domenica 7 febbraio 2016

"Il profumo dell'oro" di Lorena Bianchi: il contesto storico di riferimento



Il contesto storico che fa da sfondo al romanzo di Lorena bianchi, "Il profumo dell'oro" (edito da Rizzoli) è quello del tristemente celebre SACCO DI ROMA del 1527 ad opera dell'esercito del Sacro Romano Impero istituito nel 1493.

All'interno della fanteria vi erano i cosiddetti "lanzichenecchi" (dal tedesco servi del paese), soldati mercenari  volontari (tedeschi per lo più luterani), che combattevano esclusivamente dietro compenso economico.

Cosa provocò il sacco di Roma?

Sack of Rome, Amérigo Aparicio, 1884
L'imperatore Carlo V d'Asburgo, Imperatore del Sacro Romano Impero nonché Re di Spagna, stava affermando sempre più il proprio predominio in Europa; per resistergli Francesco I di Francia aveva fatto alleanza con vari stati minori, tra cui lo Stato della Chiesa.
E fu proprio quest'ultimo ad essere assalito dalle truppe mercenarie imperali il 6 maggio 1527.
Il papa Clemente VII (Giuliano de' Medici) pregò la popolazione di restare a Roma e difenderla dagli oppressori, ma qualcuno gli diede ascolto, qualcun altro se la svignò prima che fosse troppo tardi, altri ancora cercarono rifugio nei conventi.

Roma cercò di resistere e inizialmente sembrò riuscirci, ma in realtà non era pronta a difendersi da 30mila soldati.
Il papa, a sua volta, cercò riparo presso Castel Sant'Angelo, che però non era in grado di continuare a resistere agli attacchi esterni e a rispondere alle richieste di aiuto dei romani, il che portò alla capitolazione del Pontefice un mese dopo dall'invasione, con tanto di cessione di territori appartenenti allo Stato Pontificio.

L'assedio durò parecchi mesi e i soldati tedeschi (che se ne andarono nel febbraio dell'anno seguente) fecero razzie di ogni genere, profanando luoghi sacri, opere d'arte, palazzi nobiliari, oltre che torturando, violando e uccidendo uomini, donne e bambini, tanto da rendere le acque del Tevere rosse per il sangue versato.
Una pagina della storia di Roma davvero buia e dolorosa.

cellini
Partecipò al Sacco di Roma, ed è menzionato nella prima parte del libro, un personaggio realmente esistito (del resto non è il solo), Benvenuto Cellini, orafo, scultore e scrittore d'arte (1500-1571).

Di natura irrequieta e violenta, ebbe una vita avventurosa, segnata da contrasti, passioni, delitti, per i quali fu spesso costretto all'esilio o alla fuga.
La precoce abilità di orafo lo rese presto famoso; per Clemente VII elaborò sigilli, monete, medaglie ecc.
Per Francesco I creò, oltre a oggetti di raffinata ricercatezza (la famosa saliera con le figurazioni di Nettuno e la Terra), anche, per la prima volta, opere di grande formato (rilievo in bronzo con la cosiddetta Ninfa di Fontainebleau).

A Firenze, ebbe l'importante commissione del Perseo per la Loggia dei Lanzi: realizzata con una perfetta tecnica fusoria, l'opera presenta nella statua bronzea del protagonista, così come nelle elaborate soluzioni della base marmorea.
A Firenze realizzò ancora il busto bronzeo di Cosimo e, in marmo, il gruppo di Apollo e Giacinto, il Narciso, opere nelle quali si manifesta un'acuta adesione al gusto manierista.
L'ultima parte della vita del C. fu miserabile, piena di amarezze, solitaria.


Fonti:
http://babilonia61.com/
http://www.treccani.it/

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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