C'era una volta un giovane bibliotecario, orfano e senza origini né radici, dotato di una fervida immaginazione, di una mente sognante e di uno sguardo che si perde nel nostalgico ricordo di una città perduta, dal nome impronunciabile e ormai dimenticato. Un giorno quel ricordo diventa ricerca e il Sognatore, Lazlo Strange, inizia un viaggio straordinario che lo cambierà nel profondo, conducendolo verso la conoscenza dell'Amore ma anche di sé stesso e della sua natura.
IL SOGNATOREdi Laini Taylor
Strange the dreamer Fazi Ed. trad. D. Rizzati 524 pp 14.50 euro 2018 |
"Nelle occasioni in cui alzava davvero gli occhi dalla pagina, sembrava sempre che si svegliasse da un sogno. Strange il Sognatore, lo chiamavano. Il sognatore, Strange."
I segreti della città leggendaria finiscono per diventare un'ossessione; il suo più grande desiderio è vedere la misteriosa Pianto con i propri occhi, ma è consapevole di come questo sia un sogno destinato a restare irrealizzato.
"Lazlo era un sognatore in un senso più profondo di quello che loro conoscevano. Vale a dire che lui aveva un sogno – un sogno guida e duraturo, talmente parte di lui da sembrare una seconda anima nella stessa pelle."
"Hyrrokkin riassunse la sua lezioncina. «La vita non ti capiterà addosso, ragazzo», disse. «Sei tu che devi farla capitare. Ricorda: lo spirito diventa abulico quando trascuri le passioni»."
Lui è diventato un eroe per la sua gente e adesso chiede aiuto agli abitanti di Zosma perché collaborino a liberare la città perduta dagli spettri del passato e a farla ritornare ciò che era.
Eril-Fane desidera assoldare uomini e donne con capacità specifiche, pratiche e utili e Lazlo sa che un semplice sognatore, appassionato di libri e fiabe, potrebbe non sembrare di grande aiuto, eppure il ragazzo si fa avanti e chiede di potersi unire alla spedizione: finalmente, i misteri di Pianto, che erano stati "la musica del suo sangue da quando ne aveva memoria", potevano diventare realtà!
Con sommo stupore di tutti - Strange compreso - e sotto lo sguardo accigliato di Nero, il Liberatore di Pianto lo accoglie volentieri e il giovanotto, durante il viaggio, si fa apprezzare per la sua spiccata intelligenza, la cultura, le tante informazioni su Pianto, la grande abilità di cantastorie, la sua piacevole ironia, insomma si fa voler bene; dal canto suo, il ragazzo matura e diventa più uomo, nel corpo e nello spirito, lasciando dietro sé la vaghezza sognante di prima per fare spazio ad una intensità da cercatore.
Lazlo lo aveva sempre saputo: è il sogno a scegliere il sognatore, non il contrario; il sogno di Pianto è venuto a cercarlo e lui si è lasciato trovare.
E sarà ancora il sogno a cambiare la sua vita, a donargli la bellezza di un sentimento genuino mai provato prima, che darà nuova linfa alla sua esistenza.
Questo sogno ha inizialmente le sembianze di tante falene, e non è un caso.
Le falene sono una sorta di "estensione" della volontà e del dono di una ragazza (di nome Sarai) molto speciale che vive in una fortezza, posta più su di Pianto, e che dal giorno del Massacro si nasconde, assieme ad altri quattro amici e un nugolo di fantasmi, affinché nessuno sappia della loro esistenza.
I cinque ragazzi (un maschio e quattro femmine, tutti più o meno coetanei tranne una, Minya, che dimostra circa sei anni pur essendo più grande) sono dei sopravvissuti al famoso massacro e sanno bene che, qualora gli umani li scoprissero, per loro sarebbe la fine.
Perché? Chi sono essi? Perché la loro sola esistenza sarebbe un problema?
La narrazione si divide in due filoni (che ovviamente si congiungeranno) e, parallelamente al viaggio di Lazlo verso Pianto, i lettori conoscono un gruppo di amici molto particolari (con solo le sembianze di esseri umani) che vive, appunto, vicino alla città, pur non facendone parte.
Non vi darò altri dettagli in merito e, anzi, con la trama mi fermo qui; aggiungo soltanto che i ricordi dolorosi di quel Massacro tormentano questi ragazzi, le cui vite sono state stravolte da allora, pur non avendo essi alcuna colpa, ma essendo solo i figli di chi si comportò in modo abietto con gli abitanti (umani) di Pianto; questi sopravvissuti.Essi conducono una non vita, circoscritta alla fortezza, al chiuso, senza cielo. Possono soltanto sognare di essere diversi, di avere altre possibilità e altri modi di esistere.
Sarai, poi, avendo il dono di entrare nei sogni degli altri e di "crearli", trasformandoli anche in incubi, è l'unica che, a modo suo (e tramite le sue falene), può uscire dalla loro "prigione" e sbirciare nelle vite altrui.
Come anticipavo, sarà proprio insinuandosi nei sogni, che Sarai conoscerà Lazlo.Questo singolare incontro travolgerà le loro esistenze e ogni certezza, e farà loro conoscere la potenza di un sentimento nuovo, sconvolgente e, soprattutto, impossibile da vivere totalmente e in libertà.
Per quanto mi riguarda, "Il Sognatore" è un "signor romanzo fantasy", scritto magistralmente, ricco di descrizioni vivide e particolareggiate di un mondo fantastico che il lettore riesce ad immaginare in ogni dettaglio, perdendosi nella magia di una narrazione che lascia gli occhi (dell'immaginazione) pieni di stupore e meraviglia.
La Taylor non si limita a raccontare una storia, a tessere una trama articolata, complessa, ricca di avvenimenti, dinamiche e sorprese (che già mi paiono degli ottimi elementi) ma crea con sapienza e abilità narrative mondi paralleli (dalle caratteristiche fiabesche, che ricordano i fantasy classici, quelle storie dell'infanzia che iniziano con "C'era una volta") che accolgono personaggi particolari e originali, dei veri e propri microcosmi di sentimenti e passioni, come lo sono Lazlo e Sarai, alle cui vicende e ai cui cuori ci affezioniamo, perché essi - pur avendo connotazioni ultraterrene - hanno dei sentimenti umani, soffrono, piangono, si struggono per amore, sognano un futuro ricco di serenità, di vita, di speranza, senza odio, rancore, vendetta, sopraffazioni.
Le scene d'amore sono descritte con estrema delicatezza, attraverso immagini fortemente evocative, e non potrebbe essere diversamente visto che esse si svolgono sempre all'interno della dimensione onirica: il Sognatore ama la sua bella nel sogno, quello è l'unico spazio-tempo che permette loro di vivere questo amore, e la forza del sentimento, con la gioia che l'accompagna, si manifesta in maniera visibile, dando vita a uno sfondo pieno di stelle, luce, natura rigogliosa, dove ogni cosa esprime felicità e bellezza.
Ce la farà questo sentimento a vincere su tutto ciò che rema contro la loro felicità?
Il finale è, ovviamente, apertissimo e lascia con una gran voglia di proseguire con il secondo volume, La Musa degli Incubi, che conto di leggere presto.
ALCUNE CITAZIONI
"Proibisci qualcosa a un uomo e lui la desidererà come se fosse la salvezza della sua anima, ancora di più poi se è la fonte di incomparabili ricchezze."
"da quando l'impossibilità impedisce a un sognatore di sognare?"
«Un uomo dovrebbe avere le zampe di gallina per aver scrutato troppo l'orizzonte», aveva detto il vecchio bibliotecario, «non soltanto per aver letto con poca luce».
"Perché che cos’era una persona se non la somma di tutti i frammenti della propria memoria ed esperienza: una serie finita di elementi, con un’infinita varietà di espressioni."
"solo perché il passato è fatto di sangue, non deve per forza esserlo anche il futuro."
"L'amore che fa germogliare l'anima come la primavera e che la fa maturare come l'estate. L'amore come esiste raramente nella realtà, come se un mastro alchimista lo avesse preso e distillato di tutte le impurità, di ogni meschino disincanto, di ogni pensiero immeritevole, trasformandolo in un perfetto elisir, dolce, profondo e divorante. "
"Essere cercata e trovata. Appartenere a una reciproca certezza. Svegliarsi stringendo altre mani. Allungare un braccio e trovare. Essere cercata e trovata. Appartenere a una reciproca certezza. Svegliarsi stringendo altre mani."