domenica 4 ottobre 2020

Recensione: PERDUTI NEI QUARTIERI SPAGNOLI di Heddi Goodrich



Tra queste pagine si consuma una doppia storia d'amore: quella intrattenuta da una ragazza americana con un giovane uomo - attaccato alle proprie radici, alla propria terra - e quella con Napoli, città unica e indimenticabile, capace di risucchiarla totalmente tra i suoi vicoli colorati dai panni stesi che sventolano al sole ed echeggianti di rumori, urla, voci.



PERDUTI NEI QUARTIERI SPAGNOLI 
di Heddi Goodrich



Ed. Giunti
476 pp
"Napoli non era mai una scelta. Era un regalo che ti veniva imposto con le spalle al muro, una questione di nascita o di destino."

Heddi è una ragazza che dagli Stati Uniti è giunta a Napoli per ragioni di studio; frequenta Glottologia all'Istituto Universitario Orientale e il suo soggiorno a Napoli è una vera e propria full immersion in un posto con cui, per quanto non sia casa sua e nel quale lei sia e resti sempre e comunque una straniera - l'americana -, prende famigliarità giorno per giorno, arrivando col tempo a tuffarsi con il corpo, la testa e il cuore nella città partenopea, facendo sua la lingua, accostandosi con curiosità al dialetto, sviluppando una conoscenza profonda, impressionante, e un amore che nascono dall'empatia, da un bisogno di mettere radici in un luogo che possa assumere i contorni rassicuranti di una casa

Quando indichiamo un posto come casa?


"Era un puntino rosso sulla mappa, un punto di riferimento minuscolo ma capace di contenere, a quanto pareva, tutto. Era una parola che si dava per scontata, come se si trattasse semplicemente di una delle emozioni umane più elementari – gioia, rabbia, tristezza, casa – eppure si accendeva lo sguardo a chi la pronunciava."

Napoli diventa la casa, il posto del cuore per Heddi?

In questo racconto, narrato in prima persona, c'è sicuramente un sentimento forte di appartenenza per Napoli, ma a renderla speciale, agli occhi della protagonista, sono soprattutto le persone.

Heddi - che in bocca ai napoletani diventa Eddie, "come Eddie Murphy" - vive con altri studenti fuori sede e fuori corso nei Quartieri Spagnoli, dove la vita nelle case vecchie e "messe male" costa poco, dove presto o tardi ci si abitua a far su e giù tra i piani pericolanti, a passare davanti alle porte dei vicini urlanti, dalla mattina alla sera, espressioni in dialetto stretto, a camminare quasi scontrandosi con uomini, donne, ragazzi, bambini... che sembrano calpestarsi l'un l’altro, in fuga attraverso i vicoli inestricabili, gli edifici poco attraenti che quasi sfidano il cielo, avvolti in uno schiamazzo continuo e quotidiano di voci e grida inarrestabili.

E su tutto c'è lui, il Vesuvio, che come un vecchio saggio sembra osservare ogni cosa e vegliare su tutto e tutti:

"Il Vesuvio non veniva da noi. Se ne stava là a pazientare, ed era capace di aspettare migliaia e anche centinaia di migliaia di anni. Le nostre ambizioni, le nostre paure, il nostro straordinario amore – per il Vesuvio tutto questo non valeva niente. La sua era una saggezza profonda quanto la sua camera magmatica, oppure era semplicemente indifferenza?"

Le giornate spensierate - come possono essere quelle degli studenti lontani da casa, che finalmente vivono da soli, gustandosi l'indipendenza e la libertà - di Heddi trascorrono tra esami e lezioni all'università e le serate con gli amici: gli allegri Tonino e Angelo, l'enigmatico e affascinante Luca, la frizzante Sonia, e lui, Pietro, serio e premuroso.

Pietro Iannace è studente di Geologia, figlio di una famiglia contadina della provincia di Avellino, gente dedita alla terra e ad essa legata da un nodo indissolubile, ostinato, arcaico.

Il ragazzo è un tipo di poche parole, riservato, ma con Heddi è pieno di attenzioni e tra i due nasce un sentimento tenero e forte, che fa sì che la ragazza si senta davvero a casa quando è in compagnia del suo innamorato.
Il loro è un amore dolce, passionale, che li fa sentire vicini l'uno all'altra anche perché entrambi si sentono un po' stranieri a Napoli; infatti benché Vallesaccarda - il paese di Pietro - sia distante dal capoluogo partenopeo solo cento chilometri, il giovanotto sa di appartenere al proprio paesino, alla propria terra, anzi, alle terre dei suoi genitori, che un giorno, si presume, saranno sue e alle quali egli già da adesso lavora duramente, da buon figlio obbediente.

Heddi è una ragazza intelligente, sensibile, che osserva con attenzione tutto ciò che la circonda, che siano le persone, i luoghi, le case, il quartiere, e in generale tutto quello di cui fa esperienza.

Si lascia avvolgere dal calore (e dal "colore", dalla vivacità) delle serate in compagnia dei coinquilini, in veranda, quando l'aria è frizzantina e i brividi sulla pelle regalano una sensazione unica e piacevole; si sente irresistibilmente attratta da Luca, bello, colto, saggio, inafferrabile, parco di sorrisi, e quando è a lei che sorride, Heddi ne è rapita, si sente una privilegiata, come se lui l'avesse scelta, tra tanti, per schiuderle una parte di sé che normalmente nasconde agli altri. Luca, che negli anni successivi continuerà ad esserci, ad attraversare, con la sfuggevolezza che gli è propria, l'esistenza di Heddi, come a suggellare un legame con Napoli e con la vita universitaria che mai si spezzerà, anche quando lei sarà ormai lontana e avrà preso la propria strada e fatto le proprie scelte.

Heddi osserva tanto, a volte in silenzio, a volte osando commenti e domande, pure il suo amore.

Tra i due fidanzati c'è un coinvolgimento sentimentale sincero, che rende felici entrambi eppure...
Eppure una piccola nuvola scura si posa sulla loro relazione e la nostra Heddi, pur essendo molto innamorata, non chiude gli occhi (non totalmente, almeno), non fa finta di non capire e non vedere cosa (e chi!) potrebbe allontanare Pietro da lei, ma anzi ha sempre "le antenne dritte" per captare cambiamenti anche impercettibili, nei gesti, nei toni di voce, nei silenzi.

Con uno sguardo innamorato e affettuoso ma al contempo lucido, Heddi "fotografa" Pietro, la sua personalità da sognatore eternamente indeciso, insicuro e in attesa che qualcosa di decisivo e inequivocabile accada per indicargli cosa deve fare nella vita e qual è il suo posto nel mondo.

Ma una parte di lui sa che il suo posto è là, a Vallesaccarda, nei campi di famiglia, a chinare la schiena e a sporcarsi le mani di terra per continuare ciò che i suoi genitori, nel loro fare sacrifici, nel vivere una vita ritirata, priva di grosse comodità pur di risparmiare soldi e poter allargare la proprietà, hanno accumulato per darlo, in un futuro, ai loro tre figli.
E se gli altri due (tra cui c'è Gabriele, anch'egli studente a Napoli, con il quale Heddi instaura un rapporto di amicizia particolare) non hanno alcun interesse a fare i contadini e i proprietari terrieri, è sulle spalle di Pietro che poggia ogni responsabilità.

E Pietro è (e lo sarà sempre?) diviso, combattuto tra il desiderio (legittimo) di scegliersi la vita che vuole, di trovare un lavoro coerente con gli studi che sta facendo, e soprattutto di sentirsi libero di viaggiare e di vivere il proprio amore con la bella americana - simbolo, in un certo senso, di emancipazione e libertà dalle incombenze famigliari -, e il dovere verso i suoi genitori, che hanno sgobbato (e ancora sgobbano) per lavorare le terre di famiglia e che si aspettano che lui faccia altrettanto.

Pietro prova a far entrare, con discrezione e senza "turbare" la quiete in casa Iannace, la sua baby, e la stessa Heddi si sforza di essere socievole e carina con i genitori di lui, in particolare cerca in tutti i modi di avvicinarsi alla madre, Lidia, di provare a rompere quella scorza dura e diffidente da dentro la quale la signora guarda la ragazza del figlio.
E verso Heddi, Lidia non cede di un millimetro: raramente le parla (se non per rispondere brevemente alle domande della ragazza, che cerca di socializzare) e nel rivolgersi a lei, non la chiama per nome ma utilizza il pronome edda, come a voler sottolineare l'estraneità della presunta nuora rispetto al loro nucleo famigliare; è una donna fredda, cupa, triste, avvilita da mille pensieri, amareggiata verso questi figli ingrati, e anche verso Pietro, che pure cerca di accontentarli e di aiutarli nei lavori di campagna.

Il ritratto che la protagonista ci dà di questa donna di paese, che sembra fragile e depressa ma che in realtà ha una tempra coriacea ed è intenzionata a custodire con ferocia e determinazione l'ordine in casa Iannace, è realistico, nudo e crudo, e la ragazza non può che prendere atto che, molto semplicemente, i genitori di Pietro non la riconoscono quale fidanzata del figlio. Non solo, ma probabilmente la vedono pure come una cattiva distrazione, che potrebbe allontanare Pietro dai suoi obblighi verso di loro.

La storia d'amore tra i due procede, tra momenti di forte vicinanza ed altri in cui si sentiranno distanti, come se tra loro si stesse alzando un muro di incomunicabilità, un muro che segna la differenza tra gli obiettivi che ciascuno si propone di raggiungere: Heddi vuol seguire il proprio cuore ed è disposta a restare accanto a Pietro nonostante le difficoltà...; ma lui? Essere il figlio che obbedisce ai genitori campagnoli ed esigenti può incastrarsi con l'essere lo studente fidanzato con un'americana piena di vita e innamorata?
Cosa deciderà di seguire Pietro: l'amore o i doveri famigliari (e gli interessi materiali derivanti dal portare avanti le proprietà dei suoi)?

La narrazione segue due filoni temporali: il presente e il passato, dove il primo è costituito dallo scambio di email che Pietro e Heddi si scambiano nell'arco di più di un anno e che ci informa su come sono i rapporti tra loro, su cosa fanno e dove vivono attualmente; il passato invece riguarda, appunto, il soggiorno di Heddi a Napoli, nei Quartieri Spagnoli e la sua storia con Pietro.

Se nel racconto del passato, conosciamo due innamorati e il loro legame che va crescendo giorno per giorno, con tutti i problemi e gli ostacoli che la vita riserva, grazie allo scambio epistolare dell'oggi ci rendiamo conto di come entrambi siano cambiati, maturati, di come siano anche più sereni nel rivolgersi l'uno all'altra, senza rinfacciarsi errori e mancanze, ma sempre rimarcando l'affetto indissolubile che li unirà per sempre, anche se sono distanti.
Sì perché qualcosa interviene a separare i due: c'è la possibilità che lo strappo si ricucia? Il loro è quel tipo di amore destinato a resistere, a salvarsi, a vincere contro tutti, o di quelli che, col tempo, guardandoti indietro, ricordi con tenerezza e un pizzico di malinconia e rimpianto, perché sai che ormai appartiene a ieri, a giorni andati che non torneranno?

C'è molto amore in queste pagine, e non solo: c'è la dolcezza e il senso d'ebbrezza per un sentimento che nasce timidamente per poi sbocciare e dar senso a tutto; c'è la paura di perdere l'amore dell'altro; c'è anche la rabbia, per le indecisioni, l'immaturità, la debolezza e le insicurezze di chi dice di tenerci a te ma poi... quanto e cosa è disposto a fare e sacrificare per difendere quest'amore? C'è il coraggio di una ragazza che, innamorata o no, non perde mai di vista se stessa e ciò che vuole, che riconosce il proprio valore e la propria identità, e li difende, pronta ad aprirsi a ogni esperienza, a godere ogni gioia, ad esporsi a ogni ferita, vivendo appieno.

E poi c'è l'amore per Napoli, una città di cui Heddi assapora ogni odore, alla quale si dà tutta e dalla quale riceve tanto; Napoli è così: 

"Soltanto in apparenza facile da districare, ma in realtà dotata di una logica misteriosa che la rendeva una matassa impossibile da sbrogliare."
"Napoli sembrava lontanissima, nello spazio e anche nel tempo. Da quella distanza, era difficile credere che nel mondo esistesse un luogo così sregolato, estenuante ed esagerato – dotato com’era di bellezze feroci e di brutture imperdonabili."

L'Autrice in questo libro ha riversato - e il lettore lo sente in modo vivido e forte - tutto l'affetto e i bei ricordi che conserva della propria esperienza in questa città, che è così: "un tumulto esplosivo e sguaiato", in cui nei quartieri, nelle piazze, per le strade, il chiasso e il caos fanno da padroni; e attraverso la propria prospettiva - che è un mix di "precisione anglosassone e rilassatezza meridionale" -, mentre leggiamo ci sembra di essere con lei per i vicoli assolati, di calpestare i basoli risuonanti sotto i tacchi delle scarpe, di sentire l'afa del caldo estivo, di vedere panni e lenzuola, stesi da un balcone all'altro.

E, per immedesimazione, proviamo anche noi quella inevitabile malinconia presente in tutto il libro e che accompagna chi sa che quel tempo in Italia, in questa meravigliosa città del Sud, con le sue luci e le sue ombre, presto o tardi terminerà, ma la dolce nostalgia per le persone incontrate, per i luoghi visitati (mi sono lasciata ammaliare dal fascino antico di Spaccanapoli e della Napoli sotterranea), l'amore vissuto con la freschezza e l'ardore proprie della gioventù, non scompariranno mai, ma avranno sempre un angolo speciale nel proprio cuore.

C'è cura, attenzione e una grandissima sensibilità nello stile e nella ricerca delle parole, e l'Autrice riesce mirabilmente a farci assaporare e a mettere in risalto la forza e la carica comunicativa della lingua, del dialetto campano, nonché a ritrarre in modo fedele e verace posti, angoli, città e campagna, studenti goderecci e umili campagnoli.

Una lettura davvero bella, in cui senti i palpiti del cuore e le emozioni di chi quei posti, quei vicoli, li ha amati e vi ha lasciato un pezzetto di sé.
Consigliato.

 

sabato 3 ottobre 2020

Frammenti di.... "Perduti nei Quartieri Spagnoli"

 

Brevissimi stralci dall'ultimo libro letto (Perduti nei Quartieri Spagnoli):


"Come potrò mai farti capire quanto della mia anima, della mia pelle, della mia vita, ti appartiene e sarà sempre tuo, anche se le nostre vite girano per il mondo in direzioni opposte?


"Afferrai che la vera infelicità non è stare lontano dalla persona amata, ma starle molto vicino, quasi a portata di mano, senza poterla raggiungere. (...)  Casa. Il vocabolo continuava a farmi girare la testa, ad aggrovigliarmi i capelli. Casa, mi chiedevo, è il luogo dove nasci, o il paese dove tutti parlano la tua lingua? O si tratta semplicemente del posto dove decidi di mettere radici, oppure il posto che ti viene assegnato?".


"Vorrei sentire la tua voce fino all’alba, farmi stringere da te come un regalo da un nastro."


"ho imparato una cosa importante, cioè che si può vivere anche in assenza di risposte concrete. Si sopravvive, la vita va avanti. Il mondo, con le sue maree e ritmi naturali, è comunque bello, anzi bellissimo, anche se (o forse proprio perché) è indifferente ai nostri alti e bassi e cuori infranti."


( H. Goodrich)

giovedì 1 ottobre 2020

BILANCIO DI LETTURE (settembre 2020)



Ed eccomi con le letture settembrine! 






  • IL SILENZIO DELLE RAGAZZE di P. Barker: è la bella Briseide, schiava del Pelìde Achille - il semi-dio temuto dai nemici e venerato dai compagni d'arme, tanto forte quanto spietato - a narrarci, con crudo realismo, la leggendaria guerra di Troia e divenendo portavoce delle donne relegate nelle retrovie della Storia e dalle quali ci si aspettava sempre e solo silenzio e sottomissione.
  • IL GRILLO NARRANTE  di M. Gaudino. Attraverso racconti, pensieri e poesie, con una narrazione affidata a personaggi di fantasia e animali parlanti, sposando la leggerezza della scrittura con la profondità degli argomenti affrontati, l'Autore offre al lettore la possibilità di sintonizzarsi sul proprio mondo emotivo, invitandolo a riflettere sull’avere cura, sull’intimità, sul legame profondo che unisce le persone le une alle altre
  • ALTA FEDELTÀ  di N. Hornby. Alta fedeltà è il ritratto bonariamente tagliente, agile, buffo, ironico, di un 35enne degli Anni Novanta precocemente in piena crisi "di mezz'età", con una caterva di piccole manie e insormontabili insicurezze a fargli compagnia e che rischiano di lasciarlo impantanato in un'esistenza che lui stesso definisce "congelata", piena di zavorre che gli impediscono di crescere e di "spiccare il volo".
  • UN'ESTATE A PIEDI NUDI  di C. Brown. Kate, Jamie e Amanda non hanno nulla in comune: sono tre donne diverse per personalità, estrazione sociale, professione, età anagrafica, ambizioni e sogni nel cassetto. Eppure hanno qualcosa - anzi, qualcuno! - in comune e scoprirlo stravolgerà le loro esistenza: il defunto marito, che ha lasciato in eredità un cottage in Texas cui nessuna delle tre ha intenzione di rinunciare facilmente. Cosa combineranno queste tre mogli ferite e imbrogliate, che si ritrovano a vivere sotto lo stesso tetto?
  • IL COMPRATORE DI TEMPO di R.Baldacci: i protagonisti di questo romanzo, attraverso un incredibile viaggio nel tempo, hanno modo di riflettere su cosa possa dare senso alla vita e riscoprirsi così pronti a diventare adulti.
  • LA RAGAZZA DELLA LUNA di L. Riley: la quinta protagonista tra le sorelle questa volta è Tiggy, amante degli animali e dalla spiritualità molto "accentuata"; la ragazza scoprirà le proprie origini attraverso un viaggio in Spagna, che la porterà dritta nel vivace mondo dei gitanos e del flamenco.

Tra i libri che mi hanno maggiormente colpita inserisco il romanzo della Riley, la cui penna e le cui storie mi fanno sempre volare in posti e tempi lontani; bello anche IL SILENZIO DELLE RAGAZZE perché ha stuzzicato il fascino che provo sempre davanti ai miti greci.


Attualmente ho in lettura:

  • LA VITA INVISIBILE DI IVAN ISAENKO di S. Stambach: sono a metà, più o meno, e mi sta catturando perchè l'arguta voce narrante sa come parlare di sofferenze (indicibili) e solitudine con un'ironia spiazzante.
  • IL DELITTO DI VIA POMA di Igor Patruno: ripercorre il caso dell'omicidio (irrisolto, a distanza di trent'anni) di Simonetta Cesaroni.
  • PERDUTA NEI QUARTIERI SPAGNOLI di Heddi Goodrich: la vita di una studentessa americana nella rumorosa e colorata Napoli.


Tra i film, di rilevante vi segnalo:


LA RAGAZZA DEI TULIPANI di Justin Chadwick, cast: Dane DeHaan, Alicia Vikander, Christoph Waltz, Judi Dench.
La bella orfana Sophia - cresciuta nel convento di Sant'Orsola, sotto la
sorveglianza di una sempre brava 
Judi Dench, badessa battagliera e dal grande senso pratico - viene data in sposa  al ricco mercante Cornelis, molto più grande di lei ma ancora desideroso di darsi da fare per ottenere l'erede che finora gli è stato negato; in passato ha avuto dei figli ma sono entrambi morti, come pure la prima moglie. 
L'uomo è sinceramente affezionato alla giovane e bella consorte, la quale però si innamora, ben presto, di un giovane e affascinante pittore, assunto dal marito per ritrarre entrambi i coniugi. I due vivono una tresca, scoperta dalla fedele cameriera, Maria; quest'ultima rimane incinta del proprio fidanzato - il pescivendolo Willem - ma a causa di un equivoco (generato proprio da Sophia, nell'atto di recarsi dall'amante, tutta coperta da un mantello che le nasconde il viso) il ragazzo lascia Maria e parte per il mare. 
Per evitare che la cameriera venga cacciata di casa, e per poter continuare la sua relazione adulterina, Sophia architetta una serie di inganni e meschine bugie a danno del povero e ignaro Cornelis. 
Complice la crisi economica scoppiata nel 1636  (Bolla dei Tulipani), legata al commercio dei fiori (in cui vengono coinvolti anche il pittore e Willem), gli eventi prendono una piega drammatica e inaspettata, che rischia di rendere tutti infelici. Ma non c'è da temere: è un melò che prevede una fine serena e giusta per tutti.
Un film di costume con un'accattivante ambientazione storica (Olanda, 1636), interessante l'aspetto riguardante il commercio dei tulipani e la speculazione che v'era dietro. La Vikander è sempre deliziosa, pure quando fa la monella inconsapevole; una pellicola che si lascia guardare, con momenti anche ironici e buffi, piacevole per le sue dinamiche e i sotterfugi e che, ripeto, accontenta lo spettatore romantico che non ama i finali amari.



POESIE DEL MESE

Non spuntano fiori sul mio nome
Quando muoio
non importa dove sarò sepolta
in Iraq non spuntano fiori / e qui
nessuno
passando per caso
deporrà una rosa su un nome
che la tua lingua
ha dimenticato."

*****

"Gli uomini decidono le guerre
le donne vivono sulle rovine.
Ci sveglieremo un giorno su un pianeta di donne
in cui nessuna desidera l’altra
se non per l’odore che un uomo
le ha lasciato
sul collo."

 (Manal al-Sheikh).



Manal Al-Sheikh, originaria di Ninive, nel nord dell’Iraq, ha una laurea in letteratura inglese e traduzione. Ha lavorato per anni come giornalista, pubblicando al tempo stesso poesie in riviste irachene e arabe. Ha al suo attivo diverse raccolte poetiche e un’antologia di poesia irachena contemporanea. Nel 2009 ha lasciato il suo Paese per la Norvegia, grazie alla rete ICORN (International Cities of Refuge Network). Vive attualmente a Stavanger, con i figli, e sogna di tornare un giorno in Iraq (fonte).


martedì 29 settembre 2020

Recensione: LA RAGAZZA DELLA LUNA di Lucinda Riley

 

La quinta protagonista tra le Sette Sorelle questa volta è Tiggy, amante degli animali e dalla spiritualità molto "accentuata"; la ragazza scoprirà le proprie origini attraverso un viaggio in Spagna, che la porterà dritta nel vivace mondo delle ballerine di flamenco e nelle usanze antiche dei gitanos.


6. La ragazza del sole
7. ??



LA RAGAZZA DELLA LUNA 
di Lucinda Riley



Giunti Ed.
trad. R. Zuppet
720 pp
Come ogni libro della serie, anche questo si apre con il pensiero della protagonista a Pa' Salt, morto da sei mesi ma sempre vivo nei ricordi e nella mente delle sue adorate figlie adottive.
Sei ragazze adottate quand'erano piccoline e portate dall'uomo nella propria magnifica residenza svizzera Atlantis, sul lago di Ginevra.
Cresciute nell'amore, coccolate da Pa' e dalla governante Ma', le sei sorelle - una volta divenute adulte - sono state messe davanti alla possibilità di scoprire le proprie origini.
Finora Maia, Ally, Star e CeCe hanno raccolto "la sfida" e rivoluzionato le loro esistenza avventurandosi lontano da casa pur di conoscere da vicino il contesto famigliare e culturale che le ha viste venire al mondo.

Ora è il turno della ventiseienne Tiggy (il cui nome è un'abbreviazione di Taygete), che ha appena accettato un lavoro nella riserva naturale di Kinnaird in qualità di consulente faunistico.

Tiggy è una ragazza dolce, sensibile, discreta e riservata; ovviamente ama gli animali e la natura, e trovarsi nell'immensa tenuta del dottor Charlie, in questo luogo selvaggio e completamente isolato nelle Highlands scozzesi, per occuparsi di una razza felina a rischio di estinzione, è per lei un'immensa opportunità per fare un lavoro che ama e in uno scenario fantastico; senza contare che Charlie è un uomo affascinante e gentile, in presenza del quale ogni volta il cuore di Tig perde un battito.
Ma la ragione le ricorda che l'uomo è sposato con la bella (e glaciale) Ulrika e padre di Zara, un'adolescente tutta pepe, e lei non è proprio un tipo da "rovina famiglie"!

A Kinnaird Tiggy fa amicizia con Cal, guardacaccia e coinquilino, che diventa in poco tempo un caro amico; anche con Zara, vivace e un po' ribelle, si instaura da subito un bel feeling; si sa, gli adolescenti, più di tutti, desiderano avere qualcuno con cui parlare liberamente e dal quale non vogliono sentirsi giudicati, e Tiggy è perfetta per questo ruolo, in quanto sa essere un'amica e confidente sincera senza però dimenticare di dare all'occorrenza saggi consigli.

Meno piacevole è la presenza di un ospite della tenuta, tale Zed Eszu, un uomo ricco, borioso, sicuro di sé in un modo irritante, nonché corteggiatore insistente; Tiggy davanti alle avances sfacciate di Zed è confusa: da una parte ne è lusingata, dall'altra lui ha un che di inquietante, le mette i brividi..., e poi sapere che è stato l'ex fidanzato di una delle sorelle non è proprio un buon presupposto per considerare la possibilità di avere con lui più di un'amicizia.

Ma l'incontro più speciale a Kinnaird è quello con Chilly, un vecchio gitano che sembra conoscere molti dettagli del suo passato e di quello di sua nonna: la famosa ballerina di flamenco Lucía Amaya Albaycín. 

Chilly parla poco e quando lo fa pronuncia a mezza bocca enigmi e indovinelli, gettando qua e là frasi sibilline riguardanti il futuro, che Tiggy non sa come interpretare.
Una cosa è certa: lei ha sempre avvertito di possedere delle capacità nascoste e profonde, in grado di metterla in stretta connessione con la natura e, soprattutto, con la parte più spirituale di sé. 
Questa dimensione "mistica" sarà fondamentale per guidarla verso le proprie origini; ad affrettare la sua decisione di lasciare temporaneamente la Scozia e la tenuta dei Kinnaird (la cui situazione finanziaria si sta rivelando, di giorno in giorno, molto precaria) per partire per il Paese in cui ha vissuto (e vive ancora?) la sua famiglia naturale, è un episodio spiacevole, in cui Tiggy resterà addirittura ferita e, soprattutto, non riuscirà a proteggere un cervo meraviglioso e raro dalle grinfie di chi lo vuol fare fuori...

Seguendo le indicazioni di Pa' Salt, una incuriosita ed esitante Tiggy va a bussare a una porticina azzurra nel Cortijo del Aire, a Granada. 

Ad accoglierla ci sono due persone speciali, sue parenti, che aspettavano il suo arrivo con ansia: zio Pepe, fratello di Lucìa Albaycìn, nonna di Tiggy, ed Angelina, nipote della stessa (figlia di un altro fratello).
Angelina è una donna particolare, unica, che non solo racconterà, insieme a Pepe, la storia della famiglia Albaycìn, ma renderà Tiggy anche consapevole del dono che lei ha (e che le permette di curare gli animali col solo tocco delle sue mani) e che è chiamata a sviluppare ed esercitare, nel rispetto della tradizione dei suoi antenati.

Dall'incantevole e fredda Scozia il lettore viaggia insieme alla protagonista e giunge nell'assolata Spagna, venendo proiettato dal 2007 al 1912 (anno in cui nasce Lucìa) e poi negli anni Trenta/Quaranta, in cui seguiamo gli sviluppi delle vicende personali e famigliari della donna, che è stata una delle più acclamate ballerine di flamenco di quel periodo *.

Lucìa ha due piedini che sono il suo tesoro, la sua garanzia per far carriera come ballerina: le basta ascoltare la musica suonata da suo padre Josè (bravo chitarrista) per cominciare a battere i piedi e a ballare incantando tutti gli spettatori.
Questo suo talento la porta inevitabilmente lontana da casa, da Sacromonte (il quartiere di Granada in cui è nata e cresciuta, fino ai dieci anni), da sua mamma Maria e dai suoi fratelli.
Mentre la vita e la carriera di Lucìa, accompagnata dal padre che le farà sia da chitarrista che, in un certo senso, da manager (gestendo i guadagni della figlia, e approfittandosene, essendo lui avvezzo ad alzare il gomito e a cambiare donna ogni settimana), prendono il volo, rendendo il suo nome famoso in tutta la Spagna, la povera Maria deve affrontare da sola la povertà, la fame, le preoccupazioni che le danno i figli, e ad aggravare tutto ci si mette anche la guerra, che inevitabilmente peggiorerà la vita di tutti - dei gitanos in particolare, da sempre oggetto di discriminazione e disprezzo -, provocando disperazione, miseria, morte, distruzione di case e famiglie...

Lucìa è una giovane dal carattere forte, determinato, è un tipetto vivace, anche un po' nervoso, che non sopporta né di essere contraddetta né che le si dica cosa deve o non deve fare; conscia della fama che va aumentando di giorno in giorno grazie alla sua bravura, mostra un'ambizione incredibile, una frenesia nel voler ballare ovunque per essere apprezzata da un pubblico sempre più vasto, che rischia di divorarla, di darle sì il successo e il benessere economico ma togliendole altro..., di più importante.

Conosce, quando è poco più che ventenne, il chitarrista Meñique e con lui nasce una relazione piena di passione, oltre che un rapporto professionale, che porterà i due a suonare e ballare anche fuori dalla Spagna (fino in Argentina), aumentando la gloria di Lucìa.

Ma c'è un tempo per tutto e la vita della ballerina prende pieghe complicate, che la porteranno a fare scelte anche discutibili ma, in fondo, in linea col suo modo di essere.

Tiggy ascolta incantata e rapita il racconto avventuroso della vita movimentata della propria abuela, apprende particolari importanti che l'aiutano a sapere in quale realtà famigliare è venuta al mondo e come in questo si è inserito Pa' Salt.
Il soggiorno in Spagna diventa una tappa fondamentale per la sua crescita spirituale perché la mette di fronte a ciò che lei è, alla cultura dei gitanos, cui appartiene, all'amore per la natura e per gli animali; ma anche la sua vita, come quella di Lucìa tanti anni prima, di ritorno a Kinnaird, prenderà una direzione che lei non avrebbe immaginato e che le donerà quell'armonia interiore di cui è alla ricerca, da sempre.

Anche questo quinto capitolo della saga delle Sette Sorelle non mi ha deluso, perché ho ritrovato la piacevolezza di dinamiche interessanti e intrecci articolati e ben amalgamati tra loro, in cui il presente e il passato finiscono per incontrarsi in maniera armoniosa.
Trovo che i personaggi femminili siano sempre delineati in modo esaustivo, che abbiano personalità accattivanti e strutturate, anche quando magari compiono scelte che io personalmente non condivido, ma che riconosco essere coerenti con il loro temperamento.

Sempre affascinante il riferimento alla mitologia greca e, in questo caso, alle tradizioni dei rom, alle loro credenze, al legame profondo con la natura e la terra, dalla quale si possono ricavare erbe e rimedi naturali per tanti problemi e malesseri.
Lucinda affronta tematiche quali i conflitti di coppia e tra genitori e figli, il rapporto tra la medicina tradizionale e quella naturale, il rispetto per l'ambiente, la flora e la fauna, l'emarginazione dei gitanos nella Spagna di quegli anni descritti nel libro, i doni speciali delle brujas spagnole.

Disseminati qua e là ci cono dei particolari relativi a Pa' Salt (l'intuito di Tiggy le suggerisce che... potrebbe non essere morto! Suggestione?) e alla settima misteriosa sorella; inoltre anche il personaggio di Ma' - sempre un po' sullo sfondo, quale presenza materna rassicurante - assume connotazione enigmatiche, che gettano qualche dubbio nel lettore.

Come sempre, le ultime pagine del volume sono dedicate alla sorella protagonista del successivo romanzo: la modella Electra, che purtroppo non se la passa per niente bene.

Parere positivo anche su questo volume, che consiglio a quanti hanno già iniziato la saga; beh sì, anche a chi avesse voglia di iniziarla dal primo libro...!


il personaggio di Lucìa è stato ispirato da Carmen Amaya, una delle più apprezzate ballerine di flamenco della sua generazione, di origine gitana e dal carattere passionale.

lunedì 28 settembre 2020

Ultimi arrivi nella mia libreria (settembre 2020)



Ieri mattina sono stata al mercatino dell'usato e ho approfittato per comprare tre libri a un ottimo prezzo.

Il primo l'ho scelto perché e di Isabel Allende; il secondo è di Susanne Goga, di cui in passato ho letto I MISTERI DI CHALK HILL; il terzo... è un "libro al buio", nel senso che, mancando di quarta di alette, quarta di copertina... (evidentemente avrà avuto una sovracopertina, che però non è arrivata sulla bancarella), non so che sinossi abbia. Mi chiederete: e perché lo hai preso? Eh, proprio per questo: mi sono lanciata a occhi chiusi, per scoprire la trama solo una volta a casa, cercando in internet.
Devo dire che non mi è andata male, perché mi sembra una bella storia.
Vedremo!!! :=)






IL PIANO INFINITO di I. Allende (Ed. Felteinelli, trad. E. Cicogna)

Il protagonista, Gregory Reeves, è un gringo che incarna molti dei difetti e delle virtù della nostra società degli ultimi cinquant'anni. La vicenda si svolge in un arco di tempo che va dalla bomba su Hiroshima fino ai giorni nostri, passando attraverso le contestazioni del '68 e la guerra in Vietnam. L'autrice affronta i sentimenti dell'emarginazione sociale e del razzismo, la politica, i contrasti tra opulenza e miseria, l'evoluzione del concetto di famiglia, l'incessante ricerca di amore e di equilibrio interiore.


IL SEGRETO DI RIVERVIEW COLLEGE di s. Goga (Ed. Giunti, trad. A. Ferrantini, 432 pp)

Dopo la morte prematura dei genitori, Matilda Gray ha promesso a se stessa di diventare una donna forte e indipendente, e finalmente ha realizzato il suo sogno: lavorare come insegnante di letteratura in un istituto esclusivamente femminile, il prestigioso Riverview College, che si erge imponente dietro una cancellata decorata da unicorni e centauri. 
Ma al rientro dalle vacanze estive, una notizia inaspettata accoglie Matilda: Laura Ancroft, una delle sue allieve più esuberanti e dotate, è partita per un viaggio con il suo tutore e non rientrerà a scuola. Proprio Laura che, con tutta la passione e il coraggio dei suoi diciassette anni, recitando i versi di una poesia aveva confessato a Matilda di essersi innamorata di lei. 
Qualcosa però non quadra: perché nessuno, nemmeno la compagna di stanza di Laura, ha più avuto sue notizie? E perché la preside vuole a tutti i costi mettere a tacere la vicenda? 
Poi, una mattina di ottobre, Matilda riceve una cartolina e scopre sotto i francobolli un messaggio cifrato, che la conduce proprio nella stanza di Laura: lì si nasconde un vecchio diario segreto. 
Chi è l'autrice di quel diario che data addirittura 1600? E cosa c'entra tutto questo con la scomparsa di Laura?
 


LA COLLINA DELLE TIGRI di Sarita Mandanna (Ed. Piemme, trad. S. Bortolussi, 556 pp).


India, 1878. Muthavva si sarebbe ricordata per sempre della mattina in cui aveva dato alla luce Devi, la sua prima figlia femmina. Si era recata nei campi quel giorno e, a un tratto, uno spettacolo meraviglioso si era spiegato davanti ai suoi occhi: centinaia di aironi avevano spiccato il volo nello stesso istante e avevano avvolto la terra, fino a quel momento baciata dal sole di luglio, in un'ombra magica, surreale. 
Si erano poi posati al suolo, esattamente di fronte a lei, e Muthavva aveva sentito che la sua bambina sarebbe arrivata con due mesi d'anticipo, di lì a qualche istante. 
Muthavva non conosceva il significato di quell'apparizione, ma aveva deciso di non confidare mai ciò che aveva visto. Purtroppo però, nonostante l'amuleto regalatole dal sacerdote del villaggio, il destino che l'attende è ricco di dolore e di ostacoli. 
Devi, infatti, all'età di dieci anni vota il suo cuore a un unico uomo, Machu, il cacciatore di tigri, ma uno sventurato incidente la costringe a sposare un uomo che detesta. 
L'unico legame con il suo grande amore rimane "La collina delle tigri", una piantagione di incredibile bellezza che Machu dona alla sua famiglia. 
Per dimostrargli il suo amore, Devi zapperà la terra, tratterà con gli inglesi, i nemici di sempre, piangerà lacrime silenziose. Per poterlo riavere, anche un solo fugace istante.


CONOSCETE QUESTI LIBRI? LI AVETE LETTI?
DALLE TRAME VI SEMBRANO INTERESSANTI?

domenica 27 settembre 2020

Recensione: IL COMPRATORE DI TEMPO di Ramiro Baldacci



Quando si è molto giovani si è inclini a vivere le proprie giornate alla ricerca della spensieratezza e del divertimento, senza soffermarsi troppo su ciò che davvero dona valore all'esistenza, e anzi si tende a sottovalutare o disprezzare molte cose importanti, dandole per scontato: l'amicizia, la famiglia, la scuola e l'istruzione.
I protagonisti di questo romanzo, attraverso un incredibile viaggio nel tempo, avranno modo di riflettere su cosa possa dare senso alla vita e riscoprirsi così pronti a diventare adulti.


IL COMPRATORE DI TEMPO
di Ramiro Baldacci



Ed. il Seme Bianco
215 pp
Omnia vincit amor et nos cedamus amori

Lucia e Alessandro sono due adolescenti al terzo anno di liceo.
Lui è innamorato perso di lei, la quale invece a malapena si è accorta della sua esistenza.
Lui si sente oppresso dai propri genitori, che non tengono conto di ciò realmente il figlio desidera ed è; lei conserva dentro di sé le cicatrici di una brutta esperienza, il cui ricordo non le permette di essere felice.

Entrambi soffrono i tormenti e i malesseri psicologici tipici di questo complicato periodo della vita di ogni persona: sono in conflitto con i genitori - dai quali non si sentono debitamente amati o apprezzati -, frequentano la scuola con superficialità e ritenendola una grandissima seccatura, non condividendo affatto l'entusiasmo dei professori per ciò che è oggetto delle lezioni, soprattutto per gli argomenti - astratti e inutili, dal punto di vista degli studenti - di natura filosofica; sono ragazzi che vivono momenti di contrasto con i coetanei, avvertendo con insistenza solitudine e inadeguatezza, e preferendo quindi alzare muri di incomunicabilità, che finiscono per isolarli, piuttosto che cercare di risolvere le incomprensioni.

Mentre  Lucia, sempre più maldisposta verso tutti, comincia a calare nel rendimento scolastico e a litigare con le amiche (o quelle che credeva tali), ad Alessandro succede qualcosa di assurdo nel corso di una serata in compagnia degli amici di sempre: dopo aver bevuto un alcolico, sviene e... si ritrova in un'altra epoca e in un altro luogo, lontano da casa, dalla famiglia e dagli amici.

Fatica a crederci ma si risveglia nell'antica Grecia, ai tempi del filosofo Talete.
Questa sarà la prima tappa di un viaggio nel tempo che lo porterà avanti e indietro di centinaia di anni e gli permetterà di conoscere personaggi storici importanti, di cui chissà quante volte ha sentito parlare a scuola senza però porvi attenzione: Cartesio, la regina di Svezia, Virgilio, Orazio, Mecenate...

I viaggi temporali di Alessandro sono contrassegnati da molti pericoli, da incontri di vario tipo, sia con esseri mostruosi e creature mitologiche che cercano di fermarlo, sia con persone che, lungi dall'essere "normali", nascondono qualcosa di sovrumano; il ragazzo, spaventato e smarrito all'idea di ritrovarsi in paesi e periodi storici lontani dal suo presente, comprende di volta in volta di non essere davvero solo in questa bizzarra e inspiegabile avventura paranormale: conosce, infatti, coetanei come Erika e Cleo, e i tre realizzano di essere stati loro malgrado coinvolti in una missione più grande di loro e che ha a che fare con un personaggio misterioso, il Compratore di Tempo.
Cosa vuole da loro questa creatura? Quale missione affida ai tre ragazzi? E perché in ogni epoca e luogo ci sono dei nemici che vogliono a tutti i costi impedire questi viaggi nel tempo?

Nel suo essere "in giro"attraversando diverse epoche storiche, Alessandro è tormentato da sogni sibillini in cui è sempre presente la "sua" Lucia, la quale, a sua volta, col passare dei giorni avverte strane sensazioni, perché la sua vita è legata da un filo invisibile a quella del ragazzo che l'ama.

"...pensa al momento presente, è l’unico che conta, non indugiare nel passato e non proiettarti nel futuro; tu stai vivendo adesso, i tuoi sensi ti stanno trasmettendo quello di cui hanno bisogno, assecondali, cerca e  ottieni il piacere, fuggi dal dolore e dalle preoccupazioni, togli il turbamento dalla tua anima e assapora ogni istante della tua vita, senza preoccuparti del dopo. Allontana le persone moleste, ribellati ai compiti impossibili, fai di te stesso il tuo modello di vita, fidati delle tue sensazioni e fanne la tua unica guida."

"Il compratore di tempo" è sì un fantasy ma è anche qualcosa di più: è un romanzo di formazione con spunti davvero originali ed è ricco di avventura; il ritmo è sempre vivace ed incalzante, lo stile di scrittura è accurato, corretto e disinvolto, adeguato ai personaggi, che siano gli adolescenti del nostro tempo o gli uomini colti del passato, come Cartesio o il poeta Virgilio.
I protagonisti hanno modo di crescere e maturare nel corso delle loro strabilianti esperienze, e di farsi domande sull'amore, sull'amicizia - quella vera, che ti spinge a sacrificarti per il bene di chi ti è caro -, sulla ricerca della felicità.
Apprezzabili ed interessanti le disquisizioni filosofiche e i ragionamenti esistenzialistici  presenti nel testo e che inducono il lettore a interrogarsi sull'importanza dello studio, dell'istruzione, della cultura, strumenti validissimi per stimolare il pensiero critico, la riflessione personale su temi importanti, e che quindi possono rivelarsi utili per la costruzione della propria identità e per la ricerca del senso e dell'indirizzo da dare alla vita che ci è stata donata.

Per concludere: una lettura stimolante, ben scritta, che sa catturare l'attenzione di chi legge, coinvolgendolo in un'avventura fantastica che, oltre a intrattenere piacevolmente, ha il suo messaggio profondo. Molto adatta a giovani lettori (e non solo, ovviamente).
Ringrazio l'Autore per avermi dato l'opportunità di leggere il suo libro e non mi resta che consigliarvene la lettura.

venerdì 25 settembre 2020

Booktag autunnale



Cari amici, l'autunno è entrato da qualche giorno e io, amando questa stagione, non posso che proporvi un tag a tema!
Ma attenzione!! Questo tag l'ha inventato e pubblicato sul suo blog Silvia di "La nostra passione non muore ma cambia colore", che ringrazio per la bella idea: è un modo per condividere tra noi le letture che più ci sono rimaste nel cuore, nel bene e, perché no?, anche nel "male" ^_-








SETTEMBRE. 
Un romanzo che ami che parla di scuola


Ci sono diversi libri ambientati a scuola, ma ho scelto di proporvi il primo che, istintivamente, mi è venuto in mente: L'ASSENTE di Jan De Zanger.


RECENSIONE

L'ho scelto perché in esso è affrontata una tematica attualissima: il bullismo.
E' un libro tanto breve quanto diretto e in grado di colpire il lettore, guidandolo a porsi la scomoda domanda: tu cosa avresti fatto davanti a un gruppo di bulli che maltrattava vergognosamente un tuo amico più debole? L'avresti difeso ad alta voce o saresti stato in silenzio, a guardare, a sghignazzare, o forse avresti voltato il viso da un'altra parte perchè semplicemente non erano fatti tuoi?



ARIA FRESCA.
Un romanzo che per te ha significato l’inizio di una “nuova fase”.



A questo romanzo sono affezionata perché la sua giovanissima protagonista mi ha, in un certo senso, guidata verso il mio amore per la lettura e i libri, proprio perché - essendo anch'ella un'appassionata lettrice - è stato automatico immedesimarmi; paliamo degli anni in cui ero alle scuole medie, tempo in cui è sbocciata la mia voglia di leggere... leggere... leggere: UN ALBERO CRESCE A BROOKLYN di Betty Smith.


RECENSIONE




ZUCCA. 
Un romanzo con ambientazione tipicamente autunnale.


Beh, mi è venuto spontaneo pensare a FLOX SORRIDE IN AUTUNNO di Elisabetta Gnone, che è tutto autunnale: dalla copertina al titolo all'ambientazione ^_^


RECENSIONE




VINO. 
Un romanzo che parla del mondo del vino



IL RUBINO INTENSO DEI SEGRETI di Viviana Picchiarelli: in mezzo alle suggestive colline umbre e tra i filari di vigneti stillanti profumi e sapori inconfondibili e inebrianti, si svolge la storia di un'agiata famiglia, dedita da generazioni alla produzione di vini di qualità, che dietro la facciata di rispettabilità e austerità, cela al suo interno segreti, bugie, tradimenti, amori soffocati e tormentati, invidie e gelosie.



HALLOWEEN. 
Un romanzo che ti ha dato gli incubi!


Essendo io una gran fifona, difficilmente mi accosto all'horror; ne ho letti davvero pochi, e tra l'altro non mi hanno provocato incubi; a darmene, invece, è stato il thriller IO UCCIDO di Giorgio Faletti, ma la motivazione è presto detta: lo lessi in un periodo in cui mi è capitato di stare da sola in un appartamento - in cui alloggiavo per ragioni di lavoro - e di affrontare la sera e la notte col terrore (sobbalzavo a ogni minimo rumore); ecco, leggere di serial killer e di donne barbaramente aggredite e fatte fuori non giovò molto al mio cuore già pavido di suo.



FOGLIE COLORATE. 
Un romanzo che è un mix di generi differenti.


99 GIORNI di K.A. Tucker - una storia d'amore piena di passione e dolcezza nasce tra le macerie di una violenza inaudita -  è un mix young adult, romance, dramma psicologico e qualche sfumatura thriller/giallo.



FICHI. 
Un romanzo dolce, per sognare


Ne IL CAVALIERE D'INVERNO di Paullina Simons si racconta la dolce storia d'amore tra Shura e Tania, un sentimento pronto a superare mille ostacoli, lontananza, paure, fame, freddo, sullo sfondo della seconda guerra mondiale, in Russia.


CANDELE. 
Un romanzo che ti fa sentire a casa


LE AVVENTURE DI TOM SAWYER di Mark Twain: non riuscirei a pensare ad un libro diverso! Ha accompagnato la mia infanzia, è un libro del cuore e la casa è dove sta il nostro cuore, no? ^_^



NEBBIE. 
Un romanzo difficile da leggere ma che hai ultimato con soddisfazione.





Credo di poter dire DELITTO E CASTIGO di Dostoevskij: io purtroppo con gli scrittori russi non ho mai sviluppato un gran feeling, però questo classico mi è piaciuto e, nonostante la lettura non l'abbia trovata - ai tempi - agilissima, alla fine so che è un classico che non poteva mancare nel mio background.


CALDARROSTE. 
Un romanzo che ti scalda il cuore


UNA VALIGIA PIENA DI SOGNI della Simons mi ha scaldato il cuore regalandomi una storia d'amore dolce, struggente, con un finale indimenticabile.

martedì 22 settembre 2020

Benvenuto, Autunno!



Oggi entra l'Autunno!!

L'origine della parola autunno deriva dal participio passato del verbo latino “augere”, che significa “aumentare”, “arricchire” >> auctus + la desinenza -mnus danno origine al latino autumnus. 
Andando ancor di più alle origini, rintracciamo la radice sanscrita av- o au- che esprime l'idea del saziarsi, del godere.

Diamo il benvenuto a questa stagione con qualche poesia ^_^








Autunno

Autunno mansueto, io mi posseggo
e piego alle tue acque a bermi il cielo,
fuga soave d'alberi e d'abissi.

Aspra pena del nascere
mi trova a te congiunto;
e in te mi schianto e risano:

povera cosa caduta.

(S. Quasimodo)



Foglie gialle


Ma dove ve ne andate,
povere foglie gialle
come farfalle
spensierate?
Venite da lontano o da vicino
da un bosco o da un giardino?
E non sentite la malinconia
del vento stesso che vi porta via?

(Trilussa)

Camille Pissarro 
Autumn Mood with Nut Tree in Eragny (1892)





Il nome - suo - è "Autunno" -
Il colore - suo - è Sangue -
Un'Arteria - sulla Collina -
Una Vena - lungo la Strada -
Grandi Globuli - nei Viali -
E Oh, l'Acquazzone di Tinte -
Quando i Venti - rovesciano il Bacile -
E versano Pioggia Scarlatta -
Sparpaglia Berretti - laggiù -
Forma rubicondi Stagni -
Poi - avvolgendosi come una Rosa -
se ne va -
Su Vermiglie Ruote -

(E. Dickinson)



Canto d'autunno

Amo dei tuoi lunghi occhi i verdi bagliori
dolce bellezza, ma tutto oggi mi è amaro,
e nulla, il tuo amore, l’alcova o il focolare
vale come il sole sfavillante sul mare.

E tuttavia amami, fammi da madre, tenero cuore,
anche per un ingrato, anche per un malvagio.
Amante o sorella, sii la dolcezza effimera
d’un glorioso autunno o di un sole al tramonto.

Compito breve! L’avida tomba attende!
Ah! Lasciami, la fronte sulle tue ginocchia,
gustare nel rimpianto dell’estate bianca e torrida,
il raggio giallo e dolce dell’autunno pieno.

(C. Baudelaire)



Bosco d'autunno


Ha messo chiome il bosco d'autunno.
Vi dominano buio, sogno e quiete.
Né scoiattoli, né civette o picchi
lo destano dal sogno.
E il sole pei sentieri dell'autunno
entrando dentro quando cala il giorno
si guarda intorno bieco con timore
cercando in esso trappole nascoste.



Vincent van Gogh
 Autumn landscape (1885)


lunedì 21 settembre 2020

Il 21 settembre 1832 moriva Sir Walter Scott



Sir Walter Scott è nato a Edimburgo il 15 agosto 1771, pur avendo studiato come avvocato, è sempre stato attratto dalla scrittura; il suo interesse letterario era inizialmente rivolto alle ballate e infatti la sua prima importante pubblicazione fu The Minstrelsy of the Scottish Border (1802–3), una raccolta in tre volumi di canzoni e poesie tradizionali. 


Da bambino Scott contrasse la poliomielite e temporaneamente perse l'uso della gamba destra; trascorse i suoi primi anni di vita nella fattoria paterna di Sandyknowe, villaggio ubicato in una zona chiamata Border, al confine tra Inghilterra e Scozia; era un'area piuttosto isolata, ma ricca di un grande repertorio di leggende e racconti di avventure, che stimolarono moltissimo la fantasia del ragazzino.
Un secondo periodo di cattiva salute, importante per la sua formazione di futuro scrittore, lo vide in convalescenza a Kelso, dove imparò ancora di più sulle vecchie canzoni e sul folklore della regione. 

Il titolo di Baronetto lo ricevette dopo aver contribuito al rinvenimento dei gioielli della corona scozzese.
Per 111 anni, infatti, i preziosi gioielli di stato della Scozia (gli Honours of Scoltand) sembravano essere irrimediabilmente perduti. Ma grazie allo studio dettagliato della storia scozzese, Scott aveva intuito che essi potessero essere nascosti in una stanza murata del Castello di Edimburgo.
Quando chiese al principe reggente (il futuro re Giorgio IV) di cercarli lì, il principe acconsentì perché gli piacevano gli scritti di Scott. Nel 1818 abbatterono il muro e trovarono la corona, lo scettro e la spada di stato rinchiusi in una vecchia cassa di quercia. Come ricompensa, Scott fu appunto premiato col titolo di Baronetto.

Sapete a chi dobbiamo la diffusione della parola glamour? Proprio a lui, al romanziere Walter Scott, che per primo la introdusse in letteratura.
Essa è una variante dello scozzese gramarye, cioè 'magia, incantesimo', un'alterazione dell'inglese grammar, 'grammatica'.

A lui dobbiamo anche l'aver coniato la frase "Wars of the Roses", usata da Scott per riferirsi alle guerre dinastiche del XV secolo, tra le case reali di Lancaster e York.

Nel 1814 Scott pubblicò il suo primo romanzo, Waverley, che ebbe un enorme successo Ambientato durante la rivolta giacobita del 1745 , è considerato il primo romanzo storico ed è anche l'unico ad avere una stazione ferroviaria intitolata ad esso! 
Waverley fu pubblicato in forma anonima, poiché all'epoca le storie e i romanzi erano considerati inferiori alla poesia, e Scott non voleva danneggiare la propria reputazione. 

L'ultimo romanzo di Scott, The Siege of Malta, è stato pubblicato per la prima volta solo nel 2008. Sebbene sia stato scritto nell'ultimo anno di vita di Scott, 1831-32, questo non vide la luce se non 175 anni più tardi. E' un romanzo storico incentrato sugli eventi del Grande Assedio di Malta da parte dei turchi ottomani nel 1565. 

Ma sicuramente uno dei suoi romanzi più celebri è IVANHOE (1819), che ha contribuito al mito dell'affascinante fuorilegge "Robin di Locksley", meglio conosciuto come Robin Hood.
Si dice che la prima studentessa universitaria ebrea negli Stati Uniti, Rebecca Graz di Filadelfia, sia stata l'ispirazione per il personaggio di Rebecca, figlia di Issac di York.
Questo bellissimo romanzo racconta l'eroica storia del cavaliere sassone Wilfred di Ivanhoe, che ritorna dalla Terza Crociata con Re Riccardo I e deve cercare di sventare il tentativo di Giovanni, il fratello del re, di usurpare la corona quando Riccardo viene preso in ostaggio.

Lo scrittore comprò la bellissima dimora Abbotsford - situata nella regione scozzese del Borders presso Galashiels, sulla sponda sud del fiume Tweed - nel 1811, impiegò tempo e denaro per abbellirla ma sfortunatamente abitò nella sua residenza solo un anno a causa di una crisi economica che lo colpì nel 1825,  quando purtroppo la casa venne ipotecata.


Abbotsford 



Scott morì ad Abbotsford il 21 settembre 1832, all'età di 61 anni. Fu sepolto a Dryburgh Abbey, un'abbazia situata nei pressi del villaggio scozzese di Dryburgh, nell'area di consiglio degli Scottish Borders.










Fonti consultate per il post:

https://interestingliterature.com/
https://airhouses.com/
https://www.nms.ac.uk/
Wikipedia
http://manoflabook.com

domenica 20 settembre 2020

Libri che diventano film

 

Lasciami andare è un film diretto da Stefano Mordini ed è l'adattamento cinematografico del romanzo  Sei tornato di Christopher Coake; il film è interpretato da Stefano Accorsi, Valeria Golino, Maya Sansa e Serena Rossi. 


Marco e Anita sono una coppia che aspetta felicemente un bambino. Marco è estremamente felice della nuova nascita, soprattutto dopo la morte del suo primogenito avuto con la la prima moglie. 
I due dopo aver divorziato hanno abbandonato la casa in cui vivevano, ma un giorno Marco riceve la telefonata della nuova proprietaria dell'appartamento che dice di sentire la presenza di un bambino in casa.
 Al cinema dall'8 ottobre 2020.



Storm Boy - Il ragazzo che sapeva volare è basato sul romanzo del 1976 Storm Boy di Colin Thiele, riadattato ai giorni nostri e diretto da Shawn Seet.

Racconta la storia di Michael Kingley, un uomo d'affari anziano, ormai in pensione, che si diletta a trascorre il tempo tra uffici e in compagnia dei suoi nipoti. L'uomo inizia ad avere ricordi sfocati della sua infanzia, immagini di un passato lontano alle quali non riesce a dare forma. Un tempo dimenticato e così distante da quello che è diventato, che fatica a ricordare.
Ricostruendo il filo narrativo di quei ricordi evanescenti, Michael racconta a sua nipote la sua infanzia, di quando viveva in un paesino nei pressi del mare insieme al padre. Ma soprattutto la sua narrazione si sofferma a quando, da bambino, ha salvato un pellicano orfano, il signor Percival,
Nel cast: Geoffrey Rush, Finn Little, Jai Courtney, Erik Thomson, Brad Williams, Natasha Wanganeen, Trevor Jamieson, Morgana Davies. Al cinema dal 5 novembre 2020.



Ho letto, infine, in web che sarà tratto un film anche dal romanzo di Donatella Di Pietrantonio, L'Arminuta, con la regia di Giuseppe Bonito e sceneggiatura di Monica Zapelli.
Il film è in lavorazione, tant'è che sono aperti i casting. 

Il romanzo, ambientato negli anni settanta in un Abruzzo luminoso, ruvido e dolente, racconta la storia di una ragazzina di tredici anni che tutti chiamano l’Arminuta (in dialetto abruzzese significa la ritornata) che da un giorno all’altro scopre di non essere la figlia delle persone con cui è cresciuta e si trova restituita alla sua vera famiglia. 
Dietro la porta della nuova casa la attende un mondo nuovo, estraneo e rude che sembra appena sfiorato dal progresso (RECENSIONE)


Fonti:

Coming Soon
https://www.filmitalia.org/

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