mercoledì 1 ottobre 2014

Recensione film: 'UN RAGAZZO D'ORO' (di Pupi Avati)



Ogni tanto anche io vado al cinema... e, anzi, mi son ripromessa di andarci più spesso! 

Cosa sono andata a vedere...?

UN RAGAZZO D'ORO


Regia: Pupi Avati
Settembre 2014
TRAILER


Protagonista della storia è Davide Bias (Riccardo Scamarcio), fidanzato con Silvia (Cristiana Capotondi); lavora a Milano come creativo pubblicitario ma ha l'ambizione di scrivere un libro e riuscire a pubblicarlo.
Purtroppo però, fino a quel momento, pur sentendosi dire di avere talento nella scrittura, i suoi racconti non hanno ancora trovato un editore disposto a pubblicarli.
Davide è un ragazzo dalla personalità complessa, pieno di inquietudini, "piccole" manie compulsive (tipo contare i passi quando cammina) e per tenere a bada le proprie ansie deve ricorrere a delle pillole, visto che neanche il suo rapporto con Silvia riesce a dargli serenità, anzi, gli offre ulteriori occasioni di nervosismo e turbamento, a motivo della gelosia e dell'ossessione verso l'ex di lei.
La sua situazione emotiva - di per sè già non idilliaca - si complica quando riceve la notizia della morte del padre, uno sceneggiatore di film di serie B, non sempre apprezzato in vita dai critici.

Davide torna a Roma e al funerale del genitore incontra Ludovica (Sharon Stone), un'editrice e amica del padre - Achille - che chiede a Davide di recuperare un romanzo che l'uomo stava scrivendo, affinchè possa pubblicarlo.

Questa richiesta metterà Davide in condizione di avvicinarsi alla figura paterna, con la quale ha sempre avuto "un rapporto orrendo", conflittuale, costellato da troppi silenzi; una sorta, quindi, di "non rapporto", che non poteva non avere ripercussioni sull'equilibrio già fragile di Davide, il quale a modo suo proverà a far pace con il ricordo del padre accettando la sfida di scrivere il suo romanzo come se fosse Achille, compiendo forse l'unico, e di certo l'ultimo, gesto d'amore possibile tra loro...

E' un film che mi ha colpito positivamente, per la tematica e anche per com'è stata affrontata; la storia scorre lentamente, sì, ma senza annoiare; belle davvero le musiche di Gualazzi - che danno pathos ed intensità a diversi momenti -, bravo e molto convincente Scamarcio nel ruolo di questo ragazzo talentuoso ma tormentato,  i cui demoni interiori troveranno sfogo e spazio nella scrittura forsennata di un capolavoro che sarà il suo personale ed intimo sacrificio, in nome del proprio amore verso quel padre sfuggente insieme al quale, da bambino, si sentiva invincibile.

Uff... mi spiace di non poter/saper dire meglio e di più, ma proprio non sono esperta in ambito cinematografico (ahimè) e, contrariamente a ciò che mi accade  per i libri, non mi viene spontaneo "sviscerare" i film in un modo che risulti più o meno esaustivo...., nè tantomeno posso fare raffronti con altri film di Pupi Avati, del quale ricordo solo "Il papà di Giovanna"; entrambi i film, comunque (sempre incentrati sul rapporto padre-figlio/a, che però nel secondo caso è molto presente e anche troppo), lasciano quel velo di tristezza e, soprattutto in quest'ultimo, la sensazione di "qualcosa di irrisolto", che lascia un po' di amaro in bocca, visto che al protagonista viene data l'opportunità di "far pace" con la figura del padre... ma un po' meno con se stesso.

Beh, a me è piaciuto e pure a mio marito, che inizialmente non era tanto propenso ad accompagnarmi   



Per leggere le recensione di altri film clicca sull'etichetta "Cinema"

martedì 30 settembre 2014

NOVITA' IN LIBRERIA: 'DEMOCRACY' - 'NOTTE FATALE' - 'LO SCAPOLO' - 'I LOVE SHOPPING A HOLLYWOOD'



Troviamo in libreria...:

DEMOCRACY
di Joan Diodion


Ed. E/O
224 pp
17.50 euro
dal 17 Settembre 2014
Trama

Inez Victor è una donna bella e affascinante, rilascia interviste, organizza cocktail party e raccoglie fondi. 
Suo marito, Harry Victor, è un senatore degli stati uniti d’America, impegnato in una perenne campagna elettorale. 

Cosa faccia Jack Lovett, invece, nessuno lo sa con precisione. Forse il consulente per il governo, forse l’agente segreto, forse il trafficante d’armi. Jack è l’uomo giusto sempre nel posto giusto. è così che ha conosciuto Inez, sposata Victor, la donna giusta al momento sbagliato. 
Fra Honolulu e il sudest asiatico, tra Washington e New York, gli sguardi e i gesti fra i tre si intrecciano sempre di più stringendoli nella morsa di quegli anni ’70 che hanno visto la politica americana rendersi inseparabile dalle vite private dei suoi protagonisti. 
Fotografata, ripresa, inseguita, Inez osserva la sua vita cadere a pezzi come se non la riguardasse. solo un danno collaterale, l’ennesimo di una esistenza vissuta fra compromessi e manipolazioni, dietro le quinte di un potere sempre più inafferrabile.


Novità & wishlist."IL MISTERO DI OLIVER RYAN" di Liz Nugent



Una recente pubblicazione Neri Pozza, finita direttamente in Wishlist.

IL MISTERO DI OLIVER RYAN
di Liz Nugent


Ed. Neri Pozza
Trad. A. Biavasco
17 euro
223 pp
Settembre 2014
Trama


Oliver Ryan è un uomo sicuro di sé. 
Unisce, come dice Michael, suo amico sin dai tempi dell'università, "un'avvenenza poetica" a modi compiti e riservati. 
Una combinazione irresistibile per le numerose ragazze da lui sedotte in gioventù, quando se ne andava in giro come un divo del cinema coi suoi completi di lino e gli occhi scuri da bel tenebroso. 
Una combinazione irresistibile anche per tv e media dublinesi, che fanno a gara per averlo nei talk show e sulle pagine delle riviste patinate. 
Oliver Ryan è, infatti, uno scrittore famoso, uno dei più noti autori irlandesi di libri per bambini. 
Come sovente accade agli uomini di successo, ha una compagna dolce e carina: Alice, che illustra magnificamente le sue opere, ma rifugge le luci della ribalta ed è così schiva che non vuole nemmeno rivelare che l'illustratrice dei volumi di Vincent Dax - il nom de plume di Oliver - è sua moglie. 
Una sera di novembre del 2011, dopo una cenetta deliziosa a base di tajine di agnello, roulade con i lamponi e Sancerre, accade l'irreparabile. Nella casa della coppia, situata nell'elegante Pembroke Avenue, Oliver picchia così selvaggiamente Alice da ridurla in coma... un corpo inerte disteso per terra, la testa e il tronco curvi come un punto interrogativo. 
La notizia fa subito il giro di tv e giornali. 
19099368
,
Com'è possibile che il carnefice dell'illustratrice sia proprio Vincent Dax? 
Lo scrittore venerato da un ampio pubblico per i suoi modi cortesi e per l'irresistibile fascino della sua persona?

L'autrice.
Agli inizi della sua carriera, Liz Nugent ha lavorato nei teatri d'Irlanda; più di recente, ha incominciato a scrivere sceneggiature per radio e tv; vive a Dublino col marito. Unravelling Oliver è ol suo primo romanzo.


Occhio al libro: 'IL CAVALLO DI RITORNO. La prima indagine del commissario Peppenella' di Peppe Lanzetta



Buongiorno amici e lettori.

Diamo inizio alla giornata qui sul blog con una segnalazione di un thriller molto originale.

IL CAVALLO DI RITORNO.
La prima indagine del commissario Peppenella 
di Peppe Lanzetta

Ed. CentoAutori
Collana L'Arcobaleno
Formato 13x20
Pagine 204
Prezzo €12.50


Il romanzo che avete fra le mani parla di sangue, di dannazione e d’amore. Non cercate i buoni e i cattivi, perché non li troverete. Troverete però un pulsare sordo e costante, quello del cuore nero della città moribonda e immortale. (Dalla prefazione di Maurizio de Giovanni)

Il cavallo di ritorno – La prima indagine del commissario Peppenella di Peppe Lanzetta in libreria dal 24 settembre per i tipi delle Edizioni Cento Autori. 
Lanzetta è scrittore, attore di cinema e teatro ed uno di quegli intellettuali che non la mandano a dire, ma si espongono di persona. Un personaggio complesso che si muove a suo agio tra scrittura, recitazione e impegno sociale.
Il fulcro della storia ruota intorno alla caccia di un omicida seriale che, come segno distintivo, lascia dodici coltellate sul corpo delle vittime. 
Chi è? Perché uccide? Le dodici coltellate hanno un significato preciso? Sono un messaggio? 
Il commissario comincia una serrata caccia all’assassino che s’intreccia con una serie di furti, ma anche drammi personali di vari personaggi che ruotano intorno alla vicenda principale.

Il titolo spiega già l’anima stessa del romanzo ed il riferimento è ad un furto che non è un furto: ti rubano l’auto, di solito nuova e di grossa cilindrata, per chiederti un riscatto in danaro. 
Il malcapitato ha due opzioni: denunciare il furto oppure pagare il riscatto e ritornare in possesso dell’auto. 
Lo scrittore napoletano immagina che lo stesso meccanismo venga applicato prima ai morti e poi ai monumenti di Napoli. 
Così, un bel giorno, i napoletani che passano per la nota piazza Dante si accorgono che il Sommo poeta non è più al suo posto e al Comune di Napoli arriva una richiesta di riscatto. 
Al centro delle vicende del romanzo c’è il commissario Peppenella, napoletano, tifoso juventino, obeso e divoratore di kebab, accompagnato da almeno due bottiglie di birra.


Pagina ufficiale del libro
Peppe Lanzetta (Napoli, 1956) è scrittore, attore e drammaturgo. Debutta sulla scena teatrale nel 1983 con Napoletano pentito, a cui fanno seguito: Bombatomica e Roipnol (entrambi del 1984), Il vangelo secondo Lanzetta (1986), Lenny (1988), Caro Achille ti scrivo (1990), Il gallo cantò (1993), Il peggio di Lanzetta (1993), Tropico di Napoli (1998), Ridateci i sogni (2001) e L'Opera di periferia (2006). Ha vinto con Malaluna il premio Olimpici del Teatro 2004. Ha collaborato come autore di testi con vari musicisti tra cui: Edoardo Bennato, Tullio de Piscopo, James Senese, Enzo Avitabile, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Franco Ricciardi, Massimo Severino e Franco Battiato. Attore e autore anche per cinema e televisione, ha lavorato con registi come Sorrentino, Piscicelli, Tornatore, Cavani, De Crescenzo, Loy, Martone, Asia Argento, Scimeca e Abel Ferrara. Ha pubblicato Una vita postdatata (Interlinea 1991, poi Universale economica Feltrinelli 1998), Figli di un Bronx minore (Universale economica Feltrinelli 1993), Un Messico Napoletano (Universale economica Feltrinelli 1994), Incendiami la vita (Baldini & Castoldi 1996, poi Universale economica Feltrinelli 2007), In gita a Napoli (Paravia 1997), Un amore a termine (Baldini & Castoldi 1998), Tropico di Napoli (Feltrinelli 2000), Ridateci i sogni. Ballate (Universale economica Feltrinelli 2002),Giugno Picasso (Feltrinelli 2006, premio Domenico Rea), Racconti disperati (Tullio Pironti Editore 2010), InferNapoli (Garzanti 2011 Premio Frignano) e Pane e peperoni (a est dell’equatore 2012).Per Edizioni Cento Autori, sono usciti il romanzo Sognando l’Avana (2013) e la riedizione dell’antologia Figli di un Bronx minore (2014).

lunedì 29 settembre 2014

Recensione. EDUCAZIONE SIBERIANA di Nicolai Lilin



Ultimo libro letto.

EDUCAZIONE SIBERIANA
di Nicolai Lilin


prossimamente
Einaudi
348 pp
12.59 euro
Trama

Cosa significa nascere, crescere, diventare adulti in una terra di nessuno, in un posto che pare fuori dal mondo? Pochi forse hanno sentito nominare la Transnistria, regione dell'ex Urss autoproclamatasi indipendente nel 1990 ma non riconosciuta da nessuno Stato. In Transnistria, ai tempi di questa storia, la criminalità era talmente diffusa che un anno di servizio in polizia ne valeva cinque, proprio come in guerra. Nel quartiere Fiume Basso si viveva seguendo la tradizione siberiana e i ragazzi si facevano le ossa scontrandosi con gli "sbirri" o i minorenni delle altre bande.
 Lanciando molotov contro il distretto di polizia, magari: "Quando le vedevo attraversare il muro e sentivo le piccole esplosioni seguite dalle grida degli sbirri e dai primi segni di fumo nero che come fantastici draghi si alzavano in aria, mi veniva da piangere tanto ero felice". La scuola della strada voleva che presto dal coltello si passasse alla pistola.
"Eravamo abituati a parlare di galera come altri ragazzini parlano del servizio militare o di cosa faranno da grandi". Ma l'apprendistato del male e del bene, per la comunità siberiana, è complesso, perché si tratta d'imparare a essere un ossimoro, cioè un "criminale onesto". 

il mio pensiero

"Educazione Siberiana" racconta la vita di un giovane criminale, Nicolai "Kolima", nato e cresciuto nella Transnistria (stato indipendente riconosciuto oggi come Repubblica Moldava, ma all’epoca facente parte dell’Unione Sovietica), all'interno di una famiglia legata alla criminalità organizzata.
E' un libro "duro", e per il soggetto e per le storie raccontate e per il linguaggio, così essenziale, crudo, senza filtri e peli sulla lingua, realista in maniera quasi "dolorosa", che presenta il mondo della vita nella comunità siberiana con una tale chiarezza e naturalezza da mostrarcene, al contempo, tanto la violenza, la crudeltà, i principi, quanto la sua interna coerenza, il rispetto per le tradizioni, per le regole, l'attaccamento alla fede (seppure in modo poco spirituale e molto "religioso") ortodossa e soprattutto a tutto ciò che concerne l'educazione di un criminale siberiano.

In questo romanzo conosciamo la vita (fino all'adolescenza) di Nicolai, che fin da bambino vive e respira parole, gesti, riti, regole, valori... che contraddistinguono il suo "popolo" e il microcosmo in cui cresce è per lui il principale (se non l'unico) punto di riferimento, ciò da cui trae le regole per la propria condotta di vita, in ogni questione che lo riguardi.
Perchè l'educazione ricevuta coinvolge ogni sfera della sua esistenza sin dall'infanzia, formando il suo carattere, le sue convinzioni, la sua visione del mondo, il suo modo di rapportarsi agli altri (distinti, essenzialmente, in coloro che appartengono al suo clan, alla famiglia siberiana, definiti "fratelli", e quelli che ne sono fuori), i valori da portare avanti e rispettare a costo della vita, la distinzione tra bene e male, tra ciò che è giusto e ciò non lo è.
Emerge, in tutto il libro, e colpisce il pensiero che un giovane nato e cresciuto in un contesto violento e criminale possa esserne tanto avvezzo da parlarne come se esso fosse la cosa più normale del mondo, tanto da definire i criminali siberiani come "onesti", nel senso di ligi alla tradizione, alle regole interne; queste ultime sono assolutamente importanti e guai a violarle: c'è tutta una procedura anche per punire coloro che le trasgrediscono (in base alla gravità della trasgressione).
Risalta l'odio per il governo e in special modo per gli sbirri, ai quali si oppongono i siberiani, che non hanno alcun rispetto per quella categoria di individui, che non ci pensano due volte ad usare le armi a disposizione per far indietreggiare i nemici e coloro che, in generale, non rispettano il loro mondo, i loro affari illeciti.
Nicolai ci descrive le armi (coltelli, pistole e quant'altro) necessarie per un criminale della Transnistria (alle quali si accede in determinati momenti della vita e per le quali bisogna aver dimostrato di essere "degni" di poterle usare), il valore e i significati profondi e specifici contenuti in ogni singolo tatuaggio, l'importanza delle parole, delle "formule" con le quali ci si rivolge agli altri criminali, il rispetto per coloro che sono delle autorità nel clan, la compassione da dare a chi è disabile o più sfortunato, l'obbligo morale di vendicarsi se si assiste ad un'ingiustizia (in particolare se perpetrata contro i deboli), la venerazione per le donne/madri devote alla famiglia e alla causa criminale, la lealtà verso i "fratelli", il senso di protezione che deriva dal far parte di una stessa famiglia criminale.
Protezione che si riceve e si vive anche in carcere e Nicolai farà l'esperienza del carcere minorile, che è una della parti della narrazione che ho trovato più "tosta", cruda e difficile da leggere, in quanto sono descritti momenti della vita carceraria davvero brutti...

Se siete dei lettori "forti" e ve la sentite di fare un viaggio in una realtà  dura, raccontata con una forza narrativa che sconvolge, turba ma allo stesso tempo vi trascina e rapisce..., se riuscite a leggere scene di violenza abbastanza "feroci" senza uscirne troppo "provati"..., beh, questo libro fa per voi e vi consiglio di leggerlo.
Io, da lettrice e donna, l'ho trovato "pesante" ma non nel senso di noioso, tutt'altro!, quanto per l'argomento (ci sono scontri tra ragazzi "guerrieri" a non finire, per dirne una) e le vicende (drammatiche) presentate, che però sono narrate in un modo scorrevole, interessante, con molta vivacità e con un ritmo veloce.
Impossibile annoiarsi, a mio avviso, anche quando ci sono momenti descrittivi o flashback (l'Autore usa moltissimo questa tecnica: raccontare un episodio seguendo una linea cronologica, per poi aprire una parentesi e narrarci di un determinato personaggio per lui significativo, o un determinato fatto che il lettore deve sapere) e si avverte tutta la conoscenza, per esperienza, che l'Autore ha di questo mondo "inquietante", se vogliamo "straordinario" , e che lui ci mette davanti con uno stile spiazzante ed intenso.

Prossimamente al cinema "Una promessa" (tratto da "Viaggio nel passato")



Presto al cinema ci sarà un film tratto dal romanzo 

"Viaggio nel passato" di Stefan Zweig


Il viaggio nel passato
Ed. Ibis
Trad. A. Ruchat
100 pp
8 euro
Trama

Un giovane di umili origini si innamora della bella moglie del suo ricco benefattore: un amore impossibile, un amore inconfessabile ma sincero e profondo. 
Poi il distacco, la guerra, la lontananza. 
E infine il ritorno, dopo un silenzio di anni. 
Come sarà il nuovo incontro, come saranno ora i loro sentimenti? 
Il viaggio nel passato è un racconto che narra una storia d’amore: può sembrare una banalità, ma l’abilità di Zweig è di sapere penetrare le passioni, i sentimenti con mirabile espressività. 

Il lettore segue senza interruzioni possibili la narrazione perché la storia è perfetta e non permette distrazioni.




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Genere: Drammatico, Romantico
Durata: 95 minuti
Regista: Patrice Leconte
Uscita ITA: 2 ottobre 2014

Cast:
Alan Rickman, Richard Madden, Rebecca Hall, Maggie Steed, Christelle Cornil, Shannon Tarbet.

Sinossi

Germania, 1912. Un giovane laureato di umili origini viene assunto in un'acciaieria. 
Grazie alle sua capacità si guadagna la fiducia dell'anziano e malato proprietario che lo sceglie come segretario personale. 
Lavorando spesso a casa del padrone, il ragazzo ha occasione di conoscere la sua giovane moglie, bella e riservata. Ben presto nasce tra loro un'intesa fatta solo di sguardi e di silenzi, ma quando il giovane si trova costretto a recarsi in Messico per affari, la donna gli rivela il proprio amore e gli promette che al ritorno sarà sua. 
Separati dall'Oceano, i due innamorati si scambiano lettere appassionate, ma scoppia la prima guerra mondiale e i collegamenti tra Europa e Sud America sono interrotti. 
Trascorrono otto anni, milioni sono i morti a causa della guerra, l'Europa è in rovina. 
Il giovane torna in Patria. L'amore sarà sopravvissuto al passare del tempo?

Una promessa
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Girato in Belgio, Una promessa è interpretato da Rebecca Hall, Richard Madden e Alan Rickman. Grazie ai costumi di Pascaline Chavanne, i tre danno vita ai personaggi di Charlotte, Friedrich e Karl.


Primo film del regista francese ad essere girato interamente in inglese, Una promessa è una pellicola inquietante ed intensa, che mira - grazie a un'ambientazione fuori dal tempo (per quasi tutta la durata del film non vi è alcun segno che ad esempio dia preavviso dell'imminente scoppio della prima guerra mondiale) e a una narrazione concisa - a mettere in evidenza il tema centrale del romanzo di Zweig, ovvero il desiderio dell'amante e il suo amare senza sapere di poter essere ricambiato. 
Più che domandarsi se l'amore può resistere allo scorrere del tempo, Una promessa si chiede infatti quanto possa durare il desiderio e l'attesa che esso si concretizzi.
Pur mantenendo inalterato lo spirito del romanzo di Zweig, Leconte e Tonnerre hanno però preferito cambiarne il finale...

fonte: http://www.filmtv.it

Mercanti di... titoli



Buongiorno e buon inizio settimana!!
Oggi iniziamo la giornata con la rubrica dei titoli dei libri che mi hanno colpito!
I titoli di oggi rispondono a questa domanda: se foste mercanti, di quale "merce" vi occupereste?


Il mercante di libri maledetti di Marcello Simoni 
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La figlia del mercante di tè di Janet MacLeod Trotter

La piccola mercante di sogni di Maxence Fermine

Il mercante di Fiabe di Daniela Cattani Rusich

Il Mercante di Destini di Giampaolo Rol

domenica 28 settembre 2014

ANTEPRIMA GARZANTI. 'UN GATTO, UN CAPPELLO E UN NASTRO' di Joanne Harris



Una magica raccolta di racconti firmata dalla penna della bravissima Joanne Harris ^_-

«La fantasia di Joanne Harris non conosce confini.»
«The Independent»

«Una lettura imperdibile, divertente e un po' incantata.»
«Vogue»

«Joanne Harris ci regala una raccolta di racconti che parlano della magia della vita di tutti i giorni.»
«Glamour» 

UN GATTO, UN CAPPELLO E UN NASTRO
di Joanne Harris


Ed. Garzanti
Trad. L. Grandi
350 pp
USCITA 30 OTTOBRE
2014
Un gatto per tenermi compagnia.
Un cappello per nascondermi.
Un nastro per legare un sogno.

CHE COSA VI PORTERESTE SU UN'ISOLA DESERTA?

L’autrice di Chocolat non ha dubbi: un gatto, un cappello e un nastro. 
Tre oggetti in apparenza comuni che all’occorrenza sono in grado di far scaturire una miriade di immagini e di storie. 
Perché raccontare per Joanne Harris è un modo di affrontare la vita e le sue sfide: niente è impossibile per l’immaginazione, e se riusciamo a immaginare ci sarà sempre un finale inaspettato per ogni giorno della nostra vita.

I racconti di Joanne Harris raccolti in Un gatto, un cappello e un nastro sono legati tra loro come scatole cinesi: basta aprirne una per scoprirne infinite altre, nascoste a una prima occhiata e per questo ancora più preziose. 
Storie popolate da personaggi profondamente umani, alle prese con difficoltà come il dolore di un lutto o lo svanire di un desiderio da tempo inseguito.
Personaggi che nella fantasia e nella parola trovano non solo una via di fuga, ma anche una risorsa inesauribile di speranza e di forza di volontà. 
È il caso di Ngok e Maleki, due ragazzine africane che rifiutano di piegarsi a un destino di privazioni. O di Faith e Hope, anziane signore che, escluse dalla gita al mare della casa di riposo in cui vivono, si vendicano smascherando, con passione da detective, un grave sopruso. 
O di Maggie, che nella pasticceria troverà la dolcezza che la vita le ha negato.
E ancora, ragazzini abituati a viaggiare più nella rete che nella realtà; una madre a caccia del figlio perduto fra le maglie insidiose di Twitter; un attore alla ricerca di una nuova vita e di una nuova casa che si rivelerà già occupata da una famiglia di fantasmi; un aspirante investigatore più portato all’avanspettacolo.

Ancora una volta dopo Profumi, giochi e cuori infranti Joanne Harris torna alla forma, a lei più che congeniale, del racconto. 
Mondi lontani e vicini, atmosfere calde e coinvolgenti, personaggi ironici e incredibilmente veri: ci sono tutti gli elementi che permettono all’autrice di dare voce al suo straordinario talento, concentrando in poche pagine una forza narrativa che nulla ha da invidiare ai suoi romanzi più amati.

L'autrice.
Joanne Harris è nata, da padre inglese e madre francese, nello Yorkshire, dove attualmente vive. Si è laureata al St Catharine's College di Cambridge, dove ha studiato francese e tedesco medievale e moderno. Fino al 1999 ha insegnato francese nelle scuole secondarie di Leeds.
I suoi libri sono tutti editi in Italia da Garzanti. Oltre a Chocolat, il suo romanzo d'esordio apparso nel 1998, tradotto in tutto il mondo e da cui nel 2001 è stato tratto l'omonimo film, ha pubblicato Vino, patate e mele rosse (1999), Cinque quarti d'arancia(2000), La spiaggia rubata (2002), La donna alata (2003), Profumi, giochi e cuori infranti (2004), Il fante di cuori e la dama di picche (2005), La scuola dei desideri(2006), Le scarpe rosse (2007), Le parole segrete (2008), Il seme del male (2009), Il ragazzo con gli occhi blu (2010). È anche autrice, con Fran Warde, di Il libro di cucina di Joanne Harris (2003) e di Al mercato con Joanne Harris. Nuove ricette dalla cucina di «Chocolat» (2007)
.

BUONA DOMENICA!!!

sabato 27 settembre 2014

Recensione IL BACIO DEL PANE di Carmine Abate



Recensione. Finalmente.
E' il libro del mese (di settembre) che ho letto all'interno di un gruppo di lettura.

IL BACIO DEL PANE
di Carmine Abate


Ed. Mondadori
Libellule
160 pp
10 euro
USCITA 27 AGOSTO
2013
Trama

In un'afosa giornata di luglio, una comitiva di ragazzi decide di andare a fare il bagno alla cascata del Giglietto.
Francesco accetta volentieri perché quel luogo - che è il più bello dei dintorni - lo attira come una calamita fin da quando è bambino.
Quando arrivano all'altezza del rudere di un antico mulino, Francesco sente un brivido lungo la schiena.
Accanto a lui c'è Marta - amica d'infanzia che vive a Firenze e trascorre le vacanze a Spillace -, verso la quale prova un'attrazione che gli sta scombussolando la vita.
Di lei si fida e perciò le racconta di getto ciò che gli è successo pochi mesi prima: proprio in quel rudere si era imbattuto in un uomo dallo sguardo di animale braccato che, vedendolo entrare nel suo nascondiglio, aveva farneticato parole incomprensibili, aveva infilato le sue cose, tra cui una pistola, in un sacco da marinaio e si era allontanato saltellando goffamente tra le pietre.
Mai avrebbe potuto immaginare che, nel corso della giornata, avrebbe rivisto quell'uomo nello stesso rudere, di fronte a Laura, con la pistola in pugno...


il mio pensiero

Il bacio del pane è uno di quei libri scritti in modo semplice, con un linguaggio legato alla regione in cui la storia è ambientata (la Calabria) e quindi avente diversi termini ed espressioni dialettali e tipiche del luogo, che rendono la narrazione verace, genuina, avvicinando il lettore ai fatti e ai personaggi.

Il protagonista è il giovane adolescente Francesco (Francì), che vive nel tranquillo paesino di Spillace; la sua è una vita fin troppo quieta e pacifica e solo in estate tutto sembra rinascere, in quanto arrivano, dal Nord, le famiglie emigrate e ansiose di trascorrere i mesi estivi nella terra natìa.
E così, anche quest'anno, Francì rivedrà gli amici dell'estate ed in particolare la bella e conturbante Marta, che vive con i genitori a Firenze.
Bella, sensuale, provocante al punto giusto, vivace, con sguardi e movenze da gattina: siamo in piena fase adolescenziale e gli ormoni si fanno sentire, tenerli a bada per Francì è proprio difficile, soprattutto se capita di stare solo con la fanciulla.
E Francì, insieme agli amici di sempre, ama andare alla cascata del Giglietto e fare un bel bagno refrigerante in quelle acque pulite.
Certo, legato al Giglietto - uno spazio quasi edenico, incontaminato, dove la natura è ancora selvaggia ed aspra e, forse per questo, affascinante ed inquietante insieme - c'è il ricordo di un incontro particolare, che ha lasciato al ragazzo delle sensazioni contrapposte: curiosità ma anche timore verso l'uomo (un barbone? un delinquente in fuga?...) visto al rudere; un tipo dall'aria trasandata, un solitario, dallo sguardo diffidente e dall'atteggiamento sospettoso, brusco, e di certo poco propenso a fare amicizia, visto che - la prima volta che Francì lo incontra - l'uomo lo accoglie mostrandogli una pistola, dicendogli di andarsene e di non rivelare ad alcuno la propria presenza lì.

Memore di quel poco gradito incontro, Francì è inizialmente restio a recarsi al Giglietto con gli entusiasti amici, ma decide di andarci, soprattutto perchè lo alletta l'idea di passare una giornata con la bella Marta.
E proprio a Marta, Francì racconta dell'incontro con il "barbone", ignaro della natura supercuriosa della ragazza (come delle donne in generale, no?).
Marta, infatti, non ci pensa due volte e decide di avvicinarsi alla zona in cui l'amico ha visto lo strano ospite, che presto si fa vedere, insieme al suo vivace e simpatico cagnolino Fortunè.
cascata giglietto
Da questo momento in poi inizia tra i tre uno strano rapporto di amicizia: Marta, in particolare, si dimostrerà interessata allo sconosciuto, comprendendone la solitudine e le sofferenze non dette, così convincerà un reticente Francì a tornare regolarmente dall'uomo - il cui nome egli rivelerà solo dopo aver instaurato un minimo di "confidenza" e aver capito che può fidarsi dei due adolescenti - e a fargli non solo compagnia, ma a rifornirgli generosamente di cibo, oggetti utili o vestiti.

Lorenzo (questo il nome dell'uomo) non abbandona immediatamente il proprio atteggiamento di diffidenza e di difesa; non si sbottona facilmente e non parla subito di sè ai ragazzi; ma dalle loro mani accetta ciò che gli donano, apprezzandone l'altruismo.
Lorenzo è un uomo provato dalla vita, che vive in solitudine al Giglietto un po' per scelta (ama la quiete, il contatto con la natura, vivere in mezzo ad essa e grazie ad essa) e un po' per "costrizione".
Perchè? Cosa lo obbliga a starsene rintanato presso quel rudere selvaggio?

Sono interrogativi che frullano nella mente di Francì e Marta e pian piano verranno svelati dallo stesso Lorenzo.

Intanto, i due ragazzi sentono che i propri corpi mandano pericolosi segnali d'attrazione e questo li turba e li eccita al contempo; e se il maschietto vorrebbe dar sfogo ai propri impulsi velocemente, Marta si dimostra più frenata, inviando segnali spesso contraddittori all'altro.
Francì è confuso: Marta, mi vuoi o non mi vuoi?

Beata adolescenza, con i tuoi desideri, le tue "paranoie", i tuoi mille problemi - così "piccoli" eppure vissuti con tanta enfasi ed esagerazione, com'è tipico di quegli anni!

E così, tra bisticci e silenzi (tra i due amici che poi tanto amici non sono) che mandano in confusione Francesco, e le chiacchierate al Giglietto con un Lorenzo che, pur consapevole di dover stare nascosto, accoglie i due giovani amici nelle proprie giornate, desideroso di liberarsi e condividere un fardello che sta portando da solo da troppo tempo..., l'estate trascorrerà piena di emozioni, parole, qualche "arrabbiatura", scoperte... e tutto questo sullo sfondo di una comunità piccola e semplice, in cui senti ovunque l'odore del pane appena sfornato, i sapori piccanti e "saporitòsi" delle specialità calabresi, il frinire insistente ma amichevole della cicala "paccia" (pazza), le risate e gli scherzi degli amici maliziosi, le battute ironiche di un papà curioso....

Come dicevo, il linguaggio è semplice, con vari termini gergali e dialettali (ma assolutamente comprensibili e che non rendono pesante la scrittura); la narrazione è anch'essa semplice, lineare, affidata al giovane Francesco, e quindi alla sua prospettiva di adolescente del Sud, abituato alla propria realtà paesana, della quale apprezza in fondo la vita tranquilla (pur riconoscendone un po' l'aspetto "noioso", per lui che è un giovanotto con la voglia di divertirsi) e in particolare i cibi, la spontaneità delle persone, il senso di sicurezza che si sente e si può quasi toccare quando trascorri da sempre le tue giornate nei luoghi a te familiari.
Conosciamo e condividiamo i suoi sentimenti, la scoperta dei propri istinti di giovane uomo, la sensibilità, il ricordo della parole e degli insegnamenti dell'amato nonno, che non ha mancato di ricordare al nipote che se c'è qualcosa di sacro, nella vita, e che va rispettato sempre, beh... quello è il pane, che costa fatica, sudore, amore e che non va sprecato e, se proprio non può essere consumato ed è destinato ad essere "gettato" via, non lo si può fare senza avergli dato prima un bacio.
Il rispetto per le tradizioni, per il lavoro onesto, per il cibo che Dio dona...: sono aspetti che Francì rivedrà anche in Lorenzo e forse per questo nutrirà per lui, accanto alla diffidenza e al timore, un certo rispetto.

Devo dire che di per sè non è una storia che mi ha entusiasmato; anche la già detta semplicità del linguaggio, dei dialoghi, dei personaggi, a volte mi ha più annoiata che catturata; però in generale, è un buon libro, molto "meridionale", che avvicina il lettore a un mondo semplice e puro, da conservare - con le sue specialità culinarie, i suoi proverbi, i suoi luoghi affascinanti poco conosciuti ma che andrebbero valorizzati... -, un mondo di cui spesso sentiamo parlar male dai media (a causa del degrado, della delinquenza...), ma che in realtà è popolato per la maggior parte da gente onesta, lavoratrice, che sa essere generosa e prendere posizione contro le ingiustizie.

Ripeto, non mi ha rapito... ma non mi sento affatto di sconsigliarlo.

QUI potete vedere un video amatoriale sul Giglietto!

Segnalazione in digitale. SOLO IN APPARENZA di Vinci Formica



Ultimo post della giornata: vi segnalo un thriller, pubblicato in formato e-book.

SOLO IN APPARENZA
di Vinci Formica

LibroMania - De Agostini
3.99 euro
formato ePub

Trama

È una tranquilla serata d’inverno quella che sta trascorrendo Alberto Bellati, milanese, quarantaduenne, single, di professione dentista.
Improvvisamente, le urla strazianti che vengono da uno degli appartamenti vicini mandano in frantumi la quiete del quartiere. 
Spaventato, il dottor Bellati accorre in soccorso e si trova di fronte alla giovane moglie dell’ingegner Garlassi. Atterrita, la donna gli indica l’ingresso della loro abitazione dove Alberto trova il corpo senza vita del marito di lei, accasciato sul divano. Il responso è inequivocabile: il signor Garlassi è stato ucciso. Sentito come testimone dalla polizia per essere tra i primi arrivati sulla scena del crimine, il dottor Bellati sente nascere dentro di sé la passione per l’investigazione e si mette sulle tracce dell’assassino.



L'autrice.
Vinci Formica è nata a Milano, dove vive e lavora tuttora. Laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Milano, con una tesi in filologia romanza sulla rappresentazione della donna nella letteratura italiana medievale, collabora con la pagina culturale del quotidiano Il Cittadino di Lodi.
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