sabato 28 dicembre 2013

PORTAMI A CASA (Tropper): il cast





Ed eccomi a condividere con voi i volti, come li immagino io, dei protagonisti del pungente e senza peli sulla lingua "Portami a casa" di Tropper, di cui spero presto di favi leggere la mia recensione.

Intanto, eccovi il cast...:

Come sempre iniziamo dal protagonista: Judd Foxman, cui diamo il volto di Chris Vance.

Judd/Chris
Jen, la moglie di Judd, potrebbe somigliare a Monica Potter
Jen / Monica

Fratello maggiore Paul, l'ombroso: Sam Jaeger.

Paul/Sam

Il "fratellino" PhillipWentworth Miller!!!

Phillip/ Wentworth 

La vecchia fiamma di Judd, PennyJamie-Lynn Sigler.

Penny/Jamie

La compagna del dongiovanni, Phillip, TracyDrea de Matteo.

Tracy/Drea

Il capo traditore e amante della bella Jen. WadeMax Casella.

Wade/Max
Non potevano mancare la sorella Foxman, Wendy, e il suo amore di gioventù, lo strambo Horry,  interpretati da Heather Tom (la Katie di Beautiful!) e Andrew Shue.
wendy/heather
horry/andrew


E termino con la matrona di casa, mamma Hillary Foxman, col volto dell'affascinante Jane Fonda:

Hillary/jane

venerdì 27 dicembre 2013

Segnalazioni dall'Est: MOSAICO



MOSAICO
di Randy Taguchi


Copertina anteriore
Ed. Fazi
Trad. G. Coci
379 pp
18 euro
2008
Trama

Una ex soldatessa dell'esercito giapponese, Mimi, ha un lavoro singolare: condurre i pazienti presso gli ospedali psichiatrici che li prenderanno in cura. 
È così che incontra Masaya, un quattordicenne reduce da un'esperienza di premorte, sempre più distante dai genitori che rivorrebbero il bambino modello che era un tempo, con il quale riuscirà a instaurare un legame importante e foriero di una lucidissima visione del mondo. 
Grazie alla sua innata capacità di ascolto, che le fa sentire i corpi parlare e comunicare le proprie emozioni, Mimi riuscirà a interpretare le strane parole di Masaya, che le svelano un mondo fatto di suoni, sibili e boati. 
Mosaico dà voce a una generazione, la nostra, ormai irreversibilmente dipendente da una miriade di apparecchi tecnologici, chiusa com'è nella vibrazione di un'incessante comunicazione reciproca che qui risuona, e si dilata, tra le mura della gigantesca stazione di Shibuya a Tokyo.

Recensione WE ARE FAMILY di Fabio Bartolomei



Un'altra recensione di un libro terminato qualche giorno fa; questa recensione è la stessa inviata per Elle.

Il libro è:

WE ARE FAMILY
di Fabio Bartolomei


We are family
Ed. E/O
275 pp
17.90 euro
2013
Sinossi

Al Santamaria è un bambino prodigio, probabilmente il più grande genio del ventesimo secolo, colui che salverà il genere umano appena avrà risolto un problema più urgente: trovare una casa per la sua famiglia. 
Come tutti i suoi coetanei vive tra realtà e amici immaginari, poteri magici, regni incantati ma soprattutto ha un bellissimo rapporto con il padre Mario Elvis e la madre Agnese che gli fanno sentire di appartenere alla famiglia più bella del mondo. 
La vita dei Santamaria, non sempre facile per la verità, vista con gli occhi di Al è un po' uno specchio dell'Italia degli ultimi quarant'anni, sospesa tra voglia di riscatto e illusioni di grandezza, immobilizzata dall'incapacità di credere veramente in ciò che sogna. 
Al invece, tra mille difficoltà e prove potenzialmente distruttive, non ha cedimenti, costruisce pezzo dopo pezzo il suo mondo con l'aiuto della sorella Vittoria e grazie all'energia e alle risorse della sua età. 
Risorse che sono illimitate perché lui, nemmeno lo sa, resterà bambino per tutta la vita.


il mio pensiero

We are family narra la storia e le vicende divertenti e, per molti versi, tenere, della famiglia Santamaria, una famiglia italiana come tante e, allo stesso tempo, come poche; una famiglia composta da membri davvero particolari, dalla personalità eccentrica, un po’ matti ma uniti da un grande amore l’uno verso l’altro.
Siamo a Roma, negli anni Settanta e a raccontarci la propria storia, in prima persona, è il protagonista, Almerico Santamaria, che tutti chiamano semplicemente Al.
Il tutto parte da quando Al ha poco più di quattro anno e di lui apprendiamo un dato fondamentale, che sarà un po’ il fil rouge di tutto il romanzo: egli è un bambino superdotato, ha capacità eccezionali, ha imparato prestissimo a leggere, riesce e fare conti matematici velocemente e molto meglio degli adulti, si interessa della vita politica ed economica nazionale ed internazionale e riesce a trattare i grandi temi di attualità con scorrevolezza e padronanza, meglio di tanti politici e sapientoni.
Ma Al è e resta sempre e comunque un bambino e, crescendo, i tratti della sua infantilità e del suo restare, in un certo senso, sempre legato al mondo dei bambini, lo accompagneranno anche col passare degli anni, quando sarà adolescente e giovanotto.
Al è un bambino sveglio, intelligente, chiacchierone, un grande ed acuto osservatore del mondo attorno a sé, adulti compresi, che lui guarda con benevolenza e un pizzico di “pietà” per la loro perduta capacità di guardare le cose con gli occhi semplici e schietti dei bambini; si rattrista nell’udire le news catastrofiche che danno radio e tv (che non riesce a fare a meno di ascoltare), si inceppa davanti alla lettera “c” e, soprattutto, a “stonare” con le sue doti di enfant prodige, è Casimiro.

Chi è Casimiro? Il suo amico invisibile, l’amico immaginario che forse tutti (quanto meno tanti) i bambini si creano nella loro mente, una sorta di alter ego al quale ci si rivolge soprattutto nei momenti “no”; ed infatti Casimiro è una specie di “salvagente” per il bravo Al, che sente il bisogno di parlare e sfogarsi con lui quando gli adulti attorno a sé non gli danno retta o non lo ammirano come vorrebbe.

Al vive con il papà Mario, chiamato anche Elvis per la passione per il grande cantante; sua madre Agnese, dolce, paziente, con una bassa autostima; e c’è la sorella maggiore di Al, di pochi anni più grande di lui, Vittoria, la classica sorella che cerca di tenere a bada l’esuberante fratellino, consapevole che avere un genio in famiglia non è un privilegio che tutti hanno.
Al è anche un bambino iperattivo, pensa e fa mille cose tutte insieme, in attesa di scoprire qual è la “propria strada”; di una cosa è certo: se è nato genio, se possiede capacità e doti fuori dal comune, queste risorse non possono essere sprecate, ma utilizzate per il bene del mondo, così comincia a pensare che la propria missione da grande sarà proprio “salvare il mondo”.
Certo, intanto si incomincia dalla propria famiglia, la famiglia Santamaria, cui non manca nulla, nonostante manchi tanto dal punto di vista economico.
Ma papà e mamma cercano di non farlo pesare ai figli e trasformano tutto in gioco, inscenando in particolare il desiderio di acquistare la “casa promessa”, cioè la casa ideale della famiglia Santamaria.
E questa “casa promessa” è un po’ alla base della gran parte delle vicende in cui Al accompagna il lettore che, pagina dopo pagina, tra tanti sorrisi, seguirà le avventure di un ragazzino incredibile, dalle mille risorse, che si ingegnerà in tutti i modi possibili per rendere felice chi lo circonda.
Tante saranno le modifiche sorprendenti che Al, aiutato da una paziente Vittoria, apporterà alla casa promessa, in attesa che gli amati genitori, che a un certo punto andranno in viaggio di nozze a Venezia, ritornino e restino a bocca aperta davanti alla creazione della casa promessa dei Santamaria, da parte del loro figlio genio.

In un susseguirsi di scene raccontate con ironia, in un ritmo dinamico, con un linguaggio scorrevole e attraverso la prospettiva esilarante di un bambino che, pur essendo intelligentissimo, mantiene una visione delle cose legata alla propria età, il lettore può gustarsi con vivo interesse le avventure di Al, della sua famiglia e dei suoi amici, attraversando con lui varie fasi della vita, in cui si faranno sentire specifiche “esigenze”, determinati sentimenti, tutti affrontanti con simpatia, leggerezza, in un’atmosfera spassosa, “all’italiana”, per certi versi un po’ folle, fino ad arrivare ad un finale in grado di sorprendere e commuovere.
Al è un personaggio cui è impossibile non affezionarsi, che fa sorridere ma anche intenerire, perché eternamente a metà strada tra l’essere eccezionale (per quanto concerne, le idee, i progetti, il Quoziente Intellettivo) e l’essere normale (per quanto riguarda le emozioni, i desideri, le paure…):

“Forse è così che si sentono i geni. Capaci di afferrare i più grandi misteri dell’universo e poi fragili di fronte a semplici domande sul proprio futuro”, lascia dire Bartolomei al suo eccezionale protagonista.

Riuscirà Al a salvare il mondo, a lasciare un segno nella Storia, come da piccolo ha sempre desiderato?

We are family è una sorta di favola moderna, con elementi forse “surreali” ma con altri fin troppo reali, a cominciare dall’amore; We are family  è anche, infatti, la storia d’amore di una famiglia come tante, con problemi come ne abbiamo anche noi oggi, ma che non perde mai la voglia di vivere e il desiderio di portare avanti l’impresa più difficile, quella “al di sopra delle capacità umane che richiede ancora oggi il massimo impegno”: salvare il piccolo e primo mondo nel quale ci troviamo, cioè la nostra casa, la nostra famiglia, a maggior ragione quando tutto sembra crollare giù e perdere senso, trovando nella “finzione” e nel gioco la forza per affrontare i momenti difficili.

Un romanzo delizioso, divertente ma anche commovente, la cui lettura non posso che consigliare!


giovedì 26 dicembre 2013

"Maria Antonietta. L'ultima Regina" di Evelyne Lever (recensione)



Finalmente ho portato a termine la biografia della regina di Francia più chic di sempre:

MARIA ANTONIETTA. L'ultima regina
di Evelyne Lever


Maria Antonietta. L'ultima regina
Ed. Rizzoli
Trad. M. Mendolicchio
447 pp
10.20 euro
2006
Sinossi

Andata in sposa al Delfino di Francia, il futuro Luigi XVI, Maria Antonietta viene incoronata nel 1775, ad appena vent'anni, regina dei francesi.
Non amata dai sudditi, criticata dalla nobiltà per l'insofferenza all'etichetta e delusa da una vita coniugale poco appagante, Maria Antonietta ritaglia per sé un mondo su misura, consacrato allo svago e al lusso e scandisce le sue giornate tra balli e serate a teatro, pettegolezzi e intrighi di corte, scandali e amanti. 
Al di fuori di questa realtà sospesa, però, il corso degli eventi non rallenta: allo scoppio della Rivoluzione i membri della famiglia reale sono imprigionati e processati. 
La regina sarà ghigliottinata nell'ottobre del 1793, nove mesi dopo l'esecuzione del marito.







il mio pensiero

Leggere una biografia su Maria Antonietta di Francia  è stato come fare un viaggio nel passato, che mi ha permesso di entrare nell'affascinante mondo di Versailles e, in generale, nel mondo nel quale la vita di questa donna è collocata.
Pensare a Maria Antonietta è pensare alla Rivoluzione Francese e alle sue conseguenze, tanto a quelle "drammatiche"", quanto alle conquiste e agli ideali di libertà, che hanno attraversato quel periodo e il popolo francese.
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E' davvero giovanissima, Antonia, quando sua madre, la solenne e razionale imperatrice d'Austria, Maria Teresa, decide di negoziare con la Francia e di dare in sposa, al Delfino Luigi Augusto, la propria figliola, ai fini di garantirsi una solida e duratura pace con una delle potenze più forti d'Europa.
Ma, si sa, l'ingenua e spaesata austriaca era troppo giovane per essere capace di sobbarcarsi di un peso tanto grande quale quello di regnare sul sempre difficile popolo francese; se a questo si accostano altre "problematiche", è facile capire come diversi possano essere stati i fattori che hanno reso quanto meno difficoltoso regnare, insieme al Re, sulla Francia...: un marito altrettanto giovane ma soprattutto inadeguato al proprio compito, per insicurezza caratteriale fondamentalmente; una cerchia di "amici" di cui la bella Regina si è circondata nel corso del tempo e che hanno contribuito a creare di lei un'immagine di donna frivola, presa esclusivamente da giochi, balli, feste, divertimenti, intromissione nella vita politica come fosse un gioco....; senza considerare tutta una serie di pregiudizi verso l'austrachienne, che in fondo non verrà mai ben vista dai francesi (a prescindere dal ceto sociale) ma anzi sarà sempre additata come un'austriaca su suolo francese, una straniera, chissà forse una "spia", vòlta a favorire la propria patria d'origine, a costo di tradire la Francia (del resto, l'accusa di alto tradimento - fondata o meno che sia - è stata quella che ha decretato la sua morte, nell'ambito dello pseudo-processo cui fu sottoposta).

E Maria Antonietta, con determinate sue scelte, non farà in modo da volgere le sorti a proprio favore, anzi spesso e volentieri farà scelte discutibili (non sempre e non tutte coscientemente), che la metteranno in cattiva luce e faranno emergere il lato più superficiale di lei, che si farà completamente trascinare dagli intrighi di corte, a volte quale "protagonista attiva", altre volte quale vittima; infatti, c'è da dire che molte saranno le calunnie che i giornali satirici nazionali non esiteranno a mettere in giro sulla sua persona inventando di sana pianta dicerie e malignità (ad es., molti amanti le verranno attribuiti, tanto donne quanto uomini...) o mettendo alla berlina comportamenti veri e reali (tipo, il suo far feste di continuo, dedicarsi all'arricchimento del proprio guardaroba spendendo troppo e impoverendo le casse dello stato...., la relazione con Fersen...).

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Insomma, il regno di Luigi XVI e Maria Antonietta - inizialmente scherniti in quanto per alcuni anni senza eredi, avendo lui serie difficoltà ad unirsi fisicamente alla pur deliziosa sposina - sarà attraversato da non poche difficoltà sin da subito, e negli anni le cose non faranno che peggiorare; ciò non significa che il popolo francese non proverà ad amare i due giovani e smarriti regnanti, ma quest'amore durerà poco, in effetti, soprattutto a causa di un modo di vivere della corte reale, dal sovrano ai nobili ad essi vicini: troppo sfarzo, troppo "scialacquo" di soldi da una parte e troppa fame dall'altra!
Una tale sostanziale differenza non poteva non sfociare in qualcosa di ... "grosso", che ponesse fine alla tirannia dei Borboni, che pensavano solo a rimpinguare le proprie pance e le proprie tasche infischiandosene dei bisogni urgenti di un popolo che moriva di fame.

Leggendo le pagine della Lever, piacevoli e scorrevoli come un romanzo, emerge una Maria Antonietta tutt'altro che cattiva e spietata, quanto piuttosto ingenua e spaesata al'inizio, frivola, avventata e sciocchina nel pieno del regno di Luigi XVI, per arrivare ad una Regina adulta, più serena e meno euforica (grazie alla maternità, ma forse anche al grande amore, Axel di Fersen) ma sempre troppo lontana dal pensare al proprio ruolo "dal punto di vista della Francia" e molto presa, al contrario, dal vivere questo ruolo semplicemente come privilegiata, come una donna al di sopra di tutti che aveva il diritto di vivere nell'agiatezza e nelle comodità anche in un momento storico in cui avrebbe dovuto stare accanto al proprio marito per soccorrere il proprio popolo, piuttosto che inasprirlo.

Nonostante sulla bella e fashion Regina francese se ne siano dette tante - dalle critiche più aspre a quelle volte a vederla come martire da riabilitare -, apprendere o rivedere tante informazioni su di lei è sempre interessante, per quell'alone di curiosità e fascino che la sua figura e la sua vita emanano; non solo, ma a renderla interessante sono, ai miei occhi, soprattutto gli ultimi tempi della sua vita, in cui siamo di fronte ad una Maria Antonietta fragile, dai nervi tesi (a motivo dei tumulti e delle rivolte popolari), una mamma cui stanno a cuore i propri figli, che piange per la morte di due di essi, che lesina affettuosità materne alla maggiore (Maria Teresa, nota col nomignolo di "Madame Royale") per riversarne abbondanti sul figlio maschio, l'erede al trono.
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Intenerisce e commuove l'immagine della Regina ormai sola con i suoi carcerieri, lontana dall'austera bellezza e dallo splendore di Versailles, e che soffre la solitudine e le privazioni (e non solo materiali) nella prigione della Concergerie, in attesa di salire sul patibolo; una donna e una mamma che ha dovuto tirar fuori tutta la dignità e la fierezza di cui è sempre stata portatrice per difendersi da alcune accuse davvero infamanti che, se anche non sono servite di certo a salvarla da una sentenza già decisa a priori dal tribunale rivoluzionario,  pure ne hanno riabilitato, in un certo senso, l'immagine di donna dissipatrice e senza freno, per restituirci quella di una moglie e di una madre come lo erano tantissime altre del suo tempo, affezionata alla propria famiglia.

Amo le biografie sulle famiglie reali e questa di Maria Antonietta mi è piaciuta molto perchè dettagliata ma mai pesante...!

Frammenti ... musicali



Un passaggio ... musicale... tratto da IL VIOLINO NERO di Fermine Maxence.

Una donna veniva verso di me. Di lei non sapevo niente,niente del suo viso, niente del suo corpo.Ma la sua voce d’oro, che infestava le mie notti,mi trafiggeva il cuore ogni volta che la udivo.La verità è che mi ero innamorato di una donna che non esisteva.Ogni notte, per anni, quel sogno si intrecciò ai miei sonni.Nel sogno mi ritrovavo a camminare in una città sconosciuta,poi, d’improvviso, svoltando in un vicoletto, udivo il canto di un violino.Mi lasciavo allora guidare da quella voce, camminavo per strade deserte,lustre di luna, aperte al sogno, e arrivavo ai piedi di un ponte di pietrache scavalcava un canale le cui acque immote riflettevano un volto mascherato.La donna che suonava era ferma a metà del ponte. Mi dava la schiena.Io mi avvicinavo lentamente a lei e le toccavo la spalla, mentre la musica inghiottiva il mio corpo, la mia anima.La giovane donna si voltava, e io scoprivo una cosa incredibile:non stava suonando il violino! Era lei il violino!Il suo corpo, tornito e morbido, aveva la forma di un violino.E la sua voce era il suono dello strumento,una voce così cristallina da sembrare sovrumana.Tra le mani teneva lo spartito di un’opera, e l’aria che cantava,
quella musica meravigliosa, scaturiva da lei come una musica divina.


storm violin


Xmas covers



Non potevano mancare le cover natalizie!!

Vi piacciono? Quale preferite?


i bambini che guardano
sognanti e stupiti
la neve che
cade giù

il rosso...!
ma quanto "fa Natale"?

scenario invernale
da favola.... ^_^

una cover che
mi riporta all'infanzia.. 

Axel e Marie Antoniette: un tragico amore



Struggenti pagine di diario di un uomo che ha perso irrimediabilmente la donna della sua vita, l'unica mai amata (per quanto non le sia stato proprio fedele...): il conte Fersen non si dà pace dopo la tragica fine della sua Regina.

,
"Colei per la quale vivevo,
poichè non ho mai smesso di amarla,
colei che amavo così tanto,
per la quale avei dato mille vite,
non c'è più,
Oh, mio Dio!
Perchè distruggermi così,
cosa ho fatto per meritare la Tua ira?
Lei non c'è più.
Sono in un'agonia di dolore
e non so com'io faccia a continuare a vivere,
non so come fare a sopportare la mia sofferenza.
E' tanto profonda e nulla la cancellerà mai.
Lei sarà sempre presente nella mia memoria
e non smetterò mai di piangerla"
(21/10/1793) 



,
"Ci penso ogni giorno
e ogni giorno cresce il mio dolore.
Ogni giorno sono addirittura sempre
più consapevole di ciò che ho perso"
(26/10/1793)

mercoledì 25 dicembre 2013

Curiosità natalizie



Curiosità natalizie..

fonte: http://www.culturaesvago.com

LA LEGGENDA DELL'AGRIFOGLIO

Un piccolo orfanello viveva presso alcuni pastori quando gli angeli araldi apparvero annunciando la lieta novella della nascita di Cristo.
Sulla via di Betlemme, il bimbo intrecciò una corona di rami d'alloro per il neonato re.
Ma quando la pose davanti a Gesù, la corona gli sembrò così indegna che egli si vergognò del suo dono e cominciò a piangere.
Allora Gesù Bambino toccò la corona, fece in modo che le sue foglie brillassero di un verde intenso e cambiò le lacrime del pastorello in bacche rosse.


La Leggenda del Vischio
Viveva una volta un vecchio mercante in una casetta sui monti. Avido ed esoso, non aveva amici e pensava soltanto ad accumulare denaro. Spesso aveva approfittato, in modo disonesto, dello stato di necessità di povere persone, bisognose di un prestito.

Una notte di dicembre il vecchio mercante non riusciva a dormire, così decise di uscire a fare una passeggiata. Per strada udì le grida festose, i canti dei bambini, le risa della gente. Incuriosito, si inoltrò tra i passanti e sentì qualcuno chiamarlo "fratello". Lui che non aveva fratelli cominciò ad ascoltare i racconti di tanti sconosciuti, voci stanche e voci allegre, storie felici ed eventi dolorosi. Pentitosi di non aver mai saputo aprire il suo animo agli altri e di non conoscere i problemi altrui, si nascose dietro un cespuglio e si mise a piangere. Le lacrime caddero sul terreno, dove brillarono come perle. Era nato il vischio.

.
(Leggenda trentina).


La leggenda delle Ghirlande

Una vigilia di Natale, quando Gesù venne a benedire gli Alberi di Natale, notò che l'albero di una casa era coperto da ragnatele, tessute da strani ragni.
Quando benedisse l'albero, Gesù trasformò le ragnatele in bellissime ghirlande d'oro e d'argento.
Da allora noi le usiamo per decorare i nostri abeti a Natale.

Parole d'autore...



Così introduce "We are family" Fabio Bartolomei, dopo aver dedicato a colei che ha inventato tutti i giochi che conosce.


"I bambini sanno qualcosa che la
maggior parte della gente ha dimenticato."

Keith Haring

ex-epigrafe

Il significato della parola EPIGRAFE al quale mi riferisco è questo: Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm., citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire. (Treccani)

martedì 24 dicembre 2013

Il Natale in versi



Poesie sul Natale ^^



ROBERT LOUIS STEVENSON - Ai beneficiati

Oh, Dio...
aiutaci a rievocare correttamente
la nascita di Gesù, che
noi possiamo vivere nei canti
degli angeli, nella gioia
dei pastori, e
nella devozione degli uomini saggi.

Possa il mattino di Natale
renderci felici
di essere tuoi figli.

,

GIOVANNI PASCOLI - L'agrifoglio

Sul limitare, tra la casa e l'orto
dove son brulli gli alberi, te voglio,
che vi verdeggi dopo ch'io sia morto,
sempre, agrifoglio.

Lauro spinoso t'ha chiamato il volgo,
che sempre verde t'ammirò sul monte:
oh! cola il sangue se un tuo ramo avvolgo
alla mia fronte!

Tu devi, o lauro, cingere l'esangue
fronte dei morti! E nella nebbia pigra
alle tue bacche del color di sangue,
venga chi migra,

tordo, frosone, zigolo muciatto,
presso la casa ove né suona il tardo
passo del vecchio. E vengavi d'appiatto
l'uomo lombardo,

e del tuo duro legno, alla sua guisa
foggi cucchiari e mestole; il cucchiare
con cui la mamma imbocca il bimbo, assisa
sul limitare.


LUIGI PIRANDELLO - SOGNO DI NATALE

Era festa dovunque: in ogni chiesa, in ogni casa: intorno al ceppo,
lassù; innanzi a un Presepe,
laggiù; noti volti tra ignoti riuniti in lieta cena;
eran canti sacri, suoni di zampogne, gridi di fanciulli esultanti, contese di giocatori...
E le vie delle città grandi e piccole, dei villaggi, dei borghi alpestri o marini,
eran deserte nella rigida notte.
E mi pareva di andar frettoloso per quelle vie,da questa casa a quella,
per godere della raccolta festa degli altri;
mi trattenevo un poco in ognuna, poi auguravo:
- Buon Natale -
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