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venerdì 11 giugno 2021

Ciao, Lucinda...

 




"Through the pain and the joy of the journey, I have learnt the most important lesson life can offer, and I am glad of it. The moment is all we have."


Immagino che leggere la notizia della morte della bravissima e tanto amata scrittrice irlandese Lucinda Riley abbia sconvolto tantissimi lettori e lettrici, come  è successo a me.
Quando sono uscita da lavoro e ho cominciato a leggere i primi articoli online, quasi non volevo crederci :(((

Ho letto che combatteva con un cancro da quattro anni ma che anche durante la malattia non ha smesso di scrivere.
Chi mi legge da un po' sa che amo i romanzi di quest'autrice e sono certa che, se un male incurabile non l'avesse sottratta alla vita, all'affetto dei suoi cari e dei suoi innumerevoli estimatori, ci avrebbe di certo regalato tante altre storie emozionanti e personaggi femminili indimenticabili, come ha fatto in più di 25 anni di carriera di scrittrice.

sabato 2 gennaio 2021

THE WINNER IS - Come ti assegno un Oscar-libroso

 

Per la prima volta, tirando le somme delle mie letture, ho pensato di assegnare ad esse i miei personalissimi "Oscar".


Partiamo da  IL MIGLIOR PROTAGONISTA MASCHILE

Candidature:  Amin Jafaari (L'attentato, Y. Khadra)

                        Johnny Rainbow (Una valigia piena di sogni, P. Simons)

                        Achille, figlio di Peleo (Il silenzio delle ragazze, P. Barker)

                        Giacomo Reale (Il puparo, Lecce-Cazzato)

                        Marco Lombroso (Gli scomparsi, A. Tripaldi)


Tra il determinato Amin, Johnny lo spirito libero, l'indistruttibile semidio Achille, lo spericolato Giacomo e l'enigmatico Lombroso, the winner is...


JOHNNY RAINBOW, 

personaggio davvero irresistibile, pieno di fascino che, pur essendo molto giovane, sembra aver vissuto più vite e di certo tante esperienze, forse troppe per il suo corpo magro, i suoi occhi vivaci ma dentro i quali si celano tanti tormenti, che fanno di lui il ragazzo complesso che è.



LA MIGLIORE PROTAGONISTA FEMMINILE

Candidature:     Livia Lone (Traffici notturni. B. Eisler)

                           Briseide (Il silenzio delle ragazze, P. Barker)

                           Mila Vasquez (Il gioco del suggeritore, D. Carrisi)

                           Lolita Lobosco (I quattro cantoni, G. Genisi)

                           Luna (La stessa rabbia negli occhi, M. Chiarottino)


La combattiva Livia, la resiliente Briseide, le determinate e volitive Lolita e Mila, la fragile e arrabbiata Luna. Tra queste donne, forti e delicate al contempo, THE WINNER IS...


LIVIA LONE

una donna-guerriera, nella cui infanzia ha vissuto umiliazioni e abusi che nessuno, tanto meno una bambina, dovrebbe essere mai costretto a sopportare: lei ha saputo reagire e diventare una vera e propria cacciatrice senza pietà, pronta a fermare chiunque commetta reati abominevoli, per evitare che altre bambine e donne come lei possano essere vittime di uomini depravati.



IL MIGLIOR PERSONAGGIO NON PROTAGONISTA

Candidature:   Cal, il guardiacaccia (La ragazza della luna, L. Riley)

                        Patroclo (Il silenzio delle ragazze, P. Barker)

                        Sebastiano Sperlinga Della Torre (Se avessi avuto gli occhi neri, G. Sorge)

                        Halford Burroughs (Bull mountain, Panovich B.)

                        Lee Sutton (Shotgun Lovesongs, N. Butler)


Tra il premuroso Cal, il leale Patroclo, l'arrogante Sebastiano, il bifolco criminale Halford e l'affascinante e inquieto Lee, THE WINNER IS...

HALFORD BURROUGHS,    

per avermi fatto innervosire non poco, a motivo del suo caratteraccio, della sua natura da delinquente che non guarda in faccia nessuno, neppure un fratello.


IL MIGLIOR PERSONAGGIO FEMMINILE NON PROTAGONISTA

Candidature:    Maddy (La vita straordinaria di Sam Hell, R. Dugoni)

                           Giovanna (I ricordi non fanno rumore, C. Laterza)

                           Antonietta (Il treno dei bambini, V. Ardone)

                           Mary (Il colore dei fiori d'estate, E. Mayhew)

                          Colei che redige il documento olografo di Ardua Hall (I testamenti, M. Atwood)


Tre mamme, tutte pronte a sacrifici d'amore per i figli, dalla fervente e tenace Maddy, alla dolce Giovanna alla riservata Antonietta, e la governante Mary, materna e saggia, ma sfortunata; e poi c'è la fredda e scaltra donna di Gilead. Tra esse THE WINNER IS...

MADDY

per l'aver costituito una presenza discreta ma costante e rassicurante per suo figlio Sam e averlo sostenuto con la propria fede.



IL MIGLIOR  PROTAGONISTA DI GIOVANE ETA'

Candidature:   Sam Hill (La vita straordinaria di Sam Hell, R. Dugoni)

                          Ivan Isaenko (La vita invisibile di Ivan Isaenko, S. Stanbach)

                          Salvo (Il ladro di giorni, G. Lombardi)

                          Amerigo (Il treno dei bambini, V. Ardone)

                          Jasper (Il libro nascosto, D.M. Pulley)


Il sensibile Sam, l'arguto e caustico Ivan, l'attento e curioso Salvo, lo spaesato Amerigo, il coraggioso Jasper: meriterebbero tutti, per ragioni diverse, un riconoscimento speciale, ma THE WINNER IS...


AMERIGO SPERANZA,

per aver preso il treno due volte: per andare via dalla povertà e dalla fame, verso un destino più generoso, e per aver avuto il coraggio di tornare a quel passato da cui era stato allontanato, per ritrovare se stesso e chiudere finalmente i conti con il bambino che è stato.




IL MIGLIOR ESORDIO LETTERARIO

Candidature:    AL DI LA' DELLA NEBBIA di F. Cheynet e Lucio Schina

                           LE GUARIGIONI di Kim Rossi Stuart

                           ZUGZWANG. IL DILEMMA DEL PISTOLERO di Alessandra Pierandrei

                           RITORNO A BLUE RIVER di Grazia Caputo


THE WINNER IS... ALESSANDRA PIERANDREI, per avermi trasportata nel 1888, in un periodo e in un contesto (il Far West) che mi ha sempre affascinato da matti.


PREMIO ALLA MIGLIORE LOCATION

Candidature:   Polignano (Baci da Polignano, L. Bianchini)

                          Birchwood Manor (La donna del ritratto, K. Morton)

                          Fairy Oak (Fairy Oak. La storia perduta, E. Gnone)

                          Rifugio dello scrittore (Il segreto del rifugio, M. Edwards)

Per quanto sia affezionata a Polignano e ami le case misteriose della Morton, THE WINNER IS...

il fascino magico e fatato del villaggio di FAIRY OAK: vorrei esistesse davvero, per poter trascorrere del tempo immersa nella natura, insieme a personaggi simpatici che ti trascinano in avventure divertenti.




LA MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE

Candidature:       L'appuntamento (P. Pulixi)

                              Il compratore di tempo (R. Baldacci)

                              Lame di tenebra (V. Barone Lumaga)

                              Il casale (F. Formaggi)

                              Domino (B. Cavallari)


La finezza psicologica di Pulixi, i viaggi nel tempo del fantasy di Baldacci, i nostri incubi che prendono forma e il susseguirsi di eventi surreali nel Casale e in Domino: THE WINNER IS...

L'APPUNTAMENTO

per avermi tenuta incollata alle pagine dal primo all'ultimo rigo, attraverso una storia dove il colpo di scena non manca mai e dove vengono alla luce le perversioni e le fragilità dell'essere umano.


IL MIGLIOR LIBRO TRATTO DA UNA STORIA VERA

Candidature:   Storia di un abito inglese e di una mucca ebrea (S. Amiry)

                          Tutto chiede salvezza (D. Mencarelli)

                           Febbre (J. Bazzi)

                           In un milione di piccoli pezzi (J. Frey)

                           Leggere Lolita a Teheran (A. Nafisi)


Sono tutte e cinque opere in cui l'autore è narratore e protagonista di vicende autobiografiche o capitate realmente ad altri, ed è stato difficile eleggere un vincitore: dalla Nakba subita dai palestinesi ad opera delle forze di occupazione israeliane nel 1948 alle vicende della professoressa Nazir e del suo gruppo di lettura all'epoca della rivoluzione iraniana, dalla disintossicazione da droga ed alcool alla scoperta di aver preso l'Hiv, all'esperienza di un TSO in età giovanile: THE WINNER IS...

TUTTO CHIEDE SALVEZZA

per aver raccontato, con genuinità e struggimento, quale e quanta umana bellezza si nasconda tra gli angoli oscuri della follia, quanta sofferenza, disperazione, rabbia, impotenza, solitudine, consapevolezza di non essere compresi né tanto meno accettati.


I MIGLIORI EFFETTI SPECIALI

Candidature:    La Rosa dei Venti - Le gocce di Lahzull (M. Hilbrat)

                           Lame di Tenebra (V. Barone Lumaga)

                           X Resistenza (O. Neirotti)

                           Il compratore di tempo (R. Baldacci)

THE WINNER IS....

LAME DI TENEBRA

per avermi immersa, grazie a descrizioni molto vivide, nell'incubo terrificante che ha travolto e sconvolto i protagonisti, lasciando fiumi di sangue e orrore attorno ad essi.

                           

IL MIGLIORE DOCU-FILM

Candidature:  Il delitto di via Poma (I. Patruno)

                        Foglie di gelso. Racconti palestinesi di A. A-Saifi

                        Peppino Impastato. Una vita contro la mafia (S.Vitale)

                        Ragazzi di zinco  (S. Aleksievic)

                        Una donna può tutto (R. Armeni)

Un libro che documenti fatti e personaggi che meritano di essere resi noti è sempre da apprezzare ed è un bene che ci siano, e questo vale per le ingiustizie subite da detenuti o per il grande inganno a danno di una generazione di ragazzi sovietici, mandati a morire in una guerra che mai avrebbe dovuto esserci, o per donne coraggiosissime che hanno combattuto valorosamente per la loro patria, o ancora per un caso di cronaca irrisolto e per un giovane ucciso perchè ha sfidato la Mafia. THE WINNER IS

RAGAZZI DI ZINCO

perchè la giornalista scrittrice, con determinazione, onestà e coraggio, dà voce a dei dimenticati cui la storia ha tolto la parola, e che viene consegna al lettore in un libro scioccante nella sua brutalità, che sottolinea tutta la ferocia e l'orrore che c'è dietro ogni guerra.                        

                         

giovedì 31 dicembre 2020

BUON 2021


Carissimi lettori e amici, di cuore vi auguro un sereno e gioioso 2021, ricco di soddisfazioni e felicità!

Un anno nuovo in cui tornare ad essere positivi... nel senso più bello della parola :-D


IL PRIMO GIORNO DELL'ANNO


Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.

Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli…
La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.

Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.

Pablo Neruda




sabato 19 dicembre 2020

Oggi nasceva... Eleanor Hodgman Porter


"Pollyanna, che con la sua dolcezza regala tenerezza e il cuore ti aprirà...Pollyanna, che porta sempre il sole con semplici parole e buona volontà".

Uno dei cartoni animati che ho guardato senza stancarmi, da bambina, è stato Pollyanna, la bambina sempre solare e ottimista che desiderava portare un sorriso di gioia e speranza a tutti coloro che incrociavano il suo cammino.

Questo simpatico personaggio è frutto della mente di una scrittrice britannica: Eleanor Hodgman Porter, e la sua Pollyanna è diventata sinonimo di "una persona che crede che sia più probabile che accadano cose buone che cose cattive, anche quando ciò è molto improbabile" (Cambridge dictionary), o  più semplicemente (e con un'accezione più negativa) "persona costantemente ed eccessivamente ottimista" (Collins dictionary).

Eleanor è nata a Littleton (New Hampshire) il 19 dicembre 1868.

(wikipedia)

Sin da ragazzina ha manifestato diversi talenti artistici, ad es. nel canto, tanto da essere spesso invitata come cantante in occasione di eventi sociali organizzati dalla comunità e della chiesa. 

Ha frequentato le scuole locali ma poi ha dovuto continuare l'istruzione a casa a motivo di problemi di salute. 

Andando controcorrente, la scrittrice ha coltivato i suoi interessi e talenti: ha studiato al New England Conservatory of Music. 

Nel 1892 sposò un uomo d'affari, John Lyman Porter e si trasferirono in Massachusetts. 

Ha scritto il suo primo racconto all'età di 33 anni e il suo primo romanzo, Cross Currents, nel 1907.
Secondo libro: Turn of the Tide (1908), in cui tratta il tema del lavoro minorile.
Terzo libro: Miss Billy (1911), in cui la vita di tre scapoli viene stravolta da una donna; ad esso fanno seguito Miss Billy's Decision e Miss Billy Married.
Ma il libro più famoso è sicuramente Pollyanna (1913), tradotto in 12 lingue, cui segue Pollyanna grows up.

Questo celebre romanzo per bambini è il racconto sentimentale di una ragazzina che "giocava" a trovare sempre il lato positivo delle cose, riuscendo in qualche modo a cambiare coloro che incontra, donando speranza ai disperati.

Pollyanna è diventato un film nel 1920 (regia di Paul Powell) e nel 1960 ("Il segreto di Pollyanna"), con Haley Mills nei panni della protagonista.

"Il gioco consiste nel trovare qualcosa per cui essere sempre felici", diceva la gioiosa fanciulla.

Bene, la psicologia cognitiva ha preso spunto dal  "gioco della felicità" per individuare la cosiddetta "sindrome di Pollyanna" o "ottimismo idiota": si tratta della tendenza che le persone hanno a concentrarsi principalmente sulle cose positive, atteggiamento che le porta a dare per scontato che tutto andrà bene quando si tratta di prendere decisioni anche senza avere tutte le informazioni pertinenti.
A parlarne per primi sono stati Matlin e Stang negli anni '70, che hanno spiegato come i processi cognitivi tipici di questa inclinazione favoriscano selettivamente l'elaborazione di informazioni piacevoli rispetto a quelle spiacevoli, e questo porta ad essere più ottimisti e positivi; per contro, fa sì che si tenda a ricordare eventi neutri come più positivi di quanto non fossero in realtà (quindi a falsare un po' i ricordi).

È morta a soli 51 anni di tubercolosi il 21 maggio 1920.

Fonti consultate:

https://golittleton.com/
https://www.literaryladiesguide.com/
https://www.britannica.com/
https://positivepsychology.com/

sabato 12 dicembre 2020

Oggi nasceva... GUSTAVE FLAUBERT



In questo giorno, 199 anni fa, nasceva a Rouen (Alta Normandia) Gustave Flaubert, romanziere famoso soprattutto per il suo romanzo d'esordio, Madame Bovary (1857).

Ha iniziato a scrivere molto presto, nell'età dell'adolescenza, vincendo anche un premio scrivendo un saggio sui funghi. Risale ai quindici anni il suo amore platonico per una donna sposata e più grande di lui, Elisa Schlésinger, che lui ricorderà sempre come un amore puro e immacolato.

fonte
Gustave ha studiato legge a Parigi (dove ha conosciuto Victor Hugo), per poi abbandonare gli studi in seguito all'insorgere dell'epilessia; si è dedicato, quindi, alla letteratura. 

Oggetto di interesse per Flaubert erano le persone comuni della classe media, le cui esistenze egli ha cercato di ritrarre con obiettività.
Dal punto di vista stilistico, era un perfezionista, sempre attento all'accuratezza psicologica dei suoi personaggi e molto meticoloso nel cercare e trovare la parola esatta per esprimere esattamente i significati che desiderava trasmettere. 
Lo stile di Flaubert ha influenzato molti scrittori a lui successivi, tra cui Émile Zola, Guy de Maupassant e i naturalisti americani.

Madame Bovary è stata la sua prima opera pubblicata; in essa, l'autore descrive la caduta morale di una donna che non riesce a vedere il mondo in modo realistico; proprio il suo disperato tentativo di farlo, la spinge a intraprendere una storia d'amore adulterina, che la porterà a un tragico epilogo.
Quando Madame Bovary fu pubblicato in serie su un giornale, il governo francese citò in giudizio l'autore e l'editore con l'accusa di immoralità, ma perse la causa.

Il secondo romanzo di Flaubert, il romanzo storico Salammbó (1862), era di tutt'altro genere ed era basato su ricerche approfondite e sul suo viaggio in Africa.

Ma ad essere considerata la sua migliore opera è L'Educazione sentimentale (1869), la storia di un giovane sentimentale (somigliante in molti tratti a Flaubert), la cui debolezza e l'idealismo confuso saranno la causa della rovina della sua vita.
Ha avuto una lunga relazione con la poetessa Louise Colet, con cui ha intrattenuto una corrispondenza epistolare (le lettere sono arrivate fino a noi). Non ha mai tenuto nascoste le sue relazioni occasioni con prostitute.

È morto a Croisset, in Francia, l'8 maggio 1880.


Fonti consultate: 

https://factspage.blogspot.com/
http://manoflabook.com/

sabato 17 ottobre 2020

CANZONI ISPIRATE... DA LEGGENDE! (#1)

 

Non molti giorni or sono, mentre ero in pullman per andare a lavorare, ho ascoltato (non era la prima volta, of course) una bellissima ballata di Fabrizio De Andrè, Geordie, e in passato mi era venuta voglia di cercare informazioni su cosa avesse ispirato il cantautore ligure nello scrivere questo brano.

Ecco, in linea con questa curiosità, ho pensato di cercare altre canzone ispirate a leggende, personaggi letterari o realmente esistiti.

Oggi è il turno della già citata Geordie e di una canzone vecchiotta di Claudio Baglioni, che forse è conosciuta più che altro da chi, come me, ama il cantautore romano: Il lago di Misurina (Album: Sabato pomeriggio; 1975).


Ecco il testo di Geordie:


Mentre attraversavo London Bridge
Un giorno senza sole
Vidi una donna pianger d'amore
Piangeva per il suo Geordie
Impiccheranno Geordie con una corda d'oro
È un privilegio raro
Rubò sei cervi nel parco del re
Vendendoli per denaro
Sellate il suo cavallo dalla bianca criniera
Sellatele il suo pony
Cavalcherà fino a Londra stasera
Ad implorare per Geordie
Geordie non rubò mai neppure per me
Un frutto o un fiore raro
Rubò sei cervi nel parco del re
Vendendoli per denaro
Salvate le sue labbra, salvate il suo sorriso
Non ha vent'anni ancora
Cadrà l'inverno anche sopra il suo viso
Potrete impiccarlo allora
Né il cuore degli inglesi né lo scettro del re
Geordie potran salvare
Anche se piangeranno con te
La legge non può cambiar
Così lo impiccheranno con una corda d'oro
È un privilegio raro
Rubò sei cervi nel parco del re
Vendendoli per denaro


La canzone di De Andrè si ispira ad un’antica ballata britannica, che fa parte delle Child Ballads, una raccolta di 305 ballate tradizionali inglesi e scozzesi suddivise in cinque volumi pubblicati tra il 1882 e il 1889.

La storia di Geordie pare abbia due versioni: in quella scozzese, George Gordon, marchese e conte di Huntly, fu accusato di essersi ribellato a Giacomo VI, re di Scozia, e nel 1598 fu condannato a morte per alto tradimento, ma grazie alla intercessione della famiglia fu graziato.

Nelle ballate inglesi, Geordie è un bracconiere, la cui sorte è stata meno lieta.

Nell’Inghilterra medievale il bracconaggio nelle tenute e nelle riserve reali era punito con la pubblica impiccagione, ed infatti il giovane Geordie, nonostante le suppliche della moglie, non viene risparmiato; l'unico privilegio che gli riservarono fu quello di essere impiccato con una corda d’oro, a motivo delle sue origini aristocratiche.






Vi posto il testo della canzone di Claudio Baglioni, Il lago di Misurina.


Sciolta ormai l'ultima neve
Su un tappeto d'erba nuova
Con un passo lieve nell'aurora
Misurina camminava
Sopra ad una rupe si fermava
Ogni dì alla stessa ora
Nella calma del mattino
Il silenzio era velluto
Un arcobaleno di pensieri
Lei gettava giù nel vuoto
E qualcuno la spiava muto
Il suo nome era (Sorapis)
(Sorapis) che viveva solo lassù
Tra abeti e genziane blu
Nessun sorriso ebbe mai
E Misurina che era tutto per lui
Un giorno scivolò giù
La vide con gli occhi suoi
Misurina riposava
Tra il ginepro e i rododendri
Si affacciava il sole dalle nubi
Sopra i suoi capelli biondi
Ed un alito di vento andava a sfiorare lei
Per lasciarla poi
Tra le braccia di (Sorapis)
chiuse gli occhi e il capo chinò
E giorno e notte aspettò
Finché di pietra non fu
E con le lacrime che scesero giù
Un verde lago formò
Tra abeti e genziane blu




LA LEGGENDA

Il Lago di Misurina è un  lago naturale piuttosto esteso e tra i più belli d’Italia. Situato nel bellunese, ha un perimetro di 2,6 chilometri ed è profondo circa 5 metri.  

Infodolomiti
Attorno ad esso c'è una leggenda, con protagonista proprio una certa Misurina, figlia unica del re Sorapis, governatore delle terre comprese tra le Tofane, l’Antelao, le Marmarole e le Tre Cime di Lavaredo. 
Il re stravedeva per la sua figlioletta, le permetteva qualsiasi cosa ed infatti la bambina era viziata, molto capricciosa e dispettosa, ma era anche molto molto carina. 
All'età di otto anni, Misurina venne a conoscenza dell’esistenza di una fata che viveva sul Monte Cristallo e che possedeva uno specchio magico, il quale dava il potere di leggere i pensieri di chiunque vi si specchiasse. 
Misurina supplicò con tanta insistenza il padre affinché le procurasse lo specchio, che questi alla fine cedette e partì alla ricerca dell'oggetto magico.
Incontrò la fata che gli disse: "Io posso darti lo specchio, però in cambio voglio te: diventerai alto come una grossa montagna e con la tua ombra mi riparerai dal troppo sole."

Sorapis restò perplesso e la fata precisò che se la bambina, sapendo dello scambio, avesse rinunciato al proprio desiderio, il re Sorapis sarebbe stato salvo, altrimenti l’incantesimo si sarebbe compiuto.

Il padre accettò, persuaso che la sua bambina mai avrebbe preferito uno specchio al padre, e invece..., quando ritornò a casa e riferì a Misurina le parole della fata, la bambina accettò lo scambio e volle lo specchio al posto del papà!!

E fu così che immediatamente Sorapis venne trasformato in una enorme montagna! Misurina, nel vedere che davvero l'incantesimo si era realizzato, si pentì del suo egoismo e cominciò a chiamare il padre, chiedendogli di tornare da lei.

Ma ormai non c’era più nulla da fare.

La bimba allora incominciò a piangere, a piangere, e tante furono le lacrime versate che si sciolse completamente e al suo posto si formò un lago:  il lago di Misurina!



Fonti consultate:

https://siviaggia.it/
https://favolefantasia.com
https://www.ernyaldisko.com/
https://libreriamo.it/
https://terreceltiche.altervista.org/

lunedì 21 settembre 2020

Il 21 settembre 1832 moriva Sir Walter Scott



Sir Walter Scott è nato a Edimburgo il 15 agosto 1771, pur avendo studiato come avvocato, è sempre stato attratto dalla scrittura; il suo interesse letterario era inizialmente rivolto alle ballate e infatti la sua prima importante pubblicazione fu The Minstrelsy of the Scottish Border (1802–3), una raccolta in tre volumi di canzoni e poesie tradizionali. 


Da bambino Scott contrasse la poliomielite e temporaneamente perse l'uso della gamba destra; trascorse i suoi primi anni di vita nella fattoria paterna di Sandyknowe, villaggio ubicato in una zona chiamata Border, al confine tra Inghilterra e Scozia; era un'area piuttosto isolata, ma ricca di un grande repertorio di leggende e racconti di avventure, che stimolarono moltissimo la fantasia del ragazzino.
Un secondo periodo di cattiva salute, importante per la sua formazione di futuro scrittore, lo vide in convalescenza a Kelso, dove imparò ancora di più sulle vecchie canzoni e sul folklore della regione. 

Il titolo di Baronetto lo ricevette dopo aver contribuito al rinvenimento dei gioielli della corona scozzese.
Per 111 anni, infatti, i preziosi gioielli di stato della Scozia (gli Honours of Scoltand) sembravano essere irrimediabilmente perduti. Ma grazie allo studio dettagliato della storia scozzese, Scott aveva intuito che essi potessero essere nascosti in una stanza murata del Castello di Edimburgo.
Quando chiese al principe reggente (il futuro re Giorgio IV) di cercarli lì, il principe acconsentì perché gli piacevano gli scritti di Scott. Nel 1818 abbatterono il muro e trovarono la corona, lo scettro e la spada di stato rinchiusi in una vecchia cassa di quercia. Come ricompensa, Scott fu appunto premiato col titolo di Baronetto.

Sapete a chi dobbiamo la diffusione della parola glamour? Proprio a lui, al romanziere Walter Scott, che per primo la introdusse in letteratura.
Essa è una variante dello scozzese gramarye, cioè 'magia, incantesimo', un'alterazione dell'inglese grammar, 'grammatica'.

A lui dobbiamo anche l'aver coniato la frase "Wars of the Roses", usata da Scott per riferirsi alle guerre dinastiche del XV secolo, tra le case reali di Lancaster e York.

Nel 1814 Scott pubblicò il suo primo romanzo, Waverley, che ebbe un enorme successo Ambientato durante la rivolta giacobita del 1745 , è considerato il primo romanzo storico ed è anche l'unico ad avere una stazione ferroviaria intitolata ad esso! 
Waverley fu pubblicato in forma anonima, poiché all'epoca le storie e i romanzi erano considerati inferiori alla poesia, e Scott non voleva danneggiare la propria reputazione. 

L'ultimo romanzo di Scott, The Siege of Malta, è stato pubblicato per la prima volta solo nel 2008. Sebbene sia stato scritto nell'ultimo anno di vita di Scott, 1831-32, questo non vide la luce se non 175 anni più tardi. E' un romanzo storico incentrato sugli eventi del Grande Assedio di Malta da parte dei turchi ottomani nel 1565. 

Ma sicuramente uno dei suoi romanzi più celebri è IVANHOE (1819), che ha contribuito al mito dell'affascinante fuorilegge "Robin di Locksley", meglio conosciuto come Robin Hood.
Si dice che la prima studentessa universitaria ebrea negli Stati Uniti, Rebecca Graz di Filadelfia, sia stata l'ispirazione per il personaggio di Rebecca, figlia di Issac di York.
Questo bellissimo romanzo racconta l'eroica storia del cavaliere sassone Wilfred di Ivanhoe, che ritorna dalla Terza Crociata con Re Riccardo I e deve cercare di sventare il tentativo di Giovanni, il fratello del re, di usurpare la corona quando Riccardo viene preso in ostaggio.

Lo scrittore comprò la bellissima dimora Abbotsford - situata nella regione scozzese del Borders presso Galashiels, sulla sponda sud del fiume Tweed - nel 1811, impiegò tempo e denaro per abbellirla ma sfortunatamente abitò nella sua residenza solo un anno a causa di una crisi economica che lo colpì nel 1825,  quando purtroppo la casa venne ipotecata.


Abbotsford 



Scott morì ad Abbotsford il 21 settembre 1832, all'età di 61 anni. Fu sepolto a Dryburgh Abbey, un'abbazia situata nei pressi del villaggio scozzese di Dryburgh, nell'area di consiglio degli Scottish Borders.










Fonti consultate per il post:

https://interestingliterature.com/
https://airhouses.com/
https://www.nms.ac.uk/
Wikipedia
http://manoflabook.com

sabato 5 settembre 2020

Settembre

 

Settembre è un mese che amo, perché solitamente ad esso si accompagnano giornate meno afose, le temperature si abbassano, ed è il mese in cui entra la mia stagione preferita: l'autunno.

Certo, fa ancora caldo e all'autunno magari ancora non ci pensiamo - anzi, è bene godersi questi giorni di fine estate perchè non sappiamo con il passare delle settimane cosa ci aspetta.... (mi riferisco in particolare all'evolversi della situazione Covid-19).

Ad ogni buon conto, in attesa di avere più tempo per scrivere la recensione dell'ultimo libro letto - Alta fedeltà di Nick Hornby -, vi auguro un sereno sabato sera con questo semplice post settembrino.

A voi questo mese piace?


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CANZONI



MAI PIU' COME TE (C. Baglioni)


Basta un niente un nome una calligrafia
Perché ogni cuore ha una memoria tutta sua
Si vede sempre dove strappi via una pagina
Come ti fissa una fotografia di ieri
La stagione delle piogge arriva qua
Alla stazione della mia malinconia
E scende il tiepido acquazzone di una lacrima
Sull'ultima tua voce che ho in segreteria



IL REGALO MIO PIU' GRANDE (T. Ferro)


Voglio farti un regalo 
qualcosa di dolce qualcosa di raro
non un comune regalo
di quelli che hai perso o mai aperto
o lasciato in treno o mai accettato
di quelli che apri e poi piangi
che sei contenta e non fingi
e in questo giorno di metà settembre
ti dedicherò...
il regalo mio più grande



FOTO





POESIE


Settembre

Le speranze se ne vanno
come rondini a fin d ’anno:
torneranno?
Nel mio cor vedovi e fidi
stanno ancora appesi i nidi
che di gridi
già sonaron brevi e gaj:
vaghe rondini, se mai
con i raj
del mio Sole tornerete,
le casucce vostre liete
troverete.

(L. Pirandello)


Finisce il gran caldo

L'aria si fa più dolce e nei lunghi tramonti tutta
a pecorelle.
Le montagne intorno hanno una chiarezza di cristallo.
Sembra che il tempo torni indietro a primavera
e settembre somiglia ad aprile.
L'aria stessa sembra color di miele.

(L. Lanza)



Settembre

Triste il giardino: fresca
scende ai fiori La pioggia...
silenziosa trema
l'estate, declinando alla sua fine.
Gocciano foglie d'oro
giù dalla grande acacia...
Ride attonita e smorta
Pestate dentro il suo morente sogno;
s'attarda tra le rose,
pensando alla sua pace;
lentamente socchiude.

(H. Hesse)

lunedì 24 agosto 2020

Nata il 24 agosto: Jean Rhys



Il 24 agosto 1894 nasceva a Roseau, capitale di Dominica (Piccole Antille), Ella Gwendolen Rees Williams, più nota con lo pseudonimo di Jean Rhys, morta a Exeter (Devonshire) il 14 maggio 1979. 
Nelle Indie occidentali la schiavitù non fu abolita fino al 1834. Dopo aver apertamente difeso i diritti della popolazione indigena e aver criticato la classe dirigente bianca, Rhys fu chiamata la "socialista Gwen".

Diplomatasi presso la Royal Academy of Dramatic Art di Londra, negli anni fra le due guerre visse per un po' a Parigi - dove ebbe modo di frequentare numerosi circoli culturali e d'incontrare artisti e scrittori, fra i quali J. Joyce, E. Hemingway, e F.M. Ford, - per poi stabilirsi definitivamente in Gran Bretagna.

Ha avuto tre mariti: Jean Lenglet, Leslie Tilden-Smith, Max Hamer.

Due dei suoi tre consorti sono finiti in prigione. 
Nel 1919 sposò il giornalista e cantautore Jean Lenglet, incarcerato nel 1924 per transazioni finanziarie illegali. 
Il suo terzo marito, l'avvocato Max Hamer, ha trascorso la maggior parte del tempo in prigione, probabilmente per reati simili. 
Nel 1949, la stessa Rhys, che ormai era diventata dipendente dall'alcol, fu arrestata per aver aggredito i suoi vicini.

Negli anni '20, mentre Rhys si trovava a Parigi, ebbe una relazione amorosa con lo scrittore Ford Madox Ford, sebbene quest'ultimo fosse già sposato con la pittrice Stella Bowen; Ford si accorse del talento narrativo dell'amante e la incoraggiò a continuare a scrivere. La loro relazione durò un anno e mezzo.

Il suo libro più celebre è sicuramente Wide Sargasso Sea (1966), nato dopo aver letto Jane Eyre, regalo di compleanno da parte del suo secondo marito. La prima versione del romanzo si chiamava Le  Revenant e la Rhys ne bruciò il manoscritto dopo aver litigato con suo marito. In seguito, pensò di chiamarlo La prima signora Rochester, con tutto il rispetto per Charlotte Brontë - precisò lei stessa -, ma evidentemente poi cambiò ancora idea.

Jean Rhys aveva l'abitudine di scomparire dalle scene anche per lunghi periodi di tempo. Più di una volta dai giornali è stata data per morta; ad es. il consulente letterario della casa editrice André Deutsch, avendo saputo della presunta morte dell'autrice in un sanatorio, nel 1950 si riferì a lei in un articolo come "la defunta Jean Rhys"; stesso "errore" anche per la BBC, che una volta dichiarò che la Rhys era morta durante la guerra.

I temi ricorrenti nelle sue opere sono in particolare: l'emarginazione, la solitudine, le crisi interiori, le frustrazioni delle donne nella società del tempo. 
Le sue eroine, non riconducibili a identità ben definite in termini di classe sociale, origini e nazionalità, sono quasi sempre delle donne molto inquiete, emarginate, consapevoli di come questo crei loro delle difficoltà in seno alla società in cui vivono, alla quale non riescono a conformarsi.
Nei suoi scritti, se il mondo occidentale viene descritto come arido e crudele, quello delle Indie occidentali - lì dove ha vissuto infanzia e fanciullezza - è associato a concetti di solidarietà umana, senso della vita e una natura amica e rigogliosa. 

Tra le sue opere ricordiamo:

Quartetto (Adelphi)
Addio, Mr Mackenzie (Adelphi)
Viaggio nel buio (Giunti) 
Buongiorno mezzanotte (Bompiani)
Il grande mare dei sargassi (Adelphi)
Io una volta abitavo qui (Adelphi)






Fonti consultate:


Il Libraio
Treccani

venerdì 19 giugno 2020

Accessori per lettori



Che carini questi plaid a tema libri *_*
Anche le scarpe sono carine, e il piumone a tema musicale... delizioso :-D 
Vabbè, non sono in linea con la stagione e i prezzi non sono proprio abbordabili, almeno non per me in questo preciso momento storico, ma almeno a guardare ancora non si paga ^_^

Vi piacciono? Li comprereste?












giovedì 26 marzo 2020

il 26 marzo 1827 moriva Ludwig Van Beethoven.



Sono trascorsi 193 anni da quel 26 marzo 1827 in cui moriva, a soli cinquantasette anni, il grande compositore Ludwig Van Beethoven.

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,

  • Nacque nel dicembre 1770 a Bonn, in Germania, da una famiglia di musicisti e cantanti; proprio suo padre Johann lo costrinse ad esercitarsi giorno e notte per diventare sempre più bravo. I vicini di Beethoven ben ricordavano questo ragazzino in piedi su una panchina per raggiungere i tasti del pianoforte mentre piangeva e suo padre incombeva su di lui.

  • Per poter contribuire economicamente in famiglia, il piccolo Ludwig dovette lasciare presto la scuola (attorno agli undici anni), il che lo rese scarsino in alcune discipline, come la matematica.

  • Quando aveva diciassette anni ebbe modo di suonare in presenza di Mozart, a Vienna. Colui che a quel tempo era considerato a ragione il più grande compositore di Vienna, difficilmente si impressionava nell'ascoltare altri musicisti, essendo lui molto più avanti rispetto ai suoi coetanei per talento e risultati. Eppure si vocifera che, dopo aver udito suonare Ludwig, abbia lasciato la stanza dicendo di tenerlo d'occhio perché "un giorno darà al mondo qualcosa di cui parlare".

  • Uno dei contemporanei di Beethoven, il compositore Johann Baptist Cramer, disse ai propri studenti che se non avevano mai sentito improvvisare Beethoven, voleva dire che non avevano idea di cosa fosse un'improvvisazione.

  • Beethoven è stato un pioniere circa le composizioni per pianoforte, uno strumento per il quale nessuno aveva ancora scritto un lavoro completo; infatti, i suoi predecessori avevano composto più che altro per clavicembalo.

  • Pare che le donne avessero di lui pareri contrastanti: c'erano quelle che lo ritenevano addirittura ripugnante, mezzo pazzo e brutto. Insomma, è probabile non avesse un fanclub a suo nome, ecco..

  • E se sull'aspetto fisico possiamo chiamare in causa la soggettività, circa il suo stato di salute è la medicina a parlare: oltre alla sordità, il musicista soffriva anche di colite, reumatismi, febbre reumatica, tifo, disturbi della pelle, ascessi, una varietà di infezioni, oftalmia, degenerazione infiammatoria delle arterie, ittero, epatite cronica e cirrosi epatica. Un nosocomio vivente....

  • Per quanto riguarda la sordità, probabilmente essa insorse in seguito ad altre malattie avute nell'infanzia, come effetto di tifo o vaiolo. Fu verso i ventuno anni che cominciò a sentire un ronzio costante alle orecchie.

  • La Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore Op. 55, detta Eroica, fu composta da Ludwig van Beethoven fra il 1802 e 1804 e inizialmente dedicata a Napoleone Bonaparte, da lui ammirato in quanto simbolo di rivoluzione e di una nuova era in Europa (salvo poi restarne deluso quando il generale si fece incoronare imperatore).

  • Ha composto opere anche per donne da lui amate, come la Moonlight Sonata, dedicata alla sua allieva la Contessa Giulietta Guicciardi; per inciso, Ludwig odiava dare lezioni di piano, tranne che ad allieve giovani ed attraenti...

  • Ad ispirare l'Inno alla gioia fu una poesia del filosofo Schiller (An die Freude) del 1786; Beethoven adattò i versi componendo la sua Sinfonia n. 9 in re minore, eseguita per la prima volta nel 1824.

Gioia, bella scintilla divina,
figlia degli Elisei,
noi entriamo ebbri e frementi,
celeste, nel tuo tempio.
La tua magia ricongiunge
ciò che la moda ha rigidamente diviso,
tutti gli uomini diventano fratelli,
dove la tua ala soave freme.
L'uomo a cui la sorte benevola,
concesse di essere amico di un amico,
chi ha ottenuto una donna leggiadra,
unisca il suo giubilo al nostro!
Sì, - chi anche una sola anima
possa dir sua nel mondo!
Chi invece non c'è riuscito, lasci
piangente e furtivo questa compagnia!
Gioia bevono tutti i viventi
dai seni della natura;
tutti i buoni, tutti i malvagi
seguono la sua traccia di rose!
Baci ci ha dato e uva ,
un amico, provato fino alla morte!
La voluttà fu concessa al verme,
e il cherubino sta davanti a Dio!Lieti, come i suoi astri volano
attraverso la volta splendida del cielo,
percorrete, fratelli, la vostra strada,
gioiosi, come un eroe verso la vittoria.
Abbracciatevi, moltitudini!
Questo bacio (vada) al mondo intero
Fratelli, sopra il cielo stellato
deve abitare un padre affettuoso.
Vi inginocchiate, moltitudini?
Intuisci il tuo creatore, mondo?
Cercalo sopra il cielo stellato!
Sopra le stelle deve abitare!

  • Nel 1827 Beethoven morì per una serie di possibili infezioni e malattie, tra cui cirrosi, sifilide, avvelenamento da piombo.


LIBRI SU LUDWIG VAN BEETHOVEN


ROMANZI


IL DIO SORDO. Mia immortale amata di A. Scotto di Carlo


LINK AMAZON (gratis su Kindle Unlimited)

L'anima di un giovane del XXI secolo viene risucchiata indietro nel Tempo dall'irresistibile potere della Musica, finendo nel corpo di un coetaneo della Vienna del 1808. 
Qui il protagonista assiste al leggendario concerto in cui Beethoven presenta la sua Quinta, entrando poi nelle sue grazie fino a diventare il suo servitore. 
Attraverso di lui, sullo sfondo storico fine-epoca-napoleonica/Restaurazione, viviamo le vicende di Beethoven: l'amore segreto, una donna che ha rapito il suo cuore ma che è ella stessa prigioniera di convenzioni e legami familiari; la passione per la Musica, dall’ispirazione che egli trova nella sua cara Natura, allo scrittoio dove forgia melodie e orchestrazioni, ai teatri dove a volte viene acclamato e altre deve fronteggiare la perplessità di un pubblico disorientato da una musica troppo precorritrice; l'inesorabile decorso della malattia, con improvvise speranze di guarigione e puntuali delusioni, fino alla struggente rassegnazione; i travagliati rapporti con la famiglia, tra gli attriti coi fratelli, l’odio “immotivato” per la cognata e l’amore incondizionato per il nipote, passando attraverso faide private e legali; e infine le sue paure di uomo, l’impotenza di fronte al Destino, la voglia di combatterlo e la speranza di vincerlo.

15 illustrazioni originali completano l’opera raffigurando Beethoven e gli altri protagonisti in alcuni frangenti della storia.


LA SINFONIA DELLE COSE MUTE di B. Pedretti

(267 pp, Mondadori)


Vienna, 1827. Un'immensa folla riempie le strade, riunita per l'estremo saluto a Beethoven. Tra gli altri anche il giovane Gerhard von Breuning, che ha capito che Beethoven è colui che più di ogni altro ha saputo attingere dagli abissi primordiali dell'umanità il mistero del suono con cui la vita si dichiara. 
Tokyo, 1872. Mori Noboru rientra in Giappone dopo cinque anni in Europa. Ha studiato la cultura "barbarica" ed è uno dei più convinti fautori del nuovo. La filosofia e le tecniche più moderne dovranno ispirare l'era inaugurata dall'imperatore Meiji, insieme alla musica per pianoforte e alle sinfonie di Beethoven. Ma l'ostilità all'apertura verso l'Occidente cresce intorno a lui sino alla violenza. 
Berlino, 1947. Il famoso direttore d'orchestra Wilhelm Furtwängler - reduce dall'umiliante "processo di denazificazione" per aver diretto i Berliner Philharmoniker negli anni hitleriani - giunge nella città colma di macerie, percorsa da figure della follia e del dolore e sente che le ombre della storia continuano a soverchiarlo. L'incontro con una pianista sopravvissuta agli orrori della guerra e con un enigmatico giapponese innamorato di Beethoven gli ricorderanno quanto la missione della musica vada sempre protetta dalla sua impotenza politica. 
Una città del Sudamerica, primi anni Duemila. Ormai disincantato, "il migliore direttore d'orchestra del suo tempo", Jonas Weger, si sente all'epilogo della carriera e non desidera che il silenzio, l'oblio. Ma la tragica morte di due ragazzi la notte di Natale lo spingerà a dirigere il suo ultimo concerto insieme ai ragazzi sordi di Silencio Musical.





LA SINFONIA PROIBITA di A. Mattioli
(172 pp, Editore Bookroad)

Andrè Vallè, uomo pieno di talento musicale ma facile agli eccessi, viene a sapere dell’esistenza di una leggendaria decima sinfonia che sarebbe stata scritta da Ludwig van Beethoven. 
Alla ricerca del misterioso manoscritto, Andrè comincia un viaggio che lo porterà a scoprire sconvolgenti segreti sulle vite dei più importanti compositori della storia, – da Brahms a Schumann, passando per Shubert – e a trovarsi in mezzo a pericolosissimi giochi di potere. 
Più entrerà nei misteri di questa partitura, più gli intrighi lo avvolgeranno, rivelandogli che dietro a una composizione tanto elevata si nascondono scandali, giochi di potere clericale e massonico, trame internazionali.




AUTOBIOGRAFIA


AUTOBIOGRAFIA DI UN GENIO, a cura di M. Porzio

(Piano B Edizioni)

In questa raccolta originale di lettere e pensieri di Ludwig van Beethoven, sono presentati al lettore le ansie, i dolori provocati dalla sordità, i rivolgimenti rabbiosi, gli slanci geniali e i rapporti affettivi e di amicizia di uno dei massimi artisti di tutti i tempi. 
Troppo spesso tradito dal luogo comune del burbero misantropo, l’uomo Beethoven si rivela invece attraverso questa selezione di scritti come una personalità dotata di un potente misticismo, capace di slanci lirici e devoti, ma anche in grado di affrontare le situazioni più avverse e varie dell’esistenza umana in un’alternanza prodiga di tenerezza, amore, pungente ironia ed entusiasmo per la vita.




SAGGIO


IL GENIO DI BEETHOVEN di G. Pestelli

(221 pagine, Editore: Donzelli)

Le nove Sinfonie di Beethoven sono forse il patrimonio musicale più conosciuto al mondo; ovunque esista una vita musicale, ovunque si faccia musica, le Sinfonie sono la colonna portante del repertorio sinfonico e da circa due secoli sono presenti nella mente e nel cuore degli ascoltatori. 
Tutte e nove possono essere considerate un unico corpo creativo, in cui si delinea un percorso evolutivo e anche il racconto di una storia. Prese insieme, infatti, possono far pensare a un romanzo di formazione: un giovane parte per il vasto mondo, si scontra con ostacoli che riesce a superare grazie a un'eroica volontà d'azione finché, uscendo dalla sfera degli interessi personali, allarga lo sguardo a una dimensione sociale, celebrando ideali di portata universale. 







Fonti consultate per articoli:

venerdì 13 marzo 2020

Pillole di... narrazione, empatia, simedonia



Il racconto è una narrazione che possiede dettagli che attengono all'universo soggettivo più profondo e  agisce sul fronte delle sensazioni.

Perché sin da piccoli ci affascinano le storie che ci vengono narrate?

Perchè cerchiamo nelle storie un significato, cominciamo a fare riflessioni con la nostra vita personale e scopriamo significati che sono collegati ai nostri.

Ogni volta che gli sarà possibile, il bambino proverà a rielaborare quanto vissuto creando un
racconto, narrato o scritto, al quale aggiungerà significati legati ai propri vissuti emozionali personali.
elaborerà così una propria strategia cognitiva e narrativa, per superare difficoltà quotidiane,  DISAGI EMOTIVI, e imparare a conoscersi, autostimarsi, costruire il proprio sé.
Quando si narrano e si esprimo emozioni, ci si educa anche ad esprimerle in maniera adeguata.

Lo psicologo Bruner si è dedicato al concetto di PENSIERO NARRATIVO, che è una modalità di organizzazione dell'esperienza e legato alle norme sociali e alla cultura.
La narratività è trasversale, è un modo di pensare che attraversa tutti gli emisferi cerebrali; si basa su valori, credenze, coinvolge le parti più umane, le relazioni sociali.
Il pensiero narrativo ci fa entrare in rapporto con l'altro; con le narrazioni i bambini imparano diversi concetti, ad es. la sequenzialità, l'intenzionalità, i ruoli sociali e la sospensione del giudizio, che è un aspetto importante, in grado di favorire l'empatia, l'apertura verso l'altro, diverso da me.


EMPATIA

s. f. dal gr. emp{átheia} ‘passione’, comp. di en ‘in’ e p{áthos} ‘affetto’,
traduce il  ted. Einfühlung.

In psicologia, in generale, è la capacità di comprendere lo stato d’animo e la situazione emotiva di un’altra persona, in modo immediato, prevalentemente
 senza ricorso alla comunicazione verbale. 

Più in partic., il termine indica quei fenomeni di partecipazione intima e di immedesimazione attraverso i quali si realizzerebbe la comprensione estetica.


Solitamente, quando si parla di empatia, è facile associarla a qualcosa di "negativo"; mi spiego: le ricerche sull'empatia nelle scienze sociali e comportamentali si sono maggiormente concentrate sulla condivisione empatica del dolore (empathic sorrow), intesa come uno stato emotivo negativo tendente ad alleviare le disgrazie altrui (Royzman & Rozin, 2006) o come capacità di capire la sofferenza delle altre persone.

Un recente studio condotto da Pittinsky e R. M. Montoya*  ha invece studiato la variante positiva dell'empatia, la gioia empatica (empathic joy). nel contesto delle relazioni tra gruppi.
 
Alla ricerca hanno partecipato 1.216 insegnanti per indagare se i loro atteggiamenti di'empatia verso i propri gli studenti, in particolare di quelli appartenenti a minoranze etniche, influenzassero il loro stile di insegnamento e l'apprendimento degli studenti stessi.

Coerentemente con le aspettative, si è scoperto che l'esperienza di gioia empatica da parte degli insegnanti comportava migliori risultati da parte degli studenti nonché una maggiore allophilia (atteggiamento positivo nei confronti dei membri di un gruppo esterno al proprio, soprattutto dal punto di vista etnico) verso gli studenti stessi.

I ricercatori summenzionati hanno introdotto anche un'altra parola accanto a empatia: simedonia.

Di che si tratta?

E' l’esperienza di chi gioisce per la Felicità altrui. 
Il “prendersi cura” degli altri, produce “imitazione somatica”(una sorta di “contagio emotivo” che porta alla “sincronizzazione emotiva”) e fa sviluppare nei soggetti che la attuano, competenze sociali, emotive, cognitive complesse.



Fonti:

Webinar Pedagogia narrativa e soft skills.
*Empathic Joy in Positive Intergroup Relations, Psychology Faculty Publications, n. 29, 2016

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