mercoledì 20 agosto 2014

Parole d'Autore (Niceville)



Un thriller/horror acquistato già da un po' ma che ancora non mi decido a leggere...

Ed ecco cosa riporta  l'Autore prima di immergerci nella storia, subito dopo una brevissima dedica:


"Vieni dai quattro venti, o respiro, e
alita su questi caduti così che possano
vivere ancora."

Monumento ai caduti confederati,
Forsyth Park, Savannah

"Moriranno gli invidiosi, ma l'invidia
non muore mai"

Molière, Il Tartufo


Il significato della parola EPIGRAFE al quale mi riferisco è questo:
Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo;
più particolarm., citazione di un passo d’autore o di opera illustre
che si pone in testa a uno scritto per confermare
 con parole autorevoli quanto si sta per dire.
 (Treccani)

Ricordando... Quasimodo



Il 20 agosto del 1901 nasceva a Modica, in Sicilia, il poeta Salvatore Quasimodo, esponente di rilievo dell'Ermetismo.

Volevo ricordarlo in modo semplice, con alcune sue poesie che mi son sempre piaciute molto; ma ce ne sarebbero tante altre da condividere!
Anzi, se avete anche voi la vostra poesia di Quasimodo che vi è rimasta nel cuore, sarò ben felice di leggerla!! :=)

VICOLO

Mi chiama talvolta la tua voce
e non so che cieli ed acque
mi si svegliano dentro:

una rete di sole che si smaglia

sui tuoi muri ch'erano a sera
un dondolio di lampade
dalle botteghe tarde
piene di vento e di tristezza.

Altro tempo: un telaio batteva nel cortile
e s'udiva nella notte un pianto
di cuccioli e bambini.

Vicolo: una croce di case
che si chiamano piano,
e non sanno ch'è paura
di restare sole nel buio.


IMITAZIONE DELLA GIOIA

Dove gli alberi ancora
abbandonata più fanno la sera,
come indolente
è svanito l'ultimo tuo passo
che appare appena il fiore
sui tigli e insiste alla sua sorte.

Una ragione cerchi agli affetti,
provi il silenzio nella tua vita.

Altra ventura a me rivela
il tempo specchiato. Addolora
come la morte, bellezza ormai
in altri volti fulminea.
Perduto ho ogni cosa innocente,
anche in questa voce, superstite
a imitare la gioia.

ORA CHE SALE IL GIORNO

Finita è la notte e la luna
si scioglie lenta nel sereno,
tramonta nei canali.

È così vivo settembre in questa terra
di pianura, i prati sono verdi
come nelle valli del sud a primavera.
Ho lasciato i compagni,
ho nascosto il cuore dentro le vecchi mura,
per restare solo a ricordarti.

Come sei più lontana della luna,
ora che sale il giorno
e sulle pietre batte il piede dei cavalli!


SPECCHIO

Ed ecco sul tronco
si rompono le gemme:
un verde più nuovo dell'erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul fosso.
E tutto sa di miracolo;
e sono quell'acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c'era.


GIA' LA PIOGGIA E' CON NOI

Già la pioggia è con noi,
scuote l'aria silenziosa.
Le rondini sfiorano le acque spente
presso i laghetti lombardi,
volano come gabbiani sui piccoli pesci;
il fieno odora oltre i recinti degli orti.

Ancora un anno è bruciato,
senza un lamento, senza un grido
levato a vincere d'improvviso un giorno.

TWEET FOR A READ: IL SEGNALIBRO CHE TI RICORDA DI LEGGERE... CINGUETTANDO!!



tweet for a read
Vi capita mai che, pur essendo sempre stati dei buoni e assidui lettori, l'avvento via via più diffuso di Internet e dei social network nella nostra vita quotidiana, vi distragga troppo spesso, togliendo tempo alle vostre letture?

Ebbene, se vi siete accorti di avere questo "problema", non preoccupatevi: gli stessi social network possono venirvi in aiuto, ricordandovi di lasciare il pc/tablet/smartphone ecc... con il quale state smanettando da troppi minuti e aprire nuovamente il romanzo che riposa, annoiato e dimenticato, sul vostro comodino!
Ed in particolare, la Penguin ha pensato per i suoi lettori ad un segnalibro davvero singolare - un promemoria - che si serve proprio di Twitter!!

Si chiama Tweet for a Read ed è un sistema che a molti potrebbe apparire.... inquietante!
Quei lettori che acquistano libri su Penguin insieme a questo speciale segnalibro e che si saranno registrati tramite l'apposito QR code, potranno usufruire di questo "dispositivo", dotato di un sensore che capta la luce, per cui se il libro associato al segnalibro intelligente resta per troppo tempo al buio - perchè non lo state aprendo e leggendo da più di una settimana!! - un timer integrato lo segnalerà tramite wi-fi alla rete. 

In che modo il lettore peccatore verrà rimproverato e sgamato dal tweet di promemoria?

La Penguin permette ai suoi lettori di scegliere  da chi farsi ammonire e l'autore scelto provvederà a contattarvi su Twitter con una citazione o una frase tratta dal libro per invogliarvi a riprenderlo!!

Insomma, se incappate nell'errore di trascurare per troppi giorni la vostra lettura del momento per stare su Twitter a cinguettare.., potrebbe giungervi un twitter  che vi esorta a prendere in mano il libro - che sta morendo in solitudine - perchè vi sta aspettando con qualche colpo di scena!


CHE NE PENSATE DI QUESTA GENIALATA?

ANTEPRIME THRILLER/GIALLI: UN SETTEMBRE PIENO DI SUSPENSE



Buongiorno cari lettori ed amici!!!

Oggi iniziamo la giornata con qualche anteprima ricca di suspense!!

IL MALE NON DIMENTICA
di Roberto Costantini


Ed. Marsilio
528 pp
USCITA 3 SETTEMBRE
2014
Dopo Tu sei il male e Alle radici del male, torna il commissario Balistreri nel capitolo finale della Trilogia del male

Trama

Libia, 31 agosto 1969. 
Mentre Muammar Gheddafi rovescia la monarchia prendendo il potere, la madre di Mike, Italia Balistreri, precipita da una scogliera, e quella notte. 
Suicidio o delitto? 
Per oltre quarant’anni la risposta a quella domanda rimarrà nascosta al centro di una rete inestricabile di menzogne, tradimenti e lotte per il potere.

Roma, estate 2011. Mentre la Primavera araba scuote il Medio Oriente e la Libia precipita nella guerra civile, il feroce omicidio della giovane Melania Druc e di sua figlia fa rincontrare Michele Balistreri, ora commissario capo della Omicidi, e la giornalista Linda Nardi, cinque anni dopo la conclusione della caccia all’Uomo Invisibile. 
Ma l’indagine, che Linda vuole e Michele no, finirà per travolgere la parvenza di serenità conquistata da un uomo stanco di vivere, costringendolo ad affrontare un passato mai veramente sepolto. 
E questa finale discesa agli inferi, che lo riporterà in una Tripoli devastata dalle bombe della Nato, sarà per Balistreri l’ultima occasione per guardare finalmente negli occhi il ragazzo che era stato e una verità che ha inseguito e sfuggito per tutta la vita.

L'autore.
Roberto Costantini (Tripoli, 1952), ingegnere, consulente aziendale, oggi dirigente della Luiss Guido Carli di Roma dove insegna anche al Master in Business Administration. Il male non dimentica è il terzo volume della Trilogia del Male con protagonista il commissario Michele Balistreri, dopo Tu sei il male (migliore opera prima al Premio Scerbanenco, Premio Azzeccagarbugli al Romanzo Poliziesco, Premio Camaiore di Letteratura Gialla) e Alle radici del male, best-seller in Italia e già pubblicati negli USA e nei maggiori paesi europei
.


martedì 19 agosto 2014

On my wishlist (19.8.14)



Buon pomeriggio cari amici e lettori!!

Come ogni martedì, anche oggi volevo condividere con voi un paio di libri finiti nella mia personalissima wishlist!! ^_^

Uno è già stato pubblicato, l'altro è in uscita a settembre.

NEBBIA
di Ivano Mingotti


20747536
Ed. Ded'a
304 pp
2013
Trama

Un bambino, la sua nonna, una passeggiata: inizia così Nebbia, horror metafisico che inscena la sua storia all'interno del piccolo paese di Beaumont, sperduto tra alte montagne, aguzze vallate e nebbia spessa.
In questo paesino molteplici protagonisti assistono impotenti alla scena che si propone agli occhi del lettore e che si è innumerevoli volte già proposta ai loro stessi occhi, durante le loro piccole vite di provincia: una anziana donna è stata ingoiata dalla nebbia, che non l'ha più restituita, smarrendola.
La nebbia è in questo romanzo insieme presente e mostruosa, ed accondiscesa, accettata, è il dio a cui il paese dona il suo tributo di silenzio, di rassegnazione, di depresso avvenire.
Non è quindi la nebbia l'elemento principale e traumatico, di scossa del romanzo, ma l'uccisione della figlia dell'anziana donna e la sparizione di suo figlio, ed il seguente concatenarsi di sparizioni ed omicidi, che focalizzerà l'attenzione dei vari protagonisti in un susseguirsi di salti d'indagine e di dubbio, svelando via via elementi preziosi al lettore per una in teoria piena comprensione di ciò che si cela dietro il paese di Beaumont.
La protagonista assoluta sarà Clythia, antipatica, mascolina, arrogante redattrice del giornale di Beaumont, seguita dall'occhio vigile del lettore nella sua vita sentimentale e nei misfatti criminali su cui ritroverà i suoi passi.
Nebbia è quello che sembra, e non lo è interamente, come la stessa nebbia che ne segue le pagine.
Un libro labirintico e sfumato, soffiato come il vento dallo stile ritmico e teatrale di Ivano Mingotti

L'autore.
Ivano Mingotti, nato l'8.1.1988 a Desio (MB) studia a Verano Brianza fino alla scuola media inferiore. Frequenta poi l'itcs ''Villa Greppi'' di Monticello, dove si diploma in lingue straniere. Laureato in Scienze umanistiche per la comunicazione all'Università degli Studi di Milano, lavora per Esselunga spa come commesso. Pubblica nel 2009 ''Storia di un boia'', con Kimerik editore. Con questo romanzo parteciperà in seguito al Moonlight Festival 2011.
Nel 2010 è il turno di ''Solo gli Occhi'', sempre con Kimerik.
Nel 2011, il 10 agosto, esce ''Stati Uniti d'Aspirina'', ideale sequel di Solo gli Occhi, edito da Zona Editore.
Nel dicembre 2011 viene pubblicato ''Sotto un sole nero'', con Ded'a edizioni. Il libro viene distribuito anche sugli scaffali della catena di negozi in cui lavora come commesso (Esselunga).
Premiato nell'ottobre 2011 con medaglia, menzione d'onore e segnalazione di merito a ''Scriviamo insieme 2011'', viene poi scelto, insieme ad altri autori, a seguito del concorso ''Asylum 100'', per entrare a far parte col racconto ''English Library'' dell'antologia del concorso stesso; vince in seguito, nel gennaio 2012, il concorso ''2Mila segnalibri'' col racconto ''Prigioniero''. Scelto, a maggio 2012, per la prima antologia in e-book della Nasf (nuovi autori science fiction) nel concorso ''Seeds: un universo in una pagina'' con il racconto ''Arrivo''. Selezionato, sempre con il racconto ''Prigioniero'', nel concorso ''Miedo'', per far parte dell'antologia ''Gli occhi della paura'' a giugno 2012.
Pubblica quindi ''Nebbia'' nel dicembre 2013 (Ded'a) e ''Il Cenotafio di Simon Petit'' nel febbraio 2014 (Leucotea). E' in uscita il suo settimo romanzo, ''Indiano'' (Smasher).
E' nominato Presidente dell'Associazione Culturale e Letteraria LiberoLibro, nata nel dicembre 2013.



Viaggiare leggendo.... a Chelsea (Londra)



L'altro ieri sera, sul tardi, vi ho postato la recensione di "Un amore così perfetto" di Anne Peile; oggi faremo un giretto molto breve per la Londra in cui è ambientata la storia narrata.

Anzitutto, siamo a Chelsea, uno dei quartieri più ricchi e lussuosi di Londra, situato nella zona sud-ovest della città, appena a sud di Hyde Park.

chelsea

chelsea

Al centro del quartiere passa la famosa King's Road che negli anni Sessanta era diventato il fulcro della moda mondiale (ed infatti, la stessa protagonista Sophie ci va a fare shopping!!).


lunedì 18 agosto 2014

Recensione "GiroDiVita" di Alessio Rega




Ed eccoci alla recensione di oggi e ringrazio l'Autore per avermi fatto dono di una copia del suo romanzo.


GiroDiVita
di Alessio Rega

Adda Edizioni
15 euro
Trama

Gabriele ha 18 anni, vive a Bari con la madre e la sorella.
La sua vita si divide tra la scuola, gli amici e soprattutto Chiara, una compagna di classe con la quale instaura un non ben definito rapporto di amicizia.
Proprio questo legame dai contorni così astratti rappresenta per Gabriele la prima grande delusione.
La rottura con il miglior amico Giulio e il sempre più difficile rapporto con la madre sono altri motivi che spingono
Gabriele a lasciare Bari per trasferirsi a Milano dove si ricongiunge con il padre.
Dopo un lungo periodo trascorso nel capoluogo lombardo, ritorna per motivi di lavoro nella sua città natale dove si ritrova ad affrontare il suo passato e le situazioni che aveva lasciato in sospeso.
Ai successi professionali non corrisponde tuttavia una completa maturazione emotiva e sentimentale.
Infatti ancora una volta le sue aspettative rischiano di essere disattese a causa di una bella ragazza...
Questo nuovo fallimento lo spinge a interrogarsi su i suoi errori, permettendogli di affrontarli nonché di riconciliarsi con Giulio.
E quando inaspettatamente gli si presenta una nuova e prestigiosa opportunità lavorativa, nella vita di Gabriele irrompe nuovamente una persona per lui molto importante...



il mio pensiero

Gabriele è un ragazzo pugliese a un passo dal diploma; la sua vita scorre come quella di tutti i suoi coetanei: va a scuola, ha degli amici più stretti con cui condivide risate, scherzi e tra i quali spicca l'amicizia con Giulio, più estroverso e capace di attirare l'attenzione delle ragazze rispetto a lui.
Il nostro protagonista vive con la mamma e la sorellina Martina e con la prima ha un rapporto conflittuale, frutto di un malessere covato da Gabriele in seguito alla separazione dei suoi genitori e che ha portato il padre lontano da Bari, a Milano; una separazione, quindi, non solo geografica, ma anche inevitabilmente affettiva, perchè stare insieme diventa più difficile.
Dalle prime pagine (narrate in prima persona) capiamo subito che Gabriele è un ragazzo sensibile, che si fa un sacco di domande, che osserva cose e persone attorno a sè con il desiderio di comprendere i significati e il valore di ciò che lo circonda.

E' un'anima in pena, tormentata da mille dubbi, mille paturnie, non privo di una certa insicurezza caratteriale che lo fa sentire sempre inadeguato, un pesce fuor d'acqua, con chiunque e ovunque.
Gabriele sembra essere sempre insoddisfatto e a disagio, che sia a casa con la madre, a scuola in presenza dei professori (molti dei quali giudica negativamente e secondo stereotipi tipici dell'età), con i compagni - che ai suoi occhi paiono più felici e spensierati - e soprattutto con le ragazze.
Fa tenerezza il suo costante imbarazzo di fronte alle compagne ed in particolare con Chiara, una ragazza vivace e sicura di sè con la quale stabilisce un legame d'amicizia che però, col passare del tempo, sfocerà in una sorta di "friend zone" dai confini indefinibili: i due si piacciono, è evidente, sono attratti l'uno dall'altra... eppure non riescono a varcare quel confine che divide l'amicizia dall'amore.
Questa incertezza e indefinibilità non giova ad una personalità già complessa e "problematica" come quella di Gabri, la cui mente è sempre coinvolta in un vortice di pensieri, propri di chi non cessa di farsi domande su di sè, sulla vita, sulle proprie aspettative, sui propri sogni....

Gabri ha una natura molto introspettiva - che poi caratterizza tutta la narrazione - e lo vedremo, pagina dopo pagina, alla continua (a volte ossessiva) ricerca di qualcosa che dia senso ed ordine alla propria vita, di punti di riferimento cui aggrapparsi.
Ci saranno aspetti della propria esistenza che egli riuscirà a collocare in modo giusto, persone con le quali riuscirà a "riconciliarsi" (e che lo aiuteranno a trovare un po'di pace con/in se stesso), come il padre o l'amico Giulio.

Ci vorranno anni, sarà inevitabile il distacco dalla famiglia e dalla propria terra, dai propri amici, per tentare di trovare un po' di serenità interiore ma l'assumersi le proprie responsabilità e l'andar via dal nido familiare saranno di certo uno stimolo a crescere, a placare i propri tormenti e le proprie insoddisfazioni, dando una direzione alla propria esistenza.
Il lavoro costituirà proprio un punto di forza per Gabriele, per la sua autostima e il desiderio di realizzarsi in ciò che ama e sa fare bene.
Ma la terra natia lo chiama e sopo 7 anni lontano da Bari, dalla famiglia e dagli amici, Gabriele ritorna.
E ritorna apparentemente poco cambiato, nel senso che, come lettrice, l'ho trovato sempre con gli stessi timori, le stesse indefinite angosce, quel senso di inquietudine per non aver chiuso dei cerchi che andavano chiusi, per non aver pareggiato conti che gli son rimasti sospesi nel cuore e nella mente, e che non gli hanno permesso di trovare la giusta serenità e soddisfazione nella sua nuova vita di giovane uomo indipendente.

Dal punto di vista emotivo e psicologico, Gabriele resta ancora quell'adolescente inquieto e infelice, che - pur avendo le sue soddisfazioni professionali - non si sente per nulla.... vivo.

Cosa gli manca?
E dove cerca quei tasselli necessari a riempire gli spazi vuoti del suo cuore - quei vuoti che paiono piccole voragini pronte ad inghiottirci, se non li riempiamo in tempo e con le "presenze giuste"?

Certe mancanze/assenze sono più ingombranti e pesanti di tante presenze!

Gabriele, nella sua febbrile ricerca del senso e del valore da dare alla propria vita, rischia di non vedere ciò che conta davvero e che gli è vicino, e che spesso va ricercato nelle piccole esperienze, nei gesti quotidiani, nelle parole come nei silenzi; in un abbraccio dato alla propria sorellina che sta crescendo, in un sorriso condiviso con la madre brontolona, in una chiacchierata a cuore aperto con il parroco del quartiere (discutendo di temi esistenziali, allontanando da sè pregiudizi maturati negli anni e che spesso impediscono di guardare le cose da più prospettive), nel vivere realtà differenti dalla propria (imparando che si può essere gioiosi e sorridere alla vita nonostante la miseria e la povertà attorno a sè).

Gabriele crede di poter trovare i tasselli per completare il proprio puzzle attraverso l'amore, ma l'amore puntualmente si rivela fugace, ingannevole, temporaneo..., deludente.
E il nostro giovanotto non sembra avere le spalle troppo forti per proteggersi dalle delusioni, così ogni volta è in procinto di cadere nello sconforto e nello scoraggiamento.
L'amore è un'esperienza meravigliosa, che fa sentire vivi quando scoppia nel nostro cuore e pretende legittimamente per sè spazi, momenti, gesti, parole, intimità, passione!
Ma non può costituire il tutto per essere felici, perchè la prima fonte di felicità Gabriele dovrà ricercarla in se stesso, a prescindere dal fatto di avere accanto la donna giusta.

Il tempo che passa, i successi e i fallimenti, la realizzazione professionale, le relazioni sentimentali non sempre andate a buon fine, le amicizie sospese e poi ritrovate con rinnovato slancio (perchè "talmente intrecciate da essere in grado di scorrere all'unisono su binari paralleli"), i legami familiari rinvigoriti... sono tutti fattori che metteranno Gabriele ripetutamente di fronte a se stesso e, anche se a volte gli sembrerà di aver girato in tondo, senza meta e senza scopo, tornando ogni volta al punto di partenza, in realtà la sua vita sarà sempre avanzata e tutti i cerchi rimasti aperti e sospesi attendevano solo il momento propizio per essere chiusi.

Come dicevo qualche rigo su, la narrazione ha un carattere molto introspettivo ed intimo,  e questo grazie alla prospettiva personale fornitaci dal narratore/protagonista; il ritmo non è particolarmente dinamico e veloce, perchè anche il racconto di vicende ed avvenimenti è comunque intervallato da pensieri, domande, dubbi e riflessioni di Gabriele, il quale è inevitabilmente ben caratterizzato e "messo a nudo".
Ho trovato che in certi momenti la sua insofferenza e il suo mal di vivere fossero esasperati, ma è pur vero che adolescenti lo siamo stati tutti e credo che ciascuno di noi sia stato - in misura diversa, questo è ovvio - "perseguitato" da tante angosce (alcune fondate, altre meno), pensieri negativi, paure, aspettative..., e che a tutto questo abbiamo reagito secondo la nostra personalità... e Gabriele ha la propria, insicura e tormentata.

La narrazione è dunque fluida e sufficientemente scorrevole, anche se a volte l'ho trovata un po' lenta (per i motivi detti sopra), il linguaggio è semplice ma curato, adatto comunque al contesto e al protagonista (alla sua età, ad es.), che ho apprezzato, nel complesso, nonostante in certi frangenti le sue "paranoie" mi irritassero; sì, perchè comunque Gabriele è un ragazzo che si fa delle domande e cerca delle risposte non artefatte, preconfezionate, "adatte a tutti", ma risposte che vadano bene per lui, che lo aiutino a crescere, a capire come funziona la vita, quali sono i suoi sogni e come fare per realizzarli; è un ragazzo che dà importanza a parole, silenzi, sguardi e non è affatto superficiale.
Ecco, quest'attenzione all'interiorità mi è piaciuta e credo sia un punto di forza del romanzo, la cui lettura mi sento di consigliare anche a voi...! ^_^

Ricordando Robin Williams: i film tratti dai libri (2° parte)



Buongiorno cari amici!!

Oggi riprendiamo il post riguardante i film interpretati da Robin Williams e che sono stati tratti da libri!!!

Qui c'è la prima parte e c'eravamo fermati al '97 con "Hamlet".


user posted image
Ed. Sperling&Kupfer
AL DI LA' DEI SOGNI
di Richard Matheson

Trama

Il romanzo, da cui è stato tratto il film con Robin Williams, narra la storia di Chris Nielsen, un uomo che non si rassegna, neanche davanti alla morte, a perdere l'amata moglie Ann.
Al di là dei sogni è un film fantasy drammatico del 1998 diretto da Vincent Ward, denso di riferimenti allegorici alla Divina Commedia di Dante Alighieri e al mito di Orfeo ed Euridice.
La pellicola tratta temi quali l'amore e la morte ma senza la prospettiva di un'unica religione.
Durante il corso del film, quando viene presentata l'immaginazione (il "paradiso" o l'"inferno") del protagonista, è determinante l'intensità dei colori. Le scene sono molto sature dal punto di vista cromatico: ritraggono paesaggi da sogno, che possono ricordare quadri di tipo impressionista, nel "paradiso", mentre sono molto cupe e tenebrose nel rappresentare "l'inferno", rispecchiando lo stato d'animo dei protagonisti della scena.
Una scena significativa che dimostra il legame dei due è quando nel paradiso di Chris un albero, apparso solo dopo che Annie lo ha dipinto (dopo la sua morte), comincia a perdere le foglie perché Annie con un solvente lo cancella dal suo dipinto.


"Abbiamo molto da perdere: libri, pisolini [...] e litigi..Ne abbiamo avuti di straordinari, dei quali ti ringrazio.. E grazie per ogni gesto gentile [...] Per avermi fatto sentire orgoglioso di te, per la tua forza, per la tua dolcezza, per come eri e come sei."

domenica 17 agosto 2014

PROSSIMI ARRIVI NERI POZZA: 'UN ANIMO D'INVERNO' - 'MOMO A LES HALLES'



Interessanti anteprime Neri Pozza...!!!

Qualcosa cattura la vostra attenzione?

UN ANIMO D'INVERNO
di Laura Kasischke


Ed. Neri Pozza
288 pp
17 euro
PROSSIMAMENTE
Con la precisione della sua scrittura, il suo ritmo serrato e il suo inaspettato e sconvolgente finale, il libro è stato accolto da un grande successo di pubblico e di stampa negli Stati Uniti e in Francia.

Trama

Sono trascorsi tredici anni da quando Tatiana è con Holly ed Eric. 
Tredici anni da quando, in Russia, l’hanno raccolta in una coperta logora e, tremanti di gioia, l’hanno portata con loro in America. 
Tredici anni in cui la piccola Tatty è diventata una bellissima quindicenne, una ballerina russa dolcissima e vagabonda, l’amore della loro vita.
Ora è la vigilia di Natale e fuori casa il vento fischia come un tendine teso tra gli alberi, e nevica.Una neve incredibilmente bianca. 
Eric si è avventurato nella tormenta per andare a prendere i suoi genitori e celebrare con tutta la famiglia il Natale.
Holly dovrebbe essere felice in quel giorno di festa. Dovrebbe indossare le scarpe e mettersi il profumo e gli orecchini. E invece si dirige subito in cucina con i piedi nudi protetti solo dai collant e uno strano pensiero in testa che non riesce a scacciare. 
Il pensiero che tredici anni prima qualcosa di terribile deve averli seguiti dalla Russia. È un’idea assurda, inammissibile, ma Holly ne percepisce, ne avverte chiaramente la verità da quando si è svegliata in quella mattina d’inverno.
Come spiegarsi, infatti, gli eventi accaduti? 
La gatta che improvvisamente si trascina via le zampe posteriori e la coda? 
Il rigonfiamento sul dorso della mano di Eric, un minuscolo terzo pugno da omuncolo che i medici trascurano come cosa da niente, ma che non sparisce? 
La zia Rose, che si è messa a parlare in modo strano, in una lingua sconosciuta? 
Le galline che si sono alleate tutte contro una - la sua preferita - beccandola a morte e abbandonandola lí, distrutta, dimenticata? 
La carta da parati che si stacca in bagno, senza alcun motivo, sempre lo stesso angolo, e senza che vi sia modo di fissarla? E i dischi, tutti graffiati dall’oggi al domani, irrimediabilmente rovinati? 
E, infine, la macchia di umidità che è comparsa, senza che nessun operaio capisca come e perché, proprio al di sopra del tavolo in sala da pranzo, e che ricorda vagamente un viso?
Qualcosa li ha seguiti dalla Russia. Holly se lo sente dentro, come un dolore bruciante. Una pressione enorme nei polmoni.
Nella sua stanza, Tatiana, la «regina delle fate», la loro piccola Tatty, dorme con un braccio pallido abbandonato sulla trapunta chiara, i capelli scuri sparpagliati sul cuscino, la pelle bianchissima, di porcellana, la figura cosí perfettamente immobile da sembrare un quadro…
mind of winter
,
«Qualcosa di orribile e ignoto impregna l’atmosfera di questo avvincente romanzo psicologico. La Kasischke sa mescolare abilmente il ritratto di una donna turbata con una trama piena di colpi di scena che culmina in un finale sconvolgente».
Publishers Weekly

L'autrice.
Laura Kasischke è autrice di otto raccolte di poesia e di nove romanzi. Ha vinto numerosi premi letterari, tra i quali il premio della Poetry Society of America e il Bobst Award for Emerging Writers. Vive a Chelsea, nel Michigan. Con Neri Pozza ha pubblicato La vita davanti ai suoi occhi.


MOMO A LES HALLES
di Philippe Hayat


Ed. Neri Pozza
416 pp
18 euro
PROSSIMAMENTE

Ispirato a una storia vera, Momo a Les Halles è un romanzo sulla scoperta della vita, dell’amore e del potere della solidarietà, con un giovane protagonista destinato a entrare nel cuore dei lettori.

Trama

Una scatola di biscotti con dentro centoquarantatré franchi, l’abito buono indossato per festeggiare il diploma di terza media, un paio di oggetti di scarso valore gettati alla rinfusa in una borsa: ecco tutto il patrimonio che Maurice, detto Momo, e Marie Moscowitz, rispettivamente quattordici e undici anni, riescono a portarsi via il giorno d’agosto del 1941 in cui scappano come ladri dalla loro casa di rue des Érables a Parigi, accompagnati dal direttore di papà Moscowitz, Monsieur Surreau, il presidente degli stabilimenti Surreau, piombato in piena notte nell’appartamento per condurli in salvo.
Nel 1941, in Francia, basta avere in tasca una carta d’identità barrata con la parola EBREO, sputata come un insulto, per essere deportati. Dopo un controllo ai documenti, papà Moscowitz è stato arrestato mentre passeggiava per le strade della capitale. 
Della madre dei ragazzi, invece, come di tante «israelite» che, come dice Monsieur Surreau, «lasciano i figli davanti alla porta dell’orfanotrofio e se ne vanno come ladre», non si sa nulla. 
Dopo aver preso le carte d’identità dei ragazzi per bruciarle e aver raccomandato loro di scegliersi «un cognome che suoni francese», Monsieur Surreau li deposita nella polverosa, minuscola soffitta di un palazzo nei pressi di Les Halles, il celebre mercato di vendita all’ingrosso del primo arrondissement.
In quel luogo angusto, tuttavia, Momo e Marie non sono destinati a una triste esistenza clandestina. 
Un mondo nuovo e affascinante si schiude davanti ai loro occhi. 
La stanza accanto alla loro è, infatti, il regno di Bulle e delle sue amiche. Un regno fatto di notti di bisbigli e sussurri maschili e voci di donne con l’accento delle periferie, alla maniera delle cantanti di Montparnasse. Un regno la cui regina incontrastata è l’affascinante, generosa Bulle, più bella di Marlene Dietrich per Momo, con le sopracciglia che tracciano due grandi archi rossi sopra gli occhi verdi e il naso dritto e sottile.
.

A pochi passi dal palazzo, nel luogo in cui Momo sovente si avventura per procurarsi il cibo per sé e Marie, vi sono poi Les Halles, montagne di ferro e ghisa, di luce e di rumore, dove si alternano macellerie, tripperie e pescherie gigantesche, piene di ogni ben di dio anche in quell’anno di guerra, e dove spicca la zazzera grigia di La Ridelle, il pescivendolo con le braccia che sembrano due tronchi di legno da ardere. 
Con la città occupata da un anno dalle truppe naziste, il pericolo per Momo e la piccola Marie è, tuttavia, ancora in agguato.
L'autore.
Laureato presso l’École Polytechnique e specializzato all’ESSEC di Parigi, Philippe Hayat ha fondato, nel 2007, 100.000 Entrepreneurs, un’associazione volta a incoraggiare e promuovere l’imprenditoria giovanile. Momo a Les Halles, accolto in Francia da un grande successo di pubblico e di critica, è il suo primo romanzo
.

sabato 16 agosto 2014

Recensione: UN AMORE COSI' PERFETTO di Anne Peile



Quella di oggi è la recensione di un romanzo "particolare", per il tema trattato; tema che molto probabilmente può non invogliare tutti a leggere il libro in questione.

Ma andiamo per ordine, quindi prima vi ricordo la trama.

UN AMORE COSI' PERFETTO
di Anne Peile


Un amore così perfetto
Ed. Einaudi
Trad. A. Mioni
210 pp
18 euro
2011
Per Susanna suo padre è soltanto una foto sbiadita in fondo a un cassetto. Di lui non sa nulla, ma su tutto fantastica sentendone giorno dopo giorno la mancanza.
Un senso inestinguibile di nostalgia che prima o poi dovrà riuscire ad appagare.
Finché un giorno, per caso, sfogliando in una cabina l'elenco telefonico, non le compare sotto gli occhi quel nome. E Susie si rende conto che l'uomo che ha piú desiderato nella vita, non è sparito nel nulla ma vive lí a Londra, a Chelsea, a pochi passi da lei.
Cosí Susie comincia a frequentare la zona finché una sera non scorge Jack in un pub, e piano piano si infila nella sua vita arrivando a sedurlo. Fino a trascinarlo, senza che lui possa capire, in una storia di amore dolorosa e dal destino segnato.





il mio pensiero

Susie cresce a Chelsea, negli anni Sessanta, con la madre e la sorella; entrambe non la sopportano, sembrano infastidite dalla sua presenza; in casa c'è poco dialogo, poco affetto, e ognuna vive la propria vita in solitudine, chiusa nelle proprie esperienze di vita, nei propri pensieri, nei propri risentimenti, nei propri sogni.
E così Susie non ha che da fantasticare, da immaginare come sarebbe vivere col proprio padre, John (chiamato Jack), che l'ha abbandonata quando lei e sua sorella Lin erano ancora piccole.
Solo una foto sbiadita è ciò che le resta di questo genitore fantasma; e ad essa Susie si aggrappa con tutta se stessa, imparando ad amare quest'uomo che pure per lei è un perfetto sconosciuto e che, se dovesse basarsi sui commenti e i racconti della madre, agli occhi suoi non potrebbe essere che un buono a nulla, un ubriacone sciagurato e privo di senso di responsabilità.

Eppure qualcosa dentro Susanna le suggerisce che non è proprio così e lei coltiva, segretamente nel proprio cuore, un profondo affetto per questo papà fantasma, che lei non ha mai visto di persona ma che desidera incontrare... e amare.

Susie è una ragazzina tranquilla e molto intelligente; ha voti alti negli studi e potrebbe aspirare ad Oxford, ma non c'è nessuno dietro di lei ad incoraggiarla, se non qualche insegnante; per il resto, alla madre interessa che la figlia si cerchi un lavoretto e contribuisca alle spese di casa, ed è quello che Susie fa, cercando lavoro in un locale di Chelsea, grazie all'amico Julian.
Nonostante da piccola Susie sia stata una bimba grassottella e poco avvenente (soprattutto rispetto alla procace e provocante sorella), crescendo diventa una signorina piacente, che attira gli uomini - giovani e meno giovani - non solo per l'aspetto fisico ma anche per il suo atteggiamento riservato e sfuggente, che invece di allontanare i maschi, sembra intrigarli.
Ma Susie non elargisce attenzioni a casaccio e sembra che stia aspettando l'uomo giusto.
E un giorno quest'uomo si presenta al pub, solo, seduto ed intento a leggere il giornale.
A Susie basta uno sguardo per capire chi è quell'uomo: suo padre.
Il solo uomo che lei abbia mai desiderato e amato; l'unico dal quale desidera essere amata, tenuta tra le braccia, rassicurata.

C'è qualcosa di male ad amare il proprio padre? 
E nel desiderare che lui ci ami, ci abbracci, ci faccia sentire protette?

Assolutamente no, anzi! E' più che legittimo!
Ma la "piccola Susie" non rivela a quell'uomo seduto al pub di essere la sua secondogenita; il suo è l'approccio di una "Lolita", che non lascia spazio a fraintendimenti: Jack quasi non ci crede ma dovrà accettare la realtà che quella bella ragazza così giovane e di poche parole vuole lui.
E lo vuole subito, senza incertezze, ma con un'immediata sicurezza che turba addirittura un uomo ormai adulto e "navigato" qual è lui.

Viene spontaneo chiedersi: ma perchè Susie non rivela la propria identità al padre?
Forse lui non avrebbe potuto amarla sapendo che si trattava di sua figlia?

Ma a Susie sembra non balzare proprio in mente l'idea di dire a Jack che è suo padre; forse ha paura che all'uomo in fondo non interessi; che se avesse voluto davvero, in tanti anni avrebbe avuto tempo e modo di cercare lei e Lin.... Ma non l'ha fatto e se lei ora dicesse: "Papà, sono Susanna, tua figlia!"... lui potrebbe spaventarsi e scappare di nuovo e questo secondo abbandono risulterebbe più tragico del primo.

Il sol pensiero di riperdere il padre appena ritrovato è insostenibile e Susie non ha dubbi: vuol essere al centro della vita e dell'amore di Jack, anche se questo significa nascondergli la verità e imbarcarlo in una relazione che è moralmente sbagliata.

Un incesto, quindi qualcosa di perverso, di immorale, che il senso comune e religioso rigetta senza pensarci.

Quello tra Susie e Jack è un amore sincero, vissuto appieno, fatto di fisicità e tenerezza; Jack stravede per la sua adorabile piccola amante e lei finalmente ha trovato il suo posto nel mondo: essere tra le braccia del padre, amarlo ed essere contraccambiata, nutrirsi e godere del suo amore totale.
Un amore segreto, che Susie custodisce e vive gelosamente, come qualcosa di prezioso.

E che non cessa di essere sbagliato.

Ma è così che lo percepisce la ragazza? Come qualcosa di incestuoso, sporco, riprovevole?

"Ci sdraiammo l’uno a fianco all’altra sul lettino stretto e dalla finestra aperta ci arrivava il vociare delle persone per strada nella sera estiva. Jack disse che ero un miracolo e che non aveva mai fatto niente per meritarmi. Si mise a sonnecchiare e io lo guardavo con tale amore che assorbivo la sua presenza attraverso la pelle (il suo odore e il rumore del suo respiro e il suo calore e l’aria che respirava) come fa la legna verde."

Susie ha un'incredibile bisogno d'amore da dare e ricevere e ciò che potrebbe pensare il resto del mondo non è affar suo.
Il senso della sua vita inizia, cresce e finisce tra le braccia di quest'uomo che l'ama con passione e tenerezza, che la venera e non si capacita di come una giovane bella e intelligente possa desiderare lui, "vecchio" e privo di un particolare fascino.

Come potrebbe finire una storia d'amore così?
Un amore contro natura, contro ogni regola morale, che può solo ricevere condanna e disapprovazione.

"...avrei voluto che la nostra stanza si potesse addirittura sigillare completamente, intorno alla cornice della porta e tutto, come una tomba, quando ce ne fossimo andati. Allora non sarebbe andato perduto nulla: ogni granello di polvere che mi era prezioso, il modo in cui il sole del mattino aveva schiarito il legno del tavolo da lavoro, le pianticelle neonate che tremolavano sulle brattee del falangio che le aveva generate."

Cosa conserverà Susie di quest'amore forte e morboso, insano e naturale allo stesso tempo?

Scritto in prima persona, seguendo il punto di vista di Susie, con un linguaggio nudo, senza peli sulla lingua, realistico nello scattare la fotografia alla meschina realtà quotidiana vissuta dalla protagonista nelle strade di Chelsea, sottoposta agli sguardi e alle parole lascive degli uomini, ai rimbrotti spazientiti e sprezzanti della madre, alle occhiate maliziose della sorella Lin... e in questo contesto l'unica àncora di salvezza è l'amore.
L'amore legittimo e naturale per il proprio padre vissuto nell'illegittimità, nella clandestinità.
E una storia d'incesto non lascia indifferenti: tocca sempre il senso morale di ciascuno di noi, perchè si tratta di rapporti che non è possibile approvare, accettare, comprendere.
Eppure l'Autrice ci presenta quest'amore così perfetto senza essere volgare, oscena, maliziosa, irriverente, scandalosa; si avverte piuttosto una sorta di dolcezza, quasi di "tenera compassione" verso Susie e la sua scelta di essere l'amante del padre, e anche verso di lui, che ignora il vero legame che lo unisce alla sua Susanna.

Ma se l'Autrice non osa giudicare quest'amore, pure non può far finta di nulla e una storia così quante speranze ha di finire bene?

Ripeto, è un romanzo particolare, con una tematica che magari può dar fastidio a qualcuno, ma il modo in cui è affrontata ne permette la lettura senza che essa risulti provocatoria e "squallida".

Insomma, non mi sento di sconsigliarlo! 
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