giovedì 29 marzo 2018

Recensione: VIRGILIO O LA TERRA DEL TRAMONTO di Stefano Cortese (RC2018)



Un romanzo storico ricco di fascino, dal linguaggio raffinato, che immerge totalmente il lettore in epoca romana, raccontando la vita del poeta Virgilio, in un mix di finzione narrativa e realtà.




VIRGILIO O LA TERRA DEL TRAMONTO 
di Stefano Cortese



Milena Ed.
2018
E' il 1156 e Napoli è caduta nelle mani dei Normanni. 
Stefano Cesario, poeta di corte e segretario dell'ultimo duca di Napoli Sergio VII, è costretto suo malgrado ad assistere a un fatto increscioso, per mano del negromante Ludowicus: la profanazione e la dispersione delle ceneri di colui che la città partenopea venera e chiama "il Mago": il poeta Publio Virgilio Marone, simbolo di libertà per i napoletani. 
Disperato e sconvolto per un tale sacrilegio e per ciò che questo significa per la città (chi "possiede" le ceneri di Virgilio è come se possedesse la stessa Napoli), Cesario piomba in un sonno profondo, e in questo viaggio onirico ha una visione prodigiosa: la vita di Virgilio, attraverso cinquant'anni di storia romana. 

E' il 70 a.C. quando Publio Virgilio Marone nasce ad Andes, nel mantovano, da sua madre Magia Polla e da Stimicone, suo padre, apicultore, uomo semplice, un figlio del popolo benestante e rispettato.
Sin dai primissimi anni, Virgilio mostra un carattere taciturno, è di poche parole, timidissimo; crescendo, non perde questi tratti, anzi essi paiono accentuarsi e Virgilio mostra d'essere un ragazzino sì legato alla natura - da lui ammirata, contemplata nel silenzio e nella solitudine, come a rubarne suoni, rumori, cambiamenti... - e  alla terra, ma poco incline a occuparsene come futuro uomo d'affari.
Che poi è ciò che la famiglia si aspetta da lui.
Suo padre è un buon uomo, comprensivo e magnanimo coi figli, e in particolare nel primogenito - il figlio alto di Magia Polla, così viene chiamato da chi lo conosce e lo ha visto crescere, e così lui stesso si identificherà sempre, anche quando la fama e la gloria lo raggiungeranno - ha riposto le più alte aspettative: farlo studiare, investire su di lui e per lui, così che divenga futuro proprietario e amministratori dei beni di famiglia.
Perchè si formi quale vero uomo, completo e capace di gestire le incombenze della vita e degli affari, Stimicone manda l'adolescente figliolo in una scuola a Cremona, per studiare retorica, grammatica, oratoria..., ma tant'egli quanto i suoi insegnanti si accorgono di come lo studente - seppur diligente - non abbia le caratteristiche per diventare un "uomo di parola", uno con la parlantina facile.
Virgilio è un contemplativo, non ama parlare ed esporsi in pubblico, il sol pensiero gli fa contorcere le budella e insorgere dolori al ventre ingestibili, l'ansia fa da padrone....: come potrebbe mai dedicarsi all'ars oratoria?
Ma oltre al timore di deludere i desideri paterni, c'è un altro problema: Virgilio è un poeta, o meglio, vuol diventarlo ed essere riconosciuto come tale. In lui, nella sua mente e nella sua anima sorgono versi e poesie cui egli desidera imparare a  a scrivere, dar forma... e chissà!, forse essi gli regaleranno una sorta di immortalità.
Certo, un poeta dovrà pur declamare pubblicamente ciò che scrive..., e Virgilio non sa proprio come risolverà mai questo ostacolo comunicativo.
Ma intanto scrive e dopo Cremona, verso i diciassette anni, si trasferisce a Milano, dove conosce un coetaneo che diventerà il suo più caro amico, e la loro amicizia supererà il tempo e le distanze, accompagnandoli fino alla morte: Cornelio Gallo, anch'egli aspirante poeta, ma dal temperamento più gioviale, amante della vita, di cui vuol godere ogni attimo, dei piaceri, del potere..., ed in sua compagnia lo schivo Virgilio fa le prime vere esperienze che inebriano i suoi sensi, consentendogli di allargare i propri orizzonti. Non solo, ma viene in contatto con la poetica di Lucrezio, che influenzerà la propria.

"Nulla è per noi la morte e per niente ci riguarda, poichè la natura dell'animo è da ritenersi mortale. Virgilio aveva un nuovo scopo: fare in modo che ciò che avrebbe scritto lo conducesse, in fine, all'unico traguardo a cui avesse mai sperato di attendere: l'immane grandezza del silenzio.(...) Lui avrebbe scritto (...) non per lasciare una traccia di sè, ma per pagare l'obolo della sua permanenza nel Nulla. (...) Avrebbe goduto la bellezza, vissuto i piaceri, anche amato cose e esseri umani, ma essi non sarebbero mai riusciti a possederlo. La poesia, e questo fu l'insegnamento più grande di Lucrezio, sarebbe stata l'unica compagna di vita, l'unico strumento per raggiungere la pace dell'inesistenza.".

In seguito, lui e Cornelio si trasferiscono a Roma, per studiare nella scuola di Epidio, e nella caput mundi il nostro poeta avrà modo di entrare in contatto con i grandi protagonisti del suo tempo, come Cesare, Ottaviano, Cicerone, Orazio.
Roma è immensa, troppo per uno come lui cresciuto in un piccolo paese di provincia; Virgilio non ama (e non amerà mai) il caos dei grandi spazi urbani, troppo confusionari, pieni di gente di ogni tipo, di  rumori e odori, per lo più sgradevoli, che a zaffate arrivano a fargli storcere il naso; nonostante questo, il forte fascino che la città eterna esercita su di lui, quasi lo schiaccia, rendendolo nervoso e timoroso al pensiero di non essere all'altezza di tanta immensità.
Grazie agli insegnamenti di Epidio, impara a gestire con meno apprensione la propria refrattarietà a parlare davanti alle persone, in vista del momento in cui gli toccherà decantare i propri versi.

Ma ben presto Virgilio capisce che neanche Roma può accoglierlo per sempre; è la sua stessa indole a non essere adatta alla grande città, e ne ha la conferma quando la situazione politica si fa rovente a motivo della guerra civile (lo scontro tra Cesare e Pompeo).

Si reca quindi alla scuola di Sirone, a Napoli, che lo adotta e nella quale il poeta si sente decisamente più a suo agio.

"Napoli era all'epoca una polis greca a tutti gli effetti, una città raffinata e colta, dove sorgevano numerose scuole filosofiche. (...). Era un mondo così bello che ne divenni prigione, non potei più farne a meno e poco a poco iniziai a prendere le sue abitudini, a comportarmi come l'avesi sempre vissuto, come ne fossi stato sempre parte fin dall'infanzia. La mia patria natale fu Mantova, ma io sarò sempre, d'adozione, napoletano".

L'Autore ci narra tra queste pagine la vita del protagonista, introducendo costantemente le varie stagioni della sua esistenza con le parole "... negli anni in cui furono consoli...", legandola quindi alla storia di Roma, anche quando Virgilio se ne allontana andando a Napoli.
Mescolando dati, personaggi, contesti e fatti storici con altri fittizi, diventiamo spettatori anche noi di un lungo ed intenso sogno e ci sembra di essere accanto a Virgilio, di sentirne i pensieri, i timori, le sofferenze personali, i disagi nello stare in mezzo agli altri, soprattutto quando la narrazione è affidata allo stesso Virgilio (ad essa si alterna la terza persona; nel corso del racconto, le descrizioni presenti coinvolgono tutti i sensi del lettore, così che egli riesca a vedere/sentire con gli occhi dell'immaginazione ciò che vede e sente il poeta, il che rende la lettura molto coinvolgente.

Virgilio ragazzo che si lascia travolgere dal piacere con donne e uomini (nella sua mente però solo il suo amore di gioventù sopravviverà all'usura dell'oblio - Lavinia - e in un certo senso ella sarà sempre presente in tutto ciò che Virgilio scriverà negli anni); Virgilio sofferente quando l'ansia si fa pressante; Virgilio dubbioso delle proprie capacità poetiche, e dunque stupito che gli altri invece credano tanto in lui, in ciò che diventerà ma che ancora non è; Virgilio che proprio non vuol entrare negli affari politici di Roma, di Ottaviano (con cui pure stringe amicizia); Virgilio sopraffatto dalla bellezza e dalla verità presente nella natura, ed infatti le sue prime due opere, le Bucoliche e le Georgiche, trattano di pastori e di vita agreste.


"La sua poesia era nuova, e purtuttavia era una poesia già esistita, già affermata. La gente ritrovata l'amata memoria e la speranza dell'avvenire. Era una poesia totale. Impossibile svincolarsi dalle sue spire."

E se già con queste due composizioni poetiche la fama raggiunge il vate, è l'Eneide a renderlo il poeta immortale che noi leggiamo ancora oggi.

Un romanzo storico scritto davvero egregiamente, che usa un linguaggio ricercato, raffinato, poetico (esso stesso ci sembra un poema in certi momenti), senza però mai risultare pesante o distante dalla realtà, anzi.
Con Virgilio, non solo Cesario ma anche il lettore ha modo di riflettere sulla Vita e la Morte, l'Amore, la Gloria, l'Eternità, il Nulla.

Questo libro - per il quale ringrazio Milena Edizioni - si è rivelato una bella sorpresa, mi ha coinvolta molto nella lettura; del protagonista ci viene dato un ritratto intenso, con toni nostalgici e a tutto tondo, in cui emerge la sua complessità di uomo, prima ancora che il suo essere stato un poeta sublime.

Il libro è arricchito delle belle illustrazioni di Andrea Jori. Consigliato in particolare a chi ama i romanzi storici, i poeti latini e l'epoca romana. 



Reading Challenge
obiettivo n. 8.
Un libro nel cui titolo ci sia un nome proprio

mercoledì 28 marzo 2018

Recensione: IN CAMMINO VERSO COMPOSTELA di Beatrice Masci



Ci sono esperienze in grado di cambiarti non tanto la vita in sè, quanto il modo di guardare ad essa, di concepirla e di affrontarla, con i suoi pesi e le sue bellezze, giorno per giorno. Per molti, il Cammino di Santiago de Compostela è una di queste incredibili esperienze.


IN CAMMINO VERSO COMPOSTELA
di Beatrice Masci


,
Sono davvero tantissime le persone che ogni anno decidono di intraprendere il Cammino verso Santiago de Compostela. 
Un cammino che senza dubbio richiede una certa resistenza fisica - c'è tanto da camminare, percorsi in salita, in discesa, boscosi o deserti... - ma non solo, anche morale, emotiva, perchè è un vero e proprio viaggio con e dentro se stessi

In questo piccolo libro, l'Autrice ci rende partecipi della sua esperienza di pellegrina: 800 km percorsi in 33 giorni, in cui ha incontrato gente che, come lei, si è incamminata all'avventura, zaino  stracarico in spalla, eventualmente un bastone per aiutarsi nei percorsi più impervi, e tanta convinzione, buona volontà, pazienza, tenacia... al fine di arrivare alla meta.

A guidarci tra queste pagine si alternano varie "voci": da una parte abbiamo il resoconto in terza persona di ciò che Beatrice man mano viveva, vedeva, sentiva, pensava, le persone incontrate, le piccole difficoltà (superabili), dall'altra abbiamo i divertenti dialoghi tra le parti del corpo di Beatrice più interessate al viaggio!
C'è il cuore, che infonde fiducia come solo lui sa fare; il cervello che, essendo il "capo", decide come procedere (in questo caso, assecondando la padrona, Beatrice, e mettendo in riga le parti che si lamentano maggiormente), c'è la povera schiena, costretta suo malgrado a portare il peso di uno zaino sempre più pesante; e soprattutto ci sono loro...: i poveri piedi della pellegrina, che si oppongono come possono quando capiscono che Beatrice vuol fare questo viaggetto a piedi.
Gli interventi spassosi dei piedi - e non due piedi qualsiasi, ma due già provati dall'alluce valgo! - nei dialoghi immaginari con cervello&co. sono davvero esilaranti, simpaticissimi, fanno sorridere perchè proviamo ad immaginare la loro frustrazione verso la padrona, che nel prendere le proprie decisioni non ha minimamente pensato a quello che essi avrebbero dovuto vivere e sopportare, tra il gran caldo, il sudore, i cattivi odori, la sporcizia, il peso di portare non solo lei ma pure il suo benedetto borsone, e poi le vesciche e per finire i suoi bislacchi metodi per risolvere questo "inconveniente".

Insomma, si legge questo singolare  "diario di viaggio" sempre col sorriso sulle labbra, grazie allo stile spigliato ed ironico dell'Autrice, che ci regala pagine ricche di umorismo.
Accanto ad esse, però, c'è comunque il racconto vero dell'esperienza; la materia narrativa è di per sè "seria", come può esserlo questo tipo di cammino per i pellegrini che, per ragioni del tutto personali e differenti tra loro, si impegnano a portare a termine, ma il tono impiegato è deliziosamente leggero, senza che questo però renda i contenuti della narrazioni banali, anzi.

Questo tipo di viaggio, come dicevamo, non ha a che fare solo con la forza fisica, ma in particolare con la propria forza interiore, perchè in fondo esso è un modo per conoscere meglio se stessi, per guardarsi dentro e farlo per lo più in solitudine; il cammino diventa quindi una sorta di metafora della vita stessa, che, proprio come il lungo percorso che caratterizza il viaggio verso Compostela, è fatto di pianure come di montagne, di giornate di sole e di altre tempestose, di luoghi in cui ci sono corsi d'acqua ed altri aridi; e spesso, abbiamo bisogno di affrontare il deserto più di quanto pensiamo:

"C'è chi sceglie di percorrere tratti in totale solitudine. Una possibilità che nella vita di tutti i giorni non si ha più. Si finisce per perdere l'abitudine di avere, ricercare e difendere spazi di solitudine. Qui no. Qui si cercano e si trovano con la medesima facilità con la quale si trova la campagna quando se ne ha voglia.  (...) Il bello della libertà è anche questo. Ma la solitudine, a lungo cercata, spesso ti fa brutti scherzi. Ti fa pensare. (...) In alcuni casi c'è la totale assenza di persone fin dove riesce a spingersi lo sguardo ed è a quel punto che metti alla prova le tue capacità. E' anche questa la bellezza del deserto.. Poi, una volta superato, potresti anche scoprire di desiderarlo. Scherzi del cammino che ti porti dietro anche al ritorno.

E' un viaggio che può non avere necessariamente motivazioni religiose, tant'è che a farlo sono tanti non per forza di fede cattolica; quando i pellegrini si ritrovano assieme, lungo la stessa via deserta, sotto il sole bollente, con i piedi che fanno male..., si sentono uniti, come se qualcosa di profondo li legasse, pur essendo in realtà dei perfetti estranei:

"Il cammino per Santiago è anche questo: si annullano le differenze e si arriva all'essenziale. Chi hai di fronte è semplicemente una persona che, almeno per qualche settimana, diverrà il tuo migliore alleato. Poco importa se di lui si conosce solo il nome (in alcuni casi neppure quello) ma è certo che per il periodo del cammino capirà più cose lui di te rispetto a un tuo parente prossimo che ti conosce da una vita" 

E una volta giunti a Compostela, come ci si sente? Arrivati, realizzati soddisfatti, più "a posto col mondo e con se stessi", come se finalmente si avesse afferrato il senso della vita, conquista che ci permetterà di vivere meglio e più felici?

Il bello del Cammino, ci dice l'Autrice, è proprio questo: arrivati alla fine di esso, è vero che ci si sente contenti di averlo portato a termine, ma forse la più grande delle consapevolezze acquisite è che... il viaggio vero inizia proprio da quel momento in poi.

"E' proprio qui, dopo Santiago, che inizia il cammino. Sarà un viaggio a sorpresa, che si snoderà giorno per giorno lungo i sentieri della vita. (...) Se cammini, non sai mai cosa potresti incontrare. Certo, gli ostacoli non mancheranno (...). Tuttavia non mancheranno neppure le sorprese. Il problema è che non riesci a fermarti, perchè quando inizi a camminare vorresti che il viaggio non finisse mai. Perchè (...) più che la destinazione conta la strada che ti ci porta. (...) Si tratta di un cammino che coinvolge ogni parte del corpo, a cominciare dai piedi (...), per finire con la testa (...) senza dimenticare il cuore".

Beatrice Masci condivide con i suoi lettori la sua personale esperienza, tra luoghi e percorsi che hanno costituito ognuno una tappa importante in vista della meta, e incontri con pellegrini sconosciuti che hanno diviso pochi o tanti passi insieme a lei, e ce lo racconta con uno stile ironico e arguto, che sa come far riflettere sorridendo; vi sono anche delle belle foto fatte durante il Cammino.
E' stata una piacevolissima lettura, non mi resta che consigliarvela!

martedì 27 marzo 2018

PROSSIMAMENTE IN LIBRERIA (19-26-30 aprile)



Prossime uscite in cui sullo sfondo delle storie narrate c'è il mare..:




DI NIENTE E NESSUNO
di Dario Levantino


Ed. Fazi
USCITA
19 APRILE 2018
In un Sud viscerale e violento, un’intensa storia di formazione condotta con la voce, spietata e dolcissima, di un adolescente che lotta per sovvertire i morbosi equilibri di una famiglia infelice.
Brancaccio, periferia di Palermo.
Rosario è un adolescente solitario che ama il mare e la poesia. La madre, accudente e remissiva, trascorre le sue giornate a occuparsi della casa e della famiglia, mentre il padre, cinico e bugiardo, ha un negozio di integratori per sportivi in cui gestisce lo smercio illecito
di sostanze stupefacenti. 
Quando, per accontentare un desiderio della madre, il ragazzo decide di giocare nel ruolo di portiere con la Virtus Brancaccio, calcando così le orme del nonno materno morto prematuramente nel terremoto del Belice, il processo di identificazione che prelude all’età adulta ha inizio: tra pestaggi, amore e disincanto, Rosario troverà il coraggio di emanciparsi dalla violenza e dalla menzogna che hanno da sempre oppresso la sua vita


FIGLIE DEL MARE
di Mary Lynn Bracht



Ed. Longanesi
380 pp
USCITA
26 APRILE 2018
Corea, 1943. Hana è una pescatrice di perle, una professione che si trasmette da madre a figlia, donne fiere e indipendenti. È cresciuta sotto il dominio giapponese, non conosce altro. Ed è felice quando nasce una sorellina, Emiko, perché con lei potrà condividere le acque del mare che bagnano l'isola di Jeju, la loro casa.
Ma i suoi sogni si infrangono il giorno in cui, per salvare Emiko da un destino atroce, viene catturata e deportata in Manciuria. Lì, lontana dalla famiglia e da tutto ciò che conosceva, verrà imprigionata in una casa chiusa gestita dall'esercito giapponese. Ma una figlia del mare non può arrendersi senza lottare, e Hana sa che dovrà fare ricorso a tutte le sue forze per riconquistare la libertà e tornare a casa. 
Corea del Sud, 2011. Emiko ha trascorso gli ultimi sessant'anni della sua vita cercando di dimenticare il sacrificio di sua sorella, ma non potrà mai trovare la pace continuando a fuggire dal passato. I suoi figli e il suo Paese vivono ormai una vita serena... 
Ma lei riuscirà a superare le conseguenze della guerra e a perdonare se stessa?



LA LOCANDA DOVE IL MARE PARLA PIANO
di Emma Sternberg



Ed. Sperling&Kupfer
368 pp
USCITA
30 APRILE 2018
Quando Linn perde in un solo giorno fidanzato, casa e lavoro, impara due grandi lezioni. La prima: mai mettere tutta la tua vita in mano a un uomo. La seconda: mai disperare, perché la vita stessa sa sempre come sorprenderti. 
Di lì a poche ore, infatti, un certo Mr. Cunningham, "cacciatore di eredi", spunta dal nulla con una notizia sensazionale: Linn ha ricevuto una casa negli Hamptons da una fantomatica zia d'America. 
Lasciata la Germania con il primo volo per New York, Linn scopre così la Sea Whisper Inn, ovvero la locanda Sussurro del Mare: un'antica villa, un tempo adibita a pensione, dotata di parco, discesa al mare e - nuova sorpresa - cinque inquilini fissi. Sono i migliori amici della zia, cinque arzilli vecchietti che sanno come godersi la vita, tra Manhattan ghiacciati e riposini pomeridiani. Mentre Linn tenta di escogitare un piano per salvare dai debiti la casa e magari riaprirla ai turisti, è sempre più conquistata dai fantastici cinque e dai loro racconti affascinanti su zia Dorothy e sulla vita glamour che si era reinventata dopo la fuga dall'Europa. Ma in quella storia manca un dettaglio fondamentale, un segreto struggente di cui resterebbe traccia solo in un quadro, misterioso e introvabile. Proprio la ricerca di quel dipinto scomparso permetterà a Linn di aprire una porta su quel passato... e fare finalmente luce sul proprio futuro.

lunedì 26 marzo 2018

Cover primaverili ^_^



Primavera, vieni a noi!!
Si sta facendo un po' attendere questa meravigliosa stagione, allora per contrastare il freddo e l'attesa, eccomi con qualche cover molto primaverile!!

Quale preferite?


Amazon

Amazon

Amazon



Amazon

domenica 25 marzo 2018

Anteprima Giunti Editore: LA LETTERA D'AMORE di Lucinda Riley



L'avevo anticipato l'anno scorso (in questo post), e adesso sappiamo quando farà il suo ingresso in libreria il romanzo di Lucinda Riley "The Love Letter", pubblicato in passato dall'autrice con lo pseudonimo di Lucinda Edmonds, dal titolo "Seeing double":


LA LETTERA D'AMORE
di Lucinda Riley


Giunti Ed.
USCITA
12 GIUGNO 2018
Joanna è una giovane reporter del Morning Mail che viene mandata dal suo giornale ai funerali del famoso attore Sir James Harris. All'improvviso, nella chiesa gremita, un'anziana signora vicino a lei è colta da un malore e Joanna non può far altro che offrirle il suo aiuto e accompagnarla a casa. Dopo qualche giorno Joanna riceve una strana busta: all'interno, una vecchia lettera d'amore e un biglietto dalla grafia tremolante in cui la donna chiede di vederla.
Incuriosita, Joanna corre immediatamente alla sua porta, e scopre con grande sorpresa che l'anziana signora è morta qualche giorno prima.
Il suo istinto le dice che non si è trattato di un banale incidente domestico e, quando il suo appartamento viene messo sottosopra, Joanna capisce che ha tra le mani una storia scottante.
La sua unica via d'uscita è scoprire la verità sui misteriosi amanti della lettera.
Chi erano? E perché è così importante che nessuno sappia di loro?


COSA NE PENSATE? LA TRAMA VI INTRIGA?
LA RILEY E' UN'AUTRICE CHE VI PIACE? ^_^

sabato 24 marzo 2018

Libri in lettura (marzo 2018)



Carissimi, cosa state leggendo di bello?

Io ho in lettura un bel romanzo storico con protagonista il poeta Virgilio e un poliziesco di un autore giapponese.



VIRGILIO o la terra del tramonto
di Stefano Cortese


Milena Edizioni

Napoli, anno 1156. All'alba della dominazione normanna, Stefano Cesario, poeta di corte e segretario dell'ultimo duca di Napoli Sergio VII, è costretto suo malgrado ad assistere alla profanazione e alla dispersione delle ceneri di Publio Virgilio Marone, ritenute venerabili dal popolo partenopeo. Disperato per un tale sacrilegio e per le sorti toccate alla città, Cesario piomba in un sonno profondo e nell'onirico ha una visione prodigiosa: la vita di Virgilio, attraverso cinquant'anni di storia romana. Dalla nascita del poeta ad Andes, nel mantovano, al trasferimento a Roma, dagli incontri coi grandi protagonisti del suo tempo, come Cesare, Ottaviano, Cicerone, Orazio, all'adozione di Napoli come patria d'elezione, fino alla stesura dell'Eneide, l'opera dell'immortalità di Roma. 
Questo lungo sogno indurrà Stefano Cesario a una riflessione sulla vita, nella sua sospensione tra la clausura e l'amore, tra la gloria e il nulla, tra la morte e l'eternità.

Sono oltre la metà e questo romanzo si sta rivelando una bella lettura, che sa accompagnare il lettore in epoca romana, inebriandolo degli odori e dei rumori di allora, visti attraverso gli occhi del riservato Publio Virgilio Marone, e tutto con uno stile davvero raffinato.



TOKYO EXPRESS
di Matsumoto Seicho



Adelphi Ed.
In una cala rocciosa della baia di Hakata, i corpi di un uomo e di una donna vengono rinvenuti all’alba. Entrambi sono giovani e belli. Il colorito acceso delle guance rivela che hanno assunto del cianuro. 
Un suicidio d’amore, non ci sono dubbi. 
La polizia di Fukuoka sembra quasi delusa: niente indagini, niente colpevole. 
Ma, almeno agli occhi di Torigai Jutaro, vecchio investigatore dall’aria indolente e dagli abiti logori, e del suo giovane collega di Tokyo, Mihara Kiichi, qualcosa non torna: se i due sono arrivati con il medesimo rapido da Tokyo, perché mai lui, Sayama Ken’ichi, funzionario di un ministero al centro di un grosso scandalo per corruzione, è rimasto cinque giorni chiuso in albergo in attesa di una telefonata? E perché poi se n’è andato precipitosamente lasciando una valigia? Ma soprattutto: dov’era intanto lei, l’amante, la seducente Otoki, che di professione intratteneva i clienti in un ristorante? Bizzarro comportamento per due che hanno deciso di farla finita. 
Per fortuna sia Torigai che Mihara diffidano delle idee preconcette, e sono dotati di una perseveranza e di un intuito fuori del comune. Perché chi ha ordito quella gelida, impeccabile macchinazione è una mente diabolica, capace di capovolgere la realtà. Non solo: è un genio nella gestione del tempo.
Con questo noir dal fascino ossessivo, tutto incentrato su orari e nomi di treni – un congegno perfetto che ruota intorno a una manciata di minuti –, Matsumoto ha firmato un’indagine impossibile, ma anche un libro allusivo, che sa con sottigliezza far parlare il Giappone.


E VOI, QUALI LIBRI AVETE IN LETTURA?
VI STANNO PIACENDO?

venerdì 23 marzo 2018

Segnalazione novità Metropoli d'Asia: Lancio a effetto di Omar Shahid Hamid



Per gli amanti della narrativa orientale,una nuova uscita Metropoli s'Asia:


Lancio a effetto 
di Omar Shahid Hamid

Trad. G. Garbellini


Una caccia all’uomo avvincente e originale: non si cerca l’assassino, che è in prigionia fin dall’inizio, ma il destinatario delle sue lettere. È anche la storia di un’amicizia fra tre persone e il ritratto di un Paese, anzi di un territorio più allargato (si parla del conflitto tra India e Pakistan per il controllo del Kashmir, di Afghanistan, dell’11 settembre).

È di grande attualità, anche perché le modalità con cui agisce Uzair (decapitazione filmata di un prigioniero) ricordano molto l’Isis. Inoltre l’Autore ha un’esperienza diretta, essendo un poliziotto e avendo subito un attentato e minacce da parte di terroristi.
 Vengono descritti vari ambienti, dalle scuole elitarie in Pakistan e Stati Uniti, ai campi di addestramento per jihadisti in Afghanistan, dal deserto pachistano a Londra, dai gruppi fondamentalisti religiosi alle squadre scolastiche di cricket. Si sottolineano le differenze tra Oriente e Occidente, che provocano spaesamento nei rampolli delle famiglie ricche pachistane che vanno a studiare nei college americani.
 L’Autore mette in ridicolo non solo il fanatismo religioso, ma denuncia anche la corruzione di polizia e governo.



Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...