In un piccolo paesino della Sardegna una donna vive ogni giorno seguendo unicamente il proprio modo di essere e di pensare, in piena libertà, senza curarsi dei pettegolezzi e della disapprovazione dei compaesani, che vedono il suo comportamento come altezzoso, sfacciato e provocatorio.
Come altre donne prima e dopo di lei, la protagonista va incontro al proprio destino a testa alta, fiera e determinata, sfidando ignoranza e prepotenza, e affidando alla memoria e a una terra piena di tradizioni e leggende, la propria storia: quella di una donna forte e coraggiosa.
LA RINNEGATAdi Valeria Usala
Ed. Garzanti 208 pp 16 euro 2021 |
I Murru vivono in un paesino della Sardegna (Lolai) e qui conducono i propri affari e la propria vita famigliare: il capo famiglia commercia il bestiame ed è spesso fuori casa, la moglie, oltre ad occuparsi della casa e dei bambini, gestisce un emporio e una taverna.
Gli affari vanno bene e, negli anni, la situazione economica di Bruno e Teresa è andata via via migliorando, tanto che la coppia ha raggiunto un tenore di vita agiato, anche se essi non ostentano alcuna ricchezza, mantengono un "basso profilo", non si vantano di alcunché e vivono modestamente.
A chi dà fastidio il benessere altrui?
Certo non a gente contenta di ciò che ha, che sta bene in casa propria, ma solo agli invidiosi, ai pettegoli, agli scansafatiche, a chi vorrebbe avere le tasche piene di danaro senza fare troppi sacrifici.
E purtroppo questo tipo di persone si trova ovunque e in ogni tempo, anche a Lolai.
E questo comportamento sicuro e caparbio viene letto come arroganza e mancanza di modestia da quelle "sante" donne che vanno a messa e sgranano rosari, e tra un'Ave Maria e un Gloria al Padre ci infilano sempre "Hai visto la bella Teresì...", "Hai saputo che il marito...".
I Murru vengono guardati di rado con ammirazione e più di frequente con malignità, ed in particolare ad essere oggetto di "gossip" è lei, Teresa: chissà com'è diventata ricca, la bella Teresina! A chi ha chiesto aiuto ed elargito favori!? E che tipo di favori, poi! Ma chi ci crede che davvero gli affari vadano loro bene grazie a bravura, risparmi, laboriosità...?
Povero Bruno, chissà quante ne ha dovute sopportare a causa di quella mogliettina dal corpo provocante, con un bel faccino e quel modo di fare da regina!
Teresa sa che di lei, in paese, si parla e sparla; lo sa da anni, da quando rimase incinta prima del matrimonio e questo bastò a classificarla come una poco di buono; a nulla è servito metter su famiglia con il padre del bambino, darsi da fare insieme a lui per tirar su una casa, riempirla di beni materiali e no (hanno tre bambini, di cui uno molto piccolo), avviare attività...: nulla, la gente attorno non solo non ha smesso di spettegolare, ma ha incrementato le maldicenze, le occhiate maliziose, i mormorii.
Teresa vede come la guardano gli uomini, e c'è un gruppetto di essi che ogni giorno si apposta di fronte a casa Murru solo e unicamente per guardarla, per osservare ogni suo movimento, così da sapere i fatti suoi e, soprattutto, per riempirsi gli occhi della bellezza formosa di Teresa, facendo battute su di lei come se non fosse una donna maritata degna di rispetto, ma una ragazza da corteggiare, prendere in giro, provocare.
E le donne, poi! Gelose delle occhiatine concupiscenti dei propri mariti, invidiose della bellezza di Teresa e della ricchezza dei Murru, non fanno che sghignazzare, ridere, fare allusioni, parlare male di lei quotidianamente, inventando sciocchezze o modificando mezze verità, che poi passano di bocca in bocca diventando delle enormi calunnie.
E quanto dà fastidio a tutti - maschi e femmine - l'atteggiamento di Teresa, che risponde a tono o fa l'indifferente quando vuole, che lancia sguardi carichi di disprezzo, che continua la propria vita in tutta libertà, non lasciandosi intaccare da sciocchi pettegolezzi di quartiere.
"La scelta di Teresa di non aderire alle tradizioni, in un paese come Lolai, sembrava un’ennesima e presuntuosa sfrontatezza, ma lei era solita assecondare la propria natura agendo per necessità, piuttosto che per consuetudine."
E questo comportamento sicuro e caparbio viene letto come arroganza e mancanza di modestia da quelle "sante" donne che vanno a messa e sgranano rosari, e tra un'Ave Maria e un Gloria al Padre ci infilano sempre "Hai visto la bella Teresì...", "Hai saputo che il marito...".
Il fatto, poi, che di sovente Bruno manchi da casa non aiuta, in quanto in quei giorni tanto gli uomini quanto le donne si prendono confidenze che non dovrebbero (in nessun caso).
Si sa, senza un uomo accanto, una donna non è nulla.
Si sa, senza un uomo accanto, una donna non è nulla.
E non serve che Teresa non ci creda: ci credono i compaesani e tanto basta a etichettarla, lei che è stata cresciuta come un'orfanella in casa dei Collu (ricchi proprietari terrieri) e che s'è fatta le ossa da sola, con la propria intelligenza e indipendenza.
I Collu l'hanno trattata bene, non l'è mai mancato nulla, checché ne dica la bruja del paese, Maria, che se ne va in giro come una matta che ha perso un po' la bussola.
Quello che non sa è che lei è legata a Maria in maniera profonda e l'autrice racconta al lettore una storia nella storia, dove è una giovanissima Maria ad essere protagonista della propria vita: ci racconta di quando era giovane, ingenua, con il cuore pieno di speranze per il futuro e desideroso di innamorarsi.
Ma s'innamorò dell'uomo sbagliato e questo ha fatto prendere alla sua esistenza un triste percorso...
Rinnegata, oggetto delle chiacchiere del medesimo paesino chiuso e indiscreto, costretta a portare da sola le conseguenze di azioni giudicate come peccati da espiare, Maria s'è vista costretta ad abbracciare un'esistenza di solitudine per sopravvivere, rinunciando (e rinnegando a sua volta e suo malgrado) agli affetti, ma, a differenza di lei, Teresa non cede: non fa del male a nessuno, vive la sua vita con il marito e i figli, dà lavoro e paga con regolarità Rita (la giovinetta che vive presso di lei, aiutandola in casa, in taverna e coi bambini) e può contare sul prezioso aiuto di Tore, un uomo buono, servizievole, con cui è cresciuta e che per lei è come un fratello.
Ma un giorno accade una disgrazia in famiglia e da quel momento tante cose cambiano, lasciando Teresa a difesa di tutto ciò che, con tenacia e sudore, lei e il marito hanno conquistato.
Non sarà facile ma la donna farà di tutto per dimostrare che può farcela, anche da sola.Che nulla può indurla a rinunciare a sé stessa e alla propria libertà.Che una donna determinata non ha bisogno per forza di un uomo che la guidi in ogni passo.Che nessuno ha il diritto di dirle ciò che meglio per lei e per i suoi bambini.Che nessuno può metterla in gabbia perché in lei c'è un fuoco che arde e che la spinge a cercare sempre di essere l'esclusiva padrona della propria esistenza e delle proprie azioni.
Non sarà affatto facile e l'esito non è scontato, anzi, sin dal prologo l'autrice ci suggerisce che quella di Teresa non è una storia semplice né lieta, ma a maggior ragione va raccontata e ricordata.
"La rinnegata" è l'esordio letterario della scrittrice sarda Valeria Usala e, personalmente, mi ha convinta sotto vari aspetti, a cominciare dall'ambientazione scelta - questo paese collocato nella splendida Sardegna, con i suoi miti, le leggende antiche, le superstizioni - e dal fatto di calare un personaggio femminile così coriaceo e risoluto, uno spirito libero che non è disposto a svendere né sottomettere la propria natura per compiacere qualcuno, in un contesto chiuso, dalla mentalità ristretta e dalle orecchie e dalla bocca, invece, troppo larghe, sempre pronto a spettegolare, a sputare veleno e, purtroppo, anche ad architettare azioni deprecabili pur di fargliela pagare a quella donnetta presuntuosa che si crede di essere l'intoccabile regina di Lolai, quando in realtà è solo una peccatrice, una rinnegata.
È un romanzo che ho apprezzato anche per il linguaggio semplice, pulito e legato al contesto, per la scrittura che sa essere profonda e capace di dar voce ad una protagonista dal carattere deciso e ben definito, costretta a scontrarsi con nemici che le stanno troppo vicino, magari anche dentro casa.
Quella di Teresa è, quindi, una drammatica e amara storia di tradimenti, di ignoranza e contraddizioni, ma altresì di coraggio e rinuncia, di amore e speranza, di rinascita e perdono.
Consigliato!
"Siamo la vergogna di una colpa taciuta;
la pazienza di chi attende parole nuove per chiedere
perdono."
Sarà anche una storia reale e drammatica, anzi peggio, amara ma storie come queste dove le donne vengono ingiustamente trattate per ignoranza o per presa di posizione non sono tra le mie letture preferite. Poi i paesini dove tutti si intromettono nelle questioni deli altri e giudicano non mi sono mai piaciuti. Questo senza giudicare in alcun modo la capacità espressiva dell'autrice ne il libro che ne è uscito. Visto anche il fatto che sicuramente non posso giudicare un libro senza averlo letto. Solo che io non sono invogliata a leggerlo. E' una cosa mia personale. Buona continuazione del mese di maggio appena iniziato
RispondiEliminaciao Arwen! capisco benissimo, figurati, ognuno di noi legge ciò per le più svariate ragioni e non sempre si ha voglia di affrontare determinate tematiche leggendo; io anche ho dei generi o degli argomenti che amo mooolto poco e solitamente non li ricerco, nè nei film/serie tv nè nei libri (ad es. tutto ciò che ha a che fare con l'horror). E' giusto così, leggiamo ciò che ci è più affine, che ci permette di svagarci o di imparare nuove cose ecc..., insomma ciò che ci piace :-D
EliminaBuon maggio anche a te e grazie!