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sabato 12 marzo 2016

Dietro le pagine di GIRL RUNNER (C. Snyder)



Uno degli ultimi romanzi terminati è GIRL RUNNER della scrittrice canadese Carrie Snyder (sito), che mi è piaciuto moltissimo.
Questo pomeriggio sono qui per condividere il "dietro le pagine" di questo libro.

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Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?
".


Cominciamo dalla protagonista: Aganetha Smart è un personaggio di fantasia, che l'Autrice ha voluto collocare alle olimpiadi di Amsterdam del 1928, le prime in cui le donne poterono partecipare ad alcune gare di atletica. 

l'americana Elizabeth “Betty” Robinson, 
oro nei 100 metri ad Amsterdam 1928
A darle ispirazione sono state le atlete vere che avevano partecipato ai giochi olimpici, e in particolare il gruppo delle cosiddette “Imbattibili sei”, le ragazze della squadra di atletica canadese. 
Le sei donne avevano fatto una performance di tutto rispetto, rientrando in Paese con medaglie (tra cui l’oro nella staffetta 4 x 100 e nel salto in alto) e onori.

In realtà, il primo posto per gli 800 metri non lo vinse una canadese, anzi due di esse si piazzarono al quarto e quinto posto in finale, una gara di cui si discusse molto.

Perchè? 

Secondo alcune fonti giornalistiche dell’epoca, almeno metà delle finaliste negli 800 metri erano crollate o comunque non avevano terminato la gara. Questa versione però è stata smentita da un articolo comparso su Runner’s World nel 2012, secondo il quale esistono dei filmati che riprendono tutta la gara, mostrando come solo una donna inciampa e cade sul traguardo prima di rialzarsi nel giro di pochi secondi.

Facendo ricerche, l'Autrice si è accorta che c'erano però più versioni, e contraddittorie, di questo fatto, ma una cosa fu certa: venne formato subito un comitato e alle donne fu vietato correre più di duecento metri nelle successive olimpiadi.

Fu solo con i giochi olimpici di Roma nel 1960 che le donne vennero riammesse a correre gli 800 metri.

La consapevolezza che le discriminazioni non riguardino solo il passato ma che anzi siano alquanto una cosa recente, ha fatto sì che alla Snyder salisse su una gran voglia di riscattare tutte le atlete donne, di oggi e di ieri, attraverso la sua eroina: Aganetha "Aggie" Smart, appunto.

fonte
C'è un personaggio realmente esistito nel libro, ed è la signorina Alexandrine Gibb: una ex atleta che era diventata la colonna portante delle donne canadesi nello sport, lavorando come team manager nella squadra femminile canadese del 1928 e che scriveva di sport femminile per il Toronto Daily Star

Nel corso delle ricerche per questo libro, l'autrice partì proprio dalle rubriche della Gibb, che coprivano i giochi olimpici di quell’estate del '28.
La sua intelligenza e la sua forte personalità hanno colpito favorevolmente Carrie, tanto da decidere di introdurla nella storia di Aganetha.


(informazioni prese dalle Note dell'autrice presenti nell'edizione Sonzogno).

sabato 20 febbraio 2016

Dietro le pagine di: LA VITA SEGRETA E LA STRANA MORTE DELLA SIGNORINA MILNE di Andrew Nicoll.



Come potete vedere sbirciando sul blog, uno degli ultimi libri letti e recensiti è LA VITA SEGRETA E LA STRANA MORTE DELLA SIGNORINA MILNE di Andrew Nicoll.

Nelle note al libro, l'Autore precisa che l'omicidio al centro della storia sia un fatto realmente accaduto nel 1912 e che agli stessi personaggi citati egli non abbia neanche cambiato il nome, anzi di alcuni conosce pure i parenti.

Ho cercato di raccogliere qualche informazione sull'assassinio di Jean Milne googlando il suo nome, l'anno (1912), il luogo (Broughty Ferry, Scozia).

Ciò che trovato mi ha fatto apprezzare la minuziosità dello scrittore, il suo attenersi scrupolosamente ai fatti circa l'omicidio, i suoi particolari e le ipotesi investigative.

N.B.  INVITO QUANTI  NON ABBIANO LETTO IL ROMANZO MA PENSANO DI VOLERLO FARE, DI ASTENERSI DALLA LEGGERE IL POST PER GUSTARSI AL MEGLIO LA LETTURA DEL LIBRO! ^_-
Diciamo che queste informazioni di cronaca sono più adatte ai lettori curiosi che volessero avere qualche notizia in più, con ritagli dei giornali dell'epoca :=)


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Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?
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Jeannie Milne (7 maggio 1843 - 3 Novembre 1912) era una zitella ricca ed eccentrica, che amava fare lunghe vacanze nel Regno Unito e in generale nel continente europeo. 
E' stata brutalmente assassinata in casa propria, ad Elmgrove, Broughty Ferry, Dundee, Forfarshire, Scozia, a 69 anni. 

Il caso è stato ampiamente riportato a livello locale e nazionale. 
Anche se fu arrestato un uomo, accusato come colpevole inizialmente (nel libro si fa il suo nome, riportato anche dalle cronache del tempo), egli non fu mai processato e condannato per l'omicidio.

Il 2 novembre 1912, il postino del quartiere nota che Milne non aveva raccolto la sua posta per circa due settimane, e ne informa la polizia. 
La mattina seguente, alcuni ufficiali sono andati a Elmgrove per assicurarsi che fosse tutto ok. 
Dopo aver bussato  ripetutamente alla porta di casa senza ottenere risposta, sono entrati con la forza e si sono trovati davanti una scena da horror.
Il cadavere della Milne è stato trovato ai piedi delle scale, completamente vestito, ma parzialmente coperto da un lenzuolo. 
La sua testa era insanguinata a causa di diverse ferite, e le caviglie legate insieme con una corda della tenda. 
I fili del telefono erano stati tagliati. 
Il corridoio era in uno stato di disordine, segno della lotta feroce con il suo aggressore. 
Oltre a questo, però, la casa era in ordine e non mancava nulla, compresi i gioielli preziosi che la donna morta aveva iaddosso, il che ha escluso si potesse trattare di un furto ordinario. 

L'autopsia ha indicato che era morta da circa tre settimane. 

Era stata picchiata su tutto il corpo con un oggetto pesante; le ferite alla testa erano di per sé lievi, ma nel complesso erano state sufficienti ad ucciderla per mezzo di una emorragia cerebrale.

La polizia locale  chiese la consulenza del detective John Trench, considerato il miglior detective in Scozia.

Milne era stata vista l'ultima volta in vita il 15 ottobre, tuttavia ci fu la testimonianza di un uomo che disse di  essersi avvicinato alla casa il giorno 21 e di aver visto una donna in piedi alla finestra.
Quando aveva bussato alla porta, non vi era stata risposta, ma l'uomo aveva notato che il coperchio della serratura della porta d'ingresso era giù; nel tornare più tardi, vide che esso era tornato normale, come se qualcuno avesse di recente infilato una chiave nella porta.
Questa testimonianza è una delle tante stranezze inconciliabili sull'omicidio, insieme a tante altre (tutte ben menzionate nel romanzo).
Indagando, emergeva un fatto ovvio: Milne conosceva il suo assassino, e aveva, per così dire, lasciato che la morte entrasse nella sua casa.
Tutte le porte e finestre in Elmgrove erano chiuse, e non vi era alcun segno di effrazione, anzi furono trovati una teiera e una torta mangiata a metà su un tavolo e un mozzicone di sigaro nel camino, il che potrebbe far pensare ad un visitatore noto alla vittima.
Sembra che la signorina Milne avesse una sorta di doppia vita. 
Da un lato, era una zitella tutta casa e chiesa; dall'altra, pare viaggiasse regolarmente per incontrare uomini giovani, che spesso si portava a casa.Ma allora chi è stato l'amico presumibilmente responsabile della sua morte?
Milne non sembra che avesse detto a nessuno di lui, nemmeno il suo nome.
Un articolo di giornale di quel periodo aveva sostenuto che la corrispondenza trovata nella casa avesse dato qualche indicazione sulla sua identità, ma in realtà non fu di grande aiuto.

Ma cosa ha dichiarato lo scrittore Andrew Nicoll a proposito della scelta di scrivere un romanzo su questo terribile fatto di cronaca?

domenica 7 febbraio 2016

"Il profumo dell'oro" di Lorena Bianchi: il contesto storico di riferimento



Il contesto storico che fa da sfondo al romanzo di Lorena bianchi, "Il profumo dell'oro" (edito da Rizzoli) è quello del tristemente celebre SACCO DI ROMA del 1527 ad opera dell'esercito del Sacro Romano Impero istituito nel 1493.

All'interno della fanteria vi erano i cosiddetti "lanzichenecchi" (dal tedesco servi del paese), soldati mercenari  volontari (tedeschi per lo più luterani), che combattevano esclusivamente dietro compenso economico.

Cosa provocò il sacco di Roma?

Sack of Rome, Amérigo Aparicio, 1884
L'imperatore Carlo V d'Asburgo, Imperatore del Sacro Romano Impero nonché Re di Spagna, stava affermando sempre più il proprio predominio in Europa; per resistergli Francesco I di Francia aveva fatto alleanza con vari stati minori, tra cui lo Stato della Chiesa.
E fu proprio quest'ultimo ad essere assalito dalle truppe mercenarie imperali il 6 maggio 1527.
Il papa Clemente VII (Giuliano de' Medici) pregò la popolazione di restare a Roma e difenderla dagli oppressori, ma qualcuno gli diede ascolto, qualcun altro se la svignò prima che fosse troppo tardi, altri ancora cercarono rifugio nei conventi.

Roma cercò di resistere e inizialmente sembrò riuscirci, ma in realtà non era pronta a difendersi da 30mila soldati.
Il papa, a sua volta, cercò riparo presso Castel Sant'Angelo, che però non era in grado di continuare a resistere agli attacchi esterni e a rispondere alle richieste di aiuto dei romani, il che portò alla capitolazione del Pontefice un mese dopo dall'invasione, con tanto di cessione di territori appartenenti allo Stato Pontificio.

L'assedio durò parecchi mesi e i soldati tedeschi (che se ne andarono nel febbraio dell'anno seguente) fecero razzie di ogni genere, profanando luoghi sacri, opere d'arte, palazzi nobiliari, oltre che torturando, violando e uccidendo uomini, donne e bambini, tanto da rendere le acque del Tevere rosse per il sangue versato.
Una pagina della storia di Roma davvero buia e dolorosa.

cellini
Partecipò al Sacco di Roma, ed è menzionato nella prima parte del libro, un personaggio realmente esistito (del resto non è il solo), Benvenuto Cellini, orafo, scultore e scrittore d'arte (1500-1571).

Di natura irrequieta e violenta, ebbe una vita avventurosa, segnata da contrasti, passioni, delitti, per i quali fu spesso costretto all'esilio o alla fuga.
La precoce abilità di orafo lo rese presto famoso; per Clemente VII elaborò sigilli, monete, medaglie ecc.
Per Francesco I creò, oltre a oggetti di raffinata ricercatezza (la famosa saliera con le figurazioni di Nettuno e la Terra), anche, per la prima volta, opere di grande formato (rilievo in bronzo con la cosiddetta Ninfa di Fontainebleau).

A Firenze, ebbe l'importante commissione del Perseo per la Loggia dei Lanzi: realizzata con una perfetta tecnica fusoria, l'opera presenta nella statua bronzea del protagonista, così come nelle elaborate soluzioni della base marmorea.
A Firenze realizzò ancora il busto bronzeo di Cosimo e, in marmo, il gruppo di Apollo e Giacinto, il Narciso, opere nelle quali si manifesta un'acuta adesione al gusto manierista.
L'ultima parte della vita del C. fu miserabile, piena di amarezze, solitaria.


Fonti:
http://babilonia61.com/
http://www.treccani.it/

lunedì 7 dicembre 2015

Dietro le pagine di "L'eleganza del riccio" di Muriel Barbery



Come anticipato nel post di ieri, dal 21 gennaio in libreria potremo trovare "Vita degli Elfi", il nuovo romanzo di Muriel Barbery, che arriva nove anni dopo il bestseller "L'eleganza del riccio".
Ed è di questo romanzo di cui vogliamo sbirciare il "dietro le pagine".

Vorrei poter condividere con voi la recensione, visto che l'ho letto, ma la lettura di questo libro risale a diverso tempo fa e non sarei in grado di parlarvene come vorrei.
Ricordo però che, benchè trovai la scrittura di Barbery accattivante - forse proprio a motivo delle sequenze filosofiche presenti e delle diverse citazioni meritevoli di attenzione -, la storia e il suo finale mi lasciarono un che di "amaro in bocca".
Magari un giorno lo rileggerò ^_^

Se voi l'avete letto, lasciatemi pure un parere, se vi va!

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Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?".

Alla domanda sul perchè abbia deciso di impostare il  libro partendo da un un indirizzo realmente esistente di Parigi, rue de Grenelle per la precisione, dove c'è un negozio di Prada, l'autrice risponde che l'ha fatto perché in quella strada si trova in uno dei quartieri più chic. Solo dopo che il libro fu pubblicato, vi ha fatto un salto e ha scoperto che c'era la boutique. L'edificio descritto nel libro, tuttavia, è pura invenzione, e anche la strada non ha alcuna connotazione e non è molto importante ai fini della storia.

Come è nata l'idea di questi personaggi? 
Renée, il concierge, era un personaggio secondario nel primo romanzo,  "Gourmet Rhapsody", e rileggendolo dopo diversi anni ha ricordato qualcosa dettole dall'editore. 
Nel manoscritto originale, Renée appariva come una donna estremamente rozza, stereotipata e su di lei l'editore disse: "Sei un romanziere, tutto è possibile; la vostra concierge potrebbe esprimersi altrettanto bene come la duchessa di Guermantes ".
3859987
Ed. E/O
326 pp
2006
Ricordando queste parole, improvvisamente ha avuto voglia di tentare di dar voce ad un portiere colto ed erudito. Sono così nate le prime pagine del "Riccio".

Per quanto riguarda Paloma, è venuta fuori un po' più tardi e piuttosto per caso durante la riscrittura ed è stato il marito di Muriel (nonchè suo primo lettore) a consigliarle di dar voce anche a lei.

Le prime 200 pagine del libro inizialmente erano state affidate  solo a Renèe ma poi ha pensato di inserire anche Paloma e solo quando è giunta a pochi capitoli dalla fine ha cominciato a scrivere entrambi i personaggi contemporaneamente. 

L'interesse delle due donne donne per il Giappone prende spunto da quello personale nutrito da Muriel stessa e dal marito.
 "Interesse" è di gran lunga una parola troppo debole: sono stati a lungo amanti della cultura giapponese e quando si sono trasferiti a Kyoto, una città di cui sono perdutamente innamorati, i loro sentimenti per questo paese sono stati confermati. Il fascino è iniziato per lo più come un fatto estetico, ed è rimasto tale: sono affascinati dalla capacità dei giapponesi di creare bellezza pura, raffinata; il genere di cose che si vedono nella lenta e dolce sontuosità dei film di Ozu, nello splendore dei giardini giapponesi.
Ma quello che amano ancora del Giappone, senza negare il suo volto cupo e terribile, è il suo repertorio di comportamenti: la sottile cortesia, il senso di sicurezza che deriva dalla solidarietà sociale, una specie di candore che la Barbery spera possa resistere alle alle spirali infernali del mondo contemporaneo.



Informazioni tratte dagli articoli su:  https://www.bookbrowse.com  -  http://blog.timesunion.com/

sabato 7 novembre 2015

Dietro le pagine di "Legione River" di Simona Colombo



Appena qualche giorno fa ho recensito il romanzo di Simona Colombo "Legione River" (RECENSIONE), in cui si narrano le avventure di un giovane all'interno di un'organizzazione millenaria, la Legione Segreta, che si occupa di risolvere misteri naturali e soprannaturali.

dietro le pagine

Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?".

Pur essendo un libro di fantasia, l'Autrice mescola elementi fantasiosi con altri che si riferiscono a fatti realmente accaduti.

L'evento che ha dato uno spunto importante per la narrazione (in particolare per la parte ambientata nel passato - 1883 -) è l'eruzione di Krakatoa.

krakatoa
Il 26 agosto 1883 questo vulcano dell’isola indonesiana di Rakata, a causa dell'apertura di un grande cratere al suo interno e dopo diverso tempo in cui già aveva iniziato a eruttare (seppur non in modo intenso), esplose in una violentissima eruzione, seguito da uno tsunami terribile, con onde alte fino a 40 metri (che correvano alla velocità di 300 km/h), e che provocò la morte di 136 mila persone e la cancellazione di due terzi dell'isola, che si riversarono in mare.
Le ceneri che scaturirono da questa tremenda esplosione (pari alla potenzia di migliaia di bombe atomiche) giunsero fino a migliaia di chilometri di distanza (fonte).
Altro evento reale è il genocidio in Ruanda, uno dei più sanguinosi episodi della storia del XX secolo.
Il massacri dell'etnia Tutsi da parte degli Hutu iniziò il 6 aprile 1994 e durò fino a luglio; per circa 100 giorni vennero massacrate sistematicamente (a colpi di armi da fuoco, machete pangas e bastoni chiodati) almeno 500.000 persone secondo le stime di Human Rights Watch; il numero delle vittime tuttavia è salito fino a raggiungere una cifra pari a circa 800.000 o 1.000.000 di persone. Il genocidio viene considerato concluso alla fine dell'Opération Turquoise, una missione umanitaria voluta e intrapresa dai francesi, sotto autorizzazione ONU.

Infine, altro episodio reale menzionato è tristemente noto crollo delle Torri Gemelle a New York.

Per quanto riguarda il protagonista, River Peacock, la scelta di dargli questo nome ha preso il via da un attore degli anni '80-'90 che amo molto, River Phoenix, morto a 23 anni, bello e dall'animo tormentato; il cognome è la traduzione in inglese di Pavone, la gelateria preferita dell'Autrice, a Monza. 
La moglie di River si chiama Aurora, come "La bella addormentata nel bosco" e la loro bambina Maya porta il nome della antica civiltà omonima.

Il personaggio Tim viene da Tim Samaras, cacciatore di tempeste per il National Geographic scomparso nel maggio 2013 mentre studiava i tornado; il cognome Van Basten forse molti lo ricollegherete facilmente al bravissimo campione Marco Van Basten, grazie al quale è partita la passione per il calcio per Simona.

Altre curiosità vi invito a leggerle sul blog dell'Autrice:

http://www.scrittiapenna.it/

ma soprattutto vi esorto nuovamente a leggere il romanzo!!

domenica 9 agosto 2015

Dietro le pagine di "Ho lasciato entrare la tempesta" (Burial Rites) di Hannah Kent



Come vi dicevo, ho in lettura "Ho lasciato entrare la tempesta" (titolo originale: Burial Rites), ambientato nel 1829, nell'Islanda del nord, e che vede protagonista una serva chiamata Agnes Magnúsdóttir, giudicata colpevole di aver ucciso il suo datore di lavoro mentre era addormentato.

storie dietro storie
Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?
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Immediatamente condannata dalla piccola comunità in cui è cresciuta, Agnes è stata anche e soprattutto condannata a morte. La sua è stata l'ultima esecuzione eseguita in Islanda, avvenuta 12 di gennaio 1830 a Þrístapar (Thristapar).
Agnes Magnúsdóttir fu decapitata insieme al complice Friðrik Sigurðsson  per l'omicidio di Natan Ketilsson e Pétur Jónsson.
Il romanzo si basa su questi eventi realmente accaduti.
Nel 1996 la storia di questa donna è diventata un film, diretto da Egill Edvardsson, con Maria Ellingsen.
Leggevo in web che ci sarà un altro film tratto dal libro, con Jennifer Lawrence nei panni della protagonista.

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Nel libro, la storia comincia con Agnes che fa il suo ingresso in una piccola azienda agricola di Kornsá, dove deve rimanere prigioniera fino alla data della sua esecuzione. Qui incontra il padrone di casa, sua moglie e le loro due figlie.
La famiglia è inorridita all'idea di avere un'assassina in mezzo a loro, ed evita di parlare con Agnes.
Solo Tóti, il giovane vicario nominato come suo tutore spirituale, desidera cercare di capirla.
Con l'avanzare dell'inverno, le difficoltà delle zone rurali costringono tutti a lavorare fianco a fianco, e pian piano  l'atteggiamento della famiglia inizia a cambiare verso Agnes, finché una notte, lei comincia a raccontare la sua versione dei fatti, e gli altri si rendono conto che non tutto è come avevano appreso.

L'Autrice ha sentito parlare di Agnes Magnusdottir nel 2003, quando viveva in una piccola città nel nord dell'Islanda. Durante i mesi invernali le è capitato di attraversare un luogo molto suggestivo chiamato Vatnsdalur. Quando ha chiesto ai suoi compagni di viaggio se la zona è stata significativa per una qualsiasi ragione (era coperto di piccole colline che quasi sembravano tumuli sepolcrali), le hanno detto che era il luogo dell'ultima esecuzione avvenuta in Islanda.
Curiosa,  ha insistito per ulteriori informazioni, e le è stato detto che due persone erano state decapitate per l'omicidio di due uomini; una di questi condannati era Agnes.
Da quel momento sono partite le ricerche personali dell'Autrice, che ha passato circa due anni a leggere tutto quello su cui poteva mettere le mani in merito a tutti gli aspetti dell'Islanda ottocentesca: ciò che la gente mangiava, gli abiti che indossavano, usi e costumi, canti popolari in occasione dei funerali, lavori stagionali e quotidiani, le malattie più diffuse, se gli uomini avevano la barba, che colore di biancheria intima indossavano le persone, quanto è pesante un vaso da notte, qual è il modo migliore per scuoiare un agnello..


Agnes (?)
Per rispondere a queste, e a ogni sorta di altre domande, ha letto i diari di viaggio di quel periodo, le saghe islandesi, le fiction di autori come Halldór Laxness, libri di storia, procedimenti legali, riviste - tutti gli articoli accademici su vaiolo, epidemie -, poesia. Ha anche trascorso sei settimane per la ricerca negli archivi nazionali di Islanda e nelle biblioteche, dove ha potuto studiare censimenti, registri ministeriali e 'registri delle anime', imparando la maggior parte dei fatti della vita di Agnes.
Ha anche trascorso qualche tempo visitando i luoghi in cui è ambientato il romanzo. E' stato un percorso molto intenso, molto gratificante, che ha richiesto un sacco di traduzione e un sacco di pazienza.


Read more: http://www.femalefirst.co.uk/books/burial-rites-325855.html

sabato 4 luglio 2015

Dietro le pagine di: "L'altra famiglia" (Sing you home) di Jodi Picoult



Vi dissi qualche giorno fa che ho in lettura (anche) "L'altra famiglia" (Sing you home) di Jodi Picoult.

L'ALTRA FAMIGLIA
di Jodi Picoult

Ed. Corbaccio
trad. L. Corradini Caspani
464 pp
18.60 euro

Trama

Zoe Baxter, musico terapeuta sposata da dieci anni con Max, vorrebbe tanto un figlio, ma non riesce a portare a termine la gravidanza.
Dopo l'ennesimo aborto, il matrimonio si sfascia: Max cerca conforto dal fratello e nella chiesa che quest'ultimo frequenta; Zoe si butta nel lavoro e intreccia una relazione profonda destinata a sbocciare in un amore.
Ma il desiderio di formare una nuova famiglia, di avere dei figli, si infrange nell'incomprensione dell'ex marito e finisce in tribunale.

Bene, desideravo condividere con voi alcune cose che ha dichiarato l'Autrice in un'intervista (QUI) per spiegare come è nata la storia narrata nel romanzo.



Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?"


In Sing You Home l'Autrice affronta i diritti dei gay, la scienza riproduttiva e la destra cristiana. 

Cosa l'ha ispirata a scrivere su questi temi?
Jodi dice che l'idea è partita dai diritti dei gay. Ha voluto affrontare la questione delle persone che preferiscono far finta che la presenza di un pensiero di destra - che si oppone in modo forte e deciso  agli omosessuali - non sia un problema, o delle persone che si oppongono ai diritti degli omosessuali, senza pensare a quello che i gay vogliono quando desiderano sposarsi e avere una famiglia.
Stava pensando a questo da un punto di vista teorico, quando nel bel mezzo della scrittura [del libro], il figlio maggiore ha fatto coming out.
Ovviamente questa situazione ha assunto un significato molto personale per lei, che si era accorta della natura di suo figlio sin da quando questi era piccolo. 
Kyle ora è al college e quando deciderà che vorrà sposarsi e mettere su famiglia, sua madre vorrebbe che il mondo fosse un po' più dolce e un po' più gentile con lui.

Per poter scrivere questo libro, l'Autrice si è incontrata con diverse coppie lesbiche che erano più che disposte e felici di condividere la loro vita e le loro lotte con lei, sottoponendosi a domande del tipo: "Com'è la vostra vita sessuale?", e di certo con è una cosa che di solito chiede ai suoi soggetti di ricerca.
Ma la gente vuole sapere e questo è ciò che aveva bisogno di sentire, al fine di giungere alla storia nel modo giusto. 

Una delle cose che ha imparato, dalle donne con cui ha parlato, è stato che circa la metà di loro era come il personaggio di  Vanessa, che sin da quando era molto giovane ha capito di essere attratta dalle donne e ha avuto prevalentemente relazioni omosessuali, e poi l'altra metà era come Zoe. 
Le donne come Zoe erano state impegnate in relazioni sentimentali con un uomo, ma poi c'era qualcosa nel loro passato per cui erano state attratte anche da una donna o si erano innamorate di una donna dopo essere state con un uomo. Ha voluto rappresentare anche quella categoria.

Jodi si è interessata anche di capire il punto di vista dei cristiani "di destra", che partendo dalla Bibbia spiegano per quale ragione non è accettabile la pratica dell'omosessualità agli occhi di Dio.

Scrivendo un romanzo così intenso e forte Jodi Picoult ha voluto raccontare storie con un personaggio lesbico la cui omosessualità non è necessariamente la cosa più interessante della sua vita.
Pensa anche sia importante il fatto che lei non è lesbica perchè così forse la sua voce si sente di più, proprio perché non è dentro la comunità gay.

domenica 24 maggio 2015

Le lacrime di Nietzsche: tra finzione e realtà



Sto leggendo, in questo periodo "Le lacrime di Nietzsche" di Irvin D. Yalom.

Ed. Neri Pozza
trad. M. Biondi
18 euro
2006
1882. Il dott. Josef Breuer, geniale psichiatra, è al Caffè Sorrento in compagnia di una giovane donna, Lou Salomé ed è di inusuale bellezza che gli ha detto di temere per la vita di un suo caro amico: Friedrich Nietzsche, il pensatore tedesco che, secondo Richard Wagner, ha «regalato al mondo un’opera senza pari». Poi, ha aggiunto che il filosofo è in preda a una profonda prostrazione. Uno stato che si manifesta con una moltitudine impressionante di sintomi: emicrania, parziale cecità, nausea, insonnia, febbri, anoressia, e che lo porta ad assumere pericolose dosi di morfina... Così, Josef Breuer, stimato medico ebreo, futuro padre della psicanalisi, apprende della disperazione estrema di colui che diverrà il suo piú illustre paziente. Breuer, infatti, sottoporrà il filosofo alle sue cure, basate sulla convinzione che la guarigione del corpo passi attraverso quella dell’anima. 
E fra lui e Nietzsche, nel corso di numerose sedute, si instaurerà un dialogo serrato e coinvolgente durante il quale Breuer cercherà invano di arrivare alle radici del male oscuro del filosofo,fino all’idea risolutiva: vestiti i panni del paziente e confessando tormenti, pene e preoccupazioni di Nietzsche, riuscirà a infrangerne l’impenetrabile isolamento.   


Il suo autore, Irvin David Yalominsegna psichiatria alla Stanford University, vive e svolge il suo lavoro di psichiatra a Palo Alto, in California. Ha scritto numerose opere, best sellers internazionali, quali: Lying the Couch, Love’s Executioner e La cura Schopenhauer, pubblicato da Neri Pozza nel 2005.

Questo romanzo, intriso di psicanalisi (c'è anche Freud, che qui è amico di Breuer, che lo chiama Sig, in tutta confidenza) e filosofia, è popolato da personaggi fittizi (che però sono secondari) come di altrettanti realmente vissuti.
fritz
E' proprio l'Autore del libro a precisare in appendice che la vicenda dei personaggi principali si basa sulla realtà (anche se Friedrich Nietzsche e Josef Breuer non si sono mai incontrati in realtà), e le componenti essenziali di questo romanzo - l'angoscia mentale di Breuer, la disperazione di Nietzsche, Anna O., Lou Salomé, il rapporto di Freud con Breuer, l'emergente embrione della psicoterapia - sono tutti fatti storicamente fondati nel 1882.

Joseph Breuer (1842 –1925) è stato un medico e psichiatra austriaco ed è il protagonista di questa storia; di Friedrich Nietzsche (Fritz per gli amici), proprio grazie a  Josef Breuer apprendiamo diverse informazioni, a cominciare da quelle di natura psico-fisica: a un certo punto della sua vita, infatti, si aggravarono le sue sofferenze fisiche per una sorta di  male "oscuro", non ben individuato, che si manifestava già dal 1865: forti emicranie, vomito, disturbi alla vista. Gli attacchi di emicranie che duravano anche trenta ore consecutive, la vista ormai non gli permetteva nemmeno più di leggere autonomamente ecc…

Breuer
Solo in tutto l’anno 1879 ebbe ben 118 giorni di violenti attacchi, come li chiamava lui, in pratica un giorno su tre.

Ed è proprio questa critica salute fisica che lo avvicinerà alla psicanalisi e, nel nostro caso, al dottor Breuer, il quale lo conoscerà e deciderà di provare a curarlo in seguito alla visita di una donna molto affascinante, ex-amica di Friedrich, il cui nome in verità, durante la lettura, qualche lucina me l'aveva accesa...
Lou Salomè: ma dove ti ho vista già? Dove ci siamo incontrate?

lou
Ed ecco che la lampadina si è accesa del tutto dopo aver spulciato la sua biografia, e ho capito dov'è che l'ho "vista": nelle lettere che il poeta Rilke (colui che fece perdere la verginità alla 36enne donna in questione) ha scambiato con una donna cui fu molto legato, da molti punti di vista; quest'intellettuale russa l'abbiamo già menzionata QUI, nella mini-recensione di "DA QUALCHE PARTE NEL PROFONDO" di Rainer Maria Rilke e Lou Andreas-Salomé.

Lou von Salomé, anche nota come Lou Andreas-Salomé (1861 –1937), è stata una scrittrice e psicoanalista tedesca di origine russa. Fu la giovane e affascinante russa, che Friedrich Nietzsche conobbe nel 1882, che probabilmente lo ispirò a creare le prime due parti della sua opera più importante: Così parlò Zarathustra.

Alcuni chiamarono Lou La Grande Rivoluzione Russa nella vita di Nietzsche.
Si interessò a lungo di psicoanalisi, e rimase a lungo in contatto con i circoli psicoanalitici ed alcuni dei più noti psicoanalisti dell'epoca.
Nel 1882, Friedrich Nietzsche, trentottenne, conobbe Lou Andreas Salomè, che all'epoca aveva solo 21 anni e le propose immediatamente di costruire una piccola comune intellettuale, una specie di "trinità" filosofica tra lei, Nietzsche e l'amico d'entrambi Paul Rée, di 32 anni. Nietzsche, innamorato della "giovane e affascinante russa", volle sposarla, ma ne ottenne solo un rifiuto. Deluso così nelle sue aspettative, in una grande crisi depressiva, Nietzsche scrisse la prima parte del libro Così parlò Zarathustra.
Lou, Rèe, Fritz
Questa "trinità" intellettuale anche nel libro viene menzionata, così come Breuer intuisce che la delusione sentimentale poteva essere alla base delle sofferenze del filosofo.
Ed ecco la foto (a destra), anch'essa citata da Yalom, oggetto di litigi e critiche pesanti da parte della sorella di Fritz, Elisabeth, che non sopportava la bella Lou, vedendola come una mangiatrice di uomini, una donnetta che stava solo facendo soffrire il fratelli, rovinandone la reputazione.
Ed ecco come, in Le lacrime di Nietzsche, verità e fantasia si mescolano magistralmente, e dove la realtà diventa il punto di partenza per la storia narrata.

sabato 9 maggio 2015

Dietro le pagine di IL GIARDINO DEI SEGRETI (The forgotten Garden) di Kate Morton



Ieri ho anticipato le cover straniere del prossimo romanzo della bravissima Autrice australiana, Kate Morton.
Oggi volevo dare un'occhiata al "dietro le pagine" di un suo noto romanzo, Il giardino dei segreti.


Il giardino dei segreti
Ed. Sperling&Kupfer
IL GIARDINO DEI SEGRETI (The forgotten Garden)

È il 1913 e sulla costa dell'Inghilterra una nave è pronta a salpare per l'Australia: a bordo, tra i passeggeri in cerca di fortuna e i rudi marinai intenti alle manovre, una bambina di quattro anni, Neil, stringe il prezioso libro di favole che le ha regalato la misteriosa Autrice, Eliza Makepeace. Che dovrebbe prendersi cura di lei, ma l'abbandona sul ponte. 
Distratta dalle attenzioni di un bimbo più grande che la invita a giocare, Neil non si accorge che il rombo dei motori si fa più incalzante, e la nave lascia il molo diretta verso il mare aperto. 
Dopo una traversata che sembra infinita, quando il transatlantico arriva a destinazione, la piccola si ritrova sperduta nel porto di Maryborough: è smarrita, non ricorda il suo nome e tutto ciò che le è rimasto è una valigina bianca che contiene qualche vestito e quel bellissimo libro di fiabe. Per Hugh, il capitano del porto, quella delicata creatura pare piovuta dal cielo, a consolare lui e la moglie della loro sterilità. 
Da quel momento sarà sua figlia. Solo la sera del suo ventunesimo compleanno Neil apprende dal padre il segreto delle sue origini e la sua vita cambia per sempre.

dietro le pagine
Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?"

Per comprendere come e quando ha avuto inizio l'idea per scrivere questo libro, dobbiamo fare un salto indietro, a un suo romanzo precedente, Ritorno a Riverton Manor, dove al centro vi è un mistero suggestivo che ci riporta indietro nel tempo, che coinvolge due sorelle aristocratiche e un poeta, morto tragicamente in una casa della campagna inglese.
La storia è narrata dall'anziana, ex cameriera di Riverton, Grace Bradley, che ricorda gli eventi passati, pur mantenendo un legame con il presente. 

Morton utilizza gli stessi espedienti narrativi in The Forgotten Garden, un libro più complesso che svela i segreti e le azioni di cinque generazioni della famiglia Mountrachet in Cornovaglia.

L'idea per The Shifting Fog venne a Kate durante la gravidanza del figlio maggiore Oliver; The Forgotten Garden lo iniziò invece quando Oliver era all'asilo, scrivendo un paio di giorni a settimana.

Il giardino dei segreti inizia con una bambina di quattro anni, che non ricorda il proprio nome e non è accompagnata da nessuno, ma si trova da sola sul molo di Maryborough, nel Queensland, dopo che una nave inglese ha attraccato nel porto, nel 1913. 
La bimba porta con sé una valigia bianca che contiene un bel libro di favole, scritto da Eliza Makepeace, autrice vittoriana che scomparve misteriosamente nel 20esimo secolo.
L'immagine di una bambina, seduta su una valigia bianca solo in un porto, ha

ossessionato Morton mentre scriveva la fine di The Shifting Fog .

Questo pensiero è stato favorito anche da un altro aspetto importante.
La famiglia del marito era emigrata dalla Svezia all'Australia nei primi anni del XX secolo e la suocera spesso le ha raccontato la storia del loro viaggio in mare.
C'erano sette bambini in famiglia e questi sono stati lasciati spesso a loro stessi per la maggior parte del tempo perché la madre era occupata sotto coperta con il figlio neonato.
Mentre la nave attraversava l'equatore, uno di essi, di quattro anni, morì per un colpo di sole.
L'immagine di questi bambini svedesi, soli sul ponte di una nave, man mano ha lasciato il posto ad un'altra immagine: quella di una bambina.

Chi era? 
Perché era da sola?
E cosa le sarebbe successo se nessuno fosse venuto a cercarla?

Questa immagine, insieme ad un'altra, ha accompagnato la genesi del romanzo. 
Arrivata ​​verso la fine di The Shifting Fog, dice Morton, era così delusa al pensiero di finire un libro che subito ha iniziato a vagliare nuove idee. 

La seconda immagine che ha ispirato il romanzo era quella di una giovane donna vittoriana coi tacchi, che cammina lungo le strade acciottolate di Londra. Morton era determinata a scoprire la sua missione. 

Chi era?
Dove stava andando?
Perchè aveva tanta fretta?

Kate sentiva che, nel momenti in cui avesse risposto a queste domande, sarebbe stata in grado di scrivere le storie a cui le due immagini appartenevano.
E così, la piccola diventa Nell, che ricerca per tutta la vita il suo passato nascosto e la giovane donna sarà la scrittrice Eliza Makepeace.

Il terzo filone della storia è intessuto attorno alla nipote di Nell, Cassandra, che agisce secondo le ultime volontà di Nell per continuare la ricerca della famiglia, che vede la stessa a Londra e in Cornovaglia.


A proposito di Nell, questo personaggio in qualche modo è ispirato alla nonna di Kate, la quale a 21 anni scoprì di essere stata adottata e tenne questo segreto dentro di sè per molto, molti anni.

The Forgotten Garden funziona perché Morton costruisce pazientemente la trama elaborata con diversi strati di informazioni e con tanta attenzione, e le tre donne centrali divengono personaggi credibili.



Info prese consultando i seguenti siti:

http://www.couriermail.com.au/
https://katemorton.com/books/the-forgotten-garden/

venerdì 1 maggio 2015

Dietro le pagine di IL CARDELLINO di Donna Tartt



Riprendiamo, dopo qualche sabato, la rubrica "Dietro le pagine.- Storie dietro storie", con la quale indaghiamo su ciò che ha ispirato un certo romanzo.
E' la volta di un libro che prende il via dalla Storia dell'Arte.

IL CARDELLINO
di Donna Tartt


15
Ed Rizzoli

Sinossi

Figlio di una madre devota e di un padre inaffidabile, Theo Decker sopravvive, appena tredicenne, all’attentato terroristico che in un istante manda in pezzi la sua vita.
Solo a New York, senza parenti né un posto dove stare, viene accolto dalla ricca famiglia di un suo compagno di scuola. 
A disagio nella sua nuova casa di Park Avenue, isolato dagli amici e tormentato dall’acuta nostalgia nei confronti della madre, Theo si aggrappa alla cosa che più di ogni altra ha il potere di fargliela sentire vicina: un piccolo quadro dal fascino singolare che, a distanza di anni, lo porterà ad addentrarsi negli ambienti pericolosi della criminalità internazionale.
Nel frattempo, Theo cresce, diventa un uomo, si innamora e impara a scivolare con disinvoltura dai salotti più chic della città al polveroso labirinto del negozio di antichità in cui lavora. 
Finché, preda di una pulsione autodistruttiva impossibile da controllare, si troverà coinvolto in una rischiosa partita dove la posta in gioco è il suo talismano, il piccolo quadro raffigurante un cardellino che forse rappresenta l’innocenza perduta e la bellezza che, sola, può salvare il mondo.

dietro le pagine

Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?"

Il libro è ambientato nel 1654 e ha come riferimento il dipinto dell'artista olandese Carel Fabritius - il "Cardellino" - che la signora Tartt, parlando con l'autorità di uno storico dell'arte, ha definito "l'anello mancante" tra Rembrandt e Vermeer.

Gran parte della ricerca e la scrittura della signora Tartt ha avuto luogo nell'Allen Room, palazzo di punta della New York Public Library sulla Fifth Avenue, dove ha lavorato regolarmente al mattino, scrivendo con penne a sfera su semplici quaderni a spirale.

Un viaggio a Las Vegas, cui inizialmente aveva resistito, le ha fatto pensare che  gran parte del romanzo dovesse essere ambientato lì.
1654 Il cardellino, 
olio su tela, 
Mauritshuis The Hauge

Il libro, scritto in un periodo di circa 10 anni, è narrato da Theo Decker, un 13enne di New York il cui mondo è violentemente scosso durante una visita di routine al Metropolitan Museum of Art con la madre tanto adorata. 
Una bomba esplode a causa di attacchi terroristici, uccidendo la madre di Theo e altri innocenti, tra cui un uomo che, poco prima di morire, implora Theo di prendere "Il Cardellino" fuori dal relitto fumante del museo.
Per quasi 800 pagine, il libro pone domande profonde: se è possibile essere buoni, che parte l'amore gioca nel nostro comportamento e cosa che nella vita è vero e duraturo. 

Come un'adolescente, l'Autrice ha lavorato presso la biblioteca locale per leggere ciò che le interessava, divorando romanzi del 19° secolo. 
Da ragazzina,  amava scrivere e disegnare sui suoi libri; prendeva le copie del National Geographic, ritagliava le immagini di una zebra o di un bambino, e scriveva una storia a partire dall'immagine. 
Ha scritto molti libri in questo modo, guardando e immaginando grazie alle immagini, ed è stato così anche per "Il Cardellino" - un libro che ruota attorno all'immagine di un uccello giallo con sfumature luminose.

sabato 11 aprile 2015

Dietro le pagine di KEEPING FAITH di Jodi Picoult



Un romanzo dell'amata scrittrice Jodi Picoult, del quale sbirceremo "dietro le pagine", alla ricerca delle idee che l'hanno ispirato.

KEEPING FAITH


10913
Aggiungi didascalia
Jodi Picoult esamina in modo brillante l'argomento della fede, dei miracoli, e la complessità del nucleo famigliare.

Quando il matrimonio di Mariah White e suo marito Colin, naufraga, la loro figlia, Faith, che ha solo 7 anni, ne è testimone.
Dopo un rapido divorzio, Mariah cade in una profonda depressione - e improvvisamente Faith, una bambino prima di un particolare background religioso, sente delle voci divine, inizia a recitare passi biblici e sviluppa delle stimmate. 
E quando le guarigioni miracolose iniziano, madre e figlia sono spinte al centro di numerose polemiche e nel vivo di una battaglia per la custodia della bimba, restando intrappolate in un circolo mediatico impazzito che minaccia quel poco di stabilità famigliare rimasta...

dietro le pagine

Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?".

"Un giorno, io e il mio figlio maggiore aveva cinque anni stavano giocando nel vialetto 
Lo osservavo far su e giù per una collina con la bicicletta; era un periodo in cui Kyle era pieno di domande e quel pomeriggio mi chiese: "Mamma, cos'è Dio?" 
Come molte persone. della mia generazione, la fede era un percorso difficile per me. 
Ho avuto decine di amici che erano andati in chiesa da bambini ... ma da adulti, no. Eppure volevano che i propri figli avessero una sorta di punti di riferimento religiosi, ma avvertivo come questo come profondamente ipocrita perchè finivano per frequentare per il bene dei bambini ma no per il proprio.

Ho sposato un WASP (White Anglo-Saxon Protestant), le cui origini potrebbero risalire al Mayflower. Non siamo andati in chiesa. Avevamo deciso che quando i nostri figli avessero iniziato a fare domande, avremmo entrambi dato delle nostre risposte,nella speranza che un giorno avrebbero potuto prendere la decisione di credere in qualunque cosa volevano.

Nel rispondere a Kyle, ho cercato di trovare la spiegazione più laica possibile di Dio.
"Be '," gli dissi. "Dio vive in cielo, ed Egli veglia su tutti noi, per essere sicuri che stiamo bene." Pensò a questo per un secondo. "Un po 'come una babysitter?" chiese. "Esattamente." 
Kyle aggrottò la fronte. "Ma tutte le mie babysitter," disse, "sono ragazze."
E' stata una curiosa distinzione ... ma anche intrigante. 

Ho iniziato a rimuginare su questo e mi è venuta in mente la storia di Faith White, una bambina che "vedeva" Dio immaginando questo amico speciale come una femmina. 

Non è una cosa facile scrivere di Dio. 
In primo luogo, io di certo non ho tutte le risposte. 
Secondo, si rischia di offendere qualcuno. Ho deciso di affrontare questo argomento intervistando dei religiosi appartenenti a diverse fedi. 
Ho incontrato prima con un prete episcopale, che ha raccontato di aver ascoltato ministri evangelici predicare sotto le tende, da bambino. 
Poi mi sono seduta con un meraviglioso sacerdote anziano, che aveva una curiosità e un senso dell'umorismo che ricordo ancora con affetto. 
Avevo bisogno anche di trovarmi un portavoce per la religione ebraica - e ho avuto la fortuna d incontrare una donna cresciuta cattolica, convertita al giudaismo e diventata un rabbino. Inoltre era una lesbica. 

"Ecco qualcuno che ha avuto modo di essere di mentalità aperta" ho pensato - e lo era. 
In effetti, alcuni dei miei episodi preferiti in Keeping Faith sono venuti direttamente da lei, che mi ha mostrato esempi tratti dal Talmud dove Dio ha un "taglio" femminile. 

Quando ho scritto questo romanzo, ho voluto guardare non alla religione ... ma al credere, a come possiamo essere spirituali senza essere religiosi. 
E 'terribilmente difficile parlare di religione senza classificare "noi" e "loro" in base alle credenze - ma questo è esattamente il motivo per cui ho pensato che questo libro poteva essere così importante. 

Cosa accadrebbe se scoprissimo che le cose in cui credevamo non sono poi così importanti?
O se riuscissimo a parlare con gli altri di Dio da più punti di vista?

Mi piace credere che questo mondo sarebbe migliore, più sicuro, un posto più tollerante, se queste cose accadessero.

Io ancora non ho tutte le risposte su Dio - non credo che nessuno di noi le voglia davvero, tuttavia penso che sia importante portare la discussione e ricordare che è solo una discussione, e non una lezione. "

tratto e tradotto da QUI.

sabato 21 marzo 2015

Dietro le pagine di IL MINIATURISTA di Jessie Burton



Ed ecco un altro romanzo - di recente pubblicazione e che spero di leggere presto - che passa al vaglio di questa rubrica del sabato, dedicata alle "storie dietro le storie".

IL MINIATURISTA
di Jessie Burton


Ed. Bompiani
19 euro
in libreria:
26 FEBBRAIO 2015

Trama

In un freddo giorno di autunno del 1686 la diciottenne Nella Oortman arriva ad Amsterdam per iniziare una nuova vita, come moglie di un ricco mercante, Johannes Brandt. 
La casa in cui giunge Nella, benché splendente, non sembra essere accogliente nei suoi confronti: Johannes è freddo con lei, anche sessualmente, sempre preso dalle sue attività commerciali, oppure chiuso nel suo studio. 
Così Nella rimane sola con la sorella di suo marito, Marin, che non sembra gradire la nuova e giovane presenza, guarda Nella con sospetto ma nasconde una seconda vita, dietro l'apparenza dell'istitutrice.
Il mondo di Nella cambia quando Johannes le fa un dono di nozze: una miniatura perfetta della casa in cui vivono.






dietro le pagine

Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.
La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (proverò a darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerche che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?"



L'Autrice, a proposito di come le è venuto in mente il soggetto del romanzo, ha dichiarato che si trovava nel muse di Rijksmuseum di Amsterdam nel 2009, quando le è capitato di vedere la casa di bambola che apparteneva a Petronella Oortman (Amsterdam 1656 – Amsterdam 1716), la moglie di un mercante di seta del 17 ° secolo (qualche info QUI).

Questa donna l'aveva commissionata nel 1686,  era una replica esatta della loro vera casa, ed era di una bellezza mozzafiato: un oggetto decorativo pieno di dettagli complicati.
Per arredarla, Petronella aveva ordinato le miniature da luoghi lontani come l'Indonesia e il Giappone, si è fatta arrivare il marmo italiano, serigrafie, e vetro veneziano; per arredare le stanze della casa in miniatura aveva speso la stessa quantità di denaro che avrebbe potuto spendere se si fosse occupata di una vera casa.

La casa delle bambole, per l'Autrice, è il luogo della libertà dell'immaginazione, all'interno di in uno spazio limitato. Può succedere di tutto all'interno di una casa delle bambole, perché non esistono le solite regole della fisica. Allo stesso tempo, queste piccole case sono delle repliche esatte della nostra vita e ci infondono un senso di controllo, pur restando ancora fuori della nostra portata, come se fossero sfuggenti e dotate di un proprio scopo. Sono un luogo di rifugio per alcuni, e di paura per gli altri.

sabato 21 febbraio 2015

Storie nelle storie: finzione e realtà in "Le sette sorelle"


 Per questa rubrica di oggi approfondiremo ancora qualcosa attorno a "Le sette sorelle" della Riley.

In questo romanzo ci sono davvero molti riferimenti a persone ed episodi della storia portoghese realmente esistite/accaduti.

dietro le pagine

Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.
La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (proverò a darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerche che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?"

In particolare, per ciò che concerne la celebre statua del Cristo Redentor.
La protagonista della nostra storia ha conosciuto personalmente due personaggi ad essa strettamente legati: lo scultore che l'ha scolpito e l'ingegnere che l'ha progettata.

landowski
Paul Maximilien Landowski (1875 – 1961) è stato uno scultore francese di origini polacche.
Formatosi all'École des beaux-arts e sulle opere di A. Rodin, soggiornò anche a Roma (1906 e 1933-37). Tra le sue opere più note: a Ginevra, Monumento della Riforma (1910, in collaborazione con H. Bouchard); a Chemin-de-Dames, Monumento della Vittoria (1928); a Parigi, sul ponte de la Tournelle, statua di Sainte Geneviève (1928) e, a les Invalides, tomba del maresciallo Foch (1937).

Allievo di Barrias, vince il Prix de Rome nel 1900 con il suo David combattant.
Riceve la "croce di guerra" della Somme durante la Prima Guerra Mondiale e dopo la guerra realizza più di 80 monumenti ai caduti. Diventa direttore dell'Accademia di Francia a Roma dal 1933 al 1937. 
Alla sua morte lascia anche due opere letterarie, una pubblicata quando era ancora in vita - "Peut-on enseigner les Beaux-Arts" (La Baudinière, 1948) - e l'altra che sarà edita, solo parzialmente, solo dopo la sua morte, il suo "Journal", testimonianza personale e affascinante sul mestiere dello scultore da prima della Prima Guerra Mondiale fino alla fine della sua vita. 
Fu il padre del celebre compositore Marcel Landowski. 
Paul Landowski è stato inoltre nominato commendatore della Légion d'Honneur. 
.
Allo scultore Paul Landowski dobbiamo la celebre statua del Cristo del Corcovado, che domina la baia di Rio de Janeiro. La statua del Cristo Redentore, una delle statue più conosciute al mondo, è alta 38 metri e fu inaugurata il giorno 12 Ottobre del 1931. 

Nel 1922, quando il Brasile festeggiò i cento anni come una nazione indipendente, fu posta la prima pietra delle fondamenta del monumento, ma i lavori di costruzione incominciarono solo nel 1926. 


da silva costa
Il Cristo è stato progettato dall’ingegnere Heitor da Silva Costa, su base di un disegno dell'artista plastico Carlos Oswald. 
Heitor da Silva Costa è nato nella città di Rio de Janeiro, nel 1873, figlio del regista José da Silva Costa. Hector era un lavoratore instancabile e ha costruito numerosi edifici a Rio de Janeiro e all'interno del paese, dedicandosi in particolare all'arte sacra; chiese e monumenti religiosi ufficiali sono state le sue opere principali: monumento funebre al Barone di Rio Branco; monumento all'imperatore Dom Pedro II, monumento al Pasteur, i monumenti a Cristo Redentore a São João del Rei e in cima al Corcovado a Rio de Janeiro, l'edificio Collegio Sion in campagna...
E' morto a Rio nel 1947.
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