Seconda recensione del pomeriggio:
L'INIZIO E LA FINE
di Marica Buso
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Ed. Granviale
139 pp
10 euro
Maggio 2013
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L'inizio è la fine e il primo romanzo di una giovane donna del nord Italia; una donna con una grande passione: la lettura.
Passione che l'ha spinta a maturare dentro di sè il desiderio di scrivere un libro; desiderio che nei giorni scorsi ha visto la propria realizzazione concreta attraverso la pubblicazione di questo suo romanzo.
L'inizio è la fine è la storia di un amore e di una passione che però non possono andare di pari passo: al nascere della prima deve seguire la fine dell'altra.
Ma andiamo con ordine.
La protagonista - e voce narrante - è l'americana Mary Anderson, che il giorno del suo 25° compleanno riceve in regalo dal padre un appartamento, che segna l'inizio di una vita autonoma, da adulta.
Mary è legata al padre Antony e alla sorella Grace, soprattutto dopo la scomparsa della madre, a causa di un cancro.
Andare a vivere da soli è sempre un'esperienza eccitante e la frenesia prende anche la vivace Mary, che finalmente può avere i propri spazi!
E in questi spazi, che non sono solo quelli della casa, dei ripiani, della libreria, ma soprattutto gli spazi "di vita", Mary pian piano inserirà tutto ciò che la fa star bene e la appaga.
Dopo la famiglia, con cui ama trascorrere del tempo, c'è il lavoro, o meglio le sue colleghe: Tracy, Pamela, Anna, Christine.
Sono le sue super donne, con le quali condivide il lavoro di cameriera in un ristorante molto noto di Boston; con loro si trova bene, c'è molta complicità e una di loro, Tracy, la coinvolgerà in un posto particolare per lavorare, con l'obbligo di limitarsi a preparare cocktail, tenendo la bocca chiusa e non rivelando mai nulla di ciò che vede e sente.
Promessa che la perplessa Mary è decisa a mantenere, se non fosse che questo luogo - che altro non è che una bisca, in cui si gioca d'azzardo, a poker - è frequentato da un giovane uomo, sui trent'anni, che dalla prima volta in cui si sono incrociati, le ha fatto palpitare il cuore: Samuel Jonson, un avvocato di successo, aitante, bello e galante.
Una cameriera ed un avvocato: beh, non è proprio l'accoppiata che immagineremmo, ma tra i due scatta immediato il colpo di fulmine.
Si lasceranno andare al fuoco dell'attrazione e alla dolcezza di un sentimento che pian piano sta sbocciando dentro di loro?
E la passione per il gioco e per i soldi facili costituirà un ostacolo per loro?
Quella della "dipendenza dal gioco d'azzardo" è una tematica molto attuale, se ne parla tanto e si diffondono con molta velocità anche i centri per le scommesse, proprio perchè è un vizio che, una volta iniziato, se non ci si controlla è difficile da abbandonare.
Ma forse l'amore può fare miracoli anche in questo senso.... O no?
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Questo breve romanzo si caratterizza per la presenza di un linguaggio semplice, il punto di vista è vivace (ed è quello, come dicevamo, della protagonista; la narrazione è in prima persona), seguiamo le riflessioni della bella Mary, i suoi dubbi, le sue emozioni; ci immergiamo nella sua passione per il basket (in particolare per i Boston Celtics), per l'abbigliamento, per la lettura;
I caratteri dei personaggi principali emergono con chiarezza dalle loro parole e dalle azioni e tanto la bella e caparbia Mary, quanto il determinato e galante Samuel sono ben disegnati e ci appaiono realistici.
L'autrice non è avara di particolari, anzi, ci sono descrizioni precise sugli ambienti, le azioni della protagonista, sul modo di vestire suo e di Samuel; la sensazione che si ha leggendo il libro è di essere lì con Mary, di seguirne i movimenti e le parole come se ci fosse una lente di ingrandimento a mostrarceli; così come immaginiamo Boston ammantata di bianco a causa della neve.
La narrazione scorre fluida e veloce e l'Autrice ha inserito anche un elemento "thriller", in modo da creare un piccolo colpo di scena e rendere coinvolgente la lettura.
Un libro fresco, una lettura piacevole, con la giusta dose di romanticismo, senza mai essere smielata.
Spero di avervi fatto venire la curiosità di leggerlo!!!