venerdì 29 giugno 2018

RECENSIONE | SALVARE LE OSSA di Jesmyn Ward



L'uragano Katrina sta per arrivare a Bois Sauvage, località rurale del Mississippi, dove vive la 15enne Esch Batiste con la sua famiglia; non resta che aspettarlo e cercare di essere meno impreparati possibile, con la speranza di sopravvivere.


SALVARE LE OSSA
di Jesmyn Ward


NN Editore
trad. M. Pareschi

"...e all’improvviso c’è una spaccatura enorme tra prima e adesso, e mi chiedo dov’è andato a finire il mondo in cui è successo tutto questo, perché noi non viviamo più in quel mondo."

Come ci sentiremmo e cosa faremmo se sapessimo che a breve un forte uragano sconvolgerà le nostre vite, travolgendo con forza case, alberi, portando dietro sè devastazione, fango..., morte?
C'è un modo giusto per prepararsi all'arrivo di questa sorta di "apocalisse" preannunciata, di "diluvio" di biblica memoria, che ci possa minimamente garantire che riusciremo a sopravvivere?

Claude Batiste, vive a Bois Sauvage (località - fittizia - del Mississippi ad altra concentrazione di afro-americani) con i quattro figli - Randall, Esch, Skeetah e il piccolo Junior -, è ossessionato dal pensiero dell'imminente arrivo dell'uragano Katrina e cerca di restare costantemente informato ascoltando la radio e prendendo tutte le precauzioni possibili per resistervi, quando arriverà.
Perchè arriverà, sicuro come la morte; del resto, la loro zona è da sempre soggetta a questi fenomeni.

Nei dodici giorni che precedono l'evento naturale, l'Autrice, attraverso la voce e il punto di vista della giovanissima Esch, ci lascia entrare insieme ai "suoi" ragazzi nella Fossa, "dove tutto il resto lotta con le unghie e coi denti per non morire di fame", questo luogo naturale selvaggio, in cui Esch e i suoi fratelli sono nati e cresciuti, a stretto contatto con l'ambiente circostante, liberi di divertirsi, nuotare... e fare anche le prime esperienze sessuali.

Sì perchè i quattro fratelli hanno fin troppa libertà di fare tutto ciò che vogliono; una libertà che rivela unicamente incuria e disinteresse da parte dell'unico genitore che hanno, papà Claude.
Il padre è un uomo burbero, apre bocca solo per urlare rimproveri o imprecare, affoga la propria solitudine e il proprio dolore per la perdita dell'adorata moglie Rose in fondo alle lattine di birra; la sua assenza fisica lo ha reso estraneo nei confronti della vita e invisibile rispetto ai figli, di cui non ha molta cura.

La mamma di Esch è morta qualche anno prima dopo aver dato alla luce Junior, e da allora il suo ricordo - attraverso foto, aneddoti, oggetti che la riguardano... - è sempre presente nella quotidianità di tutti i membri della famiglia, che risentono e soffrono dell'assenza della mamma, il vero punto di riferimento della casa.

"...noi non avevamo mai smesso di piangere. Solo, lo facevamo in silenzio. Ci andavamo a nascondere. Avevo imparato a piangere senza quasi versare lacrime, ingoiando l’acqua calda e salata e sentendola scorrere giù per la gola. Non potevamo fare altro."

E ora più che mai i ragazzi, tutti adolescenti (tranne il minore) in corsa verso l'età adulta, avrebbero bisogno dell'affetto e delle attenzioni amorevoli che solo una madre sa dare.

Mentre, Randall, il maggiore, pensa alle partite di basket e si occupa più di tutti del vivacissimo Junior, mentre Skeetah deve assistere il suo pitbull, China, che lui addestra per i combattimenti e che ha appena partorito una bella cucciolata..., Esch - innamorata, non ricambiata, di un amico di Randall, Manny - ha scoperto di essere incinta di lui.

La consapevolezza di aspettare un bambino, che nascerà tra baracche e rottami, e molto probabilmente crescerà senza un padre, unita al pensiero di ciò che diranno il padre e i fratelli quando non sarà più possibile nascondere la pancia, terrorizza la ragazza, che cerca una propria forma di consolazione nella lettura di classici come Medea; e lei, similmente alla donna della tragedia greca, sa che il proprio Giasone non le appartiene, che se ne andrà, l'abbandonerà.

Di capitolo in capitolo, anche il lettore - al pari dei personaggi - è in attesa che arrivi "l'ospite indesiderato" e intanto entra nella vita di ogni giorno di Esch e famiglia, conoscendone la povertà, gli stenti, il (poco) cibo sempre uguale, i passatempi...
Esch non è una fanciulla dal cuore di panna, ma non è neanche un maschiaccio totale, per quanto sia cresciuta in mezzo a soli uomini e ne abbia acquisito la ruvidezza, il senso pratico, il disincanto; anche quando parla del sesso condiviso con alcuni ragazzi del villaggio, lo fa con indifferenza, come qualcosa di poco importante, di naturale; eppure in lei c'è una dolcezza che non trova modo di esprimere e un grande bisogno di essere amata e apprezzata per la donna che sta diventando.
Pur essendo molto giovane, sa essere molto lucida nell'analizzare il suo (non)rapporto con Manny, consapevole di come lui la voglia solo per divertirsi; lei lo ama follemente, lo desidera con intensità, ma è tristemente cosciente che il suo è un amore tanto forte quanto inutile.


Ma forse il personaggio con maggior carattere e che ci colpisce di più non è tanto la protagonista e voce narrante, bensì suo fratello Skeetah: irascibile, intelligente, forte, orgoglioso, determinato, si occupa della sua cagna, China, con un amore e una premura quasi ossessive, esagerate, e dimostrerà a tempo debito una forza e un coraggio rari per un adolescente.

Benchè diversi, i suoi fratelli sono un importante sostegno per Esch, e se con Skeetah si capisce anche solo con uno sguardo o un gesto, è Randall colui che veste i panni effettivi dell'uomo di casa: paterno col capriccioso Junior (un bimbo con le gambe secche, le spalle magroline, sempre alla ricerca di avventure), è una presenza rassicurante, matura, saggia, affidabile, su cui tutti in famiglia sanno di poter contare.

Dodici giorni prima che arrivi lei; dodici giorni trascorsi apparentemente come sempre, presi dalle occupazioni e dai pensieri di sempre, in cui veniamo messi a contatto con una storia fatta di sofferenze e abbandoni accettati con la giusta dose di rassegnazione; una storia di povertà, violenza, di ragazzi lasciati soli a se stessi, di furti e combattimenti tra cani addestrati ad azzannarsi, di ringhi feroci a denti scoperti, di momenti di sesso occasionale, di corpi seminudi, sudore, caldo, fango, cene a base di uova e Top Ramen, ma questa "normalità" è solo apparente, perchè il lettore assiste all'incalzante susseguirsi di queste giornate e alle (dis)avventure dei personaggi sempre col pensiero fisso che ciò che è destinato ad arrivare, arriverà, e quando succederà anch'egli si sentirà travolgere e inevitabilmente tratterrà il fiato, in ansia per le sorti della famiglia Batiste.

L'uragano ci viene presentato come un essere oscuro con volontà propria, atteso con timore ma anche con la lucidità di chi non è completamente a digiuno di questi eventi catastrofici.

E quando giunge, Katrina fa quel che deve e che ci si aspetta da lei, "la madre che è entrata nel golfo come una regina per portare la morte" devasta, sradica e abbatte alberi e case (già malmesse e fragili), accompagnata da un minaccioso cielo nero, da un vento sferzante e ululante, da acqua e fango che sommergono, travolgono, annegano, distruggono.

"Salvare le ossa" è un romanzo teso, asciutto, crudo, realistico e comunque pieno di passione, viscerale, "carnale" (passatemi il termine), e il linguaggio riflette quest'aspetto "selvatico", spietato, in cui non c'è nulla di romantico e di poetico, ma non per questo ci priva di tenerezza; vi è una sorta di lirismo che attraversa il libro e che cattura il lettore rendendolo parte integrante di questa storia rude e tenera insieme, in cui i sentimenti presenti sono forti, appassionati: lo è il ricordo struggente e commovente della mamma morta; lo è la cura maniacale di Skeet verso China; lo è l'amore di Esch per l'arrogante Manny; lo è la solitudine rabbiosa del padre, affogata nell'alcool; e lo è la speranza di chi, abituato a un ambiente ostile che nulla regala, sa di dover combattere per resistere all'imminente tempesta e per veder sorgere il sole anche domani.
Se vuoi sopravvivere, non devi arrenderti alla corrente ma nuotare, nuotare con tutte le forze che hai, perchè la salvezza è lì che ti aspetta.

Essendo il primo libro di una trilogia, si giunge all'ultima pagina con la sensazione che la storia non finisca lì.

Che dire, se non che è stata una lettura appassionante, di quelle che ti prendono dal primo momento per come sono scritte e per quello che narrano?

Sarei curiosa di leggere anche gli altri due libri.




«Dare la vita a qualcuno (...) significa capire per cosa vale la pena combattere. 
E che cos’è l’amore».

giovedì 28 giugno 2018

Libri per me, tra omaggi e acquisti a poco prezzo



Ultime new entry nella mia libreria personale!!

I primi due sono dei graditissimi omaggi delle C.E.

RITROVARSI di Raffaele Messina: un romanzo ambientato tra Capri e Napoli durante i dolorosi anni della Seconda guerra mondiale. Il racconto dell’iniziazione del giovane Francesco alla vita, ai suoi piaceri e ai suoi affanni, in un’epoca e in una società difficili, in cui non era possibile manifestare il proprio credo e i propri valori. È anche la storia di un amore che vince il tempo e lo spazio, e del sogno di un’esistenza vissuta nella pace e nel rispetto degli esseri umani. 
Ritrovarsi è un inno alla libertà e al coraggio di agire e di amare nonostante le difficoltà che purtroppo fanno parte del cammino dell’uomo. Un romanzo che racconta senza ingentilirli gli aspetti più cruenti dell’occupazione tedesca nel napoletano, riservando un posto particolare alle “Quattro giornate di Napoli” e alle disastrose conseguenze sulla città e sul destino del protagonista.




Il Fuoco Segreto di Altea di Isabel Harper: un tempo l’isola di Altea era un paradiso, ma ora sta morendo. I suoi abitanti diventano ogni giorno più grigi e spenti: la loro forza vitale si sta esaurendo. Come è potuto accadere tutto questo? Solo l’arconte Vimperion, il tiranno che non invecchia mai, e pochi ribelli lo sanno: la Fiamma di Altea, il mitico Fuoco Segreto, è scomparsa. Ora l’arconte e i ribelli la cercano: Vimperion per preparare il siero che allunga la vita; gli Arconti Ombra, a capo dei ribelli, per risvegliare gli abitanti dell’isola prima che sia troppo tardi. Purtroppo la polizia segreta di Vimperion impedisce agli Arconti Ombra di agire liberamente, costringendoli a scegliere due ragazzi inesperti cui affidare la più pericolosa delle missioni: ritrovare la Fiamma di Altea.
E qui inizia la nostra storia, tra biciclette a vapore, bizzarre invenzioni e animali fantastici…


Gli altri due volumi li ho presi alle bancarelle dell'usato.


IL PARTIGIANO JOHNNY di Beppe Fenoglio: Johnny, la Resistenza e le Langhe sono i tre protagonisti a pari titolo di questo romanzo, trovato tra le carte di Fenoglio dopo la morte. Cronaca della guerra partigiana, epopea antieroica in cui l'autore proietta la propria esperienza in una visione drammatica, Il partigiano Johnny rivela un significato umano che va ben aldilà di quello storico-politico. Dalla formazione delle prime bande fino all'estate del '44 e alla presa di Alba seguiamo l'odissea di Johnny e dei suoi compagni fra gli ozi forzati nei casali, le imboscate contro gli automezzi fascisti, le puntate per giustiziare una spia in pianura, le battaglie campali, i rapporti tra le varie formazioni ribelli.

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MEDEA, TROIANE, BACCANTI di Euripide. 

La Medea fu composta nel 431 a.C. e formava trilogia con Filottete e Dictys; dramma satiresco I mietitori.

Medea e Giasone si sono rifugiati a Corinto in seguito alla conquista del vello d’oro. Dal loro matrimonio sono nati due figli, ma successivamente l'uomo lascia la moglie per sposare la figlia del re di Corinto, il quale ordina l’esilio per Medea e per i figli. La donna medita vendetta verso Giasone e la nuova consorte, avvelena quest'ultima e suo padre, e per annientare completamente Giasone, trova la forza di uccidere anche i figli, i cui cadaveri porterà via con sé, sul carro alato di suo nonno Eolo, invocando per Giasone una vecchiaia straziata dal dolore e dal rimorso.

Le Baccanti: Euripide, intellettuale raffinato, rifiuta una visione elitaria del sapere, e crea una tragedia straordinaria, con risvolti profondamente conflittuali rispetto alla tradizione. C'è un dio, Dioniso, che inganna e vince ma senza esiti trionfalistici; c'è un antagonista, Penteo, che viene beffato e fatto a pezzi dalla sua stessa madre: impulsi selvaggi, spettacolarità esasperata, e però anche pietà e sofferenza.

Troiane: macerie fumanti, cadaveri sanguinolenti, pianti e grida di dolore: Troia in fiamme come emblema della caduta di un regno, come luogo archetipico della distruzione e del saccheggio. A partire dal materiale mitico della tradizione arcaica, la drammaturgia di Euripide presenta al pubblico lo spettacolo dei crimini di guerra e la deriva di una popolazione devastata. L'orrore è focalizzato nella prospettiva delle vittime, dei corpi umiliati e spogliati delle loro identità, delle soggettività ridotte a voci sofferenti quanto inermi. Attraverso una complessa costruzione di genere, il destino dei vinti si articola in un defilé di figure femminili che rappresentano altrettanti ruoli e altrettante esperienze travolte dalla spirale della violenza. Ecuba, Andromaca, Cassandra: una regina privata del trono, una vedova cui viene ucciso l'unico figlio, una figlia ritenuta da tutti una povera pazza. Su tutte incombe il trauma della perdita e dello sradicamento: la partenza verso un altrove che significa schiavitù e miseria.


mercoledì 27 giugno 2018

Recensione: 99 GIORNI di K.A. Tucker



Una storia d'amore piena di passione e dolcezza nasce tra le macerie di una violenza inaudita; per superarla e tornare a vivere è necessario dimenticare totalmente il passato e tutto il dolore che vi è dentro o andare avanti nonostante esso?

99 GIORNI
di K.A. Tucker



Ed. Newton Compton
LINK
È sera ed un giovane uomo si sta dirigendo con la propria auto in una solitaria zona boschiva, pregando dentro sé di non trovare ciò che purtroppo teme; la sua è una corsa disperata contro il tempo, che si interrompe drammaticamente alla vista di un corpo steso nell’erba, ricoperto di sangue, il viso stravolto e irriconoscibile…
Ma il ragazzo riconoscerebbe quel corpo amato, quel cappottino rosa, quei capelli biondi…, quel volto - benché tumefatto - ovunque: è il suo amore, la donna da lui amata alla follia, riversa in una pozza di sangue: è morta?, si chiede straziato dal dolore e dal senso di colpa.
Grazie al cielo, no! Ma è in fin di vita, bisogna portarla di fretta in ospedale dove viene ricoverata ed operata d’urgenza, affidata alla professionalità indiscussa della brava e dolce dottoressa Alwood, che è la moglie di Gabe Welles, lo sceriffo.

Al suo risveglio, la ragazza - salvata dalla morte per miracolo - ha una brutta sorpresa: non solo apprende di essere in ospedale e di esservi giunta in condizioni orribili, tanto da ritenersi una sopravvissuta, ma… non ricorda nulla di sé: perché è lì? Chi ha cercato di ucciderla a suon di percosse e tagli crudeli sul suo giovane corpo? Cosa ci fa in Oregon? Ma soprattutto…: come si chiama? Chi è lei?

La paziente viene momentaneamente “battezzata” col nome generico - e da subito detestato dalla stessa - di Jane Doe; la dottoressa Meredith Alwood e tutto il personale ospedaliero si prendono cura di lei per ben tre mesi, aiutando il suo corpo a riprendersi; pian piano, Jane riacquista un minimo di stabilità e serenità, sempre adombrate però dall’insistente e legittima domanda: chi sono io? E perché nessuno mi cerca?
La ragazza apprende, inoltre, con molto dolore, di essere stata non soltanto picchiata a sangue, ma anche stuprata e di aver perso un bimbo (era incinta di dieci settimane). Chi e perché le ha fatto tanto male?

Lo sceriffo, un uomo tutto d’un pezzo, comprensivo ma dall’aria burbera e poco socievole, le garantisce di proseguire nelle indagini, ma intanto per Jane si avvicina il giorno delle dimissioni: dove potrebbe andare, lei che non sa né la propria identità né se e dove si trovi la propria famiglia (sempre che ne abbia davvero una)?

Meredith le propone di accettare l’ospitalità di una loro vicina di casa, Ginny Fitzgerald: un’anziana scontrosa, solitaria, che odia apertamente tutto il genere maschile ed è pronta a suonare in testa la propria scopa a qualunque esponente del sesso forte (tranne Gabe) oltrepassi la soglia del proprio grandissimo ranch, che non lascia da oltre vent’anni, neppure per fare la spesa (gliela fanno i Welles).
Nonostante Ginny non sia l’emblema della gentilezza, accoglie di buon grado Jane, che per prima cosa si disfà del nome provvisorio, dandosene uno che le piace di più: Acqua.

Perché proprio quello? La ragazza ha notato di avere un tatuaggio sul ventre, simbolo dell’acqua, anche se chiaramente non ricorda quando e perché se lo sia fatto.

I giorni passano e lei non rammenta proprio nulla, però per aiutarsi continua le sedute dalla psicologa e tiene un diario in cui scrive delle parole e le associazioni che spontaneamente le sovvengono.

I Welles hanno due figli: la simpatica e vivace Amber (infermiera, che Acqua ha conosciuto durante il ricovero) e Jesse, il bel ragazzo dai capelli corti biondi, il fisico statuario e gli occhi neri profondi, che non abita con i genitori ma ogni tanto va a trovarli.

Ai due basta uno sguardo per sentirsi attratti l’una dall’altro.
Acqua guarda Jesse (da cui Ginny le raccomanda di stare alla larga, perché è un “dannato ragazzo” scapestrato sempre alla ricerca di guai e rogne) e sente qualcosa muoversi dentro, e quando gli è accanto e lui la guarda negli occhi o la sfiora.., lei si sente inspiegabilmente a casa, come se lo conoscesse.

Forse è così? È possibile che Jesse abbia fatto parte della sua “vita precedente”, la stessa di cui Acqua non ha un solo ricordo?

Certo, a volte la notte ha degli incubi, in cui delle figure (uomini?) incombono su di lei con la loro presenza, e una in particolare la terrorizza, ma ad esse Acqua non riesce a dare né un nome né un volto…

Non sapere chi si è dev’essere un’esperienza davvero traumatica, e Acqua si sente sola, senza radici, senza un passato, senza ricordi - belli o brutti che siano - che le dicano chi e cosa è stata prima dell’incidente.
Era una ragazza di 22 anni felice? Sposata? Chi era il padre del bimbo che ha perso?

Una certezza si infila giorno per giorno nella sua testolina, però: ora ha l’opportunità di ricominciare daccapo.
Se la sua mente non vuole ricordare, forse è per proteggerla da verità che è meglio restino sepolte, perché se venissero a galla la farebbero piombare in un baratro di terrore, solitudine e dolore che magari lei non riuscirebbe a sopportare.

Al pari di una fenice, Acqua è risorta dalle proprie ceneri; qualcuno la voleva morta, ma così non è stato: la vita le sta offrendo una nuova possibilità per costruire la propria felicità ricominciando da zero, quindi perché ostinarsi a voler tornare in quel passato che invece non le ha lasciato nulla di buono?

Ma è davvero così? Nulla e nessuno di quel passato merita di essere ripreso e vissuto?

La narrazione, sin dalle prime pagine, si alterna tra passato e presente: il presente è affidato alla voce di Acqua, con la quale ci immedesimiamo, conoscendone i timori, il senso di impotenza, la solitudine, le sofferenze fisiche ed emotive, i tanti dubbi e le domande che l’assillano e che pare non debbano ottenere risposta.

Il passato è affidato a Jesse, il che ci lascia capire che qualcosa di importante lo lega ad Acqua.

Lui forse sa chi è lei? Sa il suo nome, dove viveva, cosa faceva, se era sposata…? E se così fosse…, perché non glielo dice? Perché Jesse (solo lui…? O qualcun altro conosce la verità?) tace, si comporta come se non l’avesse mai veduta prima, lasciando che tra loro nasca un sentimento che dà ad Acqua la sensazione di rivivere qualcosa di familiare?

Jesse sa solo una cosa e quella vuol perseguire: Acqua ha il diritto di tornare a vivere, di essere felice, al sicuro, circondata da persone che la amano e si prendono cura di lei, e se questo significa tacere su ciò che sa…, ebbene lui starà zitto.

Ma “la verità è come l’acqua: non importa quanti sforzi tu faccia per sotterrarla; troverà sempre qualche via per ritornare in superficie. È volitiva”.

E anche Acqua lo è: è una giovane donna ferita dalla vita; le ferite profonde che hanno solcato il suo corpo ne hanno lasciato altrettante nel cuore, nella mente. Ma guarire è possibile ed Acqua, nonostante le proprie fragilità, è proprio come l’acqua: troverà la propria strada per tornare in superficie?
A darle una mano in questo processo di rinascita c’è Ginny, l’anziana coinquilina che parla a stento (per vent’anni è vissuta sola, in compagnia unicamente del cane) e quando apre bocca è per borbottare, lamentarsi, dire frasi poco carine; eppure, c’è qualcosa che le accomuna: entrambe hanno un passato doloroso, dei tormenti causati da qualcuno che ha recato loro molto male; entrambe hanno bisogno di rinascere, come un albero che sembra ormai secco e che pare non possa dar più germogli.
Forse quell’albero ha soltanto bisogno di acqua per rinnovarsi, per ritrovare la linfa vitale…

“99 giorni” (titolo che condivido poco e che si può solo intuire/immaginare a cosa faccia riferimento; quell’originale è inevitabilmente più azzeccato, “Burying water”) è un romanzo davvero bello, che sa emozionare e coinvolgere il lettore perché narra sì di una storia d’amore sincera, viscerale, ma la colloca in un contesto drammatico, direi tragico; tra queste pagine c’è amore, passione, ma anche dolore, malvagità, un senso di possesso malato verso la donna che toglie a quest’ultima ogni dignità, ogni valore.

Quella di Acqua è la storia di una ragazza semplicemente in cerca di un amore vero, quello delle favole, in cui la fanciulla povera viene salvata da un cavaliere dall’armatura lucente; ma spesso, l’inesperienza abbaglia gli occhi e il cavaliere può rivelarsi un orco cattivo. Arriverà mai il vero cavaliere, magari non in sella a un cavallo bianco (forse su un auto d’epoca dal motore rombante?), pronto a salvarla dall’orco dai crudeli occhi di ghiaccio e a farle vivere quell’Amore puro che merita?

Quella di Jesse è la storia di un ragazzo non privo di problemi, tutt’altro che perfetto, che svolge con passione un lavoro semplice (meccanico, ed è bravissimo nel proprio lavoro), non s’è mai innamorato… prima di incontrare una sconosciuta sul ciglio della strada, rimasta a secco con la benzina, che gli dà un timido e dolce bacio senza neppure conoscerlo. Una ragazza sola, desiderosa di amore, protezione, di carezze e non di pugni, e che invece la vita sta ingiustamente umiliando.

La narrazione resta molto fluida, chiara ed avvincente pur essendo alternata, anzi i  punti di vista di Jesse ed Acqua non confondono la comprensione degli eventi né rallentano il ritmo, tutt’altro, il racconto dell’allora e dell’ora si susseguono e si incastrano armoniosamente, così che i flashback veloci e frequenti (raccontati solo da Jesse) sono assolutamente necessari per capire ogni cosa a poco a poco, un po’ come la memoria di Acqua, che ha bisogno dei suoi tempi per riemergere. 

I due protagonisti sono giovani, è vero, si innamorano (e non una volta sola…) e non mancano un paio di scene sensuali, ma questo romanzo della Tucker è ben più che un semplice young adult, perché affronta tematiche attuali, crude, tristi ma lo fa non lasciando il lettore nell’angoscia, bensì rimarcando un messaggio fondamentale: non c’è dolore, per quanto grande, non c’è ferita, per quanto profonda, non ci sono ricordi, per quanto angosciosi, che possano seppellire né il bisogno di verità né quello di voler tornare a vivere e di provare a cercare la meritata felicità.

Io credevo che mi sarei ritrovata a leggere un libro sentimentale, ricco di stereotipi e magari banale, ma non è così: i sentimenti ci sono ma “99 giorni” è un romanzo sicuramente intenso, capace di smuovere diverse emozioni nel lettore, di commuoverlo, in una parola… non lo lascia indifferente.

Consigliato, soprattutto se vi piace questo mix tra amore e drammi umani ^_-

Burying water è il primo libro dell’omonima serie, composta da altri tre libri: Becoming Rain (La ragazza che amava la pioggia), Chasing River (La cosa più bella che ho), Surviving Ice.



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obiettivo n. 11. 
Un libro scelto a caso dalla pila sul comodino


Per tutta la lettura mi sono lasciata accompagnare dalla musica e dal testo di una canzone di Ermal Meta, che secondo me è proprio azzeccata alla storia d'amore tra Jesse ed Acqua:







Piccola anima
Che fuggi come se 
Fossi un passero 
Spaventato a morte 
Qualcuno è qui per te 
Se guardi bene ce l'hai di fronte 
Fugge anche lui per non dover scappare Se guardi bene ti sto di fronte 
Se parli piano, ti sento forte 

Quello che voglio io da te 
Non sarà facile spiegare 
Non so nemmeno dove e perché hai perso le parole 
Ma se tu vai via, porti i miei occhi con te 

Piccola anima
La luce dei lampioni ti accompagna a casa 
Innamorata e sola 
Quell'uomo infame non ti ha mai capita 
Sai che a respirare non si fa fatica 
È l'amore che ti tiene in vita 

(...)


Camminare fa passare ogni tristezza
Ti va di passeggiare insieme? 
Meriti del mondo ogni sua bellezza 
Dicono che non c'è niente di più fragile di una promessa 
Ed io non te ne farò nemmeno una 

Quello che voglio io da te
Non lo so spiegare 
Ma se tu vai via, porti i miei sogni con te 

Piccola anima
Tu non sei per niente piccola 



martedì 26 giugno 2018

Recensione: SMALL TOWN BOYS di Runny Magma



Un ragazzo dalle idee un po' confuse circa il proprio futuro si mette in testa di far luce su un caso di suicidio avvenuto trent'anni prima; un'indagine tutta personale che forse potrebbe, insospettabilmente, aiutarlo a trovare la propria strada...




SMALL TOWN BOYS
di Runny Magma



LINK AMAZON
Niccolò ha 19 anni, ha appena concluso le superiori e adesso è pronto a godersi l'estate.
Beh, più o meno...!
La domanda che tutti gli fanno e che lo fa uscire fuori di testa è sempre la stessa: "Quindi, a quale facoltà ti iscriverai all'Università?".
Una domanda tanto semplice quanto antipatica, per il ragazzo, che ancora non sa cosa vuol fare "da grande" e finora nessuna delle facoltà consigliategli sembra "rappresentarlo".

Niccolò ha anche la testa un po' tra le nuvole per via delle proprie "pene d'amore": ha una bella cotta, già da qualche annetto, per l'ex professore di Filosofia, Bruno, e sogna ad occhi aperti una storia d'amore con lui nonostante li dividano diversi anni di differenza.
E non solo: Bruno è vedovo, quindi in teoria dovrebbe essere etero, anche se...

Un giorno si reca al cimitero e lo trova lì, a deporre un fiore sulla lapide della moglie; subito dopo però l'uomo si sofferma, con aria malinconica e triste, presso un'altra lapide, priva di foto: è quella di un certo Loris, morto nel 1987 a 19 anni.
La stessa età di Niccolò, che si sente immediatamente preso da una inspiegabile curiosità circa l'identità e la vita di questo ragazzo.
Come è morto e perchè Bruno era presso la sua lapide? Chi era Loris per lui?

Comincia quindi a indagare, va in giro a far domande e la prima persona che sottopone ad interrogatorio è la cara zia Elena, coetanea di Bruno; Elena è un'eterna single, ha sempre l'aria un po' da sfigata, non ha una grande vita sociale, però è, a dispetto di tutto, giovanile nel modo di pensare, e soprattutto è forse l'unica vera amica di Niccolò (che comunque ha due cari amici in Gionata e Cristina): lo ascolta, gli dà consigli onesti e spassionati, gli fa anche qualche ramanzina ma senza avere la pesantezza di un genitore, e poi sa essere ironica e divertente.
Proprio lei gli dà le prima informazioni su Loris: era gay, "a quei tempi" di omosessualità non era bene parlare ad alta voce e mostrarla apertamente, e il ragazzo veniva costantemente vessato e umiliato da alcuni coetanei, in particolare da due tipacci poco raccomandabili, il Pistola e Salsiccia.

Ma la cosa più strana è che questo Loris aveva una rapporto "speciale" con Bruno: i due stavano forse insieme? Elena lo esclude, vista la differenza d'età che intercorreva tra i due (Bruno aveva circa 13 anni).

Nella mente fantasiosa (e diciamolo, un po' simpaticamente contorta) di Niccolò sorge un dubbio: e se Loris fosse una povera vittima di omofobia e bullismo e non sia morto suicida ma... qualcuno gli abbia dato una spinta per farlo cadere sui binari e a farlo finire maciullato sotto un treno in corsa?

E' possibile, in fondo, che coloro che erano presenti sul luogo della tragedia quando essa avveniva, siano in qualche misura colpevoli! Possibile che la polizia, a quei tempi, non abbia fatto le dovute ed oculate indagini, non abbia interrogato i testimoni?
Che poi, guarda caso, chi c'era quel giorno in cui Loris ha deciso di farla finita...? Sempre loro: Pistola, Salsiccia.... e Bruno!
Quanto è coinvolto Bruno nel presunto suicidio di questo ragazzo con cui aveva un rapporto di amicizia, di affetto?

Non pago delle informazioni ricevute dalla zia, e ignorando le esortazioni di lei a farsi i fatti suoi e a non rivangare fatti del passato ormai sepolti da 30 anni, Niccolò si traveste da Poirot (senza baffi, per carità, e la parlata non ha nulla di francese, ma è tutta toscana) e comincia a fare un sacco di domande a chiunque ricordi "il caso Loris", insistente come neppure gli inviati della Sciarelli saprebbero essere.
Arriva a scomodare persino la mamma del defunto, la buona signora Adele, che rivede in Niccolò la spontaneità presente in quel suo figliolo morto troppo presto, così decide di regalargli una scatola di ricordi appartenuti a Loris; tra essi, oltre a trovare delle musicassette che gli fanno conoscere una certa parte di musica degli Anni '80 a lui ignota (anche a me, sinceramente), gli capita tra le mani un diario, anzi il diario in cui Loris annotava pensieri, canzoni, foto di idoli...
Tra quelle pagine Niccolò si convince di poter trovare indizi che lo conducano alla verità, quella che gli rivelerà come in realtà Loris non si sia suicidato ma sia finito sulle le rotaie perchè spintovi da... Da chi? Qualche ipotetico sospettato c'è, ma dimostrarlo è un'altra storia.

Insomma, la testa gira e il giovanotto si lascia andare a supposizioni azzardate, volte a dimostrare come gli atteggiamenti omofobi e da bulli possano essere davvero pericolosi.

Scoprirà che c'è un'altra verità dietro quella "ufficiale" a cui si era giunti trent'anni fa?

Forse, l'unica verità cui Niccolò giungerà è quella che riguarda se stesso, la propria crescita verso l'età adulta, la consapevolezza di se stesso e di quello che vuol essere e fare nella vita.
Conoscere Loris - attraverso le parole di chi gli ha voluto bene e attraverso i suoi oggetti, i suoi libri, la sua musica, le piccole confidenze scritte e scarabocchiate (alcune delle quali sconvolgeranno un po' Niccolò) su un diario segreto - costituisce per il giovane protagonista una via per conoscere meglio se stesso e da questa storia ne uscirà sicuramente un po' più maturo, indipendentemente da come la sua "sete di giustizia in onore di Loris" verrà soddisfatta (e comunque non di rado è la vita stessa che costringe a "saldare certi conti"...).

"Small Town Boys" è un breve romanzo che, pur appartenendo al genere LGBT, affronta l'omosessualità in modo "soft", con delicatezza; non è un romance, è più un romanzo di "formazione" che vede protagonista un ragazzo gay, che non vive la propria omosessualità in modo drammatico, però al contempo non ne parla neppure apertamente con chiunque. Ad es. coi genitori ha un rapporto molto distante, essi sembrano quasi assenti nelle sue giornate e a parte preoccuparsi che mangi, non c'è grande interesse da parte di mamma e papà verso il loro unico figlio, non nell'instaurare un dialogo con lui, quantomeno.
Fortunatamente c'è zia Elena, una "sfigata felice" in cui il ragazzo ritrova una confidente importante.

La musica è un elemento importante, a cominciare dal titolo, che ho scoperto essere quello di una canzone dei Bronski Beat (1984) e in cui si "parla" di un ragazzo gay che si ritrova isolato, incompreso e vittima di omofobia (nulla è a caso in questo libro); ogni capitolo è introdotto da un titolo in inglese, che poi è il titolo di una canzone sempre risalente agli Anni '80.

Ho trovato la scrittura di Runny Magma matura, capace di alternare toni ironici, simpatici con altri più seri e commoventi, affrontando tematiche attuali e gravi come l'omofobia e il bullismo in modo "leggero" ma non superficiale, attraverso la prospettiva di un ragazzo che, essendo omosessuale, in qualche modo si ritrova a vivere le proprie scelte e il proprio modo di essere nell'ambito di una società in cui l'accettazione dell'altro e di una presunta diversità non è ancora così spontanea ed automatica.

La parlata toscana conferisce genuinità al racconto e personalmente l'ho apprezzata; la narrazione è in prima persona e questo contribuisce sia a rendere il ritmo sempre vivace, sia a "farci entrare nella testa" del protagonista/narratore, che non può non suscitare simpatia.

Consigliato, è una lettura scorrevole, che tocca temi importanti in modo delicato e ironico.

lunedì 25 giugno 2018

IO, GLI ANNI '80/'90 E LE MIE ESTATI DAVANTI ALLA TV



Giorni fa ho risposto al tag "Le mie estati del passato" anticipandovi che avrei pubblicato qualcosa sempre a tema estivo con un occhio al passato, per la serie "50 sfumature di nostalgia" (nulla di deprimente, per carità).

Ecco, la prima categoria su cui mi soffermo oggi è quella del cinema; ad essere precisa, la maggior parte di questi film tv non mi risulta siano passati per il grande schermo ma direttamente per il piccolo, però personalmente li porto nel corazòn perché mi ricordano le mie estati passate, la mia infanzia/adolescenza.

Preciso che questi film li associo all'infanzia essenzialmente per due ragioni (non necessariamente entrambe presenti): 1. mi capitava di (ri)guardarli nel periodo estivo, che fosse di sera o, altrettanto, se non più, frequentemente, nel pomeriggio, quando l'ossessione compiti non c'era; 2. la storia stessa del film è ambientata nei mesi estivi.

Cominciamo dalla mia infanzia, appunto, quindi dai gloriosi Anni Ottanta, e da tre film di avventura - adatti a un pubblico molto giovane ma comunque carini anche per gli adulti - che amavo vedere e rivedere con mio fratello, nei caldi pomeriggi estivi.

Premessa: essendo io un po' ripetitiva, lo riscrivo nel caso non lo avessi già detto in passato (ehm... mi sa di averlo detto...): erano quelli gli anni (fine '80) in cui cominciai ad essere in fissa per un attore americano, allora anch'egli molto giovane: River Phoenix (1970-1993); fissa che si è forse addirittura accentuata dopo la sua morte prematura :-((  che gli ha conferito una sorta di aura leggendaria.

Il mio film preferito, che vede River nei panni di co-protagonista e che gli diede, ai tempi, molta popolarità, è STAND BY ME. RICORDO DI UN'ESTATE (tratto da un racconto di Stephen King, IL CORPO), diretto da Rob Reiner e che vede nel cast anche Will Wheaton, Corey Fieldman e Harry O'Connell (1986).

E' un film sull'amicizia, che ruota attorno a un'esperienza avventurosa vissuta, nell'arco di pochi giorni, da quattro adolescenti, diversissimi caratterialmente ma molto affiatati: Gordon, Chris, Teddy e Vern: i quattro partono, zainetto in spalla, alla ricerca del cadavere di un loro coetaneo, ritrovato morto nei pressi di una ferrovia.
A raccontarci ogni cosa è un Gordon ormai cresciuto, divenuto scrittore, che decide di parlare degli amici, dei fatti e delle emozioni provate in quell'estate del 1960, rimasta indelebile nella sua memoria.

E' un film fatto davvero bene, i giovani attori sono bravissimi, sanno essere tanto buffi, sboccati, quanto teneri; un'avventura che non manca, sul finale in particolare, di commuovere ed è pervasa da quel sapore nostalgico, tipico dell'adulto che guarda all'estate più bella della propria vita e non può fare a meno di emozionarsi.
La colonna sonora, che dà anche il titolo alla pellicola, è celebre ed è, per me, sempre piacevole da ascoltare e riascoltare >>>> QUI

Sono quei film cui sono proprio letteralmente affezionata: ancora adesso, se li danno in tv, non posso non guardarli! 


.
Explorers è un film di fantascienza del 1985, diretto da Joe Dante, con Ethan Hawke, River Phoenix e Jason Presson.Ben, Wolfgang e Darren sono tre distratti ragazzini appassionati di avventure spaziali. Per questa loro mania stanno svegli la notte a progettare viaggi intergalattici.
Sfruttando le loro conoscenze informatiche, i tre riescono a individuare e controllare una forza magnetica che, imbrigliata con l'ausilio di rottami di elettrodomestici, diventa una astronave.


Probabilmente in tanti lo riterranno un gilm mediocre, niente di eccezional,  e sarà sicuramente così, ma io ci sono affezionata *_* 
Stesso discorso per il divertente I GOONIES, diretto da Richard Donner, con Sean Astin, Josh Brolin, Jeff Cohen, Ke Huy Quan, Anne Ramsey, Corey Feldman, Martha Plimpton.
1985

Un gruppo di potenti sta comprando tutte le case del quartiere di Goon Docks con chiari intenti speculativi. Una banda di ragazzini del quartiere, i Goonies, cerca di opporsi, ma non sa neppure da che parte cominciare.
Poi, una sera, rovistando in soffitta, i ragazzi scoprono un'ingiallita mappa spagnola che contiene indicazioni precise su come trovare un antico tesoro. 
La piccola banda penetra così in uno chalet abbandonato e da qui in un labirinto di grotte. I ragazzi però non sanno che il luogo è la base operativa segreta di una banda di ladri capeggiata da "Mamma Fratelli" e dai due suoi violenti figli.



Un'attrice molto in voga negli Anni '80/'90, di cui ho avuto modo di vedere diverse interpretazioni, per lo più in commedie romantiche sentimentali: Molly Ringwald.
n. 1968

Ricordo in particolare questi tre film, che hanno allietato e zuccherato alcune ore pomeridiane - le più calde - davanti alla tv :-)


Un compleanno da ricordare (1984): Samantha resta di sasso quando vede che i suoi familiari, alle prese con i preparativi per il matrimonio della sorella, si sono completamente dimenticati della data del suo sedicesimo compleanno. Sconvolta dall'accaduto, sta già pensando di andarsene per sempre, quando si accorge che il ragazzo dei suoi sogni improvvisamente sembra dimostrare, per la prima volta, qualche attenzione nei suoi confronti.

Pretty in pink (Bella in rosa; 1986): Andie è una bella ragazza senza una lira, costretta a subire tutte le prevedibili umiliazioni da parte dei suoi ricchissimi compagni di scuola. Di lei s'innamora Duckie, studente anche lui e altrettanto povero. Le sue chance di conquistarla sono già scarse, ma diventano pari a zero il giorno che Andie si mette con Blane, bello, ricco e comprensivo...

Per gioco e per amore (1988): una coppia di studenti con grandi progetti per il futuro deve fare i conti con un bebé non previsto.

Sono commediole "cuore-amore", ripeto, le stesse che oggi scarto a priori solo nel leggere il titolo smielato e banale, ma di queste qua ho un dolce ricordo, chiaramente legato più a qualcosa di affettivo che all'oggettiva qualità del prodotto ;-)  A modo loro, con delicatezza, romanticismo e un pizzico di ironia, affrontavano con poche pretese i piccoli grandi tormenti e problemi adolescenzali; sono in genere dei cult per noi che siamo passati per quegli anni ^_-


Il prossimo film vede quale attore protagonista Christian Slater e per qualche tempo ho avuto il dubbio di essermelo inventato di sana pianta, perchè non riuscivo a trovarne traccia in web...; ricordavo grosso modo la trama, il cognome del protagonista (Petrie), avevo in mente anche dei flash relativi a certe scene ecc, ma mi era difficile trovare informazioni in merito (tanto più in italiano); finchè su filmtv ho visto che c'era la
.
scheda... *_*

Amore disperato (1989): tratto da una storia vera: l'amicizia tra un gruppo di adolescenti scorre tranquilla nella noiosa vita di una cittadina della Georgia. A incrinare il loro legame, una ragazza di città appena arrivata in paese: tutti, uno dopo l'altro, finiscono col perdere la testa per lei con le immaginabili comnseguenze.

Ricordo che mi commosse, era drammatico e mi sa che Slater qui era un po' schizzato (e già bravissimo)


Restiamo sul finire degli anni '80 e sul sentimentale, questa volta con un film di culto per quella generazione: Dirty Dancing, con l'indimenticabile Patrick Swayze e Jennifer Grey.

Indimenticabili vacanze del 1963 per la famiglia Houseman. 
1987
In particolare per la figlia Baby, che si lascia attrarre dai balli scatenati che si svolgono nell'albergo della East Coast in cui soggiornano. La coppia regina delle serate è quella formata da Johnny Castle e Penny Johnson, ballerini infaticabili. 
Baby diventa amica di Penny e si trova perfino a sostituirla sulla pista.

Forse i giovani di oggi potrebbero snobbare questo film romantico in cui un'adolescente illibata perdela verginità col maschio sexy di turno, ma a dispetto di tutto Dirty Dancing ha vinto l'Oscar e il  Golden Globes per la miglior canzone - (I've Had) The Time of My Life -.


Per ora mi vengono in mente questi ma ce ne saranno sicuramente altri che la mia memoria per ora si rifiuta di pescare altro dai cassetti, quindi ci accontentiamo :-D

Alla prossima!

domenica 24 giugno 2018

Tre anteprime interessanti (Feltrinelli, Mondadori, Sperling&Kupfer)



Tre generi, tre autori, tre stili narrativi, tre diverse ambientazioni che mi piacciono e solleticano la mia curiosità: la dolce malinconia presente nella sensibile penna della Yoshimoto; le sfumature noir e intricate di Matsumoto Seicho e le avvincenti storie di Philippa Gregory inserite in contesti e periodi storici ricchi di fascino:


LE SORELLE DONGURI
di Banana Yoshimoto


Ed. Feltrinelli
112 pp
12 euro
USCITA
28 GIUGNO 2018
Rimaste orfane, Guriko e Donko gestiscono un sito di posta del cuore che si chiama Le sorelle Donguri (donguri significa ghianda in giapponese). 
Donko è tanto energica e indipendente quanto la sorella è solitaria e taciturna. 
Questo fino a quando Guriko riceve il messaggio di una donna che le scrive del dolore per la perdita del marito, parole che inducono Guriko a ripensare al suo primo amore, Mugi, incontrato ai tempi della scuola e poi sparito nel nulla. 
Segretamente cova da sempre il desiderio e la speranza di ritrovarlo, decide allora di interrompere la sua clausura e di andare a cercarlo. 

Attraverso la voce narrante di Guriko, Banana Yoshimoto affronta temi quali la perdita e il superamento del dolore, ponendo l'accento sul potere salvifico della condivisione e sulla capacità dei sogni di sciogliere tensioni e problemi.






COME SABBIA TRA LE DITA
di Matsumoto Seicho



Ed. Mondadori
USCITA
3 LUGLIO 2018
Tokyo, 12 maggio 1961. Nelle prime ore del mattino, sui binari della stazione di Kamata viene trovato il cadavere sfigurato di un uomo. Impossibile identificarne i tratti, non c'è alcun nome, solo due labili indizi che sembrano non portare da nessuna parte: la voce di un uomo anziano, che i testimoni hanno sentito parlare con un accento caratteristico, e una parola, kameda. 
Per seguirne le tracce l'ispettore Eitarô Imanishi è costretto a una lunga, infruttuosa indagine. 
I mesi passano, gli interrogativi non trovano risposte, anzi aprono solo nuove domande, tutte le vie si rivelano vicoli ciechi. 
Ma l'ispettore Imanishi non è uomo da lasciar perdere. 
E così, quando una serie di circostanze fortuite lo riporta al caso, si rimette in pista, cercando il legame tra il primo delitto e altre morti sospette.
Infaticabile e cocciuto, Imanishi dovrà viaggiare per tutto il Paese, e finirà in un pericoloso labirinto fitto di inganni e false piste, da cui riuscirà a emergere solo a fatica con una sconcertante soluzione.



LA SESTA MOGLIE
di Philippa Gregory



Ed. Sperling&Kupfer
402 pp
19.90 euro
USCITA
3 LUGLIO 2018
A trent'anni Caterina Parr è una donna ancora giovane, eppure già vedova due volte, di due mariti sposati per ragioni molto pratiche e ben poco romantiche. 
Ora, finalmente, ha un amore segreto che la appaga profondamente, e non chiede di più. 
Ma quando un uomo abbastanza vecchio da essere suo padre, un uomo che ha già seppellito quattro mogli, le intima di sposarlo, lei non ha scelta.
Perché Caterina non nutre alcun dubbio sul fatto che quell'uomo sia straordinariamente pericoloso: il suo nome è Enrico VIII, è il suo re e le ultime due regine non sono durate più di una manciata di mesi. 
Per fortuna, e grazie all'intelligenza e alla sensibilità di Caterina, Enrico adora la sua nuova sposa, tanto che la loro unione è benedetta da una sconfinata fiducia reciproca. Indipendente, avida di conoscenza e vivacissima, la nuova regina domina da subito la scena. Prima di tutto riunisce la famiglia reale sotto lo stesso tetto, riportando a casa i principi Elisabetta, Maria ed Edoardo e gettando le basi per il futuro. Poi fonda un circolo riformista proprio nel cuore della corte. Diventa addirittura reggente mentre Enrico è lontano, conquistando definitivamente il capriccioso marito. 
Però qualcuno comincia a pensare che tutto quel potere sia troppo per una donna del suo tempo. 
Qualcuno che insinua il dubbio sulla sua fede. Qualcuno che arriva ad accusarla di eresia. La pena è terribile, Caterina rischia di morire sul rogo. A meno che...





sabato 23 giugno 2018

Tag: Le mie estati del passato



Carissimi, oggi condivido con voi un po' di ricordi dal "sapore d'estate", grazie a un tag ideato da Miki Moz e per il quale sono stata taggata da Silvia di La nostra passione non muore ma cambia colore.

REGOLE DEL TAG:

1) Elencare tutto ciò che è stato un simbolo delle nostre estati da bambini, in base ai microargomenti forniti.
2) Avvisare chi vi ha nominato dell’eventuale post realizzato, contattandolo in privato o lasciando un messaggio sul suo blog.
3) Taggare altri cinque bloggers, avvisandoli.



GIOCO IN CORTILE


C'è stato un periodo, quello delle scuole elementri, in cui il quartiere in cui sono nata e cresciuta era popolato da non poche/i ragazzine/i, più o meno della mia età (qualcuno più grandicello); con le femminucce si giocava soprattutto "a pallavolo" (per carità, una versione molto spartana e giusto per divertirsi un po').


GIOCO IN SPIAGGIA


In spiaggia la classica paletta, col secchiello..., e poi io e mio fratello costruivamo presunti castelli di sabbia, più presunti che castelli ^_^


FUMETTO

Hum... non ho letto moltissimi fumetti da bimba, giusto qualche Topolino, ma pochi; però ricordo che in casa circolavano un sacco di copie di Tex Willer di mio padre, e sfogliarli e leggiucchiarli era sempre una tentazione ^_^

Più che i fumetti, mi piaceva collezionare figurine, sia dei calciatori che delle anime che andavano molto ai miei tempi (parliamo di fine Anni '80), tipo "Una per tutte, tutte per una" (Piccole Donne), "I Puffi" e altri che in questo momento non ricordo.




CIBO



Beh l'estate per me era ed è sinonimo di granite e gelati, quindi andavo di granita all'arancia e, tra i gelati, da bimba mi piaceva il Fior di Fragola; crescendo sono diventata appassionata di Magnum e MaxiBon.

Però non esistevano solo i gelati, eh..! A far da padrone in spiaggia erano i bei paninazzi preparati da mamma, che tra i vari affettati si contraddistinguevano per la presenza dei carciofini sott'olio fatti in casa ^_^


CANZONE


Ci pensavo a pranzo, in vista di un post che stavo preparando, sempre sulla falsariga dei ricordi d'infanzia legati all'estate, con particolare attenzione a film, canzoni e libri (vedremo cosa ne verrà fuori); dicevo, parlandone con mio marito, pensavo alle canzoni che più di tutte associo alle estati di qualche era annetto fa, e mi son venute in mente, d'istinto e senza scervellarmi troppo, "Ti pretendo" di Raf e "Like a prayer" di Madonna, che hanno accompagnato in particolare l'estate del 1989, quando trascorsi qualche giorno al mare con mio fratello e mia madre nella casa estiva di un mio zio; ecco, questi due brani si sentivano tanto in radio.


LIBRO

Il mio amore per la lettura è nato grosso modo verso i 9-10 anni e ricordo che uno dei primissimi libri che ho letto con piacere e di cui ho un ottimo ricordo è sicuramente "Le avventure di Tom Sawyer" di Mark Twain, letto nei mesi di vacanza. 

FILM


Eh..., ho pochi dubbi su quale film per me rappresenti l'estate durante l'infanzia/pubertà: Stand by me. Ricordo di un'estate del Rob Reiner (1986), con il mio amatissimo e compianto River Phoenix.




LUOGO


I luoghi dell'estate sono le località marine non distanti dalla mia città, quindi Marina di Lesina, Campomarino e Capoiale (paesino del Gargano), oltre che le pinete, sempre nei dintorni, in cui facevamo delle belle scampagnate.


VIDEOGAME

E' una categoria di giochi che non sono stati particolarmente presenti nella mia infanzia.


GIOCATTOLO


A me da bambina piacevano molto le bambole, amavo vestirle e rivestirle, lavare loro capelli, vestitini...; c'era una bambolina che mi piaceva tantissimo e ce l'ho ancora, l'avevo chiamata Emily: una damina tutta boccoli e col cappellino.




TELEVISIONE

L'estate era il periodo ideale per guardare tutti i cartoni che mi piacevano (non che non li guardassi negli altri mesi, ma c'erano comunque i compiti da fare); col tempo, mi sono appassionata anche ai film, in particolare a quelli che davano nel pomeriggio su canale 5 e che di solito erano dei drammoni strappalacrime o commedie sentimentali.
Ve ne farò qualche esempio nel post di cui vi ho anticipato sopra.
Non posso non menzionare la bella trasmissione "Giochi senza frontiere", che io e mio fratello aspettavamo ogni anno con trepidazione!


LIFE

Ho dei bei ricordi delle mie estati da bambina, trascorse nella semplicità, con le amichette più care di allora e con cugini e zii, con cui condividevamo "stessa spiaggia, stesso mare" :-D


FOTO DI UN’ESTATE DEL PASSATO


Appena ne trovo una decente, prometto di postarla!!

Ecco i 5 bloggers che nomino, ma in realtà chiunque avesse voglia di fare il tag, è libero di parteciparvi, sarà felice di leggere e conoscere i vostri ricordi!!!


  1. Le storie di Erielle
  2. Blog di cinema e non solo
  3. Un profondo oceano di libri
  4. Ioamoilibrieleserietv
  5. Il profumo delle parole

giovedì 21 giugno 2018

Anteprima Sonzogno: LA LUNA NERA di Winston Graham - dal 6 settembre in libreria




Appassionati della saga dei Poldark, a settembre è in arrivo in libreria il quinto volume della serie di Winston Graham.

1. Ross Poldark
2. Demelza
3. Jeremy Poldark
4. Warleggan


LA LUNA NERA

Ed. Sonzogno
544 pp
19 €
USCITA
6 SETTEMBRE 2018
Cornovaglia, 1794. Tra Inghilterra e Francia infuria la guerra, ma gli affari di Ross Poldark finalmente prosperano, e il suo amore per Demelza, passato attraverso prove tanto difficili, sembra ora aver ritrovato la serenità. 
Tanto più che Elizabeth, la vecchia fiamma di Ross andata in sposa a George Warleggan, ha appena dato alla luce un bambino, nato prematuramente in una notte di eclissi lunare. 

Intorno a loro, però, le passioni avvampano, e nuovi personaggi entrano in scena. Compare infatti il giovane Drake, fratello di Demelza, affascinante e povero come lei, che suscita l'amore di Morwenna, sorella di Elizabeth, promessa a un ricco reverendo. E intanto Ross dovrà lanciarsi in nuove avventure per salvare l'amico Dwight, fatto prigioniero dai francesi. 

Ma la vera minaccia alla felicità dei Poldark è un oscuro segreto che sta per essere rivelato e rischia di distruggere ogni cosa.

QUANTI DI VOI STAVANO ASPETTANDO QUESTO QUINTO VOLUME DELLA SAGA? 



L'autore.
Winston Graham (1908-2003), nato a Manchester e poi trasferitosi a diciassette anni a Peranporth in Cornovaglia, è stato un prolifico romanziere inglese, noto principalmente per la saga di Poldark, la grande opera della sua vita in dodici volumi, e per il thriller Marnie, portato sul grande schermo da Alfred Hitchcock. Warleggan è il quarto episodio della fortunata serie storica ambientata tra il 1783 e il 1820, pubblicata per la prima volta in Inghilterra nel 1945, e di cui Sonzogno ha già tradotto i primi quattro libri.

mercoledì 20 giugno 2018

Recensione: I TALENTI DELLE FATE di Antonella Arietano



Una dolce storia che racconta come nella vita di ogni giorno tutti abbiamo un grande bisogno di riscoprire la meraviglia e la magia nascosta nelle piccole cose e i talenti presenti in ognuno di noi, che aspettano solo di venir fuori per portare un po' di luce nella vita non solo di chi ci è attorno, ma anche nella nostra.



I TALENTI DELLE FATE
di Antonella Arietano




Editore: auto pubblicato
Pagine: circa 248
Prezzo: 2,99 €
Uscita: aprile 2018
«Un Talento è un dono da scoprire».


Elisa è un'adolescente piuttosto solitaria: non ha molti amici, non ama le feste (né darle né parteciparvi) e il suo passatempo preferito è collezionare Fate e tutto ciò che le riguarda.

La sua saggia e comprensiva nonna, conoscendo il modo di fare ruvido e disincantato della nipote, che sembra non avere ancora imparato a trovare una ragione per essere gioiosi e sorridenti ogni giorno, prova a spiegarle cosa sia per lei una Fata:

«Io non vedo le Fate come esserini di luce dalle ali brillanti, abbigliate con graziosi vestitini; io credo piuttosto che le Fate siano tra la gente comune, che siano gente comune.» 
«Cosa?» Elisa parve perplessa. 
«Proprio così! Una Fata a mio avviso non è altro che una persona dotata di un Talento straordinario, capace di creare la magia nella vita quotidiana. Senza bacchette o polvere magica.»

Insomma, le propone una scommessa: cercare la magia nella vita di tutti i giorni. 

«Non occorre vedere per credere, Elisa. 
Ma è anche vero che si può diventare ciechi con la sola forza di volontà.» 
«Che vuoi dire?» 
«Facciamo così: da oggi in avanti iniziamo una specie di gioco, tu e io! Cercheremo la magia nella vita di tutti i giorni!»


La nipote è alquanto scettica ma non se la sente di rifiutare la sfida lanciata dall'amata nonnina, così accetta.

Non passerà molto tempo che il talento meraviglioso di Elisa verrà fuori: lei ama gli animali, e in particolare, l’incontro fortuito col cagnolino trovatello Sam darà il via a un piccolo grande sogno che si realizzerà giorno per giorno e non senza qualche piccolo intoppo: aprire un rifugio per gli animali soli, abbandonati, che siano cani, gatti o conigli, con l'augurio che qualcuno se ne innamori e li adotti.

Ad aiutare Elisa in questa missione c'è Stefano, un amico di scuola con cui ha instaurato un bel feeling, anche se c'è da dire che il ragazzo ha mostrato, nel tempo, molta pazienza con quest'amica particolare, facilmente irritabile e decisamente poco socievole; è stato così "dolcemente insistente", convinto che dietro quella maschera burbera e scontrosa si celasse dolcezza e simpatia, da riuscire ad entrare nel cuore di Elisa...!
Proprio lui, con il suo modo di essere allegro, spensierato, solare, chiacchierone e molto empatico, riesce anche a coinvolgere nella loro sincera amicizia una compagna altrettanto timida e solitaria: Tea, che però col tempo impara a sbloccarsi e dimostra di essere un'ottima compagnia, oltre ad avere anch'ella un requisito fondamentale: ama gli animali ed è entusiasta all'idea di aiutare Stefano ed Elisa nella loro piccola missione.

E se la madre di Elisa è contrariata al pensiero che la figlia si prenda cura di troppi animali abbandonati (e che questo possa avere delle conseguenze), a sostenere la ragazza ci pensa Nonna Gigliola, che coi suoi consigli e tra piatti prelibati e merende deliziose dal lei preparati,  diventa non solo un'alleata per la nipote, ma le dà l'opportunità di avere un posto tutto suo, in cui esercitare questo "talento", così da offrire un posticino ai trovatelli raccattati per strada.

Come dicevo, non mancheranno diversi problemi durante questo percorso di crescita, ma le varie esperienze che la giovane protagonista farà insieme ai suoi amici, umani e non!, l'aiuterà a imparare molte cose.
Ad es., ad essere responsabile: se decide di aiutare gli animali in difficoltà, deve anche poi sapere come gestire la situazione, portarli dal veterinario, sfamarli, e certo è impensabile accollarsi la cura di troppi di loro, quindi c'è da preoccuparsi anche di sistemarli...
Deve imparare a non rifugiarsi dietro piccole (e, solo apparentemente, innocenti) bugie per evitare rimproveri e punizioni da parte della madre (a proposito, anche lei ha bisogno di riscoprire il proprio talento..!); deve essere più aperta ai rapporti umani, senza chiudersi in se stessa ma provando a conoscere gli altri.
E dovrà imparare anche che si può essere fisicamente distanti da chi amiamo senza che ciò significhi perderlo, perchè i sentimenti veri e forti resistono anche alle distanze!

Riuscirà Elisa a coltivare il dono che ha scoperto di avere e a vedere la magia intorno a sé? 
Ogni dono che possediamo può essere messo "al servizio" del prossimo, persone e non, e magari può essere di sprone affinchè anche gli altri si accorgano dei propri talenti e li sfruttino!

La magia non è quella delle favole, non è fatta necessariamente di cose sovrannaturali..; la vera magia è quella "di tutti i giorni, che non ha bisogno di bacchette magiche né di incantesimi. Perché la magia, semplicemente, è alla portata di chiunque la sappia riconoscere.".

E' un romanzo dal linguaggio molto scorrevole, immediato, semplice ma molto curato; la protagonista è un'adolescente e si sa, parliamo di un'età sempre molto complicata, ma Elisa è fortunata perchè, nonostante l'assenza del padre, ha una mamma attenta, severa ma non troppo, che le dà consigli intelligenti e saggi, e una nonna dolce e buona, che asseconda i desideri della nipote senza però essere permissiva, ma sempre aiutandola a responsabilizzarsi e ad essere positiva.

L'evoluzione di Elisa è evidente e la seguiamo passo passo; non manca un pizzico di romanticismo e dolcezza, grazie ai sentimenti che pian piano si intensificano tra Elisa e Stefano; tanti sono i valori presenti, tra cui sicuramente spicca l'amicizia, forse uno dei doni più meravigliosi di cui l'essere umano può godere; un'amicizia non solo tra persone ma anche con gli animali, che meritano rispetto e cura.

La vera magia, comprendiamo insieme ad Elisa, è questa: la vita stessa, con i suoi problemi e le sue gioie, e il talento più grande che possiamo imparare ad esercitare è affrontarla col sorriso, senza abbatterci, facendo qualcosa di utile per il bene di quanti ci sono vicino.

E' stato molto piacevole leggere questo libro, non solo per com'è scritto ma anche per i messaggi positivi in esso contenuti; adatto a lettori giovani, ma non può che far bene a tutte le età, perchè può succedere di non vedere più la magia attorno a noi (a causa delle difficoltà quotidiane), ma essa c'è, è presente attorno a noi, nei sorrisi sinceri degli amici, nella carezza fatta al cane che s'accuccia ai tuoi piedi, nei pomeriggi trascorsi in serenità con chi ami..., insomma in quei gesti e momenti che a volte diamo per scontati, ma che sono importanti perchè ci regalano quella dose giornaliera di felicità di cui abbiamo assoluto bisogno.

Consigliato!

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