sabato 9 dicembre 2023

Ultime entrate nella mia libreria (dicembre 2023)

 

Cari lettori, stamattina vi mostro i miei due ultimi acquisti e un ebook che ho potuto scaricare gratuitamente grazie a Fra del blog Non ti sento, sto leggendo: il mio mondo di letture e recensioni.


Feltrinelli
trad. E. Cantoni
352 pp
CHI HA PECCATO di Anna Bailey

È notte fonda quando Emma lascia la sua migliore amica Abigail alla festa alle Tall Bones, il ritrovo nel bosco in cui si danno appuntamento gli adolescenti della cittadina di Whistling Ridge, in Colorado. 
Ma qualcosa di oscuro accade nel bosco perché Abigail scompare. 
Samuel Blake, suo padre, perlustrerà la zona con la polizia urlando invano il nome della figlia, mentre Dolly, la madre di Abi, riuscirà solo a fissare la grande croce sul muro di casa, fumando una sigaretta dopo l’altra, terrorizzata all’idea che sia già troppo tardi per fermare la catena di eventi che si è innescata. 
Tutti hanno dei segreti a Whistling Ridge. Tutti hanno peccato, come tuona ogni domenica dal pulpito il pastore Lewis. 
Ma cosa è successo ad Abi? Chi è il vero colpevole? 
Può succedere di tutto in questa polveriera di rabbia e risentimento, basta solo una scintilla: la verità su quella maledetta notte alle Tall Bones. 


 Ed.Tea
trad. B.ronca
413 pp


 LA CLASSE di Christina Dalcher

Immagina una scuola in cui non c'è spazio per i favoritismi e tutti sono giudicati in base ai risultati; in cui gli studenti migliori non vengono rallentati dai mediocri o presi in giro dai bulli. 
In America, tutto questo è diventato realtà grazie al Q, un quoziente calcolato sulla base di test e sulla condotta, che determina l'istituto da frequentare: gli alunni più brillanti vengono ammessi nelle impegnative Scuole Argento, che assicurano l'ingresso ai college più esclusivi, mentre gli studenti normali rimangono nelle Scuole Verdi. 
Le «mele marce», invece, sono allontanate dalle famiglie e portate nelle Scuole Gialle, dove imparano le materie di base e la disciplina. 
Elena Fairchild ha partecipato alla creazione del sistema Q e lo riteneva la chiave per una società più equa, più giusta. 
Adesso però, dopo alcuni anni come insegnante in una Scuola Argento, è tormentata dai dubbi: sebbene abbia accolto diversi alunni provenienti dalle Scuole Verdi, non ha mai visto qualcuno tornare dalle Scuole Gialle. 
E ora anche lei è una di quei genitori: sua figlia Freddie ha ottenuto un risultato troppo basso e le verrà portata via. Senza esitare, Elena si fa bocciare al test Q per insegnanti e viene trasferita nella stessa Scuola Gialla della figlia...


***********


SOPRAVVIVI ALLA NOTTE di Riley Sager

Novembre 1991. Charlie Jordan ha incontrato Josh Baxter alla bacheca del campus per condividere il 
Time Crime
trad. A.Mattiello
312 pp

lungo viaggio verso l’Ohio; ora è in macchina con lui, che è praticamente uno sconosciuto per la ragazza. 
Entrambi hanno buone ragioni per voler andarsene. Per Charlie, è il senso di colpa e il dolore per lo scioccante omicidio della sua migliore amica, che è diventata la terza vittima dell’uomo conosciuto come il Killer del Campus. 
Per Josh, il motivo è aiutare a curare il padre malato, o almeno così dice. 
Più tempo passa seduta sul sedile del passeggero, più Charlie si accorge che Josh ha qualcosa di sospetto, dai buchi nella sua storia sul padre al fatto che non vuole che lei curiosi nel bagagliaio. 
Mentre viaggiano su un’autostrada vuota nel cuore della notte, una Charlie sempre più ansiosa comincia a temere di essere finita in auto con il Killer del Campus e non ha né un posto in cui fuggire né un modo per chiamare aiuto.
Josh è davvero pericoloso? 
Intrappolata in un terrificante gioco del gatto e del topo, che si svolge su strade nere come la pece e in parcheggi illuminati al neon, Charlie sa che l’unico modo per vincere è sopravvivere alla notte.

mercoledì 6 dicembre 2023

LE MIE LETTURE DI NOVEMBRE 2023


Buonasera, cari lettori!
Eccomi con il mio immancabile riepilogo delle letture del mese precedente.

Il 2023 sta per terminare e in questo mese tirerò le somme per decretare le letture più belle che mi hanno accompagnato durante l'anno.


LETTURE

  1. I GIORNI DEL COBRA di D. Merola:
    noir psicologico - uno spietato killer fa di donne inermi le sue prede, violentandole e uccidendole. Per arrestarlo sarà necessaria la testimonianza dell'unica vittima lasciata in vita (4/5). ADATTO A CHI CERCA STORIE DRAMMATICHE IN CUI L'ASPETTO PSICOLOGICO È FONDAMENTALE.
  2. FINCHÉ IL CAFFÈ È CALDO di di T. Kawaguchi: narrativa giapponese con tocco fantasy grazie ai viaggi nel tempo: in un bar i clienti tentano di comprendere il presente facendo un salto nel passato. Il tempo di un caffè bollente (3.5/5). IDEALE PER CHI DESIDERA UNA LETTURA VELOCE, NON IMPEGNATIVA E DOLCE COME UN CAFFÈ ZUCCHERATO.
  3. LE STREGHE DI MANNINGTREE di A.K. Blakemore: romanzo storico ambientato nell'Inghilterra del 1600 in cui le donne più ai margini della società venivano accusate con troppa facilità di stregoneria e condannate a morte (5/5). SE AMI I ROMANZI STORICI DALLE ATMOSFERE CUPE.
  4. NAUFRAGI DI PAESAGGI INTERNI - Frammenti  di A.Ravazzini: tormenti, pensieri, ricordi vivono tra le pagine di questa raccolta di poesie (3.5/5). SE AMI LE POESIE CHE APRONO IL VELO SULLA DIMENSIONE INTERIORE.
  5. OMICIDIO A MALLOWAN HALL di C.Cambridge: giallo dal sapore vintage ambientato nella villa di Agatha Christie. A indagare è la sua governante dalla chioma rossa e ribelle (4.5/5). OK SE AMI I GIALLI CLASSICI  E CON AMBIENTAZIONE INGLESE.


READING CHALLENGE

SFIDA A POIROT di A.Christie: l'investigatore belga risolve un caso con più omicidi direttamente da casa sua (3/5). PER I FAN DI AGATHA ED HERCULE

Per quanto concerne l'ultimo appuntamento con la Challenge del 2023, ecco gli obiettivi:


CONTEMPORANEO ITALIANO: di Pontiggia non ho mai letto nulla, sarei curiosa di "conoscerlo", per cui per adesso lo tengo come possibilità di scelta;
CONTEMPORANEO STRANIERO: di questo prolifico scrittore, Philip Roth, ho letto solo NEMESI, ne serbo un ricordo positivo; potrei optare per lui, è praticamente in cima ai "papabili";
CLASSICO: hum, non son convinta di buttarmi nuovamente sul classico, anche 'sto mese, però dovessi scegliere Kipling, forse proverei col celeberrimo Libro della jungla;
LIBRO DEL CUORE dell'organizzatrice: Benjamin è in lista da un saaaaaaaacco di tempo, per cui non lo escludo.




Cosa posso dirvi ancora?
Ho letto meno libri della mia personale media ma ci sta, visto che dal 13 novembre ho iniziato una supplenza in una scuola dell'infanzia; termina domani ma è stata una bella esperienza ritornare a lavorare con e tra i bambini, spero si ripeta.

Alla prossima, carissimi :))



martedì 5 dicembre 2023

[ NOVITA' ] USCITE EDITORIALI

 

Buon pomeriggio, cari lettori!

Ho delle uscite editoriali da segnalarvi: date un'occhiata, magari c'è qualcosa che fa al caso vostro.


La Bottega delle parole
135 pp
Parto da “Amaro in vetro” di Davide Carotenuto, un’autobiografia sentimentale che 
analizza i contrasti del complicato mondo femminile e ne racconta le delicate sfumature, spesso invisibili e poco comprensibili agli uomini.
Da una parte il cinismo pragmatico e lo scanzonato, logico disincanto dell’Avv. Carotenuto e dall’altra 
l’autoironico romanticismo e una curiosa fede nel prossimo di Davide si incontrano in questa  autobiografia sentimentale che analizza i contrasti del complicato mondo femminile e ne racconta le delicate sfumature, spesso invisibili e poco comprensibili agli uomini.


Un racconto, in chiave ironica, delle avventure e delle storie di un uomo che, senza prendersi troppo sul serio, inizia un viaggio nell’intricato universo femminile, fino ad arrivare alla scoperta di sé, a una sua evoluzione ma soprattutto a riconoscersi attraverso gli altri e a comprendere i difetti e le fragilità che ha sempre voluto negare senza però mai rassegnarsi a inseguire, tra le sue varie esperienze, quella relazione ideale che tutti cercano.


“A casa, io e te” di Alfredo Carosella è vincitore del Concorso Nazionale di Poesia e
204 pp

Narrativa “Talenti Vesuviani” nella categoria Narrativa legalità.

Mario Russo aveva solo dieci anni quando il 23 novembre del 1980 il terremoto gli ha devastato la casa dove viveva con la mamma casalinga e il padre operaio.
Adesso, davanti alla finestra del suo piccolo alloggio popolare nella periferia est di Napoli, dove vive con il figlio Giovanni affetto da sindrome dello spettro autistico, ripensa a quella notte, ad altre passate “in bianco” e a tutti quei momenti nei quali è stato costretto a cambiare direzione, a ricominciare da
zero.

Dall’oscurità totale alle prime pallide luci e fino all’alba, ricorda la sua adolescenza divisa tra la famiglia d’origine e quella dello zio paterno, che per un periodo lo ha accolto come un figlio. Due famiglie divise e molto diverse tra loro, anche dal punto di vista economico, che per anni hanno nascosto un segreto inconfessabile.
A casa, io e e racconta il disagio sociale della periferia di Napoli, la solitudine, la solidarietà e il
valore dell’amicizia ma soprattutto insegna che la speranza è la chiave per affrontare ogni cambiamento che la vita ci pone davanti.

“A casa, io e te” racconta il disagio sociale della periferia di Napoli, la solitudine, la solidarietà e il valore dell’amicizia ma soprattutto insegna che la speranza è la chiave per affrontare ogni cambiamento che la vita ci pone davanti.



"Anime" di Maria Cristina Buoso è un dialogo a tre voci di fronte a d una scelta difficile che il protagonista deve fare.

Editore: ‎PlaceBook Publishing
96 pagine

Il protagonista, attraverso un percorso lungo e difficile arriverà a capire la sua vera “Anima” e prenderà
una decisione che sconvolgerà non solo la sua vita ma anche quella della sua famiglia e attraverso un
confronto sincero e profondo capiranno cosa è veramente importante per loro.
Tre “Anime” a confronto dove l’amore e il rispetto reciproco saranno decisivi nella scelta finale e dove la famiglia “vera” non è quella tradizionale ma quella ispirata dall’amore.

Pubblicazioni recenti
Nel 2017 “Anime” (1° ed). Nel 2021 “Schegge di parole” , “Delitto al condominio Magnolia”, “Vernissage”. Nel 2022 “L’Incidente”. Alcune sue poesie sono state inserite in “DONNE D'AMORE: Antologia poetica al Femminile”, Il mistero dei sei tiramisù. 2023 Anime (2° Ed.)


domenica 3 dicembre 2023

[ RECENSIONE ] I GIORNI DEL COBRA di Daniela Merola



Una serie di efferati femminicidi sta sconvolgendo Castellammare di Stabia, colorando di sangue i suoi vicoli e riempiendo di terrore i giorni di una calda estate del 2021.
Il commissario di polizia Giulia Cangiato e tutta la sua squadra sono nel pieno di un'affannosa e urgente ricerca del killer - chiamato il Cobra - ma c'è una persona in particolare che potrebbe dare un contributo fondamentale nell'individuazione dell'assassino: Dora Neri, l'unica vittima ad essere stata lasciata in vita.


I GIORNI DEL COBRA
di Daniela Merola


LFAPublisher
328 pp
19.90 euro
In una placida serata estiva una donna cerca di rialzarsi da terra, a fatica: trema, tutto il corpo le fa male, soprattutto il basso ventre, cerca di non crollare nonostante tutto in lei gridi dolore.
Un dolore lancinante cui Dora Neri sa di non poter soccombere perché c'è un figlio che l'aspetta a casa.
Ma prima dovrà recarsi in ospedale, camminando sulle sue scarpe rosse ormai rovinate.
Dora è vittima di stupro e di una brutale aggressione ad opera di un farabutto che s'è divertito sadicamente con il suo corpo; Dora sa di averlo visto, di averne individuato le principali caratteristiche fisiche e di aver udito la voce del bruto mentre ripeteva insistentemente "Io sono il Cobra".
Eppure, quando viene esortata da subito, già in ospedale, a denunciare, è reticente.
Lo è anche in presenza dell'amica commissario, Giulia Cangiato, che conduce le indagini sul killer stupratore che ha già colpito in precedenza e, purtroppo, colpirà ancora dopo poco tempo la violenza subita da Dora.

La Cangiato lavora fianco a fianco con i propri solerti agenti di via Alcide De Gasperi e con l’Ispettore Manuele Basilio; tutti sono determinati a cercare il Cobra e a fermarne i folli atti criminali nei confronti di povere donne inermi.

Il caso di Dora è un'eccezione all'interno del modus operandi del Cobra, in quanto ella è l'unica sua preda a non essere stata uccisa per strangolamento, come invece è accaduto alle altre povere donne da lui raggiunte e uccise, dopo essere state violentate.

La domanda non può che sorgere spontanea: è un caso che Dora sia stata risparmiata? 
Siamo in presenza di un serial killer scaltro, che agisce in maniera organizzata, precisa e, proprio come un essere strisciante, è subdolo, sa come mimetizzarsi tra i cittadini di Castellammare; vive sicuramente una doppia vita e, se ha lasciato Dora in vita, dev'essere per una ragione.

La volitiva e caparbia Giulia sa di dover insistere con l'amica affinché faccia un serio lavoro su sé stessa per recuperare dal proprio inconscio tutte quelle informazioni utili a identificare l'uomo.
Perché di una cosa la stessa Neri è convinta: il Cobra conosce lei... e lei conosce il Cobra.

I ricordi di quella terribile notte sono confusi e vividi al tempo stesso: confuso è il ricordo del volto dell'aggressore ma non la sua stazza e altri particolari fisici; vivide sono le sensazioni e le emozioni collegate a quello che è uno dei traumi più tremendi che una persona possa vivere e che coinvolge ogni parte di sé: il corpo, la mente, il proprio mondo interiore... Tutto sembra andare in frantumi dopo un'esperienza di questo tipo e, se non avesse un figlio da accudire, Dora forse l'avrebbe fatta finita.

Ma non può: deve andare avanti, così cerca di riprendere la propria vita tornando al lavoro (presso un'agenzia di pompe funebri), occupandosi di Aurelio che ha bisogno di lei (il padre è un'assenza cui ormai ci si è abituati) e che desidera trascorrere del tempo con la madre, andando in vacanza...; insomma, Dora Neri deve tirar fuori  quel coraggio che l'è rimasto, seppellire il dolore e l'umiliazione subiti su quella spiaggia per mano di quel mostro del Cobra, indossare le sue scarpe rosse e sforzarsi di non cedere, di non impazzire ripensando a quella maledetta sera.

Ma è impossibile non ripensarci: Giulia le fa pressione affinché ricordi ogni particolare e le impone delle sedute di ipnosi da una psicologa; seppur contrariata, Dora obbedisce ma per lei è uno strazio immane tornare con la memoria alla violenza.
Proprio quando sembra che il volto del Cobra si sveli... ecco che qualcosa la blocca e tornano a dominare le nebbie della confusione e del terrore.
Forse la mente, a modo suo, cerca di proteggerla da una verità troppo scomoda?

Chi è davvero il Cobra e perché il suo inconscio non vuol riportare alla coscienza le sembianze di quel volto truce e odioso?
Dora stessa si persuade che il Cobra è qualcuno che lei conosce... Ma chi? E soprattutto, lui continua a seguirla, a controllarla, meditando di aggredirla ancora e, questa volta, di portare a termine la propria iniqua missione, uccidendola?

Il rapporto d'amicizia tra lei e Giulia si incrina: Dora trova sgradevole e indelicato che il commissario continui a "perseguitarla" perché ricordi, dandole anche la colpa dei successivi omicidi da parte del killer, e Giulia è frustrata perché sa di avere la responsabilità professionale e morale di arrestare il colpevole, che continua imperterrito e impunito a colpire, arrivando anche ad aggredire un agente di polizia.

Le settimane passano e le indagini proseguono, infilandosi in quei pertugi e tra quegli individui loschi e poco raccomandabili che quasi sicuramente conoscono il Cobra e intrattengono anche sporchi affari con lui; ma districarsi tra queste persone prive di moralità non è semplice perché c'è poco da fidarsi della loro parola.

Il punto cruciale resta lei: Dora, la sua testimonianza personale, i suoi ricordi.
Nelle pieghe della sua memoria c'è quel nome, quel volto, c'è lui, il Cobra.

E anche se si rifiuta di pensarci e ripensarci, Dora a un certo punto viene "folgorata" da una verità lampante, improvvisa come un fulmine e devastante come una valanga: le bastano pochi ma decisivi attimi e delle parole scambiate con un uomo che lei conosce (perché legato a una persona a lei vicina) per capire che è lui il Cobra.

Ma rivelarne l'identità non è semplice in quanto rischia di sollevare un polverone, di non essere creduta dalla polizia...
Certe verità possono essere dolorose da accettare e da raccontare, ma stare in silenzio significa rischiare di finire nuovamente nelle mani del predatore e lasciare che egli faccia del male ad altre innocenti.

Dora riuscirà a fare il fatidico nome?
Sarà davvero lui il colpevole o la donna si sta lasciando suggestionare da una fiumana di stati d'animo contrastanti e che neppure lei sa gestire e distinguere?

La narrazione è in terza persona e segue, da diversi punti di vista, le vicende di Dora, Giulia e degli altri personaggi coinvolti, compreso il Cobra; di quest'ultimo l'autrice ci racconta, un po' alla volta, il passato, soffermandosi in particolare sul rapporto con la madre e sull'infanzia del Cobra bambino e ragazzino, il quale aveva nella mamma l'unico modello di riferimento femminile e che costituirà il metro di paragone per ogni donna cui lui si accosterò da adulto.

Il giallo/noir psicologico di Daniela Merola è un viaggio che segue diversi percorsi, che toccano l'universo femminile e quello maschile.
Ci sono le donne che restano avviluppate nella spirale di violenza e morte del serial killer; c'è Dora, che sente ancora dentro e su di sé l'influenza velenosa di quell'essere viscido e, nonostante provi a buttarsi dietro le spalle lo stupro, qualcosa in lei si è rotto per sempre; c'è il commissario Giulia Cangiato, una donna forte, determinata, che non intende demordere nella ricerca dell'assassino e, per farlo, non si tira indietro dall'essere dura anche le persone cui vuol bene, tra cui Dora.
E non ultima c'è Brigida, la povera mamma del Cobra, che - per quanto inconsapevole - sarà, in un certo qual modo, l'origine del male che crescerà sempre di più, di anno in anno, lacrima dopo lacrima, nella mente del figlio, nella cui tortuosa psiche il lettore viene condotto, in una discesa verso il personale e intimo inferno di colui che ha scelto di essere il Cobra, il cui veleno mortifero viene disseminato nelle strade della città.

Violenza di genere, rapporti di coppia, legame madre-figlio (e la sua importanza nel condizionare una vita intera), lo squallore di certi ambienti in cui domina la malavita, l'amicizia e l'amore, il desiderio di riscatto, le bugie e la ricerca della verità, anche di quella che fa male, di quella fraintesa, di quella che non è mai univoca: il romanzo della Merola è denso di tematiche affrontate, intenso e viscerale per come esse vengono esplicitate e raccontate nel susseguirsi di vicende nere, cupe, che affondano le proprie radici tanto nel dolore di chi riceve la violenza quanto nella folle sete di possedere e fare scempio di poveri corpi, in balia di una furia omicida.

Un libro che afferra il lettore sin dalla prima drammatica "scena" sulla spiaggia, portandolo con sé per le strade e nei locali di una città di mare contaminata dalla follia di una mente perversa, mostrandogli il modo di pensare e agire di uno spietato stupratore assassino, lasciandogli avvertire l'urgenza di fermarlo affinché non rovini altre esistenze, con la triste consapevolezza che altri Cobra sorgeranno per sporcare il mondo con la loro malvagità.

Ringrazio l'autrice Daniela Merola per avermi omaggiato di una copia del suo libro e non posso che consigliarvene la lettura, soprattutto se amate i noir e le storie drammatiche in cui è preponderante l'aspetto psicologico.

mercoledì 29 novembre 2023

"Tu sarai sempre la palma intrecciata del cuore" [ versi palestinesi ]



Condivido con voi alcuni versi di alcuni poeti palestinesi in occasione della Giornata internazionale della solidarietà con il popolo palestinese, istituita nel 1977 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite.



TESTAMENTO

Se mi uccidono
appoggiatemi a una roccia,
il viso rivolto al vento,
ch'io muoia
sotto le nubi della sera,
nell'erba del mattino.
Se muoio nel mio letto,
mettetemi nudo sulla terra,
su una collina del mio paese,
e che l'oblio mi liberi;
o ricordatevi di me,
durante le vostre feste più belle.

(Samih AI Kassem)



MORTO IN PIENA COSCIENZA

Quando l'aratro straniero
lacera, o mia terra,
la tua carne violata,
è dalla mia carne che sgorga il sangue.
Le cose svaniscono
nella nebbia
e le lacrime nascono
nella lingua dei
segreti e del miracolo.
La spada di luce si è levata dalla mia fronte
e l'acqua dei fiumi è sgorgata dalle mie dita.
La mia nazionalità?
Il cuore di tutti gli uomini.
Toglietemi un po' questo passaporto!

(Samih Al Kassem)

.


CANZONE PER GLI UOMINI
(versi tratti da)


Con la nostra potenza,
con le croci passate e presenti
varcheremo la soglia
del paziente domani,
apriremo il paradiso dalle porte chiuse,
dalle nostre gole, dalle nostre sofferenze,
tesseremo poemi
e li berremo,
dolci come il vino delle feste.
Cantando nelle strade e nei campi
il nostro sguardo farà sorgere
dal più bello
dal più profondo
dal più lontano
un altro sguardo
che veda solo I'amore
e oda solo la vittoria.

Usciremo dai nostri campi,
usciremo dal nostro esilio,
usciremo dai nostri rifugi,
non avremo più vergogna
se il nemico ci ingiuria.
Non arrossiremo.
Sappiamo usare la falce.

Conosciamo la difesa
dell'uomo disarmato.
Sappiamo costruire
una fabbrica moderna
una casa
un ospedale
una scuola
una bomba
un missile,
sappiamo scrivere i poemi più belli.

(Mahmoud Darwish)


INNAMORATO DELLA PALESTINA
(versi tratti da)


Tu sarai sempre
la palma intrecciata del cuore
che non si piega sotto la tempesta e non sente
oltre le zanne dei lupi.
Palestinesi sono i tuoi occhi, il tuo tatuaggio,
Palestinesi i tuoi pensieri, i tuoi abiti,
i tuoi piedi, la tua forma,
Palestinesi le parole,
Palestinese la voce,
Palestinese tu vivi
Palestinese morrai.

 (Mahmoud Darwish)


martedì 28 novembre 2023

# RECENSIONE # SFIDA A POIROT di Agatha Christie

 

Un uomo dall' identità ignota viene ritrovato morto in casa di una signora cieca che nega di conoscerlo; a rinvenire il cadavere è una giovane dattilografa che rapisce il cuore dell'agente dei servizi segreti Colin Lamb, amico di Poirot, il quale verrà "sfidato" a risolvere il caso comodamente seduto sulla poltrona di casa propria.



SFIDA A POIROT
di Agatha Christie


Mondadori
trad. M.Carones
274 pp
Colin Lamb è un biologo marino e anche un agente del controspionaggio che sta cercando qualcuno al 61 di Wilbraham Crescent in un giorno di settembre come un altro.
Mentre cammina, una ragazza, spaventata e trafelata, gli finisce praticamente tra le braccia mentre fugge dal numero 19, dove ha  appena scoperto un cadavere. 
La donzella si chiama Sheila Webb e quel pomeriggio aveva un appuntamento nel suddetto appartamento in cui vive una donna cieca, la signorina Millicent Pebmarsh, la quale aveva telefonato alla copisteria in cui lavora Sheila chiedendo che le fosse mandata proprio lei per un lavoretto.

Invece di trovare ad attenderla la committente, Sheila si è trovata sotto gli occhi il corpo senza vita di un uomo mai visto prima; ma non è l'unica a non conoscerlo: benché lo sfortunato sia stato assassinato e rinvenuto al n.19, la proprietaria della casa non ha idea di chi sia l'ospite.
Non solo: ma quando viene interrogata dall'ispettore Hardcastle nega di aver mai chiamato in copisteria per richiedere la presenza di questa Sheila!

Le stranezze non sono finite: il morto non ha con sé alcun documento che ne riveli l’identità e in casa sono stati portati - all'insaputa della Pebmarsh - degli orologi, tutti indicanti la stessa ora (sbagliata), vale a dire 4:13.

Insomma, nessuno ha visto niente - pare - e nessuno sa dire chi sia il defunto e come mai sia morto proprio lì.

Hardcastle e Lamb vanno in giro per Wilbraham Crescents interrogando minuziosamente i vicini di Millicent ma, in mezzo alle loro chiacchiere senza capo né coda, non sembra sia ravvisabile alcuna informazione utile per l'indagine.

Lamb allora si rivolge a un amico, l'investigatore Hercule Poirot, appassionato di romanzi gialli e serenamente convinto che per risolvere il dilemma non ci sia bisogno neppure di muoversi da casa: a lui bastano gli appunti di Colin e la propria materia grigia, acuta e instancabile, comincia a mettersi in moto per creare collegamenti, ipotesi e spiegazioni.

Ed effettivamente, l'investigatore dagli inconfondibili baffi riuscirà a scoprire sia l'identità del morto che l'assassino, aiutando uno scettico Hardcastle a venire a capo dell'omicidio dello sconosciuto (e di altri che seguiranno) e dando una mano anche al suo giovane amico Lamb, che troverà la soluzione al mistero che lo aveva portato inizialmente a Wilbraham Crescents. 

Devo ammettere di non aver divorato questo giallo con quella curiosità che i romanzi della Christie esercitano solitamente su di me; lo sviluppo delle vicende non mi ha molto appassionata, ho trovato la narrazione un po' lenta per i miei gusti e forse avrei preferito che la presenza di Poirot fosse maggiore, perché quando c'è lui resto affascinata e divertita dai suoi ragionamenti, dal modo in cui mette insieme tutti i pezzi  per poi esporli con la placida e ironica sicurezza di chi sa di "aver ragione" semplicemente perché "essere sicuri significa che, quando si arriva alla soluzione, tutto va a posto automaticamente, e ci si rende conto che le cose non potevano andare in modo diverso".

Concludendo: Agatha è la regina indiscussa del giallo ed è praticamente sempre una garanzia, ma se dovessi dirvi che questo caso mi abbia preso tanto quanto altri che ho letto, non direi la verità al 100%.
Resta comunque una lettura molto piacevole.

Altri romanzi di Agatha Christie recensiti sul blog:


lunedì 27 novembre 2023

USCITE EDITORIALI [[ Segnalazione ]]

 

Buon pomeriggio, cari lettori!

Oggi diamo spazio alle segnalazioni.

Partiamo da un romanzo di genere fantasy dal titolo "Al di là del Destino" edito da 

LINK AMAZON

ZeroUnoUndici Edizioni che ripercorre tutti i mali che affliggono il mondo in cui viviamo, e che tratta tematiche forti ed estremamente delicate come il suicidio, la depressione e il cyberbullismo, in cui si sviluppano profondi legami di amicizia e grandi storie d'amore, e dove si racconta di come sia possibile cambiare il proprio destino se si lotta con coraggio e con tenacia.

I protagonisti sono le anime di Gary, un ragazzo morto suicida perché sopraffatto dalla depressione, e di Camilla, un’adolescente rimasta vittima di un grave episodio di cyberbullismo che l’ha indotta a togliersi la vita, entrambi puniti con la dannazione eterna.

I due, desiderosi di riscattarsi, grazie all’aiuto di due formidabili alleati, fuggiranno dall’oscura prigione in cui erano stati relegati, instaurando un mirabolante viaggio all’interno del Mondo dell’Aldilà nel disperato tentativo di cambiare il loro destino.



Il secondo libro che vi presento è un mix di fantasia e personaggi che si ispirano alla realtà.

IL RIPARATORE DEL TEMPO di Diego Mo (LINK).

Giorgio, nell’estate del 2020, lascia il Piemonte in cerca di pace nel vecchio casale di famiglia in Calabria. Qui tra riposo e ricordi riscopre nella cassaforte del nonno tre libri, una scatola di foto e un manoscritto. 
Inizia a leggere il primo libro Storia della seconda guerra mondiale e ne resta confuso. Lui non ha mai sentito parlare di questi avvenimenti. 
Incuriosito prosegue la lettura con Il diario di Anna Frank... 
Anna sarebbe morta nel 1942, ma lui sa che Anna è viva e Nobel per la letteratura.
Prosegue con il terzo libro Se questo è un uomo di Primo Levi. Resta sconvolto da ciò che legge. Cerca su internet ma trova poco su Levi e nulla sul libro. 
Tocca ora alla scatola di foto: ecco l’orrore dei lager, dove riconosce un volto che nel suo mondo è uno scienziato, padre di una grandiosa cura. 
Infine il manoscritto… Ecco la verità, la storia pazzesca di suo nonno, il viaggio nel tempo, nel 1908 alla ricerca di Adolf Hitler, la sua missione era ucciderlo. 
Hitler in quegli anni era un ragazzo poco più che allo sbando e suo nonno visse una lotta interna tra dovere ed etica. Compì la sua missione costruendo nel passato il suo futuro.



Con la seguente segnalazione cambiamo genere: siamo in ambito romance ma sono presenti anche elementi del romanzo di formazione ambientato a Tokyo e che racconta le vicende familiari e relazionali di una giovane cantante Idol.


METAMORFOSI DI UNA CAMELIA di Elisa Mura (ebook 3,99, 17 euro cart. EDITORE PUBME)

Tsubaki è fra le Idol più aggraziate e amate del panorama canoro giapponese, almeno finché non crolla
dal podio e vede la sua carriera congelarsi proprio al momento cruciale.
Un terribile segreto l’ha sconvolta, anche se cerca di mostrarsi sempre indifferente a ciò che le capita intorno. Sballottata dalle trame altrui sin dall’infanzia come un manichino, è la pedina ideale di un mondo tempestato di invidie malsane e bramosie, in cui è costretta a ritornare e accettarne vincoli e bassezze.
Aki ha perso il senso della vita, insieme all’amore verso la musica. Ha messo da parte la sua chitarra, ripudiato l’estro nel comporre canzoni, perché quella voce a cui si ispirava non tornerà più. Ancor peggio ha lasciato la band. È rimasto ancorato ai ricordi, prigioniero di una scia di dolore, perdita e tradimento che lo stanno conducendo in un abisso profondo.
Due giovani artisti sul baratro della loro carriera. Due anime gettate su un percorso pericolante, nel quale devono imparare a vivere solo per se stessi. Uniti casualmente verso un tentativo di rinascita che profuma di essenza alla camelia. 

Un romanzo di formazione che si tramuta in una melodia delicata e insieme crudele, movimentata da figure losche e senza cuore, amori puri e sensuali e personalità da scolpire fino alla completa metamorfosi. 


PUBBLICO DI DESTINAZIONE: adolescenti consapevoli, adulti. Contiene scene
violente
TEMA TRATTATO: difficoltà relazionali di famiglia, violenza domestica e
psicologica, motivazionale.



venerdì 24 novembre 2023

TILL - IL CORAGGIO DI UNA MADRE - SUBURBIA KILLER (la serie) [ recensioni ]

 

Buon pomeriggio, cari lettori!

In questo post non parliamo di libri bensì di un film e una serie tv che ho avuto modo di guardare ultimamente.

Partiamo dal film, uscito quest'anno.

TILL - IL CORAGGIO DI UNA MADRE 

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Regia di Chinonye Chukwu, con Danielle Deadwyler, Jalyn Hall, Frankie Faison, Haley Bennett, Whoopi Goldberg. 

Narra la storia vera di Emmett Louis Till e della battaglia della madre per avere giustizia.

Siamo nel 1955, in estate, e il quattordicenne afroamericano Emmett Till, che vive assieme alla mamma a Chicago, va a fare visita a dei parenti nel Mississippi, a Money.

Emmett è un bravo ragazzo, educato, rispettoso, ama scherzare e non pensa al fatto che, adesso che è lontano da casa, deve stare attento a ciò che dice e fa perché per lui, che è nero, può essere pericoloso adottare comportamenti giudicati sbagliati e inopportuni dai bianchi.

Questo perché a Money i casi di linciaggi di neri e omicidi per ragioni razziali sono ancora frequenti in quegli anni.

Un giorno, infatti, commette un errore che si rivelerà, ahilui, tragico: entra in un negozio (di proprietà di Roy e Carolyn Bryant,) per comprare qualcosa e rivolge la parola alla ragazza bianca che è dietro al bancone (Carolyn, appunto); non solo, ma, trovandola carina, le fa anche un fischio in segno di apprezzamento.

Questo gesto, innocuo e semplice per noi, gli costerà un prezzo carissimo.

In piena notte, il marito della donna e il fratellastro si recano a casa dello zio di Till, prelevano il ragazzo e commettono un assassinio atroce.

Il povero Till viene torturato, picchiato selvaggiamente, ucciso e il suo corpo martoriato  viene gettato nel fiume Tallahatchie.


Qualche giorno dopo il rapimento da parte di Bryant, il suo cadavere viene ritrovato nelle acque del fiume, Mamie Till viene informata della terribile notizia e da quel momento in poi inizia la sua battaglia affinché il suo povero ragazzo ottenga giustizia e la sua terribile morte non sia vana. 

La donna, combattiva e determinata, chiede di essere fotografata accanto al volto orribilmente deformato del figlio e lascia che la bara, durante le esequie, sia aperta al pubblico affinché tutti vedano cosa ha subito Emmett, che era praticamente irriconoscibile; ad aiutare nel riconoscimento fu un anello che era ancora al dito e che era appartenuto al padre.

Il film, quindi, si concentra per gran parte sulla mamma di Till, Mamie, e su quanto e come si sia battuta per sensibilizzare l'opinione pubblica in merito alla violenza razziale nel sud degli States e ai crimini d'odio che venivano commessi e che restavano per lo più impuniti. 

Se Mamie - che è poi diventata un'attivista impegnata nel movimento per i diritti civili degli afroamericani - suscita profonda ammirazione perchè non si è lasciata spezzare dal grande dolore per il tristissimo destino del figlio ma ha reagito per cambiare le cose e combattere le ingiustizie e le discriminazioni, a destare tanta rabbia sono gli assassini di Emmett: furono assolti e la stessa Carolyn (a causa della quale quale è successo tutto) ha avuto la sfrontatezza di sostenere che il ragazzino l'aveva offesa dicendo cose "irriferibili" (!!); fatto sta che nessuno di questi individui ha pagato per i propri misfatti, nonostante tempo dopo abbiano confessato di aver ucciso il povero Emmett.

Se vi piacciono i film tratti da storie vere e con questo genere di argomenti, provate a dargli un'occhiata ^_-


La serie che vi consiglio è spagnola (El inocente) e mi è piaciuta molto perché mi ha tenuta col fiato sospeso tutto il tempo, puntata dopo puntata (ne sono otto): è tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore americano Harlan Coben.

SUBURBIA KILLER

Allora, la base è questa: un giovanotto di nome Mateo Vidal si ritrova, a causa di una rissa notturna, in un incubo dalle dimensioni e dalle dinamiche inimmaginabili, e non solo per lui ma pure per noi spettatori.

Succede, infatti, che una sera - mentre è in un locale con il fratello - discute con dei ragazzi e, nella colluttazione, uno di questi (Daniel) muore accidentalmente, sbattendo a terra la testa.

Mateo viene accusato di omicidio e passerà 9 anni in carcere e, si sa, la vita dietro le sbarre non è proprio una passeggiata e gli incontri che si fanno non sono dei più simpatici...
Fatto sta che esce dalla prigione dopo aver scontato la sua pena e si sposa con la bella Olivia Costa: i due sono felici e lei ha da poco scoperto di essere incinta del loro primo figlio.

Ma la donna, dopo aver ricevuto una misteriosa telefonata, vola a Berlino senza dare troppe spiegazioni al marito, che però dopo qualche ora si vede arrivare sul cellulare dei video e delle foto in cui Olivia è in situazioni a dir poco compromettenti: è nuda, in una camera d'albergo, nel letto disfatto e a riprenderla è un uomo che Mateo non ha mai visto e che fa capire di essere l'amante di Olivia...
Mateo è sconvolto e non crede ai suoi occhi: Olivia lo sta tradendo?
Decide di andare a Berlino per scoprirlo.

Ma questo filone della storia si incrocia con un'altra drammatica vicenda: in un orfanotrofio cattolico gestito da religiose, una notte, una suora viene trovata morta, caduta dalla finestra della sua camera: suicidio o omicidio?

A indagare è l'ispettrice Lorena Ortiz, donna tutta d'un pezzo, decisa, pratica e testarda, ma non priva di fragilità, frutto - queste - di un trauma subito nell'infanzia (padre poliziotto suicida); lei stessa è cresciuta nell'orfanotrofio attorno al quale si trova a indagare per far luce sulla tragica e inspiegabile morte della suora, che si scopre essere, in realtà, tutto fuorchè una vera religiosa: si chiamava Emma e aveva una vita fuori dalle mura dell'istituto; non solo, ma aveva anche un passato difficile, complesso e non del tutto sepolto, evidentemente, ma che anzi l'ha seguita e fatta fuori.

Le due storie, quindi, si intrecciano e ad unirle è Olivia, moglie di Mateo e amica della finta suorina, Emma: come, dove e quando si sono conosciute le due donne?

Le indagini prendono piede, cominciano a verificarsi, senza tregua e uno di seguito all'altro, una serie di avvenimenti complicati che svelano alcuni particolari che sono tutte tessere di un puzzle contorto e avvincente.

Olivia, come Emma, ha un passato terribile dal quale è scappata, e c'è qualcuno che la sta cercando e che sa chi davvero lei sia, cosa facesse e come vivesse prima di cambiare vita e diventare la brava e tranquilla moglie di Mateo Vidal.

Vidal, a sua volta, ha conosciuto delle persone in carcere e forse ha pestato i piedi a chi non avrebbe dovuto...

Non solo, ma ha un ambiguo rapporto (d'amicizia?) con la mamma di Dani, il ragazzo che lui "uccise accidentalmente" e che gli è costato nove anni di gattabuia: perché si sente con lei, nonostante il marito della signora non sia affatto d'accordo?

In polizia c'è qualcuno che mette i bastoni tra le ruote a Lorena perché non vuole che scopra ciò che c'è dietro al mondo cui apparteneva Emma: un ambiente squallido, sporco, malato, fatto di ricatti, prostituzioni e tanti altri crimini.

Ok, mi fermo perché non ha molto senso che vi dica altro: la trama è complicata, intrecciatissima, con moooolti colpi di scena, rivelazioni, è torbida nei contenuti, abbondano violenza, tradimenti, segreti, depistaggi...: insomma è piena! Otto puntate dal ritmo frenetico, esagitato, un susseguirsi di vicende e personaggi loschi legati tra loro che potrebbero intrigarvi e indurvi a guardarla sino alla fine.

La storia di Mateo ci ricorda come la vita di una persona possa cambiare radicalmente e all'improvviso in un batter di ciglia e senza che uno abbia realmente una colpa (quanto meno non intenzionale); mostra come le situazioni drammatiche vissute cambino chi le vive, inesorabilmente; la ingarbugliata e movimentata storia di Olivia ci ricorda che tutti abbiamo il diritto al riscatto di noi stessi, il diritto di lasciarci alle spalle sbagli, traumi, cattivi incontri, di rifarci una vita ma che spesso questo porta con sé delle conseguenze, degli strascichi.

Bella, mi è piaciuta; ripeto, forse è effettivamente molto densa di accadimenti, ma comunque se si resta coinvolti nel vortice di dinamiche e misteri, poi si ha voglia di proseguire.


domenica 19 novembre 2023

🎐 RECENSIONE ☕ FINCHÉ IL CAFFÈ È CALDO di Toshikazu Kawaguchi



C'è una caffetteria a Tokyo che non è come le altre.
Non la si trova facilmente perché è un po' nascosta, ed è piccola, accoglie pochi clienti alla volta; ma il caffè è ottimo ed è un ambiente tranquillo.
Inoltre, su di essa, circola una stramba leggenda metropolitana: pare che ci sia una sedia su cui, chi lo desidera, può sedersi per viaggiare nel tempo.
In questo posto unico e speciale, l'atmosfera è magica, il tempo sospeso, gli orologi ingannevoli e non di rado qualcuno prova a recuperare legami, a rubare attimi fugaci e preziosi emozioni per dare una nuova virata alla vita che, come il caffè, va gustata a piccoli sorsi.



FINCHÉ IL CAFFÈ È CALDO 
di Toshikazu Kawaguchi


Garzanti Ed.
trad. C.Marseguerra
192 pp
"...non aveva mai pensato di farlo in prima persona. Viveva la vita nella corsia di sorpasso e non aveva rimpianti. E comunque – pensava – che senso poteva avere, se tanto il presente non sarebbe mai cambiato, qualsiasi cosa si provasse a fare?"



A quanti di noi è capitato di pensare, con una punta di rimpianto, che sarebbe bello poter viaggiare nel tempo, almeno una volta nella vita, tornando nel passato o, addirittura, sbirciando nel futuro?
Forse per rimediare a un errore, per rivedere un volto amato, per sapere cosa è accaduto alle persone che amiamo...

Questo delicato e carinissimo romanzo narra di un posto particolare in cui il tempo è scandito da una tazza di caffè bollente.
Narra di rapporti famigliari resi difficili da sbagli, fraintendimenti, cose non dette, malattie, lutti, e di come il dolore che ci si porta dietro chieda di essere alleviato, fosse anche solo per una manciata di secondi.
Il tempo di un caffè. Finché il caffè resta caldo, è possibile (ri)vivere una breve ma preziosa esperienza irripetibile.
A patto, però, di osservare fedelmente le regole del "gioco", che non sono tantissime ma guai a "sgarrarne" anche soltanto una!

Ebbene, nei quattro episodi che compongono il romanzo, seguiamo le vicende personali di pochi personaggi - sempre gli stessi - le cui vite si intersecano, arricchendosi, trovando sostegno e aiuto l'uno nell'altro.

Il locale  è di proprietà di un omone grande e grosso, Nagare, sposato con la dolcissima e solare Kei; vi lavora la cameriera Kazu, una ragazza carina ma sempre sulle sue, che dà poca confidenza, ostentando un atteggiamento distaccato e imperturbabile.
Gli avventori abituali, con cui il lettore farà conoscenza, sono: l'infermiera Kōtake e il marito Fusagi (malato di Alzheimer precoce); Hirai (proprietaria di un bar) e sua sorella Kumi (che in realtà abita in un'altra città e va nella caffetteria solo per cercare di parlare con Hirai, inutilmente); Fumiko (donna in carriera) e una signora di cui non ci vien detto il nome, ma viene identificata come "la donna in bianco". Quest'ultima è sempre seduta allo stesso tavolo, con un libro in mano e sorseggia un caffè dietro l'altro.

Fumiko è una bella e giovane donna che ha sempre messo il lavoro al primo posto, fino a quando il fidanzato Gorō la lascia per inseguire il sogno di una carriera lavorativa in America e la ragazza si rende conto di quanto lui sia importante: no, il lavoro non è tutto, l'amore lo è!
Ma non trova il coraggio di chiedere al fidanzato di restare, di scegliere lei e un futuro insieme..., così egli se ne va e una settimana dopo lei è sola nella misteriosa e leggendaria caffetteria, a chiedersi se davvero bevendo caffè potrebbe tornare indietro di una settimana e supplicare Gorō di non abbandonarla.

Le viene detto che il viaggio nel tempo è soggetto a regole ferree, tra cui la fondamentale è: bisogna assolutamente finire il caffè prima che si sia raffreddato e solo sedendosi (senza alzarsi mai) su una sedia specifica, che poi è quella sempre occupata dalla signora in bianco, che non prende bene la richiesta di alzarsi per far "viaggiare" i clienti, i quali sono costretti ad aspettare con pazienza che la signora si alzi da quella sedia per andare in bagno.

Fumiko è convinta di volerlo fare, così si siede e... torna indietro di una settimana: stesso posto, stessa caffetteria... Cosa succederà? Riuscirà a parlare apertamente a Gorō, ben sapendo che un'altra regola è che non potrà in alcun modo cambiare il presente, qualunque cosa faccia o dica?

Gli altri viaggi vedono protagonisti il povero e smarrito Fusagi (la cui memoria lo sta abbandonando ogni giorno che passa e sempre di più) e sua moglie Kōtake: cosa potrebbe ottenere, quest'ultima, viaggiando indietro nel tempo? Parlare un'ultima volta con suo marito nei giorni in cui era ancora lui, presente a sé stesso e con la mente ancora "buona"? Per dirgli cosa? Forse questa incredibile, seppur breve, esperienza potrebbe aiutarla a ritrovare sé stessa e il suo ruolo accanto all'uomo che ama e che si sta dimenticando di lei?

C'è la pragmatica Hirai, che non è mai stata sincera fino in fondo con la sorella e che potrebbe rimpiangere amaramente il suo allontanarla continuamente da sé.

Infine Kei, che cerca di raccogliere tutta la forza che ha dentro per essere una buona madre e che, se potesse esprimere un desiderio, esso avrebbe a che fare proprio con la creatura che porta in grembo.

Ognuna di queste donne ha un rimpianto, sente riaffiorare un ricordo doloroso e non sa come affrontarlo, come "risolverlo", confidando che il viaggio nel tempo  costituisca una soluzione..., ma non lo è perché nessuna azione - come detto più su - inciderebbe sul presente.

Tutte loro, però, impareranno che ormai il passato, proprio perché non più modificabile, non deve dominarle: quello che conta è il presente che stanno vivendo, perché è oggi che possono agire, amare, abbracciare, sorridere, decidere...

Tra sospiri, lacrime, sorrisi commossi, confusione e speranza, lettere mai date, le donne "viaggiatrici" comprenderanno che la vita è fatta di momenti unici e irripetibili, che vanno vissuti appieno, senza riserve, non privando sé stesse e chi amano di gesti e parole importanti, perché il futuro non appartiene a nessuno di noi e non possiamo sapere se e quando eventi drammatici e improvvisi potrebbero intervenire e deviare il corso delle nostre esistenze. 


"Finché il caffè è caldo" è un romanzo che si legge in poche ore non solo per il numero di pagine, ma soprattutto per la incredibile scioltezza del testo, essenziale, con una buona presenza di dialoghi semplici, con una trama che ho trovato originale (i viaggi nel tempo non sono una novità in letteratura ma è come li ha gestiti l'autore e le finalità degli stessi che ho trovato diverso dal solito), con pochi personaggi che interagiscono tra loro e che a turno sono protagonisti di un episodio.
Le vicende narrate - malgrado l'elemento "sovrannaturale" del viaggio temporale - inteneriscono e commuovono perché sono profondamente umane e toccano il mondo emotivo di ciascuno di noi in quanto hanno a che fare con i legami famigliari, con i rimpianti e con le occasioni mancate.
Una lettura delicata, rilassante si legge in un attimo e lascia un sapore di dolce malinconia.

Consigliato, in special modo in queste freddine serate autunnali: è una coccola letteraria.



ALCUNE CITAZIONI

"se vuole, la gente troverà sempre la forza di superare tutte le difficoltà che si presenteranno. Serve solo cuore."

" Di fronte a una persona con cui si ha un legame profondo e a cui si sono rivelati i propri sentimenti, è difficile mentire e lasciar perdere. La verità vuole uscire a tutti i costi, soprattutto quando si cerca di occultare la tristezza o la fragilità. È molto più facile nascondere la tristezza a un estraneo, o a qualcuno di cui non ci si fida."

giovedì 16 novembre 2023

[[ RECENSIONE ]] LE STREGHE DI MANNINGTREE di A.K. Blakemore


Nell'Inghilterra della seconda metà del 1600 la caccia alle streghe non è purtroppo un ricordo, ma anzi una pratica che si inserisce e trova terreno fertile in una cornice storica complessa e molto movimentata, che vede il re in contrasto col Parlamento, la guerra civile che infuria, i cattolici contro il puritani.
È in un tempo come questo che un giovane e oscuro inquisitore va di città in città, nelle contee inglesi, a scovare donne (più raramente uomini) in combutta col maligno e che meritano la morte in qualità di streghe.


LE STREGHE DI MANNINGTREE
di A.K. Blakemore



Fazi Ed.
trad. V.Februari
336 pp
"Strega è l'offesa che affibbiano a chiunque faccia succedere le cose, a chiunque porti avanti la storia".

È il 1643 e a Manningtree, una cittadina della contea dell’Essex, tante sono le donne che cercano, con gran fatica, di portare avanti la casa, di sfamare sé stesse e la famiglia, lottando contro la povertà più nera, aggravatasi a causa della difficile situazione sociale e politica, che - tra le altre cose - ha portato via gli uomini da casa e dai campi, costringendoli ad arruolarsi.

Alcune di queste miserabili creature vivono ai margini della comunità più di altre: in particolare, le anziane, le straccione, le nubili che nessuno sposa... e quelle dalla lingua affilata, perfida e dalla scorza dura. 

A quest'ultima categoria appartengono le donne West, madre e figlia: la vedova Beldam West e sua figlia Rebecca, che vivono come possono, giorno per giorno, tra un espediente e l’altro, cercando di scacciare lo spettro incombente della miseria.
Rebecca e sua madre non vanno sempre d'amore e d'accordo perché la ragazza vede nella rozza genitrice un esemplare di donna poco rispettabile, che non si fa problemi a bere come un uomo e non si fa passare una mosca davanti al naso, risultando sempre molesta, arrogante e poco piacevole.
Giovane e ancora speranzosa di un futuro meno cupo e triste, Rebecca sta imparando a leggere e scrivere presso il maestro John Edes, del quale è infatuata e alla cui presenza arrossisce.

Ma la loro abitudinaria, seppur semplicissima, quotidianità viene completamente scombussolata dalla presenza di un uomo apparentemente innocuo: messer Matthew Hopkins, il nuovo locandiere, che si è mostrato fin dal principio molto curioso verso tutto ciò che accade nella cittadina; la sua curiosità maliziosa è ben visibile nello sguardo profondo e indagatore che va a concentrarsi quasi ossessivamente sulle donne più umili e disgraziate, tra cui la stessa Rebecca, che ne è oltremodo infastidita e turbata.

A Manningtree non mancano mai litigi, baruffe, malelingue e battibecchi, ma un giorno ne accade uno che, se anche di per sé non ha nulla di grave, lo diventa a causa delle maldicenze, della superstizione, dell'ignoranza e della malignità, cui si cerca vergognosamente di dare un'apparenza di pia religiosità.

Accade, infatti, che la vedova West - e altre amiche con lei - un giorno si ritrovino a rimproverare un ragazzino, e che questi - pochissimo tempo dopo - cominci a manifestare sintomi strani, di un malessere non meglio specificato...
Il ragazzino, colto da una misteriosa febbre, inizia a farneticare di congreghe e patti, e questo desta le preoccupazioni di molti in paese e l'interesse, ancor più vivo, di Hopkins, le cui domande assumono un tono sempre più incalzante e poco rassicurante.
Che in questa miseranda cittadina dell'Essex ci sia il demonio con la sua influenza infernale?

La calunnia è un venticello e si diffonde, sottile e insidiosa come una serpe, attraverso le calunnie, le parole cattive e maligne sussurrate di bocca in bocca e che trasformano il nulla in tragedia: e se il ragazzino fosse vittima di un maleficio?
I malefici, le maledizioni..., si sa, sono opera del diavolo e dei suoi nefandi servitori, anzi, servitrici, quali sono appunto le streghe.
Forse la Beldam West e le sue amiche, pochi giorni prima, quando hanno litigato col ragazzino, gli hanno inviato proprio questo - una maledizione?
Non può essere una coincidenza, visto che prima di quel giorno il bambino scoppiava di salute; inoltre, altri tragici accadimenti si rilevano in alcune famiglie, il che mette in allarme tutti: il male è tra loro e va individuato e fermato assolutamente, prima che infetti tutto e tutti.

Messer Hopkins tira fuori dal suo mantello quel che è: un inquisitore, un cacciatore di streghe, di donne che hanno venduto l'anima al maligno e che seminano peccati, lussuria, lascivia e malvagità ovunque vadano, su chiunque posino lo sguardo malevolo, su qualunque cosa tocchino.

Non le riconosci mica subito perché sono subdole, danno l'impressione di essere donne comuni ma, se solo potessimo alzare loro la gonna, vedremmo i segni del peccato e il marchio del diavolo sulla loro carne.
Crescono e vivono insieme alla brava gente timorata di Dio e si sa, lo dice il Vangelo: la zizzania cresce col grano ma andrà estirpata, prima o poi.


E questa è "l'ora delle tenebre", il momento di Matthew Hopkins, nelle cui mani e sulle cui livide labbra fioriscono versetti biblici, coi quali pretende ti insegnare, redarguire, far riflettere.
Giudicare, condannare.

In capo a pochi giorni, Manningtree viene messa sotto accusa perché in mezzo ad essa avvengono cose indicibili: sabba, danze e atti osceni coi diavoli, incantesimi e malocchi mortali e ogni cristiano sincero lo sa: "Non lascerai vivere la strega"*.

A morte le streghe!
Chi sono queste maledette?
Un gruppetto di donne malandate e povere, tra cui un'anziana che a malapena si regge in piedi e la mamma di Rebecca.
Rebecca stessa, in seguito a una sua "leggerezza", viene coinvolta nell'accusa di stregoneria e, insieme alle altre disgraziate, condotta in una prigione maleodorante, sporca, dalla quale è difficile che escano.
O meglio, usciranno sì, ma per essere impiccate.

A meno che non confessino i propri innumerevoli peccati: ditelo che vi unite al diavolo, che avete i vostri spiritelli con cui fate del male alla povera gente, che seducete uomini probi e retti, che avete rinnegato la fede nel buon Dio.
Se confessaste. forse salvereste almeno la vostra anima, se non il corpo corrotto.

Ma come si fa a confessare ciò che non si è commesso? Come si fa ad enumerare peccati di cui non si è minimamente consapevoli?

Le accusate cercheranno di salvarsi la pellaccia e l'anima peccatrice confessando di essere davvero delle streghe? 
O preferiranno la morte a un'autoaccusa assurda e assolutamente falsa?

E che ne sarà di Rebecca, che osserva la sua coriacea e sprezzante madre (che pure l'ama e desidera veder salva l'unica figlia) a volte con perplessità (non riesce a comprenderne fino in fondo la natura, pur sentendosi a lei affine in non pochi tratti) altre con ammirazione davanti al fatale e ingiusto destino che l'aspetta?

Rebecca che si fa domande, che ragiona con la propria testolina nonostante si dica che "Quando le donne pensano da sole, pensano il male"; Rebecca che è intelligente, che conosce quanto grande sia il potenziale di una donna che non si lascia sottomettere dalla prepotenza di certi uomini.

"Preferisco essere donna. Noi donne accettiamo la nostra degradazione dinanzi a Dio, poiché accettiamo la nostra degradazione dinanzi agli uomini, E ci prendiamo gioco di loro." 

Le streghe di Manningtree è un esordio letterario di tutto rispetto; un romanzo storico che trascina con forza il lettore in un luogo e in un tempo per nulla facili, anzi cupi, miserevoli, pericolosi, in cui per distruggere una persona - considerata semplicemente un po' "diversa dalla massa", più ribelle, meno convenzionale...- bastava additarla come amante di satana, fattucchiera. Strega. 
Un contesto storico molto ben delineato, capace di avvolgere il lettore in una morsa glaciale, stretta, nera, angosciante; l'Inghilterra di queste pagine è quella piagata dalla carestia, con troppi campi incolti, dilaniata dalla guerra civile, in cui la caccia al male e ai suoi emissari è "un diversivo per ricchi" e per coloro che non si fanno scrupoli a schiacciare schiene e cuori di donne sole, emarginate, inermi, cui è rimasta solo la dignità di chi sa la verità e non si piega alla menzogna per salvarsi; su di esse la moltitudine riversa terrore, orrore e ipocrisie pseudoreligiose.

La narrazione procede alternando il racconto in prima persona di Rebecca con la prospettiva esterna in terza persona.
Io l'ho apprezzato molto, per l'argomento, per l'ambientazione, per il finale che dà un filino di speranza, per il tratteggio delle donne accusate di stregoneria e anche per lo stile, che riesce ad essere abbastanza scorrevole nonostante sia impegnativo (non è una lettura da affrontare con poca concentrazione); un plauso alla traduttrice.

Consigliato a chi ama l'argomento "caccia alle streghe" e, in generale, i romanzi storici; la storia narrata si ispira a fatti realmente accaduti e alcuni personaggi sono davvero esistiti.


* Esodo 22:17
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