giovedì 15 febbraio 2018

Dietro le pagine di... "L'uomo di gesso" (The Chalkman")




La rubrica "Dietro le pagine... - Storie dietro storie" mi piace molto perchè c'è da fare ricerche, ma proprio per questo richiede un po' di tempo e finisco per trascurarla.

Ma la lettura di un thriller bello come "L'uomo di gesso" ha stuzzicato il mio interesse, portandomi a farmi la fatidica domanda: "Cosa/chi ha ispirato l'Autore nella scrittura del romanzo?".



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Ciò che leggiamo spesso è ed della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?
".


Il romanzo ha al centro una serie di tragici eventi accaduti al protagonista, Eddie, e ai suoi amici quando erano solo dei ragazzini; eventi che ruotano attorno ad un uomo dai modi di fare enigmatici e a un innocente ma altrettanto inquietante "gioco" che prevede il disegnare tanti piccoli ometti di gesso su mura e non solo...
Per saperne di più, QUI c'è la mia recensione!

fonte
L'idea ispiratrice che sta alla base dell'intricata e appassionante storia è molto semplice: un amico dell'Autrice ha comprato alla figlia di quest'ultima, Claire, un secchio di gesso per il suo secondo compleanno.
Il giorno dopo, uscendo di casa, alla bimba è venuta voglia di disegnare sul vialetto, così ha iniziato a farlo e sono venute fuori queste figure stilizzate in diversi colori in posizioni differenti (alcune saltavano altre ballavano...).
Mamma e figlia hanno coperto il vialetto con queste figure stilizzate e con strani e piccoli simboli, e poi sono entrate in casa perchè si era fatto sera. Più tardi, quella notte, la Tudor ha aperto la porta per far uscire il cane, le luci di sicurezza si sono accese... e c'erano tutte queste strane piccole figure in tutto il vialetto d'accesso! Ha chiamato subito il marito, Neil, dicendogli: "Neil, questi uomini di gesso sembrano davvero inquietanti nell'oscurità!"
In effetti, sostiene la donna, il tutto aveva un aspetto davvero sinistro, pur essendo i disegnini così... innocenti!
Da lì è nata l'idea e ha iniziato a scrivere il libro sin dal giorno dopo.

Anche se  nel suo insieme ogni personaggio è frutto della fantasia, l'Autrice riconosce che comunque ci sono piccoli frammenti - parole, frasi, battute - che lei attribuisce alla propria infanzia.
Ad es., la dinamica presente nel gruppo di amici del protagonista è molto simile a quella tipica di alcune gang che ricorda di aver visto crescere e formarsi; in ogni piccolo gruppo che cresce insieme a te, spesso ci sono un paio di persone che sono più vicine, e non di rado si crea una certa tensione tra e con gli altri, e questo sia che si tratti di "bande" femminili, maschili o miste. Sono dinamiche molto presenti nel romanzo.
La scrittrice ammette di identificarsi un po' con Eddie, un ragazzino con tratti un po'... "ossessivi" (colleziona un sacco di oggetti), perchè anche lei ha questa caratteristica, tra cui, appunto, collezionare roba, tra cui cose strane.
Nel romanzo, anche oggetti o situazioni che dovrebbero avere connotazioni esclusivamente positive, in quanto adorabili ed innocenti in sè, poi non lo sono... Fiere, pagliacci, bambole... c'è quella strana e sottile linea di demarcazione tra cose innocenti e divertenti da un lato, che però d'improvviso possono anche assumere caratteri davvero molto angoscianti...!
La scelta di usare due diversi livelli temporali è venuta scrivendo, non è stata programmata: avere due periodi di tempo è di solito un buon "metodo" per creare suspense nel lettore; un capitolo nel 1986 poi uno nel 2016 è un modo per creare una pausa, che ti permette di lasciare delle cose in sospeso alle quali poi tornerai. È interessante notare che C. J. Tudor ha scritto i due pezzi separatamente - prima le parti del 1986, e in seguito ha iniziato a costruire quelle del 2016, per poi apportare modifiche man mano in base alla piega che prendevano fatti e personaggi.


Fonti:

http://crimebythebook.com/blog/2018/1/8/author-interview-cj-tudor-the-chalk-man
https://www.readitforward.com/author-interview/c-j-tudor/



martedì 13 febbraio 2018

Recensione: L'UOMO DI GESSO di C. J. Tudor



Cinque ragazzini legati da un'amicizia segnata da troppi segreti, che vent'anni dopo verranno a galla a ricordare che la verità spesso si cela dietro cose banali e, per riconoscerla, non bisogna mai dare nulla per scontato.



L'UOMO DI GESSO
di C. J. Tudor


Ed. Rizzoli
trad. S. Ristori
350 pp
20 euro
Gennaio 2018
Il protagonista e narratore di questo romanzo è Eddie Adams, che nel 1986 è un ragazzino di 12 anni, che pensa solo a divertirsi scorrazzando in bici con gli amici, alla ricerca di nuovi giochi e qualche piccolo brivido tra i boschi vicino casa, ad Anderbury.
Ma Eddie è anche un 42enne solo e indolente, che nel 2016 conduce una vita alquanto in solitudine, piatta, incentrata sul proprio lavoro di docente di Inglese e priva di significative relazioni.

Il lettore viene stuzzicato dalle prime pagine da un prologo che lo mette davanti a una scena abbastanza agghiacciante: la testa di una ragazza giace tra le foglie ingiallite di un bosco e qualcuno la prende, la mette nello zaino e se la porta via...

La domanda ci sorge spontanea: è forse il suo assassino a compiere il macabro gesto?

Come anticipato, la nostra storia segue due binari paralleli - che a un certo punto si incroceranno -, il 1986 e il 2016.

Nel 1986 Eddie vive con i suoi cari genitori (suo padre è un giornalista aspirante scrittore, la madre è una dottoressa) ed ha un gruppetto di amici inseparabili, con cui ama divertirsi facendo le cose tipiche dell'età: c'è Gav la Palla, sempre pronto a prendere in giro tutti; Hoppo, colui che cerca sempre di metter pace tra tutti; Mickey, dalla battuta sempre pungente; Nicky, l'unica femminuccia della banda, una ragazzina dalla chioma rossa, ribelle e tutta lentiggini per la quale il nostro Eddie ha una cotta segreta.

Ripensando a quegli anni, che nella vita di ogni uomo dovrebbero essere ricordati come "spensierati", l'Ed adulto si chiede "quando è inziato l'incubo" che si è ritrovato a vivere suo malgrado.
E guardandosi indietro, sebbene sia difficile dire con certezza quale fattore abbia davvero dato il via a tutto, di una cosa però è sicuro: tutto è cominciato quel giorno alla fiera, con il terribile incidente sulla giostra. Il giorno in cui Ed ha incontrato per la prima volta la Ragazza del Valzer e l’Uomo di Gesso
Durante quel pomeriggio al luna park, un terribile incidente sfigura per sempre il volto bellissimo di una ragazza, Elisa (la Ragazza Del Valzer appunto, dal nome della giostra presso la quale si è verificata la tragedia), e il povero e spaventato Eddie si ritrova a soccorrerla grazie al tempestivo intervento di un uomo lì presente: il signor Halloran, il nuovo professore giunto in città.

L'uomo dal viso pallido come quello di un morto; l'uomo sempre solitario, che a guardarlo ti provoca più di un brivido dietro la schiena, per i suoi occhi chiarissimi eppure penetranti e il suo modo di fare un po' strano.

Qualche tempo dopo la drammatica esperienza vissuta insieme, proprio lui, Halloran "l’Uomo di Gesso" (così chiamato per il pallore del suo volto - è albino -), dà a Eddie la singolare idea di utilizzare dei disegni fatti coi gessetti colorati per mandare e ricevere messaggi con il suo gruppo di amici. 
E all’inizio questa piccola e innocente novità è uno spasso per tutti. 

Questo fino a quando non viene rinvenuto il cadavere di una ragazzina, il cui corpo è smembrato, diviso in pezzi (per ritrovarli e ricomporli la polizia dovrà seguire sinistre indicazioni, scritte col gesso, sui tronchi degli alberi nel bosco...)... e senza testa, che non viene ritrovata nonostante le ricerche.
A scoprire le membra della povera vittima sono proprio Ed e i suoi amici, e questo segnerà in un certo senso la loro infanzia, macchiandola con un ricordo difficile da mandar via...

Ma da quel terribile giorno sono passati trentanni, siamo appunto nel 2016; Ed pensava di essersi lasciato il passato alle spalle: del resto, ha allentato i rapporti con i suoi quattro amici della banda (soprattutto Mickey, con cui è sempre è stato difficile andare d'accordo, e Nicky, entrambi trasferitisi altrove), proprio per evitare che certi brutti ricordi riaffiorino nella mente e tornino a popolare i suoi sogni.

Ma non sempre possiamo decidere di tenere fuori il nostro passato, ed infatti un giorno, per posta, riceve una busta: un gessetto e il disegno di un uomo stilizzato. 
Ed capisce che certe storie non finiscono mai, non così "facilmente", per lo meno. 
Il macabro e misterioso gioco, per Ed e i suoi amichetti di un tempo, ricomincia da capo. 
Ed, infatti, scopre che anche Hoppo, Gav e Mickey hanno ricevuto una busta ciascuno col medesimo contenuto; di Nicky non si sa nulla (più tardi sapremo che è stato così pure per lei).

L’Uomo di Gesso è di nuovo tra loro? E' tornato per regolare dei conti rimasti in sospeso e che chiedono di essere chiusi definitivamente?

Intanto, dopo una cena insieme a Ed per chiedergli di collaborare alla stesura di un libro sul raccapricciante ritrovamento della ragazza di 30 anni prima, Mickey viene ritrovato morto nel fiume.
Incidente o omicidio? E nel secondo caso, chi aveva interesse a farlo fuori? Questo folle ha forse in mente di uccidere anche gli altri componenti della ex banda?

Sfogliando le pagine ed entrando nel vivo della narrazione, scopriamo man mano tanti particolari che ci fanno capire quali dinamiche si sono innescate trent'anni prima attorno all'omicidio della ragazza del bosco, il coinvolgimento del prof. Halloran, quest'uomo dall'aspetto inquietante con cui Eddie instaura un rapporto quasi di "amicizia", pur sentendosi sempre inspiegabilmente a disagio in sua presenza. 
Conosciamo dunque alcuni fondamentali episodi avvenuti nel 1986 che hanno turbato molto Eddie, tormentandone i sogni (come la morte  - accidentale? - del fratello di uno dei suoi amici, un ragazzaccio non proprio simpatico e perbene), ma che in generale hanno portato scompiglio e paura nella tranquilla Anderbury; episodi spiacevoli che vedono coinvolte anche le famiglie dei cinque amici, con tutto il carico di tragedia che ne verrà fuori.

Tutto quello che accade nel 1986 e che sconvolge per mesi l'esistenza di Eddie e di chi gli è attorno resta come sospeso per trenta lunghi anni; troppe cose, a ripensarci da adulti, non quadrano, e le risposte trovate anni prima forse sono sbagliate e adesso è arrivato il momento di portare alla luce segreti seppelliti che stanno riemergendo piano piano, di chiarire ciò che era stato insabbiato e di smetterla con le bugie...

Seguiamo Ed in questo viale dei ricordi e, come dice lui stesso, non è proprio un bel viale da ripercorrere: non c'è nulla di romantico e commovente, tutt'altro, si tratta di prendere una strada buia, infestata di cose non dette, di errori commessi per stupidità o paura, ma che hanno provocato conseguenze anche gravi...
E' un percorso in cui ci sono gli omini di gesso, questi disegni semplici e innocui che però qui, collocati nel posto e al momento giusti, assumono sembianze minacciose.
Eddie deve fare i conti con una triste verità, che un giorno gli fece notare Halloran:

"Raccogli ciò che hai seminato. Se fai delle cose cattive, alla fine torneranno a morderti le chiappe".

Ecco, in questo romanzo è così per diversi personaggi, Ed compreso: di volta in volta, scopriamo che c'è sempre qualcuno che ha commesso un'azione sbagliata, qualcuno per cattiveria, qualcun altro per scelleratezza, ma alle loro nefaste conseguenze comunque non si può sfuggire.
Non solo, ma la morte aleggia sempre vicina e presente ed è pronta a coglierti di sorpresa con la sua gelida mano.

E ciascuno di noi, in fondo, è il frutto delle cose fatte, ma anche di quelle che non abbiamo avuto il coraggio di fare:

"La mia vita è stata definita dalle cose che non ho fatto. Le cose che non ho detto. Credo che sia lo stesso per un sacco di persone. Ciò che ci modella non sono sempre i risultati che abbiamo raggiunto, ma le nostre omissioni. Non le bugie; semplicemente le verità che abbiamo taciuto".

Come dicevo, per risolvere i misteri insoluti del 1986, l'Ed di oggi deve avere il coraggio di cercare le risposte alle tante domande rimaste sospese, stando attento ai particolari che spesso sfuggono, e non fermandosi a ciò che sembra vero... ma che a ben guardare non lo è assolutamente.

Devo dire che questo thriller l'ho trovato strepitoso, carico di suspense; durante la lettura, l'Autrice butta lì frasi brevi ed enigmatiche che anticipano ciò che accadrà, stuzzicando la curiosità e al contempo suscitando un vago senso di incertezza.
La scrittura ha un taglio cinematografico, non soltanto grazie a un ritmo serrato, che in certi momenti porta il lettore quasi a trattenere il respiro per la suspense, ma anche perché durante il racconto di certe scene clou, la realtà e la dimensione onirica sembrano mescolarsi: infatti, veniamo trascinati negli incubi del protagonista, guardiamo "i mostri" con i suoi occhi perché la narrazione di ciò che è reale diventa un tutt'uno con quello che è frutto dell'immaginazione turbata di Ed, e questo crea molta tensione.

Ed e i suoi amici, con cui condivide giochi e piccole avventure, ci ricordano i quattro ragazzi del racconto "Il corpo" di Stephen King, accomunati da un'esperienza tanto fantastica quanto drammatica, che li porterà inevitabilmente a crescere e che segnerà l'ingresso nella vita adulta; non solo, ma la presenza ossessiva degli omini di gesso mi ha fatto pensare al personale incubo della mia infanzia, Pennywise, il malvagio pagliaccio di It, foriero di oscuri avvenimenti.

E' un romanzo che si lascia divorare, capitolo dopo capitolo; non riuscivo a interrompere la lettura tanta era la voglia di scoprire ciò che sarebbe accaduto; l'Autrice ha creato una trama intricata e piena di nodi (che vengono al pettine, tranquilli, nulla resta irrisolto), dei personaggi che agiscono destandoci sospetti circa le loro reali intenzioni, un contesto - la tranquilla cittadina, il fitto bosco, un fiume tra le cui fredde acque galleggiano cadaveri... - intrigante e tanti altri particolari che fanno de "L'uomo di gesso" un thriller scritto davvero bene, che coinvolge il lettore dalla prima pagina all'ultima; finale che sa spiazzare il lettore.

Ringrazio la C.E. Rizzoli per la copia omaggio e non mi resta che invitarvi a tuffarvi tra le pagine di questo bellissimo thriller!!

Info sull'Autrice.
C.J. TUDOR è cresciuta a Nottingham, dove vive con la famiglia. Nella vita ha fatto diversi lavori, tra cui la presentatrice per un programma tv in cui intervistava le più grandi celebrità di Hollywood. Ha iniziato a scrivere questo romanzo ispirata da una scatola di gessetti colorati che un amico aveva regalato a sua figlia per il compleanno. Di sera, i disegni sul vialetto avevano un’aria sinistra. I diritti del romanzo sono già stati venduti in 25 paesi ed il libro è stato un caso internazionale all’ultima fiera di Francoforte.



Reading Challenge
obiettivo n.34.
Un libro che contenga esplicite citazioni musicali.

Nel romanzo è citata la frase "Nessuno viene ricordato per le cose che non ha fatto", contenuta in Peggy sang the blues, di Frank Turner.

lunedì 12 febbraio 2018

Commissari in tv, Montalbano... e non solo!



Questa sera in tv, su Rai Uno, andrà in onda il primo dei due nuovi episodi della bella serie con protagonista il commissario più amato d'Italia, Montalbano.

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La puntata di oggi è tratta dall'omonimo romanzo di Camilleri, La giostra degli scambi; la seconda da un racconto, "Amore", contenuto nella raccolta Un mese con Montalbano.


Altre news di film tratti dai libri:


  • Il 26 febbraio, sempre su Rai Uno, verrà trasmesso La mossa del cavallo, anch'esso tratto dall'omonimo romanzo di Camilleri e con Michele Riondino nei panni del commissario Bovara.

QUI la mia recensione del libro.

  • A breve inizieranno le riprese del  film thriller Non Sono un Assassino, diretto dal regista sardo Andrea Zaccariello.
Il film, ambientato e girato in Puglia, con location nella città di Bari e in altre località, è ispirato al romanzo omonimo del magistrato e scrittore barese Francesco Caringella (Newton Compton Editori, 2014).
Nel cast: Claudia Gerini, Alessio Boni, Riccardo Scamarcio e Edoardo Pesce.
Al centro della storia vi è un poliziotto accusato di omicidio che dovrà dimostrare la propria innocenza.

QUI la scheda del libro.

Fonti:
www.ragusanews.com
http://www.metropolinotizie.it


sabato 10 febbraio 2018

Musica e citazioni letterarie (#4)



Nei suoi testi, il cantautore Claudio Baglioni - che negli ultimi giorni abbiamo visto in tv ogni sera quale co-conduttore e Direttore Artistico del Festival di Sanremo - non di rado infila citazioni letterarie nei testi delle proprie canzoni.

E' il caso di...



siamo sempre qua 
chiusi in un mistero 
che l'amor sia tutto 
e tutto ciò che noi sappiamo 
dell'amore che e un bolero 
in cui ci muoviamo 
noi saremo qua 
tra il falso e il vero 
il bene e il male 
quando voleremo 
digitando uno e zero 
in una realtà virtuale 
o contando il tempo di un bolero 






Fonti:

Testo "Bolero": Testimania
Poesia E. Dickinson: sito
Immagine: web

venerdì 9 febbraio 2018

Recensione: IL MATRIMONIO DEGLI OPPOSTI di Alice Hoffman



Rachel Pomiè è una donna tenace, ribelle sin dall'infanzia; moglie con un forte senso pratico, madre attenta e inflessibile, nata e cresciuta nelle "isole delle tartarughe", per tutta la vita coltiverà il segreto e forte desiderio di lasciare quel piccolo esotico ma soffocante mondo per fuggire nella lontana Parigi, verso la libertà.



IL MATRIMONIO DEGLI OPPOSTI
di Alice Hoffman

La storia è ambientata, per gran parte, nell'isola di St Thomas (a quel tempo colonia danese) - situata nelle Antille, appartenente all'arcipelago delle Vergini americane - e parte nel 1807. 

Rachel Pomié è un'adolescente molto intelligente e con un bel caratterino; non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno, si interessa degli affari di famiglia, ed è il padre (impegnato nel commercio di zucchero, melassa, rum) stesso a coinvolgerla in questo, andando contro le usanze dei tempi, che vedono la donna sottomessa all'autorità maschile, dedita alla famiglia e alla vita comunitaria; la ragazza  non intende precludersi la possibilità di avere un minimo di istruzione, ama leggere (in particolare le fiabe di Perrault) e sa come tener testa a sua madre, con la quale non ha affatto un rapporto idilliaco.

"Sapevo di dover fare tutto quello che mi si diceva, eppure qualcosa mi bruciava dentro, il seme di una sfida che doveva essermi stato tramandato da qualche lontano antenato. Forse avevo la mente infiammata dai libri che avevo letto e dai mondi che avevo immaginato. Mi osservavo nello specchio d’argento del salotto e sapevo che avrei fatto quello che volevo, senza badare alle conseguenze."

Madame Pomiè sembra sopportarla a malapena, non fa che sminuirla e rimproverarla, non ha mai gesti d'affetto verso la figlia, che non conosce parole di gratificazione da parte della madre; inevitabile che le due innalzino, di anno in anno, un muro sempre più alto, che le dividerà irreparabilmente, rendendole piene di astio e insofferenza l'una verso l'altra.
Nonostante questo, a Rachel non manca nulla per essere felice nella sua bella isola: trascorre gran parte delle giornate in compagnia dell'amica del cuore, Jestine, figlia creola della cuoca di famiglia (di discendenza africana e quindi considerate "inferiori" dagli abitanti del posto), che la segue ovunque in totale adorazione.
Le due ragazze crescono come sorelle, si confidano segreti, sono leali l'una all'altra, e sognano un'altra vita in cui poter essere davvero libere.
Ma intanto vivono a Charlotte Amalie (capitale di St. Thomas), l’isola definita da Cristoforo Colombo un «Paradiso in terra» per le sue spiagge candide e le sue acque turchesi. 
Rachel appartiene ad una famiglia ebrea, i cui antenati vengono dall'Europa, e sono giunti in questo luogo esotico dopo aver peregrinato per Spagna e Portogallo, alla ricerca di una terra dove professare l’ebraismo senza essere umiliati, offesi o, persino, uccisi. 
Il sogno adolescenziale di Rachel, di aggirarsi per le strade della capitale francese, svanisce miseramente il giorno in cui finisce in sposa all’anziano commerciante Isaac Petit.
Non è un matrimonio d'amore, bensì una sorta di "affare commerciale": il padre di Rachel, con gli occhi velati da profonda tristezza, dice chiaramente alla figlia che deve sposare quest'uomo (che ha più di quarant'anni, mentre lei neppure venti) per salvare le sorti dell'impresa di famiglia, evitando così la bancarotta.
La vita coniugale con monsieur Petit, vedovo e con tre figli dal primo matrimonio, si rivela piena di sacrifici, lutti e delusioni. Ma Rachel affronta ogni traversia con incredibile coraggio, quasi con impassibilità (almeno apparentemente), mantenendo i nervi saldi e cercando di agire sempre per il bene dei figliastri e dello stesso marito, che lei non amerà mai ma verso il quale nutrirà un grande rispetto.
Rachel sembra scioccamente e testardamente convinta di non aver bisogno dell'amore di un uomo, ma dovrà ricredersi, come già le aveva anticipato, in tempi non sospetti, la domestica di sua madre, la cara Adelle (mamma di Jestine): il destino ha in serbo per lei un grande amore, e quando arriverà lei stessa lo riconoscerà e non potrà sottrarsi alla sua forza travolgente.

«Credi che l’amore sia come l’angelo della morte?» rise di me Adelle. «Non puoi chiuderlo fuori. Non sa neppure cos’è, una porta». Mi sfiorò la fronte con le dita, come per sentire se avessi la febbre. «Il consiglio che ti do è accettare quello che non capisci».

Quando Isaac muore, gli affari di famiglia vengono automaticamente affidati a un nipote del defunto (non potendo la donna occuparsi di affari); ed è così che una mattina, appena arrivato da Parigi, compare al suo cospetto il nipote di Petit, Frédéric Pizzarro, un bel giovane coi capelli scuri, il portamento elegante e un francese parigino così nitido da sembrare un altro idioma rispetto al francese creolo dell’isola. 
Rachel, che ha sempre avuto la lingua più tagliente di tutta St Thomas, non riesce quasi ad articolare suono, consapevole della fatalità di quell’incontro. 

La scintilla dell'attrazione scatta inesorabile e contenerla sarà difficile: i due sanno che una relazione tra loro sarebbe condannata dalla comunità ebraica - e la vita di ogni singolo ebreo è strettamente legata alla sinagoga, alle regole scritte e non scritte in seno alla comunità d'appartenenza - ma come si fa a fermare un sentimento che inonda il cuore e che non può essere ignorato, ma che chiede con forza di essere vissuto appieno?

Legalmente Rachel è la zia acquisita di Frederic (ed è pure più grande di lui) e anche se i due non sono parenti carnali, il loro amore è visto come incesto e quindi condannato.
Il disprezzo della comunità, l'emarginazione, le umiliazioni... non impediranno a Rachel (considerata dai bigotti una strega ammaliatrice e mangiauomini) di stare con il suo Frederic e di godere dell'amore reciproco e intenso che li unisce.

Lei sa che lui, e soltanto lui, è l’amore della sua vita, e finalmente anche lei conosce sulla propria pelle la forza dell'Amore, quello che ti cambia l'esistenza e per il quale sei disposta ad andare contro tutto e tutti; un amore di cui lei aveva sentito solo parlare ma che non aveva, fino ad allora, mai vissuto:

"Un amore come quello restava un mistero per me. Non capivo perché le persone lasciassero che una semplice emozione avesse la meglio su di loro. L’amore non si vede, non si tocca, non ha sapore, eppure può distruggerti e lasciarti nell’oscurità, all’inseguimento del tuo stesso destino."


Dal loro amore nasceranno molti figli, tra cui Camille, un ragazzino curioso e vivace che andrà a Parigi, si diplomerà all’École des Beaux-Arts, stringerà amicizia con Paul Cézanne e diventerà Camille Pissarro, uno dei più grandi pittori dell’Ottocento. 

L'ambientazione a un certo punto si sposterà a Parigi e seguiremo le vicende di Camille, questo piccolo artista incompreso, la cui passione per la pittura i genitori cercheranno di osteggiare, non perchè non vedano in lui il talento, bensì in quanto convinti che per campare bisogna avere un vero lavoro e il commercio dà sicurezze che l'arte non può offrire.
Ma Camille è figlio di sua madre, è cocciuto come lei, e il loro rapporto in un certo senso riproduce quello di Rachel con la propria genitrice; Rachel, infatti, col passare degli anni, si accorge di star diventando un po' troppo cinica, critica e distante, proprio come era sua madre con lei, con la differenza che ella sa di provare un profondo amore per Camille (e anzi, è anche per questo che vorrebbe tenerlo sempre accanto a sè, piuttosto che vederlo volar via verso Parigi), amore che lei stessa non ha mai avvertito da parte della mamma.

"Il matrimonio degli opposti" è un romanzo dalle atmosfere piene di esoticita', suggestive, in cui la rigidità della fede e della vita religiosa (con i suoi dettami, i suoi principi fermi e spesso ottusi) si scontra (ed è destinato comunque a conviverci) con tutto il mix di culture presenti nell'isola, in cui c'è una buona percentuale di africani, per cui anche gli stessi ebrei si lasciano "contaminare" da credenze e superstizioni pagane, come ad esempio la convinzione di essere circondati dai fantasmi dei defunti (che si mostrano sotto forma di animali o altre  manifestazioni naturali).

Durante la lettura ho nutrito sentimenti contrastanti nei confronti della protagonista: Rachel è una forza della natura, è un tipo che quando si mette in testa qualcosa, presto o tardi e con tutti i mezzi aventi a disposizione, la ottiene, infischiandosene delle conseguenze, e questo ha destato in me una certa ammirazione, cosa che non ho sentito quando ho appurato che, col sorgere delle prime rughe, con l'aumentare delle preoccupazioni, Rachel diventa come sua madre, che da giovane aveva tanto condannato, e pur amando i suoi figli, non sarà con loro affettuosa e materna, finendo per ripetere gli errori materni.
La trama del romanzo è molto ben articolata, intreccia le sorti di più personaggi (ad es. anche di Jestine e sua figlia) in modo appassionante, stagliandosi su un contesto storico ben definito e ricco di cambiamenti veloci ed importanti, come l'abolizione della schiavitù; inevitabili gli affascinanti riferimenti all'arte, essendo uno dei personaggi principali il grande Pissarro; interessante la questione del peso della comunità, che può influenzare positivamente o meno la vita di un singolo o della sua famiglia, emarginandoli o integrandoli a propria discrezione; altre tematiche: il rapporto di una madre con i suoi figli, con tutti gli sbagli che il troppo amore può portare con sè; la discriminazione in varie forme, che sia verso un'altra etnia o verso la donna.

Mi sono piaciute molto le sensazioni ricevute durante la lettura, a livello proprio sensoriale: le descrizioni vivide e realistiche del luogo mi hanno fatto sentire parte di quel mondo, mentre leggevo, come se anche io stessi godendo del bellissimo spettacolo di una natura rigogliosa e colorata, dei suoni tipici del luogo, con i suoi animali esotici, il suo splendido mare, le sue leggende..., insomma un romanzo che rapisce i suoi lettori pagina dopo pagina, in cui la finzione narrativa incrocia la realtà di "fatti e persone realmente esistiti" e lo fa regalandoci un racconto variopinto, multicolore (proprio come un quadro) e struggente, intriso di una dolce malìa, che intreccia dettagliate ricostruzioni storiche, capolavori dell’arte e una magnifica storia d’amore.


obiettivo n. 25.
Un libro consigliato da un altro membro del club

martedì 6 febbraio 2018

Prossimamente in libreria (febbraio, marzo, aprile)



Una saga famigliare ambientata nelle isole Faroe; un ragazzino che conoscerà cosa vuol dire morire per i propri onesti ideali; un bambino emarginato ma speciale;  una famiglia perbene che nasconde molti segreti: ecco alcuni arrivi in libreria previsti per le prossime settimane ^_^



ISOLA
di Siri Ranva Hjelm Jacobsen



Ed. Iperborea
224 pp
17 euro
USCITA
22 FEBBRAIO 2018
Dopo la morte della nonna, una giovane ragazza danese decide di tornare a Suduroy - l’isola dell’arcipelago delle Faroe da cui proviene la sua famiglia - a cercare le sue origini in una cultura che ha ereditato ma che non le appartiene e in una lingua estranea in cui "non sa neppure pronunciare il suo nome." L’unico legame concreto con quel mondo è il rapporto con i nonni Marita e Fritz, emigrati in Danimarca negli anni ’30, la sua immaginazione e tutti gli aneddoti che fin da piccola le hanno raccontato.
È stata la vita durissima dei pescatori nel mare del Nord, «il posto in cui l'uomo è meno benvenuto al mondo» a far nascere in Fritz il desiderio di un destino diverso, ed è l’urgente desiderio di felicità e la necessità di sfuggire alla durezza della vita a guidare tutta questa grande saga famigliare che si snoda tra la Danimarca e isole sperdute nell'Oceano Atlantico del Nord. 

Una storia che racconta quasi un secolo di storia e di vite, dall’amore segreto tra Marita e Ragnarr il Rosso, al patto tra Jegvan e Ingrún, la più ricca dell’isola, e allo sfortunato destino del figlio di Beate, passando attraverso la Seconda guerra mondiale, il protettorato inglese e la lotta per l’indipendenza. Con una lingua ispirata, densa, poetica e a tratti incantata Siri Ranva Hjelm Jacobsen ci parla di amore, di emigrazione, di quello che si perde e si acquista nel nascere in un paese straniero, della nostalgia di casa, della riscoperta delle proprie radici e delle leggende popolari che sopravvivono allo scorrere del tempo. 
E sullo sfondo di tutta la narrazione, una natura grandiosa e indomita che non si piega mai alla volontà umana e anzi sopravvive nel cuore della protagonista, che non vi è nata, eppure non può fare a meno di amarla.


UN RAGAZZO NORMALE
di Lorenzo Marone



Ed. Feltrinelli
240 pp
16.50 euro
USCITA
22 FEBBRAIO 2018
“Le cose straordinarie, quelle che resteranno per sempre nella tua vita, arrivano spesso in punta di piedi e all’improvviso, senza tuoni e particolari avvisaglie. Proprio come quella nevicata dell’85.” 

A dodici anni sono diventato amico di un supereroe. Aveva venticinque anni, abitava nel mio condominio a Napoli e diceva di non essere per niente un supereroe. Ma io so che i supereroi esistono. E sono in mezzo a noi.

Mimì, dodici anni, occhiali, parlantina da sapientone e la fissa per i fumetti, gli astronauti e Karate Kid, abita in uno stabile del Vomero, a Napoli, dove suo padre lavora come portiere. 
Passa le giornate sul marciapiede insieme al suo migliore amico Sasà, un piccolo scugnizzo, o nel bilocale che condivide con i genitori, la sorella adolescente e i nonni. 
Nel 1985, l'anno in cui tutto cambia, Mimì conosce Giancarlo, il suo supereroe, giornalista de «Il Mattino» che cadrà vittima della camorra proprio quell'anno e davanti a quel palazzo. 
Nei mesi precedenti al 23 settembre, il giorno in cui il giovane giornalista verrà ucciso, e nel piccolo mondo circoscritto dello stabile del Vomero, Mimì diventa grande. 
E scopre l'importanza dell'amicizia e dei legami veri, i palpiti del primo amore, il valore salvifico delle storie e delle parole. Perché i supereroi forse non esistono, ma il ricordo delle persone speciali e le loro piccole grandi azioni restano.



LA VOCE DELLE COSE PERDUTE
di Sophie Chen Keller




ù
Ed. Nord
368 pp
USCITA
29 MARZO 2018
Una sera d’inverno, una vecchia mendicante gira per le strade di New York in cerca di un riparo, quando una donna apre la porta della sua pasticceria e la invita a passare lì la notte. La mattina dopo, la vecchia è scomparsa, lasciando un libro di ricette. Da allora, la pasticceria è diventata la più frequentata della città, perché i dolci preparati grazie a quelle ricette non sono solo deliziosi: i biscotti curano i reumatismi, le gallette migliorano l’umore e la torta paradiso fa dimagrire… è un finale da favola, finché, un giorno, il libriccino sparisce.

Walter odia le parole. Soffre di un disturbo che gli impedisce di articolare bene i suoni e, un giorno, stanco delle prese in giro dei coetanei, ha smesso di provarci. Ha deciso di chiudere la bocca e aprire gli occhi. Adesso, a dodici anni, Walter osserva, e nota cose che sfuggono a tutti gli altri, è diventato bravissimo a ritrovare le cose perdute. 
Ecco perché, quando il libriccino della madre sparisce, lui si lancia alla sua ricerca col suo unico amico, Milton, un Labrador grassoccio e intraprendente. 
Insieme, Walter e Milton si avventurano negli angoli dimenticati di New York, incontrando persone che per gli altri sono invisibili: dalla donna che tutte le mattine raccoglie le lattine per strada a una coppia delusa dal mondo che si è ritirata in uno scalo abbandonato della metropolitana. 
Grazie alle loro storie, Walter scoprirà generosità e speranza, solitudine e rimpianti, e riuscirà non solo a trovare le pagine del libriccino, ma pure il coraggio di aprirsi agli altri e di dare voce ai suoi sogni.


L'ALTRA MOGLIE
di Kerry Fisher



Ed. Nord
392 pp
18 euro
Data uscita

12 APRILE 2018

Due donne. Una famiglia. Un segreto.

Per Maggie, una madre single che non ha mai avuto una relazione stabile, il matrimonio con Nico è un sogno, che le permetterà di entrare a far parte della grande e felice famiglia di lui.
Suo marito vive nella casa di fronte a quella del fratello Massimo e a pochi passi da dove abita la madre, considerata da tutti il nume tutelare della famiglia. 
Eppure è proprio lei ad accogliere Maggie con estrema freddezza: la sua nuova nuora non è all'altezza della prima, la defunta Caitlin: più sofisticata, più bella e certamente più adatta a Nico. 
Maggie se lo sente ripetere talmente tante volte che inizia quasi a crederci. Finché non trova un fascio di lettere nascoste in soffitta, lettere scritte da Caitlin a un uomo che non era suo marito. E allora cambierà tutto…
L’immagine che tutti hanno di Massimo e Lara è quella di una famiglia perbene. 
Eppure, dietro l’apparenza si celano ombre che Lara non ha il coraggio di condividere con nessuno. 
Almeno finché non arriva Maggie, la nuova cognata. Per Lara, Maggie potrebbe essere la chiave per evadere dalla prigione del suo matrimonio. Tuttavia ben presto si renderà conto che, in una famiglia tenuta insieme da ipocrisie e segreti, la verità può avere un effetto devastante…

lunedì 5 febbraio 2018

Intrecci Edizioni - Novità di gennaio



Buongiorno e buon lunedì, lettori carissimi!
Torno a presentarvi alcune novità Intrecci Edizioni, a partire dal secondo libro di Michele Rampazzo, Dreamtime. Sul blog è preente la recensione di La speranza dei vinti ma l'Autore è pronto a stupire piacevolmente i suoi lettori con un genere nuovo, una scrittura più matura e consapevole.


Pagine: 238
Prezzo: 15,00 €
Collana: Enne di Intrecci
Al tramonto del XXI secolo, inquinamento e cambiamenti climatici hanno portato il mondo sull’orlo di una nuova guerra fredda, dove chiunque farebbe di tutto per sopravvivere. 
Lo sa Shadow, sicario di una famigerata ong finita a compiere crimini efferati in nome della salvaguardia del pianeta. Lo capisce Rebecca, interprete del Ministro dell’ambiente cinese, quando scopre un piano del Governo che potrebbe avere esiti catastrofici. 
Lo scopre Milo, tester della Dreamtime, un’azienda cinematografica che proietta nella mente e compra i sogni delle persone, quando vede i ricordi che sua moglie Rebecca gli ha lasciato. 
E quando lei viene rapita e tre fronti diversi si mettono sulle sue tracce, Milo passa al contrattacco, coadiuvato da un aiuto insperato: un inseguimento forsennato lungo le strade di Shanghai e il suo congestionato mercato sommerso, in cui, un’azione sfacciata dopo l’altra, i fronti continuano a ribaltarsi e solo chi osa di più riuscirà a spuntarla. 

Un thriller serrato che tra le righe declama amore eterno per il cinema e denuncia una crisi climatica sempre più critica e attuale.



228 pp
15 euro

Il secondo libro ha un taglio storico: la seconda guerra mondiale. Un romanzo di formazione, di crescita e di consapevolezza di sé. Se amate questi romanzi allora La guerra di Lorenzo di Stefano Nocentini è proprio il libro che state cercando.

Lorenzo Mari vive alla giornata, fra amori fugaci, aspirazioni vitalistiche ed echi dannunziani. 
Ma l’entrata in guerra a fianco della Germania nel 1940 travolge le sicurezze sue e dell’Italia. 
Le sue esperienze di amore, di morte e di dolore – l’attacco alla Francia, l’invasione della Grecia, la battaglia di El Alamein, la prigionia in India – sono un percorso iniziatico di maturazione, che ne farà un protagonista del dopoguerra.



Concludo con un racconto lungo che vi sorprenderà. Un giallo ambientato nel mondo dell'atletica leggera e che appassionerà gli amanti dello sport e delle nuove tecnologie. 
Fatevi rapire da Più veloce della luce di Marco Giacomoantonio.

112 pp
12 euro
Partecipare alle Olimpiadi è il sogno di ogni atleta, soprattutto se si hanno le carte in regola per puntare alla finale in una specialità prestigiosa come i 100 metri. 
Questo vale anche nel 2060: società tecnologicamente avanzata, ma non per questo immune da lati oscuri e contraddizioni, in cui Fabio Olivieri, per coronare i suoi sogni olimpici, dovrà guardarsi non solo da inconsueti avversari, ma anche da altri elementi fuorvianti, tra cui il rapporto con l’altro sesso e nuove, sempre più inquietanti, tecnologie.



domenica 4 febbraio 2018

Leggere Romance: IL COLORE DEL CAOS di Giovanna Roma // EL DIABLO di M. Robinson



Care lettrici più romantiche, vi presento un paio di romance, sperando possano stuzzicare la vostra curiosità!



IL COLORE DEL CAOS
di Giovanna Roma



Self-pubblishing
GENERE: Forbidden romance
DATA PUBBLICAZIONE:
14 dicembre 2017
€ 2,99
394 pp

LINK DI ACQUISTO: 




Lui indossa jeans e tatuaggi. Io una divisa scolastica.
Lui ha un lavoro che ama, io una vita che odio.
Scott Turner è uno stronzo ventisettenne. Io, Allison Newborn, ammetto di essere una sedicenne difficile da gestire.
Gli sono caduta tra capo e collo e per questo crede di dettare le regole. Certo, continua a ripetertelo.
Abbandonata al lusso di una vita agiata, con due genitori sempre presi da sé stessi, è difficile obbedire agli ordini.
Tutto in lui gli urla di starmi lontano.
Tutto in me prega di combattere dei sentimenti che dovrei rinnegare.
Non abbiamo scelta, siamo costretti a trovare l'armonia in questo caos.
A volte gli incontri avvengono nel tempo sbagliato.
Ci trasformano per sempre.
Ci costano tutto.
Cos'altro può accadere a un amore proibito?


OPERE PRECEDENTI:
-La mia vendetta con te (dark romance);
-Il Siberiano (dark romance);
-Il patto del marchese (regency)
-Adam (Deceptive Hunters Series 1 dark romance);
-Razov (Deceptive Hunters Series 2 dark romance);
-Cassia (Deceptive Hunters Series 3 dark romance).


BIOGRAFIA AUTRICE.
"Sono nata e cresciuta in Italia e viaggiato sin da bambina. I generi che leggo spaziano tra thriller, psicologia, erotico e dark romance. Anche quando un autore non mi convince, concedo sempre una seconda possibilità, leggendo un altro suo libro. Sono autrice dei romanzi "La mia vendetta con te, il suo sequel "Il Siberiano", lo storico "Il patto del marchese" e la serie dark "Deceptive Hunters".


EL DIABLO
di M. Robinson


AMBIENTAZIONE: New York
Trad. Vanilla Harem's Books
COVER ARTIST: Rebecca Marie 
- The Final Wrap
SERIE: The Devil #1
GENERE: Dark Mafia Romance
538 pp
4,99 € (e-book) 
DATA DI USCITA: 
14 febbraio 2018
TRAMA

Ero spietato.
Ero temuto.
Avevo sacrificato me stesso.
Lei.
Ogni cosa…
Vivere in un mondo in cui valgo più da morto che da vivo è stata una mia scelta. Sono un uomo terribile, e non ho mai aspirato a essere nulla di diverso. Ho fatto cose di cui non sono fiero. Ho visto cose che non dovrebbero essere viste. Ho causato dolore a cui non posso rimediare.
È sempre stata una mia scelta.
Ogni decisione.
Ogni ordine.
Che fosse giusto o sbagliato, non aveva importanza.
Fino a lei. Era sotto la mia protezione, finché non è diventata la mia ossessione. Ma chi l’avrebbe salvata…
Da. Me. Stesso. Io, il diavolo. Il fato ci ha fatto incontrare. Il destino ci ha distrutti.

Ero spietato.
Ero temuto.
Avevo sacrificato me stesso.
Lei.
Ogni cosa…
Vivere in un mondo in cui valgo più da morto che da vivo è stata una mia scelta. Sono un uomo terribile, e non ho mai aspirato a essere nulla di diverso. Ho fatto cose di cui non sono fiero. Ho visto cose che non dovrebbero essere viste. Ho causato dolore a cui non posso rimediare.
È sempre stata una mia scelta.
Ogni decisione.
Ogni ordine.
Che fosse giusto o sbagliato, non aveva importanza.
Fino a lei. Era sotto la mia protezione, finché non è diventata la mia ossessione. Ma chi l’avrebbe salvata…
Da. Me. Stesso. Io, il diavolo. Il fato ci ha fatto incontrare. Il destino ci ha distrutti.

L'autrice.
M. Robinson ama leggere. Preferisce tutto ciò che ha dell’angst, i romanzi, i triangoli, i tradimenti, l’amore e, ovviamente, il sesso! Legge fin dal Club delle Babysitter e R.L. Stein. È nata nel New Jersey ma è cresciuta a Tampa, in Florida. Attualmente sta conseguendo il suo dottorato in psicologia e le mancano solo due anni al termine. È sposata con un uomo fantastico, che ama con tutto il cuore. Hanno due incroci di Pastore Tedesco e un gatto, Tabby.

sabato 3 febbraio 2018

Recensione: OLGA DI CARTA - JUM FATTO DI BUIO di Elisabetta Gnone



Il buio fa paura. Ce lo ricordano i bambini, nella loro innocenza e ingenuità, che non di rado ne hanno paura, perchè è lì che sono acquattati i mostri più spaventosi.
Ma basta accendere la luce, anche un lumino piccolo piccolo, per illuminare questo buio e accorgerci che i mostri scappano via...!



JUM FATTO DI BUIO
di Elisabetta Gnone



Salani Editore
È inverno nel pacifico villaggio di Balicò e tutti sono in attesa del Natale, mentre intanto la neve scende ad imbiancare ogni cosa.
La piccola Olga Papel, una ragazzina sottile come un foglio di carta, sempre in compagnia del suo amato e fedele cane Valdo, riscalda i cuori degli abitanti con le sue bellissime storie, che tutti – piccoli e grandi – attendono con ansia.

Finchè un giorno la dolce e timida bambina racconta una storia diversa dalle altre in cui compare un personaggio inquietante, capace di mettere i brividi a chi ascolta: Jum fatto di buio.

Di chi si tratta? È un essere informe e molle, senza né mani né piedi, che va in cerca di… persone che soffrono!E sì, perché Jum si nutre di lacrime! È fatto di buio e ama il vuoto che è dentro ogni essere umano; quando incontra qualcuno che piange abbondanti e amare lacrime per aver perduto qualcosa o qualcuno, Jum scoppia di felicità, incoraggia la vittima a continuare a piangere e intanto lui ingrassa e si sazia bevendo il suo dolore.
È un personaggio davvero crudele, malvagio ed è comprensibile che un po’ di paura la metta a chi sente parlare di lui la prima volta.

Eppure la narratrice è tranquilla nel parlare di questo torbido essere, forse perché ella sa qual è l’unico modo per liberarsi di questo lui: ridere, essere felici!! Jum ha il terrore delle risate, dei sorrisi, degli scoppi di gioia, e davanti ad essi fugge immediatamente!

Ma non tutti colgono questa soluzione, anzi, le tante storie che man mano Olga racconta ai suoi attenti ascoltatori si diffondono nel villaggio, saltando di bocca in bocca e seminando un panico irrazionale, superstizioso e… pericoloso!
Molti cominciano a guardare Olga di traverso, come se lei avesse introdotto Jum nelle loro vite per terrorizzarli e far del male; tanti si convincono che Jum fatto di buio sia fatto di carne e ossa, che non sia semplicemente frutto della fantasia di una bambina bizzarra che lavora troppo di immaginazione, ma che sia un pericolo concreto per ciascuno di loro, pronto a danneggiarli in qualche modo.
Questa sciocca convinzione non solo alimenterà diffidenze, mormorii e sguardi ostili, ma genererà comportamenti decisamente sconsiderati che metteranno a repentaglio la vita di qualcuno molto caro alla nostra “racconta storie”…

Olga voleva soltanto portare speranza a chi ha il cuore triste, a chi piange per aver smarrito ciò che lo rendeva felice, ma si ritrova a dover combattere proprio con ciò che temono gli abitanti di Balicò: le paure cui non sappiamo dare un nome e una spiegazione, il vuoto nascosto in ogni persona, il buio che ci fa sentire persi, incapaci di vedere il bello che è in serbo per tutti, e che notiamo solo se lo cerchiamo e non ci chiudiamo in noi stessi.

“Jum fatto di buio” è un romanzo che fa riflettere grazie alla sua dolcissima protagonista: Olga è una bimba sensibile, giudiziosa, sempre in giro con Valdo in cerca di avventure da vivere con lui o con i suoi amici più cari, come Bruco, un ragazzino sincero e simpatico; ci fa tenerezza la timidezza di Olga in presenza del ragazzo che le piace e davanti al quale non riesce a non arrossire; ci commuove la sua bontà d’animo, che la spinge a raccontare storie che facciano bene al cuore di tutti, perché non c’è persona che non abbia vissuto o non viva dei momenti di buio:

“Quando qualcuno che amiamo, o qualcosa a cui teniamo, se ne va per non tornare oppure si perde per sempre, dentro di noi si crea un grande spazio vuoto e quel vuoto è buio come il fondo di un pozzo. Ed è gelido. E qualche volta anche così vasto che sembra d’essere fatti solo di un buio gelido e vuoto. Però non è proprio così, giusto? Ci sembra in quel momento perché siamo disperati”.

Siamo in presenza di una storia che ha al suo interno tante piccole storie, come una matrioska: dentro un racconto ce ne sono degli altri ed ognuno ha la sua particolarità: c’è l’artista che ha perso il suo amato gatto (e con esso la capacità di dipingere), un uomo disperato per aver perso il proprio passato, una famiglia che ha smarrito il coraggio, l’uomo che fissava il buio, la bambina infelice che desiderava essere come Jum, cioè fatta anche lei di buio, essere un tutt’uno con il vuoto, perché tale era la sua esistenza, dopo essere rimasta completamente sola al mondo.Tutti i personaggi delle storie di Olga trovano il proprio personale perché per allontanare il buio dalla loro esistenza, per riempire il vuoto creatosi nel loro cuore con qualcosa che dia nuovamente valore ai loro giorni. 

Ed è proprio questo, per quanto mi riguarda, l’insegnamento principale che possiamo trarre da questa bellissima storia: il buio può far capolino nella nostra vita, e con esso la sensazione di vuoto, la paura che non riusciremo più ad essere felici e che non ci resti altro che piangere su noi stessi, chiudendoci al mondo.
Ma il mondo continua ad esserci e a riservarci, nostro malgrado, delle sorprese; sorprese che a volte sono semplici, nulla di eclatante: la bellezza di prendere il cappotto e uscir di casa a passeggiare, un micio da accarezzare, un cagnolone che ci fa compagnia, le stelle che dal cielo blu ci sorridono…

Sta a noi prendere la decisione di non affogare nei rimpianti, nel dolore, nelle lacrime, nella paura, ma sforzarci di guardarci attorno e riscoprire tante piccole ma importanti ragioni per le quali vale la pena vivere con gioia e speranza.

Un’altra verità che la bravissima Elisabetta Gnone ci porta a considerare è che quando ci lasciamo prendere dalla paura e dalla suggestione, finiamo per non ragionare più e per agire in maniera sconsiderata, provocando solo guai, quando invece sarebbe bastato fermarsi e riconoscere che spesso ciò che ci frena, che ci porta ad isolarci, che ci fa sentire al buio, che genera vuoti che poi riempiamo di cose tristi… non è fuori di noi, ma dentro!

E se Jum fosse qualcosa che noi stessi generiamo, quando perdiamo la capacità di guardare le cose belle e goderne?

Il vuoto dentro di noi non è creato solamente da ciò che ci viene tolto, ma spesso anche da ciò che desideriamo ardentemente ma non riusciamo ad avere; immergendomi nella lettura di queste pagine non ho potuto fare a meno di farmi delle domande su me stessa, e di considerare quante volte anche io mi sia trovata nel buio, sentendo pozzi gelidi di infelicità aprirsi sotto di me, mentre mi sentivo sprofondare senza riuscire a risalirne; in fondo, quando perdi o non hai qualcosa (che pensi possa rendere la tua vita davvero piena ed entusiasmante) è comprensibile soffrirne, e forse è anche necessario attraversare questa fase buia per uscirne più forti.


“Siamo lumini che attendono di splendere, il buio non ci appartiene”.

Come non ci appartengono i vuoti, che lasciati a se stessi sono pericolosi in quanto, presi da scoraggiamento, sconforto, timori…, rischiamo di riempirli di troppa roba, e magari di “spazzatura”.

E se provassimo a guardare il vuoto come un grande spazio che attende di essere colmato di nuove possibilità? E se il buio che ci attanaglia e fa indurire il nostro cuore non aspettasse altro che di essere spazzato via da una luce, per piccola che sia?


Olga di carta, la giovanissima protagonista di questo incantevole racconto, vuole aiutare chi l’ascolta (e, come noi, la legge) a capire proprio questa verità; certo, i mostri che abitano dentro di noi sono diversi, ci rendono fragili (chi di noi non lo è? E non sono le fragilità a renderci meravigliosamente umani?) e liberarcene non è proprio un’impresa semplicissima; forse a volte, con alcuni di essi, dovremo imparare a conviverci, ma ciò che conta è che non ci blocchino, impedendoci di splendere, di essere luce.

Ho apprezzato tutto di questo libro: la scrittura semplice ma stimolante per i giovani lettori, lo sfondo (il villaggio di Balicò) fittizio e incantato, la neve che rende il Natale ancora più magico, i diversi personaggi - alcuni buffi, altri burberi ma generosi, altri un po’ pettegoli… -, che danno vivacità allo sviluppo delle vicende, e in particolare la protagonista, tanto giovane quanto riflessiva e sensibile, i cui racconti riescono a “volare” dalla carta al singolo lettore, parlandogli, mostrandogli qualcosa di sè che magari non aveva il coraggio di riconoscere, e in questo modo... lo consola.

Perché è questo che può fare la lettura (o l’ascolto di storie): consolare, guarire, e lo fa con estrema generosità e naturalezza, stimolando la nostra fantasia senza farci perdere il contatto con la realtà, con ciò che ci circonda.
Consiglio assolutamente la lettura di questo meraviglioso romanzo, adatto ai giovanissimi ma anche ai più grandi, perché sa affascinare, far sorridere, commuovere, pensare, il che non è affatto di poco conto, tanto più in tempi come i nostri, in cui si dicono e leggono tante, troppe parole (spesso vuote e senza senso), in cui non c’è tempo per fermarsi a meditare, ascoltare, parlarsi… (si va troppo di fretta, ci sono troppe cose da fare, troppi stimoli ai quali rispondere), e allora Elisabetta Gnone sa come caricare di significato, valore e sentimento la sua narrazione, andando dritto al cuore e regalando emozioni pulite ai suoi lettori.

Deliziosa la cover e molto belle le illustrazioni in bianco e nero che arricchiscono il libro.

venerdì 2 febbraio 2018

Novità Intrecci Edizioni: FRATELLI DI STORIA di Marco Casula



Cari amici, oggi vi do il buongiorno con una novità Intrecci edizioni.


FRATELLI DI STORIA
di Marco Casula




Pagine: 278
Prezzo: 16,00 €
Collana: Enne di Intrecci

«Perché fratelli di storia?»
Perché c’è un luogo nella vita dove andare davvero. Questo luogo è la storia che abbiamo passato insieme. È l’unica cosa che ci lega. Nonostante i drammi, le lacerazioni, i conflitti. Non sono le idee o le ideologie o i fatti, è la storia.

Non è un romanzo storico. La storia è cornice. Di più, è uno spazio mentale nel quale si inscenano, dentro uno squarcio di vita nazionale, due esistenze in contesti storici assai diversi, ma contigui.

Due date simboliche nelle quali si consuma il dramma di una nazione:
⁃ 8 settembre 1943, il giorno dell’armistizio con gli anglo americani nel 2° conflitto

mondiale; il giorno della catastrofe; il giorno nel quale è morto il concetto di patria.
⁃ 12 dicembre 1969, il giorno della strage di piazza Fontana a Milano; il giorno nel quale molti italiani persero la loro innocenza, ma presero coscienza che la democrazia si prende e non si concede.

Che storia è. È storia di un tentativo di redenzione laica. Ciò che l’uomo è disposto a fare, a rischio di perdersi pur di salvarsi dalla tempesta.
È l’itinerario umano di anime perdute nella tempesta dei Giorni.
I protagonisti sono come gli Arcangeli nel Paradiso Perduto di John Milton. Cacciati dal paradiso dei loro ideali, si sfracellano nel fango e nel sangue della Terra, perdono la loro purezza e diventano Diavoli. Vedi i Nomi dei personaggi o i Nomi dei Luoghi che i personaggi frequentano. I temi della Follia, della Violenza e l’esperienza della Morte.

È il viaggio del nostro esserci. Del nostro essere nel mondo. Generazioni che hanno scontato la storia del Novecento, un secolo rivoluzionario, partecipando a quello che era l’ordine del giorno a quel tempo.
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