mercoledì 1 ottobre 2014

Citazione d'Autore ("L'uomo che sussurrava ai cavalli")



La citazione con cui Nicholas Evans apre il proprio romanzo "L'uomo che sussurrava ai cavalli".

"Non rincorrere le insidie esteriori,
non ti crogiolare nel vuoto interiore;
sii sereno nell'unità delle cose,
e il dualismo svanirà da solo.

Da "Sulla fiducia nel cuore" di Seng-t'san, VII sec.
(tratto da Manuale di buddismo zen di D.T. Suzuki)



Il significato della parola EPIGRAFE al quale mi riferisco è questo: 
Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm., 
citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa 
a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire. (Treccani)

Citazione al bacio: da.... "Attraverso il fuoco" (J. Angelini)



Breve e dolce estratto di "Attraverso il fuoco" di Josephine Angelini.

Quel bacio era arrivato senza preavviso. Avevano passato la serata a guardare la TV e Lily si era addormentata con la testa appoggiata sulle sue gambe, come mille altre volte. Quando aveva aperto gli occhi, lui la stava fissando con aria stupita. E poi l’aveva baciata.
Era successo tre giorni prima e solo al pensiero Lily tremava
ancora. Un momento stava dormendo e un momento dopo Tristan era sopra di lei che la baciava, la abbracciava e la stringeva dolcemente. Poi improvvisamente si era fermato e aveva cercato di scusarsi. Lily non era affatto dispiaciuta e non voleva che lui lo fosse.

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Prossima pubblicazione Neri Pozza: 'MARTA NELLA CORRENTE' di Elena Rausa



Ed ecco a voi una prossima pubblicazione Neri Pozza.
Che ne pensate?
Sembra una storia molto intensa..!

MARTA NELLA CORRENTE
di Elena Rausa


Ed. Neri Pozza
I Narratori delle tavole
272 pp
16.50 euro
Marta ha sette anni e non parla dopo la morte di sua madre.

Emma deve fare i conti con i suoi fantasmi 
e le indelebili ferite dell'Olocausto.

Una bambina e una donna unite dal dolore 
e dalla forza delle parole.


Trama

I festeggiamenti per la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio impazzano ancora allorché, in un torrido pomeriggio di luglio del 1982, il sessantenne Aldo Fantini riceve la visita della polizia: un poliziotto alto e magro, con una voce che suona lontana come in un incubo, gli annuncia che sua figlia Bruna è deceduta in compagnia di un amico in un incidente d’auto verificatosi la notte prima lungo un grande viale di Milano. Con lo stesso tono, il poliziotto aggiunge poi che nell’appartamento di Bruna Fantini è stata ritrovata sola, e naturalmente ignara dell’accaduto, la figlia della giovane donna, una bambina di nome Marta, condotta poi in commissariato. 
Sono dieci anni che Aldo Fantini non ha più notizie di Bruna, precisamente dal momento in cui la scomparsa della moglie ha significato anche l’allontanamento di casa della figlia. 
Ignorava così tutto della vita di Bruna, innanzi tutto che avesse a sua volta una figlia e che lui fosse diventato nonno. Dolore e compassione cancellano tuttavia le colpe e i torti degli anni, e così l’uomo non esita a decidere di prendersi totalmente cura della nipote. 
Ne chiede l’affidamento e, dopo essersi recato a casa della figlia, recupera vestiti, bambole, scatole di perline, cassette di lacca rossa per cercare di alleviare sofferenza e solitudine della bambina. 
Ma è un nonno che Marta non ha mai conosciuto, un estraneo per la ragazzina.
Il destino, però, si sa, tesse segretamente i suoi fili, e li svolge secondo misteriose affinità. 
Marta viene affidata alle cure della dottoressa Emma Donati, che non è soltanto un’esperta psicologa. 
Come Marta, un mucchietto d’ossa di sette anni che, con i muscoli tesi, non risponde a nessuno e reagisce alla morte della madre col silenzio ostinato di chi vuole negare la perdita, così Emma Donati è segnata dalla volontà di sfuggire il dolore attraverso il silenzio e la negazione
Sopravvissuta ad Auschwitz, ha nascosto per anni una ferita indelebile apertasi nel suo cuore durante gli anni di prigionia. 
Una ferita che, al cospetto del senso di colpa di Marta per la tragedia di cui si sente responsabile, sanguina di nuovo e richiede una definitiva guarigione. 

Con una scrittura impeccabile e attenta ai dettagli, e uno sguardo che spazia dal dramma della Shoah alla Milano degli anni Ottanta, Marta nella corrente svela il talento di una scrittrice capace come pochi di dar voce con grazia alle emozioni e ai moti più intensi dell’animo.

L'autrice.
Elena Rausa è nata a Milano e attualmente vive in Brianza. Ha tre figlie. Dopo la laurea in Lettere presso l’Università Cattolica di Milano, ha conseguito un dottorato di ricerca in Italianistica-Filologia umanistica. Oggi è docente di lettere al liceo scientifico. Marta nella corrente è il suo primo romanzo
.


PROSSIMAMENTE: 'NOI' di David Nicholls (Ed. Neri Pozza)



Prossima uscita Neri Pozza...!
E' il nuovo romanzo di David Nicholls, autore di "Un giorno" (One Day), recensito QUI sul blog.

NOI
di David Nicholls


Ed. Neri Pozza
PROSSIMAMENTE
Trama

Douglas e Connie si conoscono alla fine degli anni Ottanta, quando il muro di Berlino era ancora in piedi. 
Trent’anni e dottore in biochimica, Douglas trascorreva allora i giorni feriali e gran parte del weekend in laboratorio a studiare il moscerino della frutta, il drosophila melanogaster. 
Connie, invece, divideva il suo tempo con una «combriccola di artistoidi», come li chiamavano i genitori di Douglas: aspiranti attori, commediografi e poeti, musicisti e giovani brillanti che rincorrevano carriere improbabili, facevano tardi la sera e si radunavano a volte a casa di Karen, la sorella di Douglas piuttosto promiscua in fatto di amicizie, a bere e discutere animatamente.
Ed è durante una festa nel minuscolo appartamento di Karen, in mezzo a sedici persone accalcate intorno a un asse da stiro, che Douglas si imbatte per la prima volta in Connie: capelli ben tagliati e lucenti, un viso stupendo, una voce sensuale, distinta ed elegante con i suoi vestiti vintage cuciti su misura, attillati e perfetti.
Sono trascorsi piú di vent’anni da allora e Douglas e Connie sono sposati da decenni e hanno un figlio, Albie. 
Douglas ha cinquantaquattro anni e la sensazione di scivolare verso la vecchiaia come la neve che cade dal tetto. Connie è sempre attraente e Douglas la ama cosí tanto che non sa nemmeno come dirglielo, e dà per scontato che concluderanno le loro vite insieme.
Una sera, però, a letto, Connie proferisce le parole che Douglas non avrebbe mai voluto sentire: «Il nostro matrimonio è arrivato al capolinea, Douglas. Penso che ti lascerò».
Una storia finita, aggiunge Connie, con i diciassette anni di Albie che sta andando via di casa per proseguire i suoi studi d’arte altrove. Una storia da suggellare con un ultimo viaggio da fare insieme: il Grand Tour nelle maggiori città d’arte europee per preparare Albie a entrare nel mondo degli adulti, come facevano nel Settecento.
Douglas, cui la vita sembra letteralmente inconcepibile senza Connie, decide che non può terminare tutto cosí, che l’amore non può svanire solo perché si è finito di occuparsi di un figlio. 
Accetta perciò di partire per quell’ultima vacanza insieme, un Grand Tour non per diventare piú colto, sofisticato e ricco d’esperienza come facevano nel Settecento, ma per riconquistare la moglie, e quel figlio che sembra scontento dell’uomo che sua madre ha scelto per metterlo al mondo.
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Romanzo commovente e irresistibile, atteso in tutto il mondo dopo lo strepitoso successo di Un giorno, Noi, selezionato per il Man Booker Prize 2014, è stato accolto dall’entusiasmo della critica e del pubblico nei numerosi paesi in cui è apparso.

L'autore.
David Nicholls ha lavorato a lungo con la BBC realizzando adattamenti shakespeariani e numerose serie di successo, premiate con due nomination per i BAFTA Awards. Tra i suoi romanzi Le domande di Brian (BEAT 2011), Il sostituto (BEAT 2012) e Un giorno (Neri Pozza 2010), da cui è stato tratto un celebre film diretto da Lone Scherfig, con Anne Hathaway e Jim Sturgess.

Recensione film: 'UN RAGAZZO D'ORO' (di Pupi Avati)



Ogni tanto anche io vado al cinema... e, anzi, mi son ripromessa di andarci più spesso! 

Cosa sono andata a vedere...?

UN RAGAZZO D'ORO


Regia: Pupi Avati
Settembre 2014
TRAILER


Protagonista della storia è Davide Bias (Riccardo Scamarcio), fidanzato con Silvia (Cristiana Capotondi); lavora a Milano come creativo pubblicitario ma ha l'ambizione di scrivere un libro e riuscire a pubblicarlo.
Purtroppo però, fino a quel momento, pur sentendosi dire di avere talento nella scrittura, i suoi racconti non hanno ancora trovato un editore disposto a pubblicarli.
Davide è un ragazzo dalla personalità complessa, pieno di inquietudini, "piccole" manie compulsive (tipo contare i passi quando cammina) e per tenere a bada le proprie ansie deve ricorrere a delle pillole, visto che neanche il suo rapporto con Silvia riesce a dargli serenità, anzi, gli offre ulteriori occasioni di nervosismo e turbamento, a motivo della gelosia e dell'ossessione verso l'ex di lei.
La sua situazione emotiva - di per sè già non idilliaca - si complica quando riceve la notizia della morte del padre, uno sceneggiatore di film di serie B, non sempre apprezzato in vita dai critici.

Davide torna a Roma e al funerale del genitore incontra Ludovica (Sharon Stone), un'editrice e amica del padre - Achille - che chiede a Davide di recuperare un romanzo che l'uomo stava scrivendo, affinchè possa pubblicarlo.

Questa richiesta metterà Davide in condizione di avvicinarsi alla figura paterna, con la quale ha sempre avuto "un rapporto orrendo", conflittuale, costellato da troppi silenzi; una sorta, quindi, di "non rapporto", che non poteva non avere ripercussioni sull'equilibrio già fragile di Davide, il quale a modo suo proverà a far pace con il ricordo del padre accettando la sfida di scrivere il suo romanzo come se fosse Achille, compiendo forse l'unico, e di certo l'ultimo, gesto d'amore possibile tra loro...

E' un film che mi ha colpito positivamente, per la tematica e anche per com'è stata affrontata; la storia scorre lentamente, sì, ma senza annoiare; belle davvero le musiche di Gualazzi - che danno pathos ed intensità a diversi momenti -, bravo e molto convincente Scamarcio nel ruolo di questo ragazzo talentuoso ma tormentato,  i cui demoni interiori troveranno sfogo e spazio nella scrittura forsennata di un capolavoro che sarà il suo personale ed intimo sacrificio, in nome del proprio amore verso quel padre sfuggente insieme al quale, da bambino, si sentiva invincibile.

Uff... mi spiace di non poter/saper dire meglio e di più, ma proprio non sono esperta in ambito cinematografico (ahimè) e, contrariamente a ciò che mi accade  per i libri, non mi viene spontaneo "sviscerare" i film in un modo che risulti più o meno esaustivo...., nè tantomeno posso fare raffronti con altri film di Pupi Avati, del quale ricordo solo "Il papà di Giovanna"; entrambi i film, comunque (sempre incentrati sul rapporto padre-figlio/a, che però nel secondo caso è molto presente e anche troppo), lasciano quel velo di tristezza e, soprattutto in quest'ultimo, la sensazione di "qualcosa di irrisolto", che lascia un po' di amaro in bocca, visto che al protagonista viene data l'opportunità di "far pace" con la figura del padre... ma un po' meno con se stesso.

Beh, a me è piaciuto e pure a mio marito, che inizialmente non era tanto propenso ad accompagnarmi   



Per leggere le recensione di altri film clicca sull'etichetta "Cinema"

martedì 30 settembre 2014

NOVITA' IN LIBRERIA: 'DEMOCRACY' - 'NOTTE FATALE' - 'LO SCAPOLO' - 'I LOVE SHOPPING A HOLLYWOOD'



Troviamo in libreria...:

DEMOCRACY
di Joan Diodion


Ed. E/O
224 pp
17.50 euro
dal 17 Settembre 2014
Trama

Inez Victor è una donna bella e affascinante, rilascia interviste, organizza cocktail party e raccoglie fondi. 
Suo marito, Harry Victor, è un senatore degli stati uniti d’America, impegnato in una perenne campagna elettorale. 

Cosa faccia Jack Lovett, invece, nessuno lo sa con precisione. Forse il consulente per il governo, forse l’agente segreto, forse il trafficante d’armi. Jack è l’uomo giusto sempre nel posto giusto. è così che ha conosciuto Inez, sposata Victor, la donna giusta al momento sbagliato. 
Fra Honolulu e il sudest asiatico, tra Washington e New York, gli sguardi e i gesti fra i tre si intrecciano sempre di più stringendoli nella morsa di quegli anni ’70 che hanno visto la politica americana rendersi inseparabile dalle vite private dei suoi protagonisti. 
Fotografata, ripresa, inseguita, Inez osserva la sua vita cadere a pezzi come se non la riguardasse. solo un danno collaterale, l’ennesimo di una esistenza vissuta fra compromessi e manipolazioni, dietro le quinte di un potere sempre più inafferrabile.


Novità & wishlist."IL MISTERO DI OLIVER RYAN" di Liz Nugent



Una recente pubblicazione Neri Pozza, finita direttamente in Wishlist.

IL MISTERO DI OLIVER RYAN
di Liz Nugent


Ed. Neri Pozza
Trad. A. Biavasco
17 euro
223 pp
Settembre 2014
Trama


Oliver Ryan è un uomo sicuro di sé. 
Unisce, come dice Michael, suo amico sin dai tempi dell'università, "un'avvenenza poetica" a modi compiti e riservati. 
Una combinazione irresistibile per le numerose ragazze da lui sedotte in gioventù, quando se ne andava in giro come un divo del cinema coi suoi completi di lino e gli occhi scuri da bel tenebroso. 
Una combinazione irresistibile anche per tv e media dublinesi, che fanno a gara per averlo nei talk show e sulle pagine delle riviste patinate. 
Oliver Ryan è, infatti, uno scrittore famoso, uno dei più noti autori irlandesi di libri per bambini. 
Come sovente accade agli uomini di successo, ha una compagna dolce e carina: Alice, che illustra magnificamente le sue opere, ma rifugge le luci della ribalta ed è così schiva che non vuole nemmeno rivelare che l'illustratrice dei volumi di Vincent Dax - il nom de plume di Oliver - è sua moglie. 
Una sera di novembre del 2011, dopo una cenetta deliziosa a base di tajine di agnello, roulade con i lamponi e Sancerre, accade l'irreparabile. Nella casa della coppia, situata nell'elegante Pembroke Avenue, Oliver picchia così selvaggiamente Alice da ridurla in coma... un corpo inerte disteso per terra, la testa e il tronco curvi come un punto interrogativo. 
La notizia fa subito il giro di tv e giornali. 
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,
Com'è possibile che il carnefice dell'illustratrice sia proprio Vincent Dax? 
Lo scrittore venerato da un ampio pubblico per i suoi modi cortesi e per l'irresistibile fascino della sua persona?

L'autrice.
Agli inizi della sua carriera, Liz Nugent ha lavorato nei teatri d'Irlanda; più di recente, ha incominciato a scrivere sceneggiature per radio e tv; vive a Dublino col marito. Unravelling Oliver è ol suo primo romanzo.


Occhio al libro: 'IL CAVALLO DI RITORNO. La prima indagine del commissario Peppenella' di Peppe Lanzetta



Buongiorno amici e lettori.

Diamo inizio alla giornata qui sul blog con una segnalazione di un thriller molto originale.

IL CAVALLO DI RITORNO.
La prima indagine del commissario Peppenella 
di Peppe Lanzetta

Ed. CentoAutori
Collana L'Arcobaleno
Formato 13x20
Pagine 204
Prezzo €12.50


Il romanzo che avete fra le mani parla di sangue, di dannazione e d’amore. Non cercate i buoni e i cattivi, perché non li troverete. Troverete però un pulsare sordo e costante, quello del cuore nero della città moribonda e immortale. (Dalla prefazione di Maurizio de Giovanni)

Il cavallo di ritorno – La prima indagine del commissario Peppenella di Peppe Lanzetta in libreria dal 24 settembre per i tipi delle Edizioni Cento Autori. 
Lanzetta è scrittore, attore di cinema e teatro ed uno di quegli intellettuali che non la mandano a dire, ma si espongono di persona. Un personaggio complesso che si muove a suo agio tra scrittura, recitazione e impegno sociale.
Il fulcro della storia ruota intorno alla caccia di un omicida seriale che, come segno distintivo, lascia dodici coltellate sul corpo delle vittime. 
Chi è? Perché uccide? Le dodici coltellate hanno un significato preciso? Sono un messaggio? 
Il commissario comincia una serrata caccia all’assassino che s’intreccia con una serie di furti, ma anche drammi personali di vari personaggi che ruotano intorno alla vicenda principale.

Il titolo spiega già l’anima stessa del romanzo ed il riferimento è ad un furto che non è un furto: ti rubano l’auto, di solito nuova e di grossa cilindrata, per chiederti un riscatto in danaro. 
Il malcapitato ha due opzioni: denunciare il furto oppure pagare il riscatto e ritornare in possesso dell’auto. 
Lo scrittore napoletano immagina che lo stesso meccanismo venga applicato prima ai morti e poi ai monumenti di Napoli. 
Così, un bel giorno, i napoletani che passano per la nota piazza Dante si accorgono che il Sommo poeta non è più al suo posto e al Comune di Napoli arriva una richiesta di riscatto. 
Al centro delle vicende del romanzo c’è il commissario Peppenella, napoletano, tifoso juventino, obeso e divoratore di kebab, accompagnato da almeno due bottiglie di birra.


Pagina ufficiale del libro
Peppe Lanzetta (Napoli, 1956) è scrittore, attore e drammaturgo. Debutta sulla scena teatrale nel 1983 con Napoletano pentito, a cui fanno seguito: Bombatomica e Roipnol (entrambi del 1984), Il vangelo secondo Lanzetta (1986), Lenny (1988), Caro Achille ti scrivo (1990), Il gallo cantò (1993), Il peggio di Lanzetta (1993), Tropico di Napoli (1998), Ridateci i sogni (2001) e L'Opera di periferia (2006). Ha vinto con Malaluna il premio Olimpici del Teatro 2004. Ha collaborato come autore di testi con vari musicisti tra cui: Edoardo Bennato, Tullio de Piscopo, James Senese, Enzo Avitabile, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Franco Ricciardi, Massimo Severino e Franco Battiato. Attore e autore anche per cinema e televisione, ha lavorato con registi come Sorrentino, Piscicelli, Tornatore, Cavani, De Crescenzo, Loy, Martone, Asia Argento, Scimeca e Abel Ferrara. Ha pubblicato Una vita postdatata (Interlinea 1991, poi Universale economica Feltrinelli 1998), Figli di un Bronx minore (Universale economica Feltrinelli 1993), Un Messico Napoletano (Universale economica Feltrinelli 1994), Incendiami la vita (Baldini & Castoldi 1996, poi Universale economica Feltrinelli 2007), In gita a Napoli (Paravia 1997), Un amore a termine (Baldini & Castoldi 1998), Tropico di Napoli (Feltrinelli 2000), Ridateci i sogni. Ballate (Universale economica Feltrinelli 2002),Giugno Picasso (Feltrinelli 2006, premio Domenico Rea), Racconti disperati (Tullio Pironti Editore 2010), InferNapoli (Garzanti 2011 Premio Frignano) e Pane e peperoni (a est dell’equatore 2012).Per Edizioni Cento Autori, sono usciti il romanzo Sognando l’Avana (2013) e la riedizione dell’antologia Figli di un Bronx minore (2014).

lunedì 29 settembre 2014

Recensione. EDUCAZIONE SIBERIANA di Nicolai Lilin



Ultimo libro letto.

EDUCAZIONE SIBERIANA
di Nicolai Lilin


prossimamente
Einaudi
348 pp
12.59 euro
Trama

Cosa significa nascere, crescere, diventare adulti in una terra di nessuno, in un posto che pare fuori dal mondo? Pochi forse hanno sentito nominare la Transnistria, regione dell'ex Urss autoproclamatasi indipendente nel 1990 ma non riconosciuta da nessuno Stato. In Transnistria, ai tempi di questa storia, la criminalità era talmente diffusa che un anno di servizio in polizia ne valeva cinque, proprio come in guerra. Nel quartiere Fiume Basso si viveva seguendo la tradizione siberiana e i ragazzi si facevano le ossa scontrandosi con gli "sbirri" o i minorenni delle altre bande.
 Lanciando molotov contro il distretto di polizia, magari: "Quando le vedevo attraversare il muro e sentivo le piccole esplosioni seguite dalle grida degli sbirri e dai primi segni di fumo nero che come fantastici draghi si alzavano in aria, mi veniva da piangere tanto ero felice". La scuola della strada voleva che presto dal coltello si passasse alla pistola.
"Eravamo abituati a parlare di galera come altri ragazzini parlano del servizio militare o di cosa faranno da grandi". Ma l'apprendistato del male e del bene, per la comunità siberiana, è complesso, perché si tratta d'imparare a essere un ossimoro, cioè un "criminale onesto". 

il mio pensiero

"Educazione Siberiana" racconta la vita di un giovane criminale, Nicolai "Kolima", nato e cresciuto nella Transnistria (stato indipendente riconosciuto oggi come Repubblica Moldava, ma all’epoca facente parte dell’Unione Sovietica), all'interno di una famiglia legata alla criminalità organizzata.
E' un libro "duro", e per il soggetto e per le storie raccontate e per il linguaggio, così essenziale, crudo, senza filtri e peli sulla lingua, realista in maniera quasi "dolorosa", che presenta il mondo della vita nella comunità siberiana con una tale chiarezza e naturalezza da mostrarcene, al contempo, tanto la violenza, la crudeltà, i principi, quanto la sua interna coerenza, il rispetto per le tradizioni, per le regole, l'attaccamento alla fede (seppure in modo poco spirituale e molto "religioso") ortodossa e soprattutto a tutto ciò che concerne l'educazione di un criminale siberiano.

In questo romanzo conosciamo la vita (fino all'adolescenza) di Nicolai, che fin da bambino vive e respira parole, gesti, riti, regole, valori... che contraddistinguono il suo "popolo" e il microcosmo in cui cresce è per lui il principale (se non l'unico) punto di riferimento, ciò da cui trae le regole per la propria condotta di vita, in ogni questione che lo riguardi.
Perchè l'educazione ricevuta coinvolge ogni sfera della sua esistenza sin dall'infanzia, formando il suo carattere, le sue convinzioni, la sua visione del mondo, il suo modo di rapportarsi agli altri (distinti, essenzialmente, in coloro che appartengono al suo clan, alla famiglia siberiana, definiti "fratelli", e quelli che ne sono fuori), i valori da portare avanti e rispettare a costo della vita, la distinzione tra bene e male, tra ciò che è giusto e ciò non lo è.
Emerge, in tutto il libro, e colpisce il pensiero che un giovane nato e cresciuto in un contesto violento e criminale possa esserne tanto avvezzo da parlarne come se esso fosse la cosa più normale del mondo, tanto da definire i criminali siberiani come "onesti", nel senso di ligi alla tradizione, alle regole interne; queste ultime sono assolutamente importanti e guai a violarle: c'è tutta una procedura anche per punire coloro che le trasgrediscono (in base alla gravità della trasgressione).
Risalta l'odio per il governo e in special modo per gli sbirri, ai quali si oppongono i siberiani, che non hanno alcun rispetto per quella categoria di individui, che non ci pensano due volte ad usare le armi a disposizione per far indietreggiare i nemici e coloro che, in generale, non rispettano il loro mondo, i loro affari illeciti.
Nicolai ci descrive le armi (coltelli, pistole e quant'altro) necessarie per un criminale della Transnistria (alle quali si accede in determinati momenti della vita e per le quali bisogna aver dimostrato di essere "degni" di poterle usare), il valore e i significati profondi e specifici contenuti in ogni singolo tatuaggio, l'importanza delle parole, delle "formule" con le quali ci si rivolge agli altri criminali, il rispetto per coloro che sono delle autorità nel clan, la compassione da dare a chi è disabile o più sfortunato, l'obbligo morale di vendicarsi se si assiste ad un'ingiustizia (in particolare se perpetrata contro i deboli), la venerazione per le donne/madri devote alla famiglia e alla causa criminale, la lealtà verso i "fratelli", il senso di protezione che deriva dal far parte di una stessa famiglia criminale.
Protezione che si riceve e si vive anche in carcere e Nicolai farà l'esperienza del carcere minorile, che è una della parti della narrazione che ho trovato più "tosta", cruda e difficile da leggere, in quanto sono descritti momenti della vita carceraria davvero brutti...

Se siete dei lettori "forti" e ve la sentite di fare un viaggio in una realtà  dura, raccontata con una forza narrativa che sconvolge, turba ma allo stesso tempo vi trascina e rapisce..., se riuscite a leggere scene di violenza abbastanza "feroci" senza uscirne troppo "provati"..., beh, questo libro fa per voi e vi consiglio di leggerlo.
Io, da lettrice e donna, l'ho trovato "pesante" ma non nel senso di noioso, tutt'altro!, quanto per l'argomento (ci sono scontri tra ragazzi "guerrieri" a non finire, per dirne una) e le vicende (drammatiche) presentate, che però sono narrate in un modo scorrevole, interessante, con molta vivacità e con un ritmo veloce.
Impossibile annoiarsi, a mio avviso, anche quando ci sono momenti descrittivi o flashback (l'Autore usa moltissimo questa tecnica: raccontare un episodio seguendo una linea cronologica, per poi aprire una parentesi e narrarci di un determinato personaggio per lui significativo, o un determinato fatto che il lettore deve sapere) e si avverte tutta la conoscenza, per esperienza, che l'Autore ha di questo mondo "inquietante", se vogliamo "straordinario" , e che lui ci mette davanti con uno stile spiazzante ed intenso.

Prossimamente al cinema "Una promessa" (tratto da "Viaggio nel passato")



Presto al cinema ci sarà un film tratto dal romanzo 

"Viaggio nel passato" di Stefan Zweig


Il viaggio nel passato
Ed. Ibis
Trad. A. Ruchat
100 pp
8 euro
Trama

Un giovane di umili origini si innamora della bella moglie del suo ricco benefattore: un amore impossibile, un amore inconfessabile ma sincero e profondo. 
Poi il distacco, la guerra, la lontananza. 
E infine il ritorno, dopo un silenzio di anni. 
Come sarà il nuovo incontro, come saranno ora i loro sentimenti? 
Il viaggio nel passato è un racconto che narra una storia d’amore: può sembrare una banalità, ma l’abilità di Zweig è di sapere penetrare le passioni, i sentimenti con mirabile espressività. 

Il lettore segue senza interruzioni possibili la narrazione perché la storia è perfetta e non permette distrazioni.




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Genere: Drammatico, Romantico
Durata: 95 minuti
Regista: Patrice Leconte
Uscita ITA: 2 ottobre 2014

Cast:
Alan Rickman, Richard Madden, Rebecca Hall, Maggie Steed, Christelle Cornil, Shannon Tarbet.

Sinossi

Germania, 1912. Un giovane laureato di umili origini viene assunto in un'acciaieria. 
Grazie alle sua capacità si guadagna la fiducia dell'anziano e malato proprietario che lo sceglie come segretario personale. 
Lavorando spesso a casa del padrone, il ragazzo ha occasione di conoscere la sua giovane moglie, bella e riservata. Ben presto nasce tra loro un'intesa fatta solo di sguardi e di silenzi, ma quando il giovane si trova costretto a recarsi in Messico per affari, la donna gli rivela il proprio amore e gli promette che al ritorno sarà sua. 
Separati dall'Oceano, i due innamorati si scambiano lettere appassionate, ma scoppia la prima guerra mondiale e i collegamenti tra Europa e Sud America sono interrotti. 
Trascorrono otto anni, milioni sono i morti a causa della guerra, l'Europa è in rovina. 
Il giovane torna in Patria. L'amore sarà sopravvissuto al passare del tempo?

Una promessa
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Girato in Belgio, Una promessa è interpretato da Rebecca Hall, Richard Madden e Alan Rickman. Grazie ai costumi di Pascaline Chavanne, i tre danno vita ai personaggi di Charlotte, Friedrich e Karl.


Primo film del regista francese ad essere girato interamente in inglese, Una promessa è una pellicola inquietante ed intensa, che mira - grazie a un'ambientazione fuori dal tempo (per quasi tutta la durata del film non vi è alcun segno che ad esempio dia preavviso dell'imminente scoppio della prima guerra mondiale) e a una narrazione concisa - a mettere in evidenza il tema centrale del romanzo di Zweig, ovvero il desiderio dell'amante e il suo amare senza sapere di poter essere ricambiato. 
Più che domandarsi se l'amore può resistere allo scorrere del tempo, Una promessa si chiede infatti quanto possa durare il desiderio e l'attesa che esso si concretizzi.
Pur mantenendo inalterato lo spirito del romanzo di Zweig, Leconte e Tonnerre hanno però preferito cambiarne il finale...

fonte: http://www.filmtv.it
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