giovedì 21 gennaio 2016

Oscar 2016. I film tratti dai libri nella categoria MIGLIOR ATTORE/ATTRICE PROTAGONISTA



Nel post precedente abbiamo visto quali sono i film tratti dai libri candidati all'Oscar; in questi momenti invece vorrei presentarvi i film (sempre tratti dai libri) in cui è l'attore/attrice protagonista ad avere la nomination (MIGLIOR ATTRICE/ATTORE PROTAGONISTA).


  • Matt Damon (The Martian) 
  • Leonardo Di Caprio (The Revenant) 
  • Michael Fassbender (Steve Jobs)
  • Brie Larson (Room)
  • Jennifer Lawrence (Joy)
  • Charlotte Rampling 45 Years
  • Saoirse Ronan  (Brooklyn)

concorrono nella categoria, insieme a


  1. Eddie Redmayne.


THE DANISH GIRL 

Regia: Tom Hooper.
Cast: Eddie Redmayne, Alicia Vikander, Matthias Schoenaerts:

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Il film è un adattamento del romanzo La danese (The Danish Girl), scritto nel 2000 da David Ebershoff.

Einar Wegener e sua moglie Greta condividono la passione per l'arte. Un giorno Greta, per completare un ritratto, chiede al marito di posare in abiti femminili. A poco a poco, Einar , si sente spinto verso un mondo sconosciuto, mettendo in moto un cambiamento che nessuno dei due avrebbe mai potuto sospettare. 
Fino a sentire la propria anima divisa in due...





  2.  Bryan Cranston. 

L'ULTIMA PAROLA. La vera storia di Dalton Trumbo.

Regia: Jay Roach.
Cast: Bryan Cranston, Elle Fanning, Diane Lane.

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Basato sul romanzo "Dalton Trumbo" di Bruce Cook.
Negli anni quaranta la carriera di successo dello sceneggiatore Dalton Trumbo subisce un arresto, quando lui e altre figure di Hollywood vengono incluse nella lista nera per via delle loro simpatie comuniste. Trumbo inizia una lotta contro il governo e i boss degli studios, nonostante ciò trovò il modo scrivere, sotto pseudonimo, altri film di successo, come Vacanze romane.





3. Cate Blanchett.

CAROL

Regia: Todd Haynes
Cast:  Cate BlanchettRooney MaraSarah Paulson e Kyle Chandler.

Il film è basato sul romanzo The price of salt (conosciuto anche come Carol) della scrittrice americana Patricia Highsmith.

Therese, diciannove anni, è un’apprendista scenografa che, per raggranellare qualche soldo, accetta un lavoro temporaneo in un grande magazzino durante il periodo natalizio. Il suo rapporto sentimentale con Richard sembra trascinarsi e la vita le appare come un’enorme incognita, finché nel reparto giocattoli dove lavora non compare una donna bellissima e sofisticata, in cerca di doni per la figlia.
I grigi occhi della sconosciuta catturano Therese, la turbano e la soggiogano, e d’un tratto la giovane si ritrova proiettata in un mondo di cui non sospettava nemmeno l’esistenza. 

I film tratti dai libri candidati all'Oscar 2016



Il 28 febbraio si terrà a Los Angeles l'88ª edizione della cerimonia degli Oscar e il 14 gennaio sono state rese note le candidature.

In questo post daremo un'occhiata ai film in odor di Oscar nella sezione MIGLIOR FILM, in particolare però quelli tratti da libri ^_-

Sono in corsa :

  1. Mad Max: Fury Road, con Tom Hardy e Charlize Theron nei panni di Max e Furiosa, due ribelli che cercano di sopravvivere alla distruzione apocalittica dell'umanità
  2. Il caso Spotlight, che vede al centro il noto e sconvolgente lavoro di un team di giornalisti investigativi del Boston Globe soprannominato Spotlight, che nel 2002 ha sollevato il velo sulla copertura sistematica da parte della Chiesa Cattolica degli abusi sessuali commessi su minori da oltre 70 sacerdoti.
  3. Il ponte delle spie (Bridge of the spies): diretto da Steven Spielberg con protagonista Tom Hanks.
    Il film narra la crisi degli U-2 tra Stati Uniti d'America e Unione Sovietica durante la guerra fredda, quando Francis Gary Powers, pilota di un aereo-spia Lockheed U-2, fu abbattuto, catturato e condannato dai sovietici.
Passiamo ai film tratti da libri.

  1. LA GRANDE SCOMMESSA (The Big Short).
Regia: Adam McKay.
Cast: Christian BaleSteve CarellRyan Gosling e Brad Pitt.


Il film è basato sul libro di Michael Lewis The Big Short - Il grande scoperto (The Big Short: Inside the Doomsday Machine), la storia della crisi dal punto di vista di un gruppetto di personaggi fuori dagli schemi, "eroi" dai caratteri difficili, degli speculatori visionari che hanno intuito che cosa stava succedendo sul mercato ben prima dello scoppio della crisi mondiale nel 2008 e ne hanno approfittato, facendo a volte precipitare gli eventi e uscendone vincenti. 






      2.  BROOKLYN

Regia: John Crowley.
Cast: Saoirse Ronan, Emory Cohen,Domhnall Gleeson, Jim Broadbent e Julie Walters.

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Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Colm Tóibín, che in esso racconta una storia d'amore fatta di passioni e cadute; protagonisti la giovane Eilis Lacey, irlandese prigioniera di una vita priva di prospettive concrete, che decide di trasferirsi a New York. L'incontro con Tony l'aiuterà a cambiare vita.







   4.   IL SOPRAVVISSUTO - The Martian

Regia: Ridley Scott
Cast: Matt Damon

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Il film è tratto da romanzo di Andy Weir
Mark Watney è stato uno dei primi astronauti a mettere piede su Marte. Ma il suo momento di gloria è durato troppo poco. Un'improvvisa tempesta lo ha quasi ucciso e i suoi compagni di spedizione, credendolo morto, sono fuggiti e hanno fatto ritorno sulla Terra. Ora Mark si ritrova completamente solo su un pianeta inospitale e non ha nessuna possibilità di mandare un segnale alla base...






   5.   REVENANT - Redivivo (The Revenant)

Regia: Alejandro González Iñárritu.
Cast: Leonardo Di Caprio, Tom Hardy.
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E' basato sull'omonimo romanzo del 2003 di Michael Punke ed è parzialmente ispirato alla vita del cacciatore di pelli Hugh Glass, vissuto a cavallo tra Settecento e Ottocento: nel corso di una spedizione lungo il fiume Missouri, Glass incappa in un orso, da cui viene aggredito e che lo lascia in fin di vita; i compagni di avventura lo abbandonano per fuggire agli attacchi dei nativi americani ma il nostro eroe non muore, anzi sopravvive tra pericoli e condizioni estreme, mosso dal desiderio di vendetta.




  6.  ROOM

Regia: Lenny Abrahamson.
Cast: Brie Larson, Jacob Tremblay, Joan Allen e William H. Macy.

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La pellicola è l'adattamento cinematografico del romanzo Stanza, letto, armadio, specchio (Room), scritto da Emma Donoghue nel 2010.
La scrittrice è presente nel film come sceneggiatrice e produttrice. Il romanzo stesso è ispirato al caso Fritzl.

Jack ha cinque anni e la Stanza è l'unico mondo che conosce. È il posto dove è nato, cresciuto, e dove vive con Ma': con lei impara, legge, mangia, dorme e gioca. La Stanza è la casa di Jack, ma per Ma' è la prigione dove il Vecchio Nick li tiene rinchiusi da sette anni, anche se l'idea di fuggire sta diventando per loro sempre più concreta...



  
fonti:

  • http://oscar.go.com/
  • Movie player (classifiche aggiornate al 18 gennaio, dopo le nomination all'Oscar, i Critics Choice Award e i Golden Globe.)



mercoledì 20 gennaio 2016

I libri nei libri ("Ally nella tempesta")



Cari lettori, anche voi come me siete in compagna di un buon libro?

Io sto leggendo "Ally nella tempesta" di Lucinda Riley e mi sono balzati agli occhi questi libri menzionati nel romanzo.

Uno dei libri principali, che hanno un posto importante nelle vicende narrate, è Peer Gynt, un poema drammatico in cinque atti del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen, scritto nel 1867 e rappresentato per la prima volta a Oslo (a quell'epoca chiamata Christiania) il 24 febbraio1876, con le musiche di scena di Edvard Grieg.

Ed. Einaudi
trad. A. Rho
137 pp
13 euro
1975
La storia narrata dalla Riley si snoda su due diversi piani temporali - distanziati da oltre cento anni - e quello più in là nel tempo vede come protagonisti due personaggi che hanno avuto a che fare proprio con la rappresentazione teatrale di questo dramma.

Peer Gynt è, per i norvegesi, un'opera poetica fondante l'identità nazionale, come il Don Chisciotte per la Spagna, il Faust per la Germania e la Divina Commedia per l'Italia. 
In una più universale prospettiva, Peer Gynt ha del resto molte analogie con questi classici perché affronta i temi cruciali del destino civile e metafisico dell'uomo, del senso della sua esistenza e del suo impegno morale. 

Per questo, Harold Bloom l'ha definito il «centro di Ibsen»: un'immensa capricciosa e sconvolgente opera poetica, che sintetizza e concentra tutta la complessità della natura umana - sospesa fra eroismo e vigliaccheria, abnegazione e istinto, santità e perdizione analizzata e trasfigurata dal grande drammaturgo, con sguardo implacabile e profondo.





«Io sarei fuggita molto più velocemente da quei troll» aveva dichiarato un giorno dopo aver finito
di leggere Le tre principesse di Whiteland.
«Ma uno dei troll aveva sei teste» aveva obiettato Knut.
«Sei teste ti rallentano e basta» aveva detto con un sorriso.

Leggendo la citazione che ho riportato, potete notare  la seconda menzione metaletteraria.
Essa non è propriamente un altro libro, bensì un racconto favolistico: Le tre principesse di Whiteland - oggetto di lettura da parte di una dei personaggi femminili principali del romanzo - è appunto una favola di Andrew Lang (1844-1912).
Questi è stato è stato uno scrittore e poeta scozzese, oggi maggiormente conosciuto quale uno dei più importanti scrittori folkloristici e di racconti di fate.

Interessante è il sito dedicato alle sue raccolte di favole: QUI
QUI potete leggerla online, se vi va.

Prossimi arrivi Neri Pozza (anteprima libri)



Prossimi ed interessanti arrivi in casa Neri Pozza!
Qualcosa vi stuzzica?

  • Sabbie mobili racconta la vita di una grande scrittrice, Sybille Bedford.
  • Accolto al suo apparire in Inghilterra dal favore della critica e del pubblico, L’estate degli annegamenti è un’opera in cui «follia, mistero e mito si danno la mano» (Financial Times) in una scrittura di grande bellezza e maestria. 
  • Salutato in Germania come una delle opere piú importanti della narrativa tedesca contemporanea, capace di inaugurare finalmente «l’era post-Günther Grass» (Die Zeit), Morire in primavera è piú di un libro sulla guerra e sulla follia nazista. È un romanzo in cui l’innocenza e la colpa, la libertà e il destino, l’amicizia e il tradimento sono chiamati a raccolta in una prosa limpida e controllata che colpisce al cuore.


Sabbie mobili
di Sybille Bedford

Ed. Neri Pozza
trad. S. Fefé
336 pp
16.50 euro
4 FEBBRAIO 2016

Trama

Sabbie mobili non è semplicemente l’autobiografia di «una delle più brillanti esponenti della prosa inglese moderna» (Bruce Chatwin).
È il racconto di un secolo in cui «tutte le vite si spezzarono in due» e, insieme, un prezioso documento su come accostarsi all’arte della scrittura.

Nata in Germania da Maximilien von Schoenebeck, il «beau Max» superstite del mondo scomparso nell’apocalisse della Grande guerra, il barone che nella sua residenza estiva teneva una coppia di scimpanzé, e da una madre ebrea molto più giovane del suo consorte, per una serie di circostanze – la morte prematura del padre, la fuga ancora più prematura della madre in Italia – Sybille, detta Billi, fu costretta a lasciare presto la Germania, alla volta prima dell’Italia presso la madre e poi dell’Inghilterra.
Erano gli anni di Weimar e della Società delle Nazioni. Anni cominciati con grandi speranze e proseguiti con crack finanziari e paure sotterranee che si fecero presto palesi con l’avvento del fascismo e, nel 1933, delle camicie brune.
Billi divenne subito consapevole del suo destino: essere una rifugiata, una sopravvissuta cui era toccata la sorte propria di ogni illustre espatriato negli anni tra le due guerre: vivere in enclave - il Sud della Francia in compagnia di Aldous Huxley, Thomas Mann e Bertolt Brecht, l'Italia prefascista di Norman Douglas - dove fiorivano talento e piacere. 
Parchi giochi, destinati a essere spazzati via nel settembre del 1939, in cui l’esistenza di ognuno e dell’intero secolo fu, appunto, divisa in due.
Il matrimonio di convenienza con Walter «Terry» Bedford, orchestrato da Martha Huxley per evitare il rimpatrio forzato in Germania, il passaggio all’altro capo del mondo su una nave passeggeri americana per raggiungere gli Huxley, i vani tentativi di pubblicare romanzi: la prima metà del secolo dilegua, per Billi, rapidamente tra amicizie amorose crudeli e innocenti e risparmi altrettanto celermente dilapidati.
Nel dopoguerra, sopravviene però la svolta: Billi scopre che si può dire la verità nella scrittura. Si sorprende a mettere su carta un rigo che sembra corrispondere a ciò che Ernest Hemingway definiva una frase vera («Tutto ciò che dovete fare è scrivere una frase vera, e proseguire da lì»), e abbandona i suoi maldestri tentativi di scrivere alla maniera di Aldous Huxley. Dalla svolta nascono capolavori come A Legacy, «uno dei grandi libri del XX secolo» (Francis King) e numerose altre opere che fanno di Sybille Bedford una delle maggiori scrittrici del Novecento.

L'autrice.
Sybille Bedford nasce nel 1911 a Charlottenburg, in Germania. Tra le sue opere Il retaggio (Adelphi 2003), Una visita a Don Otavio (Adelphi 2007), Educazione non sentimentale (Neri Pozza 2011). Muore il 17 febbraio 2006 all’età di 94 anni.


Segnalazione: "A qualcuno piace tiepido" di Runny Magma



Cari amici, buongiorno!

E' il momento di una segnalazione, e si tratta del romanzo di un autore già più volte ospitato sul blog.


A qualcuno piace tiepido
di Runny Magma

Genere: narrativa lgbtq/romance
Pagine: 143
Editore: self
Prezzo: 1,99 euro
Data di uscita: 22 gennaio 2016
(anche per Kindle Unlimited)

Link Amazon

Uno stripman. Una drag queen. E uno scambio di valigie che costringe al confronto col passato…

Trama

Sasha è un furioso cosacco della steppa, Ivan un candido Principe delle nevi. Sasha è uno stripman, Ivan una drag queen. 
In comune hanno solo il paese di origine e una famiglia adottiva, che si è fatta scappare il primo e non ha mai compreso il secondo. 
Questa sorta di fratellanza imposta non ha impedito loro di avvicinarsi negli anni più spensierati; l’amore non è riuscito a tenerli uniti in quelli più turbolenti. 
Ma, lasciando raffreddare una minestra riscaldata, il fumo che si sfalda rende più nitidi i ricordi, e forse mettersi l’uno nei panni dell’altro, a distanza di tempo, può rivelarsi metafora risolutiva, più che scherzo da canaglie...

L'autore.
RUNNY MAGMA mantiene segreta la sua reale identità, ma permette si sappia che alle giarrettiere preferisce le bretelle, e adora azzannare liquirizia, il suo gatto e altre cose che magari immaginate senza starlo a spiegare. Odia Gloria Gaynor, i Village People e pure Lady Gaga, però è in grado di tollerare Madonna, Kylie Minogue e gli Abba. Ritiene che i gay romance siano parità d’intrattenimento e che un giorno li leggerà persino Giovanardi. Nel 2015 sono usciti i suoi romanzi “Mascarado” e “Perfect Strangers” e la mini-raccolta “Porcahontas & (S)mascarado.” Cura la rubrica “Drag Stories - Storie di strascichi” sul blog “Refusi Etc.”, dove dà voce alle drag queen italiane” – dalla biografia autografa del suo gatto, che parimenti non si fa vedere perché su Internet i mici sono anche più inflazionati degli scribacchini. 
Il suo sito: runnymagma.blogspot.it

martedì 19 gennaio 2016

Recensione: IL GIOVANE HOLDEN di J.D. Salinger



Un libro che era in wishlist da anni.
Finalmente è arrivato anche il suo momento:

IL GIOVANE HOLDEN
di J.D. Salinger


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Il giovane Holden è un romanzo che si presenta al lettore come una sorta di memoriale in cui il protagonista-narratore ci racconta a che punto della propria vita è giunto e come se la sta passando.

Ed è un punto critico, di quelli caratterizzati da una indefinita crisi d'identità ed esistenziale, per la serie: Cosa devo farne della mia vita?

Holden Caulfield ha 16 anni e studia in una scuola prestigiosa, Pencey.
Ma non è che si trovi benissimo!
Pur essendo lui un ragazzo che appartiene ad una famiglia benestante non è affatto uno snob, anzi è un ragazzo socievole e allegro con tutti, non disprezza i compagni più poveracci, ma ciò non toglie che si senta incredibilmente solo e incompreso.

Da tutti: dai genitori (che si aspettano che lui studi e la smetta di farsi cacciare da scuola, come è già accaduto in passato), dai professori (per lo più tutti interessati solo al profitto scolastico dei ragazzi) e dai compagni, che lui sente molto distanti da sè.

Il disagio che lo opprime fa sì che nello studio renda pochissimo (tranne in Inglese) e che ostenti sfacciatamente un atteggiamento da lavativo, superficiale, che però altro non è che una corazza che nasconde in realtà una certa sensibilità e una sofferenza interiore inascoltata.

Holden è solo un ragazzo, e come tutti i suoi coetanei pensa, parla e agisce spesso istintivamente, va a ruota libera, ma in fondo egli è un acuto osservatore e di se stesso e di chi lo circonda; è capace di passare dal più vivo entusiasmo al più nero scoraggiamento nell'arco di cinque minuti.

E adesso che l'anno scolastico sta per finire, ha più di un motivo per essere infelice e giù di morale: i brutti voti si sprecano in quasi tutte le materie e il nostro giovanotto è costretto ad abbandonare l'istituto.
Holden sa che i suoi la prenderanno malissimo e non ha alcuna intenzione di farglielo sapere personalmente, per cui decide di andarsene da Pencey e di vivere per un po' come un vagabondo per le strade di New York.

Holden si ritroverà solo soletto, cercherà di colmare la solitudine delle proprie serate chiamando qualche vecchio amico (anche amiche), sperando di trovare un po' di calore e compagnia, ma senza riuscirci mai concretamente, finchè capirà che c'è solo una persona che lo fa star bene, perchè è l'unica che lo accetta e lo ama per ciò che è: la sorellina Phoebe, che in un certo senso sarà anche colei che lo farà "ritornare in sè", ponendo fine al suo vagabondaggio.

In questo celebre romanzo della Letteratura Americana contemporanea vengono affrontate tematiche fondamentali nell'ambito dell'adolescenza: i rapporti conflittuali con gli adulti (genitori ed insegnanti), lo scontrarsi con le loro aspettative nei confronti dei giovani - che non sempre si sentono in grado di soddisfarle -; i rapporti tra gli adolescenti all'interno nella scuola, che finiscono per creare inevitabilmente delle divisioni tra i ricconi figli di papà e quelli che provengono da famiglie meno abbienti; e poi ancora l'irrequietezza di questi anni critici dell'esistenza, la confusione circa il proprio futuro, il sesso e il rapporto in generale con le ragazze.

Ciò che rende particolare questo libro è la personalità esuberante di Holden e il suo modo di esprimersi.
Memorabili certi suoi modi di dire che fanno sorridere il lettore per la loro spontaneità: "a tutto spiano", "vattelappesca", "vado in sollucchero", "roba bella" e "via discorrendo" ripetuti un'infinità di volte, insomma, una caterva di espressioni gergali, tipici dell'universo giovanile americano di qualche decennio fa.

Holden ci piace perchè è un giovanotto sveglio, chiacchierone, capace di saltare da un argomento all'altro con grande disinvoltura, che parla di sè con immediatezza e sincerità, facendosi conoscere al lettore per ciò che è, raccontandogli senza peli sulla lingua e con una buona dose di irriverenza quali sono le cose che lo fanno arrabbiare ("perdere le staffe" è una delle sue espressioni preferite) del modo di fare degli altri.

E' un fiume in piena, il giovane Holden, che nonostante sembri - per le scelte che fa - poco riflessivo e molto immaturo, capiamo come sia in verità un adolescente come tutti, bisognoso di affetto, comprensione, che vorrebbe non essere giudicato per le tante sciocchezze che fa o dice, che vorrebbe non sentire il peso di decisioni che altri prendono per lui, che vorrebbe essere ascoltato e accettato per quello che è davvero.

Una lettura molto piacevole, dallo stile e dalla scrittura molto "frizzanti", dinamici, che riesce a trasmettere al lettore tanto l'esuberanza dell'adolescenza quanto la sua solitudine e i suoi piccoli e grandi malesseri.
Consigliato!

Citazione d'Autore (Ally nella tempesta)



Sto leggendo il secondo libro della serie "Le Sette Sorelle" di Lucinda Riley, "Ally nella tempesta".

Ecco la breve citazione che fa da epigrafe alla storia di questa seconda sorella.


Non vorrei strisciare lungo la costa, ma inoltrarmi
in mare aperto, seguendo le stelle.

George Eliot



ANCHE IL LIBRO CHE STATE LEGGENDO VOI 
HA UNA CITAZIONE INTRODUTTIVA O UNA BELLA DEDICA?



"Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm.,
citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa
a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire


lunedì 18 gennaio 2016

Recensione film: IL SAPORE DEL SUCCESSO di John Wells con Bradley Cooper



Giorni fa mi sono concessa un altro film che nelle sale cinematografiche è uscito nel novembre 2015, quindi relativamente di recente.

Se l'avete visto e vi va di dirmi cosa ne pensate, o se non l'avete visto e pensate possa interessarvi, mi farà piacere leggere i vostri commenti ^_-


IL SAPORE DEL SUCCESSO


Titolo originale:
BURNT


Regia: John Wells.
Cast: Bradley Cooper, Sienna Miller, Omar SyDaniel BruehlRiccardo ScamarcioAlicia VikanderSam KeeleyJamie DornanUma ThurmanEmma ThompsonLily JamesMatthew Rhys




Adam Jones (B. Cooper) è uno chef "a due stelle Michelin", ma ne vorrebbe tre.

Purtroppo Adam ha un bel caratterino ed in passato ha avuto più di un problema, a cominciare da quelli con la droga e l'alcool, per finire a debiti contratti con brutta gente.

Aveva tutto: era una celebrità tra i fornelli, apprezzatissimo per la sua arte di improvvisare nuovi sapori e nuove pietanze, sempre alla continua ricerca del brivido nella creazione di esplosioni di gusto. 
Ma ormai pare che i tempi di gloria appartengano al passato.

Eppure Adam non si è completamente arreso e neanche un milione di ostriche gli hanno tolto il sogno di prendersi la famosa terza stella Michelin.
E' tornato più convinto e combattivo che mai e vuol riprendersi la fama temporanemente perduta a Parigi aprendo un ristorante a Londra.

Ma per ripartire ha bisogno di una squadra degna del suo livello, ed è così che andrà a pescare e formare, uno alla volta, i membri di questa formidabile squadra vincente, a cominciare dal miglior maitre in circolazione, la sua vecchia conoscenza Tony (Daniel Bruehl), passando per vecchi amici e colleghi, come Max (R. Scamarcio) o Michel (Omar Sy), arrivando alla bella e bravissima chef Helene (S. Miller).

Ma ricominciare tutto daccapo non sarà affatto semplice, perchè le difficoltà esterne non mancheranno e soprattutto a mettere a rischio il successo della sua impresa, sarà lo stesso Adam, la cui ossessione per la terza stella e la morbosa ricerca della perfezione potrebbero fargli perdere di vista quelli che sono gli ingredienti necessari per essere uno chef con i fiocchi, capace di guidare un team eccellente e di attirare nel proprio ristorante clienti esigenti.

Adam è sicuramente un ottimo chef, creativo e perfezionista, che pretende il massimo da se stesso e da chi lavora con lui, il che lo rende un bel po' dispotico e indisponente, precisino fino all'estremo, spesso scontroso, isterico, tirannico sul posto di lavoro e nell'impartire ordini.

Forse ciò che gli manca è ritrovare l'amore per il cibo e per la cucina, la capacità di divertirsi e di godere del proprio lavoro, avendo attorno a sè dei colleghi che non sono solo quello, ma con i quali può sentirsi a casa, in famiglia, organizzando il lavoro in modo che tutti possano dare il meglio di sè.

Adam deve riconoscere i propri demoni e le proprie paure inconfessate per riprendersi il posto di numero uno, e per arrivare a questo forse sarà necessario rischiare di nuovo l'inferno e il fallimento.
Ma questa volta non lo affronterà da solo...

Un film con un cast di tutto rispetto, nel quale c'è anche l'attore di casa nostra, e benchè Scamarcio non abbia un grandissimo spazio, in quel che dice o fa io l'ho trovato assolutamente in sintonia e all'altezza delle star di Hollywood.

Il protagonista ha un che di folle e ossessivo e non può non far pensare agli scatti d'ira di Gordon Ramsey  e questo forse dà a Adam dei tratti un po' eccessivi, da caricatura; ma va bene così, fa parte del personaggio e probabilmente in quegli ambienti le cose vanno davvero in questo modo, con camerieri e cuochi in stile soldatini nei confronti del tirannico chef.

Ci sono tanti bei piatti, raffinati e particolari, che ti verrebbe voglia di assaggiare davvero, ma cosa sarebbe mai la cucina senza l'amore?
E infatti sarà l'amore - per il proprio lavoro e per Helene - a cambiare il burbero Adam e a dargli una vera e concreta seconda opportunità per ripartire alla grande.
Senza l'ossessione della terza stella, magari.

Una commedia romantica e gastronomica godibile, fatta bene, probabilmente senza troppe pretese ma che si lascia apprezzare, soprattutto se si è attratti dall'argomento cucina.



Per leggere le recensioni di altri film, cliccare sull'etichetta "Cinema".

domenica 17 gennaio 2016

Frammenti di LESSICO FAMIGLIARE di Natalia Ginzburg



Qualche estratto dal libro LESSICO FAMIGLIARE di Natalia Ginzburg (sul blog c'è la recensione).

Il primo lo riporto perchè esprime benissimo  il sapore nostalgico che i ricordi dell'Autrice mantengono anche a distanza di anni e che costituisce un collante con la sua famiglia.

"Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all'estero: e non ci scriviamo spesso. Quando c'incontriamo, possiamo essere, l'uno con l'altro, indifferenti o distratti. Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase: una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia. Ci basta dire: «Non siamo venuti a Bergamo per fare campagna» o «De cosa spussa l'acido solfidrico», per ritrovare a un tratto i nostri antichi apporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole.Una di quelle frasi o parole, ci farebbe riconoscere l'uno con l'altro, noi fratelli, nel buio d'una rotta, fra milioni di persone. Quelle frasi sono il nostro latino, il vocabolario dei nostri giorni andati, sono come i geroglifici degli egiziani o degli assiro-babilonesi, la testimonianza d'un nucleo vitale che ha cessato di esistere, ma che sopravvive nei suoi testi, salvati dalla furia delle acque, alla corrosione del tempo. Quelle frasi sono il fondamento della nostra unità familiare, che sussisterà finché saremo al mondo, ricreandosi e risuscitando nei punti più diversi della terra, quando uno di noi dirà - Egregio signor Lipmann, - e subito risuonerà al nostro orecchio la voce impaziente di mio padre: Finitela con questa storia! l'ho sentita già tante di quelle volte!"

Il secondo passaggio lo ricordo dai tempi delle elementari; non vi riporterò tutto il brano così come era presente nel libro di lettura della mia infanzia, ma solo poche righe, che mi rimasero impresse nella mente per una determinata ragione:

"Poi, una mattina, a Mario, la luna gli era passata. Entrava in salotto, si sedeva in poltrona, e si accarezzava le guance con un sorriso assorto, con gli occhi socchiusi. Cominciava a dire: Il baco del calo del malo -. Era un suo scherzettino e gli piaceva molto, lo ripeteva insaziabilmente. - Il baco del calo del malo. Il beco del chelo del melo. Il bico del chilo del milo.
Mario! - urlava mio padre. - Non dir parolacce!
- Il baco del calo del malo, - riprendeva Mario, appena mio padre era uscito...".

Ebbene, ci credete che per diverso tempo mi chiesi: Ma perchè il papà rimprovera il figlio di dir parolacce? Dove'è la parolaccia in queste frasi?

Solo quando mi decisi a ripetere la frase incriminata Il baco del calo del malo inserendo via via tutte le vocali, capii il perchè del rimprovero paterno ^_^


BUONA DOMENICA CARI LETTORI!!

sabato 16 gennaio 2016

Recensione: LESSICO FAMIGLIARE di Natalia Ginzburg



Natalia Levi nasce a Palermo il 14 luglio1916 da famiglia ebraica di origine triestina.
Suo padre, Giuseppe Levi, è stato professore universitario; la mamma Lidia una casalinga; e poi c'erano i tre fratelli, Gino, Mario e Alberto, e la sorella Paola; tra tutti i figli, Natalia è la più piccola, ed è colei che ci racconta la storia della sua famiglia in...

LESSICO FAMIGLIARE
di Natalia Ginzburg


LESSICO FAMIGLIARE

Con qesto libro autobiografico, la scrittrice ci lascia entrare nella sua infanzia e nella sua famiglia, rivelandocene la quotidianità nei modi di dire e di fare, i vizi e le virtù, pregi e difetti, litigate e quant'altro, insomma parlandoci di tutto quello che ha caratterizzato la famiglia Levi.

E così conosciamo i suoi genitori, il burbero Giuseppe - chiamato Beppino -, scienziato e medico molto stimato, amante della montagna e del'alpinismo, dal carattere non proprio facile, anzi: un uomo che vorrebbe imporre i propri gusti e il proprio pensiero su ogni cosa a tutti.
Ama tutto ciò che è scienza e guarda con sospetto romanzi e poesie; ha sempre in bocca rimproveri - in particolare dà dell'asino a tutti, moglie, figli, conoscenti... - e strilli, non accetta opinioni diverse dalle proprie e vorrebbe poter essere ascoltato e obbedito dai familiari, senza peraltro riuscirci.
Beppino, con le sue continue rimostranze e il suo caretterino, scatena un mix di simpatia e irritazione, perchè se da una parte un padre così petulante nessuno lo vorrebbe, dall'altra il suo modo di esprimersi, le sue grida, gli atteggiamenti buffi... ci fanno anche inevitabilmente sorridere, e in fondo ce lo rendono abbastanza simpatico, un po' come una macchietta divertente con la quale bisogna avere pazienza.

E poi c'è la mamma dell'Autrice, Lidia, una donna sempre d'animo lieto, che cerca di vedere positivo salvo poi lamentarsi perchè s'annoia e non sa come passare il tempo; a salvarla ci pensano il cinematografo, le passeggiate con la figlia maggiore Paola, e la comune passione per i vestiti.

Natalia, che è la piccola di casa, guarda genitori e fratelli con il suo sguardo critico, lucido, stupito, curioso, forse anche divertito davanti alle scaramucce tra fratelli (tutti dal carattere un tantino irascibile; del resto, con un padre nervoso e focoso come Beppino...!), ai capricci materni, ai rimbrotti di un padre esigente con i figli asini e sempre scontento di loro, e in mezzo a loro lei cresce, diventa una signorina un po' taciturna e amante della scrittura.

Le storie della famiglia Levi si stagliano sullo sfondo del periodo dell'ascesa del fascismo e della conseguente guerra mondiale; in famiglia sono tutti antifascisti, posizione espressa apertamente con orgoglio, e che costerà agli uomini di casa Levi diversi arresti e la necessità di nascondersi per evitare il peggio.

Attorno alla vita di Natalia e della sua bislacca famiglia, leggiamo i nomi di personaggi politici e di letterati illustri: da Turati a Croce, da Cesare Pavese a Leone Ginzburg, e quest'ultimo sarà il primo marito della nostra Autrice.

Lessico famigliare racconta le vicende di una famiglia, con onestà e schiettezza, con un linguaggio essenziale, privo di buonismi e smancerie inutili, ma non per questo freddo e asettico - anzi, vi ritroviamo la sensibilità dello sguardo di una piccola grande donna, il suo ricordare con un pizzico di nostalgia certi episodi, che la legheranno per sempre ai suoi strambi familiari e anche ai tanti amici e conoscenti, che hanno satellitato nella loro vita.

Un'autobiografia scritta con ironia e affetto, in cui emergono i caratteri e le personalità dei membri di casa Levi, in particolare il lessico da essi utilizzato che strappa più di un sorriso al lettore.

E' un libro che si legge con scorrevolezza, grazie a un ritmo e una scrittura vivaci, che colpisce sorattutto per la vividezza e la spontaneità, da parte della scrittrice, nel raccontare i tanti aneddoti di vita familiare e ancor di più il temperamento e le peculiarità dei propri cari, fino a darcene un ritratto estremamente vero.

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