venerdì 24 aprile 2020

IN DIFESA DI JACOB di William Landay. - la miniserie dal 24 aprile su Apple Tv+



Un thriller letto qualche anno fa, e che mi piacque davvero tanto, è IN DIFESA DI JACOB di William Landay.

QUI potete leggere la recensione.

Vi riporto la sinossi del libro:

Ed. Fanucci
Edizioni TimeCrime
Collana Narrativa
Prezzo 7.70
Pagg 544

Andy Barber, da più di vent’anni braccio destro del procuratore distrettuale, è un uomo rispettato, un marito e un padre devoto, e ha davanti a sé una carriera sicura.
Sa bene cosa può nascondere la vita di una persona, quali colpe possono essere taciute, ma la sua è un’esistenza serena e l’amore per la moglie e il figlio non ha limiti.
Tutto sembra andare per il verso giusto per lui e la sua famiglia.
Ma certe convinzioni a volte sono esposte ai capricci del destino o alle conseguenze di piccoli gesti. Così, un giorno, quasi per caso, piomba su di loro un’accusa inaudita: il figlio di Andy, Jacob, poco più che un bambino, viene indagato per omicidio.
Un suo compagno di classe è stato accoltellato nel parco poco prima dell’inizio delle lezioni.
Il ragazzo proclama la propria innocenza e Andy gli crede.
Ma c’è qualcosa che non torna, l’impianto accusatorio è dannatamente convincente: e se qualcosa fosse sfuggito all’attenzione di Andy?
E se i quattordici anni di vita del figlio non fossero sufficienti per capire chi è realmente?
E se Jacob, suo figlio, fosse alla fine un assassino?
In difesa di Jacob è un thriller che tiene col fiato sospeso, ed è anche una straordinaria radiografia dei rapporti familiari; uno specchio feroce in cui realtà e giustizia si mostrano inesorabilmente implacabili, fino alla rivelazione di una sorprendente e inaspettata verità che si svela solo all’ultima pagina.

Ebbene, finalmente è in arrivo l’attesissima serie tratta da questo legal-thriller, con un cast eccezionale: Chris Evans, Michelle Dockery, Jaeden Martell, Cherry Jones, Pablo Schreiber, Betty Gabriel e Sakina Jaffrey.

Dal 24 aprile su Apple TV+


giovedì 23 aprile 2020

Frammenti di... Febbre



Un passaggio nel quale mi sono ritrovata alla perfezione. Il mio ritratto sputato, praticamente.
Quanti mal di pancia alla sola idea di dover tirar fuori la voce per affrontare un'interrogazione o leggere un brano di Antologia...




"Quando ho un’interrogazione, il problema non è essere più o meno pronto: 
è riuscire a parlare. (...)
Il vero problema però ce l’ho quando devo leggere ad alta voce. Le ore di antologia sono quelle che temo di più. Si legge a turno, uno o due paragrafi a testa. Il prof di lettere ci chiama seguendo la disposizione dei banchi. Quando sta per arrivare il mio turno, cerco di salvarmi chiedendo di andare in bagno. A volte devo andarci davvero: per la paura mi vengono i crampi alla pancia, fitte fortissime nell’intestino. Conto: ne mancano tre. Conto: ora solo due. Cerco di calcolare con precisione il momento perfetto per alzare la mano e chiedere di uscire – non troppo presto, non posso stare fuori mezz’ora, però nemmeno troppo tardi, non sarei credibile – ma quando torno in classe il prof mi chiama comunque. Mi fa recuperare il turno che credevo di riuscire a saltare."

 Jonathan Bazzi, Febbre

mercoledì 22 aprile 2020

Segnalazioni editoriali (aprile 2020)



Cari lettori, oggi vi presento un paio di libri segnalatimi di recente.


Il primo è un dark noir dal titolo Al di là della nebbia di Francesco Cheynet e Lucio Schina, edito da Segreti in giallo edizioni, una nuova etichetta appena entrata nel mercato editoriale.

Il romanzo è stato finalista ai concorsi nazionali "IoScrittore" edizione 2019 e "1x1000 giallo" edizione 2019.

La terrificante esperienza del giovane avvocato Edward Jenkins ha inizio in una fredda e nebbiosa sera di novembre del 1885, sulla banchina della stazione ferroviaria di Skegness.
Nella tasca interna del cappotto conserva una misteriosa lettera ricevuta qualche giorno prima, in cui gli viene prospettata la possibilità di chiudere il più importante affare della sua vita. Sono troppi però gli interrogativi ai quali l’avvocato deve dare una risposta: perché l’autore non ha firmato la lettera?
Dove si trova Fault City, la sconosciuta cittadina nella quale viene invitato a trascorrere il fine settimana? E chi sono gli unici altri due passeggeri che incontrerà sul treno?

Nella cupa atmosfera autunnale dell’Inghilterra Vittoriana, un treno notturno sarà teatro di una serie di eventi apparentemente inspiegabili, dove lo stesso filo sottile che divide il razionale dal fantastico unirà il destino di tre individui, accomunati dal desiderio di ricchezza e da un terribile segreto nascosto nei meandri delle loro coscienze.
Un romanzo fantasy noir che esplora i lati più oscuri dell’animo umano, in cui ognuno sarà vittima delle proprie debolezze, in un crescendo di situazioni che costringeranno i protagonisti a prendere consapevolezza della propria natura ambigua.

Gli Autori.Francesco Cheynet vive a Roma ed è insegnante di scuola primaria. Collabora come copywriter freelance con varie aziende immettendo contenuti sui siti web e contribuendo alla realizzazione di voucher e brochure. Predilige il genere Giallo – Thriller e già ha ottenuto vari riconoscimenti in concorsi letterari.

Lucio Schina nasce in provincia di Roma. Laureato in antropologia, divide il suo tempo libero tra la lettura e la scrittura, con cui porta avanti un rapporto conflittuale. Ama il cinema horror e nutre una speciale predilezione per Dario Argento. Il resto è tutto in divenire
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L'altro libro è una pubblicazione Amazon Crossing: Reazione mortale di Damien Boyd.

Il romanzo uscirà il giorno 28 aprile a 4,99€ in eBook e 9,99€ in cartaceo.

LINK
Un giallo avvincente nel mondo delle corse dei cavalli

Un giovane aspirante fantino viene colpito a morte da un cavallo aggressivo in un maneggio nella campagna inglese. Pensando che si tratti di morte accidentale, il caso viene presto archiviato. 
Ma il fratello del ragazzo, tornato dal fronte, scatena un assedio armato e ottiene di riaprire le indagini per scoprire la verità. Ancora segnato dalle ripercussioni fisiche e psicologiche del suo ultimo caso, l’ispettore Nick Dixon viene trascinato in un mondo torbido fatto di scommesse truccate e traffici sospetti, dove le persone sono disposte a fare qualsiasi cosa pur di mantenere i loro segreti. 
Anche quando questo significa mettere a tacere un detective che continua a fare le domande sbagliate sulla persona sbagliata...

L'autore
Damien Boyd è diventato autore di gialli dopo una brillante carriera da procuratore legale. Grazie alla sua vasta esperienza di diritto penale e alla collaborazione con tanti detective, scrive storie poliziesche avvincenti e originali, ambientate nella regione del Somerset, dove è nato e cresciuto. Dopo L’ultimo volo del corvo e La testa nella sabbia, Reazione mortale è il terzo romanzo della serie con protagonista l’ispettore Nick Dixon.

martedì 21 aprile 2020

Letture... da Far West



Pochi giorni fa mi è balzato davanti agli occhi un autore di cui ho letto moooooolti anni fa un romanzo sentimentale che non mi aveva entusiasmato (ero adolescente, c'è da dire questo):  Larry McMurtry, di cui lessi Voglia di tenerezza (acquistato, tra l'altro, perché mi era piaciuta la copertina, tutta a fiori e romanticissima).


Ad ogni modo, i due romanzi che hanno attirato la mia attenzione appartengono ad una saga western, genere che dal punto di vista cinematografico non calcolo nemmeno di striscio (anzi, quando vedo un film western in tv, cambio canale alla velocità della luce!) ma, per motivi a me ignoti, quando si tratta di romanzi, ne sono oltremodo affascinata.


In ordine di pubblicazione:

Lonesome Dove (1985) - pubblicato in Italia da Einaudi nel 2019
Le strade di Laredo (1993) - pubblicato in Italia da Einaudi nel 2018
Dead Man's Walk (1995) - non ancora pubblicato in Italia
Comanche Moon (1997) - non ancora pubblicato in Italia

Seguendo la cronologia interna delle vicende:
Dead Man's Walk - ambientata nei primi anni del 1840
Comanche Moon - ambientata negli anni 1850-1860
Lonesome Dove - ambientata nella metà degli anni 1870
Streets of Laredo - ambientata all'inizio del 1890



LONESOME DOVE (Ed. Einaudi, trad. M. Emo, 992 pp, 16 euro).

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In uno sputo di paese al confine fra il Texas e il Messico, Augustus McCrae e Woodrow Call, due dei piú grandi e scapestrati ranger che il West abbia conosciuto, hanno cambiato vita: convertiti al commercio di bestiame, ammazzano il tempo come possono. 
Augustus beve whiskey e gioca a carte, mentre Call lavora sodo dall’alba al tramonto. 
L’equilibrio si spezza quando, dopo una lunga assenza, torna in cerca d’aiuto un vecchio compagno d’armi, il seducente e irresponsabile Jake Spoon, che descrive agli amici i pascoli lussureggianti del Montana, dando fuoco alla miccia dell’irrequietezza di Call: raduneranno una mandria di bovini, li guideranno fin lassú e saranno i primi a fondare un ranch oltre lo Yellowstone. 

Eroi e fuorilegge, indiani e pionieri, la malinconia di un’epoca al tramonto e l’eccitazione di una cavalcata selvaggia. 
L’avventura che non finirà mai: questo è il West.




Con Le strade di Laredo (trad. M. Emo, C. Mennella, 504 pp, 22 euro) Larry McMurtry ci riporta sui sentieri di Lonesome Dove.

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Texas, fine di un’epoca. Gli infiniti spazi aperti su cui scorrazzavano le grandi mandrie del West sono ora solcati dai binari dei treni, e su quei treni viaggiano merci preziose che i banditi possono rubare. Per fermarne uno astuto e spietato come Joey Garza serve «il piú famoso Texas Ranger di tutti i tempi». Il capitano Woodrow Call è di nuovo in sella e, affiancato da compagni vecchi e nuovi, deve affrontare la piú insidiosa delle sfide: quella contro il tempo.

Texas, ultimo scampolo dell’Ottocento. Il mondo è cambiato, ma la storia continua. Niente piú mandrie di bestiame che percorrono praterie immense, ma treni che tagliano l’orizzonte.
Tutto riprende da dove era iniziato, però con un salto di una ventina d’anni: Woodrow Call è di nuovo nella terra da cui si era allontanato per un’ormai leggendaria spedizione nel Montana. Tanti suoi amici di un tempo non ci sono piú, come non ci sono piú i nemici che conosceva bene, gli indiani e i messicani. 
I nuovi nemici sono i fuorilegge, che imperversano su entrambe le sponde del Rio Grande. Il capitano Call, «il piú famoso Texas Ranger di tutti i tempi», è ormai un cacciatore di taglie. 
La sua fama lo precede e proprio per questo viene ingaggiato da un magnate delle ferrovie yankee per scovare un giovane bandito messicano che rapina i suoi treni e uccide i passeggeri. Sembrerebbe una faccenda di ordinaria amministrazione, ma Call è un eroe al tramonto, pieno di acciacchi e prigioniero dei ricordi, e ha bisogno di un compagno fedele per condurre la caccia. Come sempre convoca Pea Eye, suo caporale ai tempi dei ranger. 
Ma il mite Pea Eye ora è sposato con Lorena, l’ex bellissima prostituta dai tempi di Lonesome Dove, ha cinque figli e una fattoria da mandare avanti: la sua fedeltà va soprattutto alla famiglia. 
Call scopre di colpo che il suo rassicurante passato lo respinge, proprio mentre un irriconoscibile presente gli si para davanti sotto le sembianze di Ned Brookshire, un timoroso ragioniere di Brooklyn che gli viene messo alle costole dalla compagnia ferroviaria per tenere i conti della missione, ma soprattutto del terribile Joey Garza, un imberbe messicano gelido e individualista che colpisce con metodi inediti e imprevedibili. 

Carico di azione, violenza, umorismo e malinconia, Le strade di Laredo prosegue e completa la storia dei personaggi già cari ai lettori di Lonesome Dove e la intreccia con quella dei suoi nuovi, memorabili protagonisti – tra i quali giganteggia Maria, l’indomita madre di Joey Garza. Tutti saranno riuniti in una mirabile resa dei conti che, nello stile di Larry McMurtry, smonta qualsiasi stereotipo western. 
Le strade di Laredo non è un semplice sequel né soltanto la storia di un’estenuante caccia all’uomo, ma racconta un mondo brutale, in rapido cambiamento, dove i valori tradizionali quali l’amore, l’amicizia, la fedeltà e la solidarietà verranno rifondati alla luce della nuova era che sta per nascere.


Larry McMurtry è nato nel 1936 a Archer City, nel Texas. Romanziere e sceneggiatore, nel 1986 ha vinto il premio Pulitzer per la narrativa con Lonesome Dove e nel 2006 l'Oscar per la migliore sceneggiatura non originale con I segreti di Brokeback Mountain. Da molti dei suoi romanzi sono stati tratti film di grande successo come Hud il selvaggio, L'ultimo spettacolo e Voglia di tenerezza. Per Einaudi è uscito Lonesome Dove (2017 e 2019), prima parte della saga che con Le strade di Laredo (2018) si conclude.

domenica 19 aprile 2020

Recensione film: "L'IMMORTALE" di Marco D'Amore



Da fan di Gomorra - La Serie, in attesa della quinta stagione, non potevo di certo perdermi la visione de L'Immortale, il film incentrato sull'amato personaggio Ciro Di Marzio e diretto da Marco D'Amore stesso; accanto a lui, Giuseppe Aiello, Salvatore D'Onofrio, Gianni Vastarella, Marianna Robustelli, Martina Attanasio, Nello Mascia.


"Ho campato tutta la vita con la morte vicino a me. Non ho paura di morire".

Non iniziano a chiamarti l'Immortale tanto per dare fiato alla bocca.
Il destino di Ciro Di Marzio è scritto e deciso sin da quando, piccolino, sopravvive miracolosamente tra i cumuli di macerie causati dal terremoto del 1980.

Quel Ciro bambino e indifeso adesso è un uomo; un uomo che è sopravvissuto a tanti agguati e tentativi di farlo fuori; del resto, se vivi all'insegna del doppiogioco e dei tradimenti, non puoi  aspettarti altro che te la facciano pagare, prima o poi.
Ma se c'è una cosa che capiamo di questo antieroe, di questo criminale che ha scelto di seguire la via del Male anche a costo di grandi perdite, che sa essere spietato, cinico e violento, è che la determinazione che guida le sue azioni è, ormai, priva di paura: uno che ha già perso ciò che di più importante aveva - la famiglia -, non ha più nulla da perdere. C'è davvero qualcosa che può ancora fargli paura?

Eppure Ciro non è di certo un robot, non è una macchina da guerra senza sentimenti, e benché il più delle volte sembri anaffettivo e antiempatico, in realtà è costantemente angosciato e tormentato dai demoni e dagli errori del passato, che lo seguono ovunque vada.
Lo hanno seguito quando ha lasciato Napoli per andarsene ad espiare la proprie malefatte in Bulgaria (inizio terza stagione); lo hanno spinto già nella acque del Golfo di Napoli quando si è sacrificato per salvare l'amico fraterno Genny da Sangue Blu; gli restano attaccati addosso anche quando da quelle acque viene ripescato in fin di vita, e ancora quando lascia nuovamente Napoli per recarsi in Lettonia e occuparsi di spaccio di droga per conto di don Aniello, al servizio dei russi.
Qui rivede, dopo molti anni, Bruno, una persona che ha segnato la sua infanzia e la prima parte della sua vita.

Inevitabilmente si riaffacciano i ricordi e basta poco per tornare indietro nel tempo: Ciro ha dieci anni, è orfano e continua a sopravvivere, conducendo una vita fatta di espedienti  insieme ad alcuni suoi coetanei, tra le pericolose strade di Napoli.
Come purtroppo spesso accade, questi ragazzini soli, senza una famiglia solida alle spalle che se ne prenda cura, finiscono per diventare facile preda dei criminali del posto, ed è ciò che succede anche al piccolo Ciro, che sarà pure magrolino ma è svelto, scaltro e già dimostra la grinta e la cazzimma che lo caratterizzeranno negli anni a venire.

Proprio perché sveglio e senza paura, pronto a ubbidire agli ordini dei grandi ai quali offre i propri "servigi", diviene il pupillo di uno di loro, Bruno (lo stesso che rivede a Riga, in Lettonia, anni dopo), il quale lo coinvolge nei propri illeciti affari e nella propria ambizione di non essere sottomesso ad altri ma di poter gestire attività criminali da solo.
Bruno è fidanzato con Stella, una bella ragazza con la passione del canto, e Ciro vede in questa coppia di amici quella famiglia che lui non ha mai avuto.
Ma ancora una volta dovrà fare i conti con la dura e crudele realtà di Secondigliano, con una vita che non fa sconti a nessuno, neanche a un bambino.

La narrazione del passato - nel quale veniamo a conoscenza dell'infanzia e dell'educazione criminale dell'Immortale, e che offre elementi capire come si è evoluto il personaggio e come certe cose del passato non l'abbiano mai abbandonato, anzi, abbiano contribuito a renderlo l'adulto che è - si incrocia con il presente, che vede un duro e distaccato Ciro alle prese con lo sporco business della droga e al centro di una faida tra criminali lettoni, e dove conoscerà altri napoletani, tra i quali c'è, appunto, Bruno.

Come è inevitabile in un mondo marcio come questo, Ciro sa di non potersi fidare di nessuno, che deve continuamente guardarsi le spalle e ricordarsi che il nemico non va mai lasciato vivere (del resto, lo chiamano Ciro l'Immortale, non Ciro "il misericordioso").

Come dicevo all'inizio, ci tenevo a vedere questo film di Marco D'Amore e, sin da da quando era venuta fuori la notizia, mi incuriosiva molto l'idea di questo spin-off, di un capitolo dedicato interamente al suo personaggio (mi piace che l'abbia diretto lui stesso), che ho sempre trovato interessante, enigmatico, ambiguo, e che affascina proprio per la sua complessità: dietro lo sguardo duro e cupo e dietro i suoi silenzi eloquenti, c'è un uomo che paga ogni giorno dentro di sé il peso di scelte e sbagli, e ancora più in fondo, c'è un bambino (interpretato da un bravissimo ed espressivo Giuseppe Aiello), che ha dovuto contare sulla propria forza e intraprendenza per farsi strada in un mondo di adulti senza scrupoli. 

Il film si colloca tra la quarta e la quinta stagione della serie e infatti il finale apre nuovi scenari in vista del prossimo appuntamento con Gomorra.

venerdì 17 aprile 2020

In lettura: FEBBRE di Jonathan Bazzi



La mia nuova lettura:

FEBBRE di Jonathan Bazzi (Fandandgo Libri).

Jonathan ha 31 anni nel 2016, un
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giorno qualsiasi di gennaio gli viene la febbre e non va più via, una febbretta, costante, spossante, che lo ghiaccia quando esce, lo fa sudare di notte quasi nelle vene avesse acqua invece che sangue. 
Aspetta un mese, due, cerca di capire, fa analisi, ha pronta grazie alla rete un’infinità di autodiagnosi, pensa di avere una malattia incurabile, mortale, pensa di essere all’ultimo stadio. 
La sua paranoia continua fino al giorno in cui non arriva il test dell’HIV e la realtà si rivela: Jonathan è sieropositivo, non sta morendo, quasi è sollevato. 
A partire dal d-day che ha cambiato la sua vita con una diagnosi definitiva, l’autore ci accompagna indietro nel tempo, all’origine della sua storia, nella periferia in cui è cresciuto, Rozzano – o Rozzangeles –, il Bronx del Sud (di Milano), la terra di origine dei rapper, di Fedez e di Mahmood, il paese dei tossici, degli operai, delle famiglie venute dal Sud per lavori da poveri, dei tamarri, dei delinquenti, della gente seguita dagli assistenti sociali, dove le case sono alveari e gli affitti sono bassi, dove si parla un pidgin di milanese, siciliano e napoletano. 
Dai cui confini nessuno esce mai, nessuno studia, al massimo si fanno figli, si spaccia, si fa qualche furto e nel peggiore dei casi si muore. Figlio di genitori ragazzini che presto si separano, allevato da due coppie di nonni, cerca la sua personale via di salvezza e di riscatto, dalla predestinazione della periferia, dalla balbuzie, da tutte le cose sbagliate che incarna (colto, emotivo, omosessuale, ironico) e che lo rendono diverso. 

Un libro spiazzante, sincero e brutale, che costringerà le nostre emozioni a un coming out nei confronti della storia eccezionale di un ragazzo come tanti. Un esordio letterario atteso e potente.

mercoledì 15 aprile 2020

Recensione: BULL MOUNTAIN di Brian Panowich



Le pagine di questo bellissimo romanzo trasudano di amore per la propria terra, ma non sempre questo amore è benefico: quando esso si tramuta in un senso di appartenenza primitivo, belluino e prepotente, rischia di divenire "malato" e quella stessa terra, invece di essere sinonimo di vita e legami famigliari, si sporca di sangue e di morte, divenendo velenoso.


BULL MOUNTAIN
di Brian Panowich


NN Editore
trad. Nescio Nomen
304 pp
18 €
"Questo libro è per chi ama camminare in montagna per poter guardare le nuvole dall’alto, per chi decide ogni giorno di smettere di fumare e di bere, per chi indossa camicie di flanella rosse e blu, e per chi ha capito che appartenere a una terra, a una famiglia o a una persona non vuole dire possederla ma amarla con tutto il cuore."


I protagonisti di questo romanzo sono i Burroughs, una famiglia di cui seguiamo le vicende narrate nell'arco di tre generazioni, a partire dal capostipite Cooper (e suo fratello Rye), proseguendo con il figlio Gareth e con la prole di quest'ultimo, Clayton e Halford.

I Burroughs dominano a Bull Mountain, ne sono praticamente i padroni; tra quelle aspre montagne tutti li rispettano, o meglio li temono: essi sono noti per il caratteraccio ruvido, burbero, il temperamento violento, l'arroganza e la freddezza spietata nello sbrigare ogni faccenda e risolvere a modo loro problemi e grane.
Supportati da schiere di fedeli seguaci armati fino ai denti, i Burroughs sono invincibili e detengono da generazioni il pieno controllo della zona, trafficando in whiskey di mais, marijuana e metanfetamina.

Benché ogni capitolo si concentri di volta in volta su un personaggio (collocato in un preciso anno) e sul suo ruolo nelle dinamiche della storia, possiamo dire che uno dei protagonisti è sicuramente Clayton Burroughs. 

Terzo figlio di Gareth, Clayton è considerato dai suoi un traditore della famiglia perché ha deciso di lasciarsi alle spalle le proprie discutibili origini sposando la bella Kate e diventando lo sceriffo della città a valle. 
Una vita tranquilla e rispettosa della legge: questo vuole per sé e per Kate, il buon Clayton; per suggellare le buone intenzioni, sta cercando anche di tenere lontano l'alcool, per non rischiare di diventare un ubriacone violento, come è stato suo padre.
Un padre che non ha mai dimostrato grande stima per il suo ultimogenito, preferendogli i più coriacei, rudi e più simili a lui, Halford e Buckley (quest'ultimo ha fatto una brutta fine, ammazzato dalla polizia per i suoi loschi crimini).

L'esistenza pacifica - e lontana dal fratello - dello sceriffo viene interrotta quando l’agente federale Simon Holly minaccia di distruggere l’impero dei Burroughs e chiede a Clayton di intervenire, provando a proporre ad Halford una sorta di offerta vantaggiosa: se fa i nomi dei criminali con cui traffica e che gli forniscono armi illegali, lui verrà  lasciato in pace, a patto però che rinunci anche al commercio di speed.

Clayton non è un ingenuo: sa benissimo che il bifolco fratello non rinuncerebbe agli affari (non certo per il danaro, che comunque ha a palate) né tradirebbe gli uomini con cui traffica; anche i delinquenti hanno un "contorto senso dell'onore" da rispettare!

Lo sceriffo fiuta i guai che gli causerebbe il mettersi in mezzo a questa indagine federale, ed è proprio ciò che gli sta chiedendo di fare l'agente Holly: incontrare il fratello maggiore - che lo odia - e convincerlo a scendere a patti con la giustizia.

Eppure, nonostante i dubbi suoi e gli avvertimenti della saggia e amorevole consorte, lo sceriffo Burroughs cede e decide di provare a far ragionare il fratellone, che lo accoglie - insieme ai propri scagnozzi - con i fucili puntati.

Tornando in quella che è stata la sua casa, Clayton è costretto ad affrontare i ricordi, le paure, il disprezzo della famiglia e la volontà di redimere un passato di tradimenti, sangue e violenza. 

Le vicende narrate racchiudono un periodo che va dal 1949 al 2015, con incursioni negli anni '70 e '80, necessarie per comprendere le dinamiche del presente.
Come dicevo più su, i capitoli si susseguono dal punto di vista dei personaggi principali e veniamo trasportati dal presente al passato e viceversa.

Siamo in Georgia, e se c'è una cosa che conta tra queste montagne e questi boschi è l'attaccamento alla terra, alla propria casa, alla famiglia.


«Quassù esiste una sottile simbiosi tra la terra e chi la considera la propria casa (...) È qualcosa di viscerale. Qualcosa che gli abitanti del posto non si sono guadagnati né hanno dovuto lottare per ottenere. È un diritto di nascita e sono pronti a combattere fino alla morte se qualcuno minaccia di sottrarglielo. È parte integrante di ciò che sono, di ciò che siamo».
«È casa. Casa nostra. Si stende a perdifiato e appartiene a noi, a te. Non esiste nulla di più importante. Bisogna essere disposti a fare di tutto perché resti così. Persino qualcosa di molto sgradevole».

Lo sfondo naturalistico non è secondario, anzi, è una cornice importante; tra queste pagine anche il lettore si sente parte dello stesso cielo, gli sembra di respirare il forte odore della terra fredda e umida di rugiada, dell'erba bagnata, il profumo della resina degli alberi, quello della mattina presto su in montagna (che solo chi vi è nato e cresciuto sa identificare), quello cattivo degli escrementi degli animali; gli sembra di sentire il coro caotico di rane e grilli o quello più melodioso degli uccelli.
Questa asperità tipica della natura inviolata si riflette nella gente che vive in queste terre: semplice, rusticarozza; i selvaggi e i maneschi non mancano, spacciano droga e perpetrano violenze senza troppi problemi e sensi di colpa; alzare il gomito, e ingollare whiskey come se fosse succo di frutta, è di prassi.

Gli uomini della montagna hanno il volto indurito, segnato dal peso delle fatiche di un'esistenza spesa a contatto con la terra ma anche da quello altrettanto (se non di più) ingombrante delle attività criminali portate avanti che, se da una parte danno soldi, fama e rispetto, dall'altra portano anche pensieri, preoccupazioni, l'ossessione di essere fregati e traditi, anche da chi è parte della stessa famiglia.

Famiglia: una parola che compare non di rado in questa storia, ma non facciamoci abbagliare dal suono rassicurante che solitamente l'accompagna: a Bull Mountain, tra i Burroughs, per essere membro della famiglia non è indispensabile il legame di sangue, quanto piuttosto la fedeltà assoluta e muta a chi comanda in casa.

Qui chi comanda pretende sottomissione assoluta; guai a pestargli i piedi: tutti sanno che "i re di Bull Mountain" sono senza dubbio persone intelligenti e scaltre ma altresì privi di buone maniere e sensibilità, aggressivi, prepotenti, criminali incalliti, assassini; non hanno alcun rispetto per il prossimo e l'unica cosa che conta per loro è che gli altri tremino in loro presenza, li temano e non intralcino in alcun modo i loro affari.

Come trattano le donne questi uomini veementi e tracotanti?
Come oggetti privi di valore, e lo vediamo nel rapporto tra Gareth e sua moglie Annette e nelle vicende tristi e drammatiche che vedono protagonista una giovane prostituta sfregiata da un Gareth nervoso, manesco e ubriaco(inizialmente la storia di questa ragazza può sembrare una parentesi che poco c'entra coi Burroughs, ma nel corso della lettura si fa chiaro il legame che la unisce a loro).

L'unico Burroughs a distinguersi è Clayton, che ama e rispetta sua moglie Kate, anzi, deve molto a lei la scelta di diventare sceriffo e di non seguire la cattiva strada segnata dalla sua famiglia di fuorilegge.

Il personaggio del federale Simon Holly si presenta come ambiguo e sfuggente per poi diventare man mano più chiaro e predominante.

Bull Mountain mi è capitato per caso su Kindle Unlimited ed è stata una lettura sorprendente e ad alto coinvolgimento: una volta iniziato non sono riuscita a fermarmi; ci sono elementi crime, noir, c'è tutta la tensione emotiva tipica degli intrecci delle saghe famigliari; la storia della famiglia Burroughs, raccontata a turno da tutti i personaggi, tiene incollato il lettore per il suo ritmo incalzante, i dialoghi serrati, per lo sviluppo narrativo avvincente, per le dinamiche innescate da tutti i personaggi che intervengono (anche i secondari) e infine per l’imprevedibile epilogo

Panowich dimostra tutta la sua grande abilità narrativa attraverso il racconto di una storia di terra e sangue, di amore e odio, di vendette, soprusi, criminalità, dissapori famigliari, e in una cornice aspra e ricca di fascino inserisce personaggi forti, ben definiti, che inevitabilmente generano simpatie o antipatie nel lettore.
In questo primo capitolo della saga famigliare alla fine ciò che conta e resta non è l'egoistico possesso di un luogo fisico, quanto l'amore nutrito per esso e che spinge a fare scelte dolorose ma oneste verso se stessi, come distruggere le proprie radici quando si fanno velenose perché quello è l'unico modo per onorarle e proteggerle davvero.

La saga di Bull Mountain prosegue con il secondo episodio, Come i leoni.

Vi lascio con questo brano citato nel romanzo e non posso che consigliarvelo!


martedì 14 aprile 2020

Recensione: TRAFFICI NOTTURNI di Barry Eisler



Cambiare nome, vita, Paese e sperare, così, di neutralizzare i demoni del passato.
Ma se c'è un segugio fedele quello è proprio il passato, e più è doloroso, più ti resta attaccato alla schiena come un giogo tutt'altro che leggero.
E se per liberartene fosse necessario attuare la più spietata delle vendette?



TRAFFICI NOTTURNI
di Barry Eisler


Amazing Crossing
trad. V. Merante
4,99€ eBook
9,99€ cartaceo
MARZO 2020
Livia Lone è una detective in gamba, esperta in crimini sessuali; la fama della sua bravura e professionalità la precede tra i poliziotti e non solo, ed infatti c'è qualcuno che la contatta proprio per coinvolgerla in una missione segretissima e delicata, di cui però è disposto a rivelare poco. Ma Livia sa come far parlare chi le è di fronte: se c'è una cosa in cui eccelle sono le tecniche d'interrogatorio; lei sa come approcciare anche con l'interlocutore più restio e chiuso per ottenere da lui le informazioni che desidera.
E l'uomo che la sta cercando avrà presto modo diverificare personalmente le capacità, il sangue freddo e l'intuito di Livia Lone.
L'uomo  - B.D. Little - è un agente speciale del  Dipartimento di Sicurezza e vuole arruolarla in una task force del governo degli Stati Uniti contro dei trafficanti di esseri umani.
Destinazione: Thailandia.

Nonostante l'iniziale diffidenza, a Livia si rizzano le antenne e l'adrenalina prende a scorrerle come un fiume inarrestabile: il destino (o meglio la DIA) sta per metterle davanti l’opportunità per risolvere alcuni conti in sospeso del suo passato e tornare proprio nella sua terra natia, dove potrà finalmente stanare tutti coloro che da bambina l’hanno presa, venduta e violentata. 
E se lei è sopravvissuta, seppur con enormi cicatrici nell'anima, qualcun altro a lei molto caro, no.
Sua sorella Nason - anch'ella venduta dai loro genitori a degli sporchi trafficanti - ha subito le stesse atrocità nella traversata dalla Thailandia agli USA, ma le due sono state divise e solo anni dopo Livia ha saputo della sua morte.
Il dolore per non aver saputo proteggere la sua amata sorella la perseguita, la lacera e negli anni ha generato in lei un profondo odio e una grande sete di vendetta verso tutti coloro che hanno fatto loro tanto male e continuano a farne a chissà quanti ragazzini innocenti!

Tra questi delinquenti (e purtroppo in mezzo a loro ci sono molti poliziotti) c'è un pezzo grosso di tale commercio clandestino: Rithisak Sorm.
Livia punta a lui ma per arrivare ad ammazzarlo deve passare sui cadaveri di altri esseri altrettanto meschini e luridi, che collaborano in questo maledetto traffico di esseri umani.

Così, determinata e super attrezzata, Livia parte per la Thailandia, riscoprendo odori, rumori, posti... che fanno inevitabilmente affiorare ricordi molto tristi, che lei si era illusa di aver sepolto in un cantuccio della propria mente.
Dopo aver "sistemato" i primi tre criminali, la detective Lone deve affrontare la parte più importante della propria missione; ma nel corso di essa, in un club di Pattaya, le cose non vanno come sperava, nonostante tutti gli accorgimenti presi. 

Quello che doveva essere un piano ben congegnato si rivela essere una trappola. 
Una trappola tesa per lei, sì, ma non solo: si ritrova, infatti, a collaborare con Dox, ex cecchino dei marines, che non ha niente in comune con lei, se non la volontà di fermare Sorm.
Ma mentre Livia lo vuole morto, Dox preferirebbe portarlo vivo a chi di dovere.

I due decidono di fare squadra; si sa, insieme si è più forti e ci si guarda le spalle, e infatti più di una volta l'uno salverà la pellaccia all'altra e viceversa.

Dox è un uomo simpatico, attraente, chiacchierone, intuitivo, generoso e Livia - che generalmente è molto diffidente verso tutti, in special modo verso il genere maschile - coglie immediatamente gli aspetti positivi dell'uomo, se ne sente anche attratta ma sa di dover restare lucida se vuol portare avanti la propria letale missione.
E poi nel suo cuore c'è un mare di dolore e di brutti ricordi che le impediscono di lasciarsi andare, di accettare con serenità le avances di un bell'uomo come Dox, il quale però - con la spontaneità e la gentilezza che gli sono propri - saprà aprirsi un varco nel cuore della bella Livia e nella sua corazza di freddezza e circospezione.

In un mondo in cui la legge non va sempre a braccetto con la giustizia, dove le autorità sono corrotte, e spie e cospirazioni politiche sono all’ordine del giorno, Livia e Dox si ritroveranno a dover capire di chi possono fidarsi e da chi devono guardarsi.

Riusciranno i due a ottenere l’agognata vendetta e a salvare delle vite innocenti? 

"Traffici notturni" è il secondo volume della serie su Livia Lone e devo dire che mi è piaciuto molto; è un misto di spy-story, thriller, e ha anche una piacevole e leggera sfumatura rosa, che male non fa (gusto personale).
Mi piace la protagonista perché è una donna che, nonostante le sofferenze e le brutture subite, ha saputo rialzarsi, farsi una carriera in polizia e diventare una detective molto brava; certo, non è una santa... visto che, per motivazioni personali, è disposta a mettere da parte la legge per farsi giustizia da sola. 
Stile molto scorrevole; i molti dialoghi e le sequenze dinamiche e d'azione rendono il ritmo incalzante; la presenza di Dox dà un tocco di leggerezza, essendo Livia tendenzialmente cupa e fin troppo concentrata sui propri propositi di vendetta, tanto da apparire a volte una "macchina da guerra"; ma il rapporto con l'ex-marines farà emergere le sue fragilità di donna e il bisogno di essere amata.
Consigliato in particolare agli amanti del genere.
Comincerò subito il primo volume, approfittando dell'offerta su Kindle Unlimited ^_^

lunedì 13 aprile 2020

Anteprima libri || IN LIBRERIA A MAGGIO




  • Torna il professore che è dalla parte dei ragazzi e amato dai genitori. Il professore che dà voce a un’intera generazione di adolescenti. Per la stampa e la televisione è una figura di riferimento. Dopo i bestseller Eppure cadiamo felici, Tutta la vita che vuoi e Più forte di ogni addio, un nuovo libro pronto a lasciare il segno. Bisogna fidarsi dell’istinto e credere al proprio cuore. Ovunque ci conduca, vale la pena di seguirlo.
  • Giulia Morgani, al suo esordio letterario, riesce, con l'abilità che può derivare solo dal talento, a incantare chi legge con le atmosfere gotiche e inquietanti di Centunoscale Scalo, paese immaginario ma che è naturale dipingersi mentalmente nell’entroterra dell’Italia centromeridionale.
  • Con una scrittura limpida e poetica, Sara fruner ci offre una riflessione insieme intensa e lieve sull’imprevedibilità dei legami che ci forgiano. E se gli amori sono rimasti incompiuti, se sono Terminati troppo presto, ogni legame spezzato del nostro passato può avere una seconda, inattesa chance, che ci sorprende.
  • Basato sulla corrispondenza privata tra Jane e Cassandra Austen, Miss Austen non soltanto rivela il rapporto di profondo affetto che ha legato la più amata delle scrittrici inglesi alla sorella maggiore, ma, attraverso lo sguardo in




DORMI STANOTTE SUL MIO CUORE di Enrico Galiano (Garzanti, USCITA 7 MAGGIO 2020)


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Ricordati di fare ciò che ti fa sentire vivo.

Mia sa che può sempre contare su Margherita, la sua maestra delle elementari che, negli anni, è diventata anche la sua migliore amica e ha risposto a tante delle sue domande.
Ma c’è una domanda a cui Margherita non sa rispondere: «Perché Fede è andato via?». Fede è il ragazzo che la famiglia di Mia ha preso in affido. Fede l’ha ascoltata e capita come nessuno mai. Da quando non ha più sue notizie, Mia non riesce ad avvicinarsi alle persone, non riesce nemmeno a sfiorarle. Mentre il mondo e la storia si inseguono e si intrecciano, lei si è chiusa in un guscio più duro dell’acciaio. E non vuole più uscire.
Ma se non si affronta un nemico, il rischio è che diventi sempre più forte, persino invincibile. Se non si va oltre l’apparenza non si conosce la realtà. Anche se provare a farlo è un’enorme fatica; anche se ci vuole molto tempo. Perché, come dice Margherita, ogni cuore ha la sua velocità: non importa chi arriva primo, basta godersi la strada verso il traguardo.



IL PAESE DALLE PORTE DI MATTONE di Giulia Morgani (Harper Collins, USCITA 14 MAGGIO 2020)

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Giacomo Marotta è un giovane ferroviere. La guerra è finita da poco e lui ha appena ricevuto un nuovo incarico: sarà il capostazione di Centunoscale Scalo, un paese di un centinaio di abitanti, un luogo che Giacomo immagina come un'oasi di pace e serenità. 
È l'inizio di una nuova vita e di un futuro che si prospetta luminoso. Ma l'accoglienza che riceve non è quella che si aspetta: non è ancora sceso dal treno che lo porta a destinazione quando una donna gli dice, con uno sguardo ostile e ferino, che non è il benvenuto lì, che a Centunoscale se la possono cavare da soli. 
Questo è solo il primo di una serie di incontri inquietanti. Incontri che portano con sé mille domande e interrogativi, mettendo a dura prova l'entusiasmo del giovane capostazione. 

Chi sono davvero i suoi padroni di casa? E chi è il bambino, i capelli grigi come cenere, che vaga per le strade di Centunoscale? E perché quelle case diroccate, quei muri angoscianti di mattone? Cosa nascondono i paesani? Quale terribile segreto si cela dietro ai silenzi e alle stranezze di Centunoscale Scalo?



L'ISTANTE LARGO di Sara Fruner (Bollati boringhieri, USCITA 21 MAGGIO)

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«Ho avuto tre madri e non ne ricordo nemmeno una». Macondo, quindici anni, quoziente intellettivo da capogiro, lettore vorace con il mito di Sherlock Holmes e Martin Mystère, una passione inconfessata per la Bea, vuole scoprire che cosa c'è davvero nel suo passato. 
È una zona buia troppo grande per ignorarle, ma l'amatissima nonna, l’anticonformista artista cilena Roçío Sánchez, che pur conosce ogni verità, è determinata a rivelarla solo dopo il traguardo dei diciotto anni: nel frattempo custodisce ciò che c'è da custodire dentro una scatola inaccessibile, lassù, sull'ultimo scaffale del suo studio. 
Animo da detective, e scatola fuori portata, Macondo comincia indagine personale, raccogliendo indizi e aneddoti che colpisce dalla TRIAD di amici di roçío spesso radunati a casa loro, e dai foglietti che la nonna gli scrive strappandoli da un blocchetto che porta sempre appeso al collo: un intervento alla gola le ha portato via la voce e lei rimedia così, matita alla mano. 
Macondo scoprirà presto di portare inscritto nel nome ben più del senso di solitudine ispirato dal paese inventato da Gabriel García Márquez: nel suo nome è racchiusa tutta la sua storia. 
La sua ricerca d'identità diventa allora un cammino sia verso se stesso, sia verso chi lo ha amato, un percorso che lo conduce fino all'istante largo, soggetto di un quadro della nonna, ma soprattutto epifania di un momento che apre le porte della consapevolezza: la famiglia non è necessariamente una struttura costruita a priori, ma può assumere le forme più diverse, spuntare in situazioni in cui i legami di sangue non ricoprono alcun ruolo, diventare uno spazio immenso per chi ama.


MISS AUSTEN di Gill Hornby (Neri Pozza, USCITA 21 MAGGIO 2020)


Nel marzo del 1840, Cassandra Austen decide di recarsi nel vicariato di Kintbury, nel Berkshire, in
visita a Isabella Fowle figlia del reverendo Fulwar Craven Fowle e di Eliza Lloyd, amica di vecchia data di lei e di sua sorella Jane. Il viaggio in carrozza dalla sua casa di Chawton a Kintbury è scomodo e alquanto dispendioso, ma è quanto mai opportuno. 
Isabella Fowle si trova nella triste condizione, già nota a Cassandra, di dover abbandonare la casa in cui è vissuta fin dall’infanzia. Con la morte del vicario padre, la donna è rimasta infatti orfana di entrambi i genitori e, dal momento che non si è maritata, priva com’è di eredi maschi, dovrà lasciare il vicariato nelle mani di un certo Mr Dundas. Recare una parola di conforto in simili circostanze è, per Cassandra, doveroso. 
Non è, tuttavia, la sola ragione che la spinge a Kintbury. Vi è un altro, fondamentale compito che la sorella di Jane Austen deve assolvere. 
Un tempo, lei e Jane avevano inviato diverse missive personali a Eliza, lettere che ora possono trovarsi ancora in qualche dimenticato cassetto a Kintbury, col rischio di cadere in mani sbagliate. Cassandra è l’esecutrice letteraria della sorella, la protettrice del suo lascito. 
Nel tempo che le rimane, farà tutto quanto in suo potere per cercare e distruggere qualsiasi prova possa compromettere la reputazione di Jane. 
Quello che, tuttavia, Miss Austen non ha previsto giungendo a Kintbury, è l’ondata di nostalgia che la travolge non appena varca la soglia della canonica. 
La prima volta che vi ha messo piede era infatti una giovane gentildonna con indosso il suo abito più bello. Promessa sposa di Tom Fowle, fratello di Fulwar, era stata accolta dalla famiglia al completo e dall’intera servitù schierata in solenne ammirazione…
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