Non cessano le ricerche per il caso di Yara Gambirasio, la 15enne di Brembate di Sopra uccisa il 26 novembre e ritrovata tre mesi dopo a 10 km da casa, a Chignola d'Isola, in aperta campagna.
A distanza di 7 mesi, però, non si può dire di aver trovato una soluzione al caso, anzi, più si va avanti e più sembra di ritrovarsi sempre allo stesso punto o quanto meno non si sono prospettate, fino a questo momento, delle ipotesi concrete che portino all'individuazione dell'assassino.
Anzi, forse è il caso di parlare al plurale: degli assassini.
Eh sì, perchè gli esami della Scientifica hanno rilevato ben 4 profili diversi di DNA, appartenenti a persone di sesso maschile; sono stati rinvenuti sullo slippino, sui guanti e sulla maglietta della ragazzina; su un guanto invece si conferma la presenza del DNA di una donna.
Quindi si profila l'ipotesi di un delitto a sfondo sessuale perpetrato da un gruppo, da un branco; ma purtroppo l'ipotesi investigativa non trova grossi riscontri, per ora, anche perché non s'è trovata traccia di abusi sessuali sul cadavere della ragazza.
Non solo, ma i profili genetici dei DNA non combaciano con nessuno dei 2000 DNA prelevati dalla popolazione di Brembate, il che rende tutto ancora più oscuro.
Insomma, nonostante l'impegno delle autorità investigative, ad oggi non si profilano risultati soddisfacenti che portino alla risoluzione del "giallo di Brembate"; per di più, il 27 giugno, se non dovessero esservi ulteriori elementi e di indagini, la Procura sarà costretta a chiudere il caso.
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz