martedì 14 aprile 2020

Recensione: TRAFFICI NOTTURNI di Barry Eisler



Cambiare nome, vita, Paese e sperare, così, di neutralizzare i demoni del passato.
Ma se c'è un segugio fedele quello è proprio il passato, e più è doloroso, più ti resta attaccato alla schiena come un giogo tutt'altro che leggero.
E se per liberartene fosse necessario attuare la più spietata delle vendette?



TRAFFICI NOTTURNI
di Barry Eisler


Amazing Crossing
trad. V. Merante
4,99€ eBook
9,99€ cartaceo
MARZO 2020
Livia Lone è una detective in gamba, esperta in crimini sessuali; la fama della sua bravura e professionalità la precede tra i poliziotti e non solo, ed infatti c'è qualcuno che la contatta proprio per coinvolgerla in una missione segretissima e delicata, di cui però è disposto a rivelare poco. Ma Livia sa come far parlare chi le è di fronte: se c'è una cosa in cui eccelle sono le tecniche d'interrogatorio; lei sa come approcciare anche con l'interlocutore più restio e chiuso per ottenere da lui le informazioni che desidera.
E l'uomo che la sta cercando avrà presto modo diverificare personalmente le capacità, il sangue freddo e l'intuito di Livia Lone.
L'uomo  - B.D. Little - è un agente speciale del  Dipartimento di Sicurezza e vuole arruolarla in una task force del governo degli Stati Uniti contro dei trafficanti di esseri umani.
Destinazione: Thailandia.

Nonostante l'iniziale diffidenza, a Livia si rizzano le antenne e l'adrenalina prende a scorrerle come un fiume inarrestabile: il destino (o meglio la DIA) sta per metterle davanti l’opportunità per risolvere alcuni conti in sospeso del suo passato e tornare proprio nella sua terra natia, dove potrà finalmente stanare tutti coloro che da bambina l’hanno presa, venduta e violentata. 
E se lei è sopravvissuta, seppur con enormi cicatrici nell'anima, qualcun altro a lei molto caro, no.
Sua sorella Nason - anch'ella venduta dai loro genitori a degli sporchi trafficanti - ha subito le stesse atrocità nella traversata dalla Thailandia agli USA, ma le due sono state divise e solo anni dopo Livia ha saputo della sua morte.
Il dolore per non aver saputo proteggere la sua amata sorella la perseguita, la lacera e negli anni ha generato in lei un profondo odio e una grande sete di vendetta verso tutti coloro che hanno fatto loro tanto male e continuano a farne a chissà quanti ragazzini innocenti!

Tra questi delinquenti (e purtroppo in mezzo a loro ci sono molti poliziotti) c'è un pezzo grosso di tale commercio clandestino: Rithisak Sorm.
Livia punta a lui ma per arrivare ad ammazzarlo deve passare sui cadaveri di altri esseri altrettanto meschini e luridi, che collaborano in questo maledetto traffico di esseri umani.

Così, determinata e super attrezzata, Livia parte per la Thailandia, riscoprendo odori, rumori, posti... che fanno inevitabilmente affiorare ricordi molto tristi, che lei si era illusa di aver sepolto in un cantuccio della propria mente.
Dopo aver "sistemato" i primi tre criminali, la detective Lone deve affrontare la parte più importante della propria missione; ma nel corso di essa, in un club di Pattaya, le cose non vanno come sperava, nonostante tutti gli accorgimenti presi. 

Quello che doveva essere un piano ben congegnato si rivela essere una trappola. 
Una trappola tesa per lei, sì, ma non solo: si ritrova, infatti, a collaborare con Dox, ex cecchino dei marines, che non ha niente in comune con lei, se non la volontà di fermare Sorm.
Ma mentre Livia lo vuole morto, Dox preferirebbe portarlo vivo a chi di dovere.

I due decidono di fare squadra; si sa, insieme si è più forti e ci si guarda le spalle, e infatti più di una volta l'uno salverà la pellaccia all'altra e viceversa.

Dox è un uomo simpatico, attraente, chiacchierone, intuitivo, generoso e Livia - che generalmente è molto diffidente verso tutti, in special modo verso il genere maschile - coglie immediatamente gli aspetti positivi dell'uomo, se ne sente anche attratta ma sa di dover restare lucida se vuol portare avanti la propria letale missione.
E poi nel suo cuore c'è un mare di dolore e di brutti ricordi che le impediscono di lasciarsi andare, di accettare con serenità le avances di un bell'uomo come Dox, il quale però - con la spontaneità e la gentilezza che gli sono propri - saprà aprirsi un varco nel cuore della bella Livia e nella sua corazza di freddezza e circospezione.

In un mondo in cui la legge non va sempre a braccetto con la giustizia, dove le autorità sono corrotte, e spie e cospirazioni politiche sono all’ordine del giorno, Livia e Dox si ritroveranno a dover capire di chi possono fidarsi e da chi devono guardarsi.

Riusciranno i due a ottenere l’agognata vendetta e a salvare delle vite innocenti? 

"Traffici notturni" è il secondo volume della serie su Livia Lone e devo dire che mi è piaciuto molto; è un misto di spy-story, thriller, e ha anche una piacevole e leggera sfumatura rosa, che male non fa (gusto personale).
Mi piace la protagonista perché è una donna che, nonostante le sofferenze e le brutture subite, ha saputo rialzarsi, farsi una carriera in polizia e diventare una detective molto brava; certo, non è una santa... visto che, per motivazioni personali, è disposta a mettere da parte la legge per farsi giustizia da sola. 
Stile molto scorrevole; i molti dialoghi e le sequenze dinamiche e d'azione rendono il ritmo incalzante; la presenza di Dox dà un tocco di leggerezza, essendo Livia tendenzialmente cupa e fin troppo concentrata sui propri propositi di vendetta, tanto da apparire a volte una "macchina da guerra"; ma il rapporto con l'ex-marines farà emergere le sue fragilità di donna e il bisogno di essere amata.
Consigliato in particolare agli amanti del genere.
Comincerò subito il primo volume, approfittando dell'offerta su Kindle Unlimited ^_^

lunedì 13 aprile 2020

Anteprima libri || IN LIBRERIA A MAGGIO




  • Torna il professore che è dalla parte dei ragazzi e amato dai genitori. Il professore che dà voce a un’intera generazione di adolescenti. Per la stampa e la televisione è una figura di riferimento. Dopo i bestseller Eppure cadiamo felici, Tutta la vita che vuoi e Più forte di ogni addio, un nuovo libro pronto a lasciare il segno. Bisogna fidarsi dell’istinto e credere al proprio cuore. Ovunque ci conduca, vale la pena di seguirlo.
  • Giulia Morgani, al suo esordio letterario, riesce, con l'abilità che può derivare solo dal talento, a incantare chi legge con le atmosfere gotiche e inquietanti di Centunoscale Scalo, paese immaginario ma che è naturale dipingersi mentalmente nell’entroterra dell’Italia centromeridionale.
  • Con una scrittura limpida e poetica, Sara fruner ci offre una riflessione insieme intensa e lieve sull’imprevedibilità dei legami che ci forgiano. E se gli amori sono rimasti incompiuti, se sono Terminati troppo presto, ogni legame spezzato del nostro passato può avere una seconda, inattesa chance, che ci sorprende.
  • Basato sulla corrispondenza privata tra Jane e Cassandra Austen, Miss Austen non soltanto rivela il rapporto di profondo affetto che ha legato la più amata delle scrittrici inglesi alla sorella maggiore, ma, attraverso lo sguardo in




DORMI STANOTTE SUL MIO CUORE di Enrico Galiano (Garzanti, USCITA 7 MAGGIO 2020)


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Ricordati di fare ciò che ti fa sentire vivo.

Mia sa che può sempre contare su Margherita, la sua maestra delle elementari che, negli anni, è diventata anche la sua migliore amica e ha risposto a tante delle sue domande.
Ma c’è una domanda a cui Margherita non sa rispondere: «Perché Fede è andato via?». Fede è il ragazzo che la famiglia di Mia ha preso in affido. Fede l’ha ascoltata e capita come nessuno mai. Da quando non ha più sue notizie, Mia non riesce ad avvicinarsi alle persone, non riesce nemmeno a sfiorarle. Mentre il mondo e la storia si inseguono e si intrecciano, lei si è chiusa in un guscio più duro dell’acciaio. E non vuole più uscire.
Ma se non si affronta un nemico, il rischio è che diventi sempre più forte, persino invincibile. Se non si va oltre l’apparenza non si conosce la realtà. Anche se provare a farlo è un’enorme fatica; anche se ci vuole molto tempo. Perché, come dice Margherita, ogni cuore ha la sua velocità: non importa chi arriva primo, basta godersi la strada verso il traguardo.



IL PAESE DALLE PORTE DI MATTONE di Giulia Morgani (Harper Collins, USCITA 14 MAGGIO 2020)

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Giacomo Marotta è un giovane ferroviere. La guerra è finita da poco e lui ha appena ricevuto un nuovo incarico: sarà il capostazione di Centunoscale Scalo, un paese di un centinaio di abitanti, un luogo che Giacomo immagina come un'oasi di pace e serenità. 
È l'inizio di una nuova vita e di un futuro che si prospetta luminoso. Ma l'accoglienza che riceve non è quella che si aspetta: non è ancora sceso dal treno che lo porta a destinazione quando una donna gli dice, con uno sguardo ostile e ferino, che non è il benvenuto lì, che a Centunoscale se la possono cavare da soli. 
Questo è solo il primo di una serie di incontri inquietanti. Incontri che portano con sé mille domande e interrogativi, mettendo a dura prova l'entusiasmo del giovane capostazione. 

Chi sono davvero i suoi padroni di casa? E chi è il bambino, i capelli grigi come cenere, che vaga per le strade di Centunoscale? E perché quelle case diroccate, quei muri angoscianti di mattone? Cosa nascondono i paesani? Quale terribile segreto si cela dietro ai silenzi e alle stranezze di Centunoscale Scalo?



L'ISTANTE LARGO di Sara Fruner (Bollati boringhieri, USCITA 21 MAGGIO)

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«Ho avuto tre madri e non ne ricordo nemmeno una». Macondo, quindici anni, quoziente intellettivo da capogiro, lettore vorace con il mito di Sherlock Holmes e Martin Mystère, una passione inconfessata per la Bea, vuole scoprire che cosa c'è davvero nel suo passato. 
È una zona buia troppo grande per ignorarle, ma l'amatissima nonna, l’anticonformista artista cilena Roçío Sánchez, che pur conosce ogni verità, è determinata a rivelarla solo dopo il traguardo dei diciotto anni: nel frattempo custodisce ciò che c'è da custodire dentro una scatola inaccessibile, lassù, sull'ultimo scaffale del suo studio. 
Animo da detective, e scatola fuori portata, Macondo comincia indagine personale, raccogliendo indizi e aneddoti che colpisce dalla TRIAD di amici di roçío spesso radunati a casa loro, e dai foglietti che la nonna gli scrive strappandoli da un blocchetto che porta sempre appeso al collo: un intervento alla gola le ha portato via la voce e lei rimedia così, matita alla mano. 
Macondo scoprirà presto di portare inscritto nel nome ben più del senso di solitudine ispirato dal paese inventato da Gabriel García Márquez: nel suo nome è racchiusa tutta la sua storia. 
La sua ricerca d'identità diventa allora un cammino sia verso se stesso, sia verso chi lo ha amato, un percorso che lo conduce fino all'istante largo, soggetto di un quadro della nonna, ma soprattutto epifania di un momento che apre le porte della consapevolezza: la famiglia non è necessariamente una struttura costruita a priori, ma può assumere le forme più diverse, spuntare in situazioni in cui i legami di sangue non ricoprono alcun ruolo, diventare uno spazio immenso per chi ama.


MISS AUSTEN di Gill Hornby (Neri Pozza, USCITA 21 MAGGIO 2020)


Nel marzo del 1840, Cassandra Austen decide di recarsi nel vicariato di Kintbury, nel Berkshire, in
visita a Isabella Fowle figlia del reverendo Fulwar Craven Fowle e di Eliza Lloyd, amica di vecchia data di lei e di sua sorella Jane. Il viaggio in carrozza dalla sua casa di Chawton a Kintbury è scomodo e alquanto dispendioso, ma è quanto mai opportuno. 
Isabella Fowle si trova nella triste condizione, già nota a Cassandra, di dover abbandonare la casa in cui è vissuta fin dall’infanzia. Con la morte del vicario padre, la donna è rimasta infatti orfana di entrambi i genitori e, dal momento che non si è maritata, priva com’è di eredi maschi, dovrà lasciare il vicariato nelle mani di un certo Mr Dundas. Recare una parola di conforto in simili circostanze è, per Cassandra, doveroso. 
Non è, tuttavia, la sola ragione che la spinge a Kintbury. Vi è un altro, fondamentale compito che la sorella di Jane Austen deve assolvere. 
Un tempo, lei e Jane avevano inviato diverse missive personali a Eliza, lettere che ora possono trovarsi ancora in qualche dimenticato cassetto a Kintbury, col rischio di cadere in mani sbagliate. Cassandra è l’esecutrice letteraria della sorella, la protettrice del suo lascito. 
Nel tempo che le rimane, farà tutto quanto in suo potere per cercare e distruggere qualsiasi prova possa compromettere la reputazione di Jane. 
Quello che, tuttavia, Miss Austen non ha previsto giungendo a Kintbury, è l’ondata di nostalgia che la travolge non appena varca la soglia della canonica. 
La prima volta che vi ha messo piede era infatti una giovane gentildonna con indosso il suo abito più bello. Promessa sposa di Tom Fowle, fratello di Fulwar, era stata accolta dalla famiglia al completo e dall’intera servitù schierata in solenne ammirazione…

venerdì 10 aprile 2020

SERIE LETTERARIE INIZIATE CHE VORREI PROSEGUIRE (parte 1)



Ci sono delle serie letterarie che avete iniziato ma mai completato?

Io sì, e se per qualcuna non l'ho proseguita perchè magari il primo volume non mi aveva rapita ed estasiata, per tante altre la causa è da attribuire a due fattori principali:


  • ho troppi libri in wishlist e scegliere la prossima lettura è sempre un (meraviglioso) dilemma;
  • sono un po' allergica alle saghe e restia ad iniziarle; certo, una volta iniziate, sarebbe coerente terminarle... ma la perfezione non è di questo mondo!



Ad ogni buon conto, ci sono alcune serie che vorrei assolutamente proseguire/completare perchè quel che ho letto finora mi è piaciuto e non poco; devo solo organizzarmi ^_^ :


LA DETECTIVE LIVIA LONE di Barry Eisler

1. Livia Lone
2. Traffici notturni (The Night trade)
3. All the Devils (trama)

Attualmente ho in lettura il secondo volume, che mi sta piacendo un sacco e mi ha messo su una gran voglia di leggere il precedente per colmare le inevitabili lacune sul passato oscuro e doloroso della protagonista.

Sinossi primo vol.: (da Amazon) 

Livia Lone, giovane detective della polizia di Seattle specializzata in indagini su crimini sessuali e abusi sui minori, porta a termine ogni incarico col massimo impegno, cercando di assicurare alla giustizia i mostri a cui dà la caccia. E quando la giustizia fallisce, Livia non esita a vendicare personalmente le vittime.
Ma Livia non è sempre stata Livia. Il suo vero nome è Labee, ed è nata sulle montagne thailandesi. Venduta da bambina insieme alla sorella minore Nason, approda in America dentro un container ed è più volte vittima di abusi. Ma dall’istante in cui perde le tracce della sorellina, l’unica cosa che le permette di rimanere in vita è la determinazione a ritrovarla.
Quando una nuova pista riaccende le sue speranze, a Livia non basta più essere un agente, e nemmeno una giustiziera. Dovrà rivivere gli orrori del passato per arrivare a scoprire una cospirazione di inimmaginabile crudeltà, fatta di trafficanti internazionali, bande criminali, suprematisti bianchi e legami con il potere politico
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Della serie NIGHT SCHOOL di C.J. Daugherty ho letto i primi tre volumi e vi assicuro che sono davvero accattivanti, nonostante solitamente non rientrino tra le mie letture privilegiate (pure per questione d'età, ecco ^_^), lo young adult, ma sono le atmosfere mystery ad avermi irretita.


1. Night School. Il segreto del bosco (Night School) 
2. Il segreto della notte. Night School. (Legacy) 
3. Il segreto dell'alba. Night School (Fracture) 
4. Il segreto del silenzio. Night School (Resistance)
5. Il segreto del fuoco. Night School (Endgame)


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Dopo aver trovato rifugio in una località segreta nel Sud della Francia, Allie è convinta di essere al sicuro, almeno fino a quando le guardie di Nathaniel non la attaccheranno. 
A quel punto, costretta di nuovo alla fuga, dovrà far ritorno in un luogo che può davvero chiamare casa: la Cimmeria Academy. 
Ma quando arriva, a malapena riconosce quel posto… 
Le tensioni sono palpabili, la maggior parte degli studenti diserta le lezioni, gli insegnanti non sono più punti di riferimento e le guardie controllano tutto. Nathaniel è vicino – molto vicino – a ottenere tutto ciò che vuole. 
Nel disperato tentativo di fermarlo, Allie accetta di accompagnare Lucinda in una pericolosa missione durante la notte. 
Ma così facendo, potrebbe mettere a repentaglio la vita dei suoi amici… Carter e Sylvain sono entrambi pronti a combattere al suo fianco e dimostrarle il loro amore. E Allie sa che deve decidere una volta per tutte chi vuole veramente. 
Nessuno potrà aspettare per sempre.
 Il tempo per l’indecisione è finito. Tutto è in gioco e chi vince prende tutto



Un'altra saga che amo e che ho intenzione di riprendere è quella di Lucinda Riley,  LE SETTE SORELLE: mi piace perché la Riley crea intrecci narrativi complessi in cui mescola abilmente personaggi e fatti reali, storici, con elementi fittizi.


1. Le Sette Sorelle. Maia
2. Ally nella tempesta
3. La ragazza nell'ombra
4. La ragazza delle perle
5. La ragazza della luna
6. La ragazza del sole


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Sono trascorsi ormai sei mesi dalla morte di Pa’ Salt, e Tiggy, la quinta delle sorelle D’Aplièse,
accetta un lavoro nella riserva naturale di Kinnaird. In questo luogo selvaggio e completamente isolato nelle Highlands scozzesi, si dovrà occupare di una razza felina a rischio di estinzione per conto di Charlie, l’affascinante proprietario della tenuta. 
Qui Tiggy incontra Cal, il guardacaccia e coinquilino, che presto diventerà un caro amico; Zara, la figlia adolescente e un po’ ribelle di Charlie e Zed Eszu, corteggiatore insistente nonché ex fidanzato di una delle sorelle. Ma soprattutto incontra Chilly, un vecchio gitano che sembra conoscere molti dettagli del suo passato e di quello di sua nonna: la famosa ballerina di flamenco Lucía Amaya Albaycín. Davvero una strana coincidenza, ma Tiggy ha sempre avuto un intuito particolare, una connessione profonda con la natura. 
Questo incontro non è casuale, è parte del suo destino e, quando sarà pronta, non dovrà fare altro che seguire le indicazioni di Pa’ Salt e bussare a una porticina azzurra nel Cortijo del Aire, a Granada.

lunedì 6 aprile 2020

Recensione: RAGAZZI DI ZINCO di Svetlana Aleksievic



Libri di voce sulla guerra: così definisce i propri documentari la Aleksievič, e Ragazzi di zinco lo è:  tra queste pagine troviamo tante testimonianze che la scrittrice bielorussa ha raccolto nel corso di quattro anni, percorrendo in lungo e in largo l’Urss.
Sono i racconti di reduci e invalidi della guerra afghana, di vedove e madri dei caduti.
Fedele al proprio assunto di indagare “l’anima delle persone” a tutto campo e di prestare orecchio ai racconti di tutti, l'Autrice apre il triste velo su una delle più grandi tragedie della storia sovietica: la guerra in Afghanistan tra il 1979 e il 1989.


RAGAZZI DI ZINCO
di Svetlana Aleksievic



Ed. E/O
trad. S. Rapetti
316 pp
"Non sono tanto sicura che sia un bene sapere certe cose su noi stessi. È troppo penoso. E ti lascia con un vuoto nell’anima. Non credi più nell’uomo. Ne hai paura."


Leggere Ragazzi di Zinco significa percorrere un lungo e doloroso corteo in cui una fetta di umanità martoriata e piagata racconta a parole sue gli orrori della guerra.
E' il 1979 quando  l'Urss invia i propri soldati in Afghanistan, facendo passare il proprio intervento militare per un’azione umanitaria di cui la Patria e tutto il popolo sovietico potevano andar fieri.

Ma a guerra inoltrata - e tanto più in seguito, a guerra finita - si cominciò a realizzare che c'era davvero ben poco - anzi, nulla - di cui essere fieri e orgogliosi.
Ma realizzarlo è una cosa, proclamarlo ad alta voce è un'altra.

Fatto sta che circa un milione di ragazzi e ragazze in quell'arco di tempo (dieci anni) sono partiti per sostenere la “grande causa internazionalista e patriottica”: una intera generazione di giovani, medici e insegnanti, impiegati, infermieri, ufficiali e comandanti.

Di questi, almeno quattordicimila sono tornati in patria all'interno di casse di zinco e sepolti di nascosto, nottetempo; cinquantamila son tornati feriti.
E non dimentichiamo mezzo milione di vittime afgane, e poi le torture, la droga, le atrocità, le malattie, gli atti di sadico nonnismo, la vergogna e la disperazione... 

Tra queste dolorose pagine "ascoltiamo le voci" degli afgancy, i ragazzi sovietici che la guerra ha trasformato in assassini, e che qui raccontano ciò che la storia del loro amato Paese ha tentato di nascondere. 
Sono racconti veritieri e per questo crudi, in cui ci troviamo di fronte a tanti reduci privati di arti e con protesi di cattiva qualità che ricordano questa esperienza traumatica che li ha visti soffrire la fame, il caldo e il freddo, cattive condizioni igieniche; soldati e ufficiali che non hanno dimenticato (come si può dimenticare?) le atrocità alle quali hanno assistito, che fossero quelle compiute dai Mujahiddin sui prigionieri loro compagni, o quelle che loro stessi hanno perpetrato sul nemico.

L'orrore è all'ordine del giorno e ciò che fa rabbia è pensare che intanto in patria i giornali scrivono che in Afghanistan i soldati sono andati lì per costruire ponti e piantare alberi, i medici sovietici curano donne e bambini del posto..., quando invece gli ordini sono: sparate sulla folla, non importa se ci sono donne e bambini.

Si susseguono, come in una affranta marcia funebre, le verità dei singoli, che siano i soldati tornati dal conflitto, le infermiere o le impiegate, o le madri di chi è tornato (con il corpo in chissà quali condizioni...) in una bara di zinco.

Ci sembra di vederli mentre raccontano le loro storie di persona o al telefono con la giornalista: delusi, arrabbiati, pieni di amarezza e dolore, impauriti, "impazziti", consapevoli degli incubi e dei cattivi pensieri e stati d'animo che non smettono di riempire la loro mente.

Sono ex-combattenti "ingannati dalla propaganda, sviati dalla violenza, ridotti a “macchine da guerra”"; la maggior parte di essi son partiti che erano poco più che adolescenti, cresciuti su a "pane e amore per la Patria", con un senso di rispetto e di obbedienza verso la propria nazione che sa di esaltazione e fanatismo. L'individuo singolo non conta nulla, il suo valore è sempre e solo rispetto a un collettivo, e in generale alla Patria, alla quale si deve fedeltà, lealtà assoluta e quando essa chiama, tu sovietico - maschio o femmina che sia - devi solo rispondere .

Per chi hanno combattuto, rischiato o perso la vita? Per chi hanno imparato ad ammazzare? Per chi o cosa hanno sopportato sofferenze, solitudine, terribili ferite fisiche e psichiche e, al ritorno, pure il disprezzo e l'infamia, perchè questa "loro guerra" alla fine altro non era che un grossissimo "errore politico", un'enorme idiozia di cui l'Urss doveva solo vergognarsi?

Ci si sente male al pensiero di come la guerra possa trasformare completamente un essere umano:

"Adesso (...) penso che non sarò mai più quello che ero prima di questa guerra."

Come si può arrivare a imbracciare un'arma e a far fuori un tuo simile come se stessi giocando a bowling, e a buttar giù gente come fossero birilli?
La verità è che, leggendo le narrazioni di chi la guerra l'ha combattuta in prima linea, veniamo messi davanti a una realtà come questa:

"Uccidere o non uccidere è un interrogativo che ci si è posti solo dopo la guerra. La psicologia della guerra in tempo di guerra è più semplice. Noi e gli afghani semplicemente non potevamo permetterci di considerarci reciprocamente degli esseri umani."

La logica è drammaticamente "semplice": per ammazzare basta premere il grilletto, e se tardi a premerlo e non spari per primo, muori. È la dura legge della guerra.

Sono soldati che sul campo di battaglia hanno imparato a sparare, ad uccidere a sangue freddo; hanno visto morire i propri compagni e hanno sentito crescere ancor più forte dentro di loro l'odio per chi ha tolto la vita a un compagno.

"Partivamo per fare la rivoluzione! Così ci dicevano. E noi ci credevamo. Ci aspettavamo qualcosa di romantico. ...Quando una pallottola incontra un uomo fa un rumore particolare – che non puoi dimenticare né confondere con nient’altro – una specie di tonfo bagnato. E il ragazzo che ti è accanto cade a faccia in giù nella polvere, bruciante come la cenere. (...) La prima volta ci si muove come in sogno: ti affretti, lo trascini via, spari, ma poi non hai più nessun ricordo del combattimento, non sei in grado di raccontarlo. Come se tutto si fosse svolto dietro a un vetro... O in un incubo. Dal quale ti risvegli per l’angoscia ma senza poter ricordare niente."

Uomini e donne mandati in Afghanistan a immolarsi sull'altare... di cosa? di quali alti ideali e valori?  di quale giusta causa?

Ma non tutti sono stati costretti ad andare in guerra dal governo: tanti di questi uomini e donne si sono arruolati volontariamente per la causa, perchè ci credevano.
Ed essi pretendono rispetto per il sacrificio compiuto: chi ha fatto la guerra e ne è sopravvissuto è combattuto tra due certezze: da un lato, la verità, l'apprendere di essere stati ingannati, fare i conti col fatto che la loro non è stata una guerra giusta, che non erano andati in Aghanistan "per far del bene"; dall'altro, la consapevolezza che intanto loro lì ci sono stati e hanno messo in gioco la propria vita, uscendone completamente distrutti e trasformati, nel corpo e nella mente:

"Ciò che si è vissuto in guerra non resta lì, in Afghanistan, ma segue, come un cane fedele, i reduci, popolando i loro incubi, amplificando paure, togliendo sogni, speranze per il futuro."

E questo combattimento interiore è presente anche nelle madri dei poveri sfortunati i cui resti sono finiti in una bara: nessuno deve sporcare la memoria dei loro eroici bambini; allo stesso tempo, che sentimento possono nutrire queste famiglie verso una Patria che ha mandato i propri figli a morire, senza mostrare per loro alcuna considerazione?

Al dolore della perdita e dell'onta caduta improvvisamente sull'onore di questi ragazzi, si aggiunge quello del silenzio: dei caduti non si poteva parlare, perché l'esercito sovietico era grande e potente, guai a raccontare fatti che ne oscurassero l'immagine perfetta e moralmente sana.
Ogni testimonianza andava seppellita, le foto andavano stracciate, le pellicole distrutte: bisognava tacere sul fatto che laggiù i sovietici avevano sparato, bombardato, gassato, avvelenato i pozzi, fatto saltare per aria. Altro che  intervento umanitario per aiutare il povero popolo afghano.

Si potrebbe essere indotti a credere che, una volta tornati dal conflitto, la maggior parte dei reduci fosse indignata contro la Madre Patria per averli trattati come carne da macello, facilmente sacrificabile, e che odiasse il periodo trascorso in Afghanistan o lo ricordasse controvoglia...
Mi ha colpita, invece, constatare che molti di essi, una volta tornati a casa definitivamente, sentissero la mancanza di quel posto, perchè lì si erano sentiti utili come mai lo sono stati altrove e successivamente. Guai a togliere loro il passato: vivono solo di quello.

"In guerra, a unirci era la paura. Eravamo stati tutti ingannati allo stesso modo, e tutti quanti volevamo solo vivere e ritornare a casa nostra. Quello che ci unisce qui è il fatto che ci manca tutto."

Una volta tornati... a chi interessa sapere la sofferenze, le privazioni, le ferite fisiche e quelle psichiche, il dolore per un compagno ammazzato sotto i tuoi occhi? Sono tormenti personali e profondi, che non puoi condividere con nessuno, perchè la gente non vuol sapere; non solo, ma è convinta di sapere già tutto: che ci siete andati a fare là? Non lo sapevate che partecipavate a qualcosa di sbagliato e infame?

Con questa raccolta di testimonianze vere e struggenti, la scrittrice smaschera tutte le falsificazioni e le menzogne grazie alle quali il regime sovietico ha indotto la sua gioventù a immolarsi per una causa profondamente sbagliata e ingiusta; ha raccolto storie, dettagli, sentimenti che rivelano sia ciò che c'è dietro una singola esistenza, sia ciò che riflette la coscienza di un popolo in uno specifico momento storico.

Al centro della sua ricerca c'è la storia dei sentimenti più che della guerra in sé: cosa pensavano queste persone? Che cosa volevano? Quali erano le loro gioie? E le loro paure? E che cosa ricordano?

Ad essi Svetlana Aleksievic, con determinazione, onestà e coraggio, dà voce, e insieme a questi dimenticati cui la storia ha tolto la parola, consegna al lettore un libro scioccante nella sua brutalità, che sottolinea tutta la ferocia e l'orrore che c'è dietro la guerra.
Dietro ogni guerra.


** Curiosità: l'idea di leggere questo libro è nata in seguito a un "consiglio letterario" di Chef Rubio ^_-  **

venerdì 3 aprile 2020

RECENSIONE: MEMORIES - CHI AMA NON DIMENTICA di Antonella Carullo



Quanto può essere imprevedibile la vita?
Può percorrere sentieri che non avremmo mai immaginato, può procedere diritta o prendere curve pericolose, dietro le quali si nascondono sorprese, e non sempre belle.
Ma è proprio questa sorta di precarietà, la difficoltà di fare piani a lungo termine che rende la Vita l'avventura incredibile che è.


MEMORIES - CHI AMA NON DIMENTICA
di Antonella Carullo



PortoSeguro Ed.
336 pp
E' la mattina del 13 novembre 2047 (sì, siamo qualche anno più in là rispetto al nostro presente) e Antonella Carullo compie trent'anni.
Ma questo compleanno non sarà come gli altri, anzi le riserverà rivelazioni inaspettate e sorprendenti.
Un notaio la contatta per informarla di aver ricevuto in eredità
un misterioso manoscritto fattole arrivare da un bisnonno mai conosciuto, Don Peppino Caruso, detto “Il Cavaliere”, che destina a lei – e a lei soltanto – un romanzo anonimo dal titolo emblematico: Chi ama non dimentica.

Leggiamo questo romanzo insieme ad Antonella e conosciamo le esistenze di diversi personaggi, in qualche modo legate alla famiglia Caruso.
In particolare, sono tre le storie principali che vengono narrate: le vicende drammatiche di tre uomini, che hanno commesso molti errori e ne hanno pagato, in un modo o nell'altro, le conseguenze.

C'è Paco, l'allenatore della Dinamo Partenope - la squadra napoletana di cui, nel luglio 2011, Antony Caruso (nonno di Antonella) è Presidente.
Paco è sposato con Gabry e hanno un figlio, ma i due coniugi stanno vivendo una crisi a causa del tradimento di lui.
Da questo scivolone scaturiranno degli effetti a catena che sconvolgeranno Paco e la sua famiglia, ma anche quando si arriva a toccare il fondo, è possibile trovare la forza di rialzarsi, di non cadere vittima della disperazione e del vittimismo, soprattutto quando accanto si hanno le persone importanti, quelle che continuano ad amarci sempre, nonostante  noi e i nostri sbagli.

Nella Partenope gioca Cardillo, un ragazzo pieno di talento, dal carattere spumeggiante e allegro, è impulsivo e ostenta una sicurezza circa le proprie capacità di calciatore che non lo rendono sempre simpatico a tutti.
La voglia di sfondare e di poter alzare il tenore dell'esistenza sua e della propria umile famiglia, lo portano a fare scelte un po' azzardate, che diventeranno decisamente sbagliate quando si innamorerà di una ragazza dal passato triste e complicato, Serena, la quale è da tempo nel tunnel della droga.
Cardillo vuol tirarla fuori da quest'incubo e, per raggiungere il suo pur nobile scopo, non esiterà a sporcarsi le mani e a "scendere in affari" con personaggi della malavita con i quali sarebbe stato bene non avere a che fare.
Il ragazzo è volubile, impetuoso, ma il suo amore verso Serena è sincero e intenso: basterà a salvare  lei dalla droga e dall'avidità perversa di chi la tiene in pugno, e lui da un brutto giro che potrebbe costargli non solo la carriera ma la vita stessa?

E infine c'è il filone narrativo principale, che concerne i Caruso.
Al centro c'è uno dei figli di Don Peppino, Antony, il quale - non volendo sobbarcarsi gli oneri dell'azienda paterna (i Caruso hanno un pastificio molto ben avviato) - decide di tentare fortuna negli States.
Il fato - o il caso - gli mette accanto, in aereo, un napoletano simpatico e chiacchierone, Carmine (suo coetaneo); i due fanno amicizia e condivideranno parte del soggiorno in America.
In seguito ad un tragico evento, i destini dei due giovani si intrecceranno e daranno vita a una serie di vicissitudini incredibili e di segreti impensabili, inganni e bugie perpetrate per anni.
Antony tornerà di nuovo a Napoli ma le esperienze vissute in America restituiranno alla sua famiglia un Antony decisamente nuovo, profondamente diverso da quello che era partito dall'Italia solo pochi anni prima.
Anche questo giovane uomo, come Paco e Cardillo, prende decisioni discutibili, non sempre accettabili eticamente, ma comunque mosso - tra le altre motivazioni - da un grande amore:

«Sono le vicende di tre persone che certamente non potranno mai essere indicate come un esempio da seguire. Tre uomini che hanno mentito, che hanno avuto una doppia vita. Ma sono pure le stesse persone che quando è venuto il momento di doversi assumere le proprie responsabilità, quando il passato è venuto a chiedere il conto, l’hanno fatto, sopportandone le conseguenze.»

"Chi ama non dimentica" è un romanzo nel romanzo, che racconta una storia ricca di molti avvenimenti - tragici e avventurosi -, è attraversata da diverse sfumature - da quella festosa del calcio a quella più buia della camorra, o della morte.
Ma accanto agli errori, ai tradimenti, alle cose non dette, alle menzogne, c'è sempre l'amore, che muove i comportamenti e le azioni dei protagonisti di questa storia che attraversa diverse decine di anni e via via si arricchisce di colpi di scena.

Il lettore si identifica in Antonella e, giunti entrambi alla fine delle pagine di questo manoscritto che ha aspettato trent'anni per essere aperto e letto, si è curiosi di scoprire cosa dovrà fare la destinataria dell'insolita eredità una volta appresa la vera storia della propria complicata famiglia.

E' un romanzo che ho letto con molto piacere e attenzione, grazie sia alla trama (o meglio alle diverse trame, che si intersecano tra loro), il cui sviluppo è molto trascinante, che ai personaggi, che intervengono a creare movimento nelle vicende narrate, in quanto sono pieni di passione, vitalità, hanno personalità ben tratteggiate e sanno come tirar fuori il coraggio di non arrendersi di fronte alle difficoltà e, a costo di sbagliare, cercano di superare i propri limiti e le sfide che il destino mette loro davanti. 

Consigliato!


giovedì 2 aprile 2020

NUOVE PUBBLICAZIONI - CASA EDITRICE KIMERIK



Cari lettori, oggi vi presento alcune recenti pubblicazioni Edizioni Kimerik.





Strange di Angelica Innocenti (LINK)

Miele è una ragazza di diciannove anni che vive con i suoi zii. Delusa e fortemente sconfortata per la scomparsa nel nulla dei suoi genitori, è alla ricerca di qualcosa o qualcuno che la faccia sentire di nuovo viva. Ecco che in città arriva Elia, un ragazzo attraente e misterioso. 
I due si conoscono, iniziano a frequentarsi e fin da subito sentono di conoscersi da sempre. Si sbagliano? 
Presto, però, Miele si accorge che Elia è molto strano. In effetti il ragazzo nasconde un segreto troppo grande che riguarda la sua vera vita.


Mastro Heidn l'Orologiaio di I fratelli Frllo Agostino Antonio e Dato Rosario (LINK

Lo gnomo costruttore Heidn l’Orologiaio e il mago Paracelvius sono i Soci Meravigliosi. Insieme alla loro guardia del corpo, la bella e formidabile Eunicla, viaggiano a bordo di un carrozzone magico fra i mercati della Repubblica. 
Nessuno sospetta che dietro la loro pittoresca facciata di stagnini ambulanti si muovano tre figure leggendarie della storia dei regni, tornate in azione per fermare una guerra che potrebbe portare alla fine del mondo. 
Le loro indagini li portano in un villaggio abbandonato di montagna dove, secondo le premonizioni del Mago meraviglioso, si nasconde una base militare segreta in cui i maghi-scienziati di Alunda stanno costruendo una colossale macchina da guerra per i loro re. 
A quanto pare qualcosa di vero c’è, perché, poco dopo il loro arrivo, vengono scoperti da una pattuglia dell’aeronautica alundese e Mastro Heidn è arrestato e deportato a bordo della Cavalletta dell’apocalisse per essere interrogato nel cuore del regno. 
È solo l’inizio di un carosello di intrighi che trascinerà i nostri eroi alla corte di re stregoni e sulle ali di macchine volanti, sui libri neri della corporazione dei ladri e all’attenzione di una società ancora più occulta, incontrando vecchi nemici e nuovi alleati nella lotta per svelare i misteri di Valtolina e conquistare la verità.


Partendo dal fiume di Daniele Nucciarelli (LINK)

Gianni e Leo sono soliti trascorrere i loro pomeriggi in riva al fiume, fin quando, infelice per le incomprensioni che vive in famiglia, Gianni non decide di scappare di casa e rifugiarsi nel bosco. 
Vivere a contatto con la natura lo aiuterà a capire il senso della vita e a recuperare il rapporto con i genitori. Tornato a casa con una nuova consapevolezza, Gianni vuole condividere la sua esperienza di crescita con l'amico di sempre. 
Così i due ragazzi intraprendono un nuovo viaggio, e partendo dal fiume, affronteranno insieme il bosco alla riscoperta della vita.

mercoledì 1 aprile 2020

Bilancio di letture - marzo 2020



Marzo 2020 è un mese che certamente ricorderemo tutti e per tanto tempo, per la triste situazione determinata dal Coronavirus.

Non so se voi lettori vi siate dedicati alla lettura con più frequenza a motivo del maggior tempo libero che diversi di noi si son ritrovati a gestire..., ma per quanto mi riguarda non ho letto molto di più, anzi vi dirò: c'erano giorni in cui la voglia di leggere calava.

Ad ogni buon conto, eccomi con il mio monthly recap:



  • LA TUA VITA E LA MIA  di Majgull Axelsson: un romanzo duro, appassionante, necessario che affronta un altro capitolo scuro nella storia della Svezia moderna: il trattamento crudele e inumano riservato alle persone con disabilità intellettive gravi all'interno dei "manicomi".
  • I QUATTRO CANTONI  di Gabriella Genisi. Un'altra avventura attende i lettori, in compagnia della bella commissaria pugliese, Lolita Lobosco, che, con le sue immancabili Louboutin tacco 12, l'amore per la sfiziosa e saporita cucina barese (panzerotti in primis) e animata da un'inesauribile passione per la giustizia, è nuovamente impegnata in una complicata indagine che le farà passare delle vacanze natalizie a dir poco movimentate.
  • Favole moderne per crescere bambini intelligenti" di Ann Sepolveda. Una raccolta di fiabe belle e rassicuranti, fanno riflettere e sicuramente possono essere un modo piacevole e educativo per passare momenti sereni con i bambini.
  • IL LIBRO NASCOSTO  di D. M. Pulley. Ci sono armadi che è meglio non aprire per non liberarne gli scheletri; libri che sarebbe meglio non leggere per non scoprire scomodi segreti: il giovanissimo protagonista, nell'incoscienza tipica dell'età, farà proprio quello che gli adulti attorno a lui gli ordinano di non fare: aprire armadi, andare in giro a curiosare e far domande alle persone sbagliate e scoprire segreti.
  • PIETRE  di Giusy Maresca. Dietro un omicidio brutale, frutto di una mente tanto intelligente quanto diabolica, si cela la faccia più buia a nascosta del cuore umano, nel quale possono annidarsi i segreti e le perversioni più indegne e inconfessabili.
  • IL GIORNO DELLA CIVETTA  di Leonardo Sciascia. Scritto nell'estate del 1960, quando il Governo di quegli anni non solo nutriva poco interesse vero il fenomeno mafia, ma si affannava a negarlo (fatto reso ancor più incredibile se pensiamo che solo tre anni dopo sarebbe entrata in funzione una commissione parlamentare d'inchiesta sulla mafia), questo celebre racconto di Sciascia è una denuncia civile e disincantata di questo infido male costituito dalle organizzazioni mafiose nonché dalla corruzione dei più alti apparati dello Stato.
  • VENTIQUATTRO  di Valentina Bardi. Perdere una persona amata è una di quelle esperienze capaci di devastarti e farti sentire più che mai impotente e svuotato; l'Autrice, con delicatezza ma, al contempo, con una scrittura onesta e realistica, ci racconta una storia sì di perdita, ma anche di forza, quella forza che ci urla di non arrenderci perché, nonostante il dolore, la Vita è lì che ci aspetta.
  • IL SALICE  di Hubert Selby Jr. Con il suo stile frammentato e la sua penna teneramente ruvida, l’autore di capolavori come Ultima fermata a Brooklyn e Requiem per un sogno, ci racconta la realtà degli emarginati, dei perdenti, dei diversi, sullo sfondo di un’America cupa, difficile, quella dei bassifondi delle grandi metropoli: in un posto così improbabile e tutt’altro che attraente, sboccia un’amicizia tra due uomini lontani per età, cultura, esperienze, ma che riusciranno ad essere di grande aiuto e benedizione l’un per l’altro.
  • SHOTGUN LOVESONGS di Nickolas Butler. Sotto un cielo americano, in una piccola comunità agricola in cui tutti si conoscono, nasce e cresce un gruppo affiatato di amici, che tra queste pagine impariamo a conoscere e alle cui vicende e dinamiche relazionali vien spontaneo appassionarci.
  • L'ULTIMO SPETTACOLO di V. Zonno: in una società differente da quella attuale, in cui le esistenze delle persone sono controllate e rese piatte e prive di emozioni, qualcuno ha commesso un omicidio ma interrogarlo è praticamente impossibile... almeno fino a quando non si sveglia!


Questo mese ho avuto tante letture belle, che mi hanno lasciato ognuna qualcosa: l'indignazione di fronte alle ingiustizie di "La tua vita e la mia", il dolore della perdita misto al desiderio di ritornare a vivere di "Ventiquattro", l'atmosfera malinconica di "Shotgun Lovesongs", la forza del perdono di "Il Salice"..., e potrei continuare con gli altri romanzi, trovando un particolare - una sensazione, un'associazione, uno stato d'animo... - in ciascuno di essi.
Questo per dire che mi esimo dallo scegliere tre titoli da mettere sul podio ^_^


La citazione di questo mese: 

Vivere per me è continuo divenire, è un buon libro da leggere vicino al fuoco di un camino mentre fuori piove e i cipressi lungo il viale si genuflettono all’impeto del vento.(Isabel Allende)



Non ho visto chissà che film 'sto mese, e comunque nulla di rilevante.


La canzone che mi ha accompagnato a marzo? DON'T STOP ME NOW  degli immortali Queen.
Una carica di energia quotidiana!








Cosa resta di marzo? Eh, tanti pensieri e sentimenti contrastanti, per lo più negativi, soprattutto se penso ai morti a causa del Coronavirus e al dolore vissuto da tante persone per i famigliari deceduti.
Ma permettetemi di chiudere questo post in maniera leggera, con lo spezzone di un dialogo presente in uno dei film della mia adolescenza che ha un posto speciale nel mio cuore e l'avrà sempre; in queste battute c'è una frase che mai come a marzo abbiamo sentito dire (e magari anche detto/scritto):








Un post condiviso da ASD F Danza e Spettacolo (@a.s.d.f.danza.e.spettacolo) in data:

martedì 31 marzo 2020

Segnalazione Romance: I Luoghi Oscuri del Cuore di Jill Barnett




Care lettrici amanti del romance contemporaneo, vi segnalo l'uscita di I luoghi oscuri del cuore di Jill Barnett (Editore: Babelcube Inc., traduttore: Marianna N., 5,77 euro su Amazon).

Sinossi:

L’autrice bestseller del New York Times, Jill Barnett trascina i lettori nella calda costa della California in una storia profondamente commovente sul potere del perdono.
Una sera fatidica cambia la vita e il destino di tre donne innocenti: Kathryn, Laurel e Julia Peyton quando incrociano la strada del ricco magnate del petrolio californiano Victor Banning e i suoi nipoti Jud e Cale, che ha allevato per diventare proprio come lui: predatori affamati in un mondo uomo-mangia-uomo... 
Almeno fino a quando non incontrano una giovane donna di nome Laurel Peyton e tra loro cambia tutto. 


Dicono de I luoghi oscuri del cuore:

Ritmo veloce e provocatorio… I luoghi oscuri del cuore è un romanzo potente sul destino, le scelte, i legami familiari, e il modo in cui sono tutti connessi con le nostre vite.”   — L’autrice de L’usignolo bestseller del New York Times, Kristin Hannah


Jill Barnett accompagna i lettori in un viaggio sapientemente scritto e profondamente emotivo nei recessi più oscuri del cuore umano.” — L’autrice de Una scelta impossibile, bestseller del New York Times, Susan Elizabeth Philips


Tragedia, vendetta, amore e ossessione sono le forze in gioco in questa storia avvincente. Piena di indimenticabili personaggi e turbolenti passioni di cui i lettori ne parleranno a lungo dopo aver finito il libro.”  — L’autrice di Primadonna, acclamata e premiata dalla critica, Megan Chance


La Barnett ha un innato senso dell’umorismo. I suoi personaggi sono freschi e briosi e il suo stile è piacevole da leggere, una ventata di aria fresca.” — Publishers Weekly



Biografia autriceJILL BARNETT incanta i lettori con il suo mix di storie originali fatte di amore e risate. Publishers Weekly ha dato al suo libro, Il cavaliere dei miei sogni (I Romanzi Mondadori), un’opinione stellare, definendolo “esilarante... I suoi personaggi sono gioiosi e freschi, il suo stile è piacevole da leggere, come un raggio di sole estivo.” Detroit Free Press al libro Joy la strega (I Romanzi Mondadori), uno dei migliori libri dell’anno, hanno dichiarato, “La Barnett ha uno stile fantastico perché con una battuta riesce a dare vita a una storia d’amore.” Tutti gli altri suoi libri hanno avuto il plauso della critica e da allora sono apparsi nelle classifiche dei bestseller del New York Times, USA Today, Publishers’ Weekly, il Washington Post, Barnes and Noble e Waldenbooks, che ha assegnato a Jill il premio National Waldenbooks. Ne sono state stampate 7 milioni di copie e le sue opere sono state pubblicate in 21 lingue. Jill vive con la sua famiglia nel Nord-Ovest del Pacifico.

domenica 29 marzo 2020

Recensione: L'ULTIMO SPETTACOLO di Vincenzo Zonno


In una società molto differente da quella attuale, in cui le esistenze delle persone sono controllate, rese piatte e prive di emozioni, un uomo - che si è misteriosamente addormentato senza che ci sia modo di svegliarlo - è l'unico indiziato in un caso di omicidio.



L'ULTIMO SPETTACOLO
 di Vincenzo Zonno



Catartica Ed.
192 pp
"Il mondo vive. Le persone vivono e hanno mille storie da raccontare. In questo stesso istante c'è qualcuno che nasce e qualcuno che muore. C'è chi ha deciso di andare a cavallo e chi si prepara a recitare in uno spettacolo. "

Un uomo si sveglia dopo una notte confusa ma probabilmente molto "vivace", che gli ha lasciato un tatuaggio su un braccio, un segno indelebile che prima di quella notte non aveva.
E' un elettricista e ha appena portato a termine un lavoro importante per conto di qualcun altro; adesso può finalmente tornarsene nella sua città.

Carl è un "delegato" del governo e una mattina viene chiamato ad occuparsi dell'omicidio di una giovane donna, uccisa con un tagliacarte e il cui corpo è immobile su una panchina in riva al lago.
In capo a poche ore Carl ha già un possibile indiziato che, stando agli elementi raccolti, è quasi sicuramente l'assassino: si tratta di un certo Harpo Vool.

Harpo è un uomo solitario, un orso che si sente vivo solo nei propri sogni, che riempiono la sua mente; da un po' frequentava la vittima  ma non aveva con lei una vera e propria relazione.
L'ha uccisa davvero lui? E se sì, perché?

Harpo sembra essere e vivere fuori dal mondo e l'unica cosa che vuole è riposare, in maniera profonda e totale... e il suo desiderio si realizza, tant'è che si addormenta e svegliarlo diventa un'impresa impossibile.

Il delegato Carl non sa che fare: lui ha necessità di interrogare Harpo, ma come può avere le risposte che cerca se lui continua a dormire?
Forse c'è una persona che può aiutarlo a capire chi sia Harpo: Rebecca, che è stata la sua compagna e convivente per più di dieci anni, ma la donna sembra non poter essere di grande aiuto.
Harpo stava scrivendo un racconto e il confine che lo separa dal protagonista è molto labile, come se realtà e immaginazione si mescolassero, tanto da rendere difficile distinguere dove inizia l'uno e finisce l'altro. Tanto da arrivare al rischio che il personaggio di fantasia prenda il sopravvento su quello reale.

Le vicende di Harpo - perso nel complicato mondo creato nella sua testa - si alternano a quelle dell'elettricista, anche lui al centro di eventi dove ciò che accade davvero si fonde con momenti di allucinazioni e sogni ad occhi aperti. 

E' una società strana e particolare, quella immaginata dall'Autore: lo stato si è premurato di organizzare e controllare in modo rigido la vita dei singoli, privandoli della loro autonomia; la conoscenza e il progresso sono appannaggio di una minoranza e non c'è spazio per le abilità personali; benchè si voglia imporre come una società evoluta, usa le torture sugli uomini per costringerli a dare le informazioni richieste; le famiglie sono invitate a comunicare eventuali problemi e separazioni, pena grane a non finire; dei dirigibili sorvolano gli oceani, trasportando uomini in viaggio premio verso oriente.
Le stranezze non finiscono qui ma si allargano anche in ambito "di fede": in paradiso non c'è posto per tutti e vanno controllati gli accessi nell'aldilà, mentre intanto qualche nuova corrente di pensiero cerca di svegliare le coscienze intorpidite... 

La narrazione segue percorsi tortuosi e del resto non può essere altrimenti perchè ad essere complicato è il mondo creato dentro e attorno ai personaggi come l'elettricista e Harpo, il cui carattere chiuso lo porta a rifugiarsi in una sorta di universo parallelo creato dalla propria immaginazione, in cui egli cerca la bellezza per darne un po' alla propria grigia esistenza, provando a mettere su un ultimo grandioso spettacolo, fosse anche solo nella propria testa.

E' il terzo libro di Vincenzo Zonno che leggo, forse il meno "semplice" e immediato, in quanto attorno alla narrazione dei fatti (l'omicidio) c'è una dimensione onirica e immaginifica molto forte che volutamente confonde e inganna il lettore e, al contempo, lo seduce, lo irretisce e lo trasporta in un mondo che ha delle connotazioni assurde e nel quale non vorremmo vivere, in quanto gli uomini ci appaiono come delle pedine, delle marionette senza anima e volontà; paradossalmente, il più vivo è forse proprio colui che dorme, il quale, pur di essere il protagonista sul palcoscenico della propria esistenza, si estrania dalla realtà che lo circonda e dalla quale si sente rifiutato.

Ringrazio lo scrittore per avermi dato la possibilità di leggere e apprezzare anche questo suo romanzo, che vi consiglio, tanto più se amate e/o avete voglia di leggere libri diversi dal solito.



"E' qualcosa che non si può spiegare. Sei lì di fronte a un bivio,  due sole possibilità: è quella la strada oppure quell'altra? Una sola scelta (...) perchè di questa è fatta la vita.".


"Potrà mai esistere un mondo senza violenza, rabbia o rancore? C'è qualcosa in grado di porre un freno a questa anomalia dell'esistenza? Forse la bellezza?


Altri libri dell'Autore recensiti sul blog:

CATERINA di V. Zonno
NON E' UN VENTO AMICO di V. Zonno
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