giovedì 13 aprile 2023

>> RECENSIONE << LA LUCE NATURALE di Marco Archetti

 

Tre figli riuniti attorno alla madre morente, ma non è su di lei che convergono i loro frenetici pensieri, bensì su loro stessi, sulle mancanze, le illusioni, le frustrazioni.
Tre esistenze sospese, ferme, tre fratelli che, non riuscendo a stringersi e a ritrovarsi davanti allo spettro della morte che si sta avvicinando, sembrano sempre più lontani l'un dall'altro, ognuno rintanato nel proprio angolo buio, a collezionare insoddisfazioni, rancori, fallimenti, speranze disattese, barricati dietro muri di incomunicabilità e infelicità.
Ciascuno in attesa di una luce vera, naturale e più grande, che possa finalmente aprire i loro occhi e rischiarare le loro vite.


LA LUCE NATURALE
di Marco Archetti



Ed. Mondadori
168 pp
18.50 euro
2023

Non c'è mai un momento giusto per ricevere una brutta notizia, questo è ovvio.
Ma se la vita sta già "girando male" e i problemi e le preoccupazioni abbondano, sapere che tua madre sta morendo non può che far precipitare drasticamente l'umore.
Flavio Calore - attore quarantacinquenne - è su un Frecciarossa, direzione Torino, quando riceve la telefonata della sorella, Tiziana, che gli comunica che la loro mamma, Elvira, sta male, ma non è in ospedale, bensì sul letto di una camera d'albergo di Eraclea (dov'erano in vacanza), di proprietà di un certo Giani Albiero. È assistita, ci mancherebbe: viene a visitarla un medico e c'è pure un'infermiera, ma le sue condizioni sono gravi.

La notizia, giunta tra capo e collo, fa sbroccare Flavio.
A farlo urlare di nervosismo non è tanto la notizia che Elvira sia lì lì per lasciare questo mondo, quanto il dover cambiare i propri piani per incontrare il fratello Gabriele e la poco amata Tiziana, con cui proprio non ha voglia di interagire.
Flavio ha un grumo di rabbia e frustrazione che lo opprime, lo rende scontento, vendicativo; è un attore noto, sì, ha qualche lavoro interessante da vantare nel curriculum, ma ad essere onesti la sua carriera è in stallo, e con essa tutta la sua esistenza.
Eppure lui nel cassetto ha un'idea niente male, che attende solo di trovare qualcuno che creda nel suo progetto che lo produca e gli permetta di realizzarlo: sarebbe l'occasione giusta (irripetibile!!) per dare una scossa alla sua carriera, fatta di illusioni, chiamate attese che non arrivano, opportunità mancate.
Insomma, Flavio Calore ha altro per la testa ma... gli tocca, non può infischiarsene: deve andare ad Eraclea.

Come tocca anche anche a Gabriele Calore, il numero uno nel collezionare fallimenti e sconfitte, tanto in campo sentimentale che lavorativo.
Lasciato da quella che è ormai la sua ex (Ileana) - che oltre a dargli un bel paio di corna, lo ha anche spolpato economicamente -, Gabriele ha un figlio malato ricoverato in istituto, un nuovo amore da coltivare e preservare, e un mare di debiti, nel quale rischia di annegare.

Certo, lui non è il tipo da scoraggiarsi, eh: "Se affronta la vita senza consapevolezza tragica è soltanto perché vede più in là, cioè sé stesso dal punto di vista del trionfo futuro."

Gabriele vede rosa anche quando c'è solo nero, vede una piccola luce e per lui è un raggio di sole; non si dà per vinto nemmeno in caso di sconfitta e, nonostante la vita non gli sorrida da tempo, "passa attraverso ogni disastro come se non lo riguardasse".

E poi, ci sarà pure un modo per uscire da questo continuo viavai di fiaschi, no?
Il suo (unico) amico, Ubaldo, gli propone un lavoretto, una cosuccia non proprio legale però semplice, fattibile, che potrebbe levargli un sacco di problemi. 
Per il buon Gabriele, candido e solare come un eterno bambino ed esageratamente spensierato, quella potrebbe davvero essere la sua "grande occasione"; deve solo essere un po' "egoista", spregiudicato: una volta sola..., che male potrà venirne? "Vivere per sé stessi e basta. Senza sbriciolarsi, senza sgretolare il destino nei sensi di colpa".

E poi c'è lei, la loro sorella, Tiziana.
Tiziana Calore è l'emblema del vittimismo, del melodramma, dell'insoddisfazione.
È accanto a sua madre ma non è lei a tenerle la mano; certo, ha pietà di quella donna anziana stesa sul letto di una squallida camera dì un hotel e che non è neanche libera di stare male ed essere assistita in santa pace; mamma e figlia sono quasi prigioniere tra quelle mura dalle quali non deve trapelare la presenza di una moribonda; Giani s'è tanto raccomandato: per favore, è tempo di vacanze, i clienti devono rilassarsi, divertirsi, e sapere che c'è una donna che sta per esalare l'ultimo respiro proprio vicino a loro, non è una gran bella pubblicità per lui e il suo albergo.
Discrezione, Tiziana, ti prego; che non si sappia che mamma Elvira sta per passare all'altra riva, non è il caso.

Ed Elvira obbedisce. Del resto, che altro può fare?
Obbedisce e intanto si concede voli di fantasia, dove lei è una Tiziana diversa, più coraggiosa e intraprendente, più attraente, che sa sedurre gli uomini e che non ha una vita grama, infelice, piatta, priva di emozioni forti.
Tiziana è da quando è nata che vive in bilico, eternamente spaesata, personaggio secondario della sua stessa esistenza, trascorsa accanto ad un uomo (Dario) che non riesce ad amare con passione, anzi, il più delle volte la sua sola presenza la irrita, tanto da indurla a trattarlo male, a dare per scontato quel compagno di vita silenzioso, accomodante, che c'è, c'è sempre, a dispetto dei capricci, dei frequenti malumori, dei continui andirivieni di questa moglie nervosa, volubile, fragile.

Se Gabriele è il fratello bonaccione, il paciere di famiglia, colui che non grida mai, non insulta ma cerca sempre di trovare una conciliazione (un carattere, il suo, che mal viene tollerato dagli altri due, che lo disprezzano, lo vedono come un debole, uno senza spina dorsale, oltre che un fallito), i Calore più focosi, che s'incendiano per nulla, sono proprio Flavio e Tiziana.
Non si sono mai sopportati, sin da bambini: dispettoso e cinico lui, piagnucolosa e pesante lei; non fanno che scontrarsi, urlarsi frasi che - sperano - feriranno l'altro, darsi addosso senza pietà, elencandosi reciprocamente mancanze e difetti e miserie personali.

Flavio vede Tiziana come "un groppo su una sedia con sfondo piastrellato, già arresa, del tutto svuotata e squadernata dal dolore, gli zigomi lucidi e una palude di sconforto negli occhi."

E Tiziana trova che Flavio sia superficiale, egoista, un attore dentro e fuori dal palcoscenico, un insensibile che le ha sempre creato problemi, che s'è sempre divertito a umiliarla e a farla sentire una povera stupida.

Mentre Elvira giace immobile nel limbo della sua stanza d'hotel, i tre fratelli si ritrovano a sopportarsi malvolentieri e a discutere di soldi (tasto dolente in quasi tutti i nuclei famigliari).
La madre aveva da parte un bel gruzzolo: che fine ha fatto?
Tutti e tre hanno bisogno di metterci le mani su perché ciascuno sa di camminare "su un filo teso, in equilibrio sopra una voragine"; quell'eredità potrebbe essere un tentativo per tappare qualche buco e sfuggire alla propria miserabile esistenza.
 
Quella triste e anonima stanza d'albergo diventa il loro teatro, e i loro litigi, le discussioni, i pianti e le grida servono solo a montare il più triste e desolante degli spettacoli. 

Attorno a quella madre che non si decide a rendere lo spirito, che è grave ma comunque resta in vita, i  fratelli ci appaiono come tre commedianti infelici: "Tutti e tre portano scritta in faccia la stessa storia, che dice: la vita non ha pietà."
E questa consapevolezza li induce a sbranarsi, ad abbattere ogni ipocrisia, a deporre ogni inutile maschera e a vomitarsi addosso malignità e odio.
Attorno al corpo immobile della genitrice sono sparsi i cocci rotti di un rapporto fraterno che si sta lanciando verso l'autodistruzione.

"Nessuno dei Calore si regge in piedi. Ognuno è squarciato. Se la sono presa l’uno con l’altra con l’odio peggiore, l’odio degli ingannati che hanno a loro volta ingannato. Prigionieri dell’essere carnefici, spietati come coloro che sentono nelle vene lo stesso sangue e le stesse cause, ognuno ha conosciuto la sola verità possibile: vince chi fa dell’altro, definitivamente, un colpevole."

Si dice che quando si tocca il fondo non si può che risalire e che dopo il buio della notte arriva per forza la luce di un nuovo giorno.
Come ne usciranno i fratelli Calore da questo "abominevole fratricidio"

"La luce naturale" scava nei rapporti tra famigliari, lasciando emergere con nitidezza ed efficacia i caratteri, i temperamenti, le personalità di ognuno dei tre personaggi principali.
Ci sembra di vederli e con gran chiarezza: Flavio con la sua fame di riscatto, la rabbia che lo divora, la voglia di veder realizzato il proprio sogno, la durezza nel giudicare il fratello e la sorella per la loro "mollezza" caratteriale e la loro esistenza scialba; Tiziana, fragile, lunatica, insicura, bisognosa di amore e, forse, timorosa di non esserne degna; Gabriele, ottimista a tal punto da sembrare fuori dal mondo come se vivesse in un'altra dimensione e non si rendesse conto di quanto la realtà (la sua realtà) sia problematica.
Altri personaggi secondari satellitano attorno a loro e tra essi, senza dubbio, spicca Elvira: Elvira che non si decide ad andare e che, benché muta e immobile, è poi, in realtà, la causa di tutto, colei dal quale ha origine il "melodramma" firmato Calore e ciò che da esso verrà fuori.

È un romanzo che ho apprezzato tanto per i personaggi, delineati molto bene, con onestà e forza, così vivi e profondamente imperfetti, con le loro debolezze, i loro pensieri più cattivi e le parole più velenose; Archetti ce li ritrae senza fare sconti a nessuno di essi ma, allo stesso tempo, senza giudizi, semplicemente per ciò che sono (ed essi sono i primi a pagare il prezzo del loro modo di essere e di agire); mi è piaciuta molto la scrittura dell'autore, così densa, pungente e con la magistrale capacità, propria di un bravo narratore, di mettere a nudo e di scavare nel profondo dei suoi personaggi, dei loro legami, e di restituirci tutta la complessità di quel microcosmo che è la famiglia, da cui non si fugge mai, ma - chissà - forse si può rientrare.

lunedì 10 aprile 2023

[ On my wishlist ] "La saga delle Tidelands" di Philippa Gregory

 

Carissimi lettori, spero stiate trascorrendo delle serene festività e che in questo giorno di Pasquetta possiate rilassarvi e divertirvi ^_^

Intanto, faccio un salto sul blog per buttar giù questo post che mi serve da promemoria: ci sono dei libri di cui sono venuta a conoscenza di recente e che mi piacerebbe leggere.

L'autrice (SITO) è di quelle on my wishlist da millenni: Philippa Gregory, amata autrice inglese di romanzi storici. Dai suoi libri sono stati tratti film e serie TV molto popolari, come quella delle Due Rose. Ha studiato Storia all’Università del Sussex e ha conseguito un dottorato all’Università di Edimburgo. Nel 2016, a Londra, le è stato conferito il più importante premio dedicato al romanzo storico, l’Outstanding Contribution to Historical Fiction Award.


Per quanto in generale sia attratta dal tipo di storie da lei narrate, da poco ho scoperto una saga in particolare.


LA GUARITRICE.
La saga delle Tidelands (#1)
di Philippa Gregory


Ed. Sperling&Kupfer
trad. M. Deppisch
432 pp
12.90 euro
Inghilterra 1648. Non è un buon periodo storico per una una donna che voglia essere diversa dalla massa.
E' la vigilia di mezza estate e l'Inghilterra è nella morsa della guerra civile tra il re detronizzato, Carlo I, e il parlamento ribelle. La lotta raggiunge ogni angolo del regno, anche nelle remote Tidelands, il paesaggio paludoso della costa meridionale.
Alinor, levatrice esperta anche nell'uso di erbe medicinali, discendente di donne sagge, schiacciata dalla povertà e dalla superstizione, attende nel cimitero sotto la luna piena un fantasma che la dichiari libera dal marito violento. Invece incontra James, un giovane in fuga, colui che dovrebbe aiutare il re, Carlo I, a evadere dall'isola di Wight, dove è tenuto prigioniero; Alinor gli mostra le vie segrete attraverso l'infida palude, non sapendo che sta lasciando entrare un enorme disastro nel cuore della sua vita.

Sospettata di possedere oscuri segreti in tempi pieni di superstizione, l'ambizione e la determinazione di Alinor la rendono differente da coloro che le sono attorno. 
Sono gli anni della stregoneria, ed Alinor, una donna senza marito, improvvisamente arricchita, suscita invidia nelle sue rivali e paura tra gli abitanti del villaggio, e se questi dovessero scoprire i suoi segreti, la donna si ritroverebbe stretta in una morsa, con conseguenze terribili.
E amare un altro uomo - per di più fedele alla monarchia - potrebbe risultarle fatale.



MAREA NERA.
La saga delle Tidelands (#2)


Ed. Sperling&Kupfer
trad. M. Deppisch
464 pp
18.90 euro
1670, solstizio d'estate. Un uomo ricco aspetta fuori da un malandato magazzino londinese per incontrare Alinor, la donna che aveva deluso ventuno anni prima. Ha tutto da offrire: denaro, terra, status, compreso il favore del sovrano appena tornato sul trono, e crede che lei abbia l'unica cosa che non può comprare col danaro: suo figlio, il suo erede.
Quest'uomo è James Avery.
Nel frattempo, nel New England, il fratello di Alinor, Ned, non riesce a trovare giustizia, poiché la vendetta del re si estende oltre l'Atlantico e mette i coloni gli uni contro gli altri e contro gli indiani d'America.
Finché una vedova di nome Livia arriva da Venezia. Si presenta ad Alinor come sua nuora, la informa che suo figlio Rob è annegato e le chiede aiuto. 
Ma qualcosa nella storia di Livia non torna e, per trovare le risposte, sarà necessario spingersi nelle oscure maree della laguna italiana.



Nel novembre 2022 è stato pubblicato il terzo volume della serie: l'indipendente Alinor e la sua famiglia si ritrovano invischiate in intrighi di palazzo, sconvolgimenti politici e segreti che cambiano la vita nell'Inghilterra del diciassettesimo secolo.


DAWNLANDS.

La saga delle Tidelands (#3)



È il 1685, l'Inghilterra è sull'orlo di una nuova guerra civile contro i re Stuart e molte famiglie sono divise. 
Ned Ferryman non riesce a convincere sua sorella Alinor che ha ragione a tornare dall'America con il suo servitore Pokanoket Rowan per unirsi all'esercito ribelle. 
Alinor è stata persuasa dalla manipolatrice Livia a salvare la regina dall'imminente assedio. Le ricompense cambieranno la vita: la famiglia potrebbe tornare nelle loro amate Tidelands e Alinor potrebbe governare là dove una volta era considerata inferiore a una serva.

Il figlio di Alinor, Rob, è determinato a stare alla larga dalla guerra, ma quando lui e suo nipote decidono di liberare Ned dall'esecuzione per tradimento e Rowan dalla deportazione di un condannato alle Barbados, si ritrovano invischiati nella creazione di un impostore Principe di Galles: un bambino surrogato della regina.

Dall'ultima battaglia nei desolati Somerset Levels alle caverne nascoste sull'isola schiava di Barbados, questo terzo volume di una storia epica segue una famiglia da un capo all'altro dell'impero, per trovare una nuova alba in un mondo che si sta aprendo davanti a loro con maggiori ricompense e pericoli che mai.


sabato 8 aprile 2023

LE MIE LETTURE DI MARZO 2023

 

Marzo è stato un mese prolifico di belle letture.


AMICI DI CARTA


1. LA LIBRERIA DEI GATTI NERI di Piergiorgio Pulixi: giallo, ruotante attorno a una serie di delitti in quel di Cagliari; a ragionarci su cinque lettori appassionati di delitti e assassini, (4,5/5);  PER CHI HA VOGLIA DI SUSPENSE E IRONIA
2. CARNE E SANGUE di Michael Cunningham: saga famigliare con protagonisti  uomini e donne pieni di insicurezze e alla ricerca della propria identità (3.5/5). PER CHI HA VOGLIA DI  SENTIRSI COINVOLTO DALLE TURBOLENTE VITE ALTRUI.

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AMICI DIGITALI


3. OGNI MATTINA A JENIN di Susan Abulhawa: storia dei membri di una famiglia della Palestina, le cui vite sono state stravolte dall'occupazione israeliana (5/5); PER CHI CERCA STORIE EMOTIVAMENTE COINVOLGENTI E REALISTICHE
4. PICCOLE COSE DA NULLA di Claire Keegan: breve romanzo che, sfiorando il tema dei maltrattamenti nelle lavanderie irlandesi delle Case Magdalene, fa riflettere sull'importanza dei piccoli gesti altruistici (3/5);   PER CHI HA VOGLIA DI UNA STORIA DOLCE E CHE FA RIFLETTERE
5. IL TAVOLO BLU di Manuela Costantini: un romanzo tutto al femminile che affronta tematiche come lutto, solitudine, amicizia, rapporto madre-figlia (4/5);  PER CHI CERCA STORIE DI DONNE FORTI PUR NELLE PROPRIE FRAGILITÀ.
6. LA STRADA PER VIRGIN RIVER di Robyn Carr: il primo libro della romantica serie ambientata in una cittadina piccola ma vivace e molto unita (4/5); PER CHI HA VOGLIA DI UNA STORIA D'AMORE IN UNO SCENARIO COUNTRY
7. DALL'INFERNO SI RITORNA di Christiana Ruggeri: la storia vera di Bibi, una bimba tutsi sopravvissuta al massacro della propria famiglia e al genocidio della sua gente (5/5);  PER CHI È ALLA RICERCA DI STORIE VERE, PIENE DI DOLORE MA ANCHE DI VOGLIA DI RISCATTO.
8. RICORDATI DI NOI di Maria Antonietta: romance contemporaneo; l'amore può guarire tutte le ferite, anche quelle più profonde (4.5/5); PER CHI HA VOGLIA DI TUFFARSI IN UN AMORE A 360°.
9. LE RELAZIONI PERFETTE di Allyson Taylor: romantic suspense, dove lui è l'uomo ideale e lei... un nervoso!! PER CHI HA VOGLIA DI UNA STORIA ROMANTICA CON GOCCIOLINE THRILLER.


READING CHALLENGE

10. LA SIGNORA DALLOWAY di Virginia Woolf: classico che, seguendo la tecnica del flusso di coscienza, racconta la giornata di una donna e il vortice dei suoi pensieri (3.5/5). PER CHI HA VOGLIA DI UN CLASSICO DELLA LETTERATURA DEL NOVECENTO



Complessivamente, sono state tutte letture come minimo piacevoli (tipo il romantic suspense Le relazioni perfette) fino a quelle belle belle, che già so che occuperanno un posto speciale nel mio cuore (come Ogni mattina a Jenin).

Sul podio marzolino vanno appunto OGNI MATTINA A JENIN che, narrando la storia di una famiglia palestinese, lungo tre generazioni, diventa simbolo del dramma di un intero popolo; anche DALL'INFERNO SI RITORNA è dolorosamente bello, in quanto è una storia vera ed ha come riferimento storico il genocidio dei tutsi in Ruanda; intrigante e ricco di sorprese il giallo di Pulixi.


CITAZIONI DEL MESE

"Il dolore raggela anche quando è intorno a te e sta colpendo gli altri." (Christiana Ruggeri)

“Possono portarti via la terra e tutto quello che c'è sopra, ma non potranno mai portarti via quello che sai o le cose che hai studiato” (Susan Abulhawa).


Sul fronte SERIE TV, oltre a proseguire con VIRGIN RIVER (sto per terminare la 4°), sto guardando anche ANIME FALSE, una serie turca con protagoniste due donne, mamma e figlia, chiamate rispettivamente Madre e Bambi. La madre è un tipo lugubre e cupo, di una bellezza misteriosa e fine, che nasconde un passato doloroso  e vive come fuggitiva insieme alla figlia, un'adolescente che lei tratta a volte come una bambina (la chiama spesso Bimba) e soprattutto la veste come una collegiale di altri tempi, suscitando risatine e critiche da chiunque si fermi a guardarle.
E siccome per essere strane, so' strane, attirano gli sguardi curiosi di tanti, cosa che spinge Bambi a sentirsi a disagio e la Madre a mettersi sulla difensiva, con conseguenze non proprio felici.
La donna, infatti, sta fuggendo da qualcosa o qualcuno, va peregrinando di hotel in hotel assieme alla figlia, senza una fissa dimora e andandosene quando qualche imprevisto mina la loro sicurezza e il loro anonimato.
La Madre è disposta a tutto pur di difendere dal male e di proteggere la sua Bambi.
Anche uccidere.

Vi farò sapere il mio giudizio complessivo quando avrò concluso la prima stagione ^_-

giovedì 6 aprile 2023

>> RECENSIONE << DALL'INFERNO SI RITORNA di Christiana Ruggeri



Bibi aveva solo cinque anni quando un uragano di violenza e odio razziale si è abbattuto sul Ruanda, portando dietro di sé una scia di dolore, morte, stupri, torture, massacri.
Il genocidio dei tutsi ad opera degli hutu ha inizio nell'aprile del 1994 e durerà più di tre mesi: nell'arco di cento giorni perderanno la vita tantissime persone (circa un milione).
Il paese ne uscirà devastato.
Bibi è una sopravvissuta che da quell'inferno è tornata. Ferita, sola, spaventata, ma viva e pronta, una volta adulta, a raccontare la propria storia, fatta sì di immense sofferenze, ma anche di voglia di riscatto.


DALL'INFERNO SI RITORNA
di Christiana Ruggeri


Giunti ed.
244 pp
Bibi (Bérénice) è una bimba che vive felice a Kigali, nello splendido Ruanda, insieme alla famiglia: la dolce mamma, il fratellino, la zia e i cuginetti.
Ma la vita di tutti cambia quando il 7 aprile del 1994 ha inizio uno dei massacri più atroci della storia: il genocidio perpetrato dagli hutu contro i tutsi e gli hutu moderati *

 In 100 giorni vengono assassinate un milione di persone, c'è un omicidio ogni dieci secondi, le violenze sono qualcosa di atroce. 

«Uccidete i tutsi, gli scarafaggi sono pericolosi vogliono distruggere il Ruanda: fatelo di corsa prima che loro uccidano voi.»

Il 13 aprile 1994 un gruppo armato hutu entra in casa di Bibi e compie una vera e propria strage, come del resto in tutte le altre case.
Quando, molte ore dopo, la piccola si risveglia, ferita, dolorante, confusa, fa fatica a ricordare tutto ciò che è successo: ha solo il desiderio di bere succo d'ananas e avverte un odore pungente nella stanza. 
Il braccio destro è dilaniato, l'addome perforato dai proiettili,  ha delle lesioni alla nuca e a un orecchio, causate dai calci. 

"Quel tremendo mattino è stato la fine della mia felicità. Della mia infanzia e di tutte le mie sicurezze. Restava un'unica, faticosa certezza: nulla sarebbe stato come prima."

Ma è viva, respira e si guarda attorno.
Ciò che vede le resterà impresso per sempre in fondo agli occhi, nella mente, nel cuore, seguendola ovunque andrà: nella stanza ci sono i cadaveri della mamma, del fratellino, della zia e dei cuginetti e lei è l'unica sopravvissuta. 
Poco dopo, quando ancora è incapace di muovere un dito, un piccolo gruppo di criminali (chiamati Interahamwe, paramilitari formatisi con lo specifico compito di uccidere i tutsi) torna nella sua casa ma, convinti che la bimba non sarebbe sopravvissuta alle ferite, non le danno il colpo di grazia e la lasciano lì a morire da sola.

In un contesto di morte, sangue, orrore, quello è il primo piccolo miracolo che, sommandosi man mano a tutti gli altri che seguiranno, farà sì che a Bibi venga data più di una opportunità per vivere, per resistere.
Subito dopo viene soccorsa da Joseph, un vicino di casa buono, altruista; egli è un hutu ma di quelli che non odiano i tutsi, anzi, farà tutto ciò che è in suo potere per proteggere la piccola Bibi; la prima cosa da fare è portala in ospedale, raccomandandole di raccontare di essere sua figlia.
Quella è la prima delle bugie che la nostra bambina sarà costretta a dire a chiunque incontri pur di salvarsi la vita e su ordine di chi si prenderà, via via, cura di lei.
Le persone, infatti, che incontrerà e che la prenderanno sotto le proprie ali saranno diverse, ma ogni volta c'è una donna forte e dolce, generosa e disposta a rischiare, che decide di non lasciare sola e abbandonata a sé stessa questa bimbetta di cinque anni orfana e spaventata, nei cui occhi però si legge una vivacità e una forza di vivere che inducono queste estranee ad aiutarla concretamente: Marie Claire, Mamy Lucy (nientemeno che la moglie di "un pezzo grosso", un colonnello hutu), Astrelle e suo figlio Gerard (anch'essi hutu), e poi suor Celeste (e con lei tante persone che hanno portato aiuti - materiali, psicologici e spirituali in quella terra martoriata che stava uccidendo i propri figli -, come i volontari, Unicef, Medici senza frontiere, missioni...).

Tante persone sono passate nella vita di Bibi in una fase della sua esistenza orribile, in cui una bimbetta ancora così piccola si è ritrovata senza i propri cari a dover affrontare e cercare di sopravvivere a qualcosa di enorme, di troppo grande e troppo spaventoso per lei, come per chiunque altro.

Seguiamo Bibi nel suo peregrinare (la salvezza fu possibile solo lasciando in tutta fretta il Ruanda e rifugiandosi nello Zaire), nascondersi, fuggire ai mostri sadici che, mai paghi del sangue versato, andranno in giro per più di tre mesi cercando chiunque sia sopravvissuto (anche tra gli hutu considerati traditori), affidandosi di volta in volta alla misericordia di qualche anima buona e di quel Dio in cui la sua dolcissima mamma Consolée le ha insegnato a credere e a rivolgere preghiere, e che la bambina spera torni nel suo Ruanda e non si sposti più, perché senza di Lui la situazione è e resterà tragica.

Ci stringe il cuore leggere descrizioni dell'eccidio, delle torture, degli stupri, della malvagità e dell'odio cieco che hanno spinto degli esseri umani a far del male senza alcuna pietà ai loro simili.

Bibi racconta la sua storia alla giornalista Christiana Ruggeri quando ormai è una ragazza che vive in Italia e studia medicina a Roma: ella ci espone pensieri, sentimenti, paure, rabbia, confusione, timori, speranze... e noi lettori possiamo soltanto provare a immaginare il suo viaggio infernale per non soccombere alla furia cieca di criminali senza scrupoli.

"Avevo solo cinque anni, mi facevo tante domande ed ero felice, fino a quel giorno. Ma quando sei felice, soprattutto da bambino, dai tutto per scontato. Guai se la gioia non arriva, è impossibile e impensabile. Ma quando te la tolgono tutta insieme, ci pensi e capisci, rimpiangi, cresci di colpo, ma prima ancora, galleggi stordito."

Come tutti coloro che sopravvivono a delle tragedie (tanto più se non sono "solo" famigliari ma di un'intera comunità, di un popolo) in modi del tutto sorprendenti, è facile che giunga il senso di colpa, accompagnato da mille domande senza risposte, una su tutte: "Perché i miei cari e tanta gente innocenti sono morti e io sono rimasta in vita?"

"Cosa significa essere una sopravvissuta lo si impara col tempo, ma non lo si accetta mai. Perché scampare al massacro della tua famiglia non ti lascia completamente vivo."

Vivere e attraversare un'esperienza del genere ti cambia, ti segna per sempre.

"il genocidio era stato maestro, con la sua scia di rimpianti che avrebbe segnato tutta la mia vita. Mettevo in cornice i momenti da ricordare, quei passaggi dolci che la vita ti regala e poi ti porta via per sempre, come se la mia mente fosse un muro bianco da impreziosire con tanti quadretti di memoria."

Quella raccontata da Bibi all'autrice del libro è una storia che vi invito a leggere per conoscere/ricordare la sofferenza di un popolo, di un paese ridotto a "un grande obitorio sotto le stelle", di una feroce e disumana operazione di pulizia etnica programmata da anni.

Ma è anche la storia di una bambina diventata donna, che è sopravvissuta grazie ad inaspettati gesti di coraggio e sorprendenti atti di solidarietà, ed è riuscita a realizzare il sogno di studiare e poter tornare nel suo amato Paese da medico.


"Kubarire, perdonare. È una delle tante parole chiave, di questa lunga strada per la riconciliazione di un popolo intero."



*Per avere un'idea del quadro storico, sociale e politico che ha portato al genocidio, potete consultare ad es. questo articolo su GARIWO.

martedì 4 aprile 2023

♣️ RECENSIONE ♠️ LE RELAZIONI PERFETTE di Allyson Taylor



Lei è carina, solare e, pur avendo un dolore nel cuore a motivo di una triste situazione familiare, conduce una vita ordinaria e tranquilla e a offrirle compagnia e risate ci pensano due amici del cuore. Certo, se avesse un fidanzato, il quadro sarebbe proprio perfetto! 
Quando conosce lui - bello, sexy, ginecologo di professione e single - tutto diventa troppo bello e perfetto per essere vero.


LE RELAZIONI PERFETTE
di Allyson Taylor


Cignonero
280 pp

Hope Ward ha venticinque anni e la sua esistenza, pur con tutti i problemi e le preoccupazioni, scorre senza zone d'ombra, segreti o bugie.

Lavora come commessa e ne è soddisfatta, anche perché l'ambiente lavorativo è sereno e amichevole, grazie ai buoni rapporti col datore, Dennis, e la collega e amica, Jennifer.
E poi c'è il suo migliore amico, Shaun, che con la sua allegria riesce a portarle il buon umore e a strapparle più di un sorriso. 
Orfana di madre e figlia unica, non ha che il padre, che però è malato di Alzheimer e, non riuscendo a gestire la sua situazione all'aggravarsi della patologia, si è vista costretta a ricoverarlo in una clinica dove possono prendersi cura di lui adeguatamente.
Va regolarmente a fargli visita e lui a volte la riconosce, tante altre no, e questo la fa soffrire molto.

Ma il dolore provato per la salute del papà non è nulla se paragonato a ciò che sta passando oggi.
La storia, infatti, si svolge su due piani temporali distanziati da circa tre mesi; ovviamente, nei mesi precedenti, si racconta la vita di Hope antecedente un fatto drammatico (l'oggi).
Qual è questo fatto?

Un giorno la ragazza si risveglia seminuda, legata e imbavagliata in uno scantinato senza finestre, vittima di una strana figura incappucciata che non parla e prova piacere nel somministrarle torture psicologiche e fisiche con indicibile sadismo; vuole indebolirla, terrorizzarla, annichilirla, umiliarla, facendole del male sia nel corpo che nell'anima.
Perché? 
Hope non ha idea di come sia finita lì. Del resto, ha sempre condotto un'esistenza al limite del noioso, non ha problemi con nessuno, ha anche una vita sociale molto scarsa: va a lavoro - dove frequenta Dennis e Jennifer -, ha un amico (Shaun) e... un fidanzato, Desmond (Des), che in effetti conosce da poco più di tre mesi.

Anche se non ha idea di chi l'abbia rapita e perché, è ovvio che la sua mente va alla ricerca di ipotesi ragionevoli su cosa il perfido rapitore voglia da lei.
Il suo cuore trema al pensiero che possa averle fatto del male una persona di cui le si fidava...

Ma torniamo a Des e a "tre mesi prima".
La vita di Hope inizia a svoltare quando, nel negozio in cui lavora, sopraggiunge un giorno un'adolescente accompagnata da un uomo affascinante (lo zio).
Hope ne resta folgorata all'istante: non è solo bello, ma emana proprio carisma, seduzione e quel pizzico di mistero che rende questo zio molto interessante. Senza considerare, poi, che anche Des non fa che guardare Hope con intensità e sensualità.

Insomma, è evidente che l'attrazione sia reciproca e infatti i due non solo si rivedranno ma cominceranno a uscire insieme, a frequentarsi e inizieranno una relazione.
Lui le rivela di essere un ginecologo, professione che lo impegna molto, ma i due riescono comunque a trascorrere sempre più tempo insieme, a legarsi l'uno all'altra; la passione c'è e anche i sentimenti pian piano si fanno spazio, tanto da spingere Hope a presentare il suo ragazzo al padre e Des a farle conoscere la propria madre.

Tutto bello, tutto perfetto, tutto magico.

Certo, ci sono dei buchi nella relazione, rappresentati dal fatto che Hope ignora alcuni aspetti della vita di Des. Lei sa giusto lo stretto necessario e in realtà egli è molto evasivo su tutto ciò che riguarda i suoi impegni al di fuori della loro relazione.

Perché tutto questo mistero? È solo riservato o ci sono altre, e meno limpide, motivazioni?
Ad aggiungere atroci dubbi sul fidanzato quasi perfetto, si aggiunge la scoperta, da parte di Hope, di situazioni ambigue e oscure che lo riguardano e che gettano angoscianti ombre su chi sia e su cosa faccia davvero Desmond Hick nella vita.
Ha forse a che fare col rapimento, avvenuto mesi dopo?

Il lettore è cortesemente invitato a scoprirlo se vuole.

Ma veniamo al mio parere.

Il romanzo - che all'inizio si presenta sotto le spoglie di un thriller - inizia bene, devo dire: la narrazione del passato e del presente è intrigante, in quanto mette in opposizione la vita tranquilla del prima e l'incubo dell'oggi (il rapimento).
Il lettore si pone le stesse domande della protagonista: chi l'ha rapita, perché, che intenzioni ha, ecc...
L'autrice inserisce Hope in un contesto abbastanza sereno perché - fatta eccezione per la malattia del padre -, è tutto tranquillo, non ci sono ombre, minacce ma ovviamente è proprio questo a mettere in allerta il lettore, che inevitabilmente si convince che tutto questo, non solo sta per finire, ma nasconde per forza qualche crepa, se Hope si ritrova legata, picchiata e affamata in una squallida cantina.

Fino a un certo punto, la storia è coinvolgente, si lascia leggere con interesse e curiosità; la discesa, per quanto mi riguarda, arriva quando si risolve l'elemento giallo/thriller: una volta giunti a capire chi sia il rapitore e cosa voglia da Hope (e vi dirò, già la motivazione la vedo un attimino tirata, ma può ancora andare), non ci resta che solo la parte romance.

Hope diventa incredibilmente insopportabile, lagnosa, imbronciata, pesante, irrazionale, giuro che l'avrei presa a sberle una pagina sì e l'altra pure; inoltre, è proprio lo svolgersi della vicenda dopo il rapimento che diventa meno attraente, a tratti insipida.

Però, per onestà, mi tocca dire che probabilmente è una questione di aspettative: io non conoscevo questa scrittrice e non mi sono informata sui suoi precedenti libri ("Tutte le cose che non so di te” e “Musica per un giorno di pioggia”), che sono dei romance; "Le relazioni perfette" anche, ma è mescolato con un po' di domestic thriller e per carità, l'idea non è male ma l'evolversi delle vicende mi ha un tantino delusa.

Per concludere, è una lettura carina, senza troppe pretese ma regala comunque momenti di svago. Penso anche che possa piacere di più a chi ama le storie romantiche ed è meno in fissa per la suspense (come me).

domenica 2 aprile 2023

❤ RECENSIONE ❤ RICORDATI DI NOI di Maria Antonietta



Un romanzo che racconta l'amore a 360°: quello tra i membri di una famiglia straziata dal dolore e dalle disgrazie, macchiata dai segreti e dalle bugie; quello tra un'educatrice che, innamorata del proprio lavoro, non può che amare anche i bambini a lei affidati; quello tra un uomo e una donna che, nell'incontro di corpi e cuori, imparano a prendersi cura l'uno dell'altra e a risanare ferite che sembrava non potessero più rimarginarsi.


RICORDATI DI NOI 
di Maria Antonietta


Editore: autoprodotto
 337 pp
LINK ACQUISTO
"Ricordati di me, Anna. Ricordati di noi. Portaci con te finché non sarà giunto il nostro tempo."

Anna Santoro è un'insegnante di scuola primaria che accetta una supplenza a tempo determinato nella splendida Scilla, suggestivo borgo di Chianalea, piccolo villaggio di pescatori sito in un angolo di Calabria incontaminato e magico.

E magico lo diventerà davvero per Anna e per le persone che il destino metterà sul suo cammino.

Quando giunge a scuola per prendere servizio, le viene raccontata subito una storia tristissima e delicata, che coinvolge due gemelli di sei anni, alunni di una delle classi in cui lavorerà.
I fratellini sono Carlotta e Matteo Lonardi, che hanno alle spalle una vicenda famigliare tragica: qualche anno prima il loro papà (Paolo) ha ucciso la loro mamma (Vanessa) e poi si è tolto la vita.

I piccoli sono andati a vivere con il nonno paterno, Stefano Lonardi, vigile del fuoco trasferitosi da Verona a Scilla per allontanarsi da luoghi che gli ricordavano troppo la tragedia accaduta e per provare a crescere i nipotini in un clima sereno, rimandando di molti anni - sotto consiglio della psicologa - la spiegazione di ciò che è accaduto ai loro genitori.

Ma allontanarsi da un posto che evoca dolore non vuol dire sfuggire a ciò che si prova: le sofferenze, le paure, le angosce sono segugi tristemente fedeli, che fiutano i nostri vuoti, le assenze, e vengono con noi ovunque andiamo e, come sale sulle ferite, bruciano e ci ricordano che in noi continuano ad esistere degli angoli bui, in cui la luce fatica a entrare per rischiarare e scaldare.
Con certi ricordi maledetti si finisce per convivere, imparando a elaborarli, a non macerarsi in ciò che sarebbe potuto essere ma non è stato, in ciò che inevitabilmente è mutato per sempre, in ciò che è rotto e non sarà più risanato. Non come prima, almeno.

Eppure, a volte la vita, come toglie, dà, e lo fa in molti modi, ad esempio attraverso persone che, con il loro spontaneo altruismo, il loro amore sincero, sanno toccare le corde giuste perché anche uno strumento un po' "ammaccato" possa riprendere ad emettere dei bei suoni.

È ciò che succede dal momento in cui Anna, incrociando gli occhi innocenti e vispi di Carlotta e Matteo, li prende a cuore e pian piano, senza calcoli né secondi fini, inizia ad entrare nelle loro vite e in quelle di Stefano Lonardi.
Venire a conoscenza della loro drammatica storia famigliare sicuramente la influenza, la rende particolarmente attenta e materna verso i fratellini, ma - lungi dal voler ficcare il naso, impicciandosi di un fatto di cronaca che, ai tempi, suscitò ovviamente molta curiosità e molto sgomento nell'opinione pubblica - Anna si sforza in ogni modo di bilanciare la professionalità e la parte emotiva, approcciandosi ai suoi due alunni speciali senza essere invadente.
Fatto sta che il destino ci mette lo zampino e non mancano le occasioni in cui Anna è "costretta" dalle circostanze a prendersi cura di Matteo e Carlotta anche al di fuori dell'orario scolastico, cosa che la porta ad essere a stretto contatto con il loro nonno.

Il nonno, mastro Stefano Lonardi, ex-vigile del fuoco e attualmente tuttofare nella incantevole Scilla, non dovete immaginarvelo come un nonnino anzianotto e simpatico, dal passo incerto e la vocina tremolante da vecchino: no no, Stefano è un uomo sotto i cinquanta, dal fisico scolpito, "un vichingo enorme, dai capelli rossi, la barba rossa e argentata, gli occhi d’acciaio e il naso da pugile", "sexy in modo illegale", insomma non ha nulla da invidiare a un trentenne, anzi.

Anna ne resta folgorata, affascinata e attratta immediatamente: è il nonno più "maschio" e sensuale che le sia mai capitato di conoscere, e tutto di lui emana sensualità: il suo sguardo penetrante che sembra inchiodarla, la sua voce "da Thor", profonda e capace di incutere soggezione, le sue labbra..., insomma non le è indifferente.
E quest'inaspettata attrazione è drammaticamente ricambiata.

Drammaticamente perché non deve essere cosi!
Lei, Anna, è lì in quel paesino per un tempo limitato (per sostituire la poco amata maestra Cettina) e non può permettersi il lusso di affezionarsi a nessuno (anche se, inevitabilmente, questo accade con gli alunni e con i gemelli in special modo), e soprattutto è fidanzata!
Sta con Massimo da anni e il loro è un legame serio, che però, purtroppo, negli ultimi tempi si è un po' arenato, sta soffrendo uno stallo a causa di una notizia che ha scosso entrambi e che, colpendoli con violenza, li ha allontanati invece di avvicinarli.

Anna e Massimo sognavano di diventare genitori, ma la medicina ha emanato una brutta sentenza: Anna non può avere figli. Il sogno di essere madre - fortissimo in lei, che ha un grande istinto materno e un infinito amore per i bambini - è destinato ad essere soffocato, a fare i conti con una natura crudele che le ha tolto uno dei desideri più importanti.
Insegnare, allora, assume una doppia valenza emotiva: nel relazionarsi con gli alunni non soltanto svolge il lavoro che ama, ma quei bambini diventano per lei dei "figli", di cui prendersi cura, da educare e da guidare nella crescita.
Professionalmente, Anna è un'eccellente maestra, sempre pronta a mettere in atto brillanti e innovative strategie educative e progetti stimolanti per la classe. Il suo entusiasmo è contagioso e piace a tutti: colleghi, genitori, alunni.

Matteo e Carlotta, poi, bisognosi come sono di una figura materna rassicurante sulla quale riversare il loro immenso bisogno d'affetto, conquistano con velocità il cuore della loro maestra "Annina".

E non solo i due gemelli si aprono un varco dentro di lei: anche nonno Stefano sconvolge i sentimenti di Anna, e il fatto che stia vivendo una fase traballante con Massimo non fa che confonderla ancora di più: si sente attratta da un altro uomo e deve chiarire a se stessa se quello che comincia a provare per Stefano ha ragione di essere alimentato e coltivato, oppure no.

Ancora una volta, la vita prende pieghe inaspettate e allontanerà temporaneamente Anna e Stefano proprio quando si stavano avvicinando, spinti dalla voglia di assecondare i propri profondi sentimenti. 
La situazione andrà via via complicandosi perché il passato di Stefano tornerà a sconvolgere il presente con i suoi segreti e le sue bugie; un passato che ha un nome e un volto di donna, una donna amata proprio da Stefano e che, per diverse ragioni, è stata determinante per innescare dinamiche importanti nella famiglia Lonardi.

Il passato, insomma, come spesso accade, bussa alla porta, pretende di entrare: Anna e Stefano sapranno far fronte alle conseguenze che l'emergere di certe verità porterà nelle loro vite e nel loro amore appena nato? Sapranno conquistarsi un futuro insieme?


"Ricordati di noi" è una grande storia d'amore, che coinvolge questo meraviglioso sentimento sotto diversi aspetti: c'è l'amore tenero di un nonno per i nipotini; quello di un uomo verso la propria donna; c'è l'amore di una donna cui la vita ha negato di essere mamma ma che sa amare teneramente come se lo fosse; c'è l'amore puro e spontaneo di due orfani verso gli adulti che si prendono cura di loro con affetto; c'è anche l'amore frutto di un insano egoismo, che finisce per generare dolore.
Nel romanzo vengono trattate svariate tematiche, oltre alle tante sfaccettature dell'amore: tragedie famigliari, l'elaborazione del lutto, la maternità negata, rapporti tra fratelli, il vivere la propria professione con coscienziosità e serietà.
E poi c'è l'ambientazione, magica e piena di fascino: Scilla, col suo sole (ma anche con i suoi violenti ed improvvisi temporali!), il mare che sembra una distesa d’argento, i vicoli pieni di allegria, i balconi fioriti, i gatti, i pescatori e le barche, l'accoglienza e il calore degli abitanti.

I protagonisti sono tratteggiati molto bene tanto fisicamente quanto psicologicamente, nei loro punti di forza come nelle loro mille insicurezze; non mancano i momenti romantici né quelli più passionali.
Teneri e simpatici i due gemelli, che conquistano il cuore anche del lettore, poco ma sicuro!
Mi è piaciuta la parte relativa al passato di Stefano che si riaffaccia a chiarire tante cose e a mettere al suo posto ogni mattoncino, a chiudere cerchi e a mettere la parole fine a una scia di cose non dette, di silenzi e fughe che avevano provocato tormento e amarezza.

Un romanzo che si lascia apprezzare per trama, costruzione dei personaggi, ambientazione, stile di scrittura. Non posso che consigliarlo a quanti sono alla ricerca di una lettura ricca di emozioni.

sabato 1 aprile 2023

LETTURE DI APRILE E READING CHALLENGE

 

Ed eccoci con il post in cui faccio il punto della situazione di inizio mese!

Per quanto concerne i libri in lettura... tadaaaaaaaaaaaaaaaa, per la prima volta nella storia mi trovo ad aver concluso (IN QUESTO SPECIFICO FRANGENTE DELLA MIA ESISTENZA) tutto quello che avevo in corso e quindi... non mi resta che fiondarmi a scegliere le prossime letture, impegno meraviglioso che mi fa sempre scorrere un brivido di eccitazione ^_^

Quali letture mi porterà quasi sicuramente con sé il bel mese di aprile? 

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Ho in previsione di leggere:

- LA LUCE NATURALE di Marco Archetti: una madre sta morendo e questo diventa il momento per far emergere ipocrisie, malignità, debolezze di chi col corpo è fermo al suo capezzale ma ha la mente e il cuore da un'altra parte;

- ho voglia di thriller e credo che mi butterò su LA MOGLIE IMPERFETTA di B.A. Paris

- LO DICIAMO A LIDDY?, di Anne Fine: quattro sorelle legatissime, un matrimonio imminente e un segreto atroce.


Passiamo alla Reading Challenge del mese di aprile.


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 📖 CLASSICO: Di Dumas ho letto "I tre Moschettieri" o "Il Conte di Montecristo"e ne serbo un ottimo ricordo, ma poiché ho scelto un classico già a marzo, questa volta vado su altro.

 📖🇮🇹CONTEMPORANEO ITALIANO: c'è Antonio Scurati.
I libri su Mussolini non mi dispiacerebbero, ma so che sono belli corposi e non ho voglia di incominciarli avendo fretta di terminarli entro il mese in vista dell'obiettivo challenge, per cui dovrei, eventualmente, buttarmi su altro. Non so, dovrei spulciare la bibliografia.

📖🇯🇵CONTEMPORANEO STRANIERO: c'è la dolce ed eterea Banana Yoshimoto, con i suoi romanzi delicati e onirici; di lei ho letto MOSHI MOSHI e A PROPOSITO DI LEI. Confesso di essere orientata su questa autrice, anche perché ho trovato un suo libro nell'abbonamento Kindle Unlimited.

📖❤️ LIBRO "SPECIAL" (scelto dall'organizzatrice): IL NUOTATORE di Zander, un thriller dal ritmo serrato che si sofferma sul conflitto di uomini e donne con il proprio passato e sulla loro ricerca di un riscatto.

venerdì 31 marzo 2023

Segnalazioni editoriali

 

Carissimi lettori, oggi vi presento un paio di nuove uscite.


Parto da un romanzo storico accattivante e intrigante, scritto dall'abile penna di Adriana Assini: MADAME CLICQUOT narra la storia della imprenditrice Barbe-Nicole Ponsardin, che sul finire dell'Ottocento sposò Clicquot; diventua presto vedova, ereditò la Maison di champagne e portando il "Veuve Clicquot" in tutto il mondo, strappando al maschile Moët clienti, fama e prestigio.



MADAME CLICQUOT. LO CHAMPAGNE SONO IO
di Adriana Assini


Scrittura&Scritture
232 pp
16,90 euro
Marzo 2023
Sul finire del Settecento, in una delle famiglie più agiate di Reims, nella ridente Champagne, tra i dettami di una Rivoluzione che in provincia non ha alzato troppo i toni, Barbe-Nicole Ponsardin cresce sotto l’influenza di un padre liberale e colto.
In seguito, mentre sullo scenario politico si fa largo un personaggio controverso come Bonaparte, mademoiselle Ponsardin, che non sa distinguere un Pinot nero da uno Chardonnay, s’innamora di un giovane produttore di vino, François Clicquot, e lo sposa.
Una storia la sua che sembra destinata a confondersi con quella di tante altre donne del suo stesso ceto, divise tra la cura della prole e le frequentazioni dei salotti alla moda.
Ma una sorte malefica la mette con le spalle al muro, facendola ritrovare molto presto vedova e con una piccola Maison di champagne da gestire.
Sollecitata a chiudere bottega, tanto più che la legge vieta al gentil sesso di lavorare, firmare contratti, assumere responsabilità pubbliche, Barbe-Nicole lascia tutti di stucco aggirando i divieti e mostrando al mondo il suo vero volto: all’insegna del motto “voglio una sola qualità, la primissima”, decide di mettersi lei a capo dell’impresa.
Nessuno scommetterebbe un franco sulla sua riuscita, e invece…


📚📖📚📖📚📖📚📖📚

Il secondo libro è un romanzo che parla di morte, di anime, di becchini ma non è un horror, bensì un  racconto delicato e a tratti divertente, che affronta diversi temi oltre a quello dell’accompagnamento nell’uscita di scena. E poi c'è la storia di Lorenzo, un ragazzo di 12 anni bloccato fra l'Aldiqua e l'Aldilà. 



QUALCOSA NASCOSTO
di Marco Bagliano e Susanna De Ciechi



Un impresario di pompe funebri e un
Manni Ed 
256 pp

ragazzino finito in un grosso guaio sono i protagonisti di una storia che si consuma in un solo giorno ad Alessandria.
Pietro Ventura e la sua famiglia affrontano la consueta routine di “una giornata da becchini” in cui le vicende dei vivi incrociano quelle dei morti e di alcune presenze benevole, quando accade l’inaspettato.
Un giardino di transito per l'Aldilà accoglie uomini, donne, bambini e animali al centro di eventi straordinari eppure intimamente connessi a ognuno di noi.

La tenerezza e l'ironia sono gli ingredienti di un romanzo lieve e delicato che svela più di una verità.

Gli autori.

Marco Bagliano è nato nel 1984 ad Alessandria dove gestisce con la famiglia una storica impresa di onoranze funebri.
È laureato in Scienze politiche con master in Scienze della comunicazione.

Susanna De Ciechi è nata a Milano dove vive e lavora, è scrittrice e ghost writer.Ha pubblicato diversi romanzi, spesso ispirati a storie vere, biografie e mémoir.



martedì 28 marzo 2023

📖 RECENSIONE 📚 LA LIBRERIA DEI GATTI NERI 🐈‍⬛👣 di Piergiorgio Pulixi

 

Un libraio dal brutto carattere e quattro amici appassionati di gialli e noir che - lungi dal voler cambiare il mondo standosene seduti al bar, come canta Gino Paoli - preferiscono riunirsi in una libreria, pronti a dare il loro prezioso ed esperto contributo a un'indagine spinosa in cui alle povere vittime viene ordinato di fare delle terribili scelte, tassativamente entro un minuto.


LA LIBRERIA DEI GATTI NERI
 di Piergiorgio Pulixi

Marsilio Ed.
296 pp

Una tranquilla famigliola (composta da padre, madre e figlio) ha appena tenuto una festicciola in casa quando la morte bussa alla loro porta: ha l'aspetto di un uomo incappucciato, fornito di videocamera, pistola e una clessidra di legno.

Quell'ospite inatteso, dando vita a una sorta di macabro teatro, compie un crimine con una spietatezza e un'accuratezza (non lascia indizi e non commette nessun errore che possa ricondurre a lui) da killer professionista; a restare in vita è solo il bambino, Lorenzo, unico testimone della serata più brutta della sua vita e che lo renderà orfano.

Perfidamente, e come a prendersi gioco di coloro che indagheranno su quelle morti, l'assassino, prima di andarsene dal luogo del delitto, lascia un "ricordino": una clessidra di legno, inquietante souvenir che gli farà guadagnare l'appellativo "l'assassino della clessidra".

Il romanzo parte subito col botto, con una scena di sangue che lascia il lettore turbato, ma nonostante la tragicità dell'incipit, nel presentarci per la prima volta il protagonista, il libraio Marzio Montecristo, l'autore ce ne parla in toni leggeri ed ironici, allentando così la tensione.

Marzio è un grande appassionato di gialli e, dopo un passato da insegnate (interrotto bruscamente per una ragione ben precisa riconducibile al suo carattere fumantino, nonché al non riuscire a tollerare le ingiustizie), ha deciso di dare una svolta alla propria vita aprendo,  nel centro di Cagliari, una libreria, ma non una qualsiasi, bensì una "Libreria del Mistero", specializzata in romanzi polizieschi, noir e thriller.

Ad essere precisi, nel tempo il nome della libreria è stato cambiato in Les Chats Noirs, per rendere un buffo e simpatico omaggio ai due gatti neri (soprannominati Miss Marple e Poirot) che un giorno, con l'indifferente eleganza che li contraddistingue, si sono presentati in negozio e non se ne sono più andati. 

A prescindere dal nome, sarà che vende libri destinati a un target specifico (e limitato), sarà che Montecristo non sprizza gioia, buon umore e simpatia da tutti i pori, ci sono periodi in cui la libreria naviga in cattive acque e più di una volta, da quando ha aperto, ha rischiato di chiudere i battenti.

A salvarla non è di certo il buon carattere di Marzio, che, anzi, ogni giorno ha un diverbio con i già non numerosissimi clienti che varcano disgraziatamente la soglia del negozio ( col rischio di farli arrabbiare, spaventare e convincerli a non rimetterci più piede), bensì la sua collaboratrice Patricia (con cui ha quotidianamente vivacissimi scambi di battute), che sa come trattare le persone, anche le più difficili e capricciose.

Non solo ma, tempo prima, a dargli una grandissima mano a risollevare le sorti della libreria, è stata un'anziana cliente, colta e piena di idee: Nunzia, che ha avuto la brillante idea di dar vita ad un gruppo di lettura, in seguito battezzato “gli investigatori del martedì”: un manipolo di super esperti di gialli che si riuniscono dopo la chiusura per discutere con passione del romanzo della settimana. 

A dire il vero, quando la serata di lettura ebbe inizio, i lettori partecipanti erano molti di più di quelli attuali, ma purtroppo, dopo che la povera Nunzia cominciò ad ammalarsi e a perdere colpi (psicologicamente soprattutto), l'iniziativa rischiò addirittura di morire, se non fosse stato per gli inossidabili e irriducibili lettori che, ancora adesso, continuano a riunirsi.

L'anima del gruppo, Nunzia, non può più far loro compagnia perché è ricoverata in una struttura per anziani a causa dell'Alzheimer; Marzio le vuol bene e va a trovarla regolarmente, anche se lei ormai ha pochi momenti di lucidità e molti di confusione, dove non lo riconosce e lo scambia per un medico.

Come dicevo, ci sono i lettori più fedeli con i quali Marzio forma il piccolo ma vivacissimo gruppo di lettura del martedì: c'è Vittorio Scalabrini, un pensionato malinconico; frate Raimondo, solare e rassicurante; l'allegra Camilla Solinas, un'ottantenne fissata con i serial killer, e la più giovane del gruppetto, la dark Maina (contrazione di "Mai 'na gioia), che conosce a memoria interi brani dei suoi romanzi preferiti.

Sarà proprio questa cricca di improbabili detective a dare una mano alla polizia, impegnata a risolvere il caso dell'assassino della clessidra, il quale - manco a dirlo - continua a commettere i suoi omicidi inscenando sempre la stessa situazione e lasciando la solita clessidra sul luogo del delitto.

Anche se non mancano delle piccole differenze tra i crimini, ad accomunarli è questo: il killer entra in casa, immobilizza i componenti della famiglia e intima a uno di essi di scegliere quale congiunto lasciar morire e quale salvare; l'atroce decisione va presa entro un minuto (il tempo è, ovviamente, scandito dalla clessidra), in caso di non scelta moriranno tutti... tranne colui che, per "vigliaccheria", non ha fatto il nome, come ordinatogli dall'assassino.

Lucido e perfido, il killer mette. dunque, una delle vittime nella condizione di scegliere chi far morire: un figlio o l'altro, la mamma o il papà, la moglie o il figlio..., insomma c'è una sadica scelta da fare.

Ma non è scontato che essa venga fatta, perché scegliere se far ammazzare un congiunto al posto di un altro è tremendo! Con che coraggio si prende una decisione del genere?

Mentre l'uomo prosegue con il suo diabolico disegno, una vecchia amica di Marzio - la sovrintendente Angela Dimase - e l'ispettore Flavio Caruso chiedono al librario di fare una cosa per loro: visto che un anno prima il famigerato gruppo di lettura è stato capace di aiutare la polizia a risolvere un vero caso da tutti considerato senza speranza, perché non dare il loro contributo anche ora?

Marzio&Co. sono entusiasti all'idea di mettere le mani sul fascicolo di un caso reale, pur sentendone contemporaneamente "il peso", perché qui non si tratta di storie inventate da un bravo romanziere ma di persone in carne ed ossa cui viene tolta la vita o di altre lasciate vivere, ma con un trauma sulle spalle che non li abbandonerà mai.

Marzio, poi, è emotivamente coinvolto in uno dei casi (il primo), quello che vede come unico superstite della famiglia il piccolo Lorenzo Vincis, che è stato un suo alunno; Lorenzo è legato al suo ex-insegnante e solo con lui è disposto a sbloccarsi per raccontare cosa è successo tra le mura della sua casa, fornendo anche particolari su cui gli investigatori possono riflettere e provare ad abbozzare delle ipotesi.

Il caso della clessidra è complicato: l'omicida è "pulito", scaltro, uccide a sangue freddo, sa come non farsi sorprendere; come sceglie le sue vittime? C'è un legame tra esse? Apparentemente sembra proprio di no, ma i cinque esperti di gialli de Les Chats Noirs sanno ognuno il fatto suo e, ragionando, ipotizzando, proponendo, scavando nei perché, nei come e in ogni altro dettaglio di quegli omicidi, riusciranno ad avvicinarsi sempre più alla soluzione. Una soluzione che è sempre stata sotto i loro occhi..., ma si sa, a volte le cose più semplici ci sfuggono, concentrati come siamo a cercare le risposte chissà dove.


Anche con questo romanzo Pulixi fa centro: è un giallo ricco di suspense ma anche di ironia; ruota attorno ai libri e rende omaggio ai classici del mystery, menzionando diversi titoli e autori del genere, cosa che personalmente mi è di stimolo ad allargare le mie "conoscenze letterarie".
Leggendo, ci si sente coinvolti nella ricerca del killer perché sulle sue tracce ci sono appassionati di polizieschi come lo siamo tanti di noi lettori e questo rende la lettura elettrizzante e interessante.
Come sempre, mi piacciono i capitoli brevi, la scrittura curata e sempre tanto scorrevole, l'attenzione ai dettagli, le descrizioni precise e incisive, i colpi di scena finali.

Ho trovato intrigante l'idea di base degli omicidi: "A chi vuoi più bene: a mamma o a papà?", è una di quelle domande che, credo, tutti i bambini si sono sentiti rivolgere almeno una volta; una domanda posta col sorriso da un adulto (scioccamente?) curioso e un tantino sadico al contempo, e che chiede al piccolo di operare una scelta che, per carità, non condannerà a morte nessuno.
E se da bambini siamo liberi di nasconderci dietro un'imbarazzata alzata di spalle o un timido "A tutt'e dueee", gli adulti presi di mira dal killer non possono sfuggire alla fatidica e letale scelta, diventando - in un certo senso - essi stessi causa della morte dei propri cari.

Credo che a rendere ancor più inquietante il modus operandi dell'assassino della clessidra sia proprio il fatto di "sporcare" qualcosa che, essendo legato all'infanzia, ha i caratteri dell'innocenza, della purezza, della spensieratezza, e che invece, in uno scenario criminale, assume contorni decisamente tragici e sanguinosi.

Marzio è un protagonista irresistibile perché il suo modo di essere burbero e le sue schermaglie con i clienti (che comunque sono bravissimi a farlo innervosire con certe richieste assurde), le battutacce, le urla ecc., danno vita a momenti divertenti e umoristici; e poi, nasconde anch'egli un cuore buono e una sensibilità romantica che però è bravo a tener sepolta dietro strati di acidità e sguardi torvi.

Assolutamente consigliato, sia a chi solitamente predilige i gialli, sia a chi non li legge abitualmente.

sabato 25 marzo 2023

Leggendo gialli e noir...

 

L'ultimo libro terminato è un giallo/noir di Piergiorgio Pulixi che ha al centro una libreria specializzata in libri gialli (e affini), al cui interno si riunisce un gruppo di lettura che si incontra settimanalmente per discutere del libro che, di volta in volta, decide di leggere insieme.

Durante la lettura, sono molti gli spunti che l'autore offre ai suoi lettori in merito a diversi scrittori di thriller, gialli e noir, alcuni dei quali io, personalmente, pur essendo comunque appassionata del genere, non ho ancora mai letto ma ho solo sentito nominare.

Condivido con voi questi (non tutti, ce ne sono altri citati nel libro) autori; fatemi sapere se li conoscete e se di essi avete letto uno o più libri.


John Dickson Carr (pseudonimo Carr Dickson o Carter Dickson), nato nel 1906 e morto nel 1977, è stato uno scrittore statunitense tra i migliori della narrativa poliziesca e tra i maggiori esponenti del cosiddetto "mistero della camera chiusa" (il delitto o l'omicidio, al centro del mistero, avviene in una stanza in cui l'unica entrata è chiusa dall'interno e, poiché non vi sono segni di effrazione, l'autore lascia al lettore il compito di determinare come l'assassino sia riuscito a compiere un crimine senza lasciare traccia).
Carr ha pubblicato più di 80 romanzi, ma è stato anche uno sceneggiatore radiofonico e autore di racconti.

Il suo primo romanzo è stato It Walks by Night (Il mostro del plenilunio, 1930); a 25 anni sposò Clarice Cleaves (con cui ho avuto tre figlie, Julia, Bonita e Mary), con cui si stabilì in Inghilterra, dove ha trascorso gran parte della sua carriera, ma dopo essere vissuto molti anni all'estero, è tornato negli Stati Uniti, dove è rimasto fino alla sua morte.
Carr scriveva fino a 18 ore senza sosta pur di raggiungere l'obiettivo di completare quattro romanzi all'anno.

All'inizio degli anni '50, quando viveva in Inghilterra, Carr approfondì e rinnovò il suo interesse per i gialli e, in particolare, si volse verso il sottogenere del mistero storico. 
Era particolarmente attratto dalla storia britannica del XVII secolo e la inserì in molti dei suoi libri, svolgendo ricerche approfondite per assicurarsi di rappresentare accuratamente l'epoca. 
Le opere di Carr appartenenti a questo sottogenere includono La sposa di Newgate (1950) e Il diavolo vestito di velluto (1951), il suo libro più venduto.

Dorothy L. Sayers (Dorothy Leigh Sayers, 1893-1957) è stata una studiosa e scrittrice inglese, annoverata con Agatha Christie tra le "Regine del Crimine" e conosciuta in particolare per i suoi romanzi aventi come protagonista Lord Peter Wimsey, un aristocratico e investigatore dilettante; era anche un'abile e popolare drammaturga, commentatrice religiosa; la sua traduzione della Divina Commedia di Dante è considerata impareggiabile per qualità e leggibilità.

Sayers non ha scritto solo gialli; ha esplorato, ad esempio, le difficoltà dei veterani della Prima Guerra Mondiale, l'etica della pubblicità, la parità di genere, il ruolo della donna nella società.

"L'uomo non è mai veramente se stesso tranne quando crea attivamente qualcosa."

Tra le opere: Peter Wimsey e il cadavere sconosciuto, Gli occhi verdi del gatto, L'ammiraglio alla deriva.


Peter Swanson (1968) è un autore americano, noto soprattutto per i suoi romanzi di suspense psicologica. Ha pubblicato racconti e poesie in numerose riviste e i suoi romanzi sono stati tradotti in più di 30 Paesi; tra le sue opere citiamo: Quelli che meritano di essere uccisi, Otto perfetti omicidi (dal quale sarà tratto un film prodotto e interpretato da Ryan Reynolds), Il tipo che vale la pena salvare, Nove vite: un romanzo.

Mickey Spillane (pseudonimo di Frank Michael Morrison Spillane, 1918-2006) è stato un fumettista, scrittore e sceneggiatore statunitense, uno degli esponenti di riferimento del genere hard-boiled e creatore del personaggio del detective Mike Hammer.
Tra i suoi libri: L'uomo che uccide, Ti ucciderò, Bacio mortale, Alba di sangue.


Anthony Horowitz 
è uno degli scrittori più prolifici ed eclettici del Regno Unito,  è sceneggiatore per la televisione, ha prodotto, tra le altre, la prima stagione dell’Ispettore Barnaby. Nel 1979 ha pubblicato il suo primo libro per ragazzi; ha raggiunto una grande fama soprattutto scrivendo la serie di romanzi per ragazzi di Alex Rider, un 14enne che diventa una spia dei servizi segreti inglesi.
Scrittore raffinato, capace di costruire trame avvincenti e piene di colpi di scena, fa largo uso di un irresistibile humor nero.



Fonti consultate:

https://www.britannica.com/
https://www.wikiwand.com/en/Peter_Swanson
https://pabook.libraries.psu.edu/carr__john_dickson
https://www.wheaton.edu/academics/academic-centers/wadecenter/authors/dorothy-l-sayers/
https://www.rizzolilibri.it/
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