raccolta di racconti appartenenti al genere ucronico e aventi come protagonista principale Alex Hinder, una spia italo-tedesca, un uomo cinico e crudele, oltre che scaltro e intelligente.

Un po' romanzo e un po' fumetto (la pubblicazione è arricchita delle illustrazioni di Fabrizio
Passerino Ed.
185 pp
2.99 euro (ebook)

Lorenzelli), la presente raccolta è composta da sei racconti (che si prestano eventualmente per successivi sviluppi) in cui si immagina che ad aver vinto la Seconda Guerra Mondiale sia stato Adolf Hitler, quindi il nazismo e la sua folle e spietata ideologia infestano ancora l'Europa (e non solo).

Sono racconti avventurosi, con vari personaggi, i quali interagiscono tra loro creando storie e dinamiche che si intrecciano in un ritmo serrato, fatto di scene a volte grottesche, altre estreme e violente, altre più ironiche, ma tutte aventi tra loro un medesimo fil rouge, vale a dire il rapporto tra i due protagonisti principali, l'ufficiale nazista Hassler e Alex Hinder.

Si parte dal 1971, quando in un'abbazia del centro Italia un giovanissimo Hassler (che è anche membro del Corpo Segreto Zyklon) è all'affannosa ricerca di una preziosa reliquia, missione che lo porta in Mongolia, in un viaggio avventuroso e non privo di insidie, tra abbazie, monasteri, tombe e sciamani.

Altra ambientazione è lo Stato Cattolico Zambese, retto dal governatore Alfredo Mariani e con una forte presenza di coloni italiani; a motivo di una rivolta da parte di una tribù africana, Hassler si vede interpellato per dare una mano e vi manda Alex Hinder.

Agli inizi degli anni '80 il Führer non è più Hitler, bensì Becker, che però se la passa malino: è stanco,  ossessionato dall'esoterismo e, più di tutto, è al centro di una lotta di potere in vista della sua prossima successione. 

Da Berlino approdiamo lontano, in Sud America, dove assistiamo all'accordo di reciproca cooperazione economica fra tre stati fantoccio - Colombia, Bolivia e Perù -, che vorrebbero recuperare spazi di potere facendo fuori le corrotte SS del maggiore Weber, impegnate in affari illeciti; ma i tedeschi non possono permetterlo e ancora una volta interviene Alex Hinder che, assieme al collega Franz, cercherà di ristabilire l'ordine.

Sul finire degli anni '80, il Nord America è sotto il dominio giapponese; i tedeschi mettono lo zampino anche qui: Alex Hinder si mette in contatto con un ricco petroliere texano filonazista per cercare di organizzare un colpo di stato nel Texas.

Nel racconto conclusivo, La Notte dei Nibelunghi, siamo nel 1998; al già citato Becker, è succeduto quale Führer proprio il malvagio Hassler, che si è creato un suo personale e speciale esercito, con un proprio simbolo: sarà lui ad affrontare uno scontro fratricida interno alle SS in Nord Europa.

Da queste pagine, che si leggono piuttosto scorrevolmente grazie all'uso abbondante di dialoghi e di un registro linguistico informale, emergono figure di uomini bramosi di potere, egoisti, aventi dei piani (iniqui) ben precisi da portare avanti, disposti a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi.
Si passa da un luogo all'altro, e veloce è anche il cambio delle scene e degli "attori" coinvolti di volta in volta, come se il lettore fosse davanti a un film le cui sequenze si susseguono in maniera frenetica, come, del resto, frenetici e agitati sono i personaggi, soprattutto quelli principali, che non per nulla militano nel partito nazista, composto da invasati, criminali, dipendenti da stupefacenti e alcuni pure con il pallino per l'esoterismo.

Dal punto di vista della forma, il testo presenta delle imperfezioni ma è interessante il taglio fumettistico che lo caratterizza, la vivacità delle storie, la presenza di spie, traditori - che aprono sempre la strada a situazioni imprevedibili e a piccoli colpi di scena -  e il mix tra realpolitik e misticismo religioso.


giovedì 7 settembre 2023

RECENSIONE ✨ ATLAS. LA STORIA DI PA' SALT di Lucinda Riley, Harry Whittaker ✨

 

Avventurosa, imprevedibile, non priva di pericoli e scoraggiamento ma, allo stesso tempo, piena di amore e di incontri importanti, di quelli capaci di deviare il corso di una vita: così è la storia di Atlas D'Aplièse, il Pa' Salt delle sette sorelle, pronte - adesso che sono tutte insieme, comprese la sorella perduta - a leggere il lungo e appassionante racconto dell'intera esistenza del loro enigmatico genitore.

E il lettore le segue in questo viaggio, che alterna il presente e il passato, e che pone la parola fine alla saga della compianta scrittrice irlandese.


ATLAS. LA STORIA DI PA' SALT
di Lucinda Riley, Harry Whittaker


Giunti Ed.
trad. L. Taiuti
816 pp
Ci siamo, il cerchio si sta chiudendo: le coordinate incise sulla sfera armillare sono state raggiunte da ciascuna sorella, che ha intrapreso un viaggio alla ricerca delle proprie origini, in Paesi più o meno lontani, là dove Maia, Alcyone, Taygete, Celaeno, Electra e Asterope sono state trovate da Pa' Salt, da lui adottate e portate ad Atlantis (in Svizzera); alle prime sei mancava la sorella perduta, e anch'ella finalmente è stata ritrovata, ma con il non piccolo particolare che Merry (Merope) è figlia naturale del loro genitore adottivo.
Ora che le sette donne D'Aplièse sono tutte insieme e unite, sanno di poter dire definitivamente addio al loro amato papà, ma per farlo devono affrontare la verità.

Chi è davvero Atlas D'Aplièse? È davvero questo il suo nome? Da dove viene? Con quale criterio egli ha scelto proprio quelle sei bambine da adottare? E Merry? Perché non l'ha cresciuta lui? Cosa o chi li ha divisi?

Le sette donne - in compagnia dei rispettivi partner, e Merry assieme ai figli - si trovano riunite a bordo del sontuoso e confortevole yacht di famiglia, in procinto di salpare per commemorare la morte di Pa’ Salt. 

Merry, però, arriva portando con sé il prezioso diario del padre e così, nelle lunghe ore di navigazione per raggiungere il Mar Egeo, le sorelle, col supporto discreto e amorevole dei loro cari e sotto gli sguardi apprensivi e premurosi di Georg, Marina e Claudia, possono leggere e scoprire la verità sul meraviglioso, buono ma anche misterioso uomo che le ha accolte e cresciute e che in fondo conoscevano appena.

Il diario viene distribuito e ogni sorella si immerge, curiosa e con il cuore palpitante, nella lettura, che trasporta loro e noi lettori nel lontano 1928, quando un bimbetto magrolino e silenzioso, di soli sette anni, viene trovato svenuto nel giardino, a Parigi, della famiglia Landowski, che lo salva e accoglie in casa propria, trattandolo come se fosse uno dei loro figli. 
Quel bimbo è, ovviamente, Pa' Salt/Atlas; gentile, intelligente e talentuoso ma... muto: qualcosa, in fondo ai suoi occhi, rivela che egli è spaventato e che non è intenzionato a dare spiegazioni sul proprio nome, le proprie origini, ed infatti, pur di non spiegare da che cosa (o dai chi?) sta fuggendo, nei primi tempo si chiude in un ostinato mutismo. 
Il piccolo cresce, diventa un giovane uomo bravissimo nel suonare il violino, tanto da riuscire ad entrare nel prestigioso Conservatorio di Parigi; si innamora, ricambiato, della dolce e bella Elle e la giovane coppia sogna un futuro felice insieme.
Ma Atlas sa che la sua felicità non sarà mai completa fino a quando il passato sarà alle sue calcagna; e questo passato ha un nome ben preciso: Kreeg Ezsu.

Questo cognome non è assolutamente nuovo ai lettori della saga, i quali sicuramente ricordano l'antipatico e arrogante Zed Ezsu, ossessionato dalla sorelle D'Aplièse, tanto da seguire alcune di loro e non certo con buone intenzioni.
Kreeg è suo padre e lui ed Atlas, da bambini, sono cresciuti insieme e sono stati come fratelli; ma qualcosa di drammatico è accaduto e ha distrutto per sempre la loro amicizia fraterna; a causa di alcune vicende e coincidenze, Kreeg si è convinto che Atlas abbia ucciso sua madre per rubarle un oggetto prezioso (un diamante di inestimabile valore), per poi fuggire via lontano per non essere preso.
Atlas, negli anni, cercherà di spiegare a Craig che mai si sarebbe sognato di uccidere sua madre, che tra l'altro amava come fosse propria (essendo lui orfano di ambo i genitori per ragioni e in circostanze che si intrecciano con grandi avvenimenti sociali, politici, storici accaduti in Russia negli anni '20-'30 del secolo scorso) e tanto meno ha rubato qualcosa che non gli apparteneva, ma Kreeg non sentirà ragioni e inseguirà in lungo e in largo il povero Atlas per ucciderlo.

Ovunque vada, Atlas sa di dover nascondere il proprio nome (che è Atlas Tanit, russo) per timore che il suo acerrimo nemico lo trovi e lo uccida.
E se c'è una cosa che accompagnerà Atlas per sempre è l'assoluta certezza di voler vivere, di non essere disposto a soccombere allo sterile e cieco odio di un uomo cocciuto e presuntuoso che non vuol sentir ragioni; del resto, la sua stessa esistenza - così densa di fatti, persone, imprevisti, conquiste e perdite - gli testimonia ogni giorno che egli deve restare in vita perché la sua grande generosità può portare del bene a tanta gente in difficoltà.

Come dicevo, Atlas ed Elle sono innamorati e felici, a un certo punto pronti a salpare per l'Australia e a sposarsi durante la traversata... ma qualcosa interviene e li separa irrimediabilmente: Atlas è costretto a proseguire da solo, disperato per essere stato lasciato inspiegabilmente dalla sua Elle, ma sul suo cammino incontra, di volta in volta, persone - adulti e bambini, uomini e donne - che riescono a dargli la spinta giusta per non abbattersi, per porsi degli obiettivi e per raggiungerli.

Per chi, come me, s'è gustato ogni fantastica tappa del viaggio che ha coinvolto le sette sorelle, sa che esse si sono recate ognuna in diverse parti del mondo e hanno scoperto informazioni fondamentali sulle proprie famiglie, senza però mai arrivare a capire, in modo chiaro, in che modo Pa' Salt le abbia scovate e abbia deciso di prendere proprio loro.

Ed è questo che scopriamo, leggendo questo corposo e appassionante romanzo; non nego che, durante l'ascolto *, mi son ritrovata spesse volte a sorridere quando apprendevo delle modalità in cui Atlas veniva a contatto con quei personaggi che riconoscevo quali nonni/genitori delle singole sorelle.

E così conosciamo da vicino i legami di amicizia e lealtà intercorsi tra Atlas e il maestro Landowski, scultore a cui è stata affidata la costruzione della statua del Cristo Redentore in Brasile, evento a sua volta collegato con la storia della famiglia di Maia.

Leggiamo del breve soggiorno di Atlas ed Elle in Norvegia e della bella ma sfortunata amicizia con Karine Rosenblum e il suo fidanzato Pip (Jen) Halvorsen (nonni di Ally).
Li vediamo varcare insieme la soglia della Arthur Morston Books (cui è associato il passato della famiglia di Star), vanno negli USA, dove Atlas soccorre Cecily Huntley-Morgan (>> Electra); seguiamo Atlas in Australia, dove conosce Kitty McBride ( >> CeCe) e in Spagna, dove il suo destino si incrocia con quello di una giovane brujas con doni speciali (Angelina, nipote della nonna di Tiggy), tra cui quello di "sentire" le persone, di mettersi in contatto con il loro interiore e di predire pochi ma importanti frammenti di futuro; sarà proprio l'enigmatica Angelina a svelare a uno stupito Atlas che egli avrà delle figlie, e l'uomo intuirà che, oltre a quelle che, nel corso degli anni, adotterà, ce n'è una (la prima!), che evidentemente è collegata alla sua amata e mai dimenticata Elle... Ma com'è possibile? Forse Elle era incinta quando lo lasciò? Oppure si riuniranno e avranno modo di costruire la famiglia che avevano sognato da ragazzi?

Tutte queste persone costituiscono degli incontri e delle amicizie vere e importanti e lo diventano ancor di più quando, per motivazioni specifiche, ciascuna si ritrova a chiedere al buon Atlas di prendere con sé una bambina appena nata, che appartiene a loro ma che non possono crescere per determinate ragioni.

Inizialmente, Atlas è restio ad adottare, anche perché è un uomo single in attesa di trovare e riabbracciare il suo amore perduto, Elle (l'uomo non smetterà mai di cercarla, di sperare che sia viva e che, magari, abbia con sé la loro presunta figlia); ma poi, sempre in seguito ad eventi apparentemente casuali ma che, in realtà, sembrano far parte di un disegno più grande, grazie all'aiuto di tre personaggi - che diventeranno parte integrante della sua vita - si convince ad adottare e così, dal 1974 in poi, Maia, Ally, Tiggy, Star, CeCe ed Electra, fanno il loro amabile ingresso nella sua vita, riempiendola di amore.

Le persone cui mi riferisco (che entrano nella vita di Atlas quando sono molto giovani, e sono da lui aiutate nel momento del bisogno) sono Georg Hoffman (l'avvocato), sua sorella Claudia e Marina; anche circa loro, come per le ragazze, apprendiamo in quali tristi circostanze hanno incontrato Atlas e di come abbiano maturato verso di lui amore, rispetto, fedeltà assoluta e riconoscenza.

Quando le sorelle, tra lacrime e commozione, scoprono ognuna la modalità in cui sono venute a contatto con l'adorato padre, potrebbe sembrare che le rivelazioni siano terminate, ma non è così: c'è ancora un'altra parte (finale) di diario, che l'avvocato avrebbe consegnato loro successivamente ma, su insistenza di Ally, si vede costretto ad anticipare i tempi.

Tra queste ultime pagine, leggeremo altri particolari, relativi ad Elle, Merry e al burrascoso rapporto con Kreeg, che sta giungere a una soluzione, anche perché gli eventi messi per iscritti da Atlas arrivano sino al 2008, quando ormai entrambi gli ex-amici sono molto anziani, al termine delle loro esistenze.
Anche Kreeg, ormai, ha poco da perdere e darà ad Atlas le risposte alle tante domande che si porta dietro da anni e anni, e che riguardano Elle e la figlia perduta.
C'è anche una parte che va ancora più indietro nel tempo,  raccontandoci dei genitori di Atlas.

I fans della Riley sanno bene come la scrittrice sia venuta a mancare prima di terminare il romanzo conclusivo della serie, che è stato poi terminato dal figlio Harry, che si è avvalso, ovviamente, delle bozze scritte dalla madre.
Ecco, detto con umiltà (non sono nessuno per giudicare il lavoro altrui): secondo me Harry ha fatto un buon lavoro e credo che sua madre sarebbe fiera del risultato finale.

Leggere l'ultimo capitolo della saga è stato un viaggio pieno di emozioni, di incontri, di sorprese; Pa' Salt emerge in tutta la sua complessità e bellezza, essendo un personaggio pieno di virtù: coraggioso, buono, altruista, intelligente, onesto, non perfetto, certo, ma una cosa è sicura: tutto ciò che ha fatto - sbagli compresi - l'ha fatto per amore, con la speranza e la fiducia che le sue sette sorelle (le Pleiadi) da lassù non hanno mai smesso di guidarlo, di proteggerlo, di aprirgli nuove strade proprio quando se ne chiudevano alcune.

La storia di Pa' Salt è quella di un bambino che, appena nato, ha già sulle spalle il peso del mondo perché non nasce in condizioni favorevoli, anzi, di lì a poco la vita gli toglierà tanto; è la storia di un ragazzino che, in più fortunate circostanze, avrebbe potuto diventare un virtuoso del violino ma il destino ha giocato sporco con lui più di una volta, continuando a strappargli persone importanti.
Eppure, egli non si è fatto buttare giù: pur con le lacrime nel cuore, ha resistito e ha reso la sua esistenza ricca, piena di azioni ammirevoli, di decisioni difficili ma sagge, che hanno fatto sì che tante persone gli volessero bene e lo tenessero in grande considerazione.
É la storia di un uomo innamorato che ha amato la propria donna fino all'ultimo dei propri giorni: un padre che ha dato tutto l'amore di cui era capace a bambine che, senza di lui, chissà che destino infelice avrebbero potuto avere.

Sono giunta alla fine con quel pizzico di malinconia che, solitamente, accompagna gli addii, e qui l'addio è doppio: da lettrice, devo salutare le Sette Sorelle e, soprattutto, farlo con la consapevolezza che non c'è più Lucinda e che questo è davvero il suo ultimo libro.

Una saga appassionante, ricca di personaggi indimenticabili, tratteggiati mirabilmente, resa coinvolgente da quel sapiente mix di fantasia e realtà, dalla bravura dell'autrice di descrivere doviziosamente i contesti storici di riferimento, dall'alternanza di passato e presente, narrati sempre con armonia, senza creare confusione nel lettore.

Sono otto libri, per lo più corposi, ma ne vale la pena, leggerli, ed è inevitabile affezionarsi ai personaggi e alle loro storie.


* ho ascoltato l'audiolibro su BookBeat


"Le Sette Sorelle":

1. Le Sette Sorelle. Maia
2. Ally nella tempesta
3. La ragazza nell'ombra
4. La ragazza delle perle
5. La ragazza della luna
6. La ragazza del sole
7. La sorella perduta






mercoledì 6 settembre 2023

NOVITÀ EDITORIALI [[ SPAZIO ALLE SEGNALAZIONI ]]



Buongiorno, lettori!
Oggi vi presento alcune recenti pubblicazioni, augurandomi che possano destare il vostro interesse.


Il primo è il romanzo di esordio di Nerio Nannetti: La principessina dell'Emmett Peack, Edizioni Tripla E.

Trama

Ren Tinat arriva a Nercoast una mattina di settembre, in qualità di rappresentante della legge.
Ha rischiato di perdersi, Ren, dopo aver perso il lavoro e la moglie, ma grazie all’affetto di due vecchi amici, l’Ispettore di polizia Rickey Crimmon, gli è stato affidato un nuovo incarico.
Nercoast si ritrova a indagare su un mistero che ruota intorno a Virginia Rockford, una donna carismatica e sfuggente, dal passato burrascoso; deciso a non cedere al suo fascino, Ren si prodiga per aiutare Virginia, pur non fidandosi del tutto.
Può cambiare davvero, una donna così? E sarà disposto, Ren, a concedere a lei e a sé stesso una seconda chance?

L’Autore. Nerio Nannetti, nato a Bologna nel 1960, ex imprenditore nel ramo della termoidraulica, sposato, ha due figlie, vive in provincia di Bologna.
La principessina dell'Emmett Peack è il suo romanzo d'esordio, scritto durante il lockdown a causa della pandemia, per una scommessa con gli amici.
Adora cucinare, fare baldoria a tavola, cavalcare la sua XL600R dell’85, pedalare sulla sua Lygie del ’57, ascoltare la musica anni ’80 e fare battute, il più delle volte pessime, ovviamente. Confessa che Lucio Dalla con “Siamo Dei” e Pierangelo Bertoli con “A Muso Duro” spiccano tra tanti altri fantastici interpreti e canzoni di quel periodo che continuano a fargli ottima compagnia. I libri di Luca Goldoni, ironici, sarcastici e graffianti, gli sono rimasti nel cuore. Tutto questo non gli impedisce di apprezzare appieno questi nostri “tempi moderni”.


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LINK AMAZON
Proseguo con un libro pubblicato da Panesi Edizioni:"Le strade che non abbiamo scelto" di Francesca Lizzio (genere narrativa, 48 pagine, luglio 2023).

Cosa si fa quando l’istinto di abbandonarsi ai ricordi diventa insopportabile? Quando le mancanze sono così forti e, allo stesso tempo, incolmabili? Tra una scatola di fotografie e la tentazione di arrendersi al dolore, Miriam cercherà di trovare la risposta in grado di rimettere a posto i pezzi della sua esistenza.

** Disponibile in formato e-book e cartaceo su tutti gli store online, oltre che ordinabile presso qualsiasi libreria e acquistabile sul sito della casa editrice che per ogni ordine ricevuto omaggia di un e-book a scelta tra tutto il catalogo. **



Biografia
Francesca Lizzio nasce a Catania il 22 Aprile del 1992.
Nel 2015 ha aperto un blog, cuore di cactus, dove si racconta a lettori sparsi per tutta l’Italia.
Con Panesi Edizioni ha preso parte all’antologia Oltre i media – Raccontalo con un film o una canzone col racconto breve Giorni (2016), ha pubblicato il suo romanzo d’esordio Fiore di cactus (2017),  Nonostante tutto (2021). Bestsellerista (2022).

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Terza segnalazione: un po’ Trainspotting, un po’ Noi ragazzi dello zoo di Berlino, Non sbronzarti mai all’ora di punta di Andrea De Curtis si fa strada nel mondo del self-
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publishing con irruenza, determinazione e con un linguaggio chiaro e forte.

Il romanzo racconta di periferie, di compagnie sbagliate, di come la vita può avvilupparsi in una spirale sempre più fitta di perdita di controllo verso di sé e verso gli altri.

Dave, ventisettenne sprovvisto di obiettivi e ossessionato nel dare un senso alla propria esistenza, si trascina freneticamente in una periferia di città prostrata al degrado e alla disperazione.
Carico d’odio verso il mondo per il senso di prigionia dovuto a una quotidianità inquinata, prova a emanciparsi da questa vita. Un proposito non facile viste le poco raccomandabili frequentazioni: i fratelli Harritu sono gli amici che anziché spegnere l’ardente fiamma dell’autodistruttività, l’alimentano, portando Dave a vivere una vita fatta di abuso di alcol e droghe, crimini, violenza, stupri.

È solamente grazie a Nina che Dave può provare a redimere sé stesso e la sua vita. Sarà davvero in grado di uscire dal tunnel nero che avvolge la sua esistenza?

Non sbronzarti mai all’ora di punta è un romanzo inaspettato, irriverente e che non fa censure. Attraverso i personaggi, l’autore vuole trascinare il lettore in una storia che sembra non avere alcuna via d’uscita.

L’autore.
Andrea De Curtis nasce Firenze nel 1995. Dopo il diploma di scuola superiore ha iniziato ad appassionarsi alla letteratura e alla poesia, e la scrittura è diventata il primo dei suoi progetti creativi. Ora vive a Bologna ed è in cerca di stimoli vitali che possano fargli trovare spazio all’interno del panorama letterario attuale. Non sbronzarti mai all’ora di punta è il suo romanzo d’esordio
.




lunedì 4 settembre 2023

♣️ RECENSIONE ♠️ IL PARADISO NON È LASSÙ di Christina McKenna



Abbandonato tra la spazzatura, quand'era piccolino, dalla madre biologica, il protagonista di questo romanzo è cresciuto in un orfanotrofio dove, al posto dei sorrisi, ha ricevuto ghigni malefici; pugni, calci e cinghiate al posto delle carezze, brutalità invece che amore e protezione. Dopo un'infanzia drammatica e la salvezza grazie all'adozione, adesso che è adulto tenta di vivere; non è semplice, dopo aver conosciuto l'inferno, ma sta provando ad imparare a stare al mondo.
Il desiderio di cercare il paradiso, la felicità, un modo di vivere sereno, non ha ancora smesso di palpitare in questo cuore ferito.
Ma non c'è molto tempo: i fantasmi spaventosi del passato incombono, sono sempre troppo vicini e pronti a prendere d'assalto la sua anima e a trascinarla nel baratro.


IL PARADISO NON È LASSÙ
di Christina McKenna

Amazon Crossing
trad. A. Grechi
349 pp
Jamie ha da poco passato i quaranta e vive un'esistenza placida e monotona nella fattoria dello zio Mick in un paesino dell'Irlanda del Nord; Mick è morto di recente, lasciandolo solo col cagnolino Shep e con gli animali da accudire.
Lo zio non era davvero suo parente: era il padre adottivo, colui che l'ha salvato portandolo via dall'orfanotrofio in cui Jamie è cresciuto ed è stato fino a dieci anni.
Nei suoi primi dieci anni di vita, nessuno l'aveva mai chiamato Jamie: per lui - e gli altri ospiti dell'istituto - c'era un numero identificativo e con esso veniva chiamato: Ottantasei.

La narrazione del presente (siamo negli anni '70) si alterna a quella del passato, per cui il lettore può osservare la quotidianità di Jamie adesso e quella, terribile, di oltre trent'anni prima, quando era un orfanello cencioso, affamato, sporco, impaurito, alla mercè di pseudoreligiose che, lungi dal manifestare sentimenti materni di cura, affetto, premura, protezione, se ne andavano in giro con bacchette e cinghie a picchiare i bambini, a punirli per ogni minima infrazione, per ogni piccolissima disubbidienza.

"Novantasei fanciulli affamati, affamati d’amore e nutrimento, il sonno disturbato per la mancanza dell’uno e dell’altro. Novantasei reietti privi di grazia o doni particolari, sui quali un sole senza nubi non avrebbe mai brillato."

I capitoli dedicati alla vita nell'orfanotrofio sono drammatici: è un ambiente tetro e violento, squallido teatro di maltrattamenti fisici, psicologici, emotivi, sessuali, dove i piccoli ospiti sono solo degli involucri secchi e lacrimosi su cui adulti crudeli e impietosi riversano cattiverie di ogni genere, ogni giorno. Non solo, ma essi sfruttavano la manodopera fornita da queste piccole anime, impegnate forzatamente in faticosi lavori (lavanderia, agricoli...), senza alcun compenso, ovviamente, se non un tozzo di pane secco e nauseanti brodaglie, fatte passare per zuppe di cavolo e rapa.

Leggere le brutte esperienze fatte dal protagonista (e dai suoi "compagni di sventura") in un luogo che avrebbe dovuto accogliere bimbi abbandonati per dar loro un rifugio, in attesa di un'adozione, è stato straziante perché l'Autrice ha dipinto con colori vividi, seppur scuri e cupi, una situazione che, purtroppo!, non era un'eccezione, in quegli anni (dagli anni '30 agli anni '70), nell'Irlanda del Nord *; l'orfanotrofio di questo romanzo rientra tra le "scuole industriali" che venivano gestite in modo da essere dei luoghi dell'orrore per tanti poveri bambini, più che delle realtà educative.

È vero, sospiriamo di sollievo perché Jamie, a un certo punto, ne è uscito, portato via dai gentili e amorevoli coniugi McCloone, ma lo vediamo, quest'uomo scapolo e solo, impegnato con la terra e gli animali lasciatigli in eredità, mentre cerca di condurre una vita normale, apparentemente serena, che prova a divertirsi suonando la fisarmonica al pub, che si concede (troppi!!) cicchetti, ma che è inguaribilmente infelice.

"...come poteva il bambino al quale non era mai stato permesso di essere un bambino diventare tutt’a un tratto quell’uomo? Sarebbe stato come scavalcare con un salto un baratro di emozioni e scalare una vetta imponente."

Lui, cresciuto senza amore, con soltanto una terribile solitudine come coperta, in un postaccio super affollato di piccoli piagnucolanti e tristi come lui, "dove il vento e la neve soffiavano e cadevano in eterno e il diavolo oscurava le ore della notte e del giorno." 

Della vita in istituto, Jamie aveva portato via con sè il senso di paura, la consapevolezza (sbagliata!) di non valere nulla (manco tua madre ti  ha voluto, rifiuto umano!, gli ripetevano le suore), la sfiducia in sé stesso e nelle proprie capacità; ha imparato a procedere sempre a capo chino, girando al largo dai guai, schivando i colpi, facendosi in quattro pur di piacere agli altri. 

"Chi era lui veramente? Jamie non lo sapeva. Non era mai stato capace di esplorare la propria natura più intima o di considerarsi una persona degna e all’altezza. La sua infanzia infelice lo aveva defraudato della fiducia in se stesso e negli altri, della sicurezza, del coraggio e di tutto ciò che consente a un uomo di costruirsi un’immagine chiara e pura della propria identità."

A quarantuno anni suonati, Jamie era ancora "il bambino timoroso e solitario di sempre, con l’ardente desiderio di rivedere una madre che non sarebbe mai venuta. Era ancora disperatamente solo."


Ma non può continuare così e forse è arrivato il momento di ascoltare i saggi e buoni consigli del dottor Brewster e dei cari vicini di casa, i McFadden, Rose e il marito Paddy.
Questa coppia è l'emblema della bontà, della dolcezza, della lealtà e dell'amicizia sincere: si prendono cura del loro fragile e solitario amico Jamie come se fosse un figlio e, proprio per dargli una mano, gli consigliano di mettere un annuncio sul giornale locale, nella rubrica "Cuori solitari", con la speranza di trovare una brava donna da sposare!

Rose è convinta che il matrimonio con una brava signorina - che sappia cucinare, mi raccomando - metterà fine a tutti i problemi di Jamie. 

Certo, la cara e chiacchierona Rose cerca di essere d'aiuto ma non immagina quanto possa essere difficile per Jamie, che non ha mai conosciuto l'intimità (non in maniera sana, almeno...) e che non ha idea di cosa voglia dire corteggiare una donna, pensare di rapportarsi all'altro sesso.

"...le vecchie paure si riaffacciarono con prepotenza: la paura dei cambiamenti, la paura per la sua situazione, la paura degli altri, delle donne, dell’intimità. In breve, la paura di tutto ciò che avrebbe potuto rendere migliore la sua vita."

Ad ogni modo, ciò che lei consiglia è quasi legge perché di Rose ci si può fidare, così Jamie segue il suggerimento e mette un annuncio personale in cui cerca una donna.

Non lontana da lui, vive la maestra Lydia Devine, la quarantunenne che risponde all'annuncio di Jamie. 
Lydia, infatti, è anch'ella stanca di essere zitella e di avere come unica compagnia la lamentosa madre Elizabeth, vedova di un pastore protestante severissimo e dalla morale ferrea e inflessibile, che in vita aveva impedito alla figlia di sposarsi.
Morto il burbero padre, adesso Lydia deve sopportare le continua prediche della madre prepotente, che, temendo che l'unica figlia possa abbandonarla, sta continuando da dove il marito aveva interrotto, non smettendo di ricordare a Lydia come i maschi siano fonte di guai e basta. 
Insomma, stufa di non  avere un uomo accanto, anche Lydia mette un annuncio e risponde a quello di Jamie.

Leggiamo di come i due si incontrino e di come provino a socializzare, degli aiuti da parte di Rose per rendere Jamie pronto a fare la sua bella figura con una donna, e di tanti piccoli episodi divertenti e quasi comici che caratterizzeranno la conoscenza tra i due.

Inevitabilmente, ci capiterà di ridere di James, così impacciato mentre si sforza di diventare l'uomo che desidera essere, e ci commuoviamo nel vedere come davvero provi a lasciarsi alle spalle il suo passato doloroso.

Jamie e Lydia hanno in comune la solitudine e una vita piatta cui sfuggire, ma caratterialmente sono diversi: timidissimo e sempliciotto lui, impeccabile, equilibrata ed educata lei; eppure, c'è qualcosa, un filo sottile che li unisce, che fa sì che si sentano legati, attratti, in un certo senso: Jamie è quasi convinto che Lydia possa fare al caso suo e lei prova un'inspiegabile tenerezza e voglia di protezione verso quell'uomo che a malapena riesce a guardarla negli occhi.

Jamie e Lydia non potrebbero essere più lontani ma qualcosa sta per stravolgere la vita di entrambi.
Riuscirà l'uomo, che da bambino veniva chiamato con un numero, a costruire qualcosa di solido e farsi una vita senza aver ricevuto gli elementi di base da cui cominciare?

Lo scoraggiamento, la paura del fallimento, di restare solo, di non aver nulla per cui valga la pena vivere, sono dietro l'angolo, pronti a stringergli il collo come un cappio sempre più stretto.
Ma la vita sa essere imprevedibile... e non sempre in senso negativo.

Forza, Jamie,  la vita è per chi ha il coraggio di scavalcare burroni e tu ora sei libero dal dolore, dalla solitudine e dai ricordi delle persone crudeli che ti hanno perseguitato tanto a lungo! Il tuo piccolo personale paradiso ti attende ed è quaggiù.
 

"Il paradiso non è lassù" racconta una storia che in tanti potrebbero trovare melensa e strappalacrime, oltre al fatto che, molto probabilmente, non brilla per originalità, soprattutto nelle pagine finali; ma io l'ho letto con molto coinvolgimento perché immaginare come fosse l'esistenza delle povere creature che avevano la sfortuna di finire in certi posti, mi ha colpito tanto ed è straziante perché, purtroppo, è documentato che quegli istituti fossero dei luoghi infernali *.
Il ritratto che la McKenna ci restituisce della vita rurale nell’Irlanda del Nord all’inizio degli anni Settanta, ha tonalità tanto cupe e angoscianti quanto deliziose e giovali, proprie della vita nei piccoli paesi di campagna, dove ci si conosce e, perché no?, ci si aiuta; il personaggio di Rose -  materna, da simpatica "chioccia", chiacchierona, sempre con le mani in pasta, generosa... - sembra uscito da un romanzo di Fannie Flagg.

Mi è piaciuto molto perché non c'è solo il dolore causato da brutte persone, ma anche la dolcezza donata da quelle belle, un sano umorismo e, su tutto, la speranza che il presente e il futuro possano essere luminosi nonostante l'oscurità attraversata in passato.



* In passato, su questo blog, ho menzionato le Case Magdalene, istituti cattolici retti da religiose, dove le ragazze giudicate deviate socialmente, "a rischio" o immorali, venivano accolte  e finivano per essere non rieducate, bensì sfruttate in lavori massacranti e senza sosta, praticamente.

* Per onestà, va detto che le informazioni raccolte e divulgate da coloro (come Catherine Corless) che si sono occupati di questi istituti per ragazze madri e bambini abbandonati, operativi nell'Irlanda del Nord, sono state contestate e ritenute, relativamente a certi aspetti, esagerate o comunque non del tutto confermate.


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