martedì 20 febbraio 2018

Recensione: LITTLE BOY BLUE di Edward Bunker (RC2018)



Il ritratto crudo e commovente insieme di un ragazzino che, sballottato da un college a un altro fino agli 11 anni, rimasto orfano, conoscerà la dura vita dei riformatori e maturerà un impressionante profilo criminale, nonostante la giovanissima età.


LITTLE BOY BLUE
di Edward Bunker



LITTLE BOY BLUE
Ed. Einaudi
trad. E.Turchetti
476 pp
14 euro
Alex Hammond ha undici anni e sin da quando ne aveva quattro il padre lo ha messo in collegio, non potendo mantenerlo da solo (la moglie li ha abbandonati e non è più tornata) e per di più con una situazione lavorativa molto precaria.
Siamo negli anni della seconda guerra mondiale e fin dalle prime pagine comprendiamo un aspetto della personalità di Alex che lo accompagnerà negli anni futuri: è insofferente alle autorità, agli ordini, soprattutto se dati da adulti arroganti e malevoli, che sembrano divertirsi a trattarti come se tu valessi zero.

Suo padre Clem è un brav'uomo, ama il suo bambino e vorrebbe tenerlo con sè, ma è complicato per lui dargli una vita rispondente ai suoi bisogni, per cui è costretto dalle circostanze a lasciarlo nei vari collegi o scuole militari..., da cui puntualmente il figlio scappa, dopo aver compiuto qualche marachella.

Eppure Alex è un ragazzino fuori dal comune quanto a capacità: è in gamba, intelligente, ha uno spirito indipendente, ma è soggetto a violenti accessi di rabbia, che chiaramente non ha imparato a controllare.
Costretto a crescere in fretta in un mondo che sembra riservargli soltanto solitudine, sofferenza e dolore, Alex è portato a manifestare frustrazione e collera in modo del tutto spontaneo, senza cattiveria cosciente (almeno non all'inizio...); i suoi scoppi d'ira, la sua incapacità a gestire le emozioni forti, fanno sì che metta in atto comportamenti che violano le regole del vivere sociale (oltre che il codice penale stesso) e che quindi risultano pericolose, per sè e per gli altri.

Sbattuto continuamente tra assistenti sociali ben intenzionati ma sconcertati dal suo comportamento ingestibile, e figure autoritarie (a partire da quelle interne alle case d'accoglienza ma, successivamente, soprattutto coloro che dirigono e lavorano nei riformatori e negli istituti in cui Alex verrà rinchiuso) perfide e crudeli, il ragazzino si ritrova sotto pressione, avvinto dalle sue stesse emozioni.
La sua indole inquieta e il non saper controllare la rabbia (provata in particolare al cospetto di quelle che lui sente come ingiustizie, abusi da parte di adulti incattiviti e avvezzi a trattare i piccoli criminali con molta durezza) diventano purtroppo i presupposti fondamentali che lo renderanno sempre più incline a una condotta criminale, che inizialmente si manifesta in vagabondaggio e fughe continue dal collegi, per poi "arricchirsi" di furti, e addirittura tentato omicidio.

A motivo dei reati commessi, Alex viene inviato in istituti che accolgono ragazzi non imputabili penalmente per ragioni d'età ma che manifestano disturbi della personalità; Alex, ad es., è identificato come uno psicotico e verrà condotto in vari ospedali come il Camarillo State Mental Hospital o il Pacific Colony.

La vita in questi postacci non può che essere difficile e penosa; Alex in fondo è poco più che un bambino ed è terrorizzato all'idea di essere sottoposto a cure dolorose che potrebbero renderlo davvero matto (lui sa di non esserlo, anche se riconosce che a volte ha comportamenti "strani", troppo violenti per essere definiti normali), di incontrare e di scontrarsi con ragazzi più grandi di lui e abituati alla vita in carcere, che potrebbero fargli davvero molto male (fisicamente e non solo).

Inoltre, a far soffrire e piangere il povero Alex è la consapevolezza di essere completamente solo al mondo, una volta morto il papà: ecco, la solitudine accompagna Alex in ogni esperienza, e avvertiamo in modo evidente quanto questo sia motivo di profondo patimento per il nostro "piccolo criminale".
Nonostante i legittimi timori, quando Alex si sente minacciato da qualcuno, quando avverte che ragazzini più grandi o gli adulti vogliono "schiacciarlo" come una formichina inutile solo perchè piccolo (d'età e di fisico), in lui scatta un istinto di sopravvivenza incredibile, che lo spinge a fare a pugni con chiunque pur di non soccombere.

Certo, non conviene farsi troppi nemici, ed infatti Alex prova a fare amicizia con qualcuno con cui sente qualche affinità e da cui riceve un minimo di rispetto; si tratta ovviamente di ragazzacci di strada, ormai incamminati verso la criminalità: cattive compagnie, amici buoni a nulla sempre disponibili a instillare idee e propositi illegali nella mente brillante ma ancora acerba di Alex, che già di suo tende alla devianza e a un comportamento antisociale.

L'unica compagnia positiva tra le quattro mura della cella  sono i libri e le storie in essi narrate, che gli permettono di volare fuori, almeno con la fantasia, dalla prigione in cui si trova. Alex è un avido lettore, divora testi di tutti i generi e questo non fa che stimolare la sua intelligenza, che però non trova modo di esprimersi in ambiti positivi.

Pagina dopo pagina assistiamo all'autodistruzione di questo ragazzino "affamato d'amore", tristemente solo ed eternamente in guerra col mondo, la cui ribellione altro non è che un modo per sfuggire alle proprie paure e ai propri tormenti.

Il protagonista è solo un ragazzino, ma di lui seguiamo le vicissitudini fino ai 16 anni ed è un crescendo di azioni delinquenziali che portano Alex sempre più ai margini della società, alle cui regole egli proprio non riesce a sottostare.

Durante la lettura ho provato sentimenti contrastanti verso di lui: in certi momenti mi irritava la sua strafottenza, la testardaggine, il suo mettersi continuamente nei guai, la sua fierezza e sfrontatezza nel contravvenire alle tante regole e degli istituti e della società in generale; ma ci sono stati anche molti passaggi in cui l'Autore mi ha spinto a guardare dietro a questo modo di essere, ed Alex mi appariva allora semplicemente un undicenne spaesato, una spugna strizzata e senza forze che ha dovuto imparare a farsi strada con la forza e a suon di pugni per non farsi schiacciare dai più forti.

Le sue cicatrici emotive sembrano rimarginarsi abbastanza velocemente ma ciò non toglie che la sua personalità si sviluppi già segnata da esperienze troppo dure e forti per lui, che si ritrova "bollato" dalle forze dell'ordine e dal tribunale dei minori come un emarginato, "un lebbroso dei tempi moderni", un reietto con i grilli per la testa, la cui esistenza sarebbe sempre stata accompagnata da una dolorosa consapevolezza: 

"...la sua vera e unica pena era il suo desiderio ardente di appartenere a qualcuno, di amare ed essere amato".

Pur essendo un romanzo, "Little Boy Blue" è molto autobiografico e, per certi versi, questo si sente e si respira ad ogni pagina.
E. Bunker
Fonte
La descrizione, infatti, da parte di Bunker dei meccanismi del crimine, delle patologie sociali proprie dei delinquenti, della vita negli istituti di pena (con le sue regole scritte e non, i suoi soprusi...) è lucida, spietata, dettagliata, perchè vissuta in prima persona da chi scrive. Edward, infatti, è stato un criminale, che ha trascorso gran parte della propria vita da detenuto

La sua scrittura è dunque avvincente e angosciante insieme, sa ritrarre a tinte forti e senza mezzi termini l'infanzia di questo ragazzo che va progressivamente in rovina.

Nonostante mi piacciano i romanzi sulla criminalità, tanto più quando sono scritti con realismo, confesso di averci messo un po' a terminarlo in quanto il suo essere minuzioso ha un po' rallentato il ritmo narrativo, che in certi momenti era decisamente meno incalzante, in altri (pochi) più movimentato.
A parte questo, mi è piaciuto perchè Bunker sa trasmetterci i turbamenti e l'infelicità del giovane protagonista, come anche il suo lasciarsi andare all'aggressività per poter affrontare una vita che non gli ha concesso nè amore nè protezione.



7. Un libro con la copertina
rigorosamente in bianco e nero

lunedì 19 febbraio 2018

Anteprima Newton Compton: LA LOCANDA DEGLI AMORI SOSPESI di Viviana Picchiarelli - dal 1° marzo in libreria



Tra pochi giorni sarà in libreria un romanzo di una scrittrice di cui ho avuto modo di leggere e recensire già qualcosa; sul blog trovate la recensione di un suo precedente romanzo Il rubino intenso dei segreti (RECENSIONE)


LA LOCANDA DEGLI AMORI SOSPESI
di Viviana Picchiarelli


Ed. Newton Compton
Uscita
1° MARZO 2018
La locanda dei libri è un casale sulle sponde del lago Trasimeno. Negli anni è diventato un punto di riferimento per lettori onnivori e scrittori in cerca di ispirazione.
L’atmosfera ricca di charme e dal tocco provenzale, le stanze traboccanti di romanzi lo rendono rifugio ideale per i clienti che cercano conforto nelle pagine e nelle storie altrui.
Proprio la locanda, dopo trent’anni, fa da scenario all’incontro tra Matilde, ex psicoterapeuta e ora proprietaria del casale, e Matteo, avvocato di professione e scrittore per passione.
Il loro amore, interrottosi bruscamente quando stava per diventare un sentimento assoluto e potente, sarà però costretto a fare i conti con il tempo che è trascorso, con i traguardi che entrambi hanno raggiunto e anche con gli errori commessi.
Matteo e Matilde vivranno un confronto fatto di ricordi, dolore e passione.
È possibile recuperare le emozioni nate tanti anni fa e che nessuno dei due ha mai dimenticato? E ritrovare quella parte di sé che senza l’altro sembrava perduta?
Si può recuperare la parte di noi che abbiamo smarrito?




L'autrice.
Viviana Picchiarelli è nata ad Assisi nel 1979. Lettrice accanita, appassionata di viaggi e amante del buon mangiare, si dedica da anni alla scrittura. Ha partecipato a numerosi concorsi letterari e pubblicato racconti in diverse antologie. Ha pubblicato i primi romanzi grazie al Gruppo Letterario women@work, di cui fa parte dal 2011, e partecipa attivamente all’organizzazione e alla promozione dei suoi eventi culturali

Ultimi acquisti libreschi targati Newton Compton ^_^



Avete approfittato della golosissima promozione Newton Compton - 3 libri a 9.90 euro - che già da un po' ormai ci sta stuzzicando?

Io sì (una sola volta, ahimè, a gennaio), acquistando questi tre romanzi che non vedo l'ora di leggere *_*



I MEDICI. UNA DINASTIA AL POTERE
di Matteo Strukul



vol. 1 della serie
Firenze, 1429. Alla morte del patriarca Giovanni de’ Medici, i figli Cosimo e Lorenzo si trovano a capo di un autentico impero finanziario, ma, al tempo stesso, accerchiati da nemici giurati come Rinaldo degli Albizzi e Palla Strozzi, esponenti delle più potenti famiglie fiorentine.
In modo intelligente e spregiudicato i due fratelli conquistano il potere politico, bilanciando uno spietato senso degli affari con l’amore per l’arte e la cultura.
Mentre i lavori per la realizzazione della cupola di Santa Maria del Fiore procedono sotto la direzione di Filippo Brunelleschi, gli avversari di sempre continuano a tessere le loro trame.
Fra loro c’è anche una donna d’infinita bellezza, ma dal fascino maledetto, capace di ghermire il cuore di un uomo.
Nell’arco di quattro anni, dopo essere sfuggito a una serie di cospirazioni, alla peste e alla guerra contro Lucca, Cosimo finirà in prigione, rischiando la condanna a morte.
Fra omicidi, tradimenti e giochi di palazzo, questo romanzo narra la saga della famiglia più potente del Rinascimento, l’inizio della sua ascesa alla Signoria fiorentina.



URLA NEL SILENZIO 
di Angela Marsons



vol. 1 della serie
su Kim Stone
Cinque persone si trovano intorno a una fossa. A turno, ognuna di loro è costretta a scavare per dare sepoltura a un cadavere: quello di un bambino, un innocente sacrificato per siglare un oscuro patto di sangue. 

Anni dopo, la direttrice di una scuola viene brutalmente assassinata: è solo il primo di una serie di agghiaccianti delitti che terrorizzano la regione della Black Country, in Inghilterra. 
La detective Kim Stone comincia a lavorare al caso ma nel corso delle indagini tornano alla luce anche i resti di un altro corpo sepolto molto tempo prima.
Kim capisce che le radici del male vanno cercate nel passato e che per fermare il killer una volta per tutte dovrà confrontarsi con i propri demoni personali, che ha tenuto rinchiusi troppo a lungo…




LA CASA DEI RICORDI PERDUTI
di Helena Pollard


vol. 1
serie "Ricordi perduti"
Emmy Jamieson arriva a La Cour des Roses, una bella pensione nella campagna francese, con l’intenzione di trascorrere due settimane di relax in compagnia di Nathan, il suo fidanzato. 
Tra loro c’è qualche problema, ma Emmy è certa che questa vacanza risolverà tutto. 
Purtroppo Nathan la molla, svignandosela con Gloria, la moglie di Rupert, il proprietario della pensione. 
L’uomo è scioccato ed Emmy, sentendosi in parte responsabile dell’accaduto, si offre di aiutarlo a gestire la pensione. 
Emmy ha il cuore a pezzi, ma si trova all’improvviso in una dimensione nuova, circondata da tanti amici. 
E anche da qualche uomo interessante: Ryan, il provocante giardiniere, e Alain, il ragazzo che si occupa dell’amministrazione, irritante ma bellissimo. 
Mentre Emmy si riappropria del proprio tempo e del contatto con la natura comincia a sentirsi a casa. 
Ma sarebbe una follia lasciare amici, famiglia e tutto ciò per cui ha sempre lavorato… O no?

domenica 18 febbraio 2018

Novità febbraio Milena Edizioni




Cari lettori, sono lieta di presentarvi una delle più attese novità del calendario editoriale di Milena Edizioni. 
Già in prevendita sul sito della casa editrice – www.milenaedizioni.org – sta per arrivare in libreria il primo episodio del fumetto in serie Fred il Reporter: cronache di un cane giornalista.

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A partire dal 1° marzo sarà disponibile in libreria il primo progetto di graphic novel, realizzato a quattro mani da Francesco Lopez Visicchio ed Elena Auricchio: già autori del libro per bambini Luna e gli amici dell’orto (incentrato sul tema del bullismo), questa volta si cimentano in un interessante e innovativo lavoro fumettistico in grado di smuovere l’interesse e la curiosità di grandi e piccini.

Il cane, nell’immaginario dei due autori, diventa molto di più di un migliore amico, è una mente curiosa che all’uomo insegna il pregio della verità e della denuncia. Fred è infatti un meticcio di sette anni appassionato per la carta stampata, infaticabile reporter.
È alla ricerca costante di notizie e storie da rivelare e raccontare tutte d’un fiato. Con sguardo aguzzo sulla realtà e una particolare attenzione per la sfera del sociale, Fred è sempre accompagnato dal suo amato padroncino Frenki.

In questo primo episodio, la simpatica coppia si muoverà su di un’indagine di sgombero molto particolare. All’ interno del fumetto, per garantire un senso di maggiore completezza ai lettori e per allargare il genere letterario di riferimento alle diverse fasce di età, è stato inserita un’appendice di approfondimenti articolata in:

- L’emergenza abitativa in Italia;
- L’informazione ai tempi di Internet;
- Il reportage a fumetto.

Info sugli Autori:
Elena Auricchio è un’insegnante di francese con una spiccata passione per la didattica inclusiva e collaborativa. Ama sperimentare nuove forme di interazione che vadano al di là dei confini dell’aula e nuovi linguaggi tra i quali il fumetto. Scrive fiabe e racconti per bambini. Dall’incontro con Francesco Lopez Visicchio (grafico, illustratore, fumettista) nasce una proficua collaborazione che li vede assieme progettare e realizzare laboratori di fumetto per la scuola, albi illustrati anche tattili. Francesco partecipa alla creazione di progetti di inclusione sociale basati sull’interazione tra linguaggi teatrali e i linguaggi del fumetto
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Ritorna in libreria in una bellissima seconda edizione rinnovata del Virgilio o la terra del tramonto di Stefano Cortese: un affascinate romanzo in cui seguirete il primo grande poeta italiano nella realizzazione dei componimenti che hanno immortalato le origini del glorioso impero romano. 

Un'opera storica ben documentata, ma soprattutto un romanzo ricco di pathos ed emozioni, con splendide illustrazioni del maestro Andrea Jori.


Napoli, anno 1156. All'alba della dominazione normanna, Stefano Cesario, poeta di corte e segretario dell'ultimo duca di Napoli Sergio VII, è costretto suo malgrado ad assistere alla profanazione e alla dispersione delle ceneri di Publio Virgilio Marone, ritenute venerabili dal popolo partenopeo. Disperato per un tale sacrilegio e per le sorti toccate alla città, Cesario piomba in un sonno profondo e nell'onirico ha una visione prodigiosa: la vita di Virgilio, attraverso cinquant'anni di storia romana. Dalla nascita del poeta ad Andes, nel mantovano, al trasferimento a Roma, dagli incontri coi grandi protagonisti del suo tempo, come Cesare, Ottaviano, Cicerone, Orazio, all'adozione di Napoli come patria d'elezione, fino alla stesura dell'Eneide, l'opera dell'immortalità di Roma. 
Questo lungo sogno indurrà Stefano Cesario a una riflessione sulla vita, nella sua sospensione tra la clausura e l'amore, tra la gloria e il nulla, tra la morte e l'eternità.

sabato 17 febbraio 2018

Recensione: VITA DI PAESE di Maria Caterina Basile



Tornare nel proprio paese natio, dopo tanti anni di assenza, e provare ad afferrare la felicità che riposa in una vita semplice ma ricca di significato: è la sfida che il protagonista deve affrontare per ritrovare se stesso.


VITA DI PAESE
di Maria Caterina Basile

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"Qui al Sud si torna a morire o si torna a rinascere. Tu perchè sei tornato? E soprattutto, perchè te ne sei andato?".

Damiano Pellegrino vive in Svizzera da quando, diciassette anni prima, ha lasciato il proprio paesino nel Salento, dove non ha più rimesso piede.
Fino ad ora.
Sì, perchè adesso, dopo quasi vent'anni, Damiano ha deciso di guardare in faccia quel passato da cui è fuggito, in preda ai rimorsi e all'incapacità di perdonarsi per errori fatti in gioventù, e lo fa tornando a casa.
Eppure, ripercorrere le strade note e sconosciute insieme del paesino in cui è nato e cresciuto, e dove c'è la propria famiglia, non sembra subito lenire le ferite e i tormenti che guerreggiano nella sua anima.

"Arrivato finalmente in Puglia, un tumulto di pensieri e di sensazioni: ero quasi a casa. E allora perché quella tristezza cupa non mi abbandonava? Dovevo scavare a fondo nei ricordi o precipitare nell’oblio? Terra, terra non più lontana. Volti sorridenti e lame taglienti nella mia mente. Terra rossa, sangue, morte. Mi sarei davvero sentito libero?"

Damiano si lascia andare a profonde riflessioni e si rivolge di frequente alla propria anima, facendole domande e quindi interrogandosi su che direzione ha avuto finora la sua vita e come essa sia stata un trascinarsi senza senso e privo di gioie vere e autentiche.

Tanti sono i dubbi che accompagnano il suo ritorno, ed essi hanno principalmente a che fare con le persone: come lo accoglieranno i suoi familiari? Cosa gli diranno dopo diciassette anni di assenza da casa? E la gente di paese, che l'ha visto ragazzo l'ultima volta e adesso si ritrova un uomo, un uomo giovane ma che sembra portare su di sè fardelli fin troppo gravosi...?

Un uomo che sicuramente da ragazzo ha avuto dei sogni, ma che li ha abbandonati, non avendo avuto il coraggio di lottare per essi; ad es., la scrittura. Damiano ama scrivere ma fino a quel momento non ha investito davvero risorse e capacità in questa passione.
Quando giunge nella terra salentina, il primo incontro è con un suo vecchio professore, Brigante, che con la sua schietta saggezza e sincera empatia sa incoraggiare - proprio come faceva anni e anni prima quando insegnava - il nostro timoroso e scoraggiato protagonista a non buttare via sogni e talenti.

Nel riallacciare i rapporti con i suoi cari, Damiano si sente insofferente, scontento, non compreso ma assecondato con tiepida accondiscendenza, e questa cosa non gli va giù.
Ma forse è arrivata l'ora per lui di imparare ad uscire dalla propria solitudine, dai pensieri negativi che gli hanno da sempre impedito di realizzarsi, di buttarsi definitivamente alle spalle il passato e ogni zavorra inutile per lasciarsi andare a ciò che il presente ha da offrirgli giorno per giorno.
Proprio la vita semplice e rassicurante di un paese piccolo in cui negli altri - ciascuno con i propri personali e privati problemi, rimpianti, peccati... - rivedi un po' te stesso, può essere il giusto punto di partenza per un'esistenza rinnovata perchè ognuno di noi ha debolezze e pensieri segreti che, se anche cerchiamo di tenere celati e solo per noi, in realtà ci accomunano e ci rendono ciò che siamo.

"Siamo alberi centenari, germogli, arbusti, foglie, fori, semi. Siamo creature magnifiche, meravigliose in ogni età, ricche di passioni e di sentimenti eroici. Siamo eroi divinità e non ci facciamo mai caso. Siamo la terra arsa, le nuvole, il cielo. Siamo l’aria, le stelle, la note. Siamo polvere l'inconsapevolezza lucente, delicatezza e forza bruta. Siamo i sogni della nostra anima e la realtà dei nostri semplici, perfetti cuori di uomini e donne"."

"Vita di paese" è un racconto che si caratterizza per la sua scrittura intima, introspettiva, dove le parole si susseguono a dar vita a riflessioni e pensieri carichi di valore umano; Damiano è un giovane uomo che ha, in un certo senso, smarrito se stesso e che si era illuso di seppellire i fantasmi del passato e i rimorsi che lo tormentavano semplicemente lasciandosi alle spalle il proprio paese e trasferendosi in un altro, lontano; il "ritorno a casa", alle proprie origini e radici, diventa per lui un viaggio dentro se stesso, per cercare di capire a fondo e con onestà le ragioni che l'hanno spinto a stare per anni distante dalla propria terra e dai famigliari; forse ciò di cui a volte, come Damiano, abbiamo bisogno per liberarci di ciò che ci opprime l'anima e ci soffoca, è concederci la possibilità di ricominciare proprio dal punto in cui ci eravamo arenati, delusi, amareggiati e senza speranza, e accogliere con gioia e fiducia il bello e il buono che siamo capaci di compiere, per noi e per chi ci è vicino.

Senza voler essere retorica..., ma a volte basta poco per sentirsi felici; sta a noi dare valore a quelle piccole ma importanti cose che rendono la nostra vita degna di essere vissuta, anche con i suoi pesi e le sue mille sfide.

L'Autrice ha un modo di scrivere carico di sensibilità, di poesia, di capacità di "guardarsi dentro" ed esprimere con intensità paure, speranze, desideri inespressi... che appartengono a ciascuno di noi.

Colgo l'occasione per ringraziare Maria Caterina Basile per l'opportunità di leggere il suo libro e consiglio questo racconto, in particolare a quanti amano le storie profonde e introspettive, in cui più che a una trama ricca e articolata si dà spazio all'esternazione di sentimenti, stati d'animo e pensieri.

venerdì 16 febbraio 2018

Spazio Segnalazioni C.E. - Autori




Cari lettori, recupero con piacere diverse segnalazioni da parte di C.E. e autori, condividendole con voi sul blog, sempre augurandomi che possano catturare la vostra attenzione ^_-


Partiamo da una raccolta di racconti brevi cui sono abbinati degli scatti d'autore del fotografo Ivano Mercanzin.

“L’anima fotografata” - racconti di Tania Piazza, fotografie di Ivano Mercanzin
(Edizioni Divinafollia): “dedicato a tutte le voci che, ogni giorno, senza saperlo, mi narrano la loro storia.” (Tania Piazza)

 “La fotografia racconta storie, rilascia memorie, echeggia emozioni. Perpetuamente.” (Ivano Mercanzin)

 “Due autori singolari, eclettici, capaci. Lei, con la scrittura, d’una densità umana tanto spessa da poterla sentire addosso; lui, in questa raccolta di brevi narrazioni, come fotografo dei dettagli e animatore delle storie con fotogrammi rubati ai momenti salienti, sono l’uno il braccio destro dell’altra. Questo libro è stato concepito proprio così, come si procrea un figlio e occorrono due DNA, la parola e l’immagine (…) (…) L’anima fotografata è un libro originale e coraggioso, che propone un nuovo modo di raccontare, unendo la suggestione dei componimenti brevi all’estemporaneità degli scatti fotografici; le sue pagine accompagnano il lettore in un viaggio emotivo che si snoda tra parole e immagini, come quando si accorda uno strumento, ogni nota al suo posto, ogni suono sulla sillaba adatta, tra le unità memoriali che formano il nucleo di questo volume, in sinergia precisa con tutti i sensi di cui l’essere umano dispone” (dalla prefazione di Silvia Elena Denti, scrittrice, poetessa ed editrice.) 

Disponibile on line: IBS 

DA CHE PARTE 

"(…) Ho visto e fotografato per te questo spiraglio di vita, rubandolo per sempre all’oblio. Me lo sono portato a casa, stretto tra l’anima e il cuore, perché quando sarai pronto sapremo dove trovarlo. E quando sarai abbastanza grande, potrò spiegarti l’abisso che separa il buio dalla luce. Così, potrai scegliere da che parte stare (…)"

LUCE 

"(…) E’ bello non sentire il suo rumore. La luce arriva all’improvviso, e riempie il cuore. Dopo questi incontri con lei mi ritrovo sempre un po’ più ubriaco di vita, e rimango inebetito, in attesa della nuova sbornia. So che ci sarà, mi basterà porre attenzione ai segnali: il mondo si fermerà per un attimo, e subito dopo lei, nuovamente, cadrà (…)"

L'Autrice.
Tania Piazza. Nata e cresciuta nella provincia vicentina, è da sempre una grande appassionata di letteratura classica, moderna e contemporanea. La scrittura nasce presto, come naturale evoluzione alla lettura, e diventa lo strumento per dare voce alle emozioni e narrare della Vita, perché scrivere è un altro modo per parlare, solo più silenzioso. Nella fotografia coglie la stessa attitudine: ecco perché ama osservarla e mettersi all’ascolto dei vari suoni che produce, per trasformarli in racconti. Nel 2013 ha pubblicato il romanzo “La cura delle parole”; nel 2015 il secondo, “Com’è bella la nebbia quando cade” (RECENSIONE). 


Ivano Mercanzin Inizia il suo percorso artistico nel 2012 quando la passione per la fotografia arriva d’improvviso. Osservando paesaggi e metropoli, strade e persone, raccoglie ricordi e narra storie con le sue immagini. “Venezia”, “Terra Madre”, “Coney Island”, “The Face (s) of NYC”, “21 grammi” sono alcuni dei suoi progetti. Numerose le mostre: a Vicenza, Verona, Roma, Bologna, Taranto, Malta, New York, Bangkok, Marsiglia


Passo a due novità fantasy.


Poly Sofòs – il padrone dei cinque elementi
di Jelissa Carola Piques, Lucio De La Balca



Edizione PubMe 2018
In vendita sia in versione ebook che cartacea in tutti i principali stores.

Questa è un'avvincente storia che narra di due fratelli gemelli, Nathan ed Abigail; lui è autistico, lei ha dedicato la sua vita al fratello. 
Resteranno coinvolti in un susseguirsi di vicende fantastiche guidati da Vicktor, personaggio dalle origini misteriose, ed attraverseranno insieme mondi paralleli alla ricerca di qualcosa che impedirà la distruzione dell'umanità. 
Durante il loro viaggio verranno informati su un antico sapere che col tempo si era perduto, ma che i nostri antenati ben conoscevano. Supereranno difficoltà e incredibili pericoli anche grazie ad alcuni aiuti ricevuti ed alla fine ci saranno per tutti piacevoli sorprese.

Per approfondimenti: polysofos.wixsite.com/explore.



Terza ed ultima segnalazione: il romanzo di Fantascienza Post-Apocalittica/Distopica "I Figli del Disastro" di Dario Degliuomini (Nativi Digitali Edizioni).


9 dicembre 2013. Il Disastro si abbatte sulla Terra, lasciandosi dietro milioni di morti e nessun
colpevole. In seguito, i leader mondiali scelgono di firmare l’Armistizio Totale, che interrompe ogni conflitto per tutto il tempo necessario alla ricostruzione.

Due anni dopo, i destini di tre persone apparentemente comuni si incrociano: Alessandro Altavista, uno studente universitario in piena crisi esistenziale e angosciato per il futuro; Clayton Weaks, un timido impiegato costantemente vessato e umiliato dai suoi superiori, innamorato dei libri e del teatro; Kameyo Ishimori, una brillante liceale in perenne conflitto con il padre, che da lei esige sempre il massimo, al punto da voler prendere tutte le decisioni che la riguardano.
Dentro di loro è racchiuso un potere immenso, che affonda le sue radici nelle origini dell’Universo stesso, in grado di riportare la luce in un mondo ferito o di farlo piombare definitivamente nel caos. Mentre cercano di trovare la strada per la salvezza dell’umanità, la memoria del Disastro continua a incombere sulle loro vite. 
Qual è la sua causa? Chi lo ha provocato? Nessuno sembra saperlo. O forse sì…

L'autore
Dario Degliuomini nasce a Milano nel 1987. Gli piace collezionare libri di fantascienza e partecipare ai concorsi letterari, dove puntualmente non vince. I Figli del Disastro è il suo primo romanzo.


giovedì 15 febbraio 2018

Dietro le pagine di... "L'uomo di gesso" (The Chalkman")




La rubrica "Dietro le pagine... - Storie dietro storie" mi piace molto perchè c'è da fare ricerche, ma proprio per questo richiede un po' di tempo e finisco per trascurarla.

Ma la lettura di un thriller bello come "L'uomo di gesso" ha stuzzicato il mio interesse, portandomi a farmi la fatidica domanda: "Cosa/chi ha ispirato l'Autore nella scrittura del romanzo?".



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Ciò che leggiamo spesso è ed della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?
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Il romanzo ha al centro una serie di tragici eventi accaduti al protagonista, Eddie, e ai suoi amici quando erano solo dei ragazzini; eventi che ruotano attorno ad un uomo dai modi di fare enigmatici e a un innocente ma altrettanto inquietante "gioco" che prevede il disegnare tanti piccoli ometti di gesso su mura e non solo...
Per saperne di più, QUI c'è la mia recensione!

fonte
L'idea ispiratrice che sta alla base dell'intricata e appassionante storia è molto semplice: un amico dell'Autrice ha comprato alla figlia di quest'ultima, Claire, un secchio di gesso per il suo secondo compleanno.
Il giorno dopo, uscendo di casa, alla bimba è venuta voglia di disegnare sul vialetto, così ha iniziato a farlo e sono venute fuori queste figure stilizzate in diversi colori in posizioni differenti (alcune saltavano altre ballavano...).
Mamma e figlia hanno coperto il vialetto con queste figure stilizzate e con strani e piccoli simboli, e poi sono entrate in casa perchè si era fatto sera. Più tardi, quella notte, la Tudor ha aperto la porta per far uscire il cane, le luci di sicurezza si sono accese... e c'erano tutte queste strane piccole figure in tutto il vialetto d'accesso! Ha chiamato subito il marito, Neil, dicendogli: "Neil, questi uomini di gesso sembrano davvero inquietanti nell'oscurità!"
In effetti, sostiene la donna, il tutto aveva un aspetto davvero sinistro, pur essendo i disegnini così... innocenti!
Da lì è nata l'idea e ha iniziato a scrivere il libro sin dal giorno dopo.

Anche se  nel suo insieme ogni personaggio è frutto della fantasia, l'Autrice riconosce che comunque ci sono piccoli frammenti - parole, frasi, battute - che lei attribuisce alla propria infanzia.
Ad es., la dinamica presente nel gruppo di amici del protagonista è molto simile a quella tipica di alcune gang che ricorda di aver visto crescere e formarsi; in ogni piccolo gruppo che cresce insieme a te, spesso ci sono un paio di persone che sono più vicine, e non di rado si crea una certa tensione tra e con gli altri, e questo sia che si tratti di "bande" femminili, maschili o miste. Sono dinamiche molto presenti nel romanzo.
La scrittrice ammette di identificarsi un po' con Eddie, un ragazzino con tratti un po'... "ossessivi" (colleziona un sacco di oggetti), perchè anche lei ha questa caratteristica, tra cui, appunto, collezionare roba, tra cui cose strane.
Nel romanzo, anche oggetti o situazioni che dovrebbero avere connotazioni esclusivamente positive, in quanto adorabili ed innocenti in sè, poi non lo sono... Fiere, pagliacci, bambole... c'è quella strana e sottile linea di demarcazione tra cose innocenti e divertenti da un lato, che però d'improvviso possono anche assumere caratteri davvero molto angoscianti...!
La scelta di usare due diversi livelli temporali è venuta scrivendo, non è stata programmata: avere due periodi di tempo è di solito un buon "metodo" per creare suspense nel lettore; un capitolo nel 1986 poi uno nel 2016 è un modo per creare una pausa, che ti permette di lasciare delle cose in sospeso alle quali poi tornerai. È interessante notare che C. J. Tudor ha scritto i due pezzi separatamente - prima le parti del 1986, e in seguito ha iniziato a costruire quelle del 2016, per poi apportare modifiche man mano in base alla piega che prendevano fatti e personaggi.


Fonti:

http://crimebythebook.com/blog/2018/1/8/author-interview-cj-tudor-the-chalk-man
https://www.readitforward.com/author-interview/c-j-tudor/



martedì 13 febbraio 2018

Recensione: L'UOMO DI GESSO di C. J. Tudor



Cinque ragazzini legati da un'amicizia segnata da troppi segreti, che vent'anni dopo verranno a galla a ricordare che la verità spesso si cela dietro cose banali e, per riconoscerla, non bisogna mai dare nulla per scontato.



L'UOMO DI GESSO
di C. J. Tudor


Ed. Rizzoli
trad. S. Ristori
350 pp
20 euro
Gennaio 2018
Il protagonista e narratore di questo romanzo è Eddie Adams, che nel 1986 è un ragazzino di 12 anni, che pensa solo a divertirsi scorrazzando in bici con gli amici, alla ricerca di nuovi giochi e qualche piccolo brivido tra i boschi vicino casa, ad Anderbury.
Ma Eddie è anche un 42enne solo e indolente, che nel 2016 conduce una vita alquanto in solitudine, piatta, incentrata sul proprio lavoro di docente di Inglese e priva di significative relazioni.

Il lettore viene stuzzicato dalle prime pagine da un prologo che lo mette davanti a una scena abbastanza agghiacciante: la testa di una ragazza giace tra le foglie ingiallite di un bosco e qualcuno la prende, la mette nello zaino e se la porta via...

La domanda ci sorge spontanea: è forse il suo assassino a compiere il macabro gesto?

Come anticipato, la nostra storia segue due binari paralleli - che a un certo punto si incroceranno -, il 1986 e il 2016.

Nel 1986 Eddie vive con i suoi cari genitori (suo padre è un giornalista aspirante scrittore, la madre è una dottoressa) ed ha un gruppetto di amici inseparabili, con cui ama divertirsi facendo le cose tipiche dell'età: c'è Gav la Palla, sempre pronto a prendere in giro tutti; Hoppo, colui che cerca sempre di metter pace tra tutti; Mickey, dalla battuta sempre pungente; Nicky, l'unica femminuccia della banda, una ragazzina dalla chioma rossa, ribelle e tutta lentiggini per la quale il nostro Eddie ha una cotta segreta.

Ripensando a quegli anni, che nella vita di ogni uomo dovrebbero essere ricordati come "spensierati", l'Ed adulto si chiede "quando è inziato l'incubo" che si è ritrovato a vivere suo malgrado.
E guardandosi indietro, sebbene sia difficile dire con certezza quale fattore abbia davvero dato il via a tutto, di una cosa però è sicuro: tutto è cominciato quel giorno alla fiera, con il terribile incidente sulla giostra. Il giorno in cui Ed ha incontrato per la prima volta la Ragazza del Valzer e l’Uomo di Gesso
Durante quel pomeriggio al luna park, un terribile incidente sfigura per sempre il volto bellissimo di una ragazza, Elisa (la Ragazza Del Valzer appunto, dal nome della giostra presso la quale si è verificata la tragedia), e il povero e spaventato Eddie si ritrova a soccorrerla grazie al tempestivo intervento di un uomo lì presente: il signor Halloran, il nuovo professore giunto in città.

L'uomo dal viso pallido come quello di un morto; l'uomo sempre solitario, che a guardarlo ti provoca più di un brivido dietro la schiena, per i suoi occhi chiarissimi eppure penetranti e il suo modo di fare un po' strano.

Qualche tempo dopo la drammatica esperienza vissuta insieme, proprio lui, Halloran "l’Uomo di Gesso" (così chiamato per il pallore del suo volto - è albino -), dà a Eddie la singolare idea di utilizzare dei disegni fatti coi gessetti colorati per mandare e ricevere messaggi con il suo gruppo di amici. 
E all’inizio questa piccola e innocente novità è uno spasso per tutti. 

Questo fino a quando non viene rinvenuto il cadavere di una ragazzina, il cui corpo è smembrato, diviso in pezzi (per ritrovarli e ricomporli la polizia dovrà seguire sinistre indicazioni, scritte col gesso, sui tronchi degli alberi nel bosco...)... e senza testa, che non viene ritrovata nonostante le ricerche.
A scoprire le membra della povera vittima sono proprio Ed e i suoi amici, e questo segnerà in un certo senso la loro infanzia, macchiandola con un ricordo difficile da mandar via...

Ma da quel terribile giorno sono passati trentanni, siamo appunto nel 2016; Ed pensava di essersi lasciato il passato alle spalle: del resto, ha allentato i rapporti con i suoi quattro amici della banda (soprattutto Mickey, con cui è sempre è stato difficile andare d'accordo, e Nicky, entrambi trasferitisi altrove), proprio per evitare che certi brutti ricordi riaffiorino nella mente e tornino a popolare i suoi sogni.

Ma non sempre possiamo decidere di tenere fuori il nostro passato, ed infatti un giorno, per posta, riceve una busta: un gessetto e il disegno di un uomo stilizzato. 
Ed capisce che certe storie non finiscono mai, non così "facilmente", per lo meno. 
Il macabro e misterioso gioco, per Ed e i suoi amichetti di un tempo, ricomincia da capo. 
Ed, infatti, scopre che anche Hoppo, Gav e Mickey hanno ricevuto una busta ciascuno col medesimo contenuto; di Nicky non si sa nulla (più tardi sapremo che è stato così pure per lei).

L’Uomo di Gesso è di nuovo tra loro? E' tornato per regolare dei conti rimasti in sospeso e che chiedono di essere chiusi definitivamente?

Intanto, dopo una cena insieme a Ed per chiedergli di collaborare alla stesura di un libro sul raccapricciante ritrovamento della ragazza di 30 anni prima, Mickey viene ritrovato morto nel fiume.
Incidente o omicidio? E nel secondo caso, chi aveva interesse a farlo fuori? Questo folle ha forse in mente di uccidere anche gli altri componenti della ex banda?

Sfogliando le pagine ed entrando nel vivo della narrazione, scopriamo man mano tanti particolari che ci fanno capire quali dinamiche si sono innescate trent'anni prima attorno all'omicidio della ragazza del bosco, il coinvolgimento del prof. Halloran, quest'uomo dall'aspetto inquietante con cui Eddie instaura un rapporto quasi di "amicizia", pur sentendosi sempre inspiegabilmente a disagio in sua presenza. 
Conosciamo dunque alcuni fondamentali episodi avvenuti nel 1986 che hanno turbato molto Eddie, tormentandone i sogni (come la morte  - accidentale? - del fratello di uno dei suoi amici, un ragazzaccio non proprio simpatico e perbene), ma che in generale hanno portato scompiglio e paura nella tranquilla Anderbury; episodi spiacevoli che vedono coinvolte anche le famiglie dei cinque amici, con tutto il carico di tragedia che ne verrà fuori.

Tutto quello che accade nel 1986 e che sconvolge per mesi l'esistenza di Eddie e di chi gli è attorno resta come sospeso per trenta lunghi anni; troppe cose, a ripensarci da adulti, non quadrano, e le risposte trovate anni prima forse sono sbagliate e adesso è arrivato il momento di portare alla luce segreti seppelliti che stanno riemergendo piano piano, di chiarire ciò che era stato insabbiato e di smetterla con le bugie...

Seguiamo Ed in questo viale dei ricordi e, come dice lui stesso, non è proprio un bel viale da ripercorrere: non c'è nulla di romantico e commovente, tutt'altro, si tratta di prendere una strada buia, infestata di cose non dette, di errori commessi per stupidità o paura, ma che hanno provocato conseguenze anche gravi...
E' un percorso in cui ci sono gli omini di gesso, questi disegni semplici e innocui che però qui, collocati nel posto e al momento giusti, assumono sembianze minacciose.
Eddie deve fare i conti con una triste verità, che un giorno gli fece notare Halloran:

"Raccogli ciò che hai seminato. Se fai delle cose cattive, alla fine torneranno a morderti le chiappe".

Ecco, in questo romanzo è così per diversi personaggi, Ed compreso: di volta in volta, scopriamo che c'è sempre qualcuno che ha commesso un'azione sbagliata, qualcuno per cattiveria, qualcun altro per scelleratezza, ma alle loro nefaste conseguenze comunque non si può sfuggire.
Non solo, ma la morte aleggia sempre vicina e presente ed è pronta a coglierti di sorpresa con la sua gelida mano.

E ciascuno di noi, in fondo, è il frutto delle cose fatte, ma anche di quelle che non abbiamo avuto il coraggio di fare:

"La mia vita è stata definita dalle cose che non ho fatto. Le cose che non ho detto. Credo che sia lo stesso per un sacco di persone. Ciò che ci modella non sono sempre i risultati che abbiamo raggiunto, ma le nostre omissioni. Non le bugie; semplicemente le verità che abbiamo taciuto".

Come dicevo, per risolvere i misteri insoluti del 1986, l'Ed di oggi deve avere il coraggio di cercare le risposte alle tante domande rimaste sospese, stando attento ai particolari che spesso sfuggono, e non fermandosi a ciò che sembra vero... ma che a ben guardare non lo è assolutamente.

Devo dire che questo thriller l'ho trovato strepitoso, carico di suspense; durante la lettura, l'Autrice butta lì frasi brevi ed enigmatiche che anticipano ciò che accadrà, stuzzicando la curiosità e al contempo suscitando un vago senso di incertezza.
La scrittura ha un taglio cinematografico, non soltanto grazie a un ritmo serrato, che in certi momenti porta il lettore quasi a trattenere il respiro per la suspense, ma anche perché durante il racconto di certe scene clou, la realtà e la dimensione onirica sembrano mescolarsi: infatti, veniamo trascinati negli incubi del protagonista, guardiamo "i mostri" con i suoi occhi perché la narrazione di ciò che è reale diventa un tutt'uno con quello che è frutto dell'immaginazione turbata di Ed, e questo crea molta tensione.

Ed e i suoi amici, con cui condivide giochi e piccole avventure, ci ricordano i quattro ragazzi del racconto "Il corpo" di Stephen King, accomunati da un'esperienza tanto fantastica quanto drammatica, che li porterà inevitabilmente a crescere e che segnerà l'ingresso nella vita adulta; non solo, ma la presenza ossessiva degli omini di gesso mi ha fatto pensare al personale incubo della mia infanzia, Pennywise, il malvagio pagliaccio di It, foriero di oscuri avvenimenti.

E' un romanzo che si lascia divorare, capitolo dopo capitolo; non riuscivo a interrompere la lettura tanta era la voglia di scoprire ciò che sarebbe accaduto; l'Autrice ha creato una trama intricata e piena di nodi (che vengono al pettine, tranquilli, nulla resta irrisolto), dei personaggi che agiscono destandoci sospetti circa le loro reali intenzioni, un contesto - la tranquilla cittadina, il fitto bosco, un fiume tra le cui fredde acque galleggiano cadaveri... - intrigante e tanti altri particolari che fanno de "L'uomo di gesso" un thriller scritto davvero bene, che coinvolge il lettore dalla prima pagina all'ultima; finale che sa spiazzare il lettore.

Ringrazio la C.E. Rizzoli per la copia omaggio e non mi resta che invitarvi a tuffarvi tra le pagine di questo bellissimo thriller!!

Info sull'Autrice.
C.J. TUDOR è cresciuta a Nottingham, dove vive con la famiglia. Nella vita ha fatto diversi lavori, tra cui la presentatrice per un programma tv in cui intervistava le più grandi celebrità di Hollywood. Ha iniziato a scrivere questo romanzo ispirata da una scatola di gessetti colorati che un amico aveva regalato a sua figlia per il compleanno. Di sera, i disegni sul vialetto avevano un’aria sinistra. I diritti del romanzo sono già stati venduti in 25 paesi ed il libro è stato un caso internazionale all’ultima fiera di Francoforte.



Reading Challenge
obiettivo n.34.
Un libro che contenga esplicite citazioni musicali.

Nel romanzo è citata la frase "Nessuno viene ricordato per le cose che non ha fatto", contenuta in Peggy sang the blues, di Frank Turner.

lunedì 12 febbraio 2018

Commissari in tv, Montalbano... e non solo!



Questa sera in tv, su Rai Uno, andrà in onda il primo dei due nuovi episodi della bella serie con protagonista il commissario più amato d'Italia, Montalbano.

.
La puntata di oggi è tratta dall'omonimo romanzo di Camilleri, La giostra degli scambi; la seconda da un racconto, "Amore", contenuto nella raccolta Un mese con Montalbano.


Altre news di film tratti dai libri:


  • Il 26 febbraio, sempre su Rai Uno, verrà trasmesso La mossa del cavallo, anch'esso tratto dall'omonimo romanzo di Camilleri e con Michele Riondino nei panni del commissario Bovara.

QUI la mia recensione del libro.

  • A breve inizieranno le riprese del  film thriller Non Sono un Assassino, diretto dal regista sardo Andrea Zaccariello.
Il film, ambientato e girato in Puglia, con location nella città di Bari e in altre località, è ispirato al romanzo omonimo del magistrato e scrittore barese Francesco Caringella (Newton Compton Editori, 2014).
Nel cast: Claudia Gerini, Alessio Boni, Riccardo Scamarcio e Edoardo Pesce.
Al centro della storia vi è un poliziotto accusato di omicidio che dovrà dimostrare la propria innocenza.

QUI la scheda del libro.

Fonti:
www.ragusanews.com
http://www.metropolinotizie.it


sabato 10 febbraio 2018

Musica e citazioni letterarie (#4)



Nei suoi testi, il cantautore Claudio Baglioni - che negli ultimi giorni abbiamo visto in tv ogni sera quale co-conduttore e Direttore Artistico del Festival di Sanremo - non di rado infila citazioni letterarie nei testi delle proprie canzoni.

E' il caso di...



siamo sempre qua 
chiusi in un mistero 
che l'amor sia tutto 
e tutto ciò che noi sappiamo 
dell'amore che e un bolero 
in cui ci muoviamo 
noi saremo qua 
tra il falso e il vero 
il bene e il male 
quando voleremo 
digitando uno e zero 
in una realtà virtuale 
o contando il tempo di un bolero 






Fonti:

Testo "Bolero": Testimania
Poesia E. Dickinson: sito
Immagine: web
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